TEHERAN (28 dicembre) - Almeno 15 i morti tra i manifestanti scesi in piazza in Iran contro il governo di Ahmadinejad nel giorno dell'Ashra. La polizia che spara ad altezza d'uomo. Centinaia di arresti. Black out per i cellulari e servizi internet bloccati o lentissimi. L'Iran ieri ha vissuto ieri la giornata più sanguinosa dopo le manifestazioni anti-governative dell'estate scorsa.
E oggi nuovi scontri tra manifestanti e polizia: secondo il sito riformista Norooz la polizia ha usato lacrimogeni contro sostenitori di Mir Hossein Mussavi che si erano radunati davanti all'ospedale dove si trova la salma di suo nipote, ucciso negli scontri di ieri.
Irruzione nella fondazione Khatami. Agenti degli apparati di sicurezza iraniani hanno fatto irruzione nella Fondazione Baran, dell'ex presidente riformista Mohammad Khatami, dove hanno arrestato tre suoi collaboratori, tra cui un ex ministro, e sequestrato numerosi documenti. Lo rende noto Parlemanews, il sito dei deputati riformisti. Gli agenti hanno inoltre portato via documenti relativi all'attività della fondazione. Sempre oggi arrestato il giornalista Emadeddin Baqi, responsabile dell'Associazione per i diritti dei detenuti.
Almeno 15 morti. A dare il bilancio delle vittime la tv di Stato Irib che parla di almeno 15 morti. Tra i morti, «più di dieci appartenenti a gruppi anti-rivoluzionari» e «cinque persone uccise da gruppi terroristici». Ucciso anche un nipote del leader dell'opposizione Mussavi. Un altro riformista, Mehdi Karrubi, ha attaccato il regime per l'uccisione di «persone innocenti» e per non aver «rispettato il giorno sacro dell'Ashura». Secondo il sito Jaras arrestato questa mattina il leader dissidente iraniano, ex ministro degli esteri, Ebrahim Yazdi.
Condanne da diversi paesi per le violenze. «Condanniamo con forza la violenta ed iniqua soppressione di civili che cercano di esercitare i loro diritti universali in Iran» ha detto il portavoce del National Security Council, Mike Hammer. «Governare tramite violenza e paura non è mai giusto», ha sottolineato ancora Hammer, per il quale questo rivela un maggior timore da parte di alcuni governi «delle aspirazioni della propria gente che della potenza di altre nazioni». Condanna anche da Italia e Francia.
"La Politica è una cosa difficile, talvolta terribile, ma tuttavia umana! Anche nella Politica ci deve essere il disgusto, la pulizia! Non ci si può sporcare di fango, nemmeno per un'idea alta!" (Boris Eltsin - "Il diario del Presidente")
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giovedì 31 dicembre 2009
VIOLENTISSIMI SCONTRI IN IRAN - TRA LE VITTIME IL NIPOTE DI MOUSSAVI...
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