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sabato 24 aprile 2010

BERLUSCONI A FINI: "COLPITO E AFFONDATO!" SOLO 12 DEPUTATI DEL PDL STANNO CON IL PRESIDENTE DELLA CAMERA GIANFRANCO FINI!

SILVIO BERLUSCONI

BERLUSCONI A FINI:
"SE NON SI ALLINEA LO FACCIO FUORI!"

(Clicca sulla fotografia del Premier per visualizzare
le immagini dell'intero discorso di Silvio Berlusconi al
Congresso della Direzione Nazionale del PDL
tenutosi a Roma il 22 Aprile 2010)

Il giorno dopo lo "strappo", la rabbia di Berlusconi contro Fini esplode persino in Consiglio dei Ministri. "Si deve dimettere da presidente della Camera - insiste il premier davanti a tutti - e, insieme a lui, ora mi aspetto che anche i suoi sottosegretari rimettano le deleghe". E tuttavia, per la prima volta da quel burrascoso pranzo di martedì scorso a Montecitorio, quando Fini e il Cavaliere litigarono di brutto, Gianni Letta comprende che è giunto il momento di intervenire personalmente.
"Scusa presidente - lo interrompe quindi il sottosegretario - ma forse questa non è la sede più opportuna per trattare questi argomenti di partito. Sarebbe meglio soprassedere e proseguire con quanto previsto dall'ordine del giorno". Non una sconfessione del premier, piuttosto un estremo tentativo di evitare che altra benzina venga buttata sul fuoco, considerando oltretutto la "permeabilità" ai giornalisti del Consiglio dei ministri.
A stento l'intervento di Letta riesce a riportare la discussione sui binari normali. "Gianni mi dispiace ma non sono d'accordo -replica infatti il Cavaliere - anzi, mi sembra questa la sede naturale per fare una riflessione su quanto è accaduto ieri. Comunque, se ritieni, ne parliamo dopo". Così è finita la parte "in pubblico" della discussione, proseguita poi in vari incontri, con un andirivieni incessante davanti alla porta del presidente del Consiglio al primo piano di palazzo Chigi: gli ex-An Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e Andrea Ronchi, quindi Umberto Bossi con Maroni e Calderoli, poi Angelino Alfano e Paolo Bonaiuti, il sindaco Gianni Alemanno e Fabrizio Cicchitto. Ma soprattutto, ancora una volta, Gianni Letta. Tutti a cercare di placarne l'irritazione per lo show down del giorno prima, provando a circoscrivere i singoli problemi. "La situazione resta difficile - conferma Bonaiuti -, non ci sono novità. Meglio aspettare". Il Cavaliere infatti è deciso a non fare sconti, tanto che ha persino bloccato le trattative sulla giunta Polverini nel Lazio pur di non far entrare assessori (come Luca Malcotti) di area Fini.
Nel breve faccia a faccia con Bossi il premier rinsalda invece un patto di ferro che prevede, se la situazione diventasse ingovernabile, l'approvazione dei decreti attuativi del federalismo, la riforma della par condicio e il ritorno alle urne in ottobre. Sono ipotesi estreme, a cui Berlusconi si lascia andare consapevole che un voto anticipato, in piena crisi e con lo spettro della Grecia di fronte, sarebbe più che un azzardo. Volano quindi le colombe. Ignazio La Russa, in particolare, si sarebbe impegnato con Berlusconi a cercare di "far ragionare" i finiani più tiepidi, sconsigliando nel frattempo il Cavaliere di dar corso alle "epurazioni" dei vari colonnelli finiani: "Li conosco da anni, fammici parlare".
"I retroscena dei giornali - si sfoga La Russa dopo una giornata passare a ricucire la tela - e le fondazioni come Farefuturo fanno male, creano un clima pesante. E poi succede l'incidente. Invece, sulle singole questioni sollevate da Fini si può discutere: io ho già preso contatto con Bondi per il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, mentre Tremonti si è messo al lavoro sul fisco". Al ministro non è sembrato tuttavia opportuno accettare il dono del premier, un Suv "Uaz" comprato dai russi, senza dare nulla in cambio: "Dopo la Direzione di ieri forse non era il caso, anche se costa quanto una Fiat Panda. Ho ringraziato Berlusconi ma ho deciso di devolvere l'importo a un ente di assistenza". Visto il clima, meglio evitare fraintendimenti. Che il momento sia "critico" lo riconoscono anche i finiani più diplomatici. Il ministro Andrea Ronchi ieri ha fatto la spola con Berlusconi e Fini e, anche se non intravede soluzioni a portata di mano, non vuole nemmeno sentir parlare di una crisi di governo: "Ora bisogna raffreddare la situazione. È il momento della riflessione e del silenzio. Ma abbiamo un mandato degli elettori da rispettare".
A chi lo è andato a trovare, Berlusconi è apparso esasperato. L'unica cosa che non gli è dispiaciuta è stata la dialettica "civile" ad Annozero tra la "sua" Mara Carfagna e Benedetto Della Vedova. "Questa uscita di Fini - si sfoga con gli uomini di An - è davvero pretestuosa: a parole, vorrebbe contenere Bossi. In realtà, con la nostra divisione, è proprio alla Lega che facciamo il regalo più grande. Bel risultato!". Al termine di un paziente lavoro dei mediatori, il Cavaliere accetta per il momento di restare a guardare quali saranno le prossime mosse del presidente della Camera: domenica Fini sarà ospite dall'Annunziata, lunedì vedrà i suoi alla sala Tatarella, e martedì in tv a Ballarò. A un vecchio ex camerata missino Fini ha confidato: "Ti ricordi il '76? Ecco, farò come Almirante". Un riferimento al momento più difficile del segretario del Msi, quando venne contestato duramente dagli scissionisti di "Democrazia nazionale" e rischiò di perdere tutto. Poi, l'anno dopo, Almirante schiacciò i suoi oppositori interni e venne plebiscitato segretario. Altri tempi.

(24 aprile 2010) © Riproduzione riservata

Fonte: http://www.larepubblica.it

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ITALIA-CINA

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