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ACCADDE OGGI ESATTAMENTE 38 ANNI FA, IL 26 APRILE 1986: DISASTRO NUCLEARE DI #CERNOBYL! #URSS #CCCP #UNIONESOVIETICA #MOSCA #KIEV #RUSSIA #UCRAINA #PRYPIAT #STORIA

#AccaddeOggi esattamente 38 anni fa: #Sabato #26Aprile 1986, il disastro di #Černobyl' avvenne alle ore 1:23:46 del mattino,...

venerdì 22 luglio 2022

L'EX PREMIER MARIO DRAGHI

Draghi, la crisi di governo in diretta. Sciolte le Camere, si vota il 25 Settembre 2022.
Il premier: per i saluti c'è tempo!

Mattarella scioglie le Camere, si va a elezioni anticipate. Monito del Quirinale sui tempi del Pnrr. #Draghi invita i ministri a rimettersi al lavoro per affrontare inflazione e pandemia. Il governo presenterà comunque la nota al Def. Tabella serrata per le elezioni. Piazza Affari lima il calo allo 0,7%. Lo spread Btp-Bund a 229 punti. | Occhi puntati su Bce e Draghi | Piazza Affari subito negativa | Il diario della giornata al Senato | L'Italia resta senza paracadute | La commozione alla Camera e la battuta sul cuore dei banchieri | Le dichiarazioni di Mattarella


di Anna Messia e Angela Zoppo: 





Piazza Affari ha aperto le contrattazioni perdendo quasi il 2% nella giornata che sancisce la fine del governo Draghi, per chiudere  con una perdita più contenuta dello 0,7%, mentre lo spread Btp-Bund dopo essersi riportato a 233 punti è sceso a 229, segnando comunque un rialzo del 6%. Il rendimento del Btp decennale è salito ancora al 3,6%. Che sarebbe stata una partenza al ribasso lo si era capito anche dall'andamento del future sul Ftse-Mib di mercoledì, chiuso in calo dell'1,6% tra forti oscillazioni. L'addio di Mario Draghi a Palazzo Chigi si consuma così nelle stesse ore in cui la Bce - che Draghi ha a lungo presieduto - annuncerà il primo rialzo dei tassi dopo 11 anni (tra lo 0,25 e lo 0,50%). Sarà questo uno dei principali driver del mercato per tutte le piazze europee, ma non c'è dubbio che per Piazza Affari lo sarà anche il termometro politico come è emerso ieri in Borsa a mano a mano che dal Senato è parso chiaro che anche il cosiddetto centro-destra di governo (Lega, Forza Italia, Udc) stesse maturando lo strappo con Draghi, confermato dal non-voto sulla fiducia, al pari del Movimento 5 Stelle. 

20:00 Draghi, ci sarà tempo per i saluti. Ora mettiamoci al lavoro su Pnrr e inflazione.


Ci sarà ancora tempo per i saluti. Ora rimettiamoci al lavoro. Lo ha detto il premier dimissionario Mario Draghi nell'intervento introduttivo al consiglio dei Ministri tenuto in serata. Ora dobbiamo mantenere la stessa determinazione nell’attività che potremo svolgere nelle prossime settimane, nei limiti del perimetro che è stato disegnato. In particolare, dobbiamo far fronte alle emergenze legate alla pandemia, alla guerra in Ucraina, all’inflazione e al costo dell’energia. Dobbiamo portare avanti l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – anche per favorire il lavoro del Governo che ci succederà.

19:40 Carfagna prende le distanze da Forza Italia.


La ministra per il sud Mara Carfagna prende le distanze da FI e avvia riflessione "Per questioni di stile non esprimo giudizi su come Forza Italia ha gestito questa crisi, assumendo una decisione che non ho condiviso, che sono convinta vada contro l'interesse del Paese e di cui non ho mai avuto l'opportunita' di discutere in una sede di partito", ha detto, "Sono grata al presidente Berlusconi per le opportunita' che mi ha offerto e la fiducia che mi ha testimoniato in questi anni, ma quanto accaduto ieri rappresenta una frattura con il mondo di valori nei quali ho sempre creduto che mi impone di prendere le distanze e di avviare una seria riflessione politica".

19:20 La tabella di marcia verso le elezioni, le liste il 21 e 22 agosto.


Le liste dei candidati entro i prossimi 30 giorni, con deposito dei simboli a ridosso di Ferragosto: questa in sintesi la tabella di marcia verso le elezioni del 25 settembre, data stabilita dal Consiglio dei ministri sulla base dell'articolo 61 della Costituzione. Il 27 luglio è il termine entro il quale il ministero degli Interni deve inviare a quello degli Esteri gli elenchi degli elettori all'estero. Dal 12 al 14 agosto, invece, i partiti dovranno depositare al Viminale i contrassegni e i simboli elettorali, mentre 21 e 22 agosto sono i giorni designati per la presentazione delle liste.

18:00 Mattarella scioglie le Camere. Si vota il 25 settembre. 


Ora è ufficiale, si vota il 25 settembre. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri, dopo che Draghi è andato al Quirinale a co-firmare il decreto di scioglimento delle Camere."Come ufficialmente comunicato ho firmato il decreto di scioglimento per indire nuove elezioni entro 70 giorni come previsto. Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l'ultimo atto. La situazione politica ha condotto a questa decisione. La discussione il voto e la modalità hanno reso evidente l'assenza di prospettive per una nuova maggioranza". Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parlando dal Quirinale. La tempistica conferma perciò le elezioni per domenica 25 settembre. La preoccupazione del presidente della Repubblica ora è per l'agenda politica. "Davanti alle Camere ci sono molti importanti adempimenti da portare a compimento nell'interesse del Paese. A queste esigenze si affianca l'attuazione nei tempi concordati del Pnrr" (qui il video con la dichiarazione integrale di Mattarella).

17:50 Firmato il decreto di scioglimento delle Camere. Ftse-Mib -0,7%, Spread Btp-Bund a 229.


Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver sentito i Presidenti dei due rami del Parlamento, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, che è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi. Il decreto di scioglimento sarà consegnato ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti. Lo fa sapere il Quirinale, da dove a breve dovrebbe parlare Mattarella.

17:30 Draghi da Mattarella. Ftse-Mib -1%, Spread Btp-Bund a 231.

Draghi ha lasciato Palazzo Chigi Draghi per recarsi al Quirinale. Dovrà controfirmare il decreto di scioglimento delle Camere, firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Alle 18 è previsto il Consiglio dei ministri. Il Governo Draghi predisporrà la Nadef, la Nota di aggiornamento del Def che viene presentata annualmente entro il 27 settembre per aggiornare le previsioni economiche e finanziarie del Documento di economia e finanze. La legge di bilancio verrà invece definita a approvata dal Governo che si formerà dopo le elezioni. Il premier dimissionario, spiegano inoltre fonti governative, manterrà l'agenda internazionale. I presidenti di Senato, Alberta Casellati, e Camera, Roberto Fico, si sono alternati a colloquio con Mattarella, che dovrebbe parlare a breve, rivolgendo un messaggio alle forze politiche ma anche al Paese. Il Consiglio dei Ministri è convocato alle 18 per definire il perimetro per il «disbrigo degli affari correnti», come chiesto a Draghi dallo stesso Mattarella.

15:07 C'è accordo politico sul ddl concorrenza in aula lunedì. Ftse Mib -2,26%, Spread Btp-Bund 231.


Ci sarebbe l'accordo politico per consentire il via libera al ddl Concorrenza la cui discussione generale è prevista in aula lunedì 25 luglio. "Grazie a Fratelli d'Italia e a tutto il centrodestra sarà stralciato l'articolo 10 dal ddl Concorrenza per tutelare i tassisti, come chiesto nell'odierna conferenza dei capigruppo. È questo l'unico modo per difendere il comparto dalla sleale competizione che metterebbero in campo le multinazionali per soddisfare la loro voglia di speculazione su un servizio pubblico. Dobbiamo salvaguardare i posti di lavoro e garantire l'intero sistema che rischiava di essere smantellato da questa assurda proposta". Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. Intanto lo spread continua a salire ed è arrivato a 231 punti base con il Ftse Mib che accelera in flessione con una perdita del 2,6%

14:15 Al voto il 25 settembre o il 2 ottobre. Ftse Mib -1,3%, Spread Btp-Bund 221.

Cambiano le possibili date per le elezioni. Ora si parla del 25 settembre, o in alternativa del 2 ottobre. Sulla data del 25 settembre si è espressa anche l'Ucei, l'Unione delle Comunità ebraiche italiane, chiarendo che la giornata non pone ostacoli. La solennità che inizia la sera consente ai fedeli di religione ebraica di esercitare il proprio diritto al voto nelle ore precedenti. "La preoccupazione è naturalmente per le sorti del Paese, con una profonda crisi politica che si aggiunge alle gravissime questioni economico-finanziarie, sociali e umanitarie sulle quali il governo e le massime istituzioni erano impegnate", aggiunge l'Ucei in una nota. Intanto, Forza Italia perde un altro componente. Lascia anche il senatore Andrea Cangini, che ieri ha votato la fiducia al governo Draghi in dissenso dal partito.

13:45 Di Maio: al voto presto per salvare la manovra. Ftse Mib -1,4%, Spread Btp-Bund 228.


"Prima si va a a votare e meglio è, prima si fanno le elezioni e meglio è, almeno cerchiamo di salvare la legge di bilancio ed evitare l'esercizio provvisorio". Così il ministro degli Esteri e leader di Italia per il Futuro, Luigi Di Maio. Scetticismo invece sulle possibilità di salvare il Pnrr. "Le riforme non si potranno fare". Di Maio ha aggiunto che per la prossima campagna elettorale sarà importante portare avanti l' agenda Draghi. Infine, una stoccata ai 5 Stelle. "Da oggi esistono due tipologie di forze politiche, quelle che hanno tifato per l'Italia e quelle che hanno tifato contro l'Italia, che hanno scommesso contro. Sicuramente c'è il partito di Conte, che non è piu' il Movimento 5 stelle: io avevo contribuito a fondarlo, ed era una forza politica che creava governi, non li sfasciava". 

12:25 Il segretario del Pd Letta, se vinciamo riprendiamo il filo Draghi. Ftse Mib -1,40%, Spread Btp-Bund a 232.


Se vinciamo noi potremo riprendere filo Draghi. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, aggiungendo che "ieri c'è stato un vulnus nei confronti del Paese". Per quanto riguarda le imminenti elezioni Letta ha aggiunto che "Discuteremo e decideremo della conformazione della nostra
proposta, sul nostro progetto e programma, sulle modalita' con cui affronteremo il voto, partendo dal fatto che abbiamo questa legge
elettorale. Compagni di strada e modalita' con cui questo avverra' verra' deciso insieme, collegialmente. E' evidente che il voto di ieri impatta
molto fortemente". Intanto lo spread riprende a crescere arrivando a 232 punti

12:15 Verso elezioni il 18 settembre. Ftse Mib -1,6%, Spread Btp-Bund a 226.


Si delinea il possibile calendario elettorale dopo le dimissioni di Draghi. La data probabile per andare a votare è quella di domenica 18 settembre. Previsto oggi nel tardo pomeriggio il consiglio dei ministri per delineare l'agenda degli affari correnti che il governo uscente deve sbrigare.

12:00 Fico informa la Camera delle dimissioni di Draghi. Ftse Mib -1,7%, Spread Btp-Bund a 226.


Ripresa per pochi minuti la seduta alla Camera, il presidente Roberto Fico ha letto la breve dichiarazione di Mario Draghi, che ha confermato le dimissioni e informato della presa d'atto da parte del presidente della Repubblica: il governo resta in carica per il disbrigo degli affari correnti. Ora la seduta è nuovamente sospesa, riprenderà dopo la conferenza dei capigruppo.

11:45 Draghi non parlerà alla Camera. Ftse-Mib -2%, Spread Btp-Bund a 224.

Il presidente del Consiglio dimissionario, Mario Draghi, non interverrà in Aula alla Camera, dove era atteso alle 12 alla ripresa della seduta. Sarà quindi il presidente della Camera, Roberto Fico, a leggere ai deputati una comunicazione del premier. Nel pomeriggio si terrà poi un consiglio dei ministri per fissare il perimetro degli affari correnti. Tra le ipotesi, c'è quella di chiudere comunque l'iter parlamentare del disegno di legge sulla concorrenza, una delle riforme legate al Pnrr, ma su questo, secondo fonti parlamentari, è in corso un confronto tra i gruppi dell' ormai ex maggioranza. Ci sarebbe l'accordo per stralciare le misure sui taxi.

11:18 Brunetta lascia Forza Italia dopo la Gelmini Ftse-Mib -2,05%, Spread Btp-Bund a 229 punti.

Anche il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta lascia Forza Italia. Lo ha annunciato in una nota affermando che "non votando la fiducia a Draghi, Forza Italia ha tradito la sua storia e i suoi valori. Non sono io che lascio, è Forza Italia che lascia se stessa".  Ieri era stata la ministra per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, a lasciare il partito, aggiungendo che "Forza Italia ha definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini".

10:40 Fico e Casellati al Quirinale oggi pomeriggio. Ftse-Mib -2,7%, Spread Btp-Bund a 228 punti.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceverà nel pomeriggio al Quirinale i Presidenti di Camera, Roberto Fico, e Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, dopo aver preso atto delle dimissioni di Mario Draghi, che alle 12 è nuovamente atteso alla Camera. La giornata sui mercati procede nervosa, col rendimento decennale italiano in aumento di 21 punti. Ora sfiora il 3,6%. 

10:10 Mattarella prende atto delle dimissioni "reiterate" di Draghi. Ftse-Mib -2,1%, Spread Btp-Bund a 234 punti.

"Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto. Il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti". Così la nota del Quirinale dopo il colloquio tra Mattarella a il presidente del Consiglio, Mario Draghi

9:50 Draghi esce dal Colle. Ftse-Mib -1,9%, Spread Btp-Bund a 225 punti.

Mario Draghi ha lasciato il Quirinale, dove si era recato a colloquio con il presidente Sergio Mattarella dopo le brevi comunicazioni alla Camera. Un incontro durato circa mezz'ora. Tecnicamente, il governo mercoledì al Senato ha ottenuto la fiducia, e ci sono due alternative. La prima è che Mattarella accetti le dimissioni: in quel caso, il governo rimarrà in carica per il disbrigo degli affari correnti, ossia l'ordinaria amministrazione. La seconda opzione è che Mattarella rifiuti per la seconda volta le dimissioni e sciolga le Camere. In questo caso Draghi sarebbe ancora nella pienezza dei poteri e lo resterebbe fino alla formazione del nuovo governo. Ma questa seconda ipotesi è data per meno probabile. Secondo fonti governative, Draghi tornerà alla Camera ma potrebbe non prendere la parola. Intanto, salle 10 è in programma un'assemblea del gruppo del M5S alla Camera. Lo ha reso noto il capogruppo Davide Crippa. Quella del Pd sarà trasmessa in streaming sui profili Facebook Deputati PD e PD nazionale.

9:15 Draghi annuncia le dimissioni. Ftse-Mib -2% Spread Btp-Bund a 229 punti.


Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha brevemente preso la parola nell'aula della Camera. Tanti e lunghi gli applausi appena ha ringraziato i deputati, il premier ha sdrammatizzato con una battuta: "Anche il cuore dei banchieri centrali viene usato qualche volta", poi ha fatto la sua stringata comunicazione. "Alla luce dell'esito delle votazioni di ieri al Senato, chiedo di sospendere la seduta perché mi sto recando dal presidente della Repubblica". La decisione delle dimissioni, scontata dopo la drammatica giornata di ieri al Senato dove gli è stata votata la fiducia con appena 95 sì, è stata comunicata all'inizio della discussione generale. La seduta alla Camera riprenderà alle 12, secondo le indicazioni che lo stesso Draghi ha dato al presidente Roberto Fico. Non sarà necessario un consiglio dei ministri, perchè Draghi aveva già comunicato le sue dimissioni in quella sede la settimana scorsa. Intanto il segretario del Pd, Enrico Letta, riunirà i gruppi parlamentari per fare il punto sulla crisi di govern, subito dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio alla Camera, nella Sala del Mappamondo di Montecitorio. La segreteria si riunirà, invece, nella Sala David Sassoli del Nazareno. 

(riproduzione riservata)

Fonte:https://www.milanofinanza.it/news/draghi-la-crisi-di-governo-in-diretta-sciolte-le-camere-si-vota-il-25-settembre-il-premier-per-i-saluti-202207210922192161

Ultimo aggiornamento: 21/07/2022 alle ore 20:43







venerdì 29 aprile 2022

BELLA CIAO: привіт привіт привітОдного ранку я вставІ ВЕСЬ МИР ЖЕЛАЕТ МИ...oh bella ciao bella ciao bella ciao...О хороший привет, хороший привет, красивый привет привет привет привет Однажды я встал И я нашел захватчика О партизан, забери меня!

O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Una mattina mi sono alzato
E ho trovato l'invasor
O partigiano portami via
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano portami via
Che mi sento di morir, ir, ir-
O partigiano
Morir, ir, ir
Morir-ir
Morir-ir
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano, giano -ir
O partigiano, giano -ir
Morir, Morir
Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E se muoio da partigiano
Tu mi devi seppellir
E seppellire lassù in montagna
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E seppellire lassù in montagna
Sotto l'ombra di un bel fior, fior, fior
O partigiano
-Ir, morir, morir, morir
Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano, giano -ir
O partigiano, giano -ir
Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
 
МИР, БРАТСКОЕ СОТРУДНИЧЕСТВО МЕЖДУ НАРОДАМИ РОССИИ И НАРОДАМИ УКРАИНЫ! 
СВІТ, БРАЦЬКЕ СПІВПРАЦЯ МІЖ НАРОДАМИ РОСІЇ І НАРОДАМИ УКРАЇНИ!
 

ПРЕКРАТИТЬ ВОЙНУ! ПОДДЕРЖИВАЕМ МИР И ДРУЖБУ МЕЖДУ НАРОДАМИ! В РОССИИ ВЕЛ...Правда освобождает! Иисус Христос сказал эти слова в священных писаниях! Во многих государствах мира свобода слова ставится под сомнение, правда скрывается, иногда даже отменяется или искажается реальностью фактов! Россия сегодня проводит дезинформацию, убивает свободу печати так же, как это делали Сталин, Гитлер и Муссолини!

Большим другом русского народа на протяжении десятилетий был американский актер австрийского происхождения Арнольд Шварценеггер: в этом видео он обращается с призывом к миру и дружбе! Слушайте его хорошо, особенно в России!

ВОЙНА - это всегда поражение общества, всего человечества, но не великой культуры России! Русский народ не сходит с пути культуры, искусства, красоты и поэзии! Нет войне Нет варварству!

 
 
Правда освобождает! Иисус Христос сказал эти слова в священных писаниях! Во многих государствах мира свобода слова ставится под сомнение, правда скрывается, иногда даже отменяется или искажается реальностью фактов! Россия сегодня проводит дезинформацию, убивает свободу печати так же, как это делали Сталин, Гитлер и Муссолини!

venerdì 8 aprile 2022

Soviet Army Parade 67 Anniversary Of October Revolution (07-11-84) Unione Sovietica: 11 Novembre 1984 - 67esimo anniversario della Rivoluzione Russa del 1917

 
Documento storico Originale della TV SOVIETICA datato 1984 
(67esimo anniversario Rivoluzione Russa)
 

La rivoluzione russa (in russo: Великая русская революция, Velíkaja rússkaja revoljúcija, "Grande rivoluzione russa") è stato un evento sociopolitico, avvenuto in Russia nel 1917, che portò al rovesciamento dell'Impero russo e alla formazione inizialmente della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa e, nel 1922, in seguito alla guerra civile russa, dell'Unione Sovietica; fu un tentativo di applicazione delle teorie sociali ed economiche di Karl Marx e Friedrich Engels.

All'inizio del 1917 l'Impero russo, che da tre anni combatteva nella prima guerra mondiale come membro della Triplice intesa, era stremato: le perdite ammontavano a più di sei milioni tra morti, feriti e prigionieri e tranne alcune vittorie sul fronte austriaco, ormai vanificate dagli eventi, la Russia aveva subìto una grave serie di sconfitte che avevano comportato la perdita della Polonia, di una parte di Paesi baltici e dell'Ucraina, portando così il fronte all'interno dei suoi stessi confini, mentre le condizioni del popolo si aggravavano fortemente.

Il regime zarista, chiuso a riccio nella difesa del principio dell'autocrazia, aveva ormai perso del tutto il contatto con la realtà della Russia, al punto che anche molti degli elementi conservatori delle classi tradizionalmente alleate del regime stavano prendendo coscienza che solo un'uscita di scena dello zar Nicola II avrebbe permesso loro di mantenere il controllo dello Stato. A Pietrogrado scoppiò la rivolta con la rivoluzione di febbraio e il 2 marzo (calendario giuliano) Duma e soviet di operai e soldati si accordarono per la deposizione dello zar, e l'istituzione di un governo provvisorio formato da cadetti, menscevichi e socialisti rivoluzionari.

Si formò il governo provvisorio di Georgij Evgen'evič L'vov, che indusse Nicola II ad abdicare. Mentre lo zar e la sua famiglia venivano arrestati, nel Paese si formarono due poteri: quello del governo provvisorio, e quello dei Soviet, formato da delegati eletti compresi i bolscevichi. Contemporaneamente si diffuse in tutto il paese il disfattismo nazionale, segno della crescente stanchezza verso la guerra. Il leader bolscevico Lenin, tornato dall'esilio sostenne la necessità di trasformare la rivoluzione borghese di febbraio in Rivoluzione Proletaria, guidata dai Soviet e che mirava alla instaurazione di una società comunista. Nell'ottobre i bolscevichi occuparono i punti nevralgici della capitale dando vita alla rivoluzione d'ottobre.

La vittoria dei bolscevichi portò al rovesciamento del Governo provvisorio russo e alla nascita della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, governata dal Consiglio dei commissari del popolo. Dal 1917 al 1921 esplose la guerra civile russa che avrebbe visto la vittoria dell'Armata Rossa (bolscevichi) sull'Armata Bianca (contro-rivoluzionari) e ciò portò nel 1922 all'istituzione dell'Unione Sovietica.

All'inizio del 1917, la Russia era un paese in preda ad una forte tensione sociale, causata dall'andamento della guerra.

Al fronte, infatti, le pesanti sconfitte, la perdita di milioni di uomini ed un sistema precario di rifornimenti avevano sostanzialmente depresso il morale dell'esercito, composto in gran parte da contadini che non desideravano null'altro se non tornare al proprio villaggio[6].

Oltre che per i soldati al fronte, le condizioni di vita erano difficili anche per la popolazione civile, in quanto la mobilitazione di grandi masse di contadini aveva drasticamente ridotto il numero di persone addette ai lavori agricoli e ciò aveva causato un crollo verticale della produzione cerealicola mentre nelle città, anche a causa dello stato disastroso in cui versava il sistema ferroviario, mancavano viveri e combustibile.

Le difficili situazioni economiche erano esacerbate dal collasso del potere esecutivo: con la partenza dello zar, Nicola II, che aveva l'obiettivo di condurre personalmente le campagne militari dal fronte, il governo, minato all'interno da continue lotte di potere, che avevano portato ad un continuo cambio di ministri, aveva perso ogni compattezza e la capacità di controllare il paese reale; ormai gran parte della gestione dei rifornimenti e della produzione era caduta sostanzialmente nelle mani di cooperative e sindacati[7].

Una prima scintilla fu l'anniversario della domenica di sangue del 1905, quando ancora una volta la polizia sparò sulla folla a San Pietroburgo, uccidendo diversi manifestanti[8]. Nonostante la riapertura della Duma, il 14 febbraio, dal 18 febbraio cominciarono scioperi nelle principali fabbriche della capitale Pietrogrado.

Nei giorni successivi al 23 febbraio venne proclamato uno sciopero generale, mentre le file dei manifestanti erano sempre più folte[9]. Nicola II sciolse la Duma ed ordinò di reprimere queste manifestazioni, opponendosi a qualsiasi concessione ai rivoltosi[10].

Arresto di alcuni poliziotti 
in abiti civili

Nei giorni seguenti la situazione precipitò: gran parte della guarnigione di Pietrogrado si unì agli scioperanti, distribuendo loro armi; la Duma, le cui sedute erano state sospese dallo zar, formò un comitato, che si riunì nel palazzo di Tauride, per cercare di costituire un governo maggiormente rappresentativo, mentre operai e soldati diedero vita al soviet[11]. Mentre a Pietrogrado i rivoltosi occupavano i principali luoghi di controllo, a Mosca scoppiò la rivolta, che portò in breve la città a cadere in mano agli insorti.

A questo punto la situazione era sostanzialmente decisa e compromessa per l'autocrazia: Nicola II fece un tentativo di concedere riforme, ma il 2 marzo il Comitato ed i soviet si accordarono per la deposizione dello zar e l'istituzione di un governo provvisorio, formato da rappresentanti dei cadetti, menscevichi e socialisti rivoluzionari, avente il seguente programma di governo: amnistia per i reati politici e religiosi; libertà di parola, di stampa, di associazione, di riunione e di sciopero; eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge senza limitazioni di condizione, di religione e di nazionalità; abolizione della polizia, sostituita dalla milizia popolare; convocazione di un'Assemblea costituente ed elezioni delle amministrazioni locali per voto universale, diretto, eguale e segreto; permanenza nella capitale delle guarnigioni rivoluzionarie; diritti civili garantiti ai militari compatibilmente con il servizio[12].

La notte successiva, Nicola II abdicò in favore del fratello, il granduca Michail, il quale, constatata l'impopolarità raggiunta dalla famiglia imperiale, rinunciò a salire sul trono, secondo un manifesto del governo provvisorio[13]. L'intera famiglia imperiale venne tratta in arresto, ponendo fine al regno della dinastia Romanov

I bolscevichi non avevano avuto un ruolo da protagonisti nella rivoluzione di febbraio; infatti, il partito, praticamente clandestino, benché avesse cinque rappresentanti alla Duma, era privo dei suoi dirigenti migliori, tutti rifugiati all'estero o prigionieri in Siberia. Anche nei soviet che si andavano ricostituendo in tutta la Russia, dopo l'esperienza del 1905, la maggioranza era quasi sempre costituita da menscevichi e socialisti rivoluzionari.

Non appena appreso dei fatti di febbraio, Lenin, capo del partito, che da alcuni anni si trovava in Svizzera, decise di tornare in Russia. Sia la Francia che il Regno Unito rifiutarono di concedergli il visto di transito per raggiungere la Svezia e di lì, attraverso la Finlandia, San Pietroburgo (Russia). Le potenze dell'Intesa sapevano infatti che uno degli obiettivi dei bolscevichi era l'immediata apertura di trattative con la Germania per giungere alla pace, mentre era loro interesse che la Russia continuasse ad impegnare sul fronte orientale parte dell'esercito tedesco.

Per gli stessi motivi la Germania concesse invece il permesso di transito. Lenin era perfettamente conscio che il tornare in patria attraverso la Germania lo avrebbe esposto all'accusa di essere un agente del nemico, ma, insieme a trenta altri esuli russi, decise comunque di tornare con il cosiddetto vagone piombato, ossia su una carrozza ferroviaria che aveva tre porte su quattro sigillate e il divieto di avere qualsiasi contatto con l'esterno.

Il 3 aprile Lenin arrivò alla stazione di Pietrogrado: ad attenderlo vi era una folla enorme, a riprova della rilevanza che le tesi dei bolscevichi cominciavano ad avere all'interno del movimento rivoluzionario. 

La rivoluzione d'ottobre è la fase finale e decisiva della Rivoluzione russa iniziata in Russia nel febbraio 1917 del calendario giuliano, che segnò dapprima il crollo dell'Impero russo e poi l'instaurazione della Russia sovietica.

Dopo il rovesciamento della monarchia, per alcuni mesi la Russia fu sconvolta da conflitti tra i partiti politici e dalla crescente disgregazione militare ed economica, e il Partito Operaio Socialdemocratico Russo (bolscevico) guidato da Lenin e Lev Trockij decise l'azione armata contro il debole governo provvisorio di Aleksandr Fëdorovič Kerenskij per assumere tutto il potere a nome dei Soviet degli operai, dei soldati e dei contadini.

L'insurrezione, avviata nella notte tra il 6 e il 7 novembre dell'odierno calendario gregoriano (24 e 25 ottobre del calendario giuliano) 1917 a Pietrogrado, si concluse con successo; i bolscevichi formarono un governo rivoluzionario presieduto da Lenin e furono in grado di estendere progressivamente il loro potere su gran parte dei territori del vecchio Impero zarista. La reazione armata delle forze controrivoluzionarie e l'intervento delle potenze straniere provocò l'inizio di una cruenta guerra civile che si concluse con la vittoria bolscevica tra il 1921 e il 1922.

La Rivoluzione d'ottobre diede quindi inizio alla difficile e contrastata costruzione del primo stato socialista della storia e segnò in modo determinante tutto il ventesimo secolo; l'esperimento di socialismo ugualitario e di comunismo nella tradizione teorica di Karl Marx e Lenin, in contrapposizione al modello di sviluppo sociale ed economico capitalistico, si è concluso con la dissoluzione dell'Unione Sovietica nel 1991 e il ritorno del capitalismo negli stati successori dello stato sovietico[1]

Fin da settembre Lenin e Trockij ritenevano indispensabile non perdere l'occasione rivoluzionaria che si era venuta a creare e insistettero per la sollevazione armata. Già decisa in linea teorica dal VI Congresso del partito a luglio, essa fu deliberata in concreto il 10 ottobre (23 del calendario gregoriano) dal Comitato centrale, con una votazione di 10 a 2 e con la ferma contrarietà di Lev Kamenev e Grigorij Zinov'ev.[16][17] La posizione di questi ultimi si fondava su una scarsa fiducia nella possibilità del successo e sul timore che tale azione avrebbe compromesso l'intera rivoluzione; essi ritenevano pertanto più opportuna una lunga opposizione nei Soviet e nella futura Assemblea costituente. La maggioranza replicava invece che le masse stesse si sarebbero rivolte contro i bolscevichi se questi avessero temporeggiato, e allo stesso tempo esprimevano la convinzione che la rivoluzione si sarebbe estesa a livello europeo garantendo il necessario sostegno all'insurrezione in Russia.[18]

Il 24 ottobre del calendario giuliano, mentre a Pietrogrado arrivavano i delegati del II Congresso dei Soviet, si attivarono i soldati, gli operai, che a differenza di febbraio erano armati e costituivano le cosiddette "Guardie rosse", i marinai della Flotta del Baltico.[19] Tra la notte seguente e il mattino del giorno 25[20] vennero occupati i punti chiave della città,[21][22] e fu conseguito un agevole successo militare.[19] Alle ore 10 Lenin, che con Trockij aveva avuto il ruolo principale nella direzione degli eventi, poté proclamare il rovesciamento del Governo e il passaggio del potere al Comitato militare rivoluzionario,[19] che due settimane prima era stato costituito in seno al Soviet di Pietrogrado per coordinare l'azione delle guarnigioni.[23] La sera gli insorti occuparono il Palazzo d'Inverno e arrestarono i ministri, mentre Kerenskij era già riuscito a lasciare la città.[24]

Lenin

Contemporaneamente si insediò presso l'Istituto Smol'nyj il Congresso dei Soviet, cui fu formalmente consegnato il potere conquistato con la rivoluzione. L'assemblea, dove siedevano 338 delegati bolscevichi su 648 complessivi, ratificò l'acquisizione del potere con una maggioranza dei tre quarti dei voti e fu così instaurato il nuovo Stato sovietico.[24] I lavori del Congresso furono abbandonati dalla maggioranza dei menscevichi e dei socialrivoluzionari, che tuttavia subirono la scissione della propria ala sinistra; essa continuò a partecipare ai lavori e vide propri rappresentanti entrare a far parte del nuovo Comitato esecutivo centrale panrusso, presieduto prima da Kamenev e poi da Sverdlov, ma non del Consiglio dei commissari del popolo (Sovnarkom), eletto la sera del 26 ottobre e composto di soli bolscevichi[25] guidati da Lenin.[26] Lo stesso giorno il Congresso aveva promulgato il decreto sulla terra e quello sulla pace:[27] il primo proclamava la confisca delle terre dei possidenti e la loro consegna ai comitati locali per la loro redistribuzione tra i contadini, mentre il secondo costituiva un appello a tutti i popoli belligeranti per una pace senza annessioni né indennità.[28]

La Rivoluzione si estese subito dopo a gran parte dei territori dell'ex Impero russo: i bolscevichi presero il controllo della maggioranza delle città della Russia europea in modo pacifico, mentre in alcune zone si ebbero accesi scontri con gli oppositori durati alcuni giorni, come a Mosca, o mesi, come in aree periferiche o in quelle abitate da minoranze nazionali quali i Cosacchi del Don e quelli del Kuban'.[29][30]

Fra i primi provvedimenti del nuovo governo ci furono la distribuzione della terra ai contadini, le restrizioni al commercio, il controllo operaio sulle industrie durato circa sei mesi, l'istituzione della Čeka e dei tribunali rivoluzionari[31]. Nei mesi successivi venne introdotto l'obbligo della consegna dei raccolti alle autorità, che determinò numerose rivolte[32]. La mancata estensione della rivoluzione ai Paesi europei complicò le trattative per l'uscita dalla guerra, che si conclusero nel marzo 1918 con la sottoscrizione della Pace di Brest-Litovsk con la Germania.[33][34] Le condizioni sfavorevoli a cui era stata costretta la Russia causarono l'abbandono del governo da parte dei socialrivoluzionari di sinistra,[35] che erano entrati a far parte del Sovnarkom in dicembre.[36][37]

In estate, mentre veniva ratificata dal V Congresso panrusso dei Soviet la Costituzione della RSFS Russa,[38] si ebbe proprio per mano dei socialrivoluzionari una serie di attentati terroristici, in uno dei quali venne gravemente ferito Lenin, cui il governo rispose con la proclamazione del cosiddetto "Terrore rosso"[39][40] e l'uccisione di un numero considerevole di oppositori politici di destra e di sinistra.[41] Intanto, con l'intervento delle potenze straniere in supporto delle realtà che internamente si opponevano al potere sovietico, già dalla primavera si era riacceso lo scontro militare.[42][43]

Mentre iniziava a divampare la guerra civile, che avrebbe provocato un grandissimo numero di morti, i bolscevichi vararono una serie di misure sociali ed economiche, come la nazionalizzazione su larga scala dell'industria e le requisizioni di grano dalle campagne, che sarebbero state definite "comunismo di guerra".[44][45] Fra il 1920 e il 1921, quando l'Armata Bianca veniva definitivamente sopravanzata, si concludeva la Guerra sovietico-polacca e venivano recuperate dai bolscevichi vaste zone dell'Asia Centrale, dell'Estremo Oriente e del Caucaso,[46] il Paese fu investito da una drammatica crisi economica e da gravi carestie che causarono circa 5 milioni di morti[47] e determinarono una serie di rivolte contro le politiche del comunismo di guerra;[48] tra queste, assunsero particolare rilievo quella della provincia di Tambov, dove per tutto il 1921 l'Armata Rossa fronteggiò migliaia di insorti, e quella di Kronštadt.[49]

Tale situazione portò, a partire dal 1921, alla revoca del comunismo di guerra e al lancio della Nuova Politica Economica (NEP), che avrebbe garantito il superamento della crisi e l'allentamento della tensione sociale.[50] Inoltre, il pericolo che il proletariato, provato dai grandi sforzi degli anni precedenti, soccombesse di fronte al ritorno delle forze capitaliste portò alla messa al bando delle altre organizzazioni politiche e al divieto di frazionismo nel partito bolscevico,[51][52] che limitò quella che fino ad allora era stata una vita interna intensamente democratica.[53][54]

In questo contesto vennero condotte le trattative per l'unificazione delle Repubbliche sovietiche Russa, Ucraina, Bielorussa e Transacaucasica e la creazione dell'Unione Sovietica, che venne ratificata il 30 dicembre 1922 dall'assemblea del I Congresso dei Soviet dell'URSS, riunitosi a Mosca.[55]

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_russa e https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_d%27ottobre

 

 

 

mercoledì 6 aprile 2022

La guerra in Ucraina deve essere fermata al di là delle ragioni o dell'ideologia politica di una o dell'altra parte in causa nel conflitto; anche l'esercito Ucraino attacca i civili (nel Dombass dal 2014 sono deceduti a causa della guerra in 8 anni oltre 2000 bambini e 15mila morti tra civili e militari) maltratta chi è anche solo sospettato di simpatizzare con le forze di occupazione della Russia! Wsj: “A Febbraio Scholz tentò mediazione tra Mosca e Kiev. Zelensky rifiutò: non credeva che Putin avrebbe rispettato i patti!”

ZELENSKY e PUTIN
SOLDATI DELL'ESERCITO UCRAINO FERMANO PER STRADA I CIVILI ANCHE SOLO SOSPETTATI DI SIMPATIE O COLLABORAZIONE CON LE FORZE DI OCCUPAZIONE DELLA RUSSIA: VIOLENZA, SANGUE E MORTE DAL 2014 AD OGGI IN 8 ANNI A PARTIRE DAL DOMBASS DELL'EST UCRAINA FINO AI GIORNI DI QUESTA DISGRAZIATA GUERRA TRA MOSCA E KIEV, TRA ZELENSKI E PUTIN, DUE NAZIONALISMI CHE SI STANNO CONFRONTANDO A CANNONATE!!!

KIEV (UCRAINA) - Secondo il quotidiano statunitense il cancelliere tedesco disse al presidente ucraino che il suo Paese avrebbe dovuto "rinunciare all'adesione alla Nato" e "dichiarare la neutralità come parte di un più ampio accordo europeo di sicurezza tra l'Occidente e la Russia". Il patto "sarebbe stato siglato da Putin e Biden, che insieme avrebbero garantito la sicurezza dell'Ucraina!"

GUERRA IN UCRAINA
Il 19 Febbraio 2022 il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha fatto “un ultimo tentativo di mediazione tra Mosca e Kiev”: durante una visita del presidente ucraino a Monaco gli ha detto che il suo Paese avrebbe dovuto “rinunciare all’adesione alla Nato” e “dichiarare la neutralità come parte di un più ampio accordo europeo di sicurezza tra l’Occidente e la Russia”. Lo ha scritto l’1 aprile il Wall Street Journal, nello stesso pezzo in cui ha dato conto di una visita a Kiev (lo scorso gennaio) del capo della Cia William Burns per avvertire Zelensky dei piani del Cremlino dandogli modo di organizzare la controffensiva. Il patto evocato da Scholz “sarebbe stato siglato da Putin e Biden, che insieme avrebbero garantito la sicurezza dell’Ucraina”. L’interlocutore disse di no, spiegando che “non si poteva credere che Putin avrebbe tenuto fede a un accordo del genere e che la maggior parte degli ucraini voleva far parte della Nato”. Una risposta, commenta il quotidiano Usa, che “ha fatto temere ai funzionari tedeschi che le chance della pace stessero scomparendo!” L’articolo ricostruisce poi il ruolo della Cia nel preparare il governo ucraino all’attacco. Nei mesi che hanno preceduto l’invasione russa Burns ha intrapreso due missioni top secret. La prima a Mosca, per recapitare a Vladimir Putin il messaggio che l’Occidente avrebbe risposto con dure sanzioni se avesse attaccato il Paese vicino. La seconda a Kiev, per dare a Zelensky informazioni cruciali nei primi giorni di guerra per sventare il blitz contro l’aeroporto della capitale. L’ex sottosegretario e vicesegretario di stato nell’amministrazione Obama rivelò le direttrici d’attacco, spiegando che Putin aveva preparato una guerra lampo puntando su Kiev dalla Bielorussia. E che mirava ad un obiettivo strategico, l’aeroporto Antonov a nord della capitale per far sbarcare i paracadutisti, prendere Kiev e decapitare il governo, saltando così la difesa ucraina ai confini. Informazioni preziose, che hanno consentito di organizzare la controffensiva. Infatti le truppe russe non sono riuscite a impossessarsi dello scalo e alcuni giorni fa si sono ritirate dalla regione della capitale. Probabile che il Cremlino contasse su un’azione di una quinta colonna, composta da collaborazionisti, che doveva favorire l’eliminazione di Zelensky o costringerlo alla fuga. Gli Usa, in quelle ore drammatiche dell’inizio dell’offensiva russa, offrirono infatti al presidente ucraino una via d’uscita, per portarlo in salvo. Lui rifiutò, continuando a restare nella capitale per dirigere la resistenza. Il primo viaggio nella capitale russa, a inizio novembre, era già noto ma il quotidiano fornisce particolari inediti. A Mosca il capo degli 007 americani lanciò il suo monito in un collegamento criptato con lo ‘zar’ che, isolato nella sua residenza di Sochi, respinse i sospetti di invasione e criticò gli Usa per aver ignorato per anni le richieste di sicurezza russe. Aggiungendo che l’Ucraina “non è un Paese reale”, come disse poi ricordando che i suoi confini furono tracciati arbitrariamente da Lenin e che ora esiste solo perché nel 1991 l’Urss collassò. Tornato a Washington, Burns informò Joe Biden che Putin non aveva preso una decisione ma era fortemente propenso a invadere. 

Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it

 

martedì 29 marzo 2022

#Ucraina: il #battaglioneAzov e i neonazisti che tengono in scacco #Zelensky! Guerra Russia-Ucraina, campione mondiale di kickboxing muore in battaglia a Mariupol: faceva parte del battaglione Azov!

https://www.panorama.it/news/dal-mondo/ucraina-battaglione-azov-neonazisti-zelensky 

 

Maksym Kagal, campione del mondo di kickboxing

UCRAINA - L’allenatore della squadra nazionale di kickboxing, Oleg Skirt, ha dichiarato “dormi tranquillo, fratello, la terra è tua, ti vendicheremo”. Azov, unità militare di matrice nazista, è impegnata nell'area di Kiev con circa duemila soldati, ma ha presidi anche Kharkiv, Mykolaiv e Odessa. E' uno dei bersagli dell'operazione di "denazificazione dell'Ucraina" annunciata da Mosca. Maksym Kagal, campione del mondo di kickboxing di origini ucraine, è morto in battaglia a Mariupol. Kagal faceva parte del battaglione Azov – un’unità militare ucraina di matrice neonazista impegnata nella resistenza all’invasione russa. A riferire della morte del campione ucraino è stata l’emittente televisiva Ukraine24. L’allenatore della squadra nazionale di kickboxing Iska (International Sport Karate Association), Oleg Skirt, citato da Ukrinform, ha dichiarato “dormi tranquillo, fratello, la terra è tua, ti vendicheremo”. La brigata Azov è uno dei bersagli della cosiddetta “operazione di denazificazione” che ha annunciato il Cremlino nel giustificare l’invasione dell’Ucraina. Intervistato dall’Ansa, il terzo comandante della brigata Azov, Maksym Zhorin – originario del Donbass – ha dichiarato che lo scopo di Azov è “salvare l’Ucraina, la sua unità e la sua integrità”: “Putin ci chiama nazisti come pretesto per uccidere gli ucraini”. Zhorin ha una trentina d’anni ed è impegnato nell’area di Kiev con circa duemila soldati. “In questo momento sono a Irpin e negli ultimi giorni le possibilità di attacco da parte della Russia sono via via diminuite. Abbiamo già distrutto alcuni tank russi, molte loro attrezzature, e abbiamo buttato tutto nel fiume. Ora sono lì, assieme ai pesci” ha dichiarato Zhorin all’Ansa, presentandosi con l’uniforme tradizionale della brigata, che include lo stemma che rimanda al Wolfsangel, il simbolo germanico ripreso anche dal nazismo. “Da quando è iniziata la guerra” ha aggiunto Zhorin, “nostre unità sono presenti in tutte le principali città del Paese, come Kharkiv, Mykolaiv e Odessa”.

Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it

 

sabato 12 marzo 2022

Durante le manifestazioni di #piazzamaidan a #kiev in #Ucraina nel 2014 i loro altoparlanti suonavano l'inno delle #ss, il battaglione #Azov da sempre ha replicato i rituali delle SS nelle sue manifestazioni anche pubbliche! #stopthewar #zelensky DIMETTITI ORA! #Ukraine️ #Russia #UkraineRussiaWar


  #STOPTHEWAR IN #UKRAINE

Battaglione Azov

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera: https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglione_Azov
 
Distaccamento autonomo operazioni speciali "Azov"
AZOV logo.svg
Scudetto dell'unità
Descrizione generale
Attiva5 maggio 2014 - oggi
NazioneUcraina Ucraina
Serviziofanteria leggera, fanteria meccanizzata
TipoReggimento di fanteria leggera
RuoloControguerriglia, ricognizione, Operazioni Speciali, EOD (bonifica ordigni)
Dimensionepiù di 2 500 uomini (2017)
SoprannomeUomini in nero
Corpo Nero (Ciorny Korpus)
MottoMorte al nemico! ("Smert Vorogam!")
Colori     Blu
     Giallo
     Nero
Battaglie/guerreGuerra del Donbass
  • Battaglia di Mariupol
  • Battaglia di Shakhtarsk
  • Battaglia di Novoazovsk
  • Battaglia di Ilovaisk
Parte di
Flag of the National Guard of Ukraine.svg Guardia Nazionale dell'Ucraina
Comandanti
Comandante attualeFlag of the Azov Battalion.svg Andrіj Bіlec'kij
Degni di notaFlag of the Azov Battalion.svg Igor Mosiychuk Vadim Trojan
Simboli
BandieraFlag of the Azov Battalion.svg
Bandiera alternativaFlag of the Azov Battalion (Alternate).svg
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Il Distaccamento autonomo operazioni speciali "Azov" (in ucraino: Окремий загін спеціального призначення «Азов»Okremyi zahin spetsialnoho pryznachennia "Azov"ОЗСП «Азов»), meglio noto con la designazione iniziale di Battaglione "Azov" (ucraino: Батальйон «Азов») e, dal 2014, a seguito della sua riorganizzazione in seno alla milizia (vecchio nome della gendarmeria), di Reggimento "Azov", è un reparto militare ucraino neonazista con compiti militari e di polizia. Inquadrato nella Guardia nazionale dell'Ucraina e istituito con lo scopo principale di contrastare le crescenti attività di guerriglia dei separatisti filo-russi del Donbass durante la guerra del Donbass del 2014, il reparto è divenuto famoso a seguito di accuse di crimini di guerra e tortura. Il battaglione "Azov" è composto per la maggior parte da volontari, provenienti da partiti e movimenti politici legati all'estrema destra ucraina e integrati da volontari d'ispirazione nazifascista e neonazista provenienti anche da diversi paesi europei tra cui Italia, Francia, Spagna e Svezia. Fonti del governo di Kiev negano che il battaglione Azov avesse espresso alla sua costituzione ideologie o posizioni ufficiali assimilabili al nazismo e, pur ammettendo che il reparto abbia attratto diversi volontari con dichiarate posizioni di estrema destra, nel 2015 hanno dichiarato che il 70-80% dei militari sarebbe politicamente neutrale. La formazione militare è legata al Corpo Nazionale, un progetto politico creato dai membri del battaglione, che partecipa anche alle elezioni e ha rapporti internazionali con altri gruppi suprematisti bianchi. Il simbolo del battaglione fa riferimento al Wolfsangel, che simboleggia una trappola per lupi, attestato dal medioevo per la sua funzione di amuleto contro i lupi e utilizzato in vari stemmi araldici: esso nel corso del XX secolo fu adottato inizialmente dal nazismo, per essere poi soppiantato dalla svastica, e in seguito da alcune unità militari SS della Germania nazista operanti durante l'invasione dell'URSS. Sullo sfondo è posto il sole nero (Schwarze Sonne), costituito dalla rotazione di una serie di svastiche inscritte in un cerchio, anch'esso ispirato alla tradizione runica legata al misticismo nazista.



ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!