Questo film documentario parla del potere dell'impero e di quello del popolo. E' stato girato in Venezuela, Bolivia, Cile, Guatemala, Nicaragua e Stati Uniti. Racconta la storia, attraverso la voce dei protagonisti che la vivono, del "giardino nel retro" dell'America, il termine spregiativo dato a tutta l'America Latina. Descrive la lotta dei popoli indigeni prima contro la Spagna, poi contro gli immigranti europei che hanno rinforzato la vecchia elite. Le riprese si sono concentrare sui barrios, dove vive il "popolo invisibile" del continente, in baracche infernali che sfidano la legge di gravità.
Racconta, soprattutto, una storia molto positiva: quella del sollevarsi dei movimenti sociali che ha portato al potere governi che promettono di ergersi contro chi controlla la ricchezza nazionale e contro il padrone imperiale. Il Venezuela ha spianato la strada, e un punto focale del film è una rara intervista faccia-a-faccia con il presidente Hugo Chavez, la cui crescente consapevolezza politica, e il cui senso della storia (e dell'umorismo) sono evidenti. Il film indaga il colpo di stato del 2002 contro Chavez e lo inserisce in un contesto contemporaneo. Descrive anche le differenza tra il Venezuela e Cuba, e il cambiamento nel potere economico e politico da quando Chavez è stato eletto per la prima volta.
John Pilger è un giornalista vincitori di numerosi premi, autore di libri e regista di documentari, che ha iniziato la sua carriera nel 1958 in Australia, la sua patria, prima di trasferirsi a Londra negli anni '60. Ha iniziato come corrispondente estero e reporter dalla prima linea, a partire dalla guerra in Vietnam del 1967. E' un feroce critico delle avventure estere, economiche e militari, dei governi occidentali.
"Per i giornalisti occidentali", dice Pilger, "è troppo facile vedere l'umanità in termini della sua utilità per i 'nostri interessi' e per come segue le agende dei governi che decretano chi siano i tiranni buoni e quelli cattivi, le vittime degne e quelle indegne, e presentare le 'nostre' politiche come sempre benigne, quando di solito è vero il contrario. E' il lavoro del giornalista, anzitutto, guardare nello specchio della propria società".
Pilger crede anche che un giornalista dovrebbe essere custode della memoria pubblica e cita spesso Milan Kundera; "La lotta del popolo contro il potere è la lotta della memoria contro l'oblio".
Traduzione e sottotitoli di Andy (NoOneWorldGovernment)
Fonte: http://www.youtube.com/user/NoOneWorldGovernment
"La Politica è una cosa difficile, talvolta terribile, ma tuttavia umana! Anche nella Politica ci deve essere il disgusto, la pulizia! Non ci si può sporcare di fango, nemmeno per un'idea alta!" (Boris Eltsin - "Il diario del Presidente")
Visualizzazioni totali delle visite sul blog "Mitrokhin" dalla sua nascita: 08 Novembre 2007
Classifica settimanale delle news piu' lette sul blog Mitrokhin...
-
TORRI CRISTIANO CANTAUTORE CANALE YOUTUBE DI CRISTIANO TORRI CANALE UFFICIALE DI TORRI CRISTIANO SU SPOTIFY PROFILO FACEBOOK DI TORRI CRISTI...
-
A sinistra il simbolo storico del Ku Klux Klan, a destra il logo della compagnia telefonica della Vodafone Ku Klux Klan ( KK...
-
Il Generale Augusto Pinochet Ugarte , nato a Valparaiso il 25 novembre 1915, è passato alla storia come uno dei più disumani dittatori del N...
-
k1比赛中最荒诞的一幕 Sport dall'Estremo Oriente...
-
Clicca su questo link per leggere la storia del bombardamento atomico di Hiroshima in Giappone il 6 Agosto 1945, esattamente 79 anni fa! 👈...
Cerca nel blog
Translator (Translate blog entries in your language!)
Post in evidenza
"I MIEI BRANI" 🎸🎶💞 TUTTI I VIDEO UFFICIALI DI TORRI CRISTIANO CANTAUTORE DI CARRARA (MS) - TOSCANA
TORRI CRISTIANO CANTAUTORE CANALE YOUTUBE DI CRISTIANO TORRI CANALE UFFICIALE DI TORRI CRISTIANO SU SPOTIFY PROFILO FACEBOOK DI TORRI CRISTI...
lunedì 29 giugno 2009
La guerra alla democrazia - di John Pilger (5 di 10)
La guerra alla democrazia - di John Pilger (4 di 10)
Questo film documentario parla del potere dell'impero e di quello del popolo. E' stato girato in Venezuela, Bolivia, Cile, Guatemala, Nicaragua e Stati Uniti. Racconta la storia, attraverso la voce dei protagonisti che la vivono, del "giardino nel retro" dell'America, il termine spregiativo dato a tutta l'America Latina. Descrive la lotta dei popoli indigeni prima contro la Spagna, poi contro gli immigranti europei che hanno rinforzato la vecchia elite. Le riprese si sono concentrare sui barrios, dove vive il "popolo invisibile" del continente, in baracche infernali che sfidano la legge di gravità.
Racconta, soprattutto, una storia molto positiva: quella del sollevarsi dei movimenti sociali che ha portato al potere governi che promettono di ergersi contro chi controlla la ricchezza nazionale e contro il padrone imperiale. Il Venezuela ha spianato la strada, e un punto focale del film è una rara intervista faccia-a-faccia con il presidente Hugo Chavez, la cui crescente consapevolezza politica, e il cui senso della storia (e dell'umorismo) sono evidenti. Il film indaga il colpo di stato del 2002 contro Chavez e lo inserisce in un contesto contemporaneo. Descrive anche le differenza tra il Venezuela e Cuba, e il cambiamento nel potere economico e politico da quando Chavez è stato eletto per la prima volta.
John Pilger è un giornalista vincitori di numerosi premi, autore di libri e regista di documentari, che ha iniziato la sua carriera nel 1958 in Australia, la sua patria, prima di trasferirsi a Londra negli anni '60. Ha iniziato come corrispondente estero e reporter dalla prima linea, a partire dalla guerra in Vietnam del 1967. E' un feroce critico delle avventure estere, economiche e militari, dei governi occidentali.
"Per i giornalisti occidentali", dice Pilger, "è troppo facile vedere l'umanità in termini della sua utilità per i 'nostri interessi' e per come segue le agende dei governi che decretano chi siano i tiranni buoni e quelli cattivi, le vittime degne e quelle indegne, e presentare le 'nostre' politiche come sempre benigne, quando di solito è vero il contrario. E' il lavoro del giornalista, anzitutto, guardare nello specchio della propria società".
Pilger crede anche che un giornalista dovrebbe essere custode della memoria pubblica e cita spesso Milan Kundera; "La lotta del popolo contro il potere è la lotta della memoria contro l'oblio".
Traduzione e sottotitoli di Andy (NoOneWorldGovernment)
Fonte: http://www.youtube.com/user/NoOneWorldGovernment
La guerra alla democrazia - di John Pilger (3 di 10)
Questo film documentario parla del potere dell'impero e di quello del popolo. E' stato girato in Venezuela, Bolivia, Cile, Guatemala, Nicaragua e Stati Uniti. Racconta la storia, attraverso la voce dei protagonisti che la vivono, del "giardino nel retro" dell'America, il termine spregiativo dato a tutta l'America Latina. Descrive la lotta dei popoli indigeni prima contro la Spagna, poi contro gli immigranti europei che hanno rinforzato la vecchia elite. Le riprese si sono concentrare sui barrios, dove vive il "popolo invisibile" del continente, in baracche infernali che sfidano la legge di gravità.
Racconta, soprattutto, una storia molto positiva: quella del sollevarsi dei movimenti sociali che ha portato al potere governi che promettono di ergersi contro chi controlla la ricchezza nazionale e contro il padrone imperiale. Il Venezuela ha spianato la strada, e un punto focale del film è una rara intervista faccia-a-faccia con il presidente Hugo Chavez, la cui crescente consapevolezza politica, e il cui senso della storia (e dell'umorismo) sono evidenti. Il film indaga il colpo di stato del 2002 contro Chavez e lo inserisce in un contesto contemporaneo. Descrive anche le differenza tra il Venezuela e Cuba, e il cambiamento nel potere economico e politico da quando Chavez è stato eletto per la prima volta.
John Pilger è un giornalista vincitori di numerosi premi, autore di libri e regista di documentari, che ha iniziato la sua carriera nel 1958 in Australia, la sua patria, prima di trasferirsi a Londra negli anni '60. Ha iniziato come corrispondente estero e reporter dalla prima linea, a partire dalla guerra in Vietnam del 1967. E' un feroce critico delle avventure estere, economiche e militari, dei governi occidentali.
"Per i giornalisti occidentali", dice Pilger, "è troppo facile vedere l'umanità in termini della sua utilità per i 'nostri interessi' e per come segue le agende dei governi che decretano chi siano i tiranni buoni e quelli cattivi, le vittime degne e quelle indegne, e presentare le 'nostre' politiche come sempre benigne, quando di solito è vero il contrario. E' il lavoro del giornalista, anzitutto, guardare nello specchio della propria società".
Pilger crede anche che un giornalista dovrebbe essere custode della memoria pubblica e cita spesso Milan Kundera; "La lotta del popolo contro il potere è la lotta della memoria contro l'oblio".
Traduzione e sottotitoli di Andy (NoOneWorldGovernment)
Fonte: http://www.youtube.com/user/NoOneWorldGovernment
La guerra alla democrazia - di John Pilger (2 di 10)
Questo film documentario parla del potere dell'impero e di quello del popolo. E' stato girato in Venezuela, Bolivia, Cile, Guatemala, Nicaragua e Stati Uniti. Racconta la storia, attraverso la voce dei protagonisti che la vivono, del "giardino nel retro" dell'America, il termine spregiativo dato a tutta l'America Latina. Descrive la lotta dei popoli indigeni prima contro la Spagna, poi contro gli immigranti europei che hanno rinforzato la vecchia elite. Le riprese si sono concentrare sui barrios, dove vive il "popolo invisibile" del continente, in baracche infernali che sfidano la legge di gravità.
Racconta, soprattutto, una storia molto positiva: quella del sollevarsi dei movimenti sociali che ha portato al potere governi che promettono di ergersi contro chi controlla la ricchezza nazionale e contro il padrone imperiale. Il Venezuela ha spianato la strada, e un punto focale del film è una rara intervista faccia-a-faccia con il presidente Hugo Chavez, la cui crescente consapevolezza politica, e il cui senso della storia (e dell'umorismo) sono evidenti. Il film indaga il colpo di stato del 2002 contro Chavez e lo inserisce in un contesto contemporaneo. Descrive anche le differenza tra il Venezuela e Cuba, e il cambiamento nel potere economico e politico da quando Chavez è stato eletto per la prima volta.
John Pilger è un giornalista vincitori di numerosi premi, autore di libri e regista di documentari, che ha iniziato la sua carriera nel 1958 in Australia, la sua patria, prima di trasferirsi a Londra negli anni '60. Ha iniziato come corrispondente estero e reporter dalla prima linea, a partire dalla guerra in Vietnam del 1967. E' un feroce critico delle avventure estere, economiche e militari, dei governi occidentali.
"Per i giornalisti occidentali", dice Pilger, "è troppo facile vedere l'umanità in termini della sua utilità per i 'nostri interessi' e per come segue le agende dei governi che decretano chi siano i tiranni buoni e quelli cattivi, le vittime degne e quelle indegne, e presentare le 'nostre' politiche come sempre benigne, quando di solito è vero il contrario. E' il lavoro del giornalista, anzitutto, guardare nello specchio della propria società".
Pilger crede anche che un giornalista dovrebbe essere custode della memoria pubblica e cita spesso Milan Kundera; "La lotta del popolo contro il potere è la lotta della memoria contro l'oblio".
Traduzione e sottotitoli di Andy (NoOneWorldGovernment)
Fonte: http://www.youtube.com/user/NoOneWorldGovernment
La guerra alla democrazia - di John Pilger (1 di 10)
Questo film documentario parla del potere dell'impero e di quello del popolo. E' stato girato in Venezuela, Bolivia, Cile, Guatemala, Nicaragua e Stati Uniti. Racconta la storia, attraverso la voce dei protagonisti che la vivono, del "giardino nel retro" dell'America, il termine spregiativo dato a tutta l'America Latina. Descrive la lotta dei popoli indigeni prima contro la Spagna, poi contro gli immigranti europei che hanno rinforzato la vecchia elite. Le riprese si sono concentrare sui barrios, dove vive il "popolo invisibile" del continente, in baracche infernali che sfidano la legge di gravità.
Racconta, soprattutto, una storia molto positiva: quella del sollevarsi dei movimenti sociali che ha portato al potere governi che promettono di ergersi contro chi controlla la ricchezza nazionale e contro il padrone imperiale. Il Venezuela ha spianato la strada, e un punto focale del film è una rara intervista faccia-a-faccia con il presidente Hugo Chavez, la cui crescente consapevolezza politica, e il cui senso della storia (e dell'umorismo) sono evidenti. Il film indaga il colpo di stato del 2002 contro Chavez e lo inserisce in un contesto contemporaneo. Descrive anche le differenza tra il Venezuela e Cuba, e il cambiamento nel potere economico e politico da quando Chavez è stato eletto per la prima volta.
John Pilger è un giornalista vincitori di numerosi premi, autore di libri e regista di documentari, che ha iniziato la sua carriera nel 1958 in Australia, la sua patria, prima di trasferirsi a Londra negli anni '60. Ha iniziato come corrispondente estero e reporter dalla prima linea, a partire dalla guerra in Vietnam del 1967. E' un feroce critico delle avventure estere, economiche e militari, dei governi occidentali.
"Per i giornalisti occidentali", dice Pilger, "è troppo facile vedere l'umanità in termini della sua utilità per i 'nostri interessi' e per come segue le agende dei governi che decretano chi siano i tiranni buoni e quelli cattivi, le vittime degne e quelle indegne, e presentare le 'nostre' politiche come sempre benigne, quando di solito è vero il contrario. E' il lavoro del giornalista, anzitutto, guardare nello specchio della propria società".
Pilger crede anche che un giornalista dovrebbe essere custode della memoria pubblica e cita spesso Milan Kundera; "La lotta del popolo contro il potere è la lotta della memoria contro l'oblio".
Traduzione e sottotitoli di Andy (NoOneWorldGovernment)
Fonte: http://www.youtube.com/user/NoOneWorldGovernment
COLPO DI STATO IN HONDURAS
Roberto Micheletti, fino ad oggi presidente del Congresso Nazionale ha giurato come presidente. Difficilmente ci sarà in America Latina e nel mondo un paese disposto a riconoscerlo. Tutti gli organismi internazionali hanno condannato il Golpe: Unione Europea, Organizzazione degli Stati Americani, Gruppo di Rio, Unasur ed ovviamente l’ALBA, che si riunisce domani a Managua.
Un aereo venezuelano è partito alla volta del Costa Ricaper prelevare il presidentre destituito dai golpisti, Manuel Zelaya e trasportarlo a Managua. In Honduras, anche se non si segnalano scontri ed incidenti, è cominciata la repressione. Molti funzionari fedeli a Zelaya sono passati alla clandestinità per sfuggire agli arresti. Nel paese manca l’elettricità e Radio Globo Honduras Online è l’unica radio che fino a pochi attimi fa stava informando.
Da pochi minuti non riusciamo più ad ascoltarla. Specifichiamo che le minacce di Chavez di mandare le truppe era nel caso fosse successo qualcosa al proprio ambasciatore, che nelle prime ore del golpe era stato sequestrato assieme agli ambasciatori di Cuba e Nicaragua; i tre erano andati a portare la propria solidarietà alla Ministrodegli Esteri.
Radio Globo Honduras online
l’unico medio dell’Honduras che continua a trasmettere in vivo
http://radioglobohonduras.com/
De Honduras al mundo
In Honduras, dopo il colpo di stato di ieri, è rimasta attiva solamente una radio, Radio Globo Honduras Online, che trasmette praticamente dalla clandestinità, attraverso ripetitori portatili. E’ proprio da questa radio, online anche via Internet, che apprendiamo che è in corso una dura repressione contro i principali funzionari del Governo di Zelaya, i quali per sfuggire agli ordini di arresto, impartiti dai militari golpisti sono stati costretti a passare alla clandestinità. Tra questi anche Rafael Alegría, il quale dopo aver conversato telefonicamente col presidente Hugo Chavez, le cui parole sono state trasmesse in diretta radio e televisiva attreverso i media venezuelani, è stato raggiunto da un ordine di arresto, per sfuggire al quale è dovuto passare alla clandestinità. Stessa sorte sta passando a nuemrosi lider di movimenti sociali e giornalisti.
Mentre nelle strade della capitale ci sono manifestazioni pacifiche in appoggio a Zelaya, il presidente del Congresso Nazionale, Roberto Micheletti, è stato nominato nuovo presidente della Reppublica. Si tratta di un burattino che difficilmente troverà un paese in America Latina e nel mondo, disposto a riconoscerlo.
Intanto, il governo venezuelano ha inviato in Costa Rica un aereo, che preleverà il presidente eletto dell’Honduras, Manuel Zelaya e lo condurrà probabilemente questa stessa notte a Managua, Nicaragua, al fine di partecipare all’incontro dei capi stato dell’ALBA.
Il presidente Hugo Chavez, che da stamane era in Tv, nel suo domenicale programma televisivo, il cui palinsesto è stato cambiato totalmente, ovviamente dedicandolo al Golpe in Honduras, ha all’improvviso annunciato l’interruzione del programma. Pensiamo che possa aver deciso di raggiungere il presidente Zelaya in Costa Rica, infatti poco dopo si è appresa la notizia che un aereo venezuelano sarebeb partito alla volta del Costa Rica.
Continua agli arresti ed incomunicata col mondo, la Ministra degli Esteri, Patricia Rodas.
LPG, Caracas, 28/06/2009 - Ore 17:30 (Ora di Caracas)
Fonte: http://www.youtube.com/user/neoumanesimo e http://www.agoravox.it
Mel Zelaya en CNN 2/2 canal que apoya al dictador Roberto Micheletti y golpe en Honduras
Fidel Castro: No se puede negociar con golpistas en Honduras
Por: Agencia Bolivariana de Noticias (ABN)
Fecha de publicación: 29/06/09
Caracas, 28 Jun ABN.- El líder de la revolución cubana Fidel Castro afirmó este domingo que no se puede negociar con los militares golpistas que derrocaron al presidente hondureño Manuel Zelaya.
Con ese alto mando golpista no se puede negociar, hay que exigirle la renuncia, dijo Castro en un artículo titulado Un error suicida, leído en el telediario local por un locutor informó la AFP.
Propuso que otros oficiales más jóvenes y no comprometidos con la oligarquía ocupen el mando militar o no habrá jamás un gobierno de pueblo, por el pueblo y para el pueblo en Honduras.
Castro dijo que en los acontecimientos que depusieron al presidente Zelaya y el arresto de la canciller Patricia Rodas hubo hechos de carácter netamente fascistas que no por esperados dejan de asombrar.
Los golpistas acorralados y aislados no tienen salvación posible si se enfrenta con firmeza el problema, añadió.
Afirmó además que hasta la secretaria de Estado norteamericana, Hillary Clinton, condenó el golpe de Estado, y los golpistas de Honduras ni siquiera respiran sin el apoyo de Estados Unidos.
Fonte: http://www.youtube.com/user/republicasur
Mel Zelaya en CNN 1/2 canal que apoya al dictador Roberto Micheletti y golpe en Honduras
Fidel Castro: No se puede negociar con golpistas en Honduras
Por: Agencia Bolivariana de Noticias (ABN)
Fecha de publicación: 29/06/09
Caracas, 28 Jun ABN.- El líder de la revolución cubana Fidel Castro afirmó este domingo que no se puede negociar con los militares golpistas que derrocaron al presidente hondureño Manuel Zelaya.
Con ese alto mando golpista no se puede negociar, hay que exigirle la renuncia, dijo Castro en un artículo titulado Un error suicida, leído en el telediario local por un locutor informó la AFP.
Propuso que otros oficiales más jóvenes y no comprometidos con la oligarquía ocupen el mando militar o no habrá jamás un gobierno de pueblo, por el pueblo y para el pueblo en Honduras.
Castro dijo que en los acontecimientos que depusieron al presidente Zelaya y el arresto de la canciller Patricia Rodas hubo hechos de carácter netamente fascistas que no por esperados dejan de asombrar.
Los golpistas acorralados y aislados no tienen salvación posible si se enfrenta con firmeza el problema, añadió.
Afirmó además que hasta la secretaria de Estado norteamericana, Hillary Clinton, condenó el golpe de Estado, y los golpistas de Honduras ni siquiera respiran sin el apoyo de Estados Unidos.
Fonte: http://www.youtube.com/user/republicasur
Honduras 13 GOLPE DE ESTADO teleSUR COUP and HIJACK President Zelaya Costa Rica
28/06/09
Golpe de Estado en Honduras, militares secuestran a Zelaya
Militares encapuchados tomaron desde primeras horas de la mañana de este domingo la residencia del presidente Manuel Zelaya. Según información de la enviada especial de teleSUR en el país, los militares armados presuntamente habrían trasladado al primer mandatario a la sede de la Fuerza Aérea, sin embargo, se desconoce la ubicación exacta del jefe de Estado. La Canciller del país denunció que Zelaya "fue secuestrado".
Fonte: http://www.youtube.com/user/TVZL
ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!