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venerdì 25 aprile 2008

Juan Domingo Perón...chi era l'uomo forte dell'Argentina Fascista!

Juan Domingo Perón Sosa (Lobos, 8 ottobre 1895, secondo alcune fonti Mamoiada, NU, 26 marzo 1891 – Olivos, 1 luglio 1974) è stato un militare e politico argentino. [1]
Perón e sua moglie Eva erano molto popolari in una parte del popolo argentino e considerati come delle vere e proprie figure iconiche dai sostenitori del Partito Peronista. I seguaci di Perón plaudivano ai suoi sforzi per eliminare la povertà e dare dignità al lavoro, i suoi detrattori, invece, lo hanno considerato un demagogo e un dittatore. Diede vita al movimento politico conosciuto come Peronismo, movimento che si proponeva quale terza via fra capitalismo e socialismo. È stato uno dei presidenti argentini più discussi[2], anche per aver dato asilo e nascosto i nazisti che scappavano dai processi per crimini di guerra al termine della Seconda guerra mondiale.
Juan Peron entrò nella scuola militare all'età di 16 anni e dopo il diploma fece rapidamente carriera nei vari gradi. Prestò servizio in Italia alla fine degli anni trenta nel ruolo di osservatore militare [3] e in questo periodo apprese la dottrina fascista che sarebbe stata la base ideologica del Partito Giustizialista .
Nel giugno del 1943, con il grado di colonnello, svolse un ruolo di primo piano nel golpe militare del GOU (Grupo de Oficiales Unidos) contro il governo civile di Ramón Castillo. Inizialmente sottosegretario alla guerra sotto il generale Pedro Ramírez, divenne ministro del lavoro e dello stato sociale nel novembre dello stesso anno ed in seguito vicepresidente e segretario alla guerra sotto il generale Edelmiro Farrell (febbraio 1944).


Costretto alle dimissioni dagli oppositori all'interno delle stesse forze armate il 9 ottobre del 1945, Perón fu arrestato dopo poco, tuttavia manifestazioni di massa organizzate dal sindacato CGT portarono al suo rilascio il 17 ottobre, ed inoltre il supporto popolare gli aprì la strada alla presidenza con il 56% dei voti nelle elezioni del 24 febbraio 1946.
Perón perseguì una politica sociale che mirava all'aumento dei poteri della classe operaia. Espanse enormemente il numero di lavoratori iscritti al sindacato e aiutò a fondare la potente Confederazione Generale del Lavoro (CGT). Definì questa come la «terza posizione» (definizione ripresa in seguito da numerosi movimenti antagonisti radicali europei, compresi quelli italiani), tra il capitalismo e il comunismo, sebbene egli fosse dichiaratamente anti-americano ed anti-britannico. Perón spinse molto anche verso l'industrializzazione del paese; nel 1947 annunciò il primo piano quinquennale per dare un aiuto alle industrie appena nazionalizzate. La sua ideologia, soprannominata peronismo e che ebbe come sbocco istituzionale la costituzione del Partito Giustizialista (Partido Justicialista), ebbe grande influenza tra i partiti politici argentini.


La seconda moglie di Perón, Eva Duarte de Perón (1919 - 1952, che aveva sposato Perón il 2 ottobre 1945), conosciuta con l'affettuoso diminutivo di Evita, aiutò il marito con il sostegno del sindacato e dei gruppi femminili e gestì gran parte dell'attività propagandistica del coniuge. Perón rivinse le elezioni nel 1951: tuttavia i problemi economici, l'alto livello della corruzione e i conflitti con la Chiesa cattolica contribuirono alla sua destituzione con un colpo di stato militare organizzato nel settembre del 1955. Si recò in esilio in Paraguay, da dove infine riparò a Madrid. Sposò la cantante e ballerina di un night club, Isabel Martínez de Perón nel 1961.
In Argentina, gli anni cinquanta e sessanta furono segnati da frequenti cambi di governo e da un'insufficiente crescita economica, con continue rivendicazioni sociali e sindacali. Non essendo il governo riuscito a rivitalizzare l'economia e a sopprimere l'escalation terroristica dei gruppi peronisti come i Montoneros alla fine degli anni sessanta e nei primi settanta, si aprì la strada al ritorno di Perón. Il generale Alejandro Lanusse aveva assunto il potere nel marzo del 1971 e aveva dichiarato l'intenzione di ripristinare la democrazia costituzionale a partire dal 1973. Dall'esilio, Perón sostenne i peronisti di sinistra e le organizzazioni sindacali più attive.


Il 1° marzo del 1973 si tennero in Argentina le elezioni generali. Anche se a Perón fu impedito di concorrere, gli elettori votarono come presidente un suo sostenitore, Héctor Cámpora. Campora si dimise nel luglio dello stesso, spianando la strada a nuove consultazioni. A quel punto la confusione era tale che da più parti si invocava il ritorno di Perón. Egli tornò al suo paese natale e vinse la tornata elettorale, divenendo presidente per la terza volta, nell'ottobre del 1973, affidando a sua moglie Isabel il ruolo di vicepresidente.
Il nuovo regime peronista si disfece per via dei conflitti tra i sostenitori di sinistra e quelli di destra. Nel tentativo di ristabilire l'ordine pubblico, il governo deliberò alcuni provvedimenti di emergenza. Perón morì il 1° luglio 1974, con tali problemi ancora non risolti e a lui succedette Isabel. Quest'ultima fu rovesciata da un golpe il 24 marzo del 1976 ed il suo esecutivo fu sostituito da una giunta militare.
Perón è sepolto nel Cementerio de la Chacarita a Buenos Aires, Argentina.


Onorificenze:


Curiosità:


C'è una teoria, sostenuta e argomentata da alcuni studiosi sardi (Peppino Canneddu[5], Gabriele Casula[6] e Raffaele Ballore[7], secondo cui Perón sarebbe stato, in realtà, un emigrato sardo, tale Giovanni Piras di Mamoiada, inventatosi natali argentini per sfuggire alla coscrizione durante la prima guerra mondiale.
La notizia del Peron sardo appare per la prima volta nel marzo del 1951, in un articolo a firma Nino Tola, avvocato-giornalista di Mamoiada.
Data e luogo di nascita sono in discussione anche in Argentina. L'anagrafe è contestata da Hipolito Barreiro che nella sua pubblicazione Juancito Sosa, un indio Teuelche del 2000- Buenos Aires sostiene che Juan Peron non è nato a Lobos l'8 ottobre 1895 ma a Roque Perez il 7 ottobre 1893.Recentemente è stato richiesto l'esame del DNA, non dai parenti del Piras (che non hanno mai avuto pretese sulla successione), ma dall'argentina Marta Susana Holgado, che ha promosso una causa presso la magistratura argentina sostenendo di essere figlia di Perón e reclamando una parte della sua eredità. Il ricercatore Raffaele Ballore non sostiene più la teoria del Piras; pur rimanendo convinto delle sue origine sarde ora esclude scientificamente che si tratti del Piras di Mamoiada[8].




Evita Peron...chi era in breve la donna che è stata la moglie del Capo di Stato dell'Argentina Fascista!

Eva Maria Ibarguren Duarte nasce il 7 maggio 1919 a Los Toldos (Buenos Aires, Argentina). La madre Juana Ibarguren svolgeva le mansioni di cuoca nella tenuta di Juan Duarte, da cui ebbe quattro figlie ed un figlio (Elisa, Blanca, Erminda, Eva e Juan). "El estanciero" però (così era chiamato Duarte), non la porterà mai davvero all'altare a causa del fatto che...aveva già una famiglia. E anche molto numerosa. Evita cresce così in questo clima un po' ambiguo con un padre che non è un vero padre a venendo a contatto giornalmente con situazioni assai equivoche sul piano dei rapporti personali con i familiari. Fortunatamente, tutto ciò sembra non influire più di tanto sul carattere già forte della ragazzina. L'illegittimità non pesa tanto a lei, quanto alla mentalità gretta delle persone che la circondano. In paese non si fa altro che vociferare sulla strana situazione e ben presto sua madre e lei stessa diventano "un caso", materia viva su cui spettegolare. La goccia che fa traboccare il vaso si verifica a scuola. Un giorno, infatti, entrando in classe, trova scritto sulla lavagna: "Non eres Duarte, eres Ibarguren!" Parole di scherno seguite dagli inevitabili risolini degli altri bambini. Lei e la sorella, per ribellione, lasciano la scuola. Intanto, anche la madre viene abbandonata da Duarte. Per sopravvivere si arrangia allora a cucire abiti su ordinazione per conto di un negozio. In tal modo, aiutata dalle due figlie maggiori, riesce a mantenersi decorosamente. La madre di Evita, inoltre, ha un carattere di ferro e, malgrado la sostanziale povertà con cui è costretta a fare i conti, non transige su ordine e pulizia. Evita invece è decisamente meno pragmatica. E' una ragazza sognatrice, molto romantica e portata a vivere i sentimenti con tutta la pienezza possibile. La prima volta che mette piede in una sala cinematografica, basta la visione di un film per accenderle la passione per il cinema. Nel frattempo la famiglia s'era trasferita a Junín. Qui Evita ha l'opportunità di conoscere un mondo lontano anni luce dalla sua realtà quotidiana, fatto di pellicce, di gioielli, di sprechi e di lusso. Tutte cose che accendono immediatamente la sua sfrenata fantasia. Insomma, diventa ambiziosa e arrivista. Queste aspirazioni iniziarono ben presto a condizionare la vita di Eva. Trascura la scuola, ma in compenso si dedica alla recitazione con la speranza di diventare una grande attrice, più per essere ammirata e idolatrata che per amore dell'arte. Inoltre, come di prassi, si mette spasmodicamente alla ricerca del classico "buon partito". Dopo infruttuosi tentativi fra direttori di aziende, dirigenti delle ferrovie e grandi proprietari terrieri si trasferisce a Buenos Aires. Evita è ancora una ragazzina, ha solo quindici anni, e rimane quindi ancora un mistero perchè, e con chi, si trasferisce nella capitale argentina. La versione più accreditata avalla l'ipotesi che, essendo giunto a Junín il famoso cantante di tango Augustín Magaldi, Eva abbia tentato in tutti i modi di conoscerlo e di parlargli. Dopo avergli espresso il suo desiderio di diventare attrice, l'avrebbe supplicato di portarla con lui nella capitale. A tutt'oggi, però, non sappiamo se la giovane partì con la moglie del cantante, che si trovava a fare anche da "chaperon", oppure divenne l'amate dell'artista. Una volta a Buenos Aires, si trova ad affrontare la vera e propria giungla del sottobosco che popola il mondo dello spettacolo. Attricette, soubrette arriviste, impresari senza scrupoli e così via. Riesce però con grande tenacia ad ottenere una particina in un film, "La senora de Pérez", cui seguirono altri ruoli di secondaria importanza. Tuttavia la sua esistenza, e soprattutto il suo tenore di vita, non cambiano molto. Talvolta rimane addirittura senza lavoro, senza ingaggi, barcamenandosi in compagnie teatrali a salari da fame. Nel 1939, la grande occasione: una compagnia radiofonica la scrittura per un radiodramma in cui lei ha la parte della protagonista. E' la fama. La sua voce fa sognare le donne argentine, interpretando di volta in volta personaggi femminili dal drammatico destino con inevitabile lieto fine. Ma il bello, come si suol dire, deve ancora venire. Tutto ha inizio con il terremoto che nel 1943 rade al suolo la città di S. Juan. L'Argentina si mobilita e nella capitale viene organizzato un festival per raccogliere i fondi destinati alle vittime della sciagura. Nello stadio, fra numerosi Vip e politici nazionali, è presente anche il colonnello Juan Domingo Perón. La leggenda vuole che sia stato un colpo di fulmine. Eva attratta dal senso di protezione che Perón, di ventiquattro anni più anziano, le suscita, lui colpito dall'apparente bontà di lei (come dichiarato in un'intervista) e dal suo carattere insieme nervoso ed insicuro. Ma chi era e che ruolo aveva Peron all'interno dell'Argentina? Malvisto dai democratici, che lo accusavano di essere un fascista e ammiratore di Mussolini, si manteneva saldamente al potere delle forze armate. Nel 1945, però, un colpo di mano all'interno dell'esercito costringe Perón a dimettersi dalle sue cariche e viene addirittura arrestato. I vari capi sindacali ed Evita, che intanto era diventata una fervente attivista, insorgono, fino ad ottenere il suo rilascio. Poco dopo i due decidono di sposarsi. Evita però si porta ancora dentro un fardello difficile da digerire, il fatto cioè di essere una figlia illegittima. Per prima cosa, dunque, si adopera per far sparire il suo atto di nascita (sostituendolo con un documento falso che la dichiarava nata nel 1922, anno in cui morì la legittima moglie del padre), poi modifica il suo nome: da Eva Maria diventa Maria Eva Duarte de Perón, più aristocratico (la ragazze di buona famiglia, infatti, portavano il nome Maria per primo). Finalmente, il 22 ottobre 1945, i due amanti si sposano. E' la coronazione di un sogno, un traguardo raggiunto. E' ricca, ammirata, agiata e soprattutto moglie di un uomo potente. Nel 1946 Perón decide di candidarsi alle elezioni politiche. Dopo un'estenuante campagna elettorale, viene eletto Presidente. Evita esulta, soprattutto perché vede accrescere il suo potere personale, esercitato all'ombra del marito. Il ruolo di "first lady", poi, le si attaglia a perfezione. Ama farsi confezionare abiti da sogno e apparire smagliante a fianco del consorte. L'8 giugno la coppia visita, osteggiando enorme sfarzo, la Spagna del generale Francisco Franco, poi si fa ricevere nei più importanti Paesi europei, lasciando sbalordita l'opinione pubblica argentina, uscita da poco da una dolorosa guerra. Dal canto suo Evita, indifferente di fronte alle meraviglie artistiche e totalmente manchevole di tatto nei confronti degli europei (famose alcune sue indelicate uscite e "gaffe"), visita solo i quartieri poveri delle città, lasciando somme ingenti per aiutare i bisognosi. Il contrasto fra la sua immagine pubblica e questi gesti di solidarietà non può essere più eclatante. Carica di gioielli in ogni occasione, sfoggia pellicce, abiti costosissimi e un lusso davvero sfrenato. Tornata dal viaggio si mette però al lavoro nuovamente con lo scopo di aiutare la povera gente e di difendere alcuni diritti fondamentali. Ad esempio, conduce una battaglia per il voto alle donne (che ottiene), oppure dà vita a fondazioni a beneficio di poveri e lavoratori. Costruisce case per i senzatetto e gli anziani, senza mai dimenticare le esigenze dei bambini. Tutta questa fervente attività benefica le procura grandissima popolarità e ammirazione. Spesso la domenica mattina si affaccia al balcone della casa Rosada davanti alla folla che la acclama, vestita e pettinata di tutto punto. Purtroppo, dopo qualche anno di una vita così appagante ed intensa, si profila l'epilogo, sotto forma di banali disturbi all'addome. Inizialmente si pensa a normali scompensi dovuti ai suoi cattivi rapporti con la tavola, dato che il terrore di diventare grassa l'aveva sempre indotta a mangiare con parsimonia, fino a sfiorare l'anoressia. Poi, un giorno, durante controlli per un'appendicite i medici scoprono trattarsi in realtà di un tumore all'utero in stato avanzato. Evita, inspiegabilmente, rifiuta di farsi operare, accampando la scusa che non vuole restare confinata a letto quando intorno c'è così tanta miseria e dichiarando che la gente ha bisogno di lei. Le sue condizioni rapidamente peggiorarono, aggravate dal fatto che ormai non tocca praticamente cibo. Il 3 novembre 1952 finalmente accetta di farsi operare, ma ormai è troppo tardi. Le metastasi tumorali riprendono a farsi vive solo pochi mesi dopo. Come si comporta Peron in questa tragica situazione? Il loro matrimonio ormai era solo di facciata. Di più: durante la malattia il marito dorme in una stanza lontana e si rifiuta di vedere l'ammalata, perché ormai ridotta ad uno stato cadaverico impressionante. Malgrado questo, alla vigilia della morte Evita vuole comunque avere il marito accanto e stare da sola con lui. Il 6 luglio, a soli 33 anni, Evita muore, assistita solo dalle amorevoli cure della madre e delle sorelle. Perón, apparentemente impassibile, fuma nel corridoio attiguo. Il decesso viene annunciato via radio a tutta la nazione, che proclama il lutto nazionale. I poveri, i disadattati e la gente comune cadono nella disperazione. La Madonna degli umili, com'era stata soprannominata, scompariva per sempre e così la sua volontà di aiutarli.


ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!