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martedì 22 novembre 2011

Chi è Mario Monti? Il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano è un alto rappresentante della grande Finanza e dell'Economia Mondiale ed Europea...ecco la verità su colui che fu in passato definito il "Saddam Hussein" della Politica Economica Mondiale! Il Governo dei Banchieri che ha commissariato il voto libero e democratico degli Italiani sta per varare un programma tutto "lacrime e sangue" a danno solo e sempre della povera gente che lavora e che soffre...



Sopra, il video sulle "strane" verità o 
coincidenze sul nuovo Premier Mario Monti...


 Sopra, il simbolo della Massoneria...

Presidente dell'Università Bocconi dal 1994. Commissario europeo per il Mercato Interno tra il 1995 e il 1999 (Commissione Santer), sotto la Commissione Prodi riveste il ruolo di Commissario europeo per la Concorrenza fino al 2004. Il 9 novembre 2011 viene nominato Senatore a vita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il successivo 13 novembre, a seguito delle dimissioni del Governo Berlusconi IV, riceve, sempre da Napolitano, l'incarico per la formazione di un nuovo governo, accettandolo con riserva[1]. Il 16 novembre 2011 Monti scioglie la riserva e propone al Presidente della Repubblica la lista dei Ministri da nominare[2].

Attività accademica [modifica]

Figlio di un direttore di banca e nipote[3] del banchiere pubblico Raffaele Mattioli si diploma all'Istituto Leone XIII di Milano. Nel 1965 consegue la laurea in economia presso l'Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano e trascorre un anno all'Università di Yale (Stati Uniti), con una borsa di studio[4], avendo come professore James Tobin, Premio Nobel per l'economia nel 1981.[5] Nel 1969 è professore ordinario presso l'Università degli Studi di Trento.
Dal 1970 insegna presso l'Università degli Studi di Torino[6], che lascia nel 1985 per diventare professore di economia politica presso l'Università Bocconi di Milano, dove diventa direttore dell'Istituto di Economia Politica.
Monti è chiamato a rivestire incarichi di rilievo in commissioni governative e parlamentari: è relatore della commissione sulla difesa del risparmio finanziario dall'inflazione (1981), presidente della commissione sul sistema creditizio e finanziario (1981-1982), membro della Commissione Sarcinelli (1986-1987) e del Comitato Spaventa sul debito pubblico (1988-1989)[7]. Dal 1988 al 1990 è vicepresidente della Comit.
Sempre alla Bocconi assume la carica di Rettore (1989-1994) e successivamente quella di Presidente (1994), alla morte di Giovanni Spadolini.

Commissario Europeo [modifica]

Monti, allora rettore della Bocconi, è indicato come candidato italiano per la nomina a commissario europeo nel 1994 dal governo Berlusconi I, assieme alla radicale Emma Bonino. Jacques Santer, presidente della commissione, gli assegna le deleghe a Mercato Interno, Servizi Finanziari e Integrazione Finanziaria, Fiscalità ed Unione Doganale.
Nel 1999 la Commissione Santer si dimette in blocco, a causa della forza mediatica di uno scandalo legato a cattive pratiche di gestione ed amministrazione da parte di alcuni commissari. Tuttavia, nel rapporto redatto dal Comitato di Esperti Indipendenti, a sua volta istituito secondo volere del Parlamento Europeo, il nome di Monti non compare tra i responsabili di casi di frode, cattiva gestione e nepotismo presi in esame.
Nel 1999 Monti viene confermato commissario europeo dal governo D'Alema I, che indica Prodi come secondo rappresentante per la Commissione UE, di cui lo stesso Prodi diviene presidente, e riceve la delega alla Concorrenza. Sotto la sua guida la Commissione Europea approfondisce il ruolo di controllo della concorrenza, inaugurando il procedimento contro la Microsoft (tuttora in corso) e bloccando nel 2001 la proposta di fusione tra General Electric e Honeywell, considerata contraria alle normative antitrust.
Nel 2004 il governo Berlusconi II decide di non indicarlo per un terzo mandato nella commissione Barroso, indicando invece come unico candidato Rocco Buttiglione, poi sostituito da Franco Frattini dopo il rigetto della candidatura di Buttiglione da parte del Parlamento Europeo.

Attività scientifica [modifica]

Uno dei risultati più importanti della sua attività di ricerca in campo economico è il modello di Klein-Monti che descrive il comportamento di una banca in regime di monopolio, risultato degli studi paralleli di Monti e del premio Nobel Lawrence Klein.
Monti ricopre la carica di presidente dell'Università Bocconi.

Collaborazioni con organismi internazionali [modifica]

 


Monti parla all'ESMT.

È stato il primo presidente del "Bruegel", un "Comitato di analisi delle politiche economiche" (think-tank), nato a Bruxelles nel 2005, composto e finanziato da 16 Stati membri dell'UE, e 28 imprese multinazionali.
Dal 2010 è inoltre presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller[8] e membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg[9].
Dal 2005 è international advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute[10][11], presieduto dalla economista statunitense Abby Joseph Cohen.
È advisor della Coca Cola Company[11].
Nel 2010, su incarico del Presidente della Commissione Europea Barroso, ha redatto un libro bianco (Rapporto sul futuro del mercato unico) contenente misure considerate necessarie per il completamento del mercato unico europeo[12].
È editorialista de Il Corriere della Sera e autore di numerose pubblicazioni.

La nomina a senatore a vita [modifica]

Il 9 novembre 2011 è nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ai sensi del secondo comma dell'articolo 59 Cost., avendo illustrato la Patria per altissimi meriti in campo scientifico e sociale[13][14].


 Mario Monti, al Quirinale, presenta il nuovo Consiglio dei Ministri (2011)

Presidente del Consiglio dei Ministri [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Governo Monti.
Il 13 novembre 2011, a seguito delle dimissioni di Silvio Berlusconi, riceve da Napolitano l'incarico per la formazione di un nuovo governo, accettandolo con riserva. Il 16 novembre scioglie la riserva e legge la lista dei ministri incaricati, priva di personalità politiche. Oltre alla carica di Presidente del Consiglio ricopre anche quella di Ministro dell'Economia e delle Finanze ad interim.


Il Governo Monti, al Quirinale dopo il giuramento.
Nel pomeriggio del 16 novembre 2011, alle ore 17 circa, in ossequio all'articolo 93 Cost., Mario Monti ha prestato giuramento con i Ministri incaricati presso il Quirinale nelle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed è diventato il nuovo Presidente del Consiglio[15].

Idee e iniziative politiche [modifica]

In economia Monti sostiene il mercato, le liberalizzazioni e il rigore dei conti pubblici[16].
Si è espresso a favore delle riforme portate avanti, nei rispettivi campi, dal Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e dall'amministratore delegato di FIAT Sergio Marchionne. Di Silvio Berlusconi ha criticato il magnetismo comunicativo con cui è riuscito ad alimentare, in moltissimi italiani, un sogno sul presente. [17]
Il 15 settembre 2010 Monti ha dato il suo appoggio all'iniziativa del gruppo Spinelli, fondato per rinvigorire la spinta federalista nell'Unione Europea. Assieme a lui, hanno dichiarato il proprio supporto Jacques Delors, Daniel Cohn-Bendit, Guy Verhofstadt, Andrew Duff, Elmar Brok.

Vita privata [modifica]

È sposato dal 1970 con Elsa Antonioli (classe 1944), volontaria della Croce Rossa Italiana, da cui ha avuto due figli[18].

Opere [modifica]

  • Problemi di economia monetaria, a cura di, Milano, Etas Kompass, 1969.
  • Gli obiettivi delle banche, i tassi di interesse e la politica monetaria, Milano, Tamburini, 1970.
  • Analisi degli effetti monetari e finanziari delle politiche di bilancio regionale e locali. Un rapporto metodologico, Milano, Tamburini, 1974.
  • Per un'analisi mensile della politica monetaria e finanziaria italiana, Milano, O. Capriolo, 1974.
  • Ricerca sul sistema creditizio, I, Quadro generale, con Tommaso Padoa-Schioppa, Roma, Ente per gli studi monetari, bancari e finanziari Luigi Einaudi, 1976.
  • Che cosa si produce come e per chi. Manuale italiano di microeconomia, con Onorato Castellino, Mario Deaglio, Elsa Fornero, Sergio Ricossa, Giorgio Rota, Torino, Giappichelli, 1978.
  • Il sistema creditizio e finanziario italiano. Relazione della Commissione di studio istituita dal Ministro del tesoro, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1982.
  • L'Italia e la Repubblica federale di Germania in cammino verso l'unione economica e monetaria europea, con Franco Bruni, Milano, Centro di economia monetaria e finanziaria, Universita commerciale Luigi Bocconi, 1989.
  • Autonomia della Banca centrale, inflazione e disavanzo pubblico: osservazioni sulla teoria e sul caso italiano, con Franco Bruni, in Mario Arcelli (a cura di), Il ruolo della banca centrale nella politica economica, Bologna, Il Mulino, 1992. ISBN 88-15-03754-3.
  • Il governo dell'economia e della moneta. Contributi per un'Italia europea, 1970-1992, Milano, Longanesi, 1992. ISBN 88-304-1099-3.
  • Il mercato unico e l'Europa di domani. Rapporto della Commissione europea, presentato da, Milano, Il Sole-24 Ore libri, 1997. ISBN 88-7187-815-9.
  • Intervista sull'Italia in Europa, Roma-Bari, Laterza, 1998. ISBN 88-420-5090-3.

Introduzione, prefazioni, presentazioni [modifica]

Onorificenze [modifica]

Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana

«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— Roma, 27 dicembre 1992[19]
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana

«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— Roma, 29 novembre 2004[20]

Note [modifica]

  1. ^ Napolitano da' l'incarico a Mario Monti. ANSA.it. URL consultato il 13 novembre 2011.
  2. ^ Monti scioglie la riserva, ecco la lista dei ministri. Il Sole 24 Ore. URL consultato il 16 novembre 2011.
  3. ^ Giorgio Dell'Arti. Ma chi è davvero Monti e riuscirà a salvare l'Italia?
  4. ^ Alberto Bisin. il boss
  5. ^ Jeremy Clift. Super Mario and the Temple of Learning in Finance and Development. International Monetary Fund, giugno 2005
  6. ^ http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/politica/articolo/lstp/429298/
  7. ^ Mario Monti, il tecnico diventato politico. Giornalettismo, 9 novembre 2011. URL consultato il 10 novembre 2011.
  8. ^ (EN) Leadership European Group. Commissione trilaterale. URL consultato il 10 novembre 2011.
  9. ^ (EN) Steering committee. Gruppo Bilderberg. URL consultato il 10 novembre 2011.
  10. ^ Goldman Sachs, Monti nell' «advisory board», agenzia dal Corriere della Sera del 14 dicembre 2005.
  11. ^ a b Scheda biografica di Mario Monti dal sito ufficiale della Commissione Europea.
  12. ^ Mario Monti. Una nuova strategia per il mercato unico: al servizio dell'economia e della società europea. Commissione europea, 9 maggio 2010. URL consultato il 10 novembre 2011.
  13. ^ Mario Monti senatore a vita, per molti è investitura. AGI-Agenzia Giornalistica Italia, 9 novembre 2011. URL consultato il 10 novembre 2011.
  14. ^ Il Presidente Napolitano ha nominato Senatore a vita il prof. Mario Monti in www.quirinale.it. Presidenza della Repubblica Italiana, 9-11-2011. URL consultato il 13-11-2011.
  15. ^ Monti ha giurato al Quirinale. ANSA.it. URL consultato il 16 novembre 2011.
  16. ^ Mario Monti. ANSA, 9 novembre 2011. URL consultato il 10 novembre 2011.
  17. ^ Meno illusioni per dare speranza. Corriere.it, 2 gennaio 2011. URL consultato il 13 novembre 2011.
  18. ^ Elsa, una first lady crocerossina.. style.it. URL consultato il 17-11-2011.
  19. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  20. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Voci correlate [modifica]

Altri progetti [modifica]

Collegamenti esterni [modifica]

 Fonte: http://it.wikipedia.org

venerdì 23 aprile 2010

Bossi, è crollo governo, verso fine patto Pdl-Lega?

ROMA - "Siamo davanti a un crollo verticale del governo e probabilmente di un'alleanza, quella di Pdl e Lega. Fini, invidioso e rancoroso per le nostre ripetute vittorie ha rinnegato il patto iniziale e non ha fatto altro che cercare di erodere in continuazione ciò che avevamo costruito". Lo dice Umberto Bossi in un'intervista sulla Padania. Bossi definisce Fini " "un veccho gattopardo democristiano" e dice che Berlusconi "avrebbe dovuto sbatterlo fuori subito senza tentennamenti invece di portarlo in tv dandogli voce e rilievo".
L'analisi di Bossi è che Fini "ha lavorato per la sinistra, comportandosi come un vecchio gattopardo democristiano: fingi di costruire per demolire e non muovere nulla". Secondo Bossi, con queste premesse, "sarà proprio la sinistra a vincere le prossime elezioni. Grazie a lui".
"Fini - dice ancora i leader della Lega - è palesemente contro il popolo del Nord, a favore di quello meridionale. D'altra parte era troppo spaventato delle possibili conseguenze del federalismo, che comunque avrebbe fatto bene anche al Sud". Il rimproero a Berlusconi è di non averlo subito 'sbattuto fuori ''. "Quella era la strada da seguire".
Bossi traccia la rotta per il futuro: "Finita la stagione del federalismo, un concetto abbandonato, dobbiamo iniziare una nuova stagione, un nuovo cammino del popolo padano. Purtroppo oggi non ha più senso parlare di federalismo alla nostra gente che potrebbe sentirsi tradita da ciò che non siamo riusciti a fare. Una nuova strada ci aspetta e sarà una strada stretta, faticosa, difficile ma che potrebbe regalarci enormi soddisfazioni".
"Saremo soli - conclude il leader leghista - senza Berlusconi. La nostra gente non digerirà facilmente la mancata conquista del federalismo e noi Lega, dovremo comportarci di conseguenza. Berlusconi quindi diventerà il vero e unico baluardo anticomunista del paese e prevedo che raccoglierà molti consensi".
IO SONO PER LA MEDIAZIONE MA PAZIENZA GENTE NO - "Io sono per la mediazione, certo, ma la gente del nord, i leghisti, sono arrabbiatissimi, è un vero bombardamento di persone che non ne possono più di sceneggiate, rinvii e tentennamenti": lo ha detto Umberto Bossi, parlando al telefono con l'ANSA, a proposito della situazione del Governo dopo la querelle tra Fini e Berlusconi. "Noi vogliamo fare le riforme, i miei vogliono le riforme" ha aggiunto Bossi "e io devo interpretare le richieste della base, della gente che è stufa".
NON VOGLIAMO GETTARE BENZINA SU FUOCO MA... - "Non vogliamo gettare benzina sul fuoco ma la gente del nord è stufa marcia, basta ascoltare quel che dice la gente per strada o alla radio. Riforme subito!": lo ha detto all'ANSA il ministro Umberto Bossi, interpellato a proposito delle sue dichiarazioni sul Governo riportate stamani dal quotidiano della Lega 'La Padania' in cui lo stesso Bossi aveva accennato al rischio di una fine dell'alleanza Lega-Pdl.
BOSSI, FEDERALISMO RESTA MA BISOGNA FARLO SUBITO - "Diciamo che il meccanismo del federalismo resta in piedi. Ma deve essere fatto subito!": lo ha detto all'ANSA Umberto Bossi interpellato a proposito delle sue affermazione sulla possibile fine dell'alleanza Lega-Pdl. "Non posso andare di fronte alla mia gente a dire che non stiamo realizzando quel cammino che avevamo intrapreso - ha aggiunto - E quello che sta accadendo frena le riforme. La gente del nord è stufa e lo ha fatto capire chiaramente. Tutto qui". Bossi, pur usando un tono estremamente deciso, è apparso sereno e tranquillo, tanto da scherzare con il cronista nella maniera che usa quando è di buon umore: ovvero rispondendo con una risata alla prima domanda su quale fosse la sua analisi su quanto stava succedendo.

sabato 16 febbraio 2008

Il candidato per i Repubblicani alla Presidenza degli Stati Uniti John McCain: il personaggio!

USA - John Sidney McCain III (29 agosto 1936) è un politico statunitense senatore per lo stato dell'Arizona. Tra i due rappresentanti dello stato, è quello che è stato più a lungo in carica, avendo assunto le funzioni nel 1987. Divenne famoso a livello nazionale per essere stato prigioniero di guerra per cinque anni e mezzo in Vietnam. Candidato alla Presidenza nelle elezioni del 2000, venne sconfitto alle primarie repubblicane da George W. Bush. Si è dichiarato interessato alla nomination repubblicana per le elezioni del 2008. Pur essendo conservatore su molti temi, McCain è visto dall'opinione pubblica come un battitore libero e ha votato in maniera indipendente alle linee di partito diverse volte. L'American Conservative Union ha assegnato a McCain un punteggio medio dell'83 %.[1]

Anni giovanili :
John McCain nacque a Coco Solo nella Zona del Canale di Panama controllata degli Stati Uniti. Sia il padre che il nonno erano diventati famosi come ammiragli della U.S. Navy. Il padre John S. McCain Jr. era al comando delle forze statunitensi in Vietnam mentre McCain era prigioniero. Il nonno John S. McCain Sr. era stato comandante dell'aviazione navale durante la battaglia di Okinawa nel 1945. Il futuro senatore frequentò la scuola episcopale, che terminò nel 1954. Nell'autunno di quell'anno, McCain, come avevano fatto il padre e il nonno, entrò all'Accademia navale di Annapolis. Si laureò nel 1958, all'895° posto di una classe composta da 900 allievi. Anche il padre e il nonno si erano classificati piuttosto in basso nei rispettivi corsi e, con un certo divertimento, il senatore ha detto di aver voluto seguire le loro orme anche in questo. Nel 1965, McCain sposò Carol Shepp, una modella originaria di Philadelphia, in Pennsylvania. La coppia divorziò nel 1980.
È autore del Telecomunications Act, approvato dal Congresso nel 1996.

Carriera Militare:
Dopo aver terminato l'accademia navale, McCain venne trasferito alla base aerea della marina di Pensacola, in Florida, per iniziare l'addestramento da pilota navale. Durante il corso ebbe un incidente, in cui il suo aereo cadde nella Corpus Christi Bay. Ricevette il brevetto ed entrò nell'aviazione di marina.

Official Web Site: www.johnmccain.com

Fonte: http://it.wikipedia.org/

domenica 25 novembre 2007

Vladimir Vladimirovič Putin...chi è il Presidente che da 8 anni guida la Federazione Russa!

Vladimir Vladimirovič PutinВладимир Владимирович Путин


Vladimir Vladimirovič Putin (Влади́мир Влади́мирович Пу́тин) (Leningrado, 7 ottobre 1952) è un politico e ex agente segreto russo. Presidente della Federazione Russa dal 2000, è stato riconfermato in carica nelle elezioni del 14 marzo 2004. Il suo mandato scade nel 2008 e, secondo la Costituzione russa, non è più reiterabile.


Nato a Leningrado (oggi San Pietroburgo)[1], visse, secondo la sua biografia От Первого Лица [2] (in italiano: "in prima persona", stampata per la campagna presidenziale del 2000) un'infanzia povera, trascorsa in una casa comunale. Il nonno paterno, Spiridon Putin, lavorò come cuoco in una dacia al servizio di Stalin e Lenin[3]. La madre, Maria Ivanovna Putina (1911-1999), era un'operaia mentre il padre, Vladimir Spiridonovič Putin (1911-1999), all'inizio degli anni '30 fu sommergibilista nella marina militare russa. Durante la seconda guerra mondiale, suo padre fu arruolato dal NKVD in un gruppo di sabotatori[4]. Due fratelli più anziani nacquero negli anni '30; uno morì nei primi mesi di vita; il secondo morì di difterite durante l'assedio di Leningrado
Putin si è laureato in Diritto Internazionale della Facoltà di legge dell'Università Statale di Leningrado nel 1975. Membro del Partito Comunista dell'Unione Sovietica,[5], fu arruolato alla fine degli studi nel KGB.Durante la sua carriera come membro e quindi dirigente dell'organizzazione segreta, durata dal 1975 al 1991, ha vissuto per cinque anni a Dresda, nella Repubblica Democratica Tedesca[6]. Dopo il collasso del regime della Germania Est, Putin fu richiamato in Unione Sovietica e fece ritorno a Leningrado, dove, da giugno del 1991, fu inserito nella sezione Affari internazionali dell'Università Statale, sottoposto al vice-direttore Juri Molčanov. Nella sua nuova posizione, rinsaldò i rapporti con Anatolj Sobčak, l'allora sindaco di Leningrado. Sobčak lavorò come professore assistente durante gli anni di università di Putin e fu un suo relatore. Il futuro Presidente rassegnò le proprie dimissioni dai servizi di sicurezza il 20 agosto 1991 durante il fallito colpo di Stato, supportato dal KGB, contro Gorbačëv.


Nel mese di maggio 1990 fu nominato consigliere del sindaco di San Pietroburgo per gli affari internazionali. Dal 28 giugno 1991 fu posto alla direzione del comitato per le relazioni esterne della città, con il compito di promuovere i rapporti internazionali e attirare gli investimenti stranieri. Il comitato fu inoltre incaricato di registrare le imprese estere presenti a San Pietroburgo[7] . Nello stesso periodo in cui Putin lo dirigeva, nell'organo lavorava anche Aleksej Miller, l'attuale CEO di Gazprom, (15 dicembre 1991 - 1996), nonché un elevato numero di politici e businessman[8]. Dopo un anno di direzione, l'operato di Putin fu messo sotto esame da una commissione del consiglio legislativo della città. Nella propria relazione finale tale organo rilevò che i prezzi applicati dal comitato nei confronti degli imprenditori esteri erano eccessivamente bassi e che questi aveva concesso delle licenze per l'esportazione dei metalli non ferrosi (per un valore stimato in 93 milioni di dollari) in cambio di aiuti alimentari che non giunsero mai nella città[9][10][11][12][13][14] . La proposta di immediata revoca della carica non sortì tuttavia alcun effetto: Putin rimase a capo del comitato per le relazioni esterne fino al 1996. Dal 1992 al marzo 2000 gli fu inoltre affidata la dirigenza del St. Petersburg Immobilien und Beteiligungs AG (SPAG), una agenzia immobiliare tedesca, finita sotto inchiesta in Germania per riciclaggio di denaro sporco[15][16][17][18][19][20][7].
Nel 1994 venne nominato deputato alle elezioni supplementari della città di San Pietroburgo. Dal 1995 fino al giugno del 1997 Putin guidò la delegazione pro-governo della città nel partito politico La nostra casa è la Russia[21][14] ; durante questo stesso periodo fu inoltre a capo del Gruppo editoriale del giornale Sankt-Peterburgskie Vedomosti di JSC[7][21].
Nel 1996 Anatoly Sobchak perse le elezioni della città di San Pietroburgo a favore del rivale Vladimir Jakovlev. Il futuro presidente russo venne allora chiamato a Mosca e, nel giugno 1996, divenne capo delegato del Dipartimento per la gestione della proprietà presidenziale (carica che occuperà fino al 1998), alle dipendenze di Pavel Borodin. Occuperà questa posizione fino a marzo del 1997. Il 26 marzo 1997 il presidente Boris Nikolaevič El'cin lo nominò delegato capo del Personale Presidenziale, carica che occupò fino a maggio 1998.
Il 27 giugno 1997 Putin conseguì il Master in economia, primo livello post laurea, all'Istituto Minerario di San Pietroburgo con una relazione dal titolo "La progettazione strategica delle risorse regionali sotto la formazione dei rapporti del mercato"[22]. Secondo Clifford, G. Gaddy, un collega dell'istituto Brookings, 16 delle 20 pagine che aprono una sezione chiave del lavoro di Putin erano copiate parola per parola da uno studio dell'amministrazione, La Progettazione Strategica e la Politica, scritte del professor William King degli Stati Uniti e da David Cleland. Lo studio è stato tradotto in Russo da un istituto vicino al KGB all'inizio degli anni 90[23].
Il 25 maggio 1998, fu nominato "Primo delegato capo del personale presidenziale per le regioni", (sostituendo Viktoriya Mitina) ed il 15 luglio dello stesso anno divenne Presidente della Commissione per la Preparazione degli Accordi sulla limitazione del potere alle regioni" (in cui sostituisce Sergeij Shachrai). Dopo l'arrivo di Putin, la commissione non ha completato tali accordi, anche se durante il mandato di Shakhray ne erano già stati conclusi 46[24].
Il 25 luglio 1998 El'cin nominò Vladimir Putin capo del FSB (una delle agenzie che successero al KGB), ruolo che quest'ultimo occuperà fino all' agosto del 1999. Divenne un membro permanente del Consiglio di sicurezza della federazione russa il 1 ottobre 1998 e suo responsabile il 29 marzo 1999. Nel mese di aprile del 1999, Vladimir Putin ed il Ministro degli interni Sergei Stepašin tennero una conferenza stampa televisiva in cui mostrarono un video che rappresentante un uomo nudo, molto simile al procuratore generale della Russia, Juri Skuratov, a letto insieme a due giovani donne. Putin sostenne che dall'analisi degli esperti del FSB sarebbe risultato che l'uomo sul nastro fosse proprio Skuratov e che l'orgia gli fosse stata offerta da ricchi criminali russi[25][26]. Skuratov era stato in passato avversario del presidente El'cin e aveva denunciato la corruzione del suo governo[27].


Il 28 luglio 1983 Putin convolò a nozze con Ljudmila Škrebneva, al tempo una studentessa di Filologia spagnola all'Università statale di San Pietroburgo, nata a Kaliningrad il 6 gennaio1958. La coppia ha due figli, Maria Putina (nata nel 1985) e Ekaterina (Katia) Putina (nata nel 1986 a Dresda)). Le due studiarono alla Scuola tedesca a Mosca (Deutsche Schule Moskau) fino a che il padre fu nominato primo ministro.
Dal 1992, Putin possiede una dacia di circa 7 mila metri quadrati a Soloviovka, nel distretto Priozerskij dell'Oblast' di Leningrado, situata sulla costa orientale del lago Komsomol'skoie sull'Istmo careliano, non lontano da San Pietroburgo. I suoi vicini sono Vladimir Jakunin, Andrej Fursenko, Sergej Fursenko, Jurij Kovalčuk, Viktor Mjačin, Vladimir Smirnov e Nikolaj Šamalov. Il 10 novembre 1996 insieme costituirono la società cooperativa Ozero (il Lago) che ebbe come effetto l'unione delle loro proprietà. Questo è stato confermato dalla dichiarazione dei redditi e delle proprietà di Putin al momento della candidatura presidenziale del 2000.[7][2] Tuttavia, tale immobile non era elencato nella sua successiva dichiarazione relativa al quadriennio 1998 - 2002, presentata prima delle elezioni del 2004 (Testo della dichiarazione in russo: .doc)
Il padre di Putin fu un "comunista modello, che credeva genuinamente nei propri ideali cercando di metterli in pratica nella propria vita.".[28] Con tale attestazione diventò segretario del Partito nell'officina ove lavorava successivamente entrò nella presidenza del Partito della propria fabbrica.[28] Anche se il padre era un "militante ateo",[29] la madre di Putin "era una devota credente ortodossa".[28] Anche se non aveva icone dentro la propria casa, frequentava regolarmente la chiesa (nonostante le persecuzioni governative nei confronti dei fedeli della Chiesa ortodossa russa). Dichiarò che Putin fu segretamente battezzato da bambino e che era solita portarlo con lei in chiesa.[28] Il padre era a conoscenza della cosa ma non si opponeva alle decisioni della consorte[28]. Putin oggi è un membro praticante della Chiesa ortodossa russa: la sua "conversione" ebbe luogo dopo un grave incidente stradale che coinvolse la moglie nel 1993 e divenne ancora più devoto dopo che nell'Agosto 1996 la sua dacia prese fuoco rischiando di uccidere gli occupanti.[29][30]. Poco prima di una visita ufficiale in Israele sua madre gli consegnò la propria croce battesimale benedicendolo: "Feci come mi chiese e quindi mi mise la croce al collo. Da allora non l'ho mai tolta.”[28]
Per il Patriarca Alessio II della Chiesa ortodossa russa il ruolo di Putin è stato determinante nel ricomporre lo scisma, che perdurava ormai da ottant'anni, con la Chiesa Ortodossa fuori dalla Russia nel Maggio 2007[31].
Putin parla ottimamente il tedesco; parla discretamente anche l'inglese, ma è solito utilizzare interpreti quando conversa con interlocutori madrelingua.


Il 9 agosto 1999, Vladimir Putin fu nominato Primo Deputato, carica che gli permetterà quello stesso giorno, dopo la caduta del precedente governo guidato da Sergei Stepašin, di essere insignito dell'incarico di Primo Ministro della Federazione russa dal Presidente Boris El'cin.[32] El'cin dichiarò inoltre che avrebbe desiderato che Putin diventasse il proprio successore. Poco dopo tale augurio, il nuovo Primo Ministro dichiarò la propria intenzione di correre per la Presidenza.[33] Il 16 agosto, la Duma ratificò la sua nomina a Primo Ministro con 233 voti a favore (contro 84 contrari e 17 astenuti),[34] facendo di lui il quinto capo di governo in meno di diciotto mesi. In tale carica Putin, pur essendo pressoché sconosciuto all'opinione pubblica, durerà di più dei propri predecessori. I maggiori oppositori di El'cin e aspiranti alla Presidenza, il Sindaco di Mosca Jurij Mikhailovič Lužkov e l'ex Primo Ministro Evgenij Primakov, stavano già cercando di rimpiazzare il Presidente uscente, e contrastarono duramente Putin quale nuovo concorrente. L'immagine di Putin come uomo d'ordine e il suo deciso approccio alla Seconda Guerra Cecena riuscirono tuttavia ad aumentarne la popolarità tra le masse, e gli permise di superare i propri rivali.
La nomina di Putin coincise infatti con l'improvvisa recrudescenza del conflitto nel Caucaso settentrionale: i separatisti Ceceni si riorganizzarono e invasero il vicino Dagestan. Sia in Russia che all'estero, l'immagine pubblica di Putin fu forgiata dal suo approccio aggressivo al conflitto. Uno dei primi atti che compì diventanto Presidente ad interim il 31 dicembre 1999, fu quello di fare visita alle truppe russe in Cecenia. Nel 2003 in tale regione si tenne un referendum che sancì l'adozione di una nuova costituzione che dichiarò la Repubblica facente parte dello Stato Russo. La situazione è in seguito venuta a stabilizzarsi dopo le elezioni parlamentari e l'istituzione di un governo regionale.[35][36][37][38][39]
Pur non essendo formalmente iscritto a nessun partito, Putin diede il proprio appoggio al neonato Partito di Unità russo,[40] che ottenne nel voto popolare per la Duma, tenuto nel dicembre 1999, la seconda percentuale più alta di consensi (23,32%). Dopo tale successo Putin apparve il favorito tra i candidati alla presidenza in vista delle elezioni che si sarebbero svolte l'estate successiva.


Il 31 dicembre 1999, Eltsin rassegnò le proprie dimissioni e Putin è potuto così divenire il secondo presidente effettivo della Federazione Russa. Le elezioni presidenziali che lo hanno consacrato nella carica si sono tenute il 26 marzo 2000.
Favorevole ad un recupero, sia pure critico, dei valori espressi dal precedente regime comunista, Putin - sul piano della politica internazionale - si è opposto alla Guerra in Iraq del 2003, mostrandosi riluttante anche verso un'immediata abolizione delle sanzioni verso quel paese una volta terminato il conflitto, condizionandolo al completamento del lavoro delle commissioni ispettive dell'ONU.
Nell'aprile 2005 Putin effettua un viaggio in Medio Oriente, divenendo il primo leader russo in visita ufficiale a Gerusalemme.
Nel novembre 2006 Putin è accusato dell'omicidio politico dell'ex colonnello del KGB Aleksandr Litvinenko [3] in un video registrato dalla vittima stessa poco prima della sua morte, dovuta ad avvelenamento da radiazioni di Polonio 210. Alcuni giornali parlano anche di coinvolgimenti del governo russo nella morte della giornalista moscovita Anna Politkovskaja. Tuttavia nessuna prova definitiva è stata prodotta a sostegno di queste accuse.
Il 26 aprile 2007, durante il suo ultimo discorso alla nazione, ha annunciato l'intenzione di porre una moratoria sul trattato Nato contro la proliferazione di armi convenzionali in Europa, almeno fino a che tutti i paesi non lo abbiano ratificato e abbiano iniziato ad implementarlo. Ha poi aggiunto: "Se non ci saranno progressi propongo di esaminare la possibilità di uscire dall'accordo e chiedo di sostenere questa mia proposta". Inoltre, riguardo il cosiddetto scudo spaziale, che gli Stati Uniti hanno intenzione di costruire in Europa, Putin ha proposto che l'Osce discuta il dislocamento di elementi dello scudo nel continente: "Per la prima volta in Europa possono spuntare elementi dell'arma strategica americana, e tali piani Usa non sono esclusivamente un problema delle relazioni russo-americane ma riguardano gli interessi di tutti i paesi europei".

Onorificenze: Grand' Croix della Legion d'Onore

ITALIA-CINA

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PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!