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mercoledì 2 gennaio 2013

PAPA GIOVANNI XII° - "Il Papa che amava le donne!"

Papa Giovanni XII

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Papa Giovanni XII
GiovanniXII.jpg
130º papa della Chiesa cattolica
Consacrazione 16 dicembre 955
Fine pontificato 6 novembre 963
Cardinali creati vedi categoria
Predecessore papa Agapito II
Successore papa Benedetto V

Nome Ottaviano dei conti di Tuscolo
Nascita Roma, 937 circa
Morte Roma, 14 maggio 964
Sepoltura Basilica di San Giovanni in Laterano
Giovanni XII, nato Ottaviano dei Conti di Tuscolo (Roma, circa 937 – Roma, 14 maggio 964), fu il 130º papa della Chiesa cattolica dal 16 dicembre 955 al 6 novembre 963, quando fu deposto. Fu il secondo papa della storia ad assumere un nuovo nome al momento dell'elevazione al soglio pontificio, dopo papa Giovanni II.

Indice

Un retaggio papale

Giovanni XII è, per certo, il primo membro della famiglia dei Conti di Tuscolo a diventare papa, secondo fonti storiche attestate. Ma taluni storici ipotizzano che egli avesse legami di parentela con Adriano I e i suoi (presunti) pronipoti Adriano III e Sergio III, nonché con Anastasio III e Giovanni XI, (presunti) figli illegittimi di Sergio III. Al di là delle ipotesi, altri pontefici furono certamente parenti di Giovanni XII: Benedetto VII, Benedetto VIII, Giovanni XIX, Benedetto IX, Benedetto X.

La sua vita prima di diventare papa

Il suo nome di battesimo era "Ottaviano" ed era nato intorno al 937, figlio di Alberico II di Spoleto, l'uomo che nel 932 aveva preso il potere a Roma e che aveva destituito il papa della sua autorità temporale. Alberico, prima di morire, aveva fatto giurare la nobiltà ed il clero romani di far eleggere Ottaviano appena dopo la morte di Agapito II.
Nel 954 morì Alberico ed Ottaviano assunse la carica di Princeps atque senator omnium Romanorum, quindi detentore del potere temporale e Senator, carica onorifica. Il momento del pontificato avvenne un anno dopo, quando Ottaviano aveva solo 18 anni. È probabile che egli avesse studiato fino a quel momento solo da principe e che non avesse nessuna formazione ecclesiastica. Peraltro, in vista della sua elezione a pontefice, si può pensare che avesse percorso le tappe di una rapida carriera bruciando i tempi in modo frettoloso, pur di arrivare subito al titolo di diacono o sacerdote, che erano il minimo necessario.
Come aveva desiderato il padre, con Giovanni XII il potere temporale e quello spirituale tornarono ad essere riunificati in una sola persona.

Il potere spirituale

Come persona si dimostrò totalmente inadeguato alla carica. Non pensò minimamente di abbandonare la vita lussuosa che aveva fatto fino ad allora; seguitò a vivere fra sfrenati piaceri e il palazzo del Laterano divenne una vera e propria casa di piacere; amò circondarsi di belle donne e bei ragazzi conducendo una vita depravata, indegna della carica di pastore della Cristianità. Il vescovo di Cremona convocò un sinodo durante il quale fu elencato con precisione l'elenco delle accuse portate al papa: diceva messa senza comunione; ordinava i diaconi nelle stalle; faceva pagare le nomine religiose (simonia); faceva sesso con un lungo elenco di signore, compresa l'amante di suo padre e sua nipote; aveva accecato il suo consigliere spirituale e castrato un cardinale, provocandone la morte.

Il potere temporale

Oltre a sperperare il bilancio di San Pietro per mantenere i suoi protetti e le sue concubine, Giovanni XII avviò campagne militari di conquista; l'obiettivo era la ricostituzione dello Stato della Chiesa.
Tentò dapprima di recuperare i territori del Patrimonium S. Petri (il primo nucleo dello Stato Pontificio[1]). Attaccò i potenti signori di Benevento e Capua, ma le sue milizie furono respinte. Giovanni fu anche costretto ad una pace per lui svantaggiosa.
Si volse allora a nord e organizzò la campagna per la conquista della Romandiola (la parte dell'Italia settentrionale rimasta bizantina fino al 751). Sapeva che si sarebbe scontrato con il Re d'Italia (all'epoca Berengario II) e, probabilmente, anche con la nobiltà romana, che non avrebbe gradito un sovvertimento degli equilibri diplomatici nella penisola. Il Pontefice cercò fuori dell'Italia un possibile alleato. Si rivolse (nel 960) al re di Germania Ottone I offrendogli la corona imperiale. Ottone accettò e promise di ergersi a difesa della Chiesa in nome degli antichi patti tra gli imperatori carolingi e i pontefici. L'incoronazione avvenne il 2 febbraio 962 in San Pietro. Dopo 38 anni l'Impero era restaurato.
All'incoronazione fece sèguito un patto, il celebre Privilegium Othonis, con il quale l'imperatore prometteva di restituire al pontefice quei territori che due secoli prima Pipino III e Carlo Magno gli avevano donato e poi i Re d'Italia gli avevano sottratto; Giovanni XII, da parte sua, prestava giuramento di alleanza all'imperatore, promettendogli di chiedere il suo gradimento in occasione dell'elezione del nuovo papa. Anche la nobiltà e il popolo romano prestarono giuramento di fedeltà a Ottone.
Ma Giovanni XII non seppe tenere fede al proprio impegno, infatti decise di trattare anche con re Berengario. I fedelissimi di Ottone, che lo tenevano sotto controllo, informarono l'imperatore dello scambio di lettere tra i due. Ottone attese che passasse l'inverno e nell'estate del 963 scese in Italia per attaccare Berengario, che sconfisse e fece prigioniero. Poi decise di regolare i conti con il papa, e nell'autunno si mosse direttamente verso Roma.
Di fronte alle armate dell'imperatore, le forze romane pontificie fuggirono e a Giovanni non rimase altro che scappare nelle campagne. Si rifugiò nel castello di Tivoli e da qui, non sentendosi ancora al sicuro, riparò in Corsica. Era il 2 novembre 963; Ottone prese possesso dell'Urbe.
Come prima cosa l'imperatore convocò un concilio in San Pietro (il 6 novembre). Giovanni XII fu condannato per alto tradimento e deposto dal pontificato per la sua condotta, ritenuta indegna di un pontefice. Quindi proclamò che in futuro nessun papa potesse essere eletto senza il suo beneplacito. Il Privilegio firmato l'anno prima prevedeva invece che l'assenso dell'imperatore giungesse ad elezione già avvenuta.

Documenti ufficiali

La questione del successore

Il 4 dicembre 963 Ottone I indisse un sinodo in cui depose Giovanni XII e fece eleggere, come suo successore, il protoscriniario Leone, che divenne Papa Leone VIII. Ma in sèguito, il 26 febbraio 964, Ottaviano dei Conti di Tuscolo tornò, indisse un sinodo in cui depose Leone VIII e ridivenne Papa Giovanni XII. Poco dopo Giovanni morì ma Leone non poté essere reintegrato nella carica: i Romani non volevano il "Papa dell'Imperatore" ed elessero Benedetto Grammatico, che divenne Papa Benedetto V. Poco dopo Leone tornò, e Ottone indisse un sinodo (il terzo in sei mesi) che depose Benedetto, e Leone ridivenne Papa Leone VIII. Di tutti questi eventi, quali deposizioni furono giuste, e quali elezioni furono legittime? Abbiamo, dopo la deposizione di Giovanni XII nel 963, due pontificati che si sovrappongono: Leone VIII e Benedetto V. Oggi la Chiesa fa partire il pontificato di Leone VIII dal 23 giugno 964, dal momento in cui Benedetto V, considerato suo predecessore, viene deposto e si sottomette volontariamente a Leone. Se la deposizione di Giovanni nel 963 sia legittima o no (facendo terminare il suo papato fino alla morte l'anno successivo) è ancora dubbio.

La sua vita dopo il pontificato

Dal rifugio in Corsica, Ottaviano dei Conti di Tuscolo preparò il suo ritorno a Roma. Appena Ottone partì per Spoleto (gennaio 964) fu richiamato nella capitale dalla sua fazione. Appena arrivò, convocò un concilio (26 febbraio) per far dichiarare nullo il processo che lo aveva condannato e per far deporre il nuovo papa Leone VIII, nonché per reintegrare sé stesso come Giovanni XII. Si vendicò dei suoi avversari sostenitori di Leone, facendo tagliare loro il naso e la lingua. Tra questi, c'era il suo futuro successore Benedetto Grammatico, eppure, per ragioni sconosciute, lo risparmiò.
Morì appena tre mesi dopo, il 14 maggio 964, a soli 27 anni, secondo alcuni per un colpo apoplettico; altri riferiscono invece che fu sorpreso in flagrante adulterio con Stefanetta, moglie dell'oste presso cui alloggiava, e che il marito lo gettò da una finestra o, secondo altri, lo colpì in testa con un martello.

Dissero di lui

Ottone di Sassonia, venuto a Roma per l'incoronazione, quando seppe della condotta immorale di Giovanni XII commentò: "Il papa è ancora un ragazzo e si modererà solo con l'esempio di uomini nobili".

Note

  1. ^ Vedi Donazione di Pipino.

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