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#19marzofestadelpapà: anche i papà e i babbi più deboli e fragili, per i propri figli sono EROI! Buona #festadelpapà a tutti i...

venerdì 23 settembre 2011

Strauss-Kahn NON ARRENDERTI, noi ti vogliamo PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA FRANCESE! Caccia via dall'Eliseo il "cattivo" Sarkozy...Strauss Khan torna al piu' presto in politica e candidati alle prossime elezioni Presidenziali...noi ti appoggiamo e ti sosteniamo con la propaganda elettorale! - Strauss-Kahn N'abandonnez pas, nous voulons PRÉSIDENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE! Dall'Eliseo Chasse le «mauvais» Sarkozy! Strauss Khan revient plus "rapidement dans la politique et les candidats à la prochaine élection présidentielle ... nous vous soutiendrons et nous appuyons la propagande électorale!


Strauss-Kahn N'abandonnez pas, nous voulons PRÉSIDENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE! Dall'Eliseo Chasse le «mauvais» Sarkozy! Strauss Khan revient plus "rapidement dans la politique et les candidats à la prochaine élection présidentielle ... nous vous soutiendrons et nous appuyons la propagande électorale!
 
Martine Aubry, candidata alle primarie socialiste per le presidenziali 2012 si trova in una situazione imbarazzante dopo le rivelazioni, domenica sera sul canale televisivo TF1, di Dominique Strauss Kahn!

Domenica sera vi è stato sconcerto fra i giornalisti che negli scorsi mesi avevano intervistato Martine Aubry riguardo alla candidatura di Strauss Kahn alle primarie socialiste.
Durante la sua apparizione televisiva di ieri sera, Strauss Kahn ha dichiarato che sì, un patto elettorale esisteva fra lui e la Aubry, perché lui intendeva candidarsi alle primarie del partito socialiste. Primarie che avrebbe sicuramente vinto, stando a diversi opinionisti.
Nelle diverse interviste rilasciate ai media nei mesi del calvario newyorchese del compagno di partito, interrogata riguardo all’esistenza di un patto elettorale, Martine Aubry rispondeva che no, non c’era nessun patto. Fra lei e Strauss Kahn esisteva unicamente un ragionamento politico comune.
Il patto in questione è il famoso Pacte de Marrakech, dal luogo in cui i due lo avevano concordato, nell’autunno del 2010.
Adesso Martine Aubry viene considerata la candidata di ripiego, quella che ha approfittato delle disgrazie di Strauss Kahn. Perché il patto voleva che fosse lui a candidarsi e non lei. Entrambi avevano impegni che li facevano esitare, lui la conduzione del Fondo monetario e lei la conduzione del PS, ma alla fine era stato deciso che lui si sarebbe candidato, perché aveva concrete possibilità di venire eletto persino alla presidenza della nazione.
Dopo il suo arresto a New York, a seguito della vicenda Nafissatou Diallo, la Aubry aveva rotto il patto e annunciato la sua candidatura alle primarie.
Senza ombra di dubbio la posizione elettorale di Martine Aubry si fa ora critica e – come era prevedibile – il ritorno in Francia di Strauss Kahn si rivela ricco di colpi di scena. 

(Fonte: www.adelfo.it)

Il 14 maggio, Dominique Strauss-Kahn, direttore del Fondo Monetario Internazionale (FMI), pronto a candidarsi per il Partito Socialista all’Eliseo nel 2012, è stato arrestato all’aeroporto di New York, con l’accusa di aver sequestrato e tentato di violentare una cameriera del Sofitel in Times Square, dove alloggiava. La notizia, le immagini del suo arresto e del processo, hanno fatto il giro del mondo, destando naturalmente molto scalpore in Francia. Dopo la sua assoluzione,  13 milioni di francesi sono stati incollati alla tv per sentire i 23 minuti d’intervista e le pubbliche scuse di “DSK”.

IL FATTO - Il 14 maggio, Dominique Strauss-Kahn, direttore del Fondo Monetario Internazionale (FMI), pronto a candidarsi per il Partito Socialista all’Eliseo nel 2012 e molto temuto da avversari e no, è stato arrestato all’aeroporto di New York, con l’accusa di aver sequestrato e tentato di violentare una cameriera di origini guineiane, Nafissatou Diallo, al Sofitel di Times Square, dove lui alloggiava.  La notizia, le immagini del suo arresto e del processo, hanno fatto il giro del mondo, destando naturalmente molto scalpore in Francia e, in tutti questi mesi, i media hanno seguito la torbida vicenda giudiziaria. Dopo la denuncia della Diallo, anche la reporter e scrittrice francese Tristane Banon, aveva espresso l’intenzione di portare Strauss-Kahn in tribunale con la stessa accusa (una violenza sessuale che si sarebbe consumata nel 2003), ma poi è stata dissuasa dalla madre, che era stata amante di lui, e quest’ultimo ha querelato la 32enne giornalista e scrittrice per calunnia. Alla fine il giudice ha dichiarato che la cameriera del Sofitel, avrebbe mentito  e, referti medici alla mano, dimostrato che il rapporto è stato consenziente. Lei ha un passato poco pulito, è stata accusata di vendere droga (che il marito traffica)e prostituirsi ai clienti dell’albergo, quindi giudicata non attendibile. Strauss-Kahn è stato assolto il 23 agosto, ma sebbene non abbia commesso il reato, almeno ha ritenuto suo dovere presentare, un po’ come Clinton all’epoca della Lewinsky, le sue scuse pubbliche per averla (nuovamente) tradita, alla terza moglie Anne Sinclair, ex giornalista (che gli è stata sempre accanto), ai figli e naturalmente ai francesi, tredici milioni dei quali hanno seguito in diretta il suo “mea culpa”.
IL PRECEDENTE - Non era neppure la prima volta che Strauss Kahn, spesso chiamato semplicemente “DSK” dalla stampa francese, si trovava al centro di uno scandalo sessuale: il 18 ottobre 2008 il Wall Street Journal ha rivelato indagini interne per accertare se non avesse fatto favoritismi per la sua amante Piroska Nagy, da lungo tempo responsabile del dipartimento del Fondo Monetario Internazionale in favore dell’Africa, e lei lo ha accusato di abuso di potere a fini sessuali. Già allora, Strauss-Kahn aveva presentato scuse pubbliche alla sempre fedele ed indulgente Anne Sinclair  e all’FMI, argomentando di aver commesso un erreur de jugement , errore di valutazione, intrecciando una relazione con la Nagy. Il 25 ottobre di quell’anno, la commissione d’inchiesta del Fondo, assolve Strauss-Kahn, ma lo licenzia il 6 maggio proprio per aver commesso “atti regrettables et reflétant une grave erreur de jugement (incresciosi e rivelatori di un grave errore di valutazione )”.
LE (CONTRASTANTI) REAZIONI FRANCESI – La Francia si è sentita umiliata per lo scandalo Diallo. A maggio, Marine Le Pen, figlia di Jean-Marie e Segretario del Front National di estrema destra, ha condannato l’accaduto e Nathalie Kosciuko-Morizet, Ministro dell’Ambiente, ha dichiarato che la Francia ne è stata la prima vittima. Gli altri, in seno al partito di DSK, hanno mostrato più cautela: “Chiamo tutti ad aspettare la verità dei fatti e a rispettare la presunzione d’innocenza, e di conservare la decenza necessaria”, ha dichiarato il segretario del PS, Martine Aubry.  Commenti analoghi anche da Segolène Royal e François Hollande – entrambi candidati alle presidenziali – che hanno invitato il partito all’unità ed al comportamento responsabile. Calma mostrata anche dall’ ”Unione per un Movimento Popolare” (UMP), il partito di Sarkozy, un membro del quale ha definito “di una crudeltà insostenibile”, le immagini del Presidente del Fondo Monetario Internazionale portato via in manette. Tuttavia celebri giornali francesi, hanno sottolineto l’ipocrisia di fondo dell’atteggiamento del gruppo politico del presidente francese in carica, avversario di Strauss-Kahn. Le Monde ha parlato di “sconvolgimento che scuote il Partito socialista”, Le Parisien e Le Figaro di “colpo di fulmine alla campagna elettorale socialista”, mentre 20minutes considera oramai “impossibile” la candidatura alle presidenziali dell’economista e politico. La Charente Libre ha sottolineato che “Nel campo di Sarkozy, nessuno si rallegra pubblicamente dello scandalo che colpisce l’immagine della Francia, ma sotto sotto, Nicholas Sarkozy ha di nuovo qualche ragione per sperare in una rielezione”. Il giornale La Croix definisce quella faccenda un’ “umiliazione” per tutta la République o più precisamente “un’umiliazione per DSK e per i suoi, se è innocente. Un’umiliazione per la Francia in ogni caso e, al di là degli intrighi politici, l’immagine del nostro Paese è già da tempo alterata”.
PICCO DI ASCOLTI - Non sorprendono più di tanto perciò i 13.000.000 di spettatori incollati al Tf1 la sera di domenica, per l’intervista apologetica dell’ex Presidente del Fondo Monetario Internazionale: si è trattato del picco di ascolti più alto delle news serali registrato dall’emittente dalle violenze urbane del 2005. Le reazioni sono discordanti: chi parla di “forza e sincerità” delle dichiarazioni di Strauss-Kahn, chi d’“indecenza”. I primi a farsi sentire sono stati naturalmente i membri del Partito Socialista. I sostenitori di Hollande Pierre Moscovici, Andre' Vallini e Bruno Le Roux, si sono serviti dell’intervista per attaccare la sfidante dell’ex compagno di Segolène Royal , Martine Aubry. Il messaggio è chiaro: se Strauss-Kahn non si fosse trovato nei guai, lei non avrebbe avuto la possibilità di candidarsi. Segolène Royal ha dichiarato di voler “voltare pagina”, che “questa trasmissione ha consentito di chiudere qualcosa che ci ha tenuti troppo occupati e ha dichiarato che “credo non sia più di attualità” un posto per DSK nel governo, se lei dovesse vincere alla presidenziali. Il deputato Jack Lang, sembra soddisfatto dell’intervista: “Credo che abbia dato tutte le risposte che ci si aspettava, su quanto avvenuto all’Hotel Sofitel, sulla procedura che lo ha messo in stato di accusa, sull’assoluzione” e si dice convinto che la Francia avrà di nuovo bisogno “dell’incredibile competenza ed esperienza” di Strauss-Kahn. Arnaud Montebourg, altro candidato socialista all’Eliseo non concorda: “Avrebbe potuto, avrebbe dovuto presentare delle scuse in modo da consentirci di parlare di altro". Jean François Copé, Segretario generale dell’UMP, vorrebbe, come l’ “avversaria” Royal, che la trasmissione televisiva chiudesse questa “sceneggiata durata troppo a lungo” e l’ha trovata,  benché sia stata presentata come inevitabile, “patetica e triste”.Anche nella capitale francese i commenti sono spesso discordi. C’è l’uomo a cui Strauss-Kahn non è sembrato sincero e che recitasse una messa in scena e la donna che invece sostiene che abbia ammesso il suo errore e “non possiamo nemmeno chiedergli più di questo”. Resta ora da vedere quale sarà il futuro dell’ex Presidente del FMI ed ex aspirante Presidente francese, arrestato casualmente all’aeroporto dedicato a John Fitzgerald Kennedy (JFK), anche lui conosciuto con una sigla, anche lui fedifrago, ma mai accusato di stupro. (Fonte: www.fusiorari.org)

Ultimo aggiornamento Giovedì 22 Settembre 2011 - Ore 18:21


Strauss-Kahn parla ai Francesi in TV: «Ho sbagliato, ma non ci fu violenza!» Prima intervista dell'ex direttore del Fmi ed ex candidato all'Eliseo accusato di stupro a New York e poi prosciolto!


Strauss-Kahn, prima intervista in tv: "Ho fatto uno sbaglio, ho colpe morali!"

Parigi (FRANCIA), 23 Sertembre 2011 - (TMNews) - I pm di Parigi hanno deciso di mettere a confronto in un aula di tribunale Dominique Strauss-Kahn e Tristane Banon, la scrittrice che accusa l'ex direttore generale del Fondo Monetario Internazionale di aver tentato di violentarla otto anni fa. Lo ha annunciato in un breve comunicato il procuratore della Repubblica Francese.
"Il collegio difensivo di Dominique Strauss Kahn è venuto a conoscenza della decisione della Procura di procedere con il tradizionale confronto nell'inchiesta preliminare che è stata aperta" avevano riferito poco prima gli avvocati dell'ex ministro socialista, confermando indiscrezioni di stampa. Strauss Kahn "aveva già informato gli inquirenti che si sarebbe messo a disposizione" avevano precisato i legali.
Soltanto ieri, la giornalista e scrittrice che ha denunciato Strauss Kahn per un tentativo di stupro nel 2003 aveva affermato la sua volontà di un confronto diretto perché l'ex numero uno del Fmi la guardasse "dritta negli occhi" dicendole che "i fatti che lei denuncia sono solo immaginari". Strauss Kahn ha sporto, a sua volta, denuncia nei confronti di Banon per calunnia. Intervistato di recente da Tf1 ha definito "immaginarie" le accuse della scrittrice, figlia di una dirigente del Ps Francese. (Fonte Afp) 

L'ex direttore del Fmi accusato e poi prosciolto dall'accusa di aver stuprato una cameriera racconta la sua verità: "Nessuna violenza, ma ho mancato l'appuntamento con i francesi che avevano posto in me la speranza di un cambiamento!"

PARIGI - Dominique Strauss-Kahn respinge ogni accusa di violenza o di rapporto a pagamento con Nafissatou Diallo, la cameriera del Sofihotel di Manhattan che lo ha trascinato in tribunale con l'accusa di stupro, ma ammette una "colpa morale", nei confronti "di mia moglie, dei miei figli e anche dei francesi". E' questo uno dei passaggi chiave dell'intervista che l'ex direttore del Fondo monetario internazionale ha concesso questa sera in diretta alla rete televisiva privata francese Tf1.
"Ho mancato l'appuntamento con i francesi che avevano posto in me la speranza di un cambiamento", ha detto parlando per la prima volta pubblicamente della vicenda che lo ha portato sotto processo negli Stati Uniti. Parole che hanno fatto da prologo alla conferma che ha rinunciato definitivamente a candidarsi all'Eliseo in vista delle prossime elezioni del 2012: "Avrei voluto presentarmi per le presidenziali, ma non lo farò!"
"Ho avuto paura, molta paura - ha proseguito - quando sei preso in un meccanismo del genere hai l'impressione che può farti a pezzi". L'aver sopportato i momenti difficili passati, ha quindi spiegato, è stato merito soprattutto della moglie. Anne Sinclair, ha detto, è una "donna eccezionale", "senza di lei non ce l'avrei fatta". Dsk ha quindi confermato di aver avuto un rapporto sessuale con la cameriera, ma ha ribadito che "in quanto avvenne", nella camera del Sofitel Hotel, "non ci furono violenze, coercizioni, aggressioni
né furono commessi crimini. Alla domanda se si senta vittima di una macchinazione, Strauss-Kahn ha risposto: "Una trappola? E' possibile. Un complotto? Vedremo!"
Davanti la sede parigina dell'emittente, una cinquantina di persone hanno atteso l'arrivo dell'economista manifestando a sostegno delle dignità delle donne. 
Strauss Kann oltre che della vicenda newyorchese, dalla quale è uscito prosciolto, deve rispondere anche di uno scandalo a sfondo sessuale in Francia. Tristane Banon, 32 anni, giornalista e scrittrice, figlia di una dirigente locale socialista, sostiene infatti da anni - anche se inizialmente l'ha fatto con meno decisione - che Strauss-Kahn la aggredì a scopo di violenza nel febbraio 2003, nell'appartamento dell'allora dirigente socialista. Lei le aveva chiesto un'intervista, durante la quale poi Dsk avrebbe provato a violentare la giovane e avvenente giornalista che si era trovato davanti. Durante l'intervista in tv l'ex direttore del Fmi ha respinto però anche questa accusa.  "In quell'incontro non c'è stata alcuna aggressione né violenza, la versione fornita (da Banon) è frutto di immaginazione e calunniosa", ha affermato.
 
Fonte: http://www.repubblica.it/

Parigi - (FRANCIA) - Lo scandalo sessuale? «Un errore nei confronti di mia moglie e dei miei figli». La corsa all'Eliseo? «Ho mancato il mio appuntamento con i francesi. Che avevano fiducia in me». È la prima uscita pubblica di Dominique Strauss-Kahn al suo rientro a Parigi dopo la vicenda giudiziaria americana, l' accusa dalla quale è stato scagionato di aver violentato una cameriera all'hotel Sofitel di New York. L'ex direttore generale del Fondo monetario internazionale ed ex possibile candidato socialista alla presidenza della Repubblica parla ai microfoni di TF1, la prima rete televisiva privata d'Oltralpe , al tg delle 20.
«HO AVUTO PAURA» - Ma cosa è davvero accaduto quella famosa notte a New York, chiede la giornalista. «Quanto accaduto non ha nulla a che fare con al violenza, né con aggressioni, né altri atti criminali come è stato riconosciuto dalla Procura di Manhattan. Ma quello che è successo non è solo una relazione inappropriata, ma un errore», è stata la risposta. «Ho una colpa morale di cui non vado fiero - ha aggiunto Dsk - e credo di non aver ancora finito di pentirmene» ha continuato il politico socialista confessando di «aver avuto paura, molta paura. Quando sei preso in un meccanismo del genere hai l'impressione che possa farti a pezzi. Sono stato umiliato». Strauss-Kahn non ha escluso che possa essersi trattato di «una trappola, una cospirazione - ha detto - Vedremo.»
LE ACCUSE DELLA BANON? IMMAGINARIE - Quanto alla giornalista francese Tristane Banon che lo accusò di tentato stupro, Strauss-Kahn ha liquidato la vicenda (sulla quale è in corso un'indagine) come «immaginaria»,l una ricostruzione «calunniosa - ha detto - non ci fu nessuna aggressione, nessuna violenza». Lei sostenne invece di aver rischiato di esser violentata durante un'intervista, nel 2003 raccontando che Strauss-Kahn tentò di slacciarle i jeans e il reggiseno e le mise le mani in bocca e nella biancheria.
MIA MOGLIE UNA DONNA STRAORDINARIA «Se ho potuto resistere è grazie a mia moglie Anne Sinclair, una donna straordinaria, senza di lei non ce l'avrei fatta»
TEMPO PER RIFLETTERE - Strauss-Kahn è apparso rammaricato soprattutto di non aver potuto prender parte alla competizione per la successione a Sarkozy. «Evidentemente non sarà così», ha detto aggiungendo che ora intende «prendere tempo per riflettere, per riposare e per ritrovarsi: tutta la mia vita è stata consacrata a cercare di essere utile al bene comune. Si vedrà!»
 
Fonte: www.ilcorriere.it

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Messaggio ai cittadini Italiani da Anonymous-Italia...la crisi economica e finanziaria del Paese rischia di compromettere la pace sociale e gli equilibri della pacifica convivenza civile!


TESTO

Ciao popolo italiano.
Anonymous vi stanno osservando.
La qualità della vostra informazione è molto bassa.
La maggiorparte dei vostri giornali prende finanziamenti dal governo e mente sull'attuale situazione politica.
I vostri network televisivi, in nome del primo ministro Silvio Berlusconi, diffondono una visione distorta della realtà.
Solo il 50% della popolazione italiana usa internet e questo piace al vostro governo.
Loro non vogliono un alto uso di Internet.
Il vostro parlamento è pieno di politici collusi con organizzazioni criminali, come la mafia.
Uno dei maggiori partiti italiani, Lega Nord, usa metodi fascisti e razzisti per governare.
I partiti di opposizione non hanno la forza politica necessaria a contrastare questa deriva illiberale.
I vostri diritti sono in pericolo.
I cittadini italiani devono svegliarsi.
I cittadini italiani devono combattere prima che sia troppo tardi.
Governo Italiano:
Anonymous ti sta osservando.

L'informazione è libera.
Noi siamo Anonymous.
Noi siamo una legione.
Noi non perdoniamo.
Noi non dimentichiamo.
Aspettaci.

Noi cittadini del mondo occuperemo piazza affari, in contemporanea a Wall Street e alle principali borse europee.
Vogliamo protestare contro il signoraggio, che ha ridotto le nostre democrazie in dittature economiche, che ci hanno resi schiavi di un sistema, in cui l’etica e la morale, non hanno più importanza.
Le banche centrali private, stanno commettendo un grosso crimine nei confronti dell’umanità e i nostri governanti ne sono i complici.
Noi cittadini, per pagare il debito pubblico, siamo costretti a vivere condizioni di vita poco dignitose.
Noi protestiamo perché rivogliamo:

- la sovranità popolare

- i diritti sociali che ci stanno negando

- un’informazione libera dalle logiche di potere politico ed economico

L’iniziativa vuole essere anche un momento di sensibilizzazione e comprensione dei problemi economici.
Tutti i gruppi e movimenti, che condividono gli obiettivi, sono invitati ad aderire, diffondere l’evento e partecipare.

La giornata oltre ad avere uno scopo informativo sulle tematiche economiche, vuole diventare un momento di confronto e interazione tra cittadini, da cui far emergere proposte e collaborazioni.
Per garantire il rispetto reciproco ci ispireremo alle regole delle assemblee degli Indignatos spagnoli, per permettere a chiunque lo desideri e si ritrovi nei valori dell’antifascismo, antirazzismo, antisessismo e della non violenza, di poter partecipare attivamente esprimendo la propria opinione o proposta. L’iniziativa è indipendente da qualsiasi organizzazione partitica.

PROGRAMMA:

- ore 11.30 Giulietto Chiesa www.giuliettochiesa.it

- assemblea con tema “controinformazione ed economia”

- assemblea con tema “economia e lavoro precario”

- ore16.00 Salvatore Tamburro http://www.democraziadirettasovranitamonetaria.it/

- assemblea con tema “economia, mafie e spazi pubblici”

- ore 18.30 Moni Ovadia http://www.moniovadia.it/

- assemblea con tema “cultura ed economia”

DOCUMENTO MANIFESTO - ANTIBAKS DAY 17 SETTEMBRE 2011

Noi cittadini che ci siamo riuniti davanti alla borsa di Milano: siamo indignati per la dittatura economica che stiamo vivendo. Vogliamo sottolineare che siamo persone pacifiche, che non hanno nessuna intenzione né provocare le forze dell'ordine, né di creare disordini, ma semplicemente fare le nostre richieste:

1) Chiediamo alla Banca Centrale Europea e alla Banca dItalia (che per il 95% è in mano a private società per azioni) di farsi carico del Debito Pubblico, che hanno generato a nostre spese. Non vogliamo che tale debito gravi sulle spalle dei cittadini. I governi di turno, per mantenere i patti con le banche, vengono obbligati ad effettuare tagli sulla spesa pubblica e ad innalzare le imposte. Il Signoraggio Bancario, ossia la truffa generata da questo sistema finanziario, è il male che vogliamo debellare dalla nostra società.

2) Chiediamo il ripristino della Sovranità Monetaria. Lo Stato deve avere il potere di gestire la propria politca monetaria e di emettere la moneta necessaria al soddisfacimento della spesa pubblica, in modo tale che tutti i beni e servizi utili al benessere della collettività siano garantiti, senza generare nuovo debito. Chiediamo quindi la Nazionalizzazione delle Banche Centrali. Vogliamo che il potere di emettere moneta sia esclusivamente nelle mani del popolo e non in quelle delle banche private. La moneta deve essere di proprietà del portatore.

3) Riteniamo che la politica rappresentativa sia un fallimento, in quanto non è più in grado di rappresentare il volere popolare. In una democrazia è il popolo che deve governare. Chiediamo quindi, che venga dato il giusto potere agli strumenti di democrazia diretta: proposte di legge e referendum. Vogliamo che in parlamento vengano discusse le iniziative popolari. A tal riguardo chiediamo l'introduzione di referendum propositivi e confermativi.

4) Chiediamo che lo Stato come Istituzione garante dei diritti dei cittadini, non subisca direttive da istituzioni sovra-nazionali, non elette democraticamente dalla popolazione (BCE:Banca Centrale Europea, FMI: Fondo Monetario Internazionale, BM: Banca Mondiale, OMC: Organizzazione Mondiale del Commercio, Commissione Europea), nè da altre istituzioni segrete, quali il gruppo Bilderberg o la Commissione Trilaterale .

IN SINTESI chiediamo:

- estinzione del debito pubblico e eliminazione del signoraggio bancario

- sovranità monetaria nelle mani del popolo

- democrazia diretta

- libertà culturale dai poteri economici
Fonte: http://www.anon-news.blogspot.com/ e http://www.youtube.com/user/anonymousvsberlusca

sabato 17 settembre 2011

Russia - Agosto 1991 - 2011: 20 anni fa il golpe che affondò l'Urss e causò disastri politici ed economici in tutta l'Europa dell'Est ed in mezzo Mondo!



Il colpo di stato sovietico del 1991 fu il tentativo di colpo di stato da parte di alcuni membri del governo sovietico di deporre il presidente Mikhail Gorbačëv e prendere il controllo della nazione. Il suo fallimento, e i risvolti politici che ne seguirono, segnarono la dissoluzione dell'Unione Sovietica.

Gli eventi

Nell'agosto 1991, dopo una trattativa di notevole complessità, il presidente sovietico Mikhail Sergeevič Gorbačëv si apprestava a siglare il nuovo patto federativo dell'Unione Sovietica che, di lì a poco, avrebbe mutato la propria denominazione ufficiale da Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche in quella, presumibilmente, di Unione delle Repubbliche Sovietiche Sovrane.
Dodici dei paesi già facenti parte dell'URSS erano prossimi alla firma, la Federazione Russa, l'Ucraina, la Bielorussia, la Moldavia, la Georgia, l'Armenia, l'Azerbaijan, il Kazakistan, il Turkmenistan, il Kirghizistan, l'Uzbekistan ed il Tagikistan. Solo si esclusero le Repubbliche Baltiche, ovvero, Lituania, Lettonia ed Estonia, che finalmente, dopo più di cinquant'anni, ebbero l'attesa possibilità di liberarsi dall' occupazione sovietica e di riconquistare una totale indipendenza dall' Unione.
D'altronde, pochi mesi prima, oltre il 70% dei cittadini sovietici chiamati alle urne, aveva espresso il proprio sostegno ad una rinnovata Unione. Il Segretario del PCUS, nonché Presidente dell'Unione Sovietica, aveva deciso di prepararsi al gravoso impegno riposandosi nella dacia presidenziale in Crimea.
Era il 19 agosto quando, su ordine di alti gradi del Partito, timorosi delle incombenti novità, Gorbačëv veniva trattenuto contro la sua volontà in Crimea, non potendo quindi recarsi alla sigla del nuovo accordo federativo: era l'inizio del tentativo di colpo di stato che, a dispetto delle intenzioni tanto degli autori, quanto delle vittime, avrebbe condotto ad un risultato impensabile fino a poco tempo prima: la dissoluzione dell'Unione Sovietica.
I golpisti erano personaggi di spicco della politica sovietica: il capo del KGB Vladimir Krjučkov, il ministro degli Interni Boris Pugo, il ministro della Difesa Dmitry Yazov, il vice-presidente dell'Urss Gennadij Janaev, il primo ministro Valentin Pavlov, il capo della segreteria di Gorbačëv, Valerij Boldin. Il loro intento era chiaro: preservare l'Unione dall'insorgere delle nazionalità, impedire un alleggerimento del potere centrale, preservare il primato del PCUS.
Il vice presidente Gennadij Janaev prese potere della televisione e della radio immediatamente dopo l'annuncio con gli altri leader del colpo di stato e rilasciò una debole denuncia del regime precedente, portando immediatamente a credere che egli non fosse l'uomo adatto a portare l'ordine pubblico ricercato disperatamente dagli insorti. Grandi dimostrazioni pubbliche contro i leader del colpo di stato ebbero luogo a Mosca e a Leningrado e le lealtà divise degli organismi di difesa e sicurezza fecero sì che le forze armate non attaccassero i dimostranti.
Il presidente della RSSF russa Boris Eltsin guidò la resistenza dalla Casa Bianca, l'edificio del parlamento russo. Dopo l'annuncio di Janaev, Eltsin denunciò vigorosamente il colpo di stato. Ad un certo punto, durante la dimostrazione, salì su un carro armato e, con un megafono, condannò la "junta". La forte presa di posizione di Eltsin contrastava nettamente con il debole comunicato di Janaev. Questa immagine, trasmessa dai telegiornali di tutte le televisioni mondiali, divenne una delle più durevoli di tutto il colpo e rafforzò enormemente la posizione di Eltsin. Un assalto all'edificio del parlamento programmato dal Gruppo Alfa, le forze speciali del KGB, fu annullato quando le truppe si rifiutarono unanimemente di eseguire l'ordine. Un'unità di carri armati disertò dalle forze del governo e si pose in difesa del parlamento con le armi puntate verso l'esterno.
Ci furono confronti armati nelle strade vicine, incluso uno in cui tre dimostranti furono accidentalmente feriti a morte dai carri armati, ma comunque la violenza fu sorprendentemente limitata. Il 21 agosto la grande maggioranza delle truppe spedite a Mosca si schierò apertamente con la resistenza e tolse l'assedio. Il golpe rovinò su sé stesso e Gorbačëv ritornò a Mosca sotto la protezione delle forze di Eltsin.
Una volta tornato a Mosca, Gorbačëv agì come se avesse dimenticato i cambiamenti occorsi nei tre giorni precedenti. Tornato al potere Gorbačëv promise di espellere dal Partito Comunista dell'Unione Sovietica i rivoltosi.

Fine del PCUS

Il 24 agosto Mikhail Gorbachev si dimise da Segretario Generale del PCUS. Vladimir Ivashko divenne Segretario Generale del PCUS fino al 29 agosto, giorno in cui si dimetteva. Lo stesso giorno il Presidente Boris Yeltsin, con proprio decreto N.83 transferiva gli archivi del PCUS alle autorità dell'archivio di Stato. Il 25 agosto Boris Yeltsin con proprio Decreto N.90 nazionalizzava le proprietà del PCUS in Russia (che includeva non solo le sedi di comitati di partito ma anche istituzioni educative, hotel, ecc.).
Il 6 novembre Boris Yeltsin con proprio Decreto n.169, metteva fine e proibiva l'attività del PCUS in Russia.

Data 19 - 21 agosto 1991
Luogo bandiera URSS
Esito Dissoluzione dell'Unione Sovietica
Schieramenti
Bandiera dell'URSS Comitato Statale per lo Stato di Emergenza Red Army flag.svg Armata Rossa
Emblema del KGB.png KGB
Partito Liberal-Democratico dell'Unione Sovietica[1]

Repubbliche sovietiche in appoggio al colpo:
bandiera RSS Bielorussa[2]
bandiera RSS Azera[2]
bandiera Transnistria[3] Appoggio internazionale Bandiera della Palestina Palestina[4][5]
Bandiera dell'Iraq Iraq[5]
Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia[4]
Bandiera della Libia Libia[4][5]
Bandiera del Sudan Sudan[5]
bandiera Russia Manifestanti anticomunisti

Repubbliche ostili al colpo:[2]
bandiera Estonia
bandiera Lettonia
bandiera Lituania
bandiera RSS Moldava Appoggio internazionale: bandiera Stati Uniti d'America[4] Bandiera dell'Unione europea Unione europea[4]
Comandanti
Bandiera dell'URSS Gennadij Janaev
Bandiera dell'URSS Dimitrij Jazov
Bandiera dell'URSS Vladimir Kryuchkov
Bandiera dell'URSS Alexander Burak
Bandiera della Russia Boris El'cin
Bandiera della Russia Aleksandr Ruckoj
Bandiera della Russia Konstantin Kobets

Fonte: http://it.wikipedia.org/

19-20-21 Agosto 1991 - 2011: Russia, 20 anni fa il fallito golpe che portò al crollo dell'Unione Sovietica!

Mosca, 19 Agosto 1991 (Adnkronos) - La mattina di un Lunedi' di 20 anni fa, il mondo si sveglio' con un golpe in Urss. Una "dichiarazione della leadership sovietica" era stata diramata fin dalle 07.00 del mattino dalla radio e televisione sovietica. Tank, reparti di fanteria motorizzaata e reparti paramilitari si erano posizionati in punti strategici di Mosca. Il presidente sovietico Mikhail Gorbaciov e sua moglie Raissa erano stati arrestati nella dacia dove stavano trascorrendo le vacanze a Foros in Crimea. 
Il golpe era stato organizzato da un gruppo di falchi del Pcus decisi a fermare il corso della perestroika e la glasnost di Gorbaciov, che a loro avviso avrebbe portato alla dissoluuzione dell'Urss sulla spinta dei movimenti indipendentisti che stavano formandosi nelle repubbliche dell'Unione. Ma paradossalmente furono proprio gli eventi innescati dal golpe a segnare la fine dell'Unione Sovietica. Anima del colpo di Stato era il capo dei servizi segreti del Kgb, Vladimir Kryuchkov, ma del complotto facevano parte anche il vice presidente dell'Urss Gennady Yanayev, il primo ministro Valentin Pavlov, il ministro della Difesa Dmitri Yazov, il ministro degli Affari Interni Boris Pugo e il capo del Consiglio di Difesa Oleg Balaklanov.
I golpisti non avevano pero' previsto la pronta reazione del presidente della Russia, Boris Eltsin. Arrivato alle 09.00 del mattino di quel 19 Agosto davanti al parlamento russo, la Casa Bianca, Eltsin dichiaro' che era in atto un colpo di stato reazionario e ordino' alle forze armate di non parteciparvi. Gli abitanti di Mosca risposero all'appello e una folla di di persone comincio' a radunarsi attorno alla Casa Bianca erigendo barricate. Il pomeriggio del 20 Agosto, Kryuchkov, Yazov e Pugo ordinarono l'attacco al parlamento russo. Ma un primo gruppo di fanteria motorizzata fu bloccato dalle barricate erette in un tunnel e i reparti speciali non obbedirono agli ordini. A questo punto Yazov ordino' il ritiro delle truppe da Mosca.
Una delegazione dei golpisti si reco' a Foros per trattare con Gorbaciov, ma questi rifiuto' ogni accordo. Quando tornarono tutti a Mosca in aereo, compresi Gorbaciov e la moglie, alle prime ore del 22 Agosto, i golpisti vennero arrestati. Gli eventi avevano pero' cambiato i rapporti di forza fra Gorbaciov ed Eltsin, la cui foto in piedi su un carro armato aveva fatto il giro del mondo. Il golpe di fatto accelero' il processo di disgregazione dell'Urss, che fu ufficialmente sciolta il 26 Dicembre di quello stesso anno.
 
Fonte: http://www.adnkronos.com/


 
 

 

lunedì 12 settembre 2011

Discorso George W. Bush, subito dopo l'attacco alle torri gemelle dell'11 Settembre 2001...



Discorso George W. Bush, 11 Settembre 2001

Il discorso di Barack Obama del 10 settembre 2011: l'America ricorda l'attacco alle torri gemelle 10 anni dopo!



http://www.kayenna.net - Oggi gli Stati Uniti d'America commemorano il decimo anniversario degli attacchi dell'11 Settembre 2001. Sia il sindaco di New York Michael Bloomberg che quello di Washington D.C. Vincent Gray hanno assicurato che gli eventi già organizzati non verranno modificati a causa delle recenti evoluzioni, in un'atmosfera di tangibile tensione.

Il presidente USA, Barack Obama, nel consueto messaggio del sabato dalla Casa Bianca ha dichiarato che "oggi l'America è più forte e Al Qaida va verso la sconfitta" ricordando come Osama bin Laden sia stato infine ucciso "grazie al coraggio e alla precisione delle nostre forze". Obama ha anche preteso "maggiore vigilanza" durante una riunione con i suoi consiglieri per la sicurezza nazionale.

Il Presidente e la First Lady Michelle Obama insieme all'ex presidente George W. Bush ed altri leader politici, tra cui Bloomberg e l'allora sindaco di New York Rudolph Giuliani, parteciperanno alla cerimonia in Ground Zero, dove sorgevano le Torri Gemelle. Alla commemorazione presiederanno le famiglie delle vittime con la lettura dei nomi delle oltre 3.000 persone che persero la vita con il crollo delle Twin Towers.



Looking Back and Ahead, America Remembers 9/11/2001



Determined never to forget but perhaps ready to move on, the nation gently handed Sept. 11 over to history Sunday and etched its memory on a new generation.

venerdì 9 settembre 2011

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11 Settembre 2001 - 11 Settembre 2011: 10 anni dopo il più grande e grave attentato terroristico compiuto in America e che sconvolse il mondo intero!


"E' difficile sapere quale sia la verità, ma a volte è molto facile riconoscere una falsità!"

Albert Einstein

  L'11 Settembre 2001, diciannove terroristi arabi suicidi pieni di un generico odio verso la libertà e la democrazia americana hanno dirottato (armati di taglierini) quattro aerei di linea (per la precisione due Boeing-757 e due Boeing-767 della American e della United Airlines) e ne hanno fatti schiantare due contro le Torri Gemelle del World Trade Center (WTC) di New York, che sono poi crollate in un modo che se davvero non ha impiegato esplosivi allora ha violato varie leggi fisiche, e un terzo contro il Pentagono, per mostrare la propria devozione ad Allah e punire il blasfemo impero capitalista americano.
    Il quarto (il volo UA-93) a quanto ci è stato riferito si è schiantato al suolo nella Pennsylvania occidentale, dopo che i passeggeri hanno contrastato i terroristi, li hanno sopraffatti e in un gesto di eroismo si sono sacrificati schiantandosi in un campo deserto per evitare altre morti.
    Poi, circa sette ore dopo il crollo delle Torri Gemelle, un terzo grattacielo, il WTC-7, ha deciso di crollare sulla propria pianta in sei secondi e mezzo in un modo del tutto identico a una demolizione controllata che, se non ha coinvolto esplosivi come afferma la versione ufficiale dei fatti, ha violato anch'esso molte leggi fisiche.
    Due giorni dopo questi avvenimenti, l'FBI ha tirato fuori dal cilindro, in modo tuttora imprecisato, i nomi e le identità dei 19 dirottatori e del mandante, tale Osama bin Laden, e da allora quell'uomo e quei diciannove volti sono per tutto il mondo i colpevoli del più grande attentato terroristico della storia (nonostante bin Laden abbia sempre negato ogni coinvolgimento e si sappia da anni che molti dei presunti dirottatori sono probabilmente ancora vivi e innocenti).
     Tutto abbastanza semplice e lineare, insomma.
Senonché sono state notate da molte persone (cioé da tutti quelli che si sono fermati un attimo a ragionarci su), decine di incongruenze e fatti inspiegabili, che secondo migliaia di persone sarebbero più che sufficienti a giustificare un'altra indagine (stavolta indipendente e priva di intromissioni governative) sui fatti di quel giorno.
    Ora, lasciando stare speculazioni e ipotesi, per loro stessa natura fallibili, veniamo alle incontestabili e per forza oneste prove AUDIOVISIVE (filmati e fotografie ufficiali) disponibili a chiunque dall'11 settembre 2001, e analizziamole nel dettaglio basandoci sulle leggi fisiche che governano il nostro universo per capire cosa ha originato tutti questi dubbi e queste teorie "complottiste", tenendo a mente che immagini e fatti non mentono mai.
    Gli uomini invece spesso.
 

11 Settembre 2001: Gli interminabili 102 minuti che stravolsero il mondo intero e non solo il cuore politico ed economico dell'America di Bush!



Ora NY Ora
italiana
Tutti i fatti, minuto per minuto
8:45 14:45 Un aereo di linea si schianta contro una delle due torri gemelle del World Trade Center a New York
9:05 15:05 Secondo impatto: un secondo velivolo si abbatte contro l'altra torre del World Trade Center
9:18 15:18 Il presidente George W. Bush cancella gli impegni della mattinata
9:20 15:20 Giunge la notizia che l'Fbi era stato messo in allerta per il possibile dirottamento di un aereo poco prima delduplice impatto
9:28 15:28 Fonti del governo parlano di un attentato
9:30 15:30 Evacuata la Borsa del Nymex e il New York Mercantile Exchange
9:32 15:32 Wall Street rinvia l'apertura delle contrattazioni.
9:33 15:33 Uno dei due aerei era un Boeing 767 delle American Airlines dirottato da Boston
9:35 15:35 Evacuata anche Wall Street
9:36 15:36 Primo bilancio delle vittime: si parla di sei morti e di un migliaio di feriti
9:40 15:40 La polizia avverte che un terzo aereo potrebbe avvicinarsi alle due torri
9:42 15:42 Rivendicazione: la tv di Abu Dahbi attribisce l'attentato al Fronte Democratico per la liberazione della Palestina
9:45 15:45 Evacuata la Casa Bianca. Colpito il Pentagono: un aereo precipita sull'eliporto, causando il crollo di un'ala dell'edificio, che s'incendia
9:47 15:47 Evacuati il dipartimento al Tesoro e edifici circostanti
9:48 15:48 Incendio sul Mall di Washington, di fronte alla Casa Bianca. Wall Street annulla l'apertura
9:49 15:49 Evacuati il Congresso e il ministero del Tesoro a Washington
9:53 15:53 Incendio al dipartimento alla Difesa che viene fatto evacuare.
9:53 15:53 La Federal Aviation Administration chiude tutti gli aeroporti USA
10:00 16:00 Nuova enorme esplosione su una delle torri gemelle del World Trade Centre. Il personale dell'Onu scende per precauzione nei sottosuoli.
10:03 16:03 Il Fronte democratico per la liberazione della Palestina (Fdlp) smentisce di essere responsabile degli attentati. Evacuazione del grattacielo Sears a Chicago.
10:07 16:07 Crolla il grattacielo colpito per primo
10:08 16:08 Il segretario di Stato Colin Powell lascia il Perù dove si trova per l'assemblea generale dell'Osa e rientra negli Usa
10:11 16:11 La rete tv NY1 informa che il secondo aereo che ha colpito il Wtc è stato dirottato dall'aeroporto di Boston ed era della United Air Lines.
10:20 16:20 Evacuato anche il palazzo di Vetro, sede dell'ONU
10:27 16:27 Tutti i voli transatlantici per gli Usa sono dirottati sul Canada.
10:28 16:27 Crolla anche la seconda torre del World Trade Centre.
10:28 16:28 Incendio davanti al dipartimento di Stato a Washington: corre voce che sia stata un'atuobomba
11:34 17:34 Reso noto il numero dei passeggeri dei due jet dirottati in totale, 156 persone erano a bordo
11:36 17:36 Un funzionario del dipartimento di Stato smentisce che una autobomba sia esplosa davanti alla sede del ministero
12:26 18:26 Terzo crollo a New York: un palazzo vicino al World Trade Center si abbatte al suolo
12:39 18:39 Sono migliaia tra morti e feriti. Emergenza sangue negli ospedali.

Fonte: http://www.rainews24.rai.it/

11 Settembre 2001 - 11 Settembre 2011: 10 anni dopo il più grande e grave attentato terroristico compiuto in America!

La diretta del TG5 con Enrico Mentana

Gli attentati dell'11 settembre 2001 sono stati quattro attacchi suicidi da parte di terroristi di al-Qāʿida contro obiettivi civili e militari nel territorio degli Stati Uniti d'America.
La mattina dell'11 settembre 2001, 19 affiliati all'organizzazione terroristica di matrice islamica al-Qāʿida dirottarono quattro voli civili commerciali.[1][2] I dirottatori fecero intenzionalmente schiantare due degli aerei sulle torri 1 e 2 del World Trade Center di New York, causando poco dopo il collasso di entrambi i grattacieli e conseguenti gravi danni agli edifici vicini. Il terzo aereo di linea fu fatto schiantare dai dirottatori contro il Pentagono. Il quarto aereo, diretto contro il Campidoglio o la Casa Bianca a Washington,[3] si schiantò in un campo vicino Shanksville, nella Contea di Somerset (Pennsylvania), dopo che i passeggeri e i membri dell'equipaggio ebbero tentato di riprendere il controllo del velivolo.
Gli attacchi terroristici dell'11 settembre causarono poco meno di 3.000 vittime[4]. Nell'attacco alle torri gemelle morirono 2.752 persone, tra queste 343 vigili del fuoco e 60 poliziotti [5]. La maggior parte delle vittime erano civili di 70 diverse nazionalità.[6]
Gli attacchi ebbero grandi conseguenze a livello mondiale: gli Stati Uniti d'America risposero dichiarando la "Guerra al terrorismo" e lanciando una invasione nell'Afghanistan controllato dai Talebani, accusati di aver volontariamente ospitato i terroristi. Il parlamento statunitense fece passare lo USA PATRIOT Act mentre altre nazioni rafforzarono la loro legislazione anti-terroristica, incrementando i poteri di polizia. Le borse rimasero chiuse per quasi una settimana, registrando enormi perdite subito dopo la riapertura, con quelle maggiori fatte registrare dalle compagnie aeree e di assicurazioni. L'economia della Lower Manhattan si fermò per via della distruzione di uffici del valore di miliardi di dollari.
I danni subiti dal Pentagono furono riparati dopo un anno, e un piccolo monumento commemorativo fu costruito sul luogo. La ricostruzione del World Trade Center è invece stata più problematica, a seguito di controversie sorte riguardo ai possibili progetti e sui tempi necessari al loro completamento. La scelta della Freedom Tower per la ricostruzione del sito ha subito ampie critiche, conducendo all'abbandono di alcune parti del progetto originario.
Il mattino dell'11 settembre 2001, diciannove terroristi dirottarono quattro aerei di linea passeggeri in viaggio verso la California dagli aeroporti Logan (di Boston), Washington Dulles (di Dulles, ma utilizzato per voli da Washington) e Newark (in New Jersey ma che serve anche New York).[1] I dirottatori condussero due aeroplani modello Boeing 767, il volo American Airlines 11 e il volo United Airlines 175, a schiantarsi contro le Torri nord e sud del World Trade Center.[7] Un altro gruppo di dirottatori condusse il volo American Airlines 77 a schiantarsi contro il Pentagono, mentre un quarto volo, lo United Airlines 93, col quale i terroristi intendevano colpire il Campidoglio o la Casa Bianca a Washington,[3] precipitò al suolo nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania.[8][9]
Nel corso del dirottamento, alcuni passeggeri e membri dell'equipaggio furono in grado di effettuare chiamate con l'apparecchio radiotelefonico aria-superficie della GTE e con i telefoni cellulari;[10][11] affermarono che diversi dirottatori erano a bordo di ciascun aeroplano e che i terroristi avevano preso il controllo dei velivoli usando coltelli e taglierini per uccidere alcuni assistenti di volo e almeno un pilota o un passeggero, tra cui il comandante del volo 11, John Ogonowski;[12] la Commissione d'indagine sugli attentati dell'11 settembre 2001 stabilì che due dei dirottatori avevano recentemente acquistato attrezzi multifunzione di marca Leatherman.[13] Qualche tipo di spray nocivo, come gas lacrimogeno o spray al peperoncino, sarebbe stato utilizzato sui voli American 11 e United 175 per tenere i passeggeri fuori dalla cabina di prima classe.[14] Un assistente di volo dell'American Airlines 11, un passeggero del volo 175 e alcuni passeggeri del volo 93 riferirono che i dirottatori avevano delle bombe, ma uno dei passeggeri disse anche di ritenere che si trattasse di ordigni inerti. Nessuna traccia di esplosivi fu trovata sui luoghi degli impatti. Il Rapporto della Commissione sull'11 settembre afferma che le bombe erano probabilmente false.[12]
Sul volo United Airlines 93 le registrazioni della scatola nera hanno rivelato che l'equipaggio e i passeggeri tentarono di sottrarre il controllo dell'aereo ai dirottatori dopo aver saputo, per via telefonica, che altri aerei dirottati erano stati mandati a schiantare contro degli edifici, quella mattina.[15][16] Secondo la trascrizione della registrazione, uno dei dirottatori diede l'ordine di virare il velivolo quando fu chiaro che ne avrebbero perso il controllo a causa dei passeggeri.[17] Poco dopo, l'aeroplano si schiantò in un campo vicino Stonycreek, nella contea di Somerset (Pennsylvania), alle ore 10:03:11 ora locale (14:03:11 UTC). In una intervista rilasciata al giornalista di al Jazeera Yosri Foda, Khalid Shaykh Muhammad, dirigente di al-Qā‘ida, affermò che l'obiettivo del volo 93 era il Campidoglio di Washington, il cui nome in codice era «la facoltà di Legge».[18]
Tre edifici del complesso del World Trade Center collassarono a causa di danni strutturali, quel giorno.[19] La torre meridionale (denominata WTC 2) crollò alle 9:59 circa, dopo un incendio di 56 minuti causato dall'impatto del volo United Airlines 175; la torre settentrionale(WTC 1) collassò alle 10:28, dopo un incendio di circa 102 minuti.[19] La caduta di WTC 1 produsse dei detriti che danneggiarono la vicina 7 World Trade Center (WTC 7), la cui integrità strutturale fu ulteriormente compromessa dagli incendi, che portarono al crollo della penthouse est alle 17:20 ora locale di quello stesso giorno; l'intero edificio collassò completamente alle 17:21 ora locale.[20]
Il National Institute of Standards and Technology promosse delle investigazioni sulle cause del collasso dei tre edifici, successivamente allargando le indagini sulle misure per la prevenzione del collasso progressivo, chiedendosi ad esempio se la progettazione aveva previsto la resistenza agli incendi e se era stato effettuato un rafforzamento delle strutture in acciaio. Il rapporto riguardo WTC 1 e WTC 2 fu terminato nell'ottobre 2005, mentre l'indagine sul WTC 7 è stata pubblicata il 21 agosto 2008: il crollo dell'edificio è stato causato dalla dilatazione termica, prodotta dagli incendi incontrollati per ore, dell'acciaio della colonna primaria, la numero 79, il cui cedimento ha dato inizio ad un collasso progressivo delle strutture portanti vicine.[21]
Gli attacchi crearono grande confusione tra le agenzie di notizie e i controllori del traffico aereo in tutti gli Stati Uniti; a tutto il traffico aereo civile internazionale fu proibito di atterrare su terreno statunitense per tre giorni.[22] Gli aerei già in volo furono respinti o indirizzati agli aeroporti in Canada o Messico. Radio e televisioni diffusero notizie non confermate e spesso contraddittorie per tutto il giorno; una delle ricostruzioni più diffuse raccontava di una autobomba esplosa nella Segreteria di Stato degli Stati Uniti a Washington.[23]
Poco dopo aver annunciato per la prima volta l'incidente del Pentagono, la CNN e altre emittenti raccontarono anche che un incendio era scoppiato al National Mall di Washington.[24] Un altro rapporto fu lanciato dalla Associated Press, secondo il quale un Boeing 767 della Delta Air Lines, il volo 1989, era stato dirottato: anche questa notizia si rivelò poi un errore, in quanto si era effettivamente pensato che vi fosse quel pericolo, ma l'aereo rispose ai comandi dei controllori di volo e atterrò a Cleveland, Ohio.[25]
Le vittime degli attentati furono 2974, esclusi i diciannove dirottatori: 246 su quattro aeroplani (88 sul volo American Airlines 11,[26] 59 sul volo United Airlines 175[27], 59 sull'American Airlines 77[28] e 40 sul volo United 93[29]; non ci fu alcun superstite), 2603 a New York e 125 al Pentagono.[30][31] Altre 24 persone sono ancora elencate tra i dispersi.[32] Tutte le vittime erano civili a parte 55 militari uccisi al Pentagono.[33] Furono più di 90 i paesi che persero cittadini negli attacchi al World Trade Center.[34]
Il NIST ha stimato che circa 17.400 civili erano presenti nel complesso del World Trade Center al momento degli attacchi, mentre i dati sui turisti elaborati dalla Port Authority of New York and New Jersey (l'"Autorità portuale di New York e del New Jersey") suggeriscono una presenza media di 14.154 persone sulle Torri Gemelle alle 8:45 del mattino.[35][36] La gran parte delle persone al di sotto delle zone di impatto evacuarono in sicurezza gli edifici, come pure 18 persone che si trovavano nella zona di impatto della torre meridionale;[37] Al contrario, 1366 delle vittime si trovavano nella zona di impatto o nei piani superiori della torre settentrionale;[38] secondo il Rapporto della Commissione, centinaia furono le vittime causate dall'impatto, mentre le restanti rimasero intrappolate e morirono a seguito del collasso della torre.[39] Quasi 600 persone furono invece uccise dall'impatto o morirono intrappolate ai piani superiori nella torre meridionale.[38]
Almeno 200 persone saltarono dalle torri in fiamme e morirono, come raffigurato nella emblematica foto The Falling Man ("L'uomo che cade"), precipitando su strade e tetti degli edifici vicini a centinaia di metri più in basso.[40] Alcune persone che si trovavano nelle torri al di sopra dei punti di impatto salirono fino ai tetti degli edifici sperando di essere salvati dagli elicotteri, ma le porte di accesso ai tetti erano chiuse; inoltre, non vi era alcun piano di salvataggio con elicotteri e, quella mattina dell'11 settembre, il fumo denso e l'elevato calore degli incendi avrebbe impedito agli elicotteri di effettuare manovre di soccorso.[41]
Le vittime tra i soccorritori furono 411. Il New York City Fire Department (i vigili del fuoco di New York) perse 341 vigili del fuoco e 2 paramedici;[42] il New York City Police Department (la polizia di New York) perse 23 agenti,[43] il Port Authority Police Department (la polizia portuale) 37.[44] I servizi di emergenza medica privata persero altri 8 tecnici e paramedici.[45][46]
La Cantor Fitzgerald L.P., una banca di investimenti i cui uffici si trovavano ai piani 101–105 del WTC 1, perse 658 impiegati, più di qualunque altra azienda.[47] La Marsh Inc., i cui uffici si trovavano immediatamente sotto quelli della Cantor Fitzgerald ai piani 93–101 (dove avvenne l'impatto del volo 11), perse 295 impiegati, mentre 175 furono le vittime tra i dipendenti della Aon Corporation.[48] Dopo New York, lo stato che ebbe più vittime fu il New Jersey, con la città di Hoboken a registrare il maggior numero di morti.[49]
È stato possibile identificare i resti di sole 1600 delle vittime del World Trade Center; gli uffici medici raccolsero anche «circa 10.000 frammenti di ossa e tessuti non identificati, che non possono essere collegati alla lista dei decessi».[50] Altri resti di ossa furono trovati ancora nel 2006, mentre gli operai approntavano il Deutsche Bank Building per la demolizione.
La morte per malattie ai polmoni di alcune altre persone è stata fatta risalire alla respirazione delle polveri contenenti centinaia di composti tossici (quali amianto, mercurio, piombo, ecc.) causate dal collasso del World Trade Center. La gravità dell'inquinamento ambientale derivante da tali polveri - che investirono tutta la punta sud dell'isola di Manhattan - fu resa nota al grande pubblico solo a distanza di circa quattro anni dall'evento: sino ad allora le agenzie governative statunitensi avevano sottovalutato o nascosto il rischio ambientale, forse allo scopo di non causare ulteriore panico e di rendere più spediti i soccorsi, lo sgombero delle macerie, il ripristino delle normali attività della città così gravemente ferita[51][52][53].
Oltre alle Torri gemelle, i due grattacieli da 110 piani, numerosi altri edifici del World Trade Center furono distrutti o gravemente danneggiati, inclusi il 7 World Trade Center, il 6 World Trade Center, il 5 World Trade Center, il 4 World Trade Center, il Marriott World Trade Center e la chiesa greco ortodossa di St Nicholas.[54] Il Deutsche Bank Building, situato al di là della Liberty Street rispetto al complesso del World Trade Center, è attualmente in demolizione, in quanto l'ambiente all'interno dell'edificio è tossico e inabitabile.[55][56] La Fiterman Hall del Borough of Manhattan Community College, situato al 30 West Broadway, ricevette gravi ed estesi danni durante gli attacchi e la sua demolizione è stata programmata.[57] Altri edifici limitrofi, come il 90 West Street e il Verizon Building, subirono gravi danni, ma sono stati riparati.[58] Gli edifici del World Financial Center, la One Liberty Plaza, il Millenium Hilton, e 90 Church Street riportarono danni moderati.[59] Anche gli impianti di telecomunicazioni situati sulla torre settentrionale andarono distrutti, incluse le antenne di trasmissione radio e televisive e i ponti radio, ma le stazioni degli organi di informazioni re-instradarono rapidamente i segnali e ripresero le trasmissioni.[54][60]
Nella contea di Arlington, una porzione del Pentagono fu gravemente danneggiata dall'impatto e dal successivo incendio, e una sezione dell'edificio crollò.[61]
Successivamente agli attacchi alle Torri gemelle, il New York City Fire Department inviò rapidamente sul sito 200 unità, pari a metà dell'organico del dipartimento, che furono aiutati da numerosi pompieri fuori-servizio e da personale dei pronto soccorso.[62][63][64] Il New York City Police Department inviò delle unità speciali dette "Emergency Service Units" e altro personale.[65] Durante i soccorsi, i comandanti dei vigili del fuoco, della polizia e dell'Autorità portuale ebbero difficoltà a condividere le informazioni e a coordinare i loro sforzi,[62] tanto che vi furono duplicazioni nelle ricerche dei civili dispersi invece che ricerche coordinate.[66]
Con la situazione che peggiorava, il dipartimento di polizia, che riceveva informazioni degli elicotteri in volo, fu in grado di diffondere l'ordine di evacuazione che permise a molti dei suoi agenti di allontanarsi prima del crollo degli edifici;[65][66] tuttavia, poiché i sistemi di comunicazione radio dei dipartimenti di polizia e di vigili del fuoco erano incompatibili, questa informazione non fu inoltrata ai comandi dei vigili del fuoco. Dopo il collasso della prima torre, i comandanti dei vigili del fuoco trovarono difficoltà a inviare gli ordini di evacuazione ai pompieri all'interno della torre, a causa del malfunzionamento dei sistemi di trasmissione all'interno del World Trade Center. Persino le chiamate al 911 (il servizio di emergenza) non furono correttamente inoltrate.[63] Una enorme operazione di ricerca e salvataggio fu lanciata dopo poche ore dagli attacchi; le operazioni cessarono alcuni mesi dopo.[67]
L'origine di al-Qa'ida risale al 1979, anno dell'invasione sovietica dell'Afghanistan; poco dopo l'invasione, Osama bin Laden si recò in Afghanistan per collaborare con l'organizzazione dei mujaheddin arabi e alla formazione di Maktab al-Khidamat, una formazione il cui scopo era quello di raccogliere fondi e assoldare mujaheddin stranieri per resistere all'Unione Sovietica. Nel 1989, con il ritiro delle forze sovietiche dal conflitto afghano, il Maktab al-Khidamat si trasformò in una "forza di intervento rapido" del jihad contro i governi del mondo islamico.
Sotto la guida di Ayman al-Zawahiri, bin Laden assunse posizioni più radicali.[72] Nel 1996, bin Laden promulgò la prima fatwa,[73] con la quale intendeva allontanare i soldati statunitensi dall'Arabia Saudita.[74] In una seconda fatwa diffusa nel 1998, bin Laden avanzò obiezioni sulla politica estera statunitense nei riguardi di Israele, come pure sulla presenza di truppe statunitensi in Arabia Saudita anche dopo la fine della guerra del Golfo.[75] Bin Laden ha citato testi dell'Islam per esortare ad azioni di forza contro soldati e civili statunitensi fin quando i problemi sollevati non saranno risolti, notando che «durante tutta la storia dei popoli islamici, gli ulema hanno unanimemente affermato che il jihad è un dovere individuale se il nemico devasta i paesi musulmani».[75]
L'idea degli attacchi dell'11 settembre fu formulata da Khalid Shaykh Muhammad, che per primo la presentò a Osama bin Laden nel 1996.[76] In quel momento bin Laden e al-Qāʿida vivevano un periodo di transizione, in quanto erano appena tornati in Afghanistan dal Sudan.[77] Gli attentati alle ambasciate statunitensi del 1998 segnarono un punto di svolta, in quanto con essi bin Laden attaccava direttamente gli Stati Uniti.[77] Alla fine del 1998 o all'inizio del 1999, bin Laden diede il proprio consenso a Mohammed per l'organizzazione dell'attentato.[77] Una serie di incontri ebbero luogo nella primavera del 1999 tra Khalid Shaykh Muhammad, bin Laden e il suo rappresentante Mohammed Atef: bin Laden approvò la scelta dei capi dell'azione e garantì il sostegno finanziario;[77] fu anche coinvolto nella scelta dei partecipanti all'attacco, tanto che fu lui a scegliere Mohamed Atta come il capo dei dirottatori.[78] Mohammed fornì il supporto operazionale, selezionando gli obiettivi e organizzando i viaggi per dirottatori[77] (quasi 27 membri di al-Qāʿida tentarono di entrare negli Stati Uniti d'America per prendere parte agli attacchi dell'11 settembre);[12] bin Laden modificò alcune decisioni di Mohammed, respingendo alcuni potenziali obiettivi come la U.S. Bank Tower di Los Angeles.[79]
La National Commission on Terrorist Attacks upon the United States ("Commissione nazionale sugli attacchi terroristici contro gli Stati Uniti") fu formata dal governo degli Stati Uniti ed è comunemente nota come 9/11 Commission; il 22 luglio 2004 la commissione rilasciò un rapporto nel quale concludeva che gli attacchi erano stati progettati e messi in atto da membri di al-Qāʿida. La commissione affermò che «gli organizzatori dell'attentato dell'11 settembre spesero in totale tra 400.000 e 500.000 dollari per progettare e mettere in atto il loro attacco, ma che la precisa origine dei fondi utilizzati per eseguire gli attacchi è rimasta sconosciuta».[80]
Quindici dirottatori provenivano dall'Arabia Saudita, due dagli Emirati Arabi Uniti, uno dall'Egitto e uno dal Libano.[81] In contrasto con il consueto profilo degli attentatori suicidi, i dirottatori erano adulti maturi e ben istruiti, le cui visioni del mondo erano ben formate.[82] Dopo alcune ore dagli attacchi, l'FBI fu in grado di determinare i nomi e, in molti casi, i dettagli personali dei sospetti piloti e dirottatori.[83][84] Il bagaglio di Mohamed Atta, che non fu trasbordato dal suo volo da Portland sul volo 11, conteneva documenti che rivelarono l'identità di tutti i 19 dirottatori e altri importanti indizi sui loro piani, sulle loro intenzioni e sui loro precedenti.[85] Il giorno degli attacchi, la National Security Agency intercettò delle comunicazioni che portavano a Osama bin Laden, come avevano fatto i servizi segreti tedeschi.[86][87]
Il 27 settembre 2001, l'FBI rese pubbliche le foto dei 19 dirottatori, assieme alle informazioni sulle possibili nazionalità e nomi falsi di molti.[88] Le indagini dell'FBI sugli attacchi, l'operazione "PENTTBOM", furono le più vaste e complesse nella storia dell'FBI, coinvolgendo più di 7000 agenti speciali.[89] Il governo degli Stati Uniti determinò che al-Qāʿida, diretta da Osama bin Laden, era responsabile per gli attacchi, con l'FBI che afferma che «le prove che mettono in relazione al-Qāʿida e bin Laden agli attacchi dell'11 settembre sono chiare e irrefutabili»;[90] Il governo del Regno Unito raggiunse la stessa conclusione.[91]
La dichiarazione di una guerra santa contro gli Stati Uniti d'America e la fatwa firmata da Osama bin Laden e altri nel 1996, in cui si chiedeva l'uccisione di civili statunitensi, sono viste come indizi del suo movente negli attacchi dell'11 settembre da parte degli investigatori.[92] Inizialmente bin Laden negò il proprio coinvolgimento negli attacchi, per poi ammetterlo.[93][94] Il 16 settembre 2001, bin Laden negò ogni coinvolgimento negli attacchi leggendo una dichiarazione trasmessa dal canale satellitare del Qatar Al Jazeera: «Sottolineo che non ho attuato questo gesto, che sembra essere stato portato avanti da individui con motivazioni proprie»;[95] questa smentita fu trasmessa dalle testate giornalistiche statunitensi e mondiali. Nel novembre 2001 forze statunitensi recuperarono una registrazione in una casa distrutta a Jalalabad, in Afghanistan, in cui bin Laden parla a Khaled al-Harbi: nella videoregistrazione bin Laden ammette di aver saputo in anticipo degli attacchi.[96] La registrazione fu trasmessa da varie emittenti giornalistiche a partire dal 13 dicembre 2001; la distorsione delle immagini è stata attribuita ad artefatti causati dalla copia del nastro.[97] Il 27 dicembre 2001 fu pubblicato un secondo video di bin Laden, in cui affermava che «il terrorismo contro gli Stati Uniti merita di essere lodato perché fu una risposta ad una ingiustizia, avente lo scopo di forzare gli Stati Uniti a interrompere il suo sostegno ad Israele, che uccide la nostra gente», senza però ammettere la responsabilità degli attacchi.[98] Poco prima delle elezioni presidenziali statunitensi del 2004, bin Laden rivendicò pubblicamente con una registrazione video il coinvolgimento di al-Qāʿida negli attacchi agli Stati Uniti, ammettendo il proprio legame diretto con gli attentati; affermò che gli attacchi erano stati portati perché «siamo liberi [...] e vogliamo riottenere libertà per la nostra nazione. Così come voi indebolite la nostra sicurezza noi indeboliamo la vostra».[99] Osama bin Laden afferma di aver personalmente diretto i 19 dirottatori:[100] nel video afferma che «concordammo assieme al comandante Muhammad Atta, che Allah abbia pietà di lui, che tutte le operazioni avrebbero dovuto essere completate in 20 minuti, prima che Bush e la sua amministrazione se ne accorgessero».[94] Un altro video ottenuto da Al Jazeera nel settembre 2006 mostra Osama bin Laden con Ramzi bin al-Shibh (il più delle volte scritto Ramzi Binelshibh) e due dirottatori, Hamza al-Ghamdi e Wa'il al-Shehri, mentre preparano gli attacchi.[101]
In una intervista del 2002 con il giornalista di al Jazeera Yosri Foda, Khalid Shaykh Muhammad ammise il proprio coinvolgimento nella "operazione del santo Martedì", assieme a Ramzi bin al-Shibh.[102] Il Rapporto della Commissione sull'11 settembre ha determinato che l'animosità di Khalid Shaykh Mohammed, il «principale architetto» degli attacchi dell'11 settembre, verso gli Stati Uniti ebbe origine «non dalla sua esperienza di studente fatta lì, ma piuttosto dalla sua violenta opposizione alla politica estera statunitense in favore di Israele».[77] Mohammed Atta condivideva le stesse motivazioni di Khalid Shaykh Muhammad. Ralph Bodenstein, un ex-compagno di classe di Atta, lo descrisse come «molto imbevuto, veramente, [di idee] sulla difesa, da parte degli Stati Uniti, di queste politiche israeliane nella regione»[103] Abd al-Aziz al-Umari, dirottatore del volo 11 assieme a Mohamed Atta, affermò nel suo testamento video: «il mio gesto è un messaggio per coloro che mi hanno ascoltato e per coloro che mi hanno visto e, allo stesso tempo, è un messaggio agli infedeli, che lasciate la penisola arabica sconfitti e che smettiate di dare una mano ai codardi ebrei in Palestina».[104] Khalid Shaykh Muhammad fu arrestato il 1º marzo 2003 a Rawalpindi, in Pakistan,[105] per poi essere detenuto definitivamente nel campo di detenzione di Guantanamo Bay, a Cuba. Durante le udienze condotte dagli Stati Uniti nel marzo 2007, che sono state «ampiamente criticate da avvocati e gruppi per i diritti umani in quanto tribunali falsi»,[106] Muhammad confessò nuovamente la propria responsabilità per gli attacchi: «ero il responsabile dell'operazione dell'11 settembre, dalla A alla Z».[106][107]
Nel "Sostituto di testimonianza di Khalid Shaykh Muhammad" del processo a Zakariya Musawi, cinque persone sono identificate come quelle che conoscevano tutti i dettagli dell'operazione: Osama bin Laden, Khalid Shaykh Muhammad, Ramzi bin al-Shibh, Abu Turab al-Urdunni e Mohammed Atef.[108] Fino al 2008, solo le figure di contorno sono state processate o condannate in relazione agli attacchi; bin Laden non è stato ancora formalmente accusato degli attentati.[109] Il 26 settembre 2005, la Audiencia Nacional de España (la corte nazionale spagnola), diretta dal giudice Baltasar Garzón, condannò Abu Dahdah a 27 anni di prigione per cospirazione riguardo agli attentati dell'11 settembre e in qualità di membro dell'organizzazione terroristica al-Qāʿida. Allo stesso tempo, altri 17 membri di al-Qa'ida ricevettero condanne tra i sei e gli undici anni.[110][111] Il 16 febbraio 2006, la corte suprema spagnola ridusse la pena di Abu Dahdah a 12 anni, in quanto considerò non provata la sua partecipazione alla cospirazione.[112]
Molte conclusioni della commissione dell'11 settembre sui moventi degli attacchi sono state condivise da altri esperti. L'esperto di anti-terrorismo Richard Clarke ha spiegato, nel suo libro Against All Enemies, che le scelte di politica estera degli Stati Uniti, inclusi «il confronto con Mosca in Afghanistan, l'invio delle forze armate statunitensi nel Golfo persico» e «il rafforzamento di Israele come base per un fianco meridionale contro i sovietici», contribuirono a formare le motivazioni di al-Qāʿida.[113] Altri, come il corrispondente dall'estero dell'"Observer Jason Burke, sottolineano l'aspetto politico dei moventi, affermando che «bin Laden è un attivista con un'idea molto chiara di ciò che vuole e di come spera di ottenerlo. Questi mezzi possono essere molto distanti dalla normale attività politica [...] ma la sua agenda è fondamentalmente politica».[114]
Molti studi si sono concentrati anche sull'insieme della strategia di bin Laden per individuare il movente degli attentati. Per esempio, il corrispondente Peter Bergen afferma che gli attacchi erano parte di un piano volto a far incrementare la presenza militare e culturale degli Stati Uniti nel Vicino Oriente, forzando in questo modo i musulmani a confrontarsi con le "malefatte" di un governo non-musulmano e a stabilire governi islamici conservatori nella regione.[115] Michael Scott Doran, corrispondente di Foreign Affairs, enfatizza l'uso "mitico" del termine "spettacolare" nella risposta di bin Laden agli attacchi, spiegando che si trattava di un tentativo di provocare una reazione viscerale nel Vicino Oriente e di assicurarsi che i cittadini musulmani reagissero il più violentemente possibile a un aumento dell'impegno statunitense nella regione.[116]
Gli attacchi dell'11 settembre ebbero un immediato e travolgente effetto sulla popolazione degli Stati Uniti. Molti agenti di polizia e soccorritori di altre parti del paese presero dei permessi dal lavoro per recarsi a New York ad assistere i propri colleghi nel recupero dei corpi dalle macerie delle Torri gemelle.[117] Le donazioni di sangue ebbero un incremento nella settimana successiva agli attacchi in tutti gli Stati Uniti.[118][119] Per la prima volta nella storia, tutti i velivoli civili degli Stati Uniti e di altri paesi (come il Canada), che non effettuavano servizi di emergenza, furono immediatamente fatti atterrare, recando grossi disagi a decine di migliaia di passeggeri in tutto il mondo.[120] La Federal Aviation Administration chiuse i cieli statunitensi a tutti i voli internazionali, obbligando gli aerei a dirigersi su aeroporti di altri paesi; il Canada fu uno dei paesi maggiormente toccati da questo fenomeno e lanciò l'Operation Yellow Ribbon per gestire l'enorme numero di aerei a terra e di passeggeri bloccati negli aeroporti.[121]
Il consiglio della Nato dichiarò che gli attacchi agli Stati Uniti erano considerati un attacco a tutti i paesi della Nato e che, in quanto tali, soddisfacevano l'Articolo 5 del trattato NATO.[122] Subito dopo gli attacchi, l'amministrazione Bush dichiarò la "Guerra al terrorismo", con l'obiettivo dichiarato di portare Osama bin Laden e al-Qa'ida davanti alla giustizia e di prevenire la costituzione di altre reti terroristiche. I mezzi previsti per perseguire questi obiettivi includevano sanzioni economiche e interventi militari contro gli stati che avessero dato l'impressione di ospitare terroristi, aumenti dell'attività di sorveglianza su scala globale e condivisione delle informazioni ottenute dai servizi segreti. L'invasione statunitense dell'Afghanistan (2001) e il rovesciamento del governo dei Talebani da parte di una coalizione guidata dagli Stati Uniti fu la seconda operazione della guerra effettuata al di fuori dei confini statunitensi in ordine di grandezza, la più vasta tra quelle direttamente collegate al terrorismo. Gli Stati Uniti non furono l'unica nazione ad aumentare la propria preparazione militare: stati come le Filippine e l'Indonesia dovevano infatti affrontare le minacce portate dal terrorismo islamista interno.[123][124] Subito dopo, alcuni esponenti dell'amministrazione statunitense specularono sul coinvolgimento di Saddam Hussein, il presidente iracheno, con al-Qa'ida.[125] Questi sospetti si rivelarono successivamente infondati, ma questa associazione contribuì a far accettare all'opinione pubblica l'invasione dell'Iraq del 2003.[125]
A seguito degli attacchi, l'indice di gradimento del presidente Bush salì fino all'86%.[126] Il 20 settembre 2001, il Presidente degli Stati Uniti parlò alla nazione e ad una seduta congiunta del Congresso, esponendo gli eventi del giorno degli attacchi, i successivi nove giorni di sforzi di salvataggio e ricostruzione e la sua risposta agli eventi. Anche il sindaco di New York Rudolph Giuliani ottenne un notevole gradimento a livello locale e nazionale in virtù del ruolo svolto.[127] Molti fondi furono immediatamente aperti per assistere finanziariamente i sopravvissuti e le famiglie delle vittime degli attacchi; al termine ultimo per la compensazione delle vittime, l'11 settembre 2003, erano state ricevute 2833 richieste dalle famiglie delle vittime.[128] Subito dopo gli attacchi furono messi in atto i piani di emergenza per l'evacuazione dei governanti e per la continuità del governo (la serie di atti necessari a garantire la prosecuzione delle funzioni governative in caso di attacco nucleare o simile).[120] Il fatto che gli Stati Uniti fossero in una condizione di continuità del governo fu però comunicato al Congresso solo nel febbraio 2002.[129] Il Congresso passò l'Homeland Security Act del 2002, che istituì il Department of Homeland Security, la maggiore ristrutturazione dell'amministrazione statunitense nella storia contemporanea. Il congresso passò anche lo USA PATRIOT Act, affermando che sarebbe stato utile a individuare e perseguire il terrorismo e altri crimini; i gruppi per le libertà civili hanno però criticato il PATRIOT Act, affermando che permette agli organi di polizia di invadere la vita privata dei cittadini e che elimina il controllo da parte della magistratura della polizia e dai servizi segreti interni.[130][131][132] L'amministrazione Bush indicò gli attacchi dell'11 settembre per giustificare l'inizio di una operazione segreta della National Security Agency volta a «intercettare comunicazioni via telefono e e-mail tra gli Stati Uniti e persone all'estero senza mandato».[133]
Furono riportati numerosi incidenti di molestie e crimini d'odio contro mediorientali e persone "dall'aspetto mediorientale"; furono coinvolti particolarmente Sikh, in quanto gli uomini sikh vestono un turbante, elemento essenziale dello stereotipo del musulmano negli Stati Uniti. Vi furono abusi verbali, attacchi a moschee e altre costruzioni religiose (tra cui un tempio induista) e aggressioni, tra cui un omicidio: Balbir Singh Sodhi, un Sikh, fu ucciso il 15 settembre, dopo essere stato scambiato per un musulmano.[134] Le principali organizzazioni statunitensi di musulmani[135] furono immediate nella condanna degli attacchi e si appellarono affinché «i musulmani statunitensi si facciano avanti con le loro capacità e le loro risorse per aiutare ad alleviare le sofferenze delle persone coinvolte e delle loro famiglie». Oltre a notevoli donazioni di denaro, molte organizzazioni islamiche organizzarono raccolte di sangue e fornirono assistenza medica, cibo e alloggio alle vittime dell'attentato.[136] A seguito degli attacchi, 80.000 arabi e immigrati musulmani furono registrati e le loro impronte digitali schedate in base all'Alien Registration Act del 1940. Ottomila arabi e musulmani furono interrogati e cinquemila stranieri furono detenuti secondo la Joint Congressional Resolution 107-40, che autorizzava l'uso delle forze armate «per scoraggiare e prevenire atti di terrorismo internazionale contro gli Stati Uniti».[137]
Gli attacchi furono condannati da governi di tutto il mondo, e molte nazioni offrirono aiuti e solidarietà.[138] I governanti della maggior parte dei paesi del Medio Oriente, incluso l'Afghanistan, condannarono gli attacchi. L'Iraq fece eccezione, in quanto diffuse immediatamente una dichiarazione in cui si affermava che «i cowboys americani stanno cogliendo il frutto dei loro crimini contro l'umanità».[139] Un'altra eccezione molto evidenziata dai mass media furono i festeggiamenti da parte di alcuni Palestinesi.[140] Circa un mese dopo gli attacchi, gli Stati Uniti d'America guidarono una vasta coalizione nell'invasione dell'Afghanistan, allo scopo di rovesciare il governo dei Talebani, accusati di ospitare al-Qa'ida.[141] Le autorità del Pakistan si schierarono nettamente al fianco degli Stati Uniti contro i Talebani e al-Qāʿida: i pakistani misero a disposizione degli Stati Uniti diversi aeroporti militari e basi per gli attacchi contro il governo talebano e arrestarono più di 600 presunti membri di al-Qāʿida, che poi cedettero agli statunitensi.[142] Diversi paesi - tra cui Regno Unito, India, Australia, Francia, Germania, Indonesia, Cina, Canada, Russia, Pakistan, Giordania, Mauritius, Uganda e Zimbabwe - promulgarono legislazioni "antiterroristiche" e congelarono i conti in banca di persone che sospettavano avessero legami con al-Qāʿida.[143][144] I servizi segreti e le forze di polizia di alcuni paesi - tra cui Italia, Malesia, Indonesia e Filippine - arrestarono persone che indicavano come sospetti terroristi con lo scopo dichiarato di distruggere le cellule terroristiche in tutto il mondo.[145][146]
Negli Stati Uniti questi fatti generarono alcune controversie; critici come il Bill of Rights Defense Committee affermarono che le tradizionali limitazioni sul potere di sorveglianza federale (come il controllo degli assembramenti pubblici del COINTELPRO) erano stati "smantellati" dallo USA PATRIOT Act.[147] Organizzazioni per le libertà civili come la American Civil Liberties Union e il gruppo di pressione Liberty affermarono che anche alcune protezioni dei diritti civili erano state aggirate.[148][149] Gli Stati Uniti aprirono un centro di detenzione a Guantanamo Bay, a Cuba, per detenervi quelli che definirono "combattenti nemici illegittimi". La legittimità di tali detenzioni è stata messa in discussione dall'Unione Europea, dall'Organizzazione degli Stati Americani e da Amnesty International, tra gli altri.[150][151][152]
La Commissione d'indagine sugli attentati dell'11 settembre 2001, anche nota come "9/11 Commission" e diretta dall'ex-governatore del New Jersey Thomas Kean, fu istituita nel tardo 2002 per preparare una ricostruzione completa dei fatti riguardanti l'attacco, analizzando anche lo stato di preparazione e l'immediata reazione ad essi. Il 22 luglio 2004, la 9/11 Commission pubblicò il Rapporto della Commissione sull'11 settembre. La Commissione e il suo rapporto hanno ricevuto diverse critiche.[153][154]
Una indagine federale sulle caratteristiche tecniche e di resistenza agli incendi connesse con il collasso delle Torri gemelle e del WTC 7 fu condotta dal National Institute of Standards and Technology (NIST) dello United States Department of Commerce. Questa indagine aveva il compito di trovare il motivo del collasso degli edifici, il numero di morti e feriti causati, oltre che le procedure collegate alla progettazione e alla gestione del World Trade Center.[155]
Il rapporto concluse che i rivestimenti anti-incendio delle infrastrutture in acciaio furono spazzati via dagli impatti degli aerei e che, se questo non fosse accaduto, le torri sarebbero probabilmente rimaste in piedi.[156]
Gene Corley, direttore dell'indagine originale, commentò che «le torri si comportarono in maniera impressionante. Non furono gli aerei dei terroristi ad abbattere gli edifici; fu l'incendio successivo. Fu dimostrato che era possibile abbattere due terzi delle colonne di una torre e l'edificio sarebbe restato in piedi».[157] Il fuoco indebolì le travature di sostegno dei piani, facendole piegare verso il basso, tirando così le colonne in acciaio esterne che si piegarono verso l'interno. Con le colonne portanti danneggiate, le colonne esterne piegate non furono più in grado di sostenere gli edifici, causandone il collasso. Il rapporto afferma inoltre che le trombe delle scale non erano adeguatamente rinforzate per funzionare da via di fuga per le persone al di sopra della zona di impatto.[158][159] Questo fu confermato da uno studio indipendente della Purdue University.[160] I risultati dell'indagine del NIST sul WTC 7 sono stati pubblicati il 21 agosto 2008: il crollo dell'edificio è stato causato dalla dilatazione termica prodotta dagli incendi che divamparono incontrollati per ore, e che hanno in particolare interessato l'acciaio della colonna primaria numero 79, il cui cedimento ha dato inizio ad un collasso progressivo delle strutture portanti vicine.[21]
L'Ispettore Generale della CIA condusse una indagine interna sulle prestazioni della CIA prima dell'11 settembre e fu estremamente critico nei confronti dei funzionari anziani della CIA per non aver fatto tutto ciò che era possibile contro il terrorismo, in particolare per non essere riusciti a fermare due dei dirottatori dell'11 settembre, Nawaf al-Hazmi e Khalid al-Mihdhar, al loro ingresso negli Stati Uniti, e per non aver condiviso le informazioni su di loro con l'FBI.[161]
Nel maggio 2007, senatori appartenenti sia al Partito Democratico che a quello Repubblicano hanno sostenuto una proposta di legge che avrebbe reso pubblica un rapporto d'indagine interno alla CIA. Il rapporto investiga sulle responsabilità del personale CIA prima e dopo gli attacchi: completato nel 2005, i suoi dettagli non sono mai stati resi pubblici.[162]
Gli attacchi ebbero un significativo impatto sui mercati finanziari degli Stati Uniti e mondiali. La borsa di New York (New York Stock Exchange, NYSE), l'American Stock Exchange e il NASDAQ non aprirono l'11 settembre e rimasero chiusi fino al 17 settembre. Quando i mercati riaprirono, l'indice Dow Jones precipitò di 684 punti, pari al 7.1%, fino a 8921, la maggiore flessione mai avuta in un solo giorno.[163] Alla fine della settimana, l'indice Dow Jones era precipitato a 1369,7 punti (14,3%), la maggiore caduta settimanale della sua storia.[164] Le azioni statunitensi persero 1.400 miliardi di dollari di valore in quella settimana.[164] A New York si contarono circa 430.000 posti di lavoro e 2,8 miliardi di dollari di stipendi persi nei tre mesi seguenti agli attacchi; gli effetti economici si concentrarono sui settori economici dell'export della città.[165] Si stima che la perdita in termini di prodotto interno lordo sperimentata dall'economia newyorkese negli ultimi tre mesi del 2001 e per tutto il 2002 ammonti a 27,3 miliardi di dollari. Il governo federale concesse immediatamente 11,2 miliardi di dollari al governo cittadino nel settembre 2001 e 10,5 miliardi di dollari all'inizio del 2002, per incentivare lo sviluppo economico e la ricostruzione delle infrastrutture.[166]
Gli attacchi ebbero un grosso impatto anche sulle piccole imprese di Lower Manhattan, poste nelle vicinanze del World Trade Center; circa 18.000 di queste imprese furono distrutte o trasferite dopo gli attacchi. L'agenzia federale che gestisce i fondi per le piccole imprese, la Small Business Administration, fornì dei prestiti mentre il governo federale diede assistenza alle piccole imprese danneggiate dagli attacchi tramite il Community Development Block Grants e l'Economic Injury Disaster Loans.[166] Quasi tre milioni di metri quadri di uffici a Lower Manhattan furono danneggiati o distrutti.[167] Gli studi economici sugli effetti degli attacchi hanno confermato che il loro impatto sul mercato degli uffici di Manhattan e su quello dei lavori da ufficio è stato inferiore a quanto previsto, a causa della necessità di una interazione faccia a faccia nell'ambito dei servizi finanziari.[168][169]
Lo spazio aereo nordamericano fu chiuso per diversi giorni dopo gli attacchi e i voli di linea sperimentarono un calo dopo la sua riapertura. Gli attacchi causarono un taglio di circa il 20% della capacità di viaggi aerei, esacerbando i problemi delle compagnie aeree statunitensi.[170]
Migliaia di tonnellate di detriti tossici risultanti dal collasso delle Torri gemelle contenevano più di 2500 contaminanti, tra cui alcuni elementi noti per essere cancerogeni.[171][172] Sono testimoniate diversi casi di malattie debilitanti tra coloro che si occuparono dei soccorsi e dei lavori di rimozione delle macerie, malattie ritenute collegate direttamente all'esposizione ai detriti.[173][174] Alcune di queste conseguenze sanitarie hanno toccato anche alcuni residenti, studenti e impiegati della Lower Manhattan e della vicina Chinatown.[175] Molti decessi sono stati collegati alla polvere tossica causata dal collasso del World Trade Center e i nomi delle vittime saranno incluse nel memoriale del WTC.[176] Esistono alcuni studi scientifici che suggeriscono che l'esposizione a diversi prodotti tossici dispersi nell'aria potrebbe avere effetti negativi sullo sviluppo del feto: per questo motivo, un centro studi per la salute ambientale dei bambini sta studiando i figli delle donne incinte all'epoca degli attacchi e che vivevano o lavoravano in prossimità delle torri del WTC.[177]
Sono tuttora in atto procedimenti legali per il rimborso dei costi delle cure per le malattie connesse agli attacchi. Il 17 ottobre 2006, il giudice federale Alvin Hellerstein annullò il rifiuto della municipalità di New York di pagare i costi dell'assistenza sanitaria ai soccorritori, permettendo così numerosi processi contro l'amministrazione cittadina.[178] Ufficiali governativi sono stati censurati per aver spinto le persone a tornare a Lower Manhattan nelle settimane successive agli attacchi; l'amministratrice della Environmental Protection Agency ("Agenzia per la protezione dell'ambiente", EPA) nel periodo immediatamente successivo agli attacchi, Christine Todd Whitman, fu pesantemente criticata per aver affermato scorrettamente che l'area era sicura dal punto di vista ambientale.[179] Il presidente Bush fu anche criticato per aver interferito con le interpretazioni e i pareri dell'EPA riguardo alla qualità dell'aria successivamente agli attacchi.[180] Inoltre, il sindaco Giuliani fu criticato per aver sollecitato il personale del settore finanziario a tornare rapidamente nell'area vasta attorno a Wall Street.[181]
Il giorno degli attacchi, Giuliani affermò: «Ricostruiremo. Ne usciremo più forti di prima, politicamente più forti, economicamente più forti. La skyline tornerà ad essere nuovamente completa».[182] La rimozione dei detriti terminò ufficialmente nel maggio 2002.[183] La Lower Manhattan Development Corporation, incaricata della ricostruzione del sito del World Trade Center, è stata criticata per aver compiuto poco con i notevoli fondi destinati alla ricostruzione.[184][185] Uno degli edifici completamente distrutti, il 7 World Trade Center, ha una nuova torre uffici, completata nel 2006; la Freedom Tower è attualmente (2011) in costruzione e, al suo completamento, sarà uno degli edifici più alti dell'America settentrionale con una altezza di 541 m. Si prevede il completamento di altre tre torri entro il 2014, poste un isolato a oriente rispetto a quelle originali.
La sezione danneggiata del Pentagono fu ricostruita e rioccupata entro un anno dagli attacchi.[186]
Nei giorni immediatamente successivi agli attacchi, si tennero molte commemorazioni e veglie in tutto il mondo;[187][188][189] mentre ovunque a Ground Zero furono affisse immagini delle vittime.[190] Una delle prime commemorazioni fu il Tribute in Light, una installazione di 88 fari da ricerca posti nelle fondamenta delle Torri che proiettavano due colonne di luce verticalmente verso il cielo.[191] A New York fu istituita una competizione per decidere il progetto di un monumento da erigere sul luogo di Ground Zero; il progetto vincente, Reflecting Absence, selezionato nell'agosto 2006, consiste in una coppia di piscine riflettenti sul luogo delle fondamenta delle Torri, circondate da un monumento sotterraneo in cui sono iscritti i nomi delle vittime.[192] I progetti di creazione di un museo sul sito sono stati sospesi dopo che l'International Freedom Center è stato abbandonato per le critiche delle famiglie delle vittime.[193]
Il monumento del Pentagono è correntemente in costruzione fuori dall'edificio: si tratta di un parco con 184 panchine (pari ai 125 morti che ci sono stati tra gli occupanti dell'edificio più i 59 del volo AA 77) che fronteggiano il Pentagono.[194] Quando il Pentagono fu ricostruito, nel 2001-2002, furono costruiti anche una cappella privata e un monumento interno, posti nel luogo dove il Volo 77 si schiantò nell'edificio.[195] Un monumento del Volo 93 da costruire a Shanksville è in fase di progetto: includerà un groviglio di alberi scolpiti che forma un circolo intorno al sito dell'impatto, tagliato dal percorso dell'aereo, mentre delle campane a vento porteranno i nomi delle vittime.[196] Un monumento temporaneo si trova a 450 m dal sito dell'impatto del Volo 93 a Shanksville.[197] Molti altri monumenti permanenti sono in costruzione in tutto il mondo e la loro lista è aggiornata man mano che sono completati.[198] Oltre a monumenti veri e propri, anche borse di studio e programmi caritatevoli sono stati istituiti dai parenti delle vittime, come pure da altre organizzazioni e privati.[199]
A seguito degli attacchi, negli Stati Uniti e nel mondo sono stati sollevati diversi dubbi circa il reale svolgimento dei fatti e sono state formulate numerose teorie difformi da quelle comunemente accettate, generalmente configurabili come teorie del complotto[200].
Tali dubbi e teorie hanno dato luogo ad innumerevoli dispute e controversie circa la natura, l'origine e i responsabili degli attentati, contestando il contenuto dei resoconti ufficiali circa l'accaduto e suggerendo, tra l'altro, che persone con incarichi di responsabilità negli Stati Uniti fossero a conoscenza del pericolo e che deliberatamente avrebbero deciso di non prevenirli, o che individui estranei ad al-Qāʿida avrebbero partecipato alla pianificazione o all'esecuzione degli attacchi[201]. Una delle più diffuse teorie pone in dubbio che gli edifici colpiti a New York siano crollati per conseguenza del solo impatto degli aerei e degli incendi che ne sono seguiti. Tuttavia, la comunità degli ingegneri civili concorda con la versione che vuole il collasso delle Torri gemelle provocato dagli impatti ad alta velocità degli aviogetti e dai conseguenti incendi, piuttosto che da una demolizione controllata[202] della quale non è mai stata fornita alcuna prova.

Fonte: http://it.wikipedia.org/



ITALIA-CINA

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