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martedì 22 aprile 2008

Nicolae Ceauşescu...chi era in breve l'uomo forte del Comunismo Rumeno!

Nicolae Ceauşescu (IPA: ʧauˈʃesku) (Scorniceşti, 26 gennaio 1918Târgovişte, 25 dicembre 1989) è stato un politico rumeno. Fu il leader comunista della Romania dal 1965 fino al dicembre 1989. In questo mese fu sottoposto a un processo [1][2][3] con le accuse di crimini contro lo stato, genocidio, e "distruzione dell'economia nazionale."[4] La sua successiva esecuzione fu l'atto finale della rivoluzione del 1989.
Nato in una numerosa famiglia contadina nel villaggio di Scorniceşti, nel Distretto di Olt, Ceauşescu si trasferì a Bucarest all'età di 11 anni, per diventare apprendista calzolaio.
Entrò nell'illegale Partito Comunista Rumeno nel 1932 e fu arrestato nel 1933, a 15 anni, durante uno sciopero, con l'accusa di essere un agitatore. Fu arrestato ancora nel 1934 prima per aver raccolto firme per una petizione di protesta contro un processo ai lavoratori della ferrovie, e altre due volte per altre attività simili, che gli valsero la definizione di "pericoloso agitatore comunista" e "distributore attivo di propaganda comunista e antifascista", sui documenti della polizia. A seguito di ciò si diede alla clandestinità, ma fu catturato e imprigionato nel 1936 con una condanna a due anni di carcere nella prigione di Doftana per attività anti-fasciste.
Nel 1939, mentre era fuori di prigione, incontrò Elena Petrescu: i due si sposeranno nel 1946 ed ella avrebbe svolto un ruolo sempre più importante nella sua vita politica nel corso dei decenni. Venne arrestato e imprigionato nuovamente nel 1940. Nel 1943 fu trasferito nel campo di concentramento di Târgu Jiu, dove divise la cella con Gheorghe Gheorghiu-Dej, divenendone il protetto. Dopo la Seconda guerra mondiale, quando la Romania stava cominciando a cadere sotto l'influenza sovietica, servì come segretario dell'Unione della Gioventù Comunista (1944-1945).
Dopo che i comunisti presero il potere in Romania nel 1947, fu a capo del ministero dell'agricoltura, quindi servì come vice ministro delle forze armate sotto il regime stalinista di Gheorghiu-Dej. Nel 1952 Gheorghiu-Dej lo portò nel Comitato Centrale, mesi dopo che la "fazione moscovita" del partito, guidata da Ana Pauker, era stata epurata. Nel 1954 divenne membro a pieno titolo del Politburo ed alla fine si trovò ad occupare la seconda carica più importante all'interno della gerarchia del partito.


Tre giorni dopo la morte di Gheorghiu-Dej avvenuta nel marzo del 1965, Ceauşescu divenne primo segretario del Partito Rumeno dei Lavoratori. Uno dei primi atti fu quello di ribattezzare il partito Partito Comunista Rumeno e di dichiarare che il paese ora era la Repubblica Socialista della Romania e non più una repubblica popolare: a seguito di ciò, nel 1967 venne nominato Presidente del Consiglio di Stato.
Da subito divenuto una figura popolare, grazie alla sua politica indipendente, che sfidava la supremazia dell'Unione Sovietica in Romania che si attuava anche attraverso i SovRom. Dal 1966 non partecipò più attivamente al Patto di Varsavia (sebbene formalmente la Romania ne rimanesse membro) e nel 1968 si rifiutò di prender parte all'invasione della Cecoslovacchia da parte delle forze del Patto di Varsavia, dichiarando in un discorso pubblico che l'invasione di un paese membro del Patto di Varsavia da parte di un altro stato membro era un gravissimo pericolo per la pace e per il già precario equilibrio politico in Europa. La tolleranza accordata dall'Unione Sovietica al comportamento di Ceauşescu diede alla Romania uno status di paese anticonformista rispetto ai restanti paesi dell'est Europa.
Nel 1974 Ceauşescu si insignì del titolo di Presidente della Romania, consolidando così il proprio potere. Egli seguì una politica indipendente nelle relazioni estere; per esempio, la Romania fu uno dei quattro paesi comunisti (gli altri sono la Repubblica popolare cinese, Cuba e la Jugoslavia) a prendere parte ai Giochi della XXIII Olimpiade, organizzati a Los Angeles negli Stati Uniti nell'estate del 1984. Inoltre, la Romania fu il primo dei paesi del Blocco Orientale ad avere relazioni con la Comunità Europea: nel 1974 fu sottoscritto un patto che includeva la Romania nel Sistema Generalizzato di Preferenze della Comunità e nel 1980 fu stipulato un accordo sui prodotti industriali.
In ogni caso Ceauşescu rifiutò qualsiasi ipotesi di riforma liberale. L'evoluzione del regime seguì il tracciato stalinista già delineato da Gheorghiu-Dej. L'opposizione al controllo da parte sovietica fu dovuta alla determinazione di non procedere alla de-stalinizzazione. La polizia segreta (Securitate) mantenne un assoluto controllo sui media e su qualsiasi tipo di discorso e non tollerò nessun tipo di opposizione interna.
A partire dal 1972, Ceauşescu istituì un programma di sistematizzazione della Romania. Presentato come un modo per costruire una "Società socialista sviluppata multilateralmente", il programma di demolizione, ristrutturazione e costruzione, cominciò nelle campagne e culminò con un tentativo di completo rimodellamento della capitale del paese.
Oltre un quinto di Bucarest, incluse chiese e palazzi storici, venne demolito negli anni Ottanta con l'intenzione di ricostruire la città nello stile voluto da Ceauşescu. La Casa del Popolo ("Casa Poporului") a Bucarest, adesso sede del Parlamento, è la seconda più grande costruzione al mondo dopo il Pentagono. Ceauşescu inoltre pianificò di distruggere molti villaggi con i bulldozer e di trasferirne gli abitanti in condomini cittadini come parte del suo programma di "urbanizzazione" e "industrializzazione". Il progetto di un'organizzazione non governativa chiamato "Villaggi Fratelli" che creava dei collegamenti tra le comunità romene e quelle europee potrebbe aver giocato un ruolo nel contrastare i piani governativi.


Nel 1966 il regime decretò la messa al bando di qualsiasi forma di contraccezione o aborto ed introdusse altre politiche a sostegno dell'incremento del tasso di natalità, inclusa una tassa tra il dieci e il venti per cento del reddito sia per gli uomini che per le donne (sposati o celibi/nubili) che dopo i 25 anni fossero rimasti senza prole. L'aborto era ammesso solo per le donne sopra i quarantadue anni o già madri di quattro (successivamente cinque) bambini. Madri che avessero più di cinque bambini ricevevano vari benefit, mentre le madri di più di dieci bambini erano dichiarate madri-eroine, ricevevano una medaglia d'oro, una macchina gratis, trasporto gratuito sui treni ed altri bonus. Poche donne in ogni caso raggiunsero questi obbiettivi, la famiglia romena aveva mediamente da due o tre bambini (vedi Demografia della Romania). [5] Inoltre, un numero considerevole di donne morì o fu mutilato durante l'esecuzione di aborti clandestini.[6]
Il governo si diede l'obiettivo di diminuire la percentuale dei divorzi e di rendere il divorzio stesso molto più difficoltoso, fu infatti decretato che il matrimonio poteva essere annullato solo in casi eccezionali. Nei tardi anni Sessanta la popolazione iniziò a crescere accompagnata da un incremento della povertà e del numero di persone senza fissa dimora (bambini di strada) nelle aree urbane. Dall'altro lato un nuovo problema fu creato dalla crescita incontrollata del fenomeno dell'abbandono dei bambini, che portò alla conseguente crescita della popolazione degli orfanotrofi (vedi Cighid) e facilitò la diffusione dell'AIDS negli ultimi anni Ottanta, favorita dalla decisione del governo di non ammettere l'esistenza di questa malattia in Romania e di conseguenza di non permettere l'esecuzione del test HIV.


Ceauşescu visitò la Repubblica popolare cinese, il Vietnam del nord e la Corea del nord nel 1971 e fu colpito dai modelli presenti in questi paesi. Mostrò grande interesse all'idea di una trasformazione totale della nazione insita nei programmi del Partito del lavoratori coreani e nella Rivoluzione culturale cinese. Poco dopo essere tornato in Romania incominciò ad emulare il sistema nord-coreano influenzato dalla filosofia del Juche del presidente Kim Il Sung.
I libri coreani sul Juche furono tradotti in romeno e ampiamente distribuiti nel paese. Il 6 luglio del 1971 Ceauşescu mandò un discorso al comitato esecutivo del PCR. Questo discorso, dall'intonazione simil-maoista, conosciuto come Tesi di Luglio, contiene settanta proposte. Alcune di queste sono:
continua crescita del ruolo di guida del partito
miglioramento dell'educazione del partito e una massiccia azione politica
far partecipare i giovani al grande piano di costruzioni come parte del loro "lavoro patriottico"
un'intensificazione dell'istruzione politico-ideologica in scuole e nelle università, così come tra i bambini, la gioventù e le organizzazioni studentesche
un'espansione della propaganda politica, coinvolgendo radio e spettacoli televisivi così come le case editrici, i teatri e il cinema, l'opera, il balletto e le unioni degli artisti ecc.
promuovere un carattere "militante, rivoluzionario" nelle produzioni artistiche.
La liberalizzazione del 1965 veniva condannata e l'indice dei libri e degli autori proibiti veniva ristabilito. Le tesi annunciavano l'inizio di una "piccola rivoluzione culturale", lanciavano una offensiva neo-stalinista con l'autonomia culturale riaffermando una base ideologica per la letteratura che il Partito aveva in teoria abbandonato. Anche se presentato come una forma di "socialismo umanista" le tesi nei fatti riaffermavano un ritorno alle stringenti linee guida del Realismo Socialista e attaccavano gli intellettuali non allineati. Una stretta aderenza ideologica veniva richiesta nelle scienze umanistiche e sociali. La competenza e l'estetica vennero sostituite dall'ideologia, i professionisti vennero sostituiti dagli agitatori e la cultura divenne ancora una volta uno strumento per la propaganda politico-ideologica.


Nel 1978 Ion Mihai Pacepa, uno dei più vecchi membri della polizia politica rumena (Securitate), riparò negli Stati Uniti d'America. Generale a due stelle, fu l'ufficiale più alto in grado che abbia defezionato dal blocco sovietico durante la guerra fredda. La sua fuga fu un potente colpo contro il regime, che costrinse Ceauşescu a rivedere l'organizzazione della Securitate. Il libro di Pacepa del 1986 Red Horizons: Chronicles of a Communist Spy Chief (ISBN 0895265702) rivela dettagli del regime di Ceauşescu come la collaborazione con i terroristi arabi, il massiccio spionaggio delle industrie americane e i suoi elaborati sforzi per ottenere il supporto politico dell'ovest.
Dopo la defezione di Pacepa, il paese si isolò e la crescita economica si arrestò. L'intelligence di Ceauşescu cominciò ad essere infiltrata dalle agenzie di intelligence straniere ed egli cominciò a perdere il controllo del paese. Tentò diverse riorganizzazioni del controspionaggio nel tentativo di liberarsi dei vecchi collaboratori di Pacepa, ma questo si rivelò un insuccesso.
Secondo la dichiarazione ufficiale fatta del presidente Ion Iliescu quando Pacepa chiese di riottenere le sue proprietà e la sua posizione; Pacepa era "un uomo confuso" che aveva ammassato proprietà illegali in Romania, approfittando della sua posizione influente. La suprema corte romena si dichiarò in disaccordo con la sentenza n° 41/1999 che cancellò la sentenza a morte di Pacepa, gli ridiede il suo grado militare ed ordinò la restituzione delle sue proprietà.


Nonostante il suo dominio fosse sempre più totalitario, l'indipendenza politica di Ceauşescu dall'Unione Sovietica e le sue proteste contro l'invasione della Cecoslovacchia nel 1968 fecero crescere l'interesse delle potenze Occidentali che credettero, brevemente, che fosse un anti-sovietico ed un anticonformista, e sperarono tramite lui di creare un scisma nel Patto di Varsavia. Ceauşescu non comprese che il finanziamento non gli fu sempre molto favorevole. Ceauşescu accettò un grosso prestito (più di $13 miliardi) dall'occidente per finanziare programmi di sviluppo economico, ma questi prestiti in ultimo devastarono la situazione finanziaria del paese. In un tentativo di correre ai ripari, Ceauşescu decise di sradicare il debito straniero della Romania. Organizzò un referendum e tramite esso cambiò la costituzione, aggiungendo una clausola che proibiva alla Romania in futuro di contrarre debiti esteri. Il risultato del referendum fu un "sì" praticamente unanime.
Negli anni ottanta, Ceauşescu ordinò l'esportazione della maggior parte della produzione agricola ed industriale del paese per rimborsare i debiti. La penuria nazionale risultante trasformò la vita quotidiana dei cittadini rumeni in una lotta per la sopravvivenza, fu introdotto il razionamento del cibo e la mancanza di riscaldamento, la penuria di benzina e le interruzioni di corrente divennero la regola. C'era un netto calo nella qualità della vita (specialmente riguardo alla disponibilità di cibo e di beni nei negozi) tra il 1980 ed il 1989. La spiegazione ufficiale era che il paese stava pagando i suoi debiti e le persone accettavano le conseguenti sofferenze, credendo che sarebbero durate per poco e che alla fine la situazione sarebbe migliorata.
Il debito fu pagato interamente nell'estate del 1989, poco prima che Ceauşescu venisse spodestato causando però successivamente un debito per risanare la Romania dal disastro, così causato, 3 volte superiore.


Nel 1989 Ceausescu stava dando segnali di essere completamente avulso dalla realtà del paese. Mentre la Romania attraversava un periodo di estreme difficoltà con lunghe file di persone in cerca di cibo davanti a negozi alimentari vuoti, Ceauşescu veniva mostrato in TV mentre entrava in negozi ben riforniti e decantava l'"alta qualità della vita" raggiunta sotto la sua guida. Nel 1989 giornalmente la TV trasmetteva una lista dei Kolkhoz che avevano raggiunto dei record nel raccolto, in aperta contraddizione con quella che era l'esperienza pratica del livello medio di viveri da parte dei romeni.
Alcune persone credendo che Ceauşescu non riuscisse a rendersi conto della situazione reale del paese provarono a consegnargli a mano delle lettere quando era in visita per il paese. Comunque, ogni qualvolta riceveva una lettera Ceauşescu la consegnava subito ai suoi consiglieri per la sicurezza. Il fatto se Ceauşescu abbia o meno mai letto queste petizioni rimarrà probabilmente per sempre ignoto. In accordo con le voci che circolavano al tempo si crede che le persone che tentarono di consegnare delle lettere direttamente a Ceauşescu rischiarono drammatiche conseguenze a cura della polizia segreta, la Securitate. La gente venne fortemente scoraggiata dal rivolgersi direttamente a lui e si diffuse una sensazione generalizzata che la situazione avesse ormai toccato il fondo.


Come Kim nella Corea del Nord, Ceauşescu creò un pervadente culto della personalità, dando a sé stesso i titoli di "Conducător" ("Condottiero") e "Geniul din Carpaţi" ("Genio dei Carpazi"), con l'aiuto dei poeti della cultura del proletariato (Proletkult) tra i quali Adrian Păunescu e Corneliu Vadim Tudor e addirittura facendosi fare uno scettro, simile a quello del Re di Romania. Questi eccessi spinsero il pittore Salvador Dalì a spedire un telegramma di congratulazioni al "Conducator". Il giornale del Partito Comunista Scînteia pubblicò il messaggio, senza rendersi conto che Dalì lo aveva scritto con intento decisamente ironico. Per impedire nuovi tradimenti dopo quello di Pacepa, Ceauşescu dette a sua moglie Elena Ceausescu e ad altri membri della sua famiglia importanti incarichi di governo.


Sotto Ceauşescu, la Romania era la quarta più grande esportatrice europea di armi. Ciononostante, molte delle azioni di Ceauşescu suggeriscono che una delle sue ambizioni era vincere un Premio Nobel per la pace. In questo senso, tentò di fare da mediatore tra OLP e Israele. Organizzò, con successo, un referendum per ridurre le dimensioni dell'esercito rumeno del 5%. Tenne grandi raduni per la pace e scrisse un poema che divenne parte di ogni manuale di letteratura. Il suo poema parafrasava Isaia 5:4 ed era (in una traduzione letterale):
Fateci trarre trattori dai cannoni
Dalle luci e sorgenti atomiche
Dai missili nucleari
Aratri per lavorare i campi.
Ceauşescu tentò anche di influenzare e guidare i paesi africani. Era un buon alleato e amico personale del corrotto dittatore cleptomaniaco Mobutu Sese Seko della Repubblica Democratica del Congo, le relazioni non erano solo da stato a stato ma anche tra partito e partito, MBR e Partito Comunista Rumeno. Molti credono la sua morte abbia influenzato Mobuto nella "democratizzazione" dello Zaire nel 1990.[7] Oltre ciò la Francia insignì Ceauşescu della Legion d'onore e nel 1978 divenne un HBK (Honorary British Knight)[8] (GCB, rimosso) nel Regno Unito.


Il controllo stalinista esercitato da Ceauşescu su ogni aspetto religioso, educativo, commerciale, sociale della vita civile aggravò ulteriormente la situazione. Nel 1987 un tentativo di sciopero a Brasov fallì: l'esercito occupò le fabbriche e represse le dimostrazioni dei lavoratori.
Durante il 1989, Ceauşescu si trovò sempre più isolato, anche nel mondo Comunista: propose ad agosto un vertice per discutere i problemi del Comunismo est-europeo e "difendere il socialismo" in questi paesi, ma la sua proposta fu rifiutata dagli stati del Patto di Varsavia e dalla Cina. Anche dopo che cadde il Muro di Berlino e che il suo compagno meridionale, il leader bulgaro Todor Zhivkov, fu sostituito nel novembre 1989, Ceauşescu ignorò la minaccia alla sua posizione in quanto ultimo presidente alla "vecchia maniera comunista" presente in Europa Orientale.


Il regime di Ceauşescu crollò dopo una serie di eventi violenti avvenuti a Timişoara e a Bucarest nel dicembre 1989.
Nel novembre dello stesso anno Ceauşescu, che aveva 71 anni, fu rieletto dal XIV congresso del Partito Comunista Rumeno (PRC) per altri 5 anni a guida del PRC.
Le dimostrazioni a Timişoara furono provocate dal tentativo del governo di espellere László Tőkés, un popolare sacerdote ungherese, accusato di incitare all'odio etnico. I membri, di etnia ungherese, della sua congregazione circondarono il suo appartamento in segno di appoggio. Molti studenti rumeni decisero spontaneamente di unirsi nella manifestazione che a questo punto era solo lontanamente collegata alla causa originaria e divenne invece principalmente una manifestazione anti-governativa. L'esercito, la polizia e la Securitate spararono sui manifestanti il 17 dicembre 1989. All'evento venne data ampia diffusione da radio Voice of America e dagli studenti di Timişoara che ritornavano a casa per le feste di Natale.
Il 18 dicembre Ceauşescu partì per una visita di stato in Iran, lasciando il compito di sopprimere la rivolta di Timişoara ai suoi collaboratori e a sua moglie. Dopo il suo ritorno, avvenuto il 20 dicembre, la situazione si presentava ancora tesa e lui volle pronunciare un discorso da uno studio TV nel palazzo del Comitato Centrale (palazzo CC), nel quale parlò degli eventi di Timişoara in termini di "interferenze di forze straniere negli affari interni rumeni" e di un'"aggressione straniera alla sovranità della Romania". Il paese, che non aveva avuto informazioni dei fatti di Timişoara da parte dei media nazionali, le ebbe da radio Voice of America e da radio Free Europe e grazie al passaparola. Un raduno di massa fu inscenato per il giorno successivo, 21 dicembre, e fu presentato, dai canali ufficiali, come "uno spontaneo movimento di supporto a Ceauşescu", riferendosi all'incontro del 1968 durante il quale Ceauşescu aveva parlato contro l'invasione della Cecoslovacchia da parte delle forze del Patto di Varsavia.
Il 21 dicembre il raduno, tenuto in quella che attualmente è Piazza della Rivoluzione, degenerò nel caos. L'immagine dell'espressione di sconcerto sul viso di Ceauşescu nel momento in cui iniziano i "buu" di protesta da parte della folla segna il momento del crollo definitivo del comunismo nell'est Europa. La coppia sbalordita (al dittatore si unì la moglie), non riuscendo a controllare la folla si rifugiò all'interno del palazzo CC, dove rimasero fino al giorno dopo. Nello stesso giorno si ebbe una rivolta della popolazione di Bucarest che si era riunita in Piazza dell'Università e affrontò la polizia e l'esercito sulle barricate. Questi eventi iniziali sono considerati una rivoluzione genuina, non manipolata. Comunque, i ribelli disarmati non potevano affrontare l'apparato militare concentrato a Bucarest che ripulì le strade entro mezzanotte arrestando centinaia di persone nel frattempo.
Anche se la trasmissione della televisione nazionale del giorno precedente sulla "manifestazione di appoggio" e degli eventi seguenti era stata interrotta, la reazione senile di Ceauşescu agli eventi era già divenuta parte della memoria collettiva del paese. Dalla mattina del 22 dicembre, la ribellione si era diffusa in tutte le città notevoli. La morte sospetta del ministro della difesa Vasile Milea fu annunciata dai media. Immediatamente dopo Ceauşescu presiedette la riunione del CPEX e assunse il comando dell'esercito. Fece un tentativo di disperdere la folla radunata di fronte al palazzo CC, ma questa mossa disperata fu rifiutata dai ribelli che forzarono le porte dell'edificio lasciato indifeso dall'esercito, dalla polizia e dalla Securitate. La coppia Ceauşescu fuggì con un elicottero dalla cima del palazzo CC una pessima decisione (avrebbero avuto un rifugio più sicuro usando i tunnel sotterranei esistenti) [si veda Dumitru Burlan].


Gli eventi del dicembre 1989 rimangono controversi. Molti, incluso Filip Teodorescu, all'epoca alto ufficiale della Securitate, affermano che un gruppo di generali cospiratori della Securitate colse l'opportunità per effettuare un colpo di stato a Bucarest. Alcuni hanno fatto più specifiche affermazioni sulla natura della cospirazione. Il colonnello Burlan afferma che il colpo di stato, preparato fin dal 1982, fu progettato originalmente per le feste di Capodanno, ma venne spontaneamente ripianificato per approfittare del clima politico. Rimane questione controversa se c'era stata precedentemente una cospirazione per effettuare un colpo di stato, e, in caso affermativo, chi precisamente ne fu coinvolto.
Le due possibilità principali sono che questi eventi erano semplicemente una combinazione tra una rivoluzione genuina e la confusione inerente, o che le varie figure dell'apparato militare approfittarono semplicemente delle proteste pubbliche, in un tentativo di prendere il potere per loro o per altri che erano da loro sostenuti.
Il 22 dicembre l'esercito era senza una guida, infatti Ceauşescu (il capo ufficiale dell'esercito) era scomparso, essendo stato spedito dal suo consigliere (e possibile cospiratore) Stanculescu in campagna, e il ministro della difesa Vasile Milea era morto (inizialmente i leader della "rivoluzione" sostennero che Milea era stato assassinato da Ceauşescu, ma sarebbe potuto essere stato ucciso dai cospiratori, facendo apparire il tutto come un suicidio, perché avrebbe potuto rifiutarsi di unirsi a loro). La (attuale) versione ufficiale che commise suicidio non ha pressoché credibilità. Confusi, gli ufficiali dell'esercito decisero di evitare conflitti dichiarando che avrebbero fraternizzato coi dimostranti (almeno questi furono gli ordini e le spiegazioni che diedero ai soldati nei luoghi degli eventi principali di Bucarest).
Scontri violenti avvennero all'Aeroporto internazionale Henri Coanda di Bucarest-Otopeni, tra truppe spedite uno contro l'altra con il pretesto che avrebbero dovuto affrontare dei terroristi. Ci sono vari rapporti di eventi simili. Filip Teodorescu dichiara che un certo numero di provocatori, che potrebbero essere molto pochi e probabilmente russi, provocò vari incidenti (inclusi alcuni in Timisoara); inoltre dichiara che il livello della violenza fu grandemente esacerbato da elementi militari che propagandarono il mito dei "securitate-terroristi."
In un caso discusso alla televisione rumena nel 1989, una guarnigione di soldati affiliati alla Securitate (i cui coscritti prestavano 18 mesi di servizio di leva) affermò che loro ricevettero ordini per andare e difendere la città dai terroristi di Ceauşescu (che all'epoca si riteneva fossero una fazione disobbediente della Securitate, in quanto questa fraternizzò apertamente con la rivoluzione), mentre in città fu annunciato che i soldati della Securitate stavano venendo ad attaccare la guarnigione regolare. Centinaia di persone si disposero volontariamente a lottare contro le truppe in arrivo. In quel particolare caso, il capo della guarnigione della Securitate avvertì che qualche cosa non andava e rifiutò di entrare in città. Secondo il libro del Colonnello Dumitru Burlan, i generali che facevano parte della cospirazione (condotti dal generale Victor Stanculescu) tentarono di creare questi terroristi fittizi per ispirare paura e mettere l'esercito a margine del complotto.


Secondo la teoria del complotto, i generali Stanculescu e Neagoe (che ne erano a capo), erano tra i consiglieri di sicurezza più vicini a Ceauşescu, e lo convinsero a tenere un raduno di massa in una piazza in cui erano state posizionate delle armi automatiche comandate a distanza. Durante il discorso di Ceauşescu, le armi vennero azionate e si misero a sparare casualmente sulla folla, mentre agitatori si misero a gridare con dei megafoni contro Ceauşescu. Impaurite, le persone tentarono inizialmente di fuggire. Essendogli stato detto con i megafoni che la repressiva Securitate di Ceauşescu avrebbe sparato su loro e che una "rivoluzione" era in atto, le persone furono convinte ad unirsi alla "rivoluzione". Il raduno si trasformò in una dimostrazione di protesta.
La motivazione del presunto colpo di stato, come può essere desunto dai fatti, sembra complessa. La prima legge abolita (senza alcun referendum o legalità) dalla nuova leadership fu l'articolo della costituzione che impediva alla nazione di contrarre debiti. In quel momento i debiti erano stati tutti ripianati, il che rende più complesso rintracciare i beneficiari di questi nuovi e desiderati debiti: persone, statisti corrotti, o banche internazionali. Anche gli interessi personali vennero serviti, come avvenne anche per il KGB in Unione Sovietica.
Vale a dire che le persone della Securitate nel colpo di stato si spartirono tra loro la maggior parte dell'industria rumena (300 persone, molte delle quali personaggi della "rivoluzione" e leader politici, ora possiedono una ricchezza paragonabile all'intero Prodotto Interno Lordo della nazione). Alcuni dei partecipanti (probabilmente la citazione si riferisce ad Iliescu) erano semplicemente invidiosi della fama di Ceauşescu.


Nello stesso giorno Ceauşescu e sua moglie Elena Ceauşescu abbandonarono il palazzo presidenziale in elicottero - un aiutante tenne una pistola puntata alla testa del pilota - in compagnia di Emil Bobu e Manea Mănescu. Si diressero verso la loro residenza di Snagov, da dove fuggirono di nuovo, questa volta per Târgovişte. Vicino Targovişte l'elicottero fu abbandonato in quanto l'esercito aveva ordinato l'atterraggio e dichiarato chiuso lo spazio aereo romeno. La coppia presidenziale continuò a fuggire attraverso la campagna più o meno senza meta.
La fuga ebbe episodi grotteschi: un inseguimento in macchina per sfuggire a dei cittadini che tentarono di arrestarli, l'abbandono dei loro aiutanti, un breve soggiorno in una scuola. I Ceauşescu vennero infine tenuti in una macchina della polizia per molte ore, mentre i poliziotti ascoltavano la radio, presumibilmente per capire quale fazione politica stava prendendo il potere.
La polizia alla fine consegnò la coppia presidenziale all'esercito. I due furono condannati a morte il 25 dicembre, da un "tribunale volante" militare dopo soli 55 minuti di camera di consiglio, con l'accusa principale di genocidio per la strage di Timisoara e con l'aggravante di aver condotto la popolazione rumena alla povertà e di aver accumulato illegalmente ricchezze. La sentenza venne eseguita da un plotone d'esecuzione composto da soli tre uomini a Târgovişte, il Capitano Ionel Boeru e altri due soldati. Per sparare i soldati usarono dei fucili AK47 (il cosiddetto Kalashnikov). Fu ordinato di evitare di colpire il volto di Ceauşescu per poterne far riconoscere il cadavere al mondo, mentre per la moglie Elena il plotone non ebbe pietà. I coniugi Ceauşescu caddero sotto oltre 100 colpi.
Prima di morire Ceauşescu dichiarò che la storia avrebbe dato un buon giudizio sul suo operato e cominciò a cantare l'Internazionale, mentre la moglie gridò di "andare tutti all'inferno", secondo il Col. Dumitru Burlan, il fuoco venne aperto dopo che cantò la quarta parola.
Il plotone d'esecuzione non era ben preparato per l'esecuzione. In effetti un soldato sparò sul piede di Ceauşescu prima del colpo fatale.
Il processo e l'esecuzione furono registrate. Il natro fu subito trasmesso dai media francesi e da quelli di altri Paesi occidentali. Successivamente il nastro del processo e le foto dei loro corpi (ma non l'esecuzione stessa) fu trasmesso dalla televisione per il pubblico rumeno. È stato ritrasmesso regolarmente da allora poi sulla televisione nazionale ogni Natale.
Le tombe della coppia Ceauşescu sono nel cimitero di Ghencea a Bucarest. Nicolae ed Elena non sono seppelliti insieme, ma ai due estremi di un percorso. Le loro tombe sono senza pretese, ma tendono ad essere coperte da fiori e simboli del passato regime. Alcuni rumeni non credono che le tombe contengano i corpi della coppia assassinata. Nicu Ceauşescu, il figlio, che morì nel 1996, è seppellito nello stesso cimitero ma ha una tomba più "ricca". Secondo il Jurnalul Naţional, [9] sono state fatte richieste dalla loro figlia e da parte dei loro sostenitori politici per traslocarli in un mausoleo o in una chiesa costruita appositamente per loro, ma tali richieste sono state respinte da parte dello Stato rumeno.
La Romania fu l'unico paese del Blocco Sovietico che rovesciò violentemente il suo regime comunista.


I Ceauşescu avevano adottato un figlio, Valentin Ceauşescu (venne adottato per dare un esempio personale di come la gente avrebbe dovuto prendersi cura degli orfani, un grande problema della Romania), e avevano avuto una figlia, Zoia Ceauşescu (nata il 1 marzo 1949), che è una matematica, e un figlio, Nicu Ceauşescu (1 novembre 1951- 25 settembre 1996). Per la morte dei propri genitori Nicu Ceauşescu fece costruire una chiesa ortodossa i cui muri furono decorati con i ritratti dei genitori stessi.
Lo stipendio annuo ufficiale di Ceauşescu era di 18.000 lei (equivalenti a 1.200 dollari statunitensi al cambio ufficiale del 1989, di circa 1 dollaro a 14,92 lei e pari allo stipendio medio USA nello stesso periodo). Di questi, circa 5000 lei al mese venivano depositati in banca per i suoi figli. Ciononostante, riceveva dei regali (e.g.., un manico di porta placcato e dorato) da paesi ed organizzazioni visitati la cui appropriazione indebita era una delle accuse rivoltegli durante il processo. Mentre lui tentò di tenere a freno le proprie finanze, il figlio Nicu fu molto meno attento e le voci al riguardo abbondarono, tra le quali quella che pagò un debito di gioco in cui era incorso a Las Vegas con un allevamento di cavalli che appartenevano al Partito Comunista (l'allevamento Jegalia, in precedenza amministrato dalla Cavalleria Reale rumena).
La guardia di Ceauşescu era relativamente piccola rispetto a quella dell'attuale governo rumeno, contava solamente 40 persone per le sue residenze e per l'intera famiglia. Il capo di questa guardia, il Colonnello Dumitru Burlan, sostiene che i suoi uomini avevano in dotazione solamente 2 armi automatiche (insufficienti per qualsiasi difesa seria). Il Col. Burlan afferma che Ceauşescu era troppo fiducioso del fatto che il popolo rumeno lo amasse, e credeva di non aver bisogno di difesa. Questo spiega molto della facilità con la quale Ceauşescu fu catturato e deposto.
Ceauşescu è stata l'unica persona insignita dell'ordine dell'elefante danese a cui lo stesso sia stato revocato. Ciò successe il 23 dicembre 1989, quando S.M. la regina Margherita II ordinò che l'onorificenza venisse restituita alla Danimarca e che il nome di Ceauşescu fosse cancellato dagli albi ufficiali.
A Ceauşescu venne anche tolta la GCB onoraria datagli dalla regina Elisabetta II del Regno Unito (che gli era stata data insieme alla possibilità di fare un "giro" sulla carrozza reale in cambio dell'acquisto da parte rumena di tecnologia britannica sorpassata), il giorno precedente la sua esecuzione. Elisabetta da parte sua restituì l'insegna dell'Ordine Rumeno che Ceauşescu le aveva consegnato.[10]
Per il 70° compleanno nel 1988 Ceauşescu venne insignito dell'Ordine di Karl Marx dal segretario della SED Erich Honecker. Gli fu consegnato per onorarlo di aver rifiutato le riforme proposte da Mikhail Gorbachev.
Dopo la sua morte il giudizio su Ceauşescu in Romania è migliorato. Mari Români, un popolare show televisivo, ha condotto un sondaggio informale fra i Romeni, da cui è risultato che Ceauşescu è considerato l'undicesimo rumeno di tutti i tempi in ordine di importanza.
In ogni caso elogiare Nicolae Ceauşescu sui media è proibito dalla legge rumena. Dinel Staicu ha ricevuto una multa da 250 milioni di lei (circa 9.000 dollari U.S.) per aver elogiato Ceauşescu e mostrato delle sue foto sulla propria televisione privata (3TV Oltenia).[11]


Onorificenze :
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone




1 commento:

Antonio Candeliere ha detto...

bel post. interessante

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!