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ACCADDE OGGI ESATTAMENTE 38 ANNI FA, IL 26 APRILE 1986: DISASTRO NUCLEARE DI #CERNOBYL! #URSS #CCCP #UNIONESOVIETICA #MOSCA #KIEV #RUSSIA #UCRAINA #PRYPIAT #STORIA

#AccaddeOggi esattamente 38 anni fa: #Sabato #26Aprile 1986, il disastro di #Černobyl' avvenne alle ore 1:23:46 del mattino,...

mercoledì 29 novembre 2023

Ecco le parole del 21enne Filippo Turetta: di fronte alla gip. si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha reso dichiarazioni spontanee...

Filippo Turetta: “Sono affranto per la tragedia che ho causato. Voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata!”

FILIPPO TURETTA (22 ANNI)

VERONA - “Sono affranto, dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata. Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera. Fin da subito era mia intenzione consegnarmi e farmi arrestare. Questa era la mia intenzione. Ora sono molto stanco e non mi sento di aggiungere altro!”  - Gli occhi lucidi, la voce bassa. Sono le parole che Filippo Turetta, 22 anni a dicembre, ha detto davanti alla gip questa mattina, 28 novembre, per l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Montorio a Verona. Un'udienza-lampo: alle 10 i magistrati (c’era anche il pm titolare dell’inchiesta, Andrea Petroni) sono entrati nell’istituto penitenziario, mezz’ora dopo sono usciti perché l’indagato per il femminicidio di Giulia Cecchettin, difeso dall’avvocato Giovanni Caruso, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma ha scelto di fare queste poche dichiarazioni spontanee.

Fonte: https://www.repubblica.it/cronaca/2023/11/28/news/filippo_turetta_dichiarazioni_carcere_ultime_notizie-421465210/

sabato 25 novembre 2023

Filippo Turetta rientra in Italia: da Francoforte, il volo sul Falcon 900 dell'Aeronautica Militare che è partito alle ore 10.45 - Femminicidio di #GiuliaCecchettin

L'ex fidanzato Filippo Turetta, accusato di averla uccisa, è stato trovato in Germania dopo una settimana di fuga...

La sorella e il padre di Giulia Cecchettin
Domenica è stato arrestato in Germania Filippo Turetta, lo studente 22enne veneto accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin, anche lei di 22 anni e veneta. Turetta è stato fermato dalla polizia tedesca dopo una settimana di fuga con la sua auto. Il giorno prima, sabato, era stato trovato il corpo di Cecchettin nella zona tra il lago di Barcis e Piancavallo, in provincia di Pordenone. Turetta era indagato per l’omicidio da venerdì, dopo che la procura aveva trovato un video in cui lo si vedeva aggredire, ferire e caricare forzatamente in macchina Cecchettin. Il video era dell’11 novembre, giorno a partire dal quale non si avevano notizie dei due ragazzi. Il caso sta ricevendo grandi attenzioni da giorni: tutte le informazioni disponibili fanno pensare che quello di Cecchettin sia stato un femminicidio, cioè un omicidio conseguenza di violenze (fisiche ma anche psicologiche) che derivano da una dinamica di potere e controllo alimentata da stereotipi e aspettative di genere, e che sono esercitate sulle donne da uomini a loro vicini o che pensano di esserlo. Sarebbe l’ennesimo: secondo gli ultimi dati del ministero dell’Interno, dall’inizio dell’anno al 13 novembre in Italia sono state uccise 102 donne, 82 delle quali in ambito familiare e affettivo. 53 sono state uccise dal partner o dall’ex partner. Anche per il fatto che si sta parlando moltissimo di questa storia e dei temi che la riguardano, sembra che il governo stia lavorando a un piano per introdurre nelle scuole superiori alcune ore di lezione in cui i ragazzi vengano educati alle “relazioni”. Cecchettin viveva a Vigonovo, in provincia di Venezia, ed era studentessa di Ingegneria biomedica all’università di Padova, dove si sarebbe dovuta laureare la scorsa settimana. Turetta è iscritto alla stessa facoltà ed è di Torreglia, in provincia di Padova. I due avevano avuto una relazione, che poi Cecchettin aveva deciso di interrompere, ma secondo le informazioni fornite dai familiari avevano continuato a frequentarsi e a studiare insieme. La sera di sabato 11 novembre Turetta era andato a prendere in macchina Cecchettin per passare qualche ora insieme. L’ultimo messaggio di Cecchettin era stato inviato alla sorella poco prima delle 23 di quel giorno, poi non si erano più avute notizie di entrambi. Un testimone però aveva detto che intorno alle 23:15 aveva visto dal balcone della propria casa un uomo e una donna litigare in un parcheggio a Vigonovo, non distante dalla casa di Cecchettin. Stando a quella testimonianza la donna aveva chiesto aiuto ma era stata poi convinta o forzata a rientrare in macchina. Il testimone aveva chiamato il numero di emergenza, ma nel frattempo la macchina era partita. Nei giorni successivi erano cominciate le ricerche dei due ragazzi, condotte soprattutto cercando di ricostruire i movimenti dell’auto di Turetta. Inizialmente si cercava tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Alto Adige, poi il passaggio dell’auto di Turetta, una Fiat Grande Punto nera, era stato rilevato in Austria, paese da cui poi sarebbe entrato in Germania. La procura di Venezia aveva aperto un’inchiesta per scomparsa di persona, poi venerdì, dopo la scoperta del video in cui si vedeva l’aggressione, Turetta era diventato indagato per tentato omicidio. Il video non è stato reso pubblico, ma il contenuto è stato descritto da diversi giornali e agenzie di stampa sulla base delle informazioni ricevute da fonti investigative: sembra che si veda Turetta colpire Cecchettin più volte con le mani, poi inseguirla quando lei cerca di scappare e dopo averla raggiunta colpirla ancora fino a farla cadere a terra. Nelle immagini si vedrebbe poi Cecchettin sanguinante che viene caricata a forza da Turetta sull’auto. Il giorno dopo, sabato 18, la procura di Venezia aveva annunciato di aver trovato il corpo di una ragazza che era stata immediatamente identificata come Cecchettin. Era stato trovato coperto da alcuni sacchi neri ai piedi di una scarpata della val Caltea nella zona del comune di Barcis, in Friuli. Secondo le informazioni raccolte dall’agenzia Ansa, a un esame esterno del corpo della ragazza da parte del medico legale risulterebbero ferite compatibili con almeno 20 coltellate. Non ci sono ancora i risultati dell’autopsia, ma viene dato per certo che la ragazza fosse già morta quando il suo corpo è stato abbandonato. Dopo un giorno Turetta è stato arrestato a pochi chilometri dalla cittadina di Bad Dürremberg, vicino a Lipsia, nella Germania orientale. È stato trovato dopo una settimana dall’inizio della sua fuga, a circa mille chilometri da dove era iniziata, a lato di un’autostrada: sembra che l’auto fosse senza benzina e che lui non avesse più soldi per fare rifornimento. Il lato autostradale in cui è stato trovato era quello in direzione sud, cosa che ha fatto ipotizzare che si fosse spinto anche oltre e che stesse tornando indietro. Al momento non ci sono però abbastanza informazioni per confermare questa ipotesi. Le accuse a suo carico nel frattempo sono di nuovo cambiate: ora Turetta è indagato per omicidio volontario aggravato dal vincolo affettivo. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto che il ragazzo non si è opposto all’estradizione, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. Al momento è detenuto in Germania. A Fossò, il luogo dell’aggressione, è stato trovato un coltello con la lama spezzata: deve ancora essere analizzato per capire se possa essere stato usato per uccidere Cecchettin.

                                              Fonte: https://www.ilpost.it/2023/11/20/omicidio-giulia-cecchettin/


FILIPPO TURETTA E GIULIA CECCHETTIN





giovedì 9 novembre 2023

Mostro di Firenze, chi è: la storia, le vittime e le verità nascoste... #mostrodifirenze


Firenze - (Toscana/Italia) - Nel 1968 in Italia si consumava il primo di una lunga serie di omicidi che terrorizzò l’intero Paese. Vicino Firenze, a Signa, vennero esplosi ben otto colpi di una calibro 22 Long Rifle, la stessa che verrà impiegata in altri 7 duplici omicidi. Quello fu solo il primo delitto del “maniaco delle coppiette” meglio conosciuto come il “mostro di Firenze”. Quello del “mostro di Firenze” fu il primo caso riconosciuto di omicidi seriali in Italia. La sua storia è tutt’oggi intricata e confusa e non è ancora stata del tutto chiarita, il caso rimane aperto. Molte furono le piste e i depistaggi. Da Pietro Pacciani, il più noto tra le persone indiziate, alla condanna dei suoi “compagni di merende”, fino alle ipotesi di possibili mandanti, di sette sataniche e tantissime altre ipotesi. Tutt’oggi l’inchiesta rimane aperta. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul caso del “mostro!”
Il #MostrodiFirenze è il nome con cui i media italiani indicarono il “maniaco delle coppiette”, autore di sette duplici omicidi tra il 1974 e il 1985 nella provincia di Firenze. A lui fu collegato un ottavo delitto, forse il primo, ma di attribuzione incerta, commesso nel 1968. Tutti gli otto omicidi attribuiti al “mostro di Firenze” vedevamo come vittime giovani coppie appartatesi nelle campagne fiorentine. Oltre alla tipologia della vittima, gli omicidi avevano come comune denominatore l’arma: una Beretta calibro. 22 Long Rifle caricata con munizioni Winchester marcate con la lettera “H” sul fondello del bossolo. Tutte le coppie, a parte l’ultima, si trovavano in auto. Le vittime sono state spesso rivenute con ferite d’arma bianca, e in diversi casi il killer si è accanito con ferocia sul corpo delle donne, asportandone il pube. In soli due casi le donne uccise sono state mutilate del seno sinistro. Scene macabre e raccapriccianti, che terrorizzarono e perseguitarono l’Italia. I luoghi degli 8 duplici delitti portarono gli inquirenti a ipotizzare che il killer conoscesse bene il territorio e che, almeno in alcuni casi, avesse pedinato le persone che poi avrebbe ucciso. La vicenda comportò un cambiamento nelle abitudini della popolazione vicino Firenze: le coppie evitarono di appartarsi, e si aprì un dibattito se concedere o meno ai giovani di vivere la propria intimità in casa. Otto duplici omicidi, violenti e sanguinosi, segnarono profondamente Firenze e il resto d’Italia. Il primo, ricondotto solo in un secondo momento al mostro di Firenze, avvenne diversi anni prima, nel 1968, rispetto ai successivi 7, avvenuti tra il 1974-1985. Barbara Locci e Antonio Lo Bianco furono, come sospettano gli inquirenti, le prime vittime del mostro di Firenze. Il 21 agosto del 1968, intorno a mezzanotte, furono uccisi da ben 8 colpi di pistola. Si trovavano dentro un’auto, appartati in una strada vicino al cimitero di Signa, in provincia di Firenze. Entrambi sposati, lei era maritata al sardo Stefano Mele. In macchina con loro si trovava il figlio della Locci, Natalino Mele, di appena 6 anni. Il bimbo si salvò e alle due di notte busso alla porta di Francesco De Felice, chiedendo soccorso. Il primo indiziato fu il marito di lei, Mele, il quale risultò totalmente incapace di maneggiare un’arma. Cambiò versione più volte fino ad accusare altri amanti sardi della moglie, tra cui Salvatore e Francesco Vinci, per cui si parlò di “pista sarda”. Alla fine lo stesso Mele confessò e fu condannato. Eppure 15 anni dopo il caso fu riaperto e collegato ai successivi delitti compiuti dal “mostro”. Seconda coppia di vittime: Pasquale Gentilcore, 19 anni, e Stefania Pettini, 18 anni. furono uccisi il 14 settembre del 1974 a Sagginale, una frazione di Mugello. Lui fu colpito tre volte, lei cinque, e ancora viva fu accoltellata decine di volte. Nella vagina le fu infilato un tralcio di vite e le furono asportati il seno sinistro e il pube. Dalle indagini emerse che la ragazza si era confidata con un’amica di aver fatto l’incontro di una strana e insolita persona. Giovanni Foggi e Carmela De Nuccio e Stefano Baldi e Susanna Cambi: Dopo 7 anni, nel 1981 furono due i duplici omicidi. Il primo a Scandicci Giovanni Foggi, 30 anni, e la fidanzata Carmela De Nuccio, 21 anni. Furono uccisi e lai fu mutilata al pube. Fu arrestato un uomo ma fu rilasciato perché mentre era in carcere fu commesso un altro duplice omicidio: Stefano Baldi, 26 anni, e Susanna Cambi, 24 anni. Anche questa volta la ragazza fu mutilata. Anche lei aveva confessato alla madre di essere pedinata. Paolo Mainardi e Antonella Migliorini furono la quarta coppia assassinata nel giugno del 1982, a Baccaiano, frazione di Montespertoli. Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch: La quinta coppia furono due turisti tedeschi assassinati nel 1983. Entrambi maschi, uno aveva i capelli lunghi e fu preso per una donna. Claudio Stefanacci e Pia Gilda Rontini: I due fidanzati vennero uccisi nel luglio del 1984, si trovavano in auto vicino a Vicchio. Il corpo della ragazza fu accoltellato e mutilato del pube e del seno sinistro.


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ITALIA-CINA

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PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!