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lunedì 7 dicembre 2009

Ruoppolo Teleacras - Gli omicidi di Giovanni Riina...

Il servizio di Angelo Ruoppolo Teleacras Agrigento del 9 aprile 2008. La Cassazione conferma un'altra condanna contro i responsabili degli omicidi Giammona e Saporito a Corleone.
Ecco il testo:
Lui e' Giovanni Riina, il primo figlio maschio di Toto' Riina. Giovanni Brusca e Giuseppe Monticciolo lo hanno accusato: '' il figlio di Riina e' il mandante e l'esecutore della morte di Giuseppe Giammona, ucciso il 29 giugno del 95 davanti agli occhi della fidanzata, e poi della sorella Giovanna Giammona e di suo marito Francesco Saporito, assassinati pochi giorni dopo, in automobile, e si salvo' il figlio, un bambino di 2 anni, che dormiva sul sedile posteriore. Tre delitti senza un perche' o quasi. Omicidi preventivi. Si' perche' le vittime sono state sospettate di pedinare Giovanni Riina. Un rapimento. Ecco perche' quando Giovanni Riina e Vito Vitale sono stati condannati all'ergastolo il Pubblico ministero, Vittorio Teresi, ha commentato : ''la natura violenta dell' organizzazione mafiosa emerge da questa sentenza''. Adesso la Cassazione ha confermato un'altra condanna per il triplice omicidio. E cosi' i Carabinieri del Comando provinciale di Palermo hanno notificato un mandato di cattura per concorso in omicidio plurimo aggravato. Il destinatario e' Antonino Leoluca Bruno, 30 anni, che da Corleone e' stato trasferito al carcere Ucciardone, dove scontera' 17 anni di reclusione. Per gli stessi omicidi e' stato gia' assolto il secondo figlio maschio di Riina, Giuseppe. Giovanni, invece, a soli 25 anni ha subito il primo ergastolo ed a 19 anni, il 22 giugno del 1995, avrebbe strangolato a mani nude '' il dottore '', Antonino Di Caro, Capo di Cosa nostra agrigentina, anche lui sospettato, ma non e' vero, di aver tradito e provocato l'arresto di Salvatore Fragapane. Ancora Vittorio Teresi, nella requisitoria prima dell' altra condanna di Riina al carcere a vita, ha affermato che '' per il figlio del Capo dei Capi l'omicidio di Antonino Di Caro e' stato l'occasione per provare agli altri boss la freddezza e la capacita' di sopprimere una vita umana''. Giovanni Brusca ha raccontato che il giorno in cui Riina uccise Di Caro '' era gasato, non stava nella pelle per la gioia di aver ucciso'', e lo zio, Leoluca Bagarella '' ne era fiero ''. Una sorta di battesimo del fuoco, dunque. La prima tappa di una carriera sanguinaria, interrotta troppo presto ma prima che fosse troppo tardi.

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ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
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