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lunedì 11 luglio 2011

La guerra in Libia solo una strategia per destabilizzare l’Italia: SARKOZY IN SOCCORSO ALLA SINISTRA ITALIANA! Il Presidente Francese in procinto di distruggere la Libia di Gheddafi e per riconfermarsi alla guida del suo Paese nel 2012, ha istigato un complotto contro il suo potenziale e più forte rivale di sempre: Strauss Kahn! La Massoneria con "Gli Illuminati" al potere senza limiti e senza ritegno! Oltre 10.000 morti ad oggi in Libia per la guerra, non si calcolano le vittime in Afghanistan...e Sarkozy con la sua Premier Dame Carla Bruni che ha rinnegato le sue origini Italiane cerca di mettere al palo la Repubblica Italiana con veti e mini-complotti in sede dell'Unione Europea! Sarkozy è un pericolo per l'Unione Europea e per l'Italia stessa: vuole affossarci per farci capitolare come la Grecia e l'Irlanda!!!

Quando si verifica un numero eccessivo di coincidenze, la casualità merita un approfondimento ed diverso. La questione è semplice. Esiste un piano strategico di alcuni Paesi per sbarazzarsi in qualche modo di Berlusconi?
Guardiamo agli eventi. Qualcuno accende la miccia in Libia come fulmine a ciel sereno. I francesi partano all’attacco senza quasi confrontarsi almeno con gli alleati europei. Si scopre che la Cia già da qualche tempo stava guidando un esercito di rivoltosi della Cirenaica di dubbia provenienza,dove c’è anche la certezza dell’infiltrazione terroristica islamica. L’America non è nuova ad accordi con i fondamentalisti di Bill Haden. E’ già accaduto nella guerra tra Russia ed Afganistan. Obama in qualche modo va oltre il suo mandato,sfida il Congresso che impone regole precise:il  Presidente può autonomamente aprire conflitti senza autorizzazione congressuale, solo se è in pericolo la sicurezza.
Tutto viene mezzo in atto nel segno evidente del caos,quasi si volesse decretare una destabilizzazione a tavolino,perché tutti sapevano che quel conflitto avrebbe portato come prima conseguenza l’invasione del nostro Paese. Anzi, forse ci è andata anche bene rispetto a quanto avrebbero potuto prevedere eventuali strategie miranti a destabilizzare il nostro Paese.
Ed è tanto vero che quando inizia l’esodo,quando l’Europa aveva l’obbligo di intervenire, accade uno strano rilassamento.
In Italia l’opposizione punta dritto sull’improvviso fenomeno dell’invasione di Lampedusa. Strategicamente non è l’attacco della magistratura al Premier. La questione immigrati è un fatto politico che può portare ad un facile cedimento.
La Francia ci mette il carico da novanta ed avvia un evidente ostruzionismo destinato ad appesantire la situazione.
A rendere più accettabile la teoria ci si mette anche Napolitano che assume un ruolo decisamente improprio per quelle che sono le funzioni di un Presidente della Repubblica in Italia.Quel ruolo di rappresentanza viene trasformato in attivismo politico che vede Obama accoglierlo come fosse il capo del Governo Italiano ed impartisce un monito che assume rilevanza esecutiva quando decide e dichiara che bisogna far guerra alla Libia.
In brevissimo tempo si diffonde l’idea che il Capo dello Stato,abbia assunto in se i poteri esecutivi del Presidente del Consiglio,aggravando l’isolamento politico che Obama e Sarkozy hanno messo in atto.
Fantapolitica?
Forse. Non si può in ogni caso ignorare che l’Italia berlusconiana considera Obama un signore abbronzato. Che Berlusconi era e resta amico di Bush e che la politica energetica ha subito un profondo mutamento di rotta perché i rapporti troppo stretti con Gheddafi e l’accertata amicizia con Putin,permettevano all’Italia di non essere subalterni alle politiche energetiche americane. Berlusconi è corente: Obama non è il suo interlocutore privilegiato. E’ un parolaio di sinistra che vende troppo fumo. Eppoi il Cavaliere è troppo indebolito dall’attacco delle Procure per potersi permettere la stessa linea dei Tedeschi. Una decisione che sarebbe stata vincente nello scacchiere internazionale,perché avrebbe dato senza dubbio un dispiacere proprio ad Obama. Lo avrebbe fortemente indebolito in politica estera,perché l’accordo franco-americano, sul piatto delle strategie conta decisamente meno rispetto all’Italia. Perdere le basi da noi dopo mezzo secolo di amicizia strategica avrebbe portato Obama ad una perdita di credibilità interna senza precedenti e la guerra in Libia  avrebbe portato alle dimissioni di Sarkozy.
Non solo. La logica presa di distanza da una guerra che di fatto si combatteva ad un palmo di naso dalle nostre coste, sarebbe stata una scelta politica di grande responsabilità che avrebbe dato maggior impulso al consenso del centro destra ed avrebbe esposto la sinistra ad una spaccatura insanabile perché Bersani si sarebbe dovuto schierare con la Francia ed avrebbe chiuso definitivamente i discorsi con una parte del suo stesso partito e con gli alleati di sinistra.
Bossi c’aveva visto giusto,quando invocava la prudenza prima di sbracarsi ed andar dietro non all’Europa, ma a Sarkozy ed Obama.
Come se ne esce. L’antico adagio che recita:chi di spada ferisce,di spada perisce, calza a pennello. La questione “migranti” può senza dubbio essere considerata da noi un’emergenza nazionale ed una grave instabilità sulla sicurezza. Non è semplice come si vuole fare apparire la gestione di 20mila migranti privi di documenti,di cui non si sa nulla delle loro intenzioni. L’ipocrisia politica e le necessità elettorali della sinistra non possono trovare opportuna considerazione quando in ballo c’è la nostra sicurezza e l’aggravamento sostanziale dell’assetto sociale.La Francia non può dichiarare guerra alla Libia e scaricare sull’Italia le conseguenze. E L’Europa non dimostra particolare interesse alle vicende di Gheddafi ed a ragion di logica se ne guarda bene di importare esodi fossero anche numericamente scarsi,ma fortemente ingestibili.
Obama è indeciso se armare i ribelli? Sarebbe quindi il caso che qualche indecisione riguardasse anche noi. Prendere posizioni rispetto alle Basi ed accusare la Tunisia di fare da scendiletto a Sarkozy che con i tunisini fino a ieri condivideva la mondanità di Palazzo ed oggi li respinge,diciamo che è un’ottima ragione per alzare la voce.
Per quanto possa apparire poco credibile,ma il consenso del centro destra sarà minato proprio dalla questione libica e dalla bomba ad orologeria dell’invasione programmata che terrà sul corda il Governo anche dopo la fine del conflitto,perché dopo, saranno i libici a scappare,così com’è avvenuto per la Tunisia.

Fonte: http://controcorrente.name

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ITALIA-CINA

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