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19 MARZO FESTA DEL PAPÀ ❤️ AUGURI A TUTTI I BABBI, PADRI, PAPÀ DEL MONDO!

#19marzofestadelpapà: anche i papà e i babbi più deboli e fragili, per i propri figli sono EROI! Buona #festadelpapà a tutti i...

giovedì 30 aprile 2009

Benedetto XVI in Abruzzo: abbiate speranza!

Passare dall'emergenza ad un progetto stabile di ricostruzione e concreto nel tempo. Benedetto XVI nei luoghi del terremoto dell'Abruzzo ha portato un messaggio di speranza per i vivi, preghiere per i morti, un invito a ricostruire nel rispetto della vita e della dignità umana. Benedetto XVI ha trascorso alcune ore di stamattina tra i terremotati toccando i principali luoghi della tragedia e del dolore. La solidarietà manifestata in queste settimane verso i terremotati è un sentimento altamente civico e cristiano e misura la maturità di una società...

Il Papa Benedetto XVI che depone una rosa d'oro ai piedi della Statua della Madonna degli Abruzzi...

Il Papa Benedetto XVI che depone una rosa d'oro ai piedi della Statua della Madonna degli Abruzzi...nei giorni scorsi il Papa ha visitato le zone terremotate!!!

Undercover Investigation at the Weizmann Institute...la brutalità dell'uomo sugli animali!!!

An undercover investigation at the Weizmann Institute of Science in Rehovot, Israel revealed extremely abusive neuroscience experiments on cats and monkeys...

Fonte: http://www.youtube.com/user/officialpeta

Il Pianeta Terra corre verso il problema della sovrappopolazione...siamo in troppi ma tuttavia si continua a parlare di calo demografico: tutto falso!

LA NAZIONE - 28 APRILE 2009
(Clicca sull'immagine per ingrandirla e leggere l'articolo!)

L'economia Cinese riparte...e può aiutare a risanare le economie in crisi degli Stati di mezzo mondo!!!

LA NAZIONE - 27 APRILE 2009
(Clicca sull'immagine per ingrandirla e leggere l'articolo!)

mercoledì 29 aprile 2009

Goldfinger - Free Me - LA BRUTALITA' DELL'UOMO VERSO GLI ANIMALI...

An acoustic walk through the horror of using animals for food, clothing, entertainment and experimentation...

Fonte: http://www.youtube.com/user/kindnessforanimals

Allarme Mondiale - Influenza Suina - Il Virus si diffonde in USA e in Europa???

Nuovo Allarme mondiale che ci riporta alla crisi dell?aviaria. Cosa dobbiamo aspettarci? Approfondimento del TG3 . Seguiremo le notizie (quelle fondate ovviamente) e pubblicheremo nel caso ci fossero, tutte le novità. Per adesso nessuna preoccupazione in Italia.

Fonte: http://www.youtube.com/user/CampiFlegreiRadio

FEBBRE SUINA - IL VIRUS E' STATO CREATO IN LABORATORIO???

Cosa c'è di vero nella tesi del complotto della guerra batteriologica???

Fonte: http://www.youtube.com/user/maustrin

Febbre Suina...allarme Pandemia in Europa e nel Mondo???

Cosa è la Febbre suina e il punto della situazione...

Fonte: http://www.youtube.com/user/Heloym

Allarme in Messico - Dott. Giovanni Rezza sulla febbre suina!!!

24 aprile 2009
CITTA' DEL MESSICO
Febbre suina, rischio pandemia

Unepidemia di febbre dei maiali mai vista
sinora è scoppiata in Messico,
uccidendo già 20 persone e si teme
che il virus possa espandersi in tutto
il Nordamerica. LOrganizzazione
mondiale della sanità ha espresso
preoccupazione per quelli che
ha definito 800 casi «simili allinfluenza»
in Messico, confermando che una variante
dellepidemia è stata registrata negli Usa
e che comunque il virus reagisce allantivirale
Tamiflu. La Casa Bianca segue molto da vicino
lespandersi del virus, che negli Usa ha
contagiato 7 persone. Il virus suino,
che dai maiali si è trasmesso agli esseri umani,
è sconosciuto agli scienziati del Centro
statunitense per controllo e la prevenzione
delle malattie (Cdc) e la sua diffusione è stata rapida.

Fonte: http://www.youtube.com/user/gioiafelice

lunedì 27 aprile 2009

Marco Travaglio - "Caro direttore" - Annozero - 23/04/2009

Annozero - Marco Travaglio - Indro Montanelli

Le vignette di Vauro - Annozero, 23 Aprile 2009...

Le vignette di Vauro - Annozero, 23 Aprile 2009

25 APRILE: IL SOTTILE EQUIVOCO FRA PARTIGIANI E REPUBBLICHINI...

Alcune dichiarazioni dei leader politici. Tutti si riconoscono nei valori della Resistenza (per alcuni è una novità ma meglio tardi che mai). Qualcuno di loro ha partecipato alla celebrazione del 25 aprile per la prima volta (anche in questo caso, meglio tardi che mai). Ma molti non chiariscono del tutto la grossa differenza che c'è fra la pietà per i morti, qualunque fosse la causa per cui combatterono in quegli anni, e l'onore che in questa ricorrenza viene tributato a chi ci liberò dal nazi-fascismo. Un sottile equivoco che è alla base del progetto di legge del PDL, già all'esame della Camera, per l'equiparazione di partigiani e repubblichini.
La "festa della Liberazione" non può diventare una sagra del "volemose bene" e "scurdammoce o passato". Il Premier suggerisce addirittura di convertire il suo nome in "festa della Libertà". La memoria storica della Resistenza rischia di scomparire in un gigantesco "buco nero" in cui le giovani generazioni sembrano essersi perse.

TG1: il discorso di Silvio e le pale dell'elicottero (25/04/2009)

Il 25 aprile 2009 raccontato dal TG1 - edizione 13.30: in un servizio, degno del migliore Telekabul, riprese televisive sgangherate, audio disturbato e discorso di Berlusconi interamente coperto dal rombo di un elicottero che girava sulla sua capoccia. Forse per rendere inascoltabili le castronerie snocciolate da Silvio?

Anno Zero 23/04/09 Travaglio, Feltri e la telefonata di Montanelli...

Anno Zero - 23/04/09 - Travaglio, Feltri e la telefonata di Montanelli da "Il raggio Verde"!

Il 25 Aprile del 1945...

Il 25 Aprile del 1945 [Un minuto di storia del 25 aprile del 2008]

Berlusconi, il 25 Aprile e l'antifascismo di Umberto Bossi e della Lega Nord - Lega Lombarda...

Berlusconi ha annunciato che sarà presente alle celebrazioni del 25 Aprile 2009. Il 25 Aprile dovrebbe essere una festa antifascista, ma possiamo definire "antifascisti" Silvio e i personaggi a lui più vicini?

Milano - Antonio Di Pietro alla festa della Liberazione...

Antonio Di Pietro a Milano il 25 Aprile 2009...

Milano - 25 aprile 2009 - La folla contesta Formigoni...

http://www.marioagostinelli.it - Manifestazione di Milano del 25 Aprile 2009. Oltre 100.000 persone. Al termine i manifestanti contestano il revisionismo storico del discorso del Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni...

Formigoni è stato contestato alla manifestazione del 25 Aprile 2009...

Formigoni è stato duramente contestato alla manifestazione del 25 Aprile 2009...

venerdì 24 aprile 2009

G8 - Berlusconi porta i Grandi della Terra in Abruzzo....

L'AQUILA - La prossima riunione del G8, programmata a luglio nell'isola sarda della Maddalena, sarà spostata a L'Aquila. La decisione è stata presa dal Consiglio dei ministri che si è svolto in via eccezionale nel capoluogo abruzzese. Il premier Berlusconi ha motivato questa decisione con il fatto che in questo modo si risparmierebbero denaro e risorse che potrebbero essere utilizzati per la ricostruzione. Inoltre, ha aggiunto Berlusconi, si porterebbe l'Abruzzo al centro dell'attenzione mondiale. Il governo italiano contatta ora gli altri Paesi partecipanti per valutare la loro disponibilità. Usa e Gran Bretagna hanno già fatto sapere di essere d'accordo.

WASHINGTON E LONDRA - «So che il presidente Obama si è sentito con il presidente Berlusconi - ha detto Lisa Jackson, responsabile dell'Agenzia di protezione ambientale americana rispondendo a Siracusa, dove è in corso il G8 ambiente, a una domanda sul trasferimento del vertice internazionale dalla Sardegna all'Abruzzo -. Se dovesse essere così, ci vorranno degli aggiustamenti». E Lynn Eccles, portavoce di Downing Street: «Abbiamo profonda solidarietà per il popolo italiano a seguito dei tragici eventi dell'Aquila e siamo ovviamente pronti ad aiutare l'Italia in ogni modo possibile. Le decisioni sulla sede del summit del G8 spettano al governo italiano».

«QUI I NO GLOBAL NON VERRANNO» - L'utilizzo del complesso monumentale della Maddalena avrebbe comportato un costo di 220 milioni di euro, ha detto il premier: soldi che potranno essere risparmiati utilizzando per il vertice la scuola della Guardia di finanza di Coppito. «Chiedo scusa al presidente della regione Sardegna, che non abbiamo avuto modo di avvisare - ha detto Berlusconi -, ma posso già dire che l'isola potrà ospitare in autunno un summit sull'ambiente per cui sto avendo contatti con il presidente americano Obama. Del resto la Maddalena e il contesto più lussuoso in cui la riunione si sarebbe svolta sarebbe stato meno consono con il periodo di crisi che l'economia mondiale sta vivendo». Quanto alla sicurezza dei leader, il presidente del Consiglio ha spiegato che ci sono tutte le condizioni per garantirla e che probabilmente «non credo che i no global avranno la faccia di venire in questi luoghi a organizzare manifestazioni dure come quelle a cui siamo stati abituati in passato». Il presidente sardo Ugo Cappellacci ha detto che la Sardegna è pronta a fare al sua parte , ma cita «problemi di natura tecnica e organizzativa che non possono consentire lo spostamento del summit in termini operativi». «Se vi saranno poi soluzioni intermedie per raggiungere l'uno e l'altro obiettivo - ha detto Cappellacci - saremo tutti orgogliosi di poter contribuire al risultato finale».

STANZIAMENTI E RICOSTRUZIONE - Il Consiglio dei ministri, durato due ore, ha dato via libera al decreto legge per stanziare le risorse in favore delle zone terremotate. Il provvedimento mette a disposizione un totale di otto miliardi di euro, di cui 1,5 per fronteggiare l'emergenza e 6,5 miliardi per la ricostruzione. «Sono state individuate 15 aree dove intervenire con piastre di cemento armato capaci di sopportare scosse sismiche: su queste piastre saranno edificate case sicure, con verde e alberi» ha detto Berlusconi. Le donazioni da parte di imprese e privati a favore degli interventi post-terremoto saranno deducibili dalle tasse, ma solo se fatte «per il tramite della Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento Protezione civile ovvero da altri enti appositamente individuati». Gli studenti universitari saranno esonerati dal pagamento delle tasse per il periodo 2009-2010. «Per la prima volta si affronta un evento del genere senza aumentare la pressione fiscale - ha detto il premier -. Gli otto miliardi saranno recuperati con spostamenti di spese, riduzione di sprechi e rimodulazione degli stanziamenti». Berlusconi ha poi annunciato di avere stilato una lista di 44 tra chiese e beni artistici e architettonici che saranno ricostruiti e restaurati con l'aiuto dei Paesi esteri che hanno dato la propria disponibilità ad aiutare l'Italia nella ricostruzione.

I CONTRIBUTI AI PRIVATI - Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha poi spiegato che il decreto prevede lo stanziamento di 150mila euro per chi vorrà ricostruirsi da sé la casa distrutta e 80mila euro per chi invece ha la casa danneggiata. «Prevediamo - ha detto - 500 milioni di euro, e la domanda è per 700, per interventi per le abitazioni private. Ci sarà un conto corrente gratuito per 150mila euro disponibili per ciascuno per la ricostruzione della casa». Nella gestione di questi fondi ci saranno Fintecna, Cassa Depositi e Prestiti e banche. «Puoi farti la casa come vuoi e può essere la ricostruzione della casa colpita o una casa nuova da un'altra parte» ha aggiunto Berlusconi. Tremonti ha poi spiegato che non verrà utilizzata la leva del 5 per mille per reperire le risorse: «Quando ho fatto l'ipotesi del 5 per mille - ha spiegato - non era per togliere al volontariato ma per aggiungere qualcosa per l'Abruzzo. La scelta successiva è stata quella di rinunciare a questa misura perché la vena polemica radicalizza tutto». Tremonti ha annunciato che è stata avanzata a Bruxelles la richiesta di fare dell'area terremotata una «zona franca urbana» esente da tributi.

PERPLESSITÀ NEL GOVERNO - L'idea di tenere il G8 all'Aquila era stata avanzata da Berlusconi già nei giorni scorsi. L'idea però avrebbe sollevato diverse perplessità nello stesso governo in quanto ci sarebbero da risolvere una serie di problemi di tipo logistico ma anche di sicurezza. Già in passato il premier aveva ventilato la possibilità di cambiare la sede della riunione degli otto grandi: fu quando, con Napoli sommersa dai rifiuti, annunciò che sarebbe stata una buona idea - una volta usciti dall'emergenza - tenere almeno una delle riunioni nel capoluogo partenopeo, facendo arrivare gli otto leader con una nave. Questa volta lo spostamento sembra più probabile. Resta solo da attendere il parere dei Paesi ospiti, che tuttavia difficilmente opporranno un veto.

«SAREBBE UN'OCCASIONE» - L'ipotesi di organizzare il G8 nella regione colpita dal sisma incontra il favore della Provincia de l'Aquila, la cui presidente, Stefania Pezzopane, ha così commentato: «Sarebbe sicuramente una grandissima occasione per L'Aquila che vive una situazione difficile. Certo dal punto di vista organizzativo ci sarebbero tantissimi problemi da affrontare ma sarebbe un gesto di generosità per la nostra città martoriata». «Se ne parla da 5-6 giorni - ha ammesso il sindaco del capoluogo Massimo Cialente -. La città potrebbe essere pronta per quanto possibile dopo un terremoto come quello che abbiamo subito: ci piacerebbe essere vestiti a festa, ma ci troveranno con la tuta da lavoro».

«NON SI OSTACOLI RICOSTRUZIONE» - Dal Pd non ci sono barricate alla decisione di spostare il vertice del G8. «Capisco che la scelta è molto simbolica, e capisco anche che contribuirebbe a tenere accesa l'attenzione sull'Abruzzo - ha detto il segretario Dario Franceschini -. Tuttavia spero che il governo tenga conto che questa decisione non deve intralciare l’esigenza primaria della ricostruzione». E Antonio Di Pietro: «Se i fondi messi a disposizione dal governo per la ricostruzione sono soldi veri e non carta elettorale, sono benvenuti. Finora, ogni volta che il governo ha promesso lo stanziamento di fondi, si trattato sempre di una mera partita di giro, di un gioco delle tre carte, di soldi presi da una parte e messi da un'altra». Totale chiusura da Sinistra e Libertà: «Spostare il G8 in Abruzzo è irresponsabile - dice Paolo Cento -. Non va fatto né alla Maddalena né nelle terre martoriate dal terremoto: piuttosto il governo pensi a investire i 400 milioni di euro che servono per il summit (Cento e Berlusconi citano due cifre differenti, ndr) nella ricostruzione delle città colpite dal sisma».

23 aprile 2009(ultima modifica: 24 aprile 2009)

Fonte: http://www.corriere.it

G8: Berlusconi annuncia che si farà in Abruzzo...

"Il G8 trasferito all'Aquila - Berlusconi: non ci saranno proteste - Otto miliardi per il sisma" annuncia in prima pagina il CORRIERE DELLA SERA . Francesco Verderami nell'incipit del suo Retroscena: «Il cavaliere no-global è l'ultima frontiera del berlusconismo. Scegliendo infatti l'Abruzzo come sede del G8, il premier d'un colpo riduce la distanza fra i leader mondiali e i manifestanti, disorienta e depotenzia le frange più dure e facinorose e quasi si impossessa delle parole d'ordine dei contestatori». Intanto arrivano i primi sì dai leader internazionali. Londra e Washington infatti si sono dette disponibili al trasferimento. La nuova scelta dovrebbe anche produrre un risparmio di 220 milioni che saranno investiti nella ricostruzione in Abruzzo. Intanto prende forma il piano casa post sisma. 13mila terremotati in 5/6 mesi, secondo le previsioni del governo con una spesa di 500 milioni di euro, saranno ospitati in abitazioni antisimiche, sostenibili ed ecocompatibili: «È una gara dissennata. Dettata da una visionaria, lungimirante follia», dice Berlusconi. Accantonata l'idea del 5 per mille, il decreto per la ricostruzione stanzia in tutto 8miliardi di euro. "Chi ha perso casa avrà 150mila euro", inoltre è prevista la sospensione dei processi e del pagamento delle bollette e delle tasse. Infine una brutta notizia: i morti salgono a 297, dopo che ieri è deceduto nell'ospedale di Avezzano, Mario Papola, 84 anni. L'uomo era rimasto ferito nella sua abitazione di Onna.

"Berlusconi: il G8 all'Aquila". Apre così LA REPUBBLICA che svela come la decisione di trasferire il summit sia stata presa 9 giorni e per di più a la Maddalena. Ieri il colpo di scena, che avrebbe spiazzato i ministri. L'idea sarebbe stata suggerita da Bertolaso, afferma Claudio Tito: all'inizio il premier è interdetto (non è che i lavori per la Maddalena sono in ritardo?), poi comincia a pensare all'ipotesi e la decisione ieri («Non me la sento di organizzare un vertice in una località dove si fanno vacanze di lusso. Voglio dare un messaggio di sobrietà», ha detto Berlusconi). Spiazzati e arrabbiati anche i sardi (in primis il neogovernatore Pdl che non sapeva nulla). Delle misure prese nel Consiglio dei ministri riferisce Paolo Brera: "Prefabbricati per 13mila sfollati poi 150mila euro per rifarsi casa". Il mega bonus per ricostruire sarà dato direttamente ai cittadini per evitare infiltrazioni mafiose. Coloro che hanno avuto la prima casa danneggiata avranno 80mila euro dietro presentazione delle fatture per la ristrutturazione. Le case agibili o solo temporaneamente inagibili sono l'80% del totale. I prefabbricati saranno antisismici prefabbricati costruiti come in Giappone con la struttura isolata dal terreno e appoggiata su pistoni mobili. Roberto Petrini si dedica alle risorse: "Otto miliardi in tre anni, via al decreto". Blocco di tasse, affitti e mutui, proroga dell'indennità di disoccupazione per i lavoratori dipendenti i co.co.co e gli autonomi. Gli 8 miliardi verranno da giochi e lotterie (circa 5-700 milioni), 300 milioni dal tesoretto (dal bonus famiglia varato lo scorso anno), 200 milioni dallo spostamento del G8, da fondi Ue (700 milioni), dal fondo di Palazzo Chigi 1 miliardo, un altro miliardo dalla Cassa depositi e prestiti e circa 930 milioni dall'Inail.

La sede per ospitare i Grandi del mondo avverrà nella scuola di polizia più grande del mondo. E i numeri di questa scuola sono citati per filo e per segno in un approfondimento de IL GIORNALE. La scuola della Guardia di Finanza di Coppito si trova nella periferia ovest dell'Aquila è la più grande delle forze di polizia di tutta Italia: 48 ettari di estensione, dotata di un eliporto per 6 elicotteri, un auditorium da 1.500 posti, un'aula magna da 540. I parcheggi esterni, tutti video sorvegliati, sono 1.500. La struttura ha 2600 posti letto per allievi, 300 per militari celibi (stanze single) una mensa per oltre 3000 persone. Ci sono anche due palazzine dedicate ai mini appartamenti, secondo un primo programma di massima, la scuola ospiterà una parte della delegazione. E' questo il luogo dove si sono svolti i funerali delle vittime del terremoto, nella piazza d'armi da 240 metri per lato, Qui la protezione civile ha coordinato tutta l'emergenza.
La caserma che ha sostenuto una città intera, potrà accogliere il mondo? La risposta del IL GIORNALE è affidata al colonnello Paolo Carretta, che racconta un aneddoto: «quando i marines vennero qui per addestrare gli alpini dell'Aquila per l'Afghanistan, ci dissero: magari ce l'avessimo noi una caserma così».

Il SOLE24ORE dà grande spazio agli interventi per la ricostruzione, e sottolinea con un articolo in prima pagina che è «la prima volta senza baraccopoli», almeno se tutto andrà secondo i piani del governo. A pagina 5 ci si concentra sull'ipotesi deducibilità delle donazioni, e si spiega che - come anticipato da VITA - la norma si riferisce alla legge Visco del 1999, varata per l'emergenza Kosovo, e quindi i vantaggi sarebbero solo per le imprese e - ma questo la norma non lo dice - solo per la Protezione civile. La Visco in realtà prescrive che possano godere della deducibilità totale anche le donazioni fatte ad altre organizzazioni, ma queste devono essere indicate con decreto prefettizio, cosa che finora non è avvenuta.

G8 e Abruzzo. Sono i temi affrontati da ITALIA OGGI nella sezione PRIMO PIANO. Secondo l'articolo, la struttura che dovrebbe ospitare il summit tra i grandi del mondo sarà la sede dalla Scuola dei sottoufficiali della Guardia di Finanza di L'Aquila. Per quanto riguarda il dl Abruzzo, nei 16 articoli non sono previste nuove tasse, nemmeno quella ipotizzata in un primo momento riguardante l'aumento delle accise del carburante. Circa 5 miliardi proverrebbero da tre fondi: il cosiddetto "fondo Letta" attivato presso la presidenza del Consiglio, il fondo infrastrutture e quello per gli ammortizzatori sociali. Il resto dovrebbe essere messo a disposizione dagli enti previdenziali e dalla Cassa depositi e prestiti. Il miliardo e mezzo stanziato per le emergenze, dovrebbe essere almeno in parte finanziato da una lotteria ad hoc. Il ministro Tremonti, ha riportato ITALIA OGGI, non esclude di mettere in campo misure contro l'evasione e l' elusione fiscale a livello internazionale e lascia aperta la porta alla possibilità di introdurre uno scudo fiscale per incentivare il rientro dei capitali dall'estero. Il dl prevede anche la sospensione dei tributi di rate e mutui e la sospensione del pagamento degli affitti se la casa è in locazione. Per i lavoratori verrà prorogata l'indennità di disoccupazione e verranno introdotti indennizzi in favore dei collaboratori coordinati continuativi. Chi si ricostruisce la casa da sé, avrà un contributo a fondo perduto di 150 mila euro. Per sistemare una casa danneggiata, lo Stato offre 80 mila euro.

"Il grande bluff" è questo il titolo scelto da IL MANIFESTO per dare la notizia dello spostamento in Abruzzo del G8 il titolo è a sfondare su due fotografie accostate: da una parte l'interno della nave di lusso per il G8 alla Maddalena e dall'altra le macerie di una palazzina dell'Aquila. "«Il G8 all'Aquila», l'ultima astuzia di Berlusconi prevede l'abbandono della Maddalena per il vertici: «Lì costava troppo, qui non saranno possibili le contestazioni». Ma la verità non detta è che i lavori in Sardegna sono nel caos. Così si dirotta sull'Abruzzo: grande effetto mediatico, tutti contenti. A prescindere dai terremotati. La ricostruzione affidata alle lotterie" è il sommario in prima pagina che rimanda alle due pagine interne dedicate al tema. Sempre in prima il commento di Tommaso Di Francesco dal titolo "il terno al lotto del governo". «(...) Berlusconi torna sulla scena che gli è più propria e rivendica, quella del cosiddetto consenso popolare. Perché è in corso ormai da più giorni sotto i nostri occhi un "terremoto istituzionale". (...)Mentre la fase italiana vede la crisi economica, negata dal governo, assommare la questione terribile del terremoto in Abruzzo e la difficile reperibilità di altri fondi per i quali ci vorrebbe il coraggio di cancellare almeno stanziamenti sbagliati come le micidiali spese militari. Come risponde allora a tutto questo Silvio Berlusconi? Cambiando canale. (...) Dulcis in fundo, il trasferimento dalla Maddalena all'Aquila "impedirà le proteste dei no global", impossibilitati a "ferire una città già ferita", insomma il terremoto contro la libertà di manifestare. E se invece fosse proprio quello della protesta, quella di un mondo disastrato dai potenti della terra, abbandonata a crisi e miserie, attraversato da troppi dimenticati tsunami e terremoti - perché non c'è solo L'Aquila - il legame vero per coniugar la condizione dell'Abruzzo a quella del mondo?»

"Abruzzo, 8 miliardi e il G8" è l'apertura di AVVENIRE che occupa tutte le pagine fino alla 7, eccetto una vetrina dedicata a "Ragazzi in rete: istruzioni per l'uso. La navigazione «giovane» tra insidie e opportunità" sull'aumento del consumo di internet da parte dei giovani. Il colpo di scena sul G8 lascia spiazzati soprattutto per gli aspetti legati ai moduli di sicurezza, tutti da riformulare, ma quello che inizialmente sembrava un azzardo logistico pian piano ha trovato comprensione e consenso diffuso. Delegazioni ridotte al minimo, massima sobrietà, e presumibilmente poche contestazioni da parte di no global e black bloc: così Berlusconi e gli amministratori locali immaginano l'appuntamento a l'Aquila. Si lamenta Francesco Caruso, che giudica «strumentale» la nuova location e promette: «"Decideremo prossimamente dove organizzare la nostra protesta". E annuncia: "I no-global sono già presenti all'Aquila sin dal giorno del terremoto, nei campi di Carmada, San Biagio e Fossa, per assistere la popolazione". Speriamo solo per questo». E non è l'unico ad essere deluso da questa scelta: il governatore della Sardegna Cappellacci capisce e si adegua: la Maddalena potrà ospitare a settembre un vertice mondiale sull'ambiente con il presidente Usa. Ma Il vescovo di Tempio-Ampurias, Sebastiano Sanguinetti scrive in una nota: «è difficile non cogliere (nello spostamento del G8), al di là ogni altra pur benevola interpretazione, quella che molti sardi prenderanno come ennesima presa in giro... Credo che la politica dovrebbe preoccuparsi anche dell'esito che hanno sulla gente i proclami e le promesse non mantenuti». Al provvedimento messo in campo per sostenere le spese, invece, è dedicata la pagina 7. Si spiegano le misure, si sottolinea senza troppa enfasi lo sforzo di escogitare soluzioni nuove che non vadano a pescare dalla tasche dei cittadini. Un cenno al retromarcia di Tremonti dopo la «vena polemica» che aveva suscitato la sua proposta. «Se ci saranno meno soldi», dice stizzito, «gli abruzzesi potranno ringraziare i polemici della politica».

LA STAMPA apre titolando «Berlusconi: il G8 all'Aquila» dedicando così il titolo alla scelta del governo di spostare il vertice previsto alla Maddalena in Abruzzo. Due le pagine dedicate all'argomento. Un articolo a firma di Augusto Minzolini spiega come la scelta di Berlusconi sia potente mediaticamente. Grazie infatti al trasloco del vertice ci sarà un risparmio, dovuto al venir meno delle spese di sicurezza previste per l'isola, di 220 milioni. Questo quieta le polemiche sullo spreco nate dalla questione referendum. In un box Mattia Feltri si chiede se il colpo di teatro del Premier sia da classificare come gaffe oppure come colpo di genio, concludendo che a conti fatti «tutto si tiene in Berlusconi. Un tempo la si sarebbe definita fantasia al potere». C'è spazio infine per le reazioni da La Maddalena che comprensibilmente non sono positive. Dall'isola arrivano strali bipartisan all'indirizzo del premier. Il neo eletto Cappellacci si trova ad affrontare la prima crisi di consensi a pochi mesi dalla propria elezione. LA STAMPA dedica spazio anche alla ricostruzione aquilana. Le notizie importanti sono che: i miliardi destinati ai lavori sono otto, niente 5 per mille e nessun aumento di tasse o accise. La nuova idea del Governo è la costruzione, in 5 o 6 mesi, di unità abitative di 52 metri quadrati ciascuna da destinare alle famiglie sfollate. In un secondo momento le stesse unità saranno convertite come alloggi per studenti. La parola d'ordine è arrivare prima del freddo.



E inoltre sui giornali di oggi:



FILIPPINE

CORRIERE DELLA SERA - L'operatore della Croce rossa Eugenio Vagni è ancora nelle mani dei ribelli, malgrado ieri Manila ne avesse in un primo momento annunciato la liberazione. Il blitz dei militari, rispetto a cui la Farnesina si è detta fin da subito contraria, prosegue. Dopo il rapimento del 15 gennaio Vagni rimane quindi l'unico cooperante ancora in mano al gruppo islamista di abu Sayyaf. Gli altri due ostaggi, Marie Jean Lacaba e Andreas Notter sono infatti stati rilasciati rispettivamente il 2 e il 18 aprile.

LA REPUBBLICA - "Filippine, giallo su Vagni «Ceduto ad altri ribelli»". Dopo le voci della sua imminente liberazione, si è saputo che il cooperante della Croce Rossa sarebbe stato ceduto. Il governo di Manila ha offerto 8mila euro per avere notizie sul suo conto. Inquietante la telefonata di mercoledì tra il responsabile della CR filippina, Richard Gordon, e il capo della prima banda di rapitori: «L'ho trovato molto depresso e mi ha ripetuto la richiesta di ritirare le truppe. Poi ha aggiunto una fase criptica: "Dio - ha detto - si prenderà cura di lui».



SUDAFRICA

AVVENIRE - "Il Sudafrica è di Zuma. «un mandato forte»". Meglio tardi che mai. Un commento delle elezioni con l'andamento delle diverse formazioni un breve profilo dello «zulù autodidatta, che fa paura ala finanza internazionale». Nella stessa pagina (17), la notizia che la Repubblica del Congo, per fare fronte alla crisi alimentare, ha messo a disposizione gratuitamente per 99 anni 10 milioni di ettari di terra coltivabile ai coltivatori sudafricani. E in 1.300 produttori agricoli sono già pronti a trasferirsi in Congo.



ROMA-PARIGI

LA REPUBBLICA - Due pagine dedicate allo scontro fra il sindaco francese e il suo collega capitolino: "Alemanno e i saluti romani. Parigi lo accusa. Lui: falsità". Delanoe non fa marcia indietro e conferma: «Quando Alemanno è sbarcato in Campidoglio è stato accolto con i saluti romani. E con uno che è circondato da neofascisti, e non ne prende le distanze fino in fondo, i rapporti non possono essere gli stessi di prima». Furioso Alemanno che incassa la solidarietà di Fini e Frattini. Insomma il gemellaggio tra Roma e Parigi non sta tanto bene ed è tutto un fiorire di intellettuali che vogliono salvarlo...

IL MANIFESTO - Richiamo in prima pagina "Delanoe contro Alemanno: non collaboro con i fascisti" e una ampio articolo a pagina 5 per raccontare lo scontro tra i primi cittadini di Parigi e Roma. "Quel saluto romano che non piace a Parigi" è il titolo dell'articolo sotto una foto dei festeggiamenti dell'elezione di Alemanno a sindaco. Nell'articolo si ricostruisce il caso, le difese prese da parte di Franceschini «Forse ha fatto il saluto romano qualche volta da ragazzo ma certamente non l'ha fatto entrando in Campidoglio». L'articolo prosegue poi «E l'Alemanno furioso ha già fatto le prime vittime: "Niente patrocinio al Gay pride", ha tuonato ieri il sindaco in linea con quanto deciso lo scorso anno. (...) Strana però la coincidenza di questa nuova presa di posizione del sindaco Alemanno. Proprio nel giorno del battibecco con Delanoe, gay dichiarato che rivelò la propria omosessualità in tv nel 1998, prima di essere eletto. I maliziosi possono fantasticare».



ROM

AVVENIRE - "Schiava perché non ruba. Fa arrestare la famiglia". Arrestati dieci rom bosniaci del campo nomadi di via Guascona, con l'accusa di riduzione in schiavitù. A denunciare zii e genitori era stata una ragazza, all'epoca dei fatti minorenne, oggi di 19 anni, che da qualche tempo vive in comunità protetta. Picchiata, molestata e segregata perché si rifiutava di rubare e voleva andare a scuola. I provvedimenti di custodia sono stati emessi nei confronti della madre e di altri parenti (latitante il padre e un altro parente), in applicazione del decreto sicurezza 11 del 23 febbraio 2009, appena convertito in legge. Il provvedimento, si legge nell'ordinanza del Gip Guido Salvini, è il primo che ravvisa «la pericolosità di un intero nucleo familiare come se costituisse un contesto associativo anche se di tipo naturale».



AMBIENTE

IL MANIFESTO - Al G8 ambiente in corso a Siracusa viene dedicata un'intera pagina che definisce "inutile vertice in preparazione di quello trasferito a L'Aquila. Risultati concreti zero, mentre a pochi km si continua a nascere con malformazioni e a morire di inquinamento industriale». Un articolo è dedicato ai "paradossi al G8 della Prestigiacomo" «Malformazioni, gli orrori nascosti della bella ministra» dal momento che a Siracusa operano le aziende della Prestigiacomo «finite sotto inchiesta qualche anno fa per la morte di alcuni operai, ammalati di cancro».



SOSTENIBILITA'

SOLE24ORE - "La bontà, motore di ripresa" è il titolo che il SOLE dà a un articolo del cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, sulle vie di uscita dalla crisi. Per Scola questa crisi è innanzitutto «culturale» e ha due radici: «l'illusione neo-illuminista» nel progresso sempre crescente, e la «rimozione del soggetto», cioè della persona, dalla sfera economica. «Quando il soggetto, l'io e la trama costitutiva di rapporti in cui è immerso, viene dimenticato o strumentalizzato (...) presto o tardi si produce un contraccolpo». Come uscirne? Rivedendo le regola di economia e finanza «riponendo al centro il soggetto personale e comunitario» e trattando i Paesi poveri da «attori responsabili del processo di sviluppo». Per raggiungere questo scopo, continua Scola, è essenziale un'educazione a uno stile di vita sobrio e solidale «per arrivare a un rapporto corretto con i beni». «Devo cambiare io», scrive Scola, che conclude con una nota positiva sulla società civile italiana, definita una «delle più vitali in Europa» come si è visto nella tragedia aquilana.



CONFLITTI

AVVENIRE - "Sri Lanka, bombe su un chiesa: 14 morti". Continuano gli scontri fra i tamil e l'esercito regolare. Durante il bombardamento della chiesa di Sant'Antonio a Valaignarmadam, è stato gravemente ferito padre T. R. Vesanthaseelan, direttore della Caritas internazionale nella regione di Vanni. Intanto le autorità di Colombo sono alle prese coi profughi che, secondo fonti governative, hanno ormai raggiunto quota 103mila persone. Un portavoce dell'esercito però riferisce: «le operazioni per mettere fine alla lunga guerra sono alle battute finali». L'esercito aveva avviato operazioni militari per riconquistare una zona del nord est sotto il controllo tamil. Negli ultimi giorni è stata impressa un'accelerazione alle manovre.



TORTURE

LA STAMPA - «Un dossier su Guantanamo inchioda la Rice» questa l'apertura di un articolo di Maurizio Molinari, Da alcune carte sembra che siano stati Condoleezza Rice e Dick Cheney ad autorizzare gli agenti Cia a condurre gli interrogatori dei detenuti appartenenti ad Al Qaeda con «tecniche rafforzate», le stesse che Obama ritiene tortura vera e propria.



OBAMA

IL MANIFESTO -Al via una serie di servizi dedicati ai cento giorni di Obama. "Primi bilanci. I liberals e i progressisti americani hanno dato un'apertura di credito totale a Obama, che ha cominciato a ripristinare legalità e diritti cancellati dall'era Bush. Con tutte le cautele del caso" è il sommario di questa prima puntata.

Fonte: http://beta.vita.it

giovedì 23 aprile 2009

Alice Cooper on The Hour with George Stroumboulopoulos....

Alice Cooper - The 'King of Shock Rock' and a true pioneer of rock and roll. But get this - he's also a devout Christian (he's a substitute Sunday school teacher, reformed alcoholic and an avid golfer (he's written a book on golf. To truly appreciate his genius, think about what music was like, when he hit the scene in the late '60s. He invented rock n' roll theatre and in the '70s, Alice's career exploded. He became the poster boy for evil and every parent's worst nightmare. But his fans have always loved him. Alice has sold more than 50 million albums, he has a radio show 5 nights a week, he turned 60 this year and he's touring again - for his 25th studio album. That's right, his 25th. It's called 'Along Came A Spider' and it's about a serial killer. Oh, how very Alice.

Fonte: http://www.youtube.com/user/TheHour

Simbologia Occulta - Bandiera della Pace! Cosa nascondono i suoi colori?

Cosa si nasconde dietro l'arcobaleno della Pace?

Fonte: http://www.youtube.com/user/DoubleMarkez

Omicidi Occulti - LE VITTIME DEL SISTEMA...

Un video che vuole far riflettere e ricordare le persone morte in nome della verità e della giustizia...

Fonte: http://www.youtube.com/user/DoubleMarkez

Strategia della Paura - Contro-Informazione Politica...

I governi hanno come arma principale la paura per tenere a bada i propri cittadini...

Fonte: http://www.youtube.com/user/DoubleMarkez

Messaggi subliminali - ROCK SATANICO - CCSG

Il direttore dell'oramai epico sito http://ccsg.it Antonio Tagliaferro è ospite alla trasmissione "Enigma" del Febbraio 2004, in onda su RAI3. Ci parla dei messaggi subliminali e rock satanico. Purtroppo, come testimoniano gli altri video, viene bloccato sul più bello, cioè quando inizia a parlare delle lobby che finanziano tutto ciò....

Fonte: http://www.youtube.com/user/DoubleMarkez

Contro-Informazione - Santoro è un Massone?

Titolo provocatorio, in questo video non voglio attaccare Santoro e la sua PRESUNTA iscrizione alla massoneria. Voglio sottolineare solamente come ad Annozero, pur essendo una trasmissione che pretende di fare INFORMAZIONE LIBERA, non si sia mai parlato nè di massoneria (anche quando c'erano i presupposti riguardo alcaso De Magistris) e nè di Signoraggio bancario (hanno fatto decine di puntate sulle banche, dicendo sempre le stesse cose, ma nessun accenno al signoraggio).
ESEMPIO:
Io sono un grande estimatore di Maurizio Blondet.. Purtroppo la vedo dura che lo possano reinvitare in un'altra trasmissione, l'ultima volta ha raccontato una cosa davvero scomoda sugli "israeliani danzanti" riguardo all'9\11...

Fonte: http://www.youtube.com/user/DoubleMarkez

P2 - Massoneria Italiana e Poteri Occulti...

Che fine hanno fatto i Piduisti che facevano parte della corte di Licio Gelli?

Fonte: http://www.youtube.com/user/DoubleMarkez

Mc Donald's - Fast Food - Massoneria - Occulto

Uno dei tanti esempi che ho trovato è quello della famosa catena di fast-food McDonald's. Basta osservarne il logo per capire come sia sfacciatamente massonico: infatti non è altro che un 13 rovesciato (v. sotto)! Da notare, anche, che la "M" è la 13° lettera dell'alfabeto!

Fonte: http://www.Menphis75.com

Guerra Informatica e Spionaggio Industriale-Elettronico...

Avrete certamente sentito in questi ultimi giorni le notizie riguardanti la rottura dei cavi per le telecomunicazioni nel medio oriente...la "guerra fredda" del Terzo Millennio si chiama: Spionaggio Informatico-Elettronico!!! Le Nuove Spie corrono sul Web...

Ferdi e Francesca: Grande Fratello 2009...

Finale del Grande Fratello 9 - Puntata del 20 aprile 2009 - Ferdi - il vincitore- balla con Francesca sulle note di Kissing You di Des ree a sorpresa...

Ferdi Berisa‎ vince il Grande Fratello 2009...

Ferdi Berisa vince la nona edizione del Grande Fratello (2009)
La finale è stata trasmessa su Canale 5 il 21/04/09...

Trubaci - Majko Kadinjace...

Quando la Yugoslavia era grande...

Partizanske pjesme - Kraj Sutjeske hladne vode...

Cosa si cantava in Yugoslavia ai tempi di Tito...

Ide Tito preko Romanije...

"I popoli Yugoslavi sono come l'acqua e l'olio, se li comprimi si uniscono, se allenti la presa si dividono!" (J.B.Tito)

Civil war in Yugoslavia in 1991...

Civil war in Yugoslavia: In 1991, the Balkan nation of Yugoslavia was torn apart by civil war between opposing ethnic groups. They were characterised by bitter ethnic conflicts between the peoples of the former Yugoslavia, mostly between Serbs on the one side and Croats, Bosniaks or Albanians on the other; but also between Bosniaks and Croats in Bosnia and Macedonians and Albanians in the Republic of Macedonia...

Fonte: http://www.youtube.com/user/dizzo95

War in Bosnia and Herzegovina (1992-1995) "Il disastro Balcanico!"

The War in Bosnia and Herzegovina, commonly known as the Bosnian War, was an international armed conflict that took place between March 1992 and November 1995. The war involved several sides. According to numerous International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia judgments the conflict involved Bosnia and the Federal Republic of Yugoslavia (later Serbia and Montenegro) [1] as well as Croatia.[2] According to an International Court of Justice judgment, Serbia gave military and financial support to Serb forces which consisted of the Yugoslav People's Army (later Army of Serbia and Montenegro), the Army of Republika Srpska, the Serbian Ministry of the Interior, the Ministry of the Interior of Republika Srpska and Serb Territorial Defense Forces. Croatia gave military support to Croat forces of self-proclaimed Croatian Community of Herzeg-Bosnia. Bosnian government forces were led by the Army of Republic of Bosnia and Herzegovina.[3] These factions changed objectives and allegiances several times at various stages of the war.

Fonte: http://www.youtube.com/user/monas1900

Yugoslavia (The WAR) 1991-1995

Alcune immagini del passato: la più sanguinosa Guerra Civile che l'Europa moderna abbia mai potuto vedere!!! Ecco ciò che succede quando l'ordine e la disciplina vengono a mancare e quando il disordine e l'anarchia sociale predomina...disordine per altro coltivato e causato dalle Nazioni dell'Occidente Capitalista ed egoista...

Yugoslav People's Army - Jugoslovenska Narodna Armija...

La potenza militare che fù...l'ex-Jugoslavia di Tito!!!

Yugoslav people's Army...

Memorie di un passato che oramai non c'è più...

Parada JNA 1985 - Beograd...

Belgrado - Parata militare del 1985 - Quando ancora in Jugoslavia regnava il vero ordine, la vera pace, la vera e giusta disciplina...4 anni prima del disastroso crollo del Muro di Berlino del 1989 e 6 anni prima della sanguinosa e distruttiva guerra civile Balcanica!!!

Jugoslavija, hej Vojnici Vazduhoplovci....

Josip Broz Tito Sfrj Jna Jugoslavija Vazduhoplovstvo Ratno Vojska Jugoslovenska Narodna Armija Komunizam Communism Rat Socialisticka Federativna Republika Jugoslavija Yugoslavia Jugoslavia Comunism...

mercoledì 22 aprile 2009

Yugoslav hell march....in JUGOSLAVIA si stava meglio con TITO!!!

«Una coscina di passero, presidente Tito? O preferisce il petto?» Sontuoso quel banchetto ufficiale che il compagno Deng Xiaoping offrì una sera di settembre del 1977, nell' immenso salone del Palazzo del Congresso di Pechino: i fuochi di sedici cucine accesi da due giorni, ottocento commensali, mille camerieri. Allora presidente, il petto o la coscia? Né l' uno né l' altra, pensò il Maresciallo, che detestava mangiare volatili, ma nell' occasione, appunto, poteva solo pensarlo. La Cina è la Cina, l' offesa era vicina. Come cavarsela? Alla Tito: con uno sguardo diretto a Deng, con un sorriso al cameriere. E un cortese rifiuto condito d' ideologia: «Mi spiace, compagno, ma da noi si dice che i passeri sono i proletari del cielo. E io non posso mangiare un proletario». Quando Forattini disegnava l' imborghesito Berlinguer a sorseggiare tè in vestaglia di seta, ben prima che arrivassero i cachemirini di Bertinotti, in Jugoslavia ci fu un comunista con stile che i re volevano alla loro tavola e le attrici di Hollywood andavano a incontrare. Uno che si permetteva d' ospitare la Royal Family britannica nelle campagne di Leskovac e accendere la carbonella del barbecue («Un' esperienza unica», commentò la regina Elisabetta, anno 1972), o d' invitare Sophia Loren a Brioni (1974) perché gli cucinasse due spaghetti al pomodoro. Infoibava e infornava. Reprimeva e riceveva. «Lui era il vero dandy del comunismo», dice Enzo Bettiza, il grande scrittore e giornalista d' origine dalmata e di destino liberale, che dal croato Tito si vide espropriare una casa di famiglia e che a Tito parlava senza interpreti: «Aveva il portamento d' un nobilastro mitteleuropeo, più che d' un comunista balcanico. Anche perché c' entrava poco col proletariato. Dopo il crollo della Jugoslavia, un giorno che pranzavo al club degli scrittori di Zagabria, me lo spiegarono: s' è mai chiesto perché Tito parlava così bene tedesco, tirava di scherma, suonava il piano, andava a cavallo, amava l' operetta, lo champagne e gli yacht? Perché, e questo a Zagabria s' è sempre sussurrato, in realtà era il figlio naturale d' un nobile croato». Tito il bon vivant. Tito il dandy rosso. Sarà anche per questo che crollata la Jugoslavia, (quasi) smaltita la sbornia del nazionalismo, una strana nostalgia attanaglia ora i Balcani. Nel ricordo di Josip Broz nascono ristoranti, fans club, siti web. Chi proclama su un terreno serbo di qualche ettaro la Titoslavia, chi lancia biancheria intima con la stella rossa. Un nipote del Maresciallo ha perfino imposto il copyright sul nome. L' ultimo fenomeno nelle librerie di Belgrado e di Zagabria è il Tito' s Cookbook, 255 pagine di retroscena e di meravigliose foto coi grandi di mezzo Novecento, di menù delle serate e d' istruzioni per cucinarli. Tranne Adenauer e de Gaulle, Tito incontrò tutti. Perché la locomotiva della rivoluzione titina, dove non bastava il carbone, andava a bicarbonato: il pollo al bacon di Kruscev (il più maleducato, ci fa sapere il cerimoniere di corte Branko Trbovic) e l' agnello ai funghi per lo scià (il più carismatico), la salsiccia di Willy Brandt e il montone alle cipolle con Saddam Hussein. La via lussuosa al socialismo includeva galanti colazioni con Joséphine Baker (involtini al formaggio) e Gina Lollobrigida (zuppa di pesce), Liz Taylor (tartare) e Jackie Kennedy Onassis (frutti di mare)... «Non si può dire che sia stato l' uomo più ricco del mondo - nota Bettiza - ma certo s' organizzò l' agio più grande del mondo, su un mare fra i più belli del mondo. Era un gran donnaiolo. Ivan Mestrovic, lo scultore, gli regalò la sua villa di Spalato: a Tito serviva per ricevervi il soprano del teatro locale, lontano dagli occhi della moglie Jovanka». La «Jugostalgia» non è nuova, «se si pensa che la Slovenia comunista era già allora più ricca della Calabria», ma secondo Bettiza «questa Tito-nostalgia, questo libro sono una novità soprattutto in Serbia dove, negli anni duri di Arkan, i miloseviciani forzavano la storia e quasi paragonavano Tito allo sterminatore Pavelic, rimproverandogli d' avere reso la Serbia debole in una Jugoslavia forte, d' avere concesso troppo agli albanesi del Kosovo, d' essere in definitiva un croato». Un postcomunista, anche, almeno a sfogliare il Tito' s Cookbook: aveva imparato a diffidare specialmente degli amici e se gradiva i cocktail Hemingway che gli preparava il compagno Fidel Castro, i limoni e l' acqua per il ghiaccio preferiva portarseli da casa; così come non si scandalizzava quando il caro leader Ceausescu, se veniva a trovarlo, esigeva esclusivamente bottiglie made in Romania. La dolce vita d' un non allineato richiedeva qualche cautela e a Belgrado, nel palazzo presidenziale, funzionò sempre un centro antiveleni che etichettava con due parole - «analizzato», «utilizzabile» - qualsiasi alimento. Una precauzione che risaliva alle colazioni con Stalin, non si sa se più pesanti per lo stomaco o per la politica: «Erano pur sempre regimi intrecciati con crimini, anche se Tito - dice Bettiza - non aveva verso il suo popolo la spietatezza d' un Ceausescu o d' un Castro. Nelle memorie di Micunovic, ambasciatore jugoslavo nella Mosca di Krusciov, si racconta che alla morte di Stalin una scrivania fu portata al museo. Sembrava vuota, ma da un cassetto spuntò un foglio. Appallottolato con rabbia. Era una missiva di Tito al dittatore sovietico. C' era scritto: "Lei mi ha mandato molti attentatori, ma sono stati tutti arrestati. Se ne mandassimo noi uno a Mosca, sono sicuro che tornerebbe a casa vivo"». Una vita, nelle parole di Bettiza, non basterebbe a raccontare la vicenda del dandy rosso: «Impegnata com' è a rivalutare Craxi, la sinistra italiana l' ha rimosso, dimenticato. Inspiegabile. Ci si rende conto di che cosa fermò? E di che cosa anticipò? Non si vergognava del lusso borghese e, nei limiti d' un Paese come quello, ne concedeva qualche briciola anche ai suoi jugoslavi. Un trotzkista da salotto come Bertinotti, un D' Alema con la barca avrebbero interesse a rivalutare questo compagno con stile. Tito fu un precursore dell' edonismo di sinistra. Resta un gigante. Perché è sempre meglio un politico in barca che un politico in chiesa».

Bettiza Enzo

Fonte: http://archiviostorico.corriere.it e http://www.youtube.com/user/SlovenskiPartizan2


Josip Broz Tito: La jugo-nostalgia dei croati!!!

Rimpianto di una migliore qualità della vita e espressione di appartenenza ad un comune milieu culturale, la jugo-nostalgia esula da una sfera unicamente politica e coinvolge vecchi e giovani. Che ora dicono: "Era meglio".
Neppure un mese fa, il 25 maggio, gente comune e ex combattenti partigiani hanno celebrato il compleanno di Josip Broz Tito, il presidente jugoslavo morto nel 1980, a Kumrovec, suo luogo di nascita. Ora, il 22 giugno prossimo, Zagabria ospiterà la presentazione del libro “Lessico della mitologia jugoslava”. I due eventi, apparentemente non collegati fra loro, dimostrano che una parte della popolazione croata continua a serbare una certa nostalgia per la Jugoslavia, il rimpianto per la vita nell’ex Stato dei Serbi, Croati, Bosniaci, Sloveni, Montenegrini, Macedoni e Albanesi.

Mentre il raduno nella Kumrovec di Tito, luogo che una volta rappresentava la meta obbligatoria di gite scolastiche, rappresenta una cerimonia quasi rituale dei rimanenti antifascisti, il libro che verrà presentato a Zagabria è una vera enciclopedia della jugo-nostalgia.

Uno degli editori, Đorđe Matić, di Zagabria, afferma che questo libro, piuttosto corposo, con le sue 400 pagine e quasi un migliaio di note, è un promemoria di ogni cosa che i cittadini della ex Jugoslavia ricordano ancora oggi con rimpianto a proposito dei suoi 50 anni di esistenza. Tra le mille voci del “Lessico della Mitologia Jugoslava” ci sono notizie sulla prima macchina jugoslava, la italiana Fiat 750, costruita sotto licenza; i viaggi a Trieste per comprare beni dell’Europa occidentale che non si potevano trovare nei negozi della Jugoslavia; i primi gruppi rock jugoslavi; le vacanze di massa nelle residenze estive dei lavoratori, i viaggi delle squadre di lavoro giovanili, e personalità come quella del presidente Tito.

La nostalgia per la Jugoslavia è davvero così diffusa nella società croata odierna? La questione è stata nuovamente sollevata quando i voti della Croazia hanno assegnato il massimo dei punti alla canzone della Serbia e Montenegro al festival della canzone Eurovision, che si è tenuto a Istanbul all’inizio di maggio.

Se una cosa simile fosse capitata solo 5 o 6 anni fa, durante la presidenza di Franjo Tuđman, si sarebbero avute grandi reazioni da parte dei politici e commenti sui giornali e le televisioni controllati dal governo, che avrebbero definito l’episodio come un tradimento. Allo stesso tempo, si sarebbe lanciata una battaglia contro le “forze non ancora sconfitte” che rifiutano di vedere la Croazia come un Paese autonomo, sovrano e indipendente, e che invece cercano di restaurare la Jugoslavia.

In effetti, la jugo-nostalgia era considerata più o meno come tradimento durante il governo autocratico del presidente croato Franjo Tuđman (1990-1999). La paranoia di Tuđman aveva portato a cambiare i nomi delle squadre di calcio, anche se i tifosi della popolarissima “Dinamo” di Zagabria, il cui nome era stato cambiato in “Croazia”, continuavano a gridare il “sacro nome di Dinamo” durante le partite. Tuđman aveva detto loro che se volevano tifare la Dinamo era meglio se si trasferivano nella cittadina jugoslava di Pančevo, che aveva una squadra con lo stesso nome.

Ogni qualvolta ci fosse stata una espressione pubblica di rimpianto nei confronti di qualcosa che era bello nella Jugoslavia – fossero anche state cose assolutamente non minacciose come la musica o il cinema – lo si etichettava come jugo-nostalgia. Uno jugo-nostalgico era meritevole di disprezzo e persona non gradita nella società croata.

E tuttavia, il fatto che oggi i Croati abbiano attribuito il massimo dei punti proprio alla canzone della Serbia e Montenegro non ha causato particolare turbamento. Allo stesso modo, ora non c’è più molto trambusto rispetto alle magliette con l’immagine di Josip Broz Tito che vengono vendute in molti mercati in Croazia.

“Le magliette sono acquistate soprattutto dalla generazione più giovane, quelli che non erano neppure nati quando Tito è morto - ci dice un venditore al mercato di Osijek, la quarta città più grande della Croazia, nel nord est del Paese. Vedono queste magliette così come noi vedevamo quelle con il volto di Che Guevara, dice il negoziante, il cui commercio sembra andare bene.”

“I film serbi si vendono bene - dichiara il proprietario di una videoteca di Vukovar, la città croata che ha più patito durante la guerra tra Croazia e Jugoslavia nel 1991, e che è oggi considerata come un simbolo della sofferenza della Croazia. Io credo che si tratti di jugo-nostalgia. La gente si sente più vicina a questi film che a quelli stranieri. Capiscono la lingua, e le situazioni affrontate sono simili a quelle che vedono nel proprio Paese.”

Dražen Lalić, noto sociologo di Zagabria, ha un’opinione simile: “La jugo-nostalgia è un sentimento molto comune in un segmento della popolazione, e non solo tra i più anziani, ma anche tra i più giovani. Questi ultimi, tuttavia, lo sentono solamente a livello culturale, e non politico”, spiega Lalić. “Dopo una lunga insistenza sul fatto che la Croazia appartiene esclusivamente al milieu culturale della Europa centrale e mediterranea, ora diventa sempre più evidente che, prendendo in considerazione lo stile di vita dei propri cittadini, la mentalità, i simboli e tutto quanto costituisce la cultura, la Croazia appartiene anche al milieu culturale balcanico. E noi associamo questo con la Jugoslavia, così che tutti quelli che sentono come proprio questo milieu – perché ne comprendono la lingua e la vicinanza culturale – vengono definiti jugo-nostalgici.”.

Lalić sostiene che gli jugo-nostalgici politici comprendono un numero poco significativo di anziani e di persone che hanno perso le proprie posizioni politiche al momento della divisione del Paese. Oggi, ricorda Lalić, le persone di questo tipo sono molto poche.

“La jugo-nostalgia esiste, ma la gente non rimpiange la Jugoslavia come ex Stato; rimpiangono la qualità della vita di cui lì potevano godere. Credono che la vita fosse molto migliore in Jugoslavia – erano più sicuri, avevano uno standard di vita superiore, un lavoro sicuro e un miglior sistema sanitario di quello che hanno ora” - afferma Milanka Opačić, 36 anni, vice presidente del partito socialdemocratico (SDP), un partito che i nazionalisti accusavano di tendenze pro jugoslave mentre era al potere nel corso degli ultimi 4 anni.

Le parole della nota esponente politica della giovane generazione riecheggiano in quelle di Josip Horvat, un pensionato, che lavorava per la grande ditta di Zagabria “Rade Končar”.

“Avevo un lavoro sicuro, una cosa che i miei figli non hanno; non dovevo pagare per la assicurazione medica addizionale, cosa che i miei figli invece devono fare; potevo camminare per Zagabria nel mezzo della notte, senza preoccuparmi del fatto che qualcuno avrebbe potuto derubarmi, cosa che ora invece neppure oso fare. Era meglio, la vita era più semplice e non c’erano così tanta criminalità e furti - dice Horvat.”

I politici e i media croati non spaventano più il pubblico con la possibilità di una restaurazione della Jugoslavia, come durante i tempi di Tuđman. La Croazia si sta avvicinando alla Unione Europea, nella quale spera di entrare nel 2007, insieme a Bulgaria e Romania. La Jugoslavia viene ora considerata come un qualcosa di andato per sempre, un tentativo politico fallito impossibile da resuscitare. Questo è il motivo per cui i rimanenti jugo-nostalgici in Croazia sono ormai considerati come dei romantici, non dei nemici dello Stato, come durante il periodo del governo del nazionalista Franjo Tuđman.

Fonte: http://www.osservatoriobalcani.org

Tribute to Josip Tito Broz...Nostalgia di Tito, riappare la scritta gigante!!!

Le dico: «Nonna, sai che è tornata la scritta Na Tito sul monte Sabotino?». Mia nonna stacca un attimo lo sguardo da Domenica in e mi risponde: «E dov' è il monte Sabotino?». Na Tito invece sa cosa significa. Lei, istriana di Orsera, sposa di un cannoniere della Marina che si è portato il ritratto di Mussolini fino a Trieste, lei italianissima figlia di contadini italianissimi, sa comunque cosa significa. Quell' espressione era dentro le canzonette che cantavano i drusi quando scendevano in paese a far baldoria. Le sue figlie - mia madre, mia zia - le canticchiavano anche in casa, per la felicità di mio nonno. Na Tito, Na Tito, nostro Tito. «Tito non era nostro, ma tua zia si tirava dietro tua madre (tu mare) alle feste, non se ne perdevano una, ballavano come matte». I miei nonni sono partiti per Trieste nel ' 49. Non erano certo dei simpatizzanti di Tito, ma non sono fuggiti, non sono stati scacciati. Se ne sono andati perché mia madre si era ustionata un piede e in più di sette mesi non avevano trovato un medico in grado di curarla. Ecco cosa ricorda mia nonna «fascista», ricorda la miseria, l' arretratezza di quei primi anni di regime titino, non la furia genocida, non le foibe. Le foibe sono una sciagura umana, vanno riesplorate, raccontate, analizzate nei libri di storia, ma non rappresentano che in minima parte i rapporti tra la popolazione italiana e quella iugoslava, né dell' epoca né di oggi. Esattamente come non li rappresenta il nostalgico revanscismo di quella cinquantina di sloveni che notte tempo hanno ricostruito, masso dopo masso, la scritta che grida - un po' striscione ultras, un po' HOLLYWOOD sulle colline di Los Angeles - il suo intransigente bagliore verso Gorizia. Decine e decine di pietre del peso di cinquanta chili l' una, ridisposte con cura certosina sulla parte meno cespugliosa della pendice Sud, per un' estensione di venticinque metri di altezza e cento di lunghezza. Un lavoro che sa tanto di risposta, di replica: sul monte Sabotino prima c' era un' innocua sigla SLO, composta il 25 giugno scorso per celebrare l' indipendenza della Slovenia. Ma prima non c' erano neanche i rigurgiti pseudo-foibologisti delle fiction televisive, non c' erano neanche le strumentalizzazioni di un dramma misteriosamente rimosso per cinquant' anni tanto da sinistra che da destra. Il «Cuore nel pozzo» è stato trasmesso anche dalla tv slovena. I sindaci del litorale sloveno stanno preparando un documento di condanna per come sono stati raccontati i fatti. E' ovvio - si tratta dell' ovvietà dei comportamenti umani - che qualche partigiano titino, di quelli che cantavano alle feste con mia zia e mia madre senza aver mai infoibato nessuno, finisse per alzarsi dal divano, spegnere la tv e tornare nei boschi a riscoprir vessilli. Na Tito, Na Tito. Questa terra di tutto ha bisogno tranne che di rivangare, sarebbe bene che i cantori della memoria (fino a ieri smemorati) lo tenessero a mente. I problemi veri sono quelli del presente. Sono, semmai, quelli della nostra omologazione, non della nostra diversità. Se uno si fa un giretto per i casinò di Nova Gorica, così sinistramente uguali a una qualsiasi delle nostre aree suburbane di svago, trova i pescatori di vongole di Chioggia, i mobilieri di Oderzo, i giocatori veneti, i poveri coi soldi, modelli di riferimento per i giovani sloveni, che pensano alla nuova fratellanza europea come via d' accesso per quel tipo di benessere, quel tipo di felicità. Certo, una fiction ambientata sulle Alpi Giulie di oggi sarebbe meno eroica, gronderebbe meno sangue, risulterebbe senz' altro meno seguita, ma magari aiuterebbe a capire di più chi siamo, cosa siamo diventati. Oggi la vanga non serve e quella scritta sul monte sarà presto mangiata dalle piogge. Riconsegno mia nonna a Domenica in e me ne vado con la convinzione che il monte Sabotino meriterebbe un film di Kusturica - con il prima e il dopo, con le scritte di pietre e il ritratto di Mussolini nel cassetto di mio nonno, con i drusi, mia zia, mia madre che ballano in piazza a Orsera - ecco cosa meriterebbe questo pezzettino d' Europa, più di mille ricostruzioni ad uso propagandistico. www.maurocovacich.it Le tappe 1945 Finita la Seconda guerra mondiale, nasce la Repubblica popolare e federale della Jugoslavia con a capo Josip Broz, detto Tito (nella foto): la Slovenia vi aderisce come repubblica federata 1991 Nella primavera del ' 90 la Slovenia è la prima Repubblica jugoslava a indire elezioni libere e a porre fine a 45 anni di comunismo. In seguito a un referendum, il 25 giugno 1991, proclama la sua indipendenza. L' anno dopo il nuovo Stato è riconosciuto dalla Comunità europea 2004 Il 16 aprile 2004 la Slovenia firma ad Atene la sua adesione all' Unione europea. Il 1° maggio ne entra a far parte a tutti gli effetti insieme ad altri nove Paesi LA STORIA E LA BEFFA

Covacich Mauro


Pagina 18
(21 marzo 2005) - Corriere della Sera

Fonte: http://archiviostorico.corriere.it

Forever Hero [Tito - Yugoslavia] - EX JUGOSLAVIA: CON CRISI CRESCE NOSTALGIA PER TITO!!!

(di Franco Quintano) (ANSA) - BELGRADO, 22 APR - A quasi trent'anni dalla morte, la figura di Jozip Broz Tito appare piu' popolare che mai in tutti i Paesi della ex Jugoslavia dove - complice la sfiducia e lo scoraggiamento legati alla crisi economica - si assiste a un fenomeno di autentica nostalgia nei confronti del maresciallo che guido' con la mano forte e con successo la Jugoslavia dalla fine della seconda guerra mondiale fino alla sua morte, il 4 maggio 1980. Proprio ieri le autorita' di Lubiana, la capitale slovena, hanno deciso di intitolare nuovamente a Tito una delle strade principali della citta' che nel 1991, con la proclamazione dell'indipendenza, era stata battezzata 'Via della Slovenia'. Strade e piazze intitolate a Tito restano a Belgrado (Serbia), Zagabria (Croazia), Podgorica (Montenegro), Sarajevo (Bosnia-Erzegovina), in Macedonia. A Belgrado riscuotono successo anche due iniziative turistico-rievocative: un giro attraverso i luoghi legati alla vita e all'attivita' del maresciallo, e un viaggio in treno, nel corso di un intero weekend, a Uzice (170 km a sudovest della capitale), principale centro del primo territorio in Europa liberato nel 1941 dall'occupazione nazista, grazie a Tito. Sempre nella capitale serba e' in corso una mostra, con grande afflusso di visitatori da tutta la ex Jugoslavia, dove sono in visione oggetti, ritratti e doni offerti a Tito (sia quando era in vita sia anche dopo la sua morte) da personalita' politiche, organizzazioni di lavoratori e semplici cittadini, desiderosi di esprimere la loro ammirazione e riconoscenza per quella che viene ritenuta la saggia guida politica del maresciallo. Una mostra - come ha spiegato all'ANSA la curatrice Marina Dokmanovic - ''che parla non solo di Tito ma anche di noi, dei cittadini dell'intera ex Jugoslavia, di come eravamo e di come ci comportavamo allora''. ''Con te sono andati via tutti i vantaggi che avevamo: la sicurezza, il lavoro, la casa, i generi alimentari, i viaggi, una vita migliore'', si legge su un tessuto ricamato a mano da una ammiratrice di Tito, in visione alla mostra, intitolata 'Effetto Tito'. ''Sono nata nel 1945, sono cresciuta con Tito e con la nostra bellissima Jugoslavia che non potro' mai dimenticare. Sono felice che qualcuno ancora si ricorda del nostro amato compagno Tito'', ha scritto una visitatrice sul registro del pubblico. Non lontano dal Museo e dalla mostra - nel quartiere residenziale di Dedinje - si trova la Casa dei Fiori, un edificio moderno all'interno di un grande parco, con lo studio privato del maresciallo. E' li' che e' situata la tomba di Tito, morto a 88 anni (era nato il 25 maggio 1892). ''Non e' solo nostalgia. La gente ha capito quali erano i valori e l'aspetto umano della vita ai tempi di Tito. Allora tutti avevano un lavoro, non c'era disoccupazione. Con Tito potevamo viaggiare senza problemi, oggi noi serbi abbiamo bisogno del visto. Mi creda, allora stavamo sicuramente meglio'', dice convinta Mira Tokanovic, presidente del minuscolo partito comunista jugoslavo, venuta a deporre una corona di fiori sulla tomba di Josip Broz Tito. (ANSA). Y1Y-QN
22/04/2009 17:38

Fonte: http://www.ansa.it

Ahmadinejad criticism of Israel sparks UN walkout en masse...

Dozens of delegates have walked out of a United Nations conference on racism after Mahmoud Ahmadinejad, Iran's president, described Israel as a "racist government".

Ahmadinejad told delegates at the summit in Switzerland on Monday, that after the Second World War the United States and other nations had established a "cruel, oppressive and racist regime in occupied Palestine".

"The UN security council has stabilised this occupation regime and supported it in the last 60 years giving them a free hand to continue their crimes," he told delegates at the Durban Review Conference hall in Geneva.

Dozens of diplomats from countries including Britain and France left the hall in protest as he made the remarks.

Ahmadinejad also asked the conference: "What were the root causes of the US attacks against Iraq or invasion of Afghanistan?

"The Iraqi people have suffered enormous losses ... wasn't the military action against Iraq planned by the Zionists ... in the US administration, in complicity with the arms manufacturing companies?".

Many delegates who remained in the hall applauded Ahmadinejad's comments.

At least three demonstrators, dressed as clowns and shouting "racist, racist," were expelled as Ahmadinejad began to speak.

Alan Fisher, Al Jazeera's correspondent at the conference, said Ahmadinejad had reiterated his views on Israel, especially over its 22-day war on Gaza.

He said: "At the time [of the offensive] he said what was going on in Gaza was a genocide ... this was an opportunity for him to say that at a world forum.

"There are people in the hall who believe that what Ahmadinejad was saying is correct - that is why there is such a split here."

Alireza Ronaghi, Al Jazeera's correspondent in Tehran, said: "Ahmadinejad's words are being criticised in Iran, not just among the youth, but among the different political factions.

"This is the exact attitude he has been criticised for some time."

"Even among the conservatives they have said such remarks are totally uncalled for."

Nicolas Sarkozy, the French president, condemned Ahmadinejad's "speech of hate" and called for a "firm and united" reaction from the European Union.

Jonas Gahr Store, Norway's foreign minister, said the Iranian leader's comments had "run counter to the very spirit of dignity of the conference ... he made Iran the odd man out".

The speech by Ahmadinejad, who is a frequent critic of Israel and has cast doubt on the extent of the killing of Jews during the Second World War, coincided with Holocaust Remembrance Day in Israel, which begins at sundown on Monday.

The United States, Canada, Israel, Australia, New Zealand, Germany, Poland and the Netherlands, had earlier said they would not attend the conference amid fears Ahmadinejad would use the summit to propagate anti-Semitic views.

Washington also said it believed a draft text to be discussed was overly critical of Israel and its treatment of the Palestinians.

Opening the five-day summit earlier, Ban Ki-Moon, the United Nation's secretary general, said he was "profoundly disappointed" that some western countries were not attending, but also condemned those who sought to deny or minimise the extent of the Holocaust.

He said: "Some nations who by rights should be helping us to forge a path to a better future are not here ... I deeply regret that some have chosen to stand aside."

Israel had withdrawn its ambassador to Switzerland in protest over a meeting between Ahmadinejad and Hans-Rudolf Merz, his Swiss counterpart.

The UN organised the summit to help heal the wounds left by its last racism conference in Durban, South Africa, in 2001, when the US and Israel walked out after Arab states sought to define Zionism as being racist.

Barack Obama, the US president, announcing his administration's decision not to attend the conference, said Washington wanted a "clean slate" before tackling race and discrimination issues at the UN.

Several Muslim nations at the summit called for moves to prevent perceived insults to Islam, which they say have proliferated since the attacks on the US on September 11, 2001.

Fonte: http://www.youtube.com/user/MiddleEastNews

Consuete falsità del TG5; Ahmadinejad, Israele razzista e le solite reazioni...

"Dopo la Seconda Guerra Mondiale hanno fatto ricorso alle aggressioni militari per privare della memoria un'intera nazione col pretesto della sofferenza ebraica", ha detto il presidente iraniano, le cui parole sono state tradotte da un interprete.

"E hanno inviato immigrati dall'Europa, dagli Stati Uniti e da altre parti del mondo al fine di stabilire un governo totalmente razzista nella Palestina occupata", ha aggiunto.

"E, di fatto, come indennizzo per le terribili conseguenza del razzismo in Europa, hanno contributo a portare al potere il più crudele e repressivo regime razzista in Palestina".

"La parola sionismo personifica il razzismo che falsamente fa ricorso alla religione e insulta i sentimenti religiosi per nascondere il suo volto di odio", ha detto Ahmadinejad.

Fonte: http://www.youtube.com/user/egoticness

MILANO - All'indomani dell'attacco sferrato dal presidente iraniano, Mahmud Ahmandinejad, nel corso della conferenza di Ginevra sul razzismo, Israele commemora la Shoah, l'olocasusto che vide vittime sei milioni di ebrei nei campi di sterminio nazisti, con due minuti di silenzio nel corso dei quali l'intero Paese si è fermato. Alle 10 in punto (le 9 in Italia) tutte le persone hanno interrotto le proprie attività e si sono bloccate in mezzo alla strada, rimanendo immobili in raccoglimento. Le cerimonie in Israele per l'annuale giornata del ricordo dell'Olocausto sono iniziate al tramonto di ieri sera e si concluderanno al tramonto di martedì. A Gerusalemme le parole pronunciate dal presidente iraniano a Ginevra hanno suscitato vive proteste. Dall'ex campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau, nel sud della Polonia, il vice premier di Israele Silvan Shalom contrattacca Ahmandinejad e il governo di Teheran: «L'Iran - dice Shalom - è come la Germania di Hitler».

AHMADINEJAD IN TRIONFO - Ahmadinejad, nel frattempo ha avuto un'accoglienza da eroe al ritorno stamane a Teheran dopo la sua partecipazione alla conferenza Onu, la cosiddetta «Durban 2». Al presidente iraniano sono stati offerti fiori e una folla di studenti militanti fondamentalisti ha gridato ripetutamente lo slogan «Morte all'America». «Prenderò parte a tutte le conferenze internazionali - ha affermato Ahmadinejad - nonostante il volere dell'Occidente». «Quella gente grida slogan sulla tolleranza degli oppositori e sulla libertà di parola - ha detto ancora Ahmadinejad - ma insulta l'onore delle nazioni e i valori divini». Il presidente iraniano ha affermato che i Paesi occidentali «non hanno tollerato una parte delle parole di chi si oppone loro». «Questa - ha concluso - è la natura del pensiero disumano del liberalismo».

LA SANTA SEDE DEPLORA GLI ESTREMISMI - La Santa Sede, in un comunicato, ha ribadito che il Forum dell'Onu deve servire a «dialogare insieme». Di conseguenza «deplora l'utilizzazione di questo Forum dell'Onu per assumere posizioni politiche, estremiste e offensive, contro qualsiasi Stato». Assumere posizioni offensive - rimarca la nota, firmata dalla Sala Stampa della Santa Sede, «non contribuisce al dialogo e provoca una conflittualità inaccettabile». «Si tratta, invece, di valorizzare tale importante occasione - si legge nel comunicato - per dialogare insieme, secondo la linea di azione che la Santa Sede ha sempre adottato, in vista di una lotta efficace contro il razzismo e l'intolleranza che ancor oggi colpiscono bambini, donne, afro-discendenti,migranti, popolazioni indigene, ecc. in ogni parte del mondo». «La Santa Sede, mentre rinnova l'appello del Papa, assicura che con tale spirito la sua Delegazione è presente e lavora alla Conferenza». Nella nota si ricorda che Benedetto XVI ha parlato domenica dell'incontro dell'Onu. «Formulo i miei sinceri voti affinchè -aveva detto all'Angelus in piazza San Pietro - i delegati presenti alla Conferenza di Ginevra lavorino insieme, con spirito di dialogo e di accoglienza reciproca, per mettere fine ad ogni forma di razzismo, di discriminazione e intolleranza, segnando così un passo fondamentale verso l'affermazione del valore universale della dignità dell'uomo e dei suoi diritti, in un orizzonte di rispetto e di giustizia per ogni persona e popolo».

21 aprile 2009(ultima modifica: 22 aprile 2009)

Fonte: http://www.corriere.it/

GINEVRA - AHMADINEJAD DEFINISCE ISRAELE GOVERNO RAZZISTA E UE ABBANDONA LA SALA!!!

rappresentanti degli Stati dellUnione europea hanno abbandonato la sala in cui si sta svolgendo la conferenza Onu sul razzismo a Ginevra nel momento in cui il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, nel suo intervento, si è riferito allo stato di Israele (pur senza mai pronunciarne il nome) come ad un governo razzista.
Nel suo discorso il presidente Ahmadinejad ha criticato listituzione di un governo razzista in Medio Oriente dopo il 1945, alludendo chiaramente a Israele. Ma il presidente Ahmadinejad ha ricevuto anche applausi dalla platea: la prima volta quando ha accusato gli Stati occidentali di essere rimasti in silenzio di fronte ai crimini commessi da Israele a Gaza e la seconda volta quando ha detto che occorre rivedere le organizzazioni internazionali e il loro modo di lavorare. Consensi al presidente iraniano sono arrivati anche quando ha parlato della crisi economica mondiale sottolineando che continua ad aggravarsi e non ci sono speranze che possa essere superata.
Poco prima, nel momento in cui il capo di stato iraniano ha preso la parola davanti ai delegati, almeno tre manifestanti con parrucche multicolori e nasi rossi da clown hanno gridato razzista, razzista allindirizzo di Ahmadinejad.
I tre sono stati espulsi dalla sala delle conferenze.
La lotta al razzismo è una priorità per Italia e Germania, nonostante i due partner europei abbiano deciso di boicottare la conferenza internazionale contro il razzismo. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Franco Frattini, in una conferenza stampa con il collega tedesco Frank-Walter Steinmeier al termine di un bilaterale a Berlino.
La nostra assenza (dalla conferenza, ndr) vuol dire evitare che un testo che non condividiamo sia utilizzato per veicolare messaggi sbagliati, ha precisato il titolare della Farnesina, aggiungendo che Germania e Italia sono fortissimamente impegnate nella lotta al razzismo e contro ogni forma di discriminazione.
È necessaria una estrema fermezza dell Unione europea ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy, definendo il discorso del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad alla conferenza Onu sul razzismo a Ginevra un appello intollerabile allodio razziale.

Fonte: http://www.youtube.com/user/neoumanesimo

Ahmadinejad provoca lo sdegno dei delegati europei alla conferenza Onu contro il razzismo: nuovo attacco del leader iraniano!!!

TEHERAN
Ha preso il via a Ginevra la terza giornata di lavori della Conferenza dell’Onu sul razzismo (Durban 2) dopo l’approvazione per acclamazione - ieri con tre giorni di anticipo - del documento finale per ribadire la lotta a tutte le forme di intolleranza con un richiamo al piano delineato dalle Nazioni Unite otto anni fa a Durban. In mattinata sono attesi gli interventi, tra gli altri, dei delegati di Gran Bretagna, Francia e Svezia, che parlerà a nome dell’Ue in veste di prossimo presidente di turno, dal momento che la delegazione della Repubblica Ceca (attuale presidente dei 27) due giorni fa ha deciso di lasciare definitivamente i lavori della Conferenza come «risposta al discorso del presidente iraniano Ahmadinejad nel quale si descrive Israele come un Paese con un governo razzista».

Oggi c'è stato un nuovo attacco del leader iraniano, Mahmoud Ahmadinejad che, in una conferenza a Teheran, ha nuovamente denunciato Israele di aver messo in atto contro i palestinesi una «pulizia etnica», e di aver compiuto «atti brutali». Ahmadinejad ha ribadito che quello di Israele a Gaza è stato un «genocidio» e che i «criminali» dovranno essere puniti. «Dovranno - ha detto il leader iraniano - dare conto di tutta la loro brutalità».

Ahmadinejad ha quindi ribadito di aver chiesto all’Interpol l’arresto di 25 «criminali di guerra sionisti». «La Repubblica islamica - ha detto - si aspetta da loro che ottemperino i loro doveri legali». Le dichiarazioni di Ahmadinejad arrivano all’indomani delle forti accuse lanciate dal leader iraniano dalla platea della conferenza Onu sul razzismo a Ginevra in cui Ahmadinejad aveva denunciato Israele di essere «un governo totalmente razzista» fondato «sul pretesto della sofferenza israeliana». Affermazioni che avevano profondamente irritato i delegati europei, usciti dalla sala. Lo stesso presidente Usa aveva definito le dichiarazioni del presidente iraniano «spaventose e criticabili».

La conferenza sul razzismo delle Nazioni Unite in questi giorni avrebbe segnato una sconfitta di Israele, secondo il Presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, che lunedì era intervenuto a Ginevra, unico capo di stato a farlo. Israele, ha detto, «uccide innocenti, costruisce bombe atomiche, usa la questione dei diritti umani per giustificare le sue azioni disumane come fa con l’Olocausto».

Ahmadinejad ha inoltre spiegato di «aver respinto» la raccomandazione del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, a tenere un discorso dai toni morbidi dalla platea della conferenza di Ginevra. «Gli abbiamo risposto se ci stava chiedendo di non parlare dei crimini di Gaza, degli attacchi contro i nostri paesi vicini, e del terrore dei palestinesi. Se non possiamo parlare di queste cose a una conferenza dell’Onu, dove dobbiamo farlo?».

«Gli israeliani volevano dare una nuova definizione di razzismo ma per la prima volta la libertà delle nazioni e dei governi ha neutralizzato i suoi piani diabolici e ha vinto», ha dichiarato Ahmadinejad, dopo aver incontrato a Teheran un gruppo di magistrati.

Fonte: http://www.lastampa.it

ONU - Ahmadinejad infiamma Durban 2 - Rappresentati Paesi dell'Ue lasciano la sala a Ginevra...

(ANSA) - GINEVRA, 20 APR - Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, attacca Israele nel suo intervento alla Conferenza dell'Onu sul razzismo a Ginevra. Ahmadinejad ha criticato l'insediamento di un ''governo razzista'' in Medio Oriente dopo il 1945, alludendo chiaramente allo stato di Israele, senza pero' mai nominarlo. Alle sue parole, i rappresentanti degli Stati dell'Unione europea - quelli presenti ai lavori, Italia e Germania non ci sono- hanno abbandonato la sala.


Usa, discorso Ahmadinejad odioso, fa una grave ingiustizia al popolo iraniano

(ANSA) - NEW YORK, 20 APR - Il discorso del presidente Ahmadinejad alla conferenza sul razzismo di Ginevra e' stato ''vile'' e ''odioso''. Lo ha detto l'incaricato d'affari americano all'Onu, Alejandro Wolff. ''Non posso usare altra parola che vergognoso'', ha detto. Ahmadinejad ha accusato Israele di aver creato un ''regime razzista, repressivo e crudele''. Secondo Wolff il discorso ''fa una grave ingiustizia alla nazione iraniana e al popolo iraniano''.

SKYTG24: http://www.youtube.com/

Mahmud Ahmadinejad ha attaccato Israele denunciando la "formazione di un governo razzista in Medio Oriente" e i delegati dell'Unione europea hanno reagito lasciano la Conferenza di Ginebvra 'Durban 2', già disertata da molte delegazioni occidentali.

Poco prima, nel momento in cui il capo di stato iraniano ha preso la parola davanti ai delegati, almeno tre manifestanti con parrucche multicolori e nasi rossi da clown hanno gridato "razzista, razzista" all'indirizzo di Ahmadinejad. I tre sono stati espulsi dalla sala delle conferenze.





Sarkozy: necessaria estrema fermezza dell'Ue
E' necessaria una "estrema fermezza" dell' Unione europea. Lo ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy, definendo il discorso del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad alla conferenza Onu sul razzismo a Ginevra un "appello intollerabile all'odio razziale".

Kouchner: nessun compromesso possibile
"Nessun compromesso è possibile", dopo le dichiarazioni anti-Israele pronunciate dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad alla conferenza Onu sul razzismo a Ginevra, ha dichiarato il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner. "Avevo avvisato che la Francia non avrebbe tollerato l'uso della conferenza per delle dichiarazioni d'odio", ha sottolineato Kouchner. "Così, seguendo le mie istruzioni, il nostro ambasciatore Onu a Ginevra, Jean-Baptiste Mattei, ha abbandonato la sala con i suoi colleghi europei e numerose altre delegazioni". "Spero - ha osservato il capo della diplomazia francese - che questo gesto di protesta faccia riflettere la comunità internazionale: in nome della protezione dei diritti umani e della lotta contro tutte le forme di razzismo le nazioni devono unirsi contro tutte le dichiarazioni di odio".

Israele critica Ban Ki-moon per l'incontro con Ahmadinejad
Israele ha deplorato oggi il faccia a faccia tra il segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon, e il presidente dell'Iran, Mahmud Ahmadinejad, a margine della conferenza di Ginevra sul razzismo.

"E' deplorevole che il segretario generale dell'Onu abbia creduto bene di incontrare il piu' grande negazionista d'oggi (Ahmadinejad), il quale e' alla testa di un Paese membro dell'Onu che invoca la distruzione di un altro Paese (Israele) pure membro dell'Onu, nel giorno della commemorazione della Shoah", si legge in una nota del ministero degli Esteri israeliano. Nella nota si sottolinea inoltre che "sarebbe meglio" se tutti "i dirigenti della comunità internazionale si astenessero dall'incontrare" il presidente iraniano.

Nelle ore precedenti Israele aveva protestato in modo ancor più vigoroso contro l'accoglienza fastosa riservata ad Ahmadinejad a Ginevra dal presidente svizzero, Hans Rudolf Merz, richiamando il proprio ambasciatore a Berna per consultazioni.

Ahmadinejad: "arrogante ed egoista" chi non è venuto
Mahmoud Ahmdinejad ha accusato i Paesi che hanno boicottato la conferenza Onu sul razzismo di Ginevra di essere "arroganti ed egoisti".

Tra quanti hanno deciso di non partecipare Israele, che è stata nuovamente attaccata dal presidente iraniano, l'Italia e gli Stati Uniti.

Fonte: http://www.rainews24.rai.it

Il nuovo Iran di Amadinejad...

Nello scorso mese di giugno si sono svolte in Iran le elezioni presidenziali. A sorpresa, ha prevalso l’ex sindaco di Teheran, Mahmoud Ahmadinejad, superando nel ballottaggio il favorito Akbar Hashemi Rafsanjani, che già aveva ricoperto la carica di presidente della repubblica negli anni dal 1989 al 1997. Dopo lo spoglio delle schede, lo sconfitto ha rivolto pesanti accuse di brogli elettorali, sostenendo che il Ministero della Cultura, la Guardia rivoluzionaria ed il Basiji (la milizia volontaria nazionale) avevano favorito lo sfidante grazie ad una campagna denigratoria dell’immagine sua e della sua famiglia orchestrata utilizzando denaro pubblico ed istituzioni statali; tuttavia, il Consiglio dei Guardiani, cioè la corte costituzionale chiamata a sovrintendere alle elezioni, ha minimizzato la portata delle accuse chiudendo definitivamente la partita.

Il risultato elettorale è stato presentato dalla stampa come il prodotto dello scontro fra il pragmatico conservatore Rafsanjani che aveva promesso aperture economiche, l’intensificazione dei rapporti con l’Occidente e riforme democratiche, e l’ultraconservatore ortodosso ed estremista Ahmadinejad, custode dei valori e degli ideali della rivoluzione khomeinista del 1979. La realtà, però, è, come spesso accade, un po’ più complessa di quella tratteggiata da una schematizzazione giornalistica.

Il quadro sociale e politico delle elezioni

Tra i mille e più che avevano presentato la propria candidatura, il Consiglio dei Guardiani ha dischiuso le porte della competizione a soli otto fedeli servitori della repubblica islamica, di cui tre riformatori e cinque conservatori. Il primo turno ha visto prevalere da un lato Rafsanjani, in partenza dato per favorito, e dall’altro l’outsider Ahmadinejad, sconosciuto ai più fino a quando non era diventato sindaco di Teheran e giunto al ballottaggio prevalendo per un soffio su candidati più accreditati di lui. I sondaggi davano vincente l’ex presidente, ma l’esito finale del voto ha sorprendentemente ribaltato tutte le previsioni.

Rafsanjani ha, innanzitutto, pagato la sostanziale astensione del fronte moderato, che non ha mostrato la necessaria compattezza. Benché godesse dell’appoggio delle classi medie, dei settori imprenditoriali e del mondo degli affari, è stato abbandonato da consistenti fasce del blocco sociale riformista che l’hanno più o meno apertamente boicottato a causa della sua fama di corrotto, nonostante gli inviti della stampa moderata a convergere su di lui. Ed a nulla gli è valso l’espresso sostegno dell’establishment politico statunitense ed europeo che confidava in una sua vittoria per incrementare massicciamente gli affari con il paese islamico: “I riformatori dovrebbero smettere di parlare di boicottare la consultazione e votare invece per l’ex presidente. Rafsanjani è la scelta migliore sia per il paese sia per il resto del mondo, soprattutto se mantiene le promesse di avviare un dialogo con gli Stati Uniti” (Los Angeles Times).

Con Ahmadinejad, invece, si sono schierate le classi povere, i disoccupati e gli emarginati che non hanno goduto della ricchezza che il petrolio, con le sue enormi entrate valutarie, ha portato solo ad alcuni settori sociali. Quelle stesse classi subalterne che, anche in odio all’affarismo ed alla corruzione sempre più presenti nella vita politica del paese, sono state spaventate dagli annunciati piani di privatizzazioni da parte di Rafsanjani, che, com’è ovvio, avrebbero indebolito la rete di tutele a protezione dei deboli. A ciò si aggiunga il disgusto per quella nomenclatura cresciuta nel regime teocratico iraniano e considerata traditrice degli ideali della rivoluzione. In Ahmadinejad le classi subalterne hanno visto un paladino in grado di sconfiggere le corrotte élite di governo e di combattere la povertà sempre più diffusa nonostante gli enormi profitti derivanti dalle vendite di petrolio; e, benché abbia goduto del sostegno esplicito della Guida suprema della rivoluzione, l’ayatollah Ali Khamenei, e della Guardia rivoluzionaria, il nuovo presidente - un laico di 49 anni - è stato percepito come una figura estranea al regime clericale. Così, oggi l’Iran, per la prima volta dal 1981 (da quando, cioè, Bani Sadr venne deposto), ha di nuovo un presidente non appartenente al clero sciita.

Chi è Ahmadinejad

Figlio del popolo - il padre era un maniscalco - Mahmoud Ahmadinejad ha costruito la propria figura pubblica soprattutto come sindaco di Teheran distinguendosi per la chiusura di centri culturali e per aver imposto restrizioni anche nell’abbigliamento agli impiegati comunali, così alimentando la sua fama di duro ed ultraconservatore che è poi stata amplificata dal suo avversario nella campagna elettorale per le presidenziali nel tentativo di screditarlo. Tuttavia, si è anche fatto conoscere come amministratore molto attento alle esigenze dei cittadini, che infatti hanno sentito vicino a loro quest’uomo austero, che esibisce la propria diversità rispetto ai rappresentanti dei settori clericali arricchitisi grazie alla corruzione e di cui il popolo è parso percepire più l’azione amministrativa in favore dei bisognosi che non l’ideologia conservatrice.

E, durante la competizione elettorale, questa immagine è servita a contrastare la campagna che i riformisti gli hanno lanciato contro per metterne in luce i tratti ultraortodossi ed oscurantisti. Ahmadinejad, pur rivendicando il “ritorno alle origini e agli ideali dell’Imam Khomeini”, ha lasciato più sullo sfondo i richiami ideologici privilegiando invece una propaganda elettorale fors’anche populista, ma di sicura presa, come quando ha proclamato che “i veri problemi del paese sono la situazione dell’occupazione e quella degli alloggi, non come ci si veste”, oppure quando ha promesso “un governo di 70 milioni di ministri”. D’altronde, anche la rivendicazione del ritorno ai valori originari della rivoluzione khomeinista non è mai fatta in funzione di un’astratta “purezza” arcadica, bensì nella consapevolezza, condivisa a livello di massa, della difesa dell’Islam come strumento della lotta per la giustizia sociale.

Dopo la vittoria

Subito dopo l’affermazione elettorale, le prime prese di posizione di Ahmadinejad sono state di rassicurazione al mondo arabo che l’Iran intende ricercare la via per una convivenza pacifica, tranne che con Israele; mentre non ritiene di instaurare con gli Usa alcun tipo di relazione internazionale. Ma il neo presidente è subito intervenuto su altri temi importanti della vita del suo paese, in particolare sull’economia, preannunciando un maggiore intervento dello stato nel settore petrolifero e bancario ed ipotizzando, soprattutto vista la dinamica ascendente dei prezzi del greggio, un ampliamento della rete protettiva del welfare state. E soprattutto non poteva mancare un riferimento al punto centrale di sofferenza nei rapporti fra l’Iran e l’Occidente: la ripresa del programma di sviluppo del nucleare a scopi pacifici.

Ahmadinejad ha sostenuto l’indispensabilità del riavvio del processo di arricchimento dell’uranio a scopi pacifici, definendolo “vitale” per l’economia iraniana. Il compromesso raggiunto nel novembre 2004 con l’Aiea (l’Agenzia internazionale dell’Onu per l’energia atomica) - cioè la sospensione delle attività dell’arricchimento di uranio in un quadro di colloqui bilaterali fra il governo dell’Iran ed una commissione composta dai rappresentanti di tre paesi europei (Germania, Francia e Gran Bretagna) per trovare una soluzione che soddisfacesse da un lato le preoccupazioni occidentali che il programma di lavorazione del materiale radioattivo non nasconde scopi militari e dall’altro la necessità da parte iraniana di riattivare le centrali per la produzione di energia - quel compromesso, dunque, è saltato nello scorso mese di agosto quando l’Iran ha riattivato la centrale di Isfahan, sia pure sotto il controllo dei tecnici Aiea, sostenendo il proprio diritto a portare avanti il programma per scopi soltanto civili.

Le reazioni internazionali

Già in linea generale, le reazioni internazionali non sono state favorevoli all’elezione di Ahmadinejad. Il governo israeliano è stato molto drastico nel sostenere che l’esito del voto iraniano rappresenta un “aggravamento dei problemi che Teheran rappresenta per il resto della comunità internazionale”. E negativi sono stati anche i giudizi da parte statunitense, divenuti ancor più drastici dopo la rottura dei colloqui fra le autorità iraniane ed i rappresentanti dell’Aiea: George W. Bush, infatti, si è dichiarato “pronto alla prova di forza contro l’Iran”[i].

Allo stato non è facile prevedere il grado di serietà della minaccia statunitense, visto l’impegno delle truppe americane in territorio iracheno e la crescente instabilità dell’Afghanistan. Quello che, certamente, potrebbe portare ad una recrudescenza dei rapporti fra Bush ed Amadinejad è il progetto, di cui si parla con insistenza in ambienti Opec, secondo cui l’Iran sarebbe intenzionato a costituire una Borsa del petrolio a Teheran con trattative in euro, cui potrebbero aderire la Russia e qualche altro paese: sarebbe una vera e propria manovra di destabilizzazione delle Borse del petrolio di New York e Londra ed un attacco diretto all’economia americana gravata da un deficit senza fondo. Il progetto, peraltro, non è nuovo: l’aveva iniziato, isolatamente, Saddam Hussein. E si è visto come s’è concluso!

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[i] Appena incidentalmente, però, è il caso di notare che, nonostante il divieto legislativo per le imprese americane di fare affari con i paesi sotto embargo (tra i quali rientra l’Iran), la Halliburton, società petrolifera dell’attuale vicepresidente Usa, Dick Cheney, fornisce agli iraniani, attraverso una sua controllata off shore, i componenti per la costruzione di un reattore nucleare.

Fonte: di Valerio Torre http://www.progettocomunista.it

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!