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martedì 1 gennaio 2008

Torino: Morto il settimo operaio dell'incidente alla Thyssenkrupp!!!

Non ce l'ha fatta Giuseppe Demasi, 26 anni. Il decesso al CTO di Torino!

Arresto cardiocircolatorio, negli ultimi giorni le sue condizioni si erano aggravate!



TORINO - Sale il tragico bilancio del rogo all'acciaieria ThyssenKrupp di Torino. Non ce l'ha fatta Giuseppe Demasi, 26 anni, uno degli operai rimasti feriti nella notte tra il 5 e il 6 dicembre scorsi. Demasi, l'unico ancora in vita dei sette operai rimasti feriti nella fabbrica torinese, è morto per arresto cardiocircolatorio alle 13,40 nel reparto grandi ustionati del CTO di Torino. Le sue condizioni, gravissime fin dai primi momenti dopo l'incendio a causa delle ustioni riportate, si erano ulteriormente aggravate negli ultimi giorni.
LUNGA LISTA DI VITTIME - Il nome di Giuseppe Demasi si aggiunge alla lunga lista delle vittime dell’acciaeria di corso Regina Margherita: Antonio Schiavone morto sul colpo, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò. Demasi era stato sottoposto a tre interventi chirurgici, ma nei giorni scorsi le sue condizioni si erano aggravate.


giovedì 20 dicembre 2007

Morto il sesto operaio dell'incidente della Thyssenkrupp a Torino!

(19.12.07) - «ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni esprime il più sincero cordoglio ai familiari di Rosario Rodinò, non mancheremo di stare vicini a loro assicurando tutto il supporto umano e finanziario necessario»!
L'azienda torinese diffonde questa nota oggi, quando arriva la notizia della morte del sesto operaio coinvolto nel rogo della Thyssen, Rosario Rodinò, di 25 anni.Difficile non provare rabbia di fronte all'ennesima vittima e alle dichiarazioni di un'azienda che nega ogni responsabilità.Ieri i vertici della ThyssenKrupp sono stati ascoltati dalla commissione Infortuni del Senato ed hanno sostenuto l'estraneità dell'azienda nell'incendio nello stabilimento torinese.Cosimo Cafueri, responsabile sicurezza dello stabilimento, declina ogni responsabilità e circa gli estintori, che secondo un operaio ferito erano semivuoti, afferma: «Gli estintori erano con il sigillo. La responsabilità della loro eventuale inefficienza semmai è della ditta che li controlla e che se li trova vuoti li porta a caricare. Anche gli operai - puntualizza - hanno il compito di segnalare se trovano estintori semivuoti». Insomma, si vuole parlare come al solito di errore umano dei lavoratori?Per il presidente della commissione Lavoro della Camera, Gianni Pagliarini (Pdci), il responsabile sicurezza della ThyssenKrupp «si è palesemente arrampicato sugli specchi, sostenendo che la squadra antincendio era presente al momento dell'esplosione e giustificando, in sostanza, l'operato della proprietà. Ma sono i fatti a parlar chiaro: la Thyssenkrupp aveva deciso da tempo di disfare il sito produttivo torinese e perciò non ha investito adeguatamente nello stabilimento e nelle misure necessarie a garantirne l'attività in sicurezza».Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti italiani, promuove la linea dura nella lotta alle morti sul lavoro: «Bisogna colpire i datori di lavoro, è l'unico modo per non scatenare la guerra tra i poveri. Come si fa? Facendo i controlli, potenziandoli e dicendo agli ispettori che non devono telefonare prima di andare a fare i controlli. E poi sanzionare i datori di lavoro. Chi non rispetta le norme sulla sicurezza deve andare in galera o non servirà a nulla, continueremo a piangere, fare manifestazioni, convegni e dopo una settimana, un mese o un anno verrà dimenticata anche la tragedia di Torino».Il leader del Pdci spiega che gli operai della Thyssen «avevano accettato orari di lavoro che nemmeno nel terzo mondo si fanno più. Quindici ore di lavoro manuale al giorno è una roba civile?». Diliberto denuncia il deterioramento delle condizioni materiali di lavoro: «C'è un progressivo diminuire di tutto un sistema di tutele e diritti conquistati dai nostri genitori. Oggi c'è la precarietà, l'aggravante che soprattutto i giovani sono precari, privati del diritto fondamentale del proprio futuro».Intanto la procura di Torino continua l'indagine sul rogo nell'acciaieria e i pubblici ministeri parlano di manchevolezze dell'azienda, di scarse informazioni al personale, dispositivi di sicurezza che non bastavano in caso di incidenti gravi.

domenica 9 dicembre 2007

Lavorare uccide...la tragedia delle acciaierie di Torino: strage alla ThyssenKrupp, morto un quarto operaio!



Si aggrava di giorno in giorno il drammatico bilancio dell' incendio alla ThyssenKrupp, l'acciaieria che nella notte tra mercoledi' e giovedi' ha trasformato in torce umane sette operai. Ieri sera al Cto di Torino, e' morto anche Bruno Santino, l'operaio, che aveva 26 anni, ed era stato trasferito in giornata dall'ospedale Maria Vittoria al centro grandi ustionati del Cto. A pregare tutto il giorno perche' si salvasse il fratello Luigi, pure lui operaio alla Thyssenkrupp (ma non era di turno mercoled notte). Dopo Antonio Schiavone, 36 anni, che abitava a Envie (Cuneo) con moglie e tre figli piccoli, il piu' vicino alla linea 5 dell'impianto di trattamento termico dove si e' sviluppato l'incendio, ieri mattina, poco prima delle sette, e' morto Roberto Scola, 33 anni, che era stato ricoverato all'ospedale Molinette, mentre nel pomeriggio, al San Giovanni Bosco, Angelo Laurino, 43 anni, e' stato stroncato da un'insufficienza multiorgano. Entrambi avevano ustioni di terzo grado sul 95% del corpo. Intanto il pm Raffaele Guariniello ha aperto due procedimenti penali paralleli come prevede la legge: "Uno riguarda le persone fisiche responsabili dei fatti, l'altro l'impresa". Scola, viveva a Torino, era sposato aveva due figli molto piccoli (uno di 17 mesi e l'altro di quasi tre anni).Quando e' arrivato al pronto soccorso del Cto era cosciente e terrorizzato all'idea di non rivedere piu' i suoi bimbi. Laurino, anche lui abitante a Torino, aveva due figli, Fabrizio di 12 anni e Noemi di 14. Con l'aggravarsi della tragedia aumenta anche la richiesta di trovare i responsabili della tragedia: "Grazie per quello che state facendo per mio marito, tutti si danno da fare moltissimo qui in ospedale, ma io chiedo anche giustizia dalla magistratura", ha detto la moglie di Laurino al ministro Livia Turco un paio d'ore prima di avere la drammatica notizia della morte di Angelo. E la Turco ha risposto: "Noi ci siamo qui, ma anche la magistratura fara' il suo dovere". Rabbia e dolore anche tra i familiari di Scola: "Da quando aveva capito che le acciaierie sarebbero state chiuse - ha detto ieri la mamma, Marisa Pisano - Roberto stava valutando altre offerte di lavoro. Pero' alla Thyssenkrupp si trovava bene e gli sarebbe dispiaciuto andarsene". Rimane appeso a un filo il destino degli altri tre feriti gravissimi, di cui tre ricoverati a Torino ed uno a Genova. All'ospedale Maria Vittoria lotta tra la vita e la morte Giuseppe De Masi, 26 anni, che vive a Torino con i genitori ed ha una madre infermiera; mentre alle Molinette e' ricoverato Rocco Marzo, di 54, sposato a padre di due figli. A fine mese sarebbe dovuto andare in pensione. Tutti hanno ustioni di secondo e terzo grado su oltre il 90% del corpo. Viene tenuto in coma farmacologico, all'ospedale Villa Scassi di Genova, Rosario Rodino', 26 anni. Le prime autopsie sulle vittime saranno eseguite lunedi' e martedi' prossimo. Nel frattempo proseguono gli accertamenti in fabbrica per capire con precisione il punto in cui si e' verificata la tragedia, la causa dell'incendio e se tutte le norme per la sicurezza sono state rispettate. Per questo motivo la Procura ha controllato ieri tutti gli estintori dello stabilimento dopo la denuncia di alcuni operai, che hanno detto che alcuni non funzionavano. Altro aspetto da chiarire e' l'operato della squadra antincendio e la sua formazione. Pare infatti che gli operai avessero la prassi di sbrigarsela da soli quando capitavano piccoli inconvenienti. Non e' chiaro se la notte dell'incidente la squadra antincendio fosse presente al completo nello stabilimento o se ci fosse un solo componente che, come emergerebbe dalle prime indiscrezioni, era in un altro reparto. Al momento non ci sono iscrizioni nel registro degli indagati, ma ci saranno presto. La Procura ha infatti chiesto al Thyssenkrupp tutto l'organigramma della societa', compreso quello della capogruppo tedesca, per valutare i ruoli e le competenze.
Ulteriori commenti sull'argomento, clicca sotto il link:

Lavorare uccide
Pressante - Informazione libera e indipendente - domenica 09 dicembre 2007

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!