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sabato 1 settembre 2012

Mentre il Governo della «Nuova Birmania» abolisce la censura per la stampa e la tv, in Cina Gu Kailai è stata condannata a morte per omicidio! (Ma la pena è stata sospesa!)

Gu Kailai condannata a morte (ma la pena è stata sospesa) 
Gu Kailai condannata a morte 
PECHINO - (CINA) - La moglie dell'ex segretario del partito di Chongqing Bo Xilai, Gu Kailai, è stata condannata alla pena di morte con sospensione di due anni per l'uccisione di un cittadino britannico. La sentenza sarà con ogni probabilità commutata nel carcere a vita, ha annunciato oggi un avvocato dell'accusa. "Rispettiamo questa decisione", ha aggiunto He Zhengsheng. Secondo quanto si è appreso, Gu Kailai ha annunciato che non farà ricorso contro la sentenza. Con Gu Kailai sono stati condannati anche quattro dirigenti della polizia cinese, accusati di avere garantito protezione alla donna. La moglie di Bo Xilai è stata riconosciuta colpevole dell'omicidio dell'uomo d'affari britannico Neil Heywood: alla donna sono state riconosciute alcune attenuanti, tra cui quella di avere agito per difendere il figlio Bo Guagua, minacciato dalla vittima.
(Ap)
BIRMANIA - Mezzo secolo di censura preventiva sui media si è concluso oggi con un annuncio ufficiale. «La censura su tutte le pubblicazioni locali è revocata a partire dal 20 agosto 2012», si legge in un comunicato pubblicato sul sito del ministero dell'informazione. Nella "nuova Birmania" post-dittatura militare, è l'ennesima riforma, e potenzialmente tra quelle più significative, introdotta dal governo civile dell'ex generale Thein Sein nell'ultimo anno. Ma nonostante il passo avanti, le autorità dispongono di potenti mezzi - da leggi speciali fino a un'autocensura frutto dell'abitudine - per tenere in riga la stampa nazionale.
«Qualsiasi pubblicazione nel Paese non dovrà più ottenere da noi un'autorizzazione precedente la pubblicazione, con effetto immediato», ha detto Tint Swe, responsabile della commissione per la censura presso il ministero dell'Informazione, dopo aver illustrato le nuove norme a editori e direttori nell'ex capitale Rangoon. La decisione era attesa da mesi, ma per motivi non precisati era stata più volte rimandata.
La difficile libertà di stampa: La legislazione sulla censura era stata progressivamente allentata dall'estate scorsa: se una volta un'autorizzazione era necessaria anche per libri e canzoni, nell'ultimo anno l'obbligo rimaneva in vigore solo per le riviste di tema politico e religioso, alle quali veniva comunque garantita maggiore libertà di azione rispetto al passato.
Le fotografie o le menzioni della neo-deputata Aung San Suu Kyi, tabù quando il premio Nobel per la Pace era ancora agli arresti domiciliari, non costituivano più un problema. E anche le restrizioni a internet sono state rimosse.
Tali aperture hanno contribuito al fiorire di decine di giornali che hanno testato con maggiore vigore i limiti della libertà di stampa. Limiti non scritti, ma ben presenti nelle redazioni: la corruzione nel governo, la repressione della "rivoluzione di zafferano" del 2007 o gli abusi dell'esercito nella guerra alle milizie etniche costituiscono tuttora esempi di temi "non pubblicabili", pena conseguenze.
La politica del governo resta un tabù: Solo tre settimane fa, due riviste sono state sospese per 15 giorni - una misura revocata in seguito a proteste di piazza dei reporter - per i loro retroscena su un rimpasto di governo.
È probabile che tali argomenti continueranno a rimanere estremamente sensibili, anche perché la commissione per la censura continuerà ad esistere, mantenendo il potere di comminare sospensioni o revocare licenze in caso di contenuti non graditi. Rimangono ancora in vigore (dal golpe del 1962) norme a tutela della sicurezza nazionale, ampiamente interpretabili in senso restrittivo alla divulgazione di informazioni. Così come non è stata ancora toccata una legge che impedisce l'esistenza di quotidiani non statali, costringendo gli organi di stampa privati a una pubblicazione almeno settimanale.
Verso una legge quadro: Il settore della stampa dovrebbe comunque essere riformato con una nuova legge quadro, attesa nei prossimi mesi. La strada da fare verso una completa libertà di espressione è comunque lunga: nell'apposita graduatoria compilata da "Reporters sans Friontières", la Birmania rimane al 169esimo posto. Dopo decenni di stagnazione e un isolamento auto-imposto, almeno, nell'ultimo anno ha bruciato le tappe. Un'apertura di cui sta iniziando a beneficiare anche l'economia, di cui gli esperti si attendono una crescita annuale di almeno il 6 per cento per i prossimi anni.
L'ambasciatore Usa: progressi fragili: I progressi registrati nell'ultimo anno in Birmania rimangono fragili, a fronte delle ripetute violazioni dei diritti umani e dei possibili legami militari con la Corea del nord. È quanto ha sottolineato il nuovo ambasciatore americano in Birmania, Derek Mitchell, in un'intervista al wall Street Journal.
«Crediamo ancora che ci sia una maggioranza di persone nel Paese e nel governo impegnata a far progredire il Paese, ma non credo che nessuno si faccia illusioni sul fatto che ci saranno molte difficoltà, molte battute di arresto e non un chiaro cammino verso il progresso», ha detto il diplomatico.

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