Visualizzazioni totali delle visite sul blog "Mitrokhin" dalla sua nascita: 08 Novembre 2007

Classifica settimanale delle news piu' lette sul blog Mitrokhin...

Cerca nel blog

Vota il mio blog...

siti migliori

Translator (Translate blog entries in your language!)

domenica 13 novembre 2011

Berlusconi si è dimesso Sabato 12 Novembre 2011, il Sabato piu' lungo del Cavaliere...



Sabato 12 Novembre 2011 - Il premier se ne va tra monetine in testa e condizioni da dettare al governo Monti e al Quirinale:



22.30 - E mentre Silvio è stato avvistato nel bunker di Palazzo Grazioli, chiudiamo anche noi la giornata dedicata al lungo addio di Berlusconi. Domani è un altro giorno, e un altro giornale.
22.26 - Pochi minuti dopo il ritorno dal Quirinale di Silvio Berlusconi da premier dimissionario, il marciapiede e la via davanti a Palazzo Grazioli si stanno riempiendo di persone che urlano slogan contro il Cavaliere e sventolano bandiere tricolori. A far da sottofondo i caroselli delle auto che attraversano Piazza Venezia e le strade limitrofe suonando il clacson, come si usa fare per le vittorie delle partite di calcio. Alcuni dei presenti hanno intonato l’Inno di Mameli. (ANSA)
22.20 – E’ un fiume continuo di gente quello che si dirige verso Palazzo Grazioli, dove Silvio Berlusconi e’ da poco rientrato, dopo essere stato al Quirinale dove ha rassegnato le dimissioni. I manifestanti che lo aspettavano al Quirinale si stanno spostando in via del Plebiscito, dove hanno da poco bloccato il traffico delle auto. Mentre sventolano bandiere tricolore e intonano l’inno di Italia, i manifestanti urlano ‘Italia libera, Italia libera’. (ASCA)
22.14 – - S’ingrossa sempre di piu’ la folla stipata in via del Plebiscito per festeggiare le dimissioni di Silvio Berlusconi. Clacson impazziti, bandiere tricolori e anche un inno di Mameli che parte spontaneo e contagia i presenti. Tanti giovani, qualche famiglia con bambini. “Galera, galera”, grida la folle. Forze dell’ordine presenti, ma il clima e’ al momento tranquillo.
22.13 – Anche Bersani vuole partecipare alla satira sull’attualità:
“Anche io ho dato il mio contributo per mandare a casa Berlusconi. Quando cominciai questa avventura alle primarie, dissi che il piu’ antiberlusconiano di tutti sarebbe stato quello che lo mandera’ a casa. Non mi riferivo alla persona, ma al mio partito. E’ il Pd che l’ha mandato a casa”.
Cosi’ Pier Luigi Bersani in piazza per la festa del Pd dopo le dimissioni del premier. (ANSA)
Domenica 13 Novembre 2011 - C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole di Roma, anzi d’antico. Piazze in festa, in odio contro Berlusconi. Con una piazza è finita la Prima Repubblica, con una piazza finisce la Seconda, se è mai cominciata. Effetti del bipolarismo, si dirà. Se catalizzi l’azione politica su due poli opposti crei ostilità, rivalse. O di qua o di là, e non importa se la realtà è un’altra, perché le sfumature contano, e non ci sono blocchi monolitici ad accogliere serenamente tutti. Hanno molto più in comune Alfano, Letta (uno e due), Lupi e Casini che non i rispettivi con Vendola e Di Pietro, con Verdini o Dalla Vedova, o lo stesso Bossi. Perché non si è costruito su queste unità, invece che sulle contrapposizioni forzose, legate solo a logiche di numeri e potere? Così si dà la stura agli slogans, alle fazioni di contestatori e sostenitori e così abbiamo visto i cortei, le sbandierate, i cori inneggianti alla liberazione di sabato sera. Sono sgradevoli in sé, non si infierisce su un nemico vinto. Non importa se guelfi e ghibellini, Montecchi e Capuleti segnano la storia di tante piazze e dell’unica Italia.
Un tempo ingabbiavano pure i condannati a essere rosi dai corvi, non è necessario e  fatale essere stupidi e violenti. Che poi, quel nemico, non è stato vinto, questo è il punto. Il governo Berlusconi non è stato battuto da una sinistra che non ha programmi né progetti futuri ed è sopravvissuta solo grazie all’odio contro Berlusconi. E’ stato battuto da una curiosa convergenza economico-finanziaria, che non consentiva altra via d’uscita che Monti, guarda caso. Uno degli amici degli amici degli amici, di qua e di là dall’oceano.
E’ stato battuto dalle sue inadempienze, dalle sue contraddizioni. Quel che si deve fare, va fatto, e non si può menare il can per l’aia in Europa giurando riforme che  non puoi attuare, pena perdere pezzi di fedelissimi e alleati. La cosa strana però è che quelle piazze di indignados festanti quelle riforme non le vorrebbero, non le vorranno. Che le loro rabbie  e frustrazioni , represse per qualche mese, dovranno trovarsi un altro bersaglio, che sia Monti o  Renzi, chissà. Non è la ragione a muoverli, neanche le tante ragioni spicciole: come allo stadio, e li disgusterbbe il paragone, hanno bisogno di insulti, corna e sputi.
Come al Colosseo, devono usare il pollice, per decretare la sopravvivenza o la morte di un avversario. Non gliene importa nulla del bene comune, delle sorti del paese, dell’economia europea. Volevano la morte del capro espiatorio (sono diverse dalle folle che hanno violentato e sbranato Gheddafi e i suoi uomini? Quelli erano in guerra, ci hanno messo un po’ più di energia, ma il principio è lo stesso).
Folle Aizzate colpevolmente, ma è da quel dì, da capipopolo in doppiopetto che sibilano odio dagli schermi tv e giornali, mentre fingono di prendersi sulle spalle il pesante fardello delle responsabilità per affrontare le emergenze e costruire un’alternativa di solidarietà. Sperano che ci crediamo? 
La positività però c’è: esistono uomini, di qua e di là, che sopportano, sospirano, poi si tirano su le maniche e hanno intenzione di mettersi a lavorare. Hanno bisogno di noi, anche per far la guardia alle piazze. Non per contrappore un’ideologia a un’altra. Non per ribattere con la dialettica. Ci vogliono opere, fatica, intelligenza, e anche il coraggio di giudicare. Domani, quando torniamo in ufficio o a scuola, non temiamo di essere considerati filoregime se critichiamo le orde coi clacson pigiati del Lungotevere, le file davanti a Palazzo Chigi a tirar monetine. Non abbiamo paura. Guai a pensare che è meglio non alzare la voce, lasciar correre, tanto poi passa. Non passa, peggiora. 

Fonte: http://www.ilsussidiario.net e http://www.ansa.it

Nessun commento:

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!