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sabato 21 gennaio 2012

"Il disastro ambientale è vicino". E la moldava di Schettino fugge...

Quando è sceso il comandante dalla nave? Fino a quando sono stati insieme Schettino e Dominica, la 25enne moldava che era a bordo della Costa Concordia? E perché la giovane era in sala comandi? Queste le domande che si fa la Procura di Grosseto. Ma la giovane è sparita. Il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli lancia l'allarme: "La contaminazione ambientale è già avvenuta. Si richia il disastro ambientale!" Il comitato ex naufraghi chiede un maxi-risarcimento!

schettino donna 2 400
La Procura di Grosseto sta cercando di arrivare a Domnica Cermonian, la 25enne moldava che la sera del 13 gennaio era in compagnia di Francesco Schettino sulla 'Costa Concordia'. A quanto si apprende i magistrati che indagano su cause e responsabilita' del disastro della nave da crociera avvenuto in prossimita' dell'Isola del Giglio la vogliono sentire per capire quale ruolo abbia avuto nella vicenda, ovvero se fosse in plancia di comando con Schettino al momento dell'impatto del fondo della nave con gli scogli affioranti. La Procura si sta adoperando per avere la testimonianza della donna, e pero' la cosa non sembra molto facile da realizzare - almeno cosi' pare -, e negli ambienti giudiziari il commento e' "lei sta lassu', lontano....", per dire della distanza e del Paese di residenza di Domnica. Gli inquirenti vorrebbero da lei notizie - ammesso che ne abbia - sul momento in cui il comandante ha lasciato la prima volta la nave, vale a dire fino a quando lei e' stata in compagnia di Schettino. Il quale comunque nell'interrogatorio di garanzia - si apprende - avrebbe detto che la donna non era con lui in plancia di comando al momento dell'impatto. Inoltre c'e' da chiarire il 'giallo' sul fatto che Domnica pur risultando regolarmente negli elenchi dei passeggeri e dell'equipaggio - e' stata la compagnia a dire ieri che risultava negli elenchi - pare non avesse una cabina, e quindi si tratta di capire avesse se la sua permanenza a bordo sarebbe stata limitata a una sola sera, fino al primo porto di attracco della Costa Concordia previsto nel programma della crociera.
nave costa 4
"La contaminazione dell'ambiente e' gia' avvenuta". Lo ha detto il Capo del dipartimanento della Protezione Civile e neo commissario delegato all'emergenza Franco Gabrielli in una conferenza stampa che si sta svolgendo sull'isola. Dobbiamo "prevenire il disastro ambientale".
'COMITATO EX NAUFRAGHI' CHIEDE MAXI-RISARCIMENTO - Costituito a Messina un comitato di ex naufraghi della Concordia che, con l'appoggio di Consumatori Associati, chiedera' alla compagnia Costa almeno 500mila euro per ogni naufrago "perche' ognuno di loro ha subito dei danni materiali, ma soprattutto un danno psicologico grave e irreversibile". Lo rende noto l'avvocato Francesco Fiorillo, esperto di diritto della navigazione, che seguira' per l'associazione di consumatori le persone che hanno vissuto la terribile esperienza sulla Concordia. Portavoce del comitato sara' Giuseppe Lanzafame, ex marittimo che si trovava sulla nave e che per primo ha evidenziato i palesi errori del comandante Schettino. Lanzafame ha anche sottolineato l'impreparazione e la poca professionalita' di molti membri dell'equipaggio che non avrebbero gestito in modo opportuno le operazioni di soccorso.
"Consumatori Associati - ha spiegato Fiorillo - ha gia' presentato una denuncia alla procura di Grosseto per chiedere di accertare se il personale che era a bordo della nave Concordia fosse stato adeguatamente istruito per una emergenza cosi' grave. Ci risulta che la maggior parte delle persone impiegate sulle navi provenga dai paesi del Terzo Mondo (Bangladesh, Filippine, Cina etc.) e venga pagato solo poche centinaia di dollari al mese per turni che possono essere superiori anche a dodici ore di lavoro continuativo per dieci giorni consecutivi. Si tratta di personale che non parla l'italiano e che, secondo le testimonianze dei passeggeri, si e' dimostrato impreparato a gestire l'emergenza". Spiega Lanzafame: "Oltre a non parlare ne' l'italiano ne' l'inglese - gran parte del personale non era in grado di manovrare le scialuppe e sono sicuro che se non si fosse perso tanto tempo oggi molti sarebbero ancora vivi. Il comandante inoltre, non ha eseguito una manovra per salvare i passeggeri come ha affermato eseguendola dopo l'impatto, ma ha invece gettato le ancore subito dopo aver investito gli scogli secondo me aggravando la situazione. La sua non e' stata una manovra voluta secondo me ma la traiettoria che la nave ha preso dopo che ha lanciato le ancore da sola". Conclude Fiorillo: "Molti degli ex naufraghi non riescono a dormire la notte, sono spaventati anche solo se vedono il mare e i bambini non vogliono fare neanche la doccia. E' stata un 'esperienza che ha segnato profondamente le loro esistenze".
BERTOLASO, APP DA 2 EURO AVREBBE EVITATO TRAGEDIA - "Caro direttore, su questo incredibile disastro si e' scritto di tutto. Alcuni aspetti fondamentali, pero', sono stati trascurati". Inizia cosi' la lettera dell'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso al 'Corriere della Sera'. Si chiede Bertolaso: "Abbiamo un sistema di controllo del cielo, molto meno frequentato del mare, che ci consente di seguire ogni aereo, anche il piu' piccolo, in ogni sua mossa. Con le navi, come siamo messi? Possibile che un tratto di mare cosi' trafficato come quello toscano sia attraversato da mezzi navali che nessuno segue, che nessuno monitora, anche enormi come la nave affondata al Giglio?". Se il comandante fosse stato ai comandi di un aereo da turismo - e' il ragionamento di Bertolaso - sarebbe stato inseguito prima del disastro, non dopo, dalla voce di chi lo richiamava al rispetto delle norme sul volo. Chi va per mare conosce bene un sistema che oggi usano pure le barche a vela: l'Ais, segnale anticollisione: e' disponibile anche sull'iPhone, grazie al programma "marine traffic", costa 2 euro e da' tutte le indicazioni sulle navi in movimento, con rotta e velocita'. Perche' nessuno ha controllato cosa faceva una nave con 4.000 anime a bordo?".
Quindi una considerazione sull''inchino': "Sembra che il passare vicino alla costa fosse abitudine, non un caso eccezionale, per questa e forse per altre navi di quelle caratteristiche e di quella stazza. Una notizia del genere rappresenta una denuncia ben piu' pesante delle accuse rivolte allo sprovveduto comandante della Costa". E conclude sui soccorsi: "Tanti hanno lavorato per ore e ore, tanti hanno affrontato situazioni difficili, tanti hanno dato prova di eroismo. Ma chi ha coordinato i soccorsi? Chi ha preso in mano la gestione dell'intera operazione, dall'accoglienza dei superstiti ai rapporti con le autorita' degli altri Paesi, dalla lista dei passeggeri alla ricerca dei dispersi, fino alle misure per la messa in sicurezza dell'ambiente? Chi informa l'opinione pubblica? Nessuno!"

Fonte: http://affaritaliani.libero.it 

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