Iran, 22 Giugno 2009 - Alcuni testimoni hanno riferito che tra le 200 e le mille persone hanno provato a radunarsi in piazza al centro di Teheran ma sono state disperse dall'intervento della polizia. Italia pronta ad accogliere nella propria ambasciata i feriti.
Tensione sempre altissima in Iran. Secondo alcuni testimoni, circa 200 manifestanti hanno tentato di radunarsi in piazza nel centro di Teheran ma la polizia li ha dispersi. Un altro testimone, citato dalla Reuters, ha parlato invece di circa mille manifestanti. L'oppositore Mousavi aveva chiesto ai propri sostenitori di scendere in piazza con candele nere listate di verde per ricordare le vittime degli scontri. Intanto le autorità iraniane stanno valutando se espellere alcuni ambasciatori di Paesi europei e l'Italia si dice pronta ad accogliere nella propria ambasciata i feriti.
CARICHE DELLA POLIZIA - La polizia iraniana in assetto antisommossa ha disperso il migliaio di sostenitori di Mir Hossein Moussavi tornati a manifestare per le strade di Teheran. Gli agenti hanno impiegato gas lacrimogeni per allontanare i dimostranti dalla piazza Haft-e-Tir dove si erano riuniti malgrado la minaccia dei Pasdaran di ricorrere a sistemi "rivoluzionari" per stroncare la rivolta. Il raduno si era svolto nel ricordo dei "martiri" degli scontri dei giorni scorsi, almeno 17 secondo fonti ufficiali del governo iraniano, e di Neda, la ragazza uccisa sabato assurta a simbolo della rivolta
OLTRE 450 ARRESTI - Dopo i violenti scontri di sabato in piazza Azadi tra manifestanti e polizia (almeno 10 morti e 100 feriti), sono state arrestate a Teheran 457 persone. Tra queste anche cinque europei, definiti «spie»: sarebbero due tedeschi, due francesi e un britannico. Secondo l'agenzia Fars, 40 poliziotti sono rimasti feriti negli scontri e 34 edifici governativi sono stati danneggiati. Domenica Mousavi aveva condannato «gli arresti di massa», dicendo che «creeranno una frattura tra il popolo e le forze armate». Dal canto loro le forze di sicurezza continuano ad assicurare di non aver mai aperto il fuoco: «Gli agenti non sono autorizzati a usare le armi contro la popolazione e sono tenuti a utilizzare solo gli strumenti anti-sommossa per contenere l'azione di danneggiamento» ha detto il capo della polizia di Teheran, Azizallah Rajabzadeh. E proprio il leader riformista potrebbe finire nel mirino del regime. Ali Shahrokhi, presidente della commissione Giustizia del parlamento, ha dichiarato che gli appelli di Mousavi sono illegali e sono stati uno dei motivi principali dei disordini: per questo si potrebbe procedere contro di lui per vie legali. Il presidente del Parlamento, Ali Larijani, ha invece chiesto un faccia a faccia tv tra Mousavi e Ahmadinejad, per stemperare le tensioni.
ESPULSIONE DIPLOMATICI UE - L'Iran starebbe inoltre valutando la possibilità di espellere alcuni diplomatici europei. «La questione dell'espulsione è in questo momento all'esame del Parlamento. Il ministro degli Esteri si consulterà oggi con la Commissione esteri del Parlamento per valutare le dimensioni esatte delle interferenze» ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Hassan Ghashghavi, che ha giudicato «inaccettabile il sostegno dell'anarchia da parte degli inviati a Teheran dei media europei». Intanto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, da Parma all’assemblea della Confindustria locale ha dichiarato che «è inammissibile quanto sta accadendo in Iran e malgrado il rapporto economico e commerciale con quel paese, l’Italia, come l’Europa, non può voltarsi dall’altra parte».
Iran, Farnesina: apertura ambasciate decisa a livello Ue - “Se ci sarà un coordinamento europeo per dare disponibilità a livello di ambasciate dell’Ue a Teheran noi non ci sottrarremo a questo tipo di disponibilità nell’assistenza ai feriti, che comunque dovranno poi essere curati negli ospedali”. Così il capo servizio stampa della Farnesina, Maurizio Massari, ha ribadito, nel corso del consueto briefing con la stampa. la posizione dell’Italia sulla eventuale assistenza alle vittime degli scontri di piazza tra i sostenitori del candidato moderato alle presidenziali del 12 giugno Mir Hossein Moussavi e le forze dell’ordine del governo della Repubblica islamica. “Non abbiamo avuto richieste a livello pratico”, ha poi aggiunto Massari.
Fonte: http://www.italiachiamaitalia.net
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