"La Politica è una cosa difficile, talvolta terribile, ma tuttavia umana! Anche nella Politica ci deve essere il disgusto, la pulizia! Non ci si può sporcare di fango, nemmeno per un'idea alta!"
(Boris Eltsin - "Il diario del Presidente")
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(LaPresse) - SANREMO - (LIGURIA) - Il Festival di Sanremo si è chiuso con la vittoria Angelina Mango e con ascolti da record. Oltre 14,3 milioni di persone in media hanno visto la serata finale con una share del 74,1%: si tratta dello share più alto dall'edizione del 1995 diretta da Pippo Baudo con Claudia Koll e Anna Falchi. Ieri come detto il trionfo di Angelina Mango con "La noia". Secondo posto per Geolier a cui non è bastato dominare il Televoto con il 60% dei consensi. Terza Annalisa. Nella serata finale anche le emozioni con il Bolero di Ravel ballato da Roberto Bolle e l'appello di Ghali su Gaza: "Stop al Genocidio".
"Siete matti, grazie di cuore all'orchestra, a te Amadeus, a Fiorello, al mio team, alla mia famiglia, grazie che siete venuti", ha detto incredula e commossa Angelina subito dopo la vittoria. La vittoria di Angelina Mango, che nella serata delle cover aveva dedicato un intenso omaggio al padre Pino, che ha perso quando aveva solo 13 anni, eseguendo il suo brano La rondine, arriva al termine di un'edizione da ascolti record, numeri confermati anche per lo share della finale. La serata finale del Festival di Sanremo 2024, in onda dalle 21.27 alle 25.59 su Rai 1, ha infatti registrato il 74.1 di share con 14 milioni 301 mila spettatori. La prima parte - dalle 21.27 alle 23.31 - ottiene il 70.8% di share con 17 milioni 281 mila spettatori; la seconda dalle 23.34 alle 25.59 ottiene il 78.8% con 11 milioni 724 mila spettatori. Amadeus ha battuto se stesso: nel 2023 l'ultima serata aveva raccolto una media di 12 milioni 256mila telespettatori pari al 66%. Affiancato come co-conduttore della finale dall'amico Fiorello, che l'ha accompagnato in tutti e 5 i suoi Festival, Amadeus ha chiuso la finale del festival con il miglior risultato in termini di share dal 1995 a oggi.
Il picco d'ascolto della finale di Sanremo 2024 è stato raggiunto alle 22.39, con 18.259.000 spettatori, quando sul palco c'erano Fiorello eRoberto Bolle. Il picco di share alle 25.56 con 85,3% (lettura classifica finale).
Durante la serata sono stati assegnati, come da tradizione, anche altri premi: il Premio della Critica "Mia Martini" è andato a Loredana Bertè con il brano Pazza. Il Premio della Sala Stampa "Lucio Dalla” è stato assegnato ad Angelina Mango e la sua La noia. La giovane cantante si è aggiudicata anche il Premio "Giancarlo Bigazzi" per la miglior composizione musicale. A Fiorella Mannoia con il brano Mariposa il Premio "Sergio Bardotti" per il miglior testo.
TEATRO ARISTON (SANREMO - LIGURIA) I dati continuano intanto a sancire il successo del Festival di Amadeus. La serata delle cover di Sanremo 2024 (dalle 21.15 all'1.59 di Venerdì 9 Febbraio 2024) è stata seguita in media da 11 milioni 893mila telespettatori pari al 67.8% di share. L'anno scorso la serata dedicata ai duetti e alla reinterpretazione dei successi del passato aveva raccolto in media (dalle 21.25 all'1.59) 11 milioni 121mila telespettatori pari al 66.5% di share. La prima parte della serata cover (dalle 21.25 alle 23.35) è stata seguita da 15 milioni 531mila spettatori pari al 65.1% di share; la seconda (dalle 23.38 all'1.59) da 8 milioni 398mila pari al 73.2%. L'anno scorso la prima parte della quarta serata del festival (dalle 21.15 alle 23.41) aveva ottenuto 15 milioni 46mila telespettatori pari al 65.2% di share; la seconda (dalle 23.44 all'1.59) da 7 milioni 41mila con il 69.7%. Tante le standing ovation della serata e non potrebbe essere altrimenti visto che sul palco arrivano signori della canzone che hanno fatto la storia della musica: tutti in piedi per Roberto Vecchioni e Riccardo Cocciante ma anche per i Santi Francesi e per un'Angelina Mango emozionatissima ed emozionante in un omaggio da brividi al papà Pino Mango. "Grazie mille, grazie all'orchestra, grazie e mio fratello Filippo con tutto il cuore" il pubblico si è alzato in piedi. "Angelina e il suo omaggio ad un grande papà, una delle voci più belle della musica italiana" dice Amadeus. Ma il teatro esplode quando Lorella Cuccarini presenta una cover in particolare: "Sta per arrivare il momento di una delle canzoni più famose del Festival di Sanremo, un brano che 190 milioni di visualizzazioni, è in più di 17 film. Che te lo dico a fare?".I Ricchi e Poveri si esibiscono con Sarà perché ti amo, in spagnolo, accompagnati da Paola&Chiara che fanno ballare il pubblico dell'Ariston. Non poteva mancare anche "Mamma Maria" una delle canzoni più ascoltate e cantante. Emozionanti anche le esibizioni di Mahmood con I Tenores di Bitti, che hanno cantato Come è profondo il mare di Lucio Dalla e Mr.Rain con Gemelli Diversi che hanno intonato Mary. Ancora da segnalare i Negramaro che cantano La canzone del sole, insieme a Malika Ayane. Sulle note di Battisti il pubblico dell'Ariston canta all'unisono. Altro momento da segnalare secondo noi, il messaggio di Tiziano Ferro per la sua cover dedicata: "Vi abbraccio adesso, in particolare ad Emma. Io non faccio favoritismi, però il suo gesto per me è epocale. Il fatto di evocare la mia musica durante Sanremo, in un periodo nel quale sono completamente in ritirata, è stato uno dei gesti più belli che mi siano stati mai fatti nella vita. E lo dico sinceramente senza esagerare. Grazie Emma, grazie a Bresh siete troppo".
La Spezia - Sono passate due settimane dal trionfo al Festival di Sanremo e Francesco Gabbani confessa di non essersi ancora reso conto appieno del successo che lo ha travolto. È tornato a casa, nel paese in provincia della Spezia il cui sindaco gli ha mandato subito un telegramma («Siamo orgogliosi di te») e ha cominciato a pensare al futuro, al nuovo disco e all’esibizione all’Eurovision Song Contest, mentre la sua “Occidentali’s Karma” viaggia verso i 29 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Francesco, come è cambiata la tua vita dopo quell’11 febbraio sul palco del Teatro Ariston? «Non c’è modo di capacitarsi appieno del viaggio che ha intrapreso “Occidentali’s Karma”. Provo uno stupore che non riesco a descrivere, soprattutto quando penso a milioni di contatti sul web. Quanto a me, sono lo stesso Francesco che va a far la spesa o che va qualche volta al ristorante con la famiglia. Il premio al Festival di Sanremo è una soddisfazione indescrivibile, ma la mia vita è fatta di passeggiate nei boschi o in montagna tra Carrara e Ortonovo, di pedalate in bicicletta e ovviamente di musica».
La tua passione per la musica, dai tempi dei Trikobalto formati da te e dai fratelli sarzanesi Zarcone, ha resistito a tutto. «Eh sì, a 34 anni di porte in faccia ne avevo prese tante e dopo un po’ le tumefazioni fanno male, nonostante la passione, che non mi ha mai abbandonato fin da quando ero bambino. Poi è andata com’è andata, con la vittoria nella sezione Giovani del 2016 e poi ancora quest’anno, fra i Campioni. E adesso devo sbrigarmi a finire l’album nuovo, perché assieme alla Bmg vogliamo rispettare la data d’uscita, prevista per metà primavera».
Un concerto a Carrara dove sei nato o a Ortonovo dove risiedi sarebbe un evento per questo territorio? «Sicuramente è nei miei piani tenere un concerto anche dalle mie parti, ma non credo sarà possibile a breve. Sia chiaro: fosse per me, lo farei subito, ma ci sono impegni imminenti a cui devo far fronte. Senza dubbio, quando prepareremo un concerto, mi piacerebbe che fosse una festa in grande: una festa di tutti, fatta di musica e di divertimento, magari in uno spazio capiente, dove possa partecipare chiunque ne abbia voglia».
Divertimento, ballabilità, ma anche riflessione: il testo della tua canzone sta riscuotendo molta attenzione e consensi. «Credo che l’ “intelligenza demodé” la recupereremmo tutti, se solo ci prendessimo quotidianamente del tempo per pensare e per riflettere. Non intendo necessariamente abbandonarsi alla meditazione, ma più che altro al pensare. Ecco: il pensiero è l’unica cosa che può essere la vera palestra per l’intelligenza, in una società dove tutto scorre, appunto “panta rei”, in modo troppo frenetico».
Te la sei presa anche con i tuttologi del web... «Con i miei co-autori ho voluto ironizzare con quella parola, invitando tutti ad approfondire la conoscenza di ciò che c’interessa davvero, senza basarci solo su una ricerca sul web, a base di Google o Wikipedia».
Il tuo “cercasi” che è un annuncio quasi commerciale, diventa “Cerca sì”, tra esortazione rafforzativa e unica soluzione: cosa significa e in quale direzione viaggia? «Il “Cerca sì” è più che altro un’esortazione a ricercare ciò che ci porta il bene. Quante volte proviamo un senso d’insoddisfazione, senza nemmeno essere in grado di capire che cosa ci manca? Ecco, per prima cosa bisognerebbe provare a porsi delle domande, a ricercare in se stessi le risposte, prima di affrontare i quesiti della vita che ci circonda».
Dopo il successo, tutti fanno a gara ad essere stati già da prima tuoi amici, o vorrebbero diventarlo ora… «Devo essere grato davvero a tante persone, che negli anni mi hanno sostenuto anche prima che le cose andassero bene. Ho una cerchia di collaboratori e di amici, che sono quelli che mi accompagnano da tempo, ma devo dire grazie anche a quelli che hanno creduto in me e che hanno fatto il tifo attraverso i canali social, o anche semplicemente votando la mia canzone durante il Festival. Gli amici “veri” sono quelli con cui non si parla di lavoro o che non gliene frega nulla, se ho vinto Sanremo o se ho un album in uscita».
Ci sono artisti verso i quali ti senti in qualche modo “in debito”? «Devo dire che non ho mai avuto un idolo, nella musica e neppure nello sport. O meglio, non ne ho mai avuto uno in particolare. Musicalmente sono “onnivoro”, ovvero riesco ad ascoltare la musica più disparata, dalla canzone d’autore italiana, all’hard-rock, passando per il pop. Ammiro molti artisti, ma se devo citarne due, allora dico Adriano Celentano e Franco Battiato».
Adesso stai lavorando al nuovo disco. Qualche anticipazione? «Ci sarà da pedalare e mi dividerò presto tra Milano e Varese, dove l’album verrà registrato e arrangiato. Ho in mente varie idee e molte sono già in fase di realizzazione. Il cd conterrà ovviamente “Occidentali’s Karma”, “Foglie al gelo”, che fa parte della colonna sonora del film “Poveri ma ricchi” di Fausto Brizzi, ma gli altri brani saranno inediti».
MERCOLEDI' 31 AGOSTO 2016 - LIVE IN PIAZZA ALBERICA
FRANCESCO GABBANI - SANREMO - SABATO 11 FEBBRAIO 2017
Quando Francesco Gabbani è salito sul palco per la prima esibizione di Sanremo 2017 molti telespettatori pare abbiano chiamato in Rai chiedendo che ci facesse Paolo Ruffini in gara tra i big. Potenza della (im)popolarità e dell’assortimento da truppe cammellate sanremesi, con un cognome che non aiuta e che ricorda i babbani di Harry Potter, Gabbani, 35 anni da Carrara, è passato in nemmeno 72 ore da un simpatico ragazzone dal bel sorriso confuso tra la folla a vincitore di Sanremo 2017.
Eppure in valigia il carrarese, che usa l’ironia per riflettere sulla società, ha una serie di collaborazioni da fare spavento, oltre ad avere una carriera che risale a quando Elodie andava ancora alle elementari e Giulia Luzi all’asilo. Nei primi anni duemila Gabbani è colonna portante dei Trikobalto, band rock elettronica che si fa conoscere per diversi singoli prodotti nientemeno che dalla Sony-Bmg. In-Contro, poi un paio di trovate in cui possiamo rintracciare anche un po’ di echi lontani della poetica satireggiante di Occidentali’s Karma: una cover di Sarà perché ti amo, con un video creativamente decadente davvero insuperabile, e Scusa c’è Ketto? Tormentone non male.
Solo che anche le cose belle finiscono e nel 2009 Gabbani esce dal gruppo. Incide alcuni singoli tra cui Estate e Maledetto Amore, fino a quando nel 2013 Raffaella Carrà registra il suo brano Toy Boy, non proprio un testo memorabile, e nel 2015 pubblica il suo primo disco Greitist Iz con l’indipendente Diy Italia. La sua vena vintage però gli fa sfornare alcune cover davvero encomiabili che si possono rintracciare su Youtube: Vengo anch’io no tu no di Jannacci e Svalutation di Celentano.
La lunga ombra del re degli ignoranti, che del brano ne approva l’arrangiamento ruspante, tornerà poi sul palco di Sanremo 2017 con Susanna, che Gabbani interpreta nella serata delle cover. Celentano, oltretutto, è beneficiario di un altro brano scritto dal cantautore toscano, Il bambino col fucile che appare in Le migliori, l’ultimo album inciso con Mina nemmeno sei mesi fa. Il 2016 vede comunque Gabbani salire sul gradino più alto del podio di Sanremo Giovani, dopo essere stato clamorosamente ripescato, con Amen. Una sorta di lato B di un 45 giri che potrebbe benissimo comprendere Occidentali’s Karma, con questa sua apparente, velatamente dissacrante, elencazione di tutte le ridicolaggini spirituali del distratto e superficiale uomo occidentale. Il 2016 è anche l’anno in cui Gabbani compone i brani del film Poveri ma ricchi di Fausto Brizzi.
Un po’ performer che la butta sull’elasticità del suo corpo danzante in scena, un po’ compositore di notevole livello, Gabbani mescola le carte dell’ironica robustezza dei suoi testi con quelle di una ritmica asfissiante imparata fin da bimbo quando, dicono le sue biografie, suonava a 4 anni la batteria nell’unico negozio di strumenti musicali della sua città posseduto dai genitori (no, non è il Ray’s Music Exchange dei Blues Brothers). Il prodotto è originale, non è uscito dalle fucine dei talent, e soprattutto siamo di fronte ad uno strano alieno musicale che cita addirittura l’antropologo Desmond Morris, La scimmia nuda, nel ritornello che vince Sanremo. Esagerato.