NISCEMI (Caltanissetta) - Da un balcone che affaccia sulla piazza della chiesa di Niscemi è sceso un lenzuolo. Sopra c'è una lunga frase. Ha un titolo: "E' nata una stella". E comincia così: "Questo pensiero va a una farfalla violata, ferita, negata alla vita da tre assassini freddi e spietati". I compagni di classe di Lorena, che aprono il corteo funebre di circa mille persone, sorreggono uno striscione: "Nel cielo c'è un altro angelo, Lorena sarai sempre con noi". Non si trovano più la parole per la rabbia e il dolore per la morte di Lorena, la ragazza di 14 anni uccisa da un branco di coetani che già che c'erano l'hanno anche buttata in un pozzo. Le urla verrano fuori dopo, semmai. E allora Niscemi affida la sua disperazione a lenzuoli e striscioni per l'ultimo saluto alla piccola Lorena. Giuseppe Cultraro, il papà, pone solo una condizione: "Non vogliamo in chiesa i genitori dei tre minori che hanno ucciso mia figlia". Nella chiesa madre, in piazza del municipio, dove si celebra il funerale, ci sono moltissime persone e tante corone di fiori, tutte bianche: arrivano dai vigili del fuoco, di cui fa parte il papà di Lorena, dall'Istituto tecnico commerciale di Niscemi, frequentato dalla ragazza, e poi il liceo scientifico Leonardo da Vinci e tanti altri enti e istituzioni. E' arrivato anche un messaggio del Presidente del Senato Renato Schifani che scrive: "E' stata stroncata la vita di una ragazza, poco più che bambina, colpita da una cieca violenza che le nostre coscienze faticano a concepire". Nell'omelia il parroco, don Lino Mallia, ha invitato i giovani a "non vivere da parassiti". "Non accontentatevi di essere così e così" ha detto. "Io da giovane pensavo di vivere da eroe. Non c'è stata l'occasione. A voi dico siate eroi audaci e forti. Forti per andare contro corrente per dissociarvi dai vili e qualunquisti per non accettare compromessi per non arrendersi per non lasciarsi trascinare da tendenze che intruppano nella massa come pecore ammucchiate. Siate forti per non essere alimentati delle stesse porcherie di cui si alimentano i porci, per non vivere da parassiti".
La nonna di Lorena ha avuto un mancamento. E' forte la commozione della gente che è venuta a salutare la ragazza e non riesce a spiegarsi come qualcosa di così brutale e insensato possa essere successo così vicino. Le amiche hanno ricordato Lorena dopo il parroco: "Noi forse non ti abbiamo capito. Perdonaci", hanno detto. Un'altra testimonianza: "La tua morte non è stata inutile, sarà un seme di verità che germoglierà tra noi". Un'altra ragazza ha detto ancora: "Oggi, dopo la tua scomparsa, nessuno di noi si sente più sicuro. Abbiamo paura per quello che ci potrà accadere domani. Ti ringraziamo Lorena. Tu ci hai fatto capire tante cose". Poco dopo, la bara bianca è uscita dalla chiesa, scortata da un lungo applauso.
(17 maggio 2008)
Fonte: http://www.repubblica.it
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