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lunedì 24 ottobre 2011

Libia, festa per la liberazione a Bengasi! Saif Gheddafi: "Dobbiamo combattere il Cnt e la Nato!"



Bengasi - (Adnkronos/Dpa) - Il Consiglio nazionale transitorio ha esortato il Paese verso una transizione democratica. Poco dopo il messaggio del figlio del leader libico che ha invitato i suoi uomini alla "resistenza". Eseguita l'autopsia sul corpo del Raìs. La FOTO del certificato di morte. 'No, non sparare', la frase in italiano segnalata dagli utenti del sito Adnkronos (VIDEO). Ascolta il frammento (AUDIO) e di' la tua opinione su Facebook. Per 41 anni al potere. Dal libro verde alle amazzoni

Bengasi, 23 Ottobre 2011 (Adnkronos/Dpa) - “La Libia è liberata”. E’ arrivata oggi la dichiarazione del Consiglio nazionale transitorio (Cnt) che ha esortato così il Paese verso una transizione democratica. Già dalle prime ore della mattina a Bengasi erano iniziate le celebrazioni, dopo tanti mesi di guerra civile. 
"Chiedo a tutti i libici di pensare al perdono e alla riconciliazione e di evitare la violenza", ha affermato il capo del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, nel corso della cerimonia in piazza Vittoria a Bengasi. "Questo è necessario -ha aggiunto- per il successo del futuro della Libia".
Mentre si festeggiava a Bengasi, è arrivato un messaggio audio di Saif al-Islam Gheddafi. Il figlio del leader libico ha lanciato un appello ai suoi uomini attraverso al Rai, la televisione con sede in Siria, a non arrendersi e a continuare a combattere contro i leader del Cnt e contro la Nato. "Questo è il nostro Paese, dove viviamo e moriamo e continueremo a resistere'', dice nel messaggio che dura solo pochi secondi. Di Saif al islam si sono perse le tracce, dopo la notizia poi smentita della sua cattura.
Intanto Mahmoud Jibril, primo ministro libico facente funzione alla Bbc dice che avrebbe voluto "Gheddafi vivo. Volevo sapere perché aveva fatto tutto questo al popolo libico. Avrei desiderato essere la pubblica accusa al processo''.
Ieri è stata eseguita l'autopsia sul corpo di Gheddafi che avrebbe voluto essere sepolto a Sirte, la sua città natale. Stando al website Seven Days News filo-Gheddafi, in uno scritto datato 17 ottobre il colonnello aveva chiesto, nell'eventualità di venire ucciso, di essere sepolto secondo il rito musulmano nel cimitero di Sirte accanto ai familiari.
Gheddafi avrebbe inoltre chiesto che la sua famiglia "soprattutto le donne e i bambini venissero trattati bene". "I libici dovrebbero preservare identità, realizzazioni, storia ed eroi che li hanno ispirati"e "devono continuare a resistere a qualsiasi aggressione straniera ", ha scritto il colonnello, inviando poi i suoi saluti "a tutta la mia famiglia, alla Jamahirya (la Libia) e a tutte le persone leali del mondo che ci hanno supportato anche nei loro cuori ". Il sito web spiega di aver ottenuto il messaggio da uno dei tre uomini a cui Gheddafi aveva dato il biglietto, ma non ne riferisce i nomi e il testo del messaggio non è dunque verificabile.
Fonte: http://www.adnkronos.com 

Un appello alla riconciliazione è stato lanciato ieri dal presidente del Consiglio nazionale transitorio libico (Cnt) Mustafa Abdel Jalil, durante la cerimonia in cui il Paese è stato proclamato libero da Gheddafi. "Esorto tutti al perdono, alla tolleranza e alla riconciliazione. Le nostre anime devono liberarsi dall'odio e dall'invidia. E' necessario per il successo della rivoluzione e del nostro futuro", ha detto Jalil.
"Chiedo a tutti i libici di ricorrere allo stato di diritto e a nient'altro che alla legge e di non conquistare diritti con l'uso della forza. Stiamo cercando di organizzare una sicurezza e un esercito nazionale per proteggere i nostri confini e la nostra nazione", ha aggiunto. Jalil ha poi espresso l'auspicio di una vittoria anche per yemeniti e siriani.
La cerimonia era cominciata con la lettura di un passo del Corano e con l'inno nazionale. Molti tra la folla sventolavano la nuova bandiera della Libia. Di fronte a decine di migliaia di persone riunite in piazza Vittoria a Bengasi, un ufficiale ha detto: "dichiariamo al mondo intero che abbiamo liberato il nostro amato Paese, con le sue città, i suoi villaggi, le nostre piu' alte montagne, i deserti e i cieli". Un altro speaker ha definito Jalil "l'uomo del momento".
Le elezioni in Libia si terranno entro giugno dell'anno prossimo, aveva affermato in precedenza il primo ministro facente funzioni Mahmoud Jibril.
Seif al Islam è vivo e minacciaSeif al Islam, secondogenito e delfino di Muammar Gheddafi, torna a farsi vivo dopo
l'uccisione del padre e esorta i fedelissimi a continuare la lotta contro "ratti" (gli insorti) e la Nato. Seif, dato per catturato e poi per morto da alcuni esponenti del Cnt, si è fatto vivo - forse dal Niger - con un breve messaggio audio: "Io vi dico, andate all'inferno, voi e la Nato dietro di voi. Questo è il nostro Paese, noi ci viviamo, ci moriamo e stiamo continuando a combattere", ha detto Seif
Washington Post: i prigionieri di guerra banco di prova per il nuovo governo
Oltre settemila prigionieri di guerra sono rinchiusi da settimane all'interno di squallide prigioni di fortuna in Libia, senza che alcuna accusa sia stata mossa a loro carico. Questi detenuti sono stati anche vittime di torture ed abusi, stando alle denunce dei gruppi per il rispetto dei diritti umani e alle testimonianze rese
dagli stessi detenuti. Lo scrive il 'Washington Post', che parla di un primo banco di prova per le nuove autorita', un test della loro capacita' di tenere a freno le varie milizie e rompere con il passato.

Fonte: http://www.rainews24.rai.it


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ITALIA-CINA

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PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!