Sabato 12 Novembre 2011 - (Roma - Italia) - Ha rassegnato le dimissioni e poi è fuggito in segreto dalla porta del retro del Quirinale. Silvio Berlusconi ha scelto così un uscita di soppiatto dall'incarico di presidente del Consiglio. Probabilmente proprio per scappare da quei fischi e da quelle grida che dalla piazza lo hanno di sicuro raggiunto nelle stanze del palazzo del Colle.
Già, perchè l'altro protagonista di questa giornata, l'ultima dell'era Berlusconi, è stato il popolo italiano. La folla che si è riunita attorno al Quirinale dal pomeriggio, in attesa di quella notizia che è arrivata alle 21.40. E per molti di loro studenti, operai, precari, disoccupati, pensionati oggi è un nuovo 25 Aprile. Oggi è una nuova festa della Liberazione.
Lo annunciano i cori, quella "Bella Ciao" intonata verso il cielo. O quell' "Alleluja" che un'orchestra ha cantato davanti al Quirinale per accompagnare l'attesa.
C'è poi chi è arrivato in piazza con bandiere italiane sventolanti, chi ha stappato bottiglie di spumante tenute in serbo per l'occasione. Un ignaro passante capitato per caso davanti al Quirinale avrebbe addirittura creduto di trovarsi ad un veglione di Capodanno, con tanto di trenini, balli, festoni e botti.
Certo, la gioia per le dimissioni non ha nascosto anche la rabbia nei confronti dell'ormai ex premier. E così il suo viaggio da palazzo Grazioli verso il Colle è stato accompagnato da fischi e insulti della folla, che ha anche lanciato monetine contro le auto blu della scorta. «Buffone», «Fatti processare», «In galera» sono state le frasi rivolte al Cavaliere. Mentre lui, come prevede la storia di ogni dittatore, fuggiva di nascosto da un popolo che gli ha voltato le spalle.
Fonte: http://www.nuovasocieta.it
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