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venerdì 1 marzo 2013

Sulla casa di Montecarlo Gianfranco Fini rischia il crac: potrebbe pagare 500mila euro di danni al processo civile, e noi tutti sinceramente ce lo auguriamo di cuore, dopo l'ultima immensa "gioia" che le elezioni politiche 2013 ci hanno riservato, il traditore Fini fuori dal Parlamento insieme al suo fido Italo Bocchino, due personaggi che hanno contribuito a demolire un'intera area politica solo per il proprio tornaconto privato e per il proprio egoismo ed egocentrismo!

GIANFRANCO FINI
MONTECARLO - (ITALIA) - Togliete pure i fuori-onda di Gianfranco Fini coi magistrati amici o gli imbarazzi giudiziari dovuti al suo ristrettissimo entourage in Vallettopoli, le escort alla Camera, la cricca di Anemone o il re dei videpoker Corallo. No. L'ex delfino di Almirante annegato nell'acquario dei pesci-pilota Bocchino, Granata e Briguglio, protagonista di una presidenza a Montecitorio a dir poco anti Cav prima e dopo il «che fai mi cacci?», verrà ricordato per l'incresciosa vicenda della casa di Montecarlo.
Il suo vecchio popolo, eppoi quel poco di «nuovo» che l'ha scaricato dopo averlo inizialmente seguito in Fli, non gliel'ha perdonata la storia dell'immobile monegasco della fascistissima contessa Colleoni donato ad An e attraverso società off-shore casualmente finito al cognato Giancarlo Tulliani. Non è passato sopra alle bugie e alla promessa (non mantenuta) di dimettersi di fronte all'«evidenza» sul proprietario dell'appartamento che persino un imbarazzato Michele Santoro non potè fare a meno di rimarcare. E anche se la magistratura romana ha provato in tutti i modi a «tutelare» la terza carica dello Stato non interrogando mai né lui né il cognato in Ferrari, indagando Fini solo il giorno della richiesta d'archiviazione, infischiandosene delle bugie al pm dell'onorevole-tesoriere Pontone oltre che delle perizie che accertavano la «non congruità» del prezzo di vendita col valore effettivo del quartierino, il marchio indelebile «Tulliani-Montecarlo» il Nostro se lo porterà appresso in eterno. Hai voglia a fargli capire che non tutto si risolve sul piano penale, come Gianfry va dicendo forte dell'archiviazione.
GIANFRANCO FINI (A SINISTRA) CON ALMIRANTE
E infatti la maledizione del Principato di Monaco lo seguirà anche fuori dalla Camera e dall'ufficio del gip che l'ha «salvato» girando la pratica ai giudici del tribunale civile. È infatti iniziata la causa intentata dall'avvocato Marco Di Andrea per conto della Destra di Storace, a nome dell'unico erede della contessa Colleoni, e cioè quel Paolo Fabri che rivuole indietro l'appartamento e il patrimonio di famiglia ancora invenduto. Fini e il fidatissimo finiano Donato Lamorte sono stati citati in giudizio per il mancato adempimento del cosiddetto «onere testamentario». Ovvero all'attuazione dei desiderata della nobildonna, certificato dal notaio, che vincolavano l'utilizzo della casa di Montecarlo alla «buona battaglia» del partito guidato da Gianfranco Fini. Onere che a detta dei ricorrenti, il cognato di Giancarlo Tulliani non avrebbe rispettato andando a strizzare l'occhio finanche al centrosinistra. Il processo civile, combattuto in punta di diritto, servirà a chiarire se Fini ha tradito i «vincoli» politici imposti nella donazione dalla discendente del condottiero Colleoni.
Se al cittadino comune Gianfranco Fini i giudici civili dovessero dare torto, il danno - dopo la beffa del prepensionamento da parlamentare - sarebbe enorme: mezzo milione di euro in risarcimento danni. Una cifra ricavata dalla differenza tra il valore dell'epoca della casa monegasca (819mila euro) e il corrispettivo (300mila euro) incassato dal suo vecchio partito direttamente dalla off-shore di Saint Lucia. In subordine, in caso di accoglimento, la richiesta mira a devolvere tutto o in parte il gigantesco «tesoro immobiliare» della Colleoni a una Fondazione che continui a perseguire «gli obiettivi del disciolto partito di Alleanza nazionale» o, nell'impossibilità, di devolverlo «alla Destra di Storace». Nelle carte «processuali» sono finite decine, centinaia, di dichiarazioni e prese d'atto di Fini che «evidenzierebbero un comportamento politico contraddittorio, incoerente e antitetico» con il pensiero identitario missino prima, e di An poi. L'ultimo tradimento: la svendita del gioiello di «famiglia» finito nella disponibilità di un'altra famiglia. La famiglia Tulliani.
                                                                                                                                                                 Fonte: http://www.ilgiornale.it

SCIOGLIERE ALLEANZA NAZIONALE: A COSA E A CHI E' SERVITO?

I risultati delle ultime votazioni alla Camera delle Politiche 2008
I risultati delle ultime votazioni al Senato delle Politiche 2008
SILVIO BERLUSCONI E GIANFRANCO FINI

Roma - (Italia) - (Martedì 10 Agosto 2010) - Dopo 14 anni esatti dalla sua nascita, (o per meglio dire dopo il suo restyling che ha trasformato il vecchio e recalcitrante Movimento Sociale Italiano del 4,5-5,5% di voti ad un più' moderno e dinamico Partito di Destra che si attestava al 12% dei voti sfiorando il 15% in alcune tornate elettorali), Alleanza Nazionale nel 2009 è stata sciolta per fondare il Popolo delle Libertà e insieme alla disciolta Forza Italia, movimento che faceva capo al Premier Berlusconi oggi Leader indiscusso del nuovo grande soggetto politico del Centro-Destra. Oggi sappiamo che la maggior parte degli iscritti al Partito di AN in un primo momento erano contrari allo scioglimento del movimento tanto è vero che la stessa dirigenza Nazionale insieme alle dirigenze locali non indettero mai assemblee consultative e non indettero mai Congressi Politici per votare o approvare tale e seria decisione ma ci furono solo "finte" riunioni tra i vari Rappresentanti Istituzionali del Partito e tra i vari Circoli Territoriali di AN, riunioni e meeting fittizie "coordinate e manovrate" dalle varie Correnti vicine al Presidente Nazionale "padre e padrone" Gianfranco Fini per appoggiare la scellerata decisione di "sopprimere" un'area politica con una sua precisa identità culturale, sociale e ideologica per confluire tutti insieme "appassionatamente" dentro il grande calderone del Popolo delle Libertà. Tutte le maggiori correnti di AN dovevano "obbedire" (ed hanno obbedito) al grande Capo-Traghettatore Gianfranco Fini e tutti coloro che non avrebbero (e di fatto non hanno) appoggiato la "grande svolta" di Fini sarebbero (e sono stati) "cacciati" tutti fuori dal Partito che si stava sciogliendo e non sarebbero mai stati ammessi a partecipare alla grande avventura del PDL e così infatti è stato fatto: uno tra tutti che si opponeva alle scelte imposte dall'esecutivo di AN che era fedele in gran parte a Fini fu Francesco Storace che difatti è stato poi escluso ed estromesso dalla cerchia degli ex-AN-MSI saliti al potere insieme al Cavaliere Berlusconi. In pratica, quello che oggi Fini rimprovera a Berlusconi è uguale a tutto quello che una volta in AN diversi esponenti politici rimproveravano allo stesso Fini; stesse accuse e stesso problema. In Alleanza Nazionale Fini influenzava pesantemente l'esecutivo politico del Partito e la sua Assemblea Nazionale imponendo diktat e con l'aiuto delle varie e diverse Correnti Politiche da lui stesso "fondate" con l'approvazione di uno Statuto che di fatto divideva e spezzettava il Partito in miriadi di Circoli Territoriali e Ambientali male coordinati tra loro dai vari dirigenti locali che non facevano altro se non di eseguire alla meglio gli ordini impartiti dai propri "Capi-Corrente" che facevano a gara tra loro per ingraziarsi i favori e le simpatie del Grande Capo Gianfranco Fini solo per aumentare il proprio potere o il proprio prestigio all'interno del Partito ed esclusivamente per cercare di occupare più spazi politici possibili e più cariche Politiche e Istituzionali possibili favorendo in questo modo l'esaltazione e l'egoismo Politico dei pochi singoli a discapito della grande e storica militanza, tutto a discapito della sana Politica partecipativa e attiva messa da parte e schiacciata violentemente da una politica passiva e disgregatrice di valori e di idee ma così voleva Fini con il vecchio e ormai collaudato detto: "DIVIDI ET IMPERA" che grazie allo Statuto che lui stesso aveva voluto quando il vecchio MSI fu sciolto a Fiuggi nel 1995 insieme alla soppressione del vecchio Statuto, aveva da subito messo in pratica prendendo le redini della guida di Alleanza Nazionale. Nessuno doveva "fiatare" e tutti dovevano "tacere" anche quando il Partito falliva e da subito chiare erano le scelte sbagliate, una per tutte l'idea dell'alleanza politica con la lista di Segni e l'introduzione dell'Elefantino nel simbolo elettorale; come non ricordare l'obbrobrio della coccinella sempre introdotta nel simbolo elettorale e da subito rimossa così come era stato rimosso l'Elefantino? Idee scellerate che avevano fatto male al Partito ma il Capo non ha mai pagato per le sue scelte, MAI! E MAI il Grande Capo Gianfranco Fini ha chiesto scusa ai suoi iscritti e membri del Partito in primis e ai propri elettori soprattutto! Per tutte le sue scelte sbagliate ed imposte al Partito solo i suoi più stretti collaboratori venivano "silurati" rei di aver lavorato male e male interpretato i progetti del Grande Capo Gianfranco Fini, perché LUI aveva sempre e comunque ragione! Tanti e troppi "capri espiatori" hanno pagato al posto suo, nei suoi 14 anni di guida dell'area politica di Destra; perché Fini l'ha sempre spuntata anche di fronte ai peggiori e gravi fallimenti della sua guida? Lui ha sempre e sordidamente "ricattato" i suoi "colonnelli" facendogli tacitamente palesare l'idea della perdita del potere e del prestigio se questi si sarebbero ribellati contro le sue decisioni, decisioni che erano SOLO SUE e che servivano in realtà SOLO alla sua ASCESA Politica! Perché Fini in realtà trattava AN non come un Partito Politico Pluralista formato da una comunità militante e da un'area con una identità ideologica e sociale molto forte e molto ben delineata, una comunità che partecipava attivamente con entusiasmo alla politica attiva in tutte le sue forme ed in tutte le tornate e le sfide elettorali su tutto il territorio Nazionale dalle Alpi alla Sicilia, dalla Sardegna a tutte le più grandi e piccole isole dello stivale, ma bensì Fini trattava il Partito come la SUA COSA personale! Alleanza Nazionale serviva a Fini solo per i suoi scopi personali e solo per la sua carriera politica, così allo stesso modo di AN se ne sono serviti i suoi "colonnelli" e tutti quei capetti che guidavano le faide e le Correnti interne al Partito. Fini riteneva Alleanza Nazionale la sua "creatura" in maniera così egoistica e possessiva che così come contribuì enormemente a farla nascere, allo stesso modo contribuì enormemente a farla morire. Anzi, si può tranquillamente dire alla luce dei fatti politici odierni che Alleanza Nazionale è stata praticamente uccisa dal suo stesso "padre-padrone"! Ora dunque rispondiamo alla domanda: a chi e a cosa è servito lo scioglimento di Alleanza Nazionale? Ovvio: come detto poc'anzi è servito solo ed esclusivamente a chi ha contribuito alla sua nascita prima e alla sua morte poi; in primis al suo ex-Presidente Gianfranco Fini "padre e padrone" che con il suo scioglimento è potuto sopravanzare di grado sopra la scaletta del carrierismo politico intrapreso dagli anni di Giorgio Almirante nel MSI-DN sino ad oggi e se appunto oggi Fini siede sulla poltrona della Presidenza della Camera dei Deputati è solo grazie alla schiacciante vittoria elettorale ottenuta dal PDL nel 2008 ed è sempre grazie alla nascita del PDL se oggi La Russa, Matteoli, Giorgia Meloni e tanti altri vari ex-AN siedono e lavorano all'interno dei Dicasteri del Governo Berlusconi; è grazie ancora al PDL di Berlusconi se Gianni Alemanno è oggi Sindaco della Capitale; ecco a chi è servita la morte di Alleanza Nazionale e dell'area politica che rappresentava: tutti i vantaggi solo a Fini ed ai suoi "soliti" fedeli Colonnelli e a nessun altro. Parte della militanza di AN ha seguito il Capo-Suicida con i suoi Colonnelli rappresentati dai vari Gasparri, Matteoli, La Russa, Alemanno ma la grande maggioranza dei militanti e dei membri del Partito ex-MSI ora ex-AN si è frammentata nei vari Partiti e Movimenti di area e di estrema Destra da Forza Nuova, Casa Pound, Fiamma Tricolore a La Destra di Storace, un altro ex illustre di AN cacciato via solo per averla pensata in maniera diversa dal suo Grande Capo Fini. Quello stesso Fini che oggi si lamenta con il Premier Berlusconi, reo di guidare il PDL in maniera troppo "autoritaria" e centralizzata con la grave colpa di soffocare e annullare il dibattito politico e democratico all'interno del PDL Co-fondato insieme ed oggi Co-smembrato ancora una volta, ancora per colpa di Fini. Quello stesso Fini che in AN non promuoveva e non appoggiava nessun tentativo di dibattito politico interno oggi "piange" e si lamenta, vuole il confronto delle idee e vuole il dibattito politico nel PDL, non gli basta la carriera fatta sino ad ora ma l'ex-Padre Padrone di AN sembra volere di più, anzi molto di più: come non leggere nei suoi occhi la voglia di sostituire il Premier in carica? La sua voglia di arrivare al comando, al vero potere della politica e della Nazione, la sua voglia di diventare Capo del Governo? Cos'è oggi dopo un anno dalla morte definitiva di AN a causa dei suoi stessi fondatori il Presidente della Camera Gianfranco Fini viene cacciato dal PDL e messo alla porta da un furente Berlusconi che non digeriva più i suoi capricci da "prima donna" e nella tragicommedia più comica che mai Fini con i pochi fedelissimi che sono stati disposti a seguirlo fonda un nuovo movimento chiamato "Futuro e Libertà per l'Italia" (FLI) costituendo gruppi autonomi in Parlamento (33 Deputati alla Camera e 10 Senatori al Senato) pochi numeri ma in grado di mettere a serio rischio la tenuta del Governo e la vita stessa della Legislatura. Come in AN Fini perdura con il suo inconfondibile stile del "DIVIDI ET IMPERA" appropriandosi indebitamente (come era nel suo stesso stile in AN) dell'appoggio del quotidiano politico del Secolo d'Italia (Giornale di Partito del vecchio MSI-DN e di AN poi...ma oggi perché deve essere vicino a Fini? Chi lo ha deciso? Quale ruolo riveste oggi il Secolo d'Italia e per quale motivo non è stato chiuso in quanto il Partito da cui era gestito era stato sciolto?) e con le sue Associazioni Culturali "Generazione Italia" e "Fare Futuro" contribuisce a disgregare ancora di più il panorama politico Italiano creando fratture nel tessuto sociale e politico nella Destra Nazionale, creando confusione e destabilizzazione sia all'interno delle Istituzioni sia all'esterno nella società civile. Dunque che senso ha oggi il suo nuovo ed ennesimo progetto politico? Ad un anno di distanza, sempre se è verità la sua voglia di confronto e dibattito politico all'interno del PDL (e noi ne dubitiamo fortemente) perché non ha mantenuto in vita Alleanza Nazionale all'interno della coalizione di Centro-Destra così come ha fatto e sta facendo la Lega Nord di Umberto Bossi? Che senso ha e che senso ha avuto sciogliere un Partito per poi costituirne uno nuovo appena un anno dopo? Con la morte di AN Fini ha decretato indirettamente nella realtà la sua morte Politica, perché oggi Fini ha svelato definitivamente la sua vera faccia che è quella di un uomo politico traditore ed opportunista, cinico calcolatore e carrierista, egoista e capriccioso quanto un "moccioso" che sempre vuole essere al centro delle attenzioni di tutto ciò che lo circonda. Fini ha tradito un'area di Destra identitaria e militante, culturalmente e socialmente attiva che oggi sopravvive a se stessa smembrata nei diversi movimenti di Destra ed Estrema Destra; Fini ha tradito gli stessi elettori ex-AN che lo hanno seguito nel PDL e gli hanno creduto, ignari di quello che sarebbe capitato da lì a un anno dopo; Fini ha tradito i valori che stanno di più a cuore all'elettore medio di Destra contraddicendosi più di una volta e facendo il contrario di quello che gli elettori di Destra si aspettavano tradendo il suo stesso programma elettorale sottoscritto alla fondazione del PDL; Fini ha tradito la Contessa Anna Maria Colleoni che a Montecarlo aveva lasciato in eredità al Partito di Destra che lei stessa "amava" e in cui lei stessa credeva un proprio appartamento, un'eredità lasciatagli proprio perché lei appunto credeva in quella Destra che Fini ha smembrato e cancellato quasi dal panorama Politico Italiano, anche lei dunque tradita da Fini e l'attuale scandalo che grazie a quell'appartamento è venuto a galla lo dimostra pienamente: anche amministrando quell'appartamento Fini e i suoi amici fedeli lo hanno "usato" come se fosse stata roba solo SUA e come con Alleanza Nazionale ne hanno fatto un "uso" privato, opportunistico e personalistico. A monte di tutto quello che è successo sino ad oggi, analizzando profondamente la vita politica di questo personaggio ex-pupillo di Giorgio Almirante negli anni '80 si può ben dire che di Fini ora più che mai bisogna assolutamente diffidare, si deve mettere in guardia la società civile e avvertire, informare per quanto sia possibile tutto l'elettorato di Centro-Destra di buona volontà e dissuadere gli elettori a non farsi tentare dal canto della sirena di "Futuro e Libertà per l'Italia" convincendo il cittadino sia moderato sia quello vicino alla Destra a non votare più per un uomo politico che "usa" le persone e le "cose" solo per i propri scopi, interessi e obbiettivi personali senza ritegno e senza rispetto alcuno per chicchessia.

Alexander Mitrokhin
 

sabato 26 gennaio 2013

Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini, Mario Monti: lo strano "trio" della politica Italiana, un'ex Demo-Cristiano, un'ex-Missino, un'ex-Professore in quota Goldman Sachs in odore acre di ambienti Massonici legati all'alta Finanza! Tre uomini in netta contraddizione tra loro e tra loro stessi, che si venderebbero l'anima al diavolo pur di salvare la loro posizione e la loro poltrona, tre uomini ex-traditori di ex-alleati e di loro stessi, tre uomini bugiardi fin dentro il loro midollo osseo, tre uomini assolutamente da evitare e da NON VOTARE, per il bene dell'Italia e di tutto il popolo onesto e lavoratore! Non date spazio in Parlamento e in Senato agli ex-avversari che ora sono alleati...avranno i voti solo dalle Lobby Massoniche e Finanziarie, la loro sarà ed è una politica falsa, farsata e di facciata!

MILANO - (Italia) – Svelata la lista Monti, lista unica per il Senato. Pier Ferdinando Casini è capolista in cinque regioni: Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. Capolista in Toscana è Pietro Ichino, in Umbria Linda Lanzillotta. Due i cattolici capolista: Andrea Olivero (Piemonte) e Gianpiero Della Zuanna (Veneto). A loro va aggiunto Mario Giro della Comunità di Sant’Egidio, terzo in Campania. L’intero elenco dei candidati è stato pubblicato sul sito Agenda Monti (guarda tutti i candidati).
“Le liste le abbiamo già chiuse”: nel tardo pomeriggio di sabato era stato proprio Casini a informare i giornalisti del buon esito del vertice a Montecitorio con Mario Monti e Gianfranco Fini. “Abbiamo parlato di politica, come sempre. Siamo in campagna elettorale, come sapete”, ha aggiunto il leader dell’Udc.
All’incontro era presente anche il ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi. Il nodo era la definizione della lista unica al Senato (in particolare i candidati della Puglia), ma una volta sistemato questo punto si è discusso della linea e del programma, come ha precisato lo stesso Riccardi: “È stata una conversazione ad ampio spettro, importante, con Fini e Casini”. Quello che ne è emerso, ha spiegato Riccardi, è “una prospettiva per il Paese, che sta nascendo, e la necessità di continuare l’opera riformatrice. Abbiamo parlato molto del Mezzogiorno e delle famiglie italiane”.
Monti è poi protagonista di una simpatica gaffe. Si è detto “non completamente d’accordo” con Antonio Funiciello, presidente dell’associazione Libertà Eguale, che aveva collocato Fassina, Vendola, Fini e Bocchino tra quanti hanno ostacolato le riforme: “Casini e Bocchino”, ha detto Monti, hanno costituito quella “componente che, forse per ragioni tattiche, ha creato meno problemi alle riforme iniziate e che hanno trovato limiti seri perchè conservatori da una parte e l’altra del parlamento hanno posto dei limiti”. Mentre su Vendola e Fassina: “Non l’ho potuto vedere all’opera in Parlamento, ma Fassina… Non è onorevole? Questo dimostra che i laureati alla Bocconi sanno far sentire la propria voce anche in quelle sedi in cui non sono presenti”.

Fonte: http://www.blitzquotidiano.it

LA STAMPA DEL 13 FEBBRAIO 2008:  "Casini vuole contare di più, ma c’è Fini sulla sua strada!" (Il leader di An Gianfranco Fini a Silvio Berlusconi: perché noi rinunciamo al simbolo e lui no? Riferendosi a Pier Ferdinando Casini!)

LA REPUBBLICA DEL 12 NOVEMBRE 2006: "Cdl, Casini polemico con Gianfranco Fini, "Gli sarei grato se mi rispettasse!"

IL GIORNALE DEL 23 DICEMBRE 2012: MARIO MONTI DICHIARA, "Non lo so ancora. Ma dentro di me qualcosa mi dice di no!" Il presidente del Consiglio Mario Monti affida a una chiacchierata con il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari i dubbi che non gli hanno ancora permesso di sciogliere la riserva sul suo futuro impegno in politica.  

NON VOTATE PER LA LISTA MONTI, NON VOTATE PER QUESTA FINTA LISTA CIVICA, NON VOTATE QUESTA LISTA MENZOGNERA!
QUESTO E' UN PARTITO DI FACCENDIERI E TRADITORI! HANNO CANDIDATO AMICI, PARENTI, FIGLI, NIPOTI E PRONIPOTI COSI' COME E' NEL LORO STILE, COSI' COM'E' NELLO STILE DI GIANFRANCO FINI - ELISABETTA TUGLIANI! (CASA DI MONTECARLO DOCET) RICORDATE BENE DI CIO' CHE HANNO FATTO IN PASSATO: HANNO TRADITO I LORO IDEALI ED HANNO PENSATO SOLO AI LORO INTERESSI PRIVATI, HANNO PENSATO SOLO A LORO STESSI ED AL LORO PORTAFOGLIO!

     Alexander Mitrokhin



sabato 12 gennaio 2013

Massa-Carrara (Toscana): Lo strano caso dell'ex Consigliere Comunale del PDL (Centro-Destra) Silvia Vanelli, assunta pochi giorni fa nello Staff del Sindaco di Carrara Angelo Zubbani (Partito Socialista - Centro-Sinistra), assunta direttamente con nomina d'ufficio, Silvia Vanelli farà parte della Segreteria politica del Sindaco del Comune di Carrara! Le polemiche sono subito fioccate dirompenti, sia dall'area di destra che da quella della sinistra, ma l'ex Consigliere del PDL Silvia Vanelli, (già ex-Consigliere Provinciale di Forza Italia e di Alleanza Nazionale) si è trincerata dietro un secco "No comment!" Nel nostro blog già 6 anni prima, avevamo messo in guardia i partiti locali con un post "Silvia Vanelli la gatta smorta del PDL?", (che quì sotto riproponiamo) sulla natura ambigua di questa donna che ha utilizzato (e tutt'oggi utilizza) la politica solo per i suoi scopi personali e solo per il proprio tornaconto privato! A partire dai vertici piu' alti, (Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei Deputati, ex-Segretario Nazionale del vecchio Movimento Sociale Italiano e di Alleanza Nazionale dopo, disciolta dallo stesso per confluire all'interno del PDL di Silvio Berlusconi e subito dopo un anno, fuoriuscitovi per fondare un altro piccolo e ridicolo partito chiamato Futuro e Libertà), fino ad arrivare ai vertici piu' bassi, come appunto l'ex-Consigliera del PDL che è stata prima ancora, Coordinatrice Comunale di Alleanza Nazionale a Carrara, ex-delfina fedelissima dell'ex-Presidente Provinciale di AN Ezio Gino Ronchieri, tutti responsabili della demolizione di un'intera area politica, la destra appunto, sfasciata contro la volontà stessa della base degli iscritti e dei militanti, distrutta a tavolino dai capoccia Romani guidati da Fini e dai capoccia locali che un tempo a Fini guardavano con favore, solo per meri e vergognosi scopi personalistici, affaristici e di potere individualista che in un solo colpo di spugna ha cancellato un partito rappresentante di un'intera comunità di destra che si attestava al 15% dei consensi elettorali ed era oltretutto in continua ascesa! Gianfranco Fini e Silvia Vanelli: due poli, uno in alto ed uno in basso, due faccie comunque di una stessa medaglia, la medaglia dell'incoerenza, la medaglia della viltà, del disonore, della politica prezzolata, dell'egoismo e dell'edonismo, dell'individualismo e del narcisismo estremo, di una politica utilizzata solo per i propi guadagni, per il proprio tornaconto personalissimo che esula dalla società e dalla pubblica amministrazione! Fini come la Vanelli, hanno per anni preso in giro tutto l'elettorato di destra, hanno ingannato, hanno farsato il loro impegno politico, hanno destabilizzato l'intera area di destra, hanno sfruttato il simbolo, l'idea, il progetto politico e la filosofia ideologica che stava alla base di quella parte del popolo che per decenni ha sempre votato a destra (MSI e AN) sia a Roma come a Carrara ed in tutta l'Italia! Il disonore e la vergogna non hanno mai fine: taluni Consiglieri si fanno eleggere tramite i voti dei partiti per poi rinnegarli subito dopo essere entrati a Palazzo, chi cancella la propria storia politica, alla fine perde il lume della ragione!

Carrara: un'ex-AN nello staff della Sinistra!


(Sopra, la locandina de Il Tirreno di Carrara)

SILVIA VANELLI
Carrara (MS) - Toscana - Vergognosa assunzione in Comune a Carrara: l'ex-consigliera del Pdl e di Alleanza Nazione, Silvia Vanelli è entrata ufficialmente nella segreteria della Presidenza del Consiglio Comunale.
Fermo restando che sono assunzioni relative al funzionamento degli organi politici, riteniamo a dir poco indecoroso che simili assunzioni avvengano probabilmente in forza di accodi e strategie politiche, e non sul merito e sulle competenze, come invece viene richiesto ai tanti giovani italiani, magari pure laureati, che in questi mesi non avendo santi in paradiso si ritrovano disoccupati.
L'assunzione della Vanelli altro non è che un tipico esempio di mercimonio politico, attuato dagli stessi soggetti che io stesso avevo denunciato come infiltrati nel centrodestra carrarese, fin dai tempi degli scandali della "Strada dei marmi": arrivisti eletti con i voti del centrodestra, che una volta giunti nelle sale del potere non hanno esitato a vendersi al primo offerente in cambio di quattro denari. Il comportamento di Silvia Vanelli ha del vergognoso, e la notizia della sua assunzione nella segreteria del Consiglio altro non è che la degna concretizzazione di quello di cui tutti sospettavamo già da tempo.
Era una Consigliera di opposizione fino a pochi mesi fa, ora invece si ritova a servire l'amministrazione che lei stessa avrebbe dovuto, in questi anni, fronteggiare con il suo ruolo che gli era stato dato dal voto popolare.
Il Sindaco e il Presidente del Consiglio possono assumere chi vogliono, ma arrivare ad assumere una ex consigliera, sembra proprio un vero affronto alla decenza. Tutto ovviamente nel silenzio più assoluto. Dove sono i Grillini e le forse di opposizione? Tutti zitti?
Io non starò zitto, e preannuncio una azione di forza con i disoccupati carraresi. Sotto al Comune, a chiedere le immediate dimissioni della neo assunta.

Gianni Musetti
Segretario provinciale LA DESTRA

La "gatta smorta" dei Partiti della CDL a Carrara...

SILVIA VANELLI
Carrara - (MS) - Toscana (Mercoledì 28 Novembre 2007) - E' la "gatta smorta" dei Partiti del Centro-Destra di Massa-Carrara, si chiama Silvia Vanelli, entra come giovane militante nel nuovissimo Partito appena costituito dall'imprenditore Italiano Silvio Berlusconi, futuro Premier vincitore delle elezioni del 1994..."Forza Italia" sarebbe stata da subito la sua "casa"! Da buona "gatta smorta" inizia a flirtare politicamente (e non) con diversi militanti e dirigenti locali, sicura del suo fascino da "strega" amaliatrice, crea divisioni e gelosie tra i suoi pretendenti...le fratture sono la sua "forza" e lei riesce ad ottenere un colleggio alle elezioni Provinciali, viene eletta Consigliere Provinciale di Forza Italia, carica che manterrà per 5 anni, tutto nel mentre il suo partito si sfascia ed il suo Presidente Provinciale Riccardo Forfori viene destituito dal suo incarico a causa delle diatribe e delle lotte intestine (Riccardo e Silvia hanno avuto una relazione sentimentale per diverso tempo)...passata la crisi in Forza Italia, fuoriuscito Riccardo Forfori dallo stesso Partito, per lei gli spazi si fanno sempre più stretti e alle successive elezioni viene "trombata" e come per "magia" non è più Consigliere Provinciale.
Dunque? Lascia Forza Italia e traghetta nel Partito piu' "vicino", cioè Alleanza Nazionale...i flirt politici continuano, le gelosie trà i suoi nuovi pretendenti continuano, le divisioni continuano...lei riesce a farsi eleggere come Consigliere Comunale a Carrara da capolista per AN...dopo essere stata prima nominata Consigliere retribuito nel Parco delle Apuane insieme al suo ex-amante Forfori dal Presidente Provinciale di AN Ezio Ronchieri.
Risultato? Forza Italia è oggi rinata a "nuova vita"! Si è rafforzata mentre Alleanza Nazionale è oggi a Carrara un Partito in pieno sfascio totale, con evidenti emorragie interne, dirigenti e militanti storici fuoriusciti a decine per confluire in nuovi Partiti di destra o più semplicemente per prendersi una piccola pausa di riflessione, delusi dall'andamento politico della destra locale.
Silvia Vanelli è dunque la "gatta smorta" della politica nostrana?

Fonte: Comunicato inviatomi da un lettore anonimo!

I POVERI ILLUSI DI AN E AG NON CI FANNO PENA!

Roma - (Italia) - (Martedì 26 Febbraio 2008) - Si odono dalle sezioni di Azioni Giovani e Alleanza Nazionale pianti, senso di smarrimento e rabbia isterica. Poveri illusi, poveri stolti credevano che il signor Gianfranco Fini non li avrebbe mai abbandonati e invece, ha deciso con una telefonata di sciogliere il suo partito "socialdemocratico" per inchinarsi al "divino" Berlusconi il quale ha definitivamente chiarito che il "popolo della libertà" non é un partito di destra e nulla ha a che vedere con la destra.
Sinceramente dei militanti un po' spaesati che si illudevano e credevano che Alleanza Nazionale fosse un partito di destra e erede degli ideali del M.S.I. non me ne frega più di tanto; facciano quello che vogliono e, se hanno una propensione per il sado-masochismo o l'autolesionismo votino pure Fini e Berlusconi perché sciocchi erano, sciocchi lo sono e sciocchi lo rimarranno se continueranno a dire signor Si a Gianfranco Fini e a Silvio Berlusconi.Esistono dei rimbambiti patentati in Alleanza Nazionale e degli addormentati che sarebbero disposti a seguire i loro capi, e dirigenti anche se questi si buttassero da una rupe o scegliessero di allearsi con le Brigate Rosse. Ma ciò che interessa a me e a molti altri, che amiamo un po' di nostalgie, che siamo coerenti e che siamo soprattutto persone serie é sapere che destino ha il logo della fiamma tricolore e la scritta M.S.I. e la fiaccola tricolore (emblema del glorioso FdG) perché quei simboli non possono essere lasciati in mano a dei guastafeste screanzati con la faccia come la latta che per anni si sono trincerati dietro quei gloriosi loghi, rubando voti e prendendo per il culo gli utili idioti che fino a ieri ci credevano.

Fonte: Circoli della Destra Nazional-Democratica
 

SCIOGLIERE ALLEANZA NAZIONALE:

A COSA E A CHI E' SERVITO?

I risultati delle ultime votazioni alla Camera delle Politiche 2008
I risultati delle ultime votazioni al Senato delle Politiche 2008

SILVIO BERLUSCONI E GIANFRANCO FINI

Roma - (Italia) - (Martedì 10 Agosto 2010) - Dopo 14 anni esatti dalla sua nascita, (o per meglio dire dopo il suo restyling che ha trasformato il vecchio e recalcitrante Movimento Sociale Italiano del 4,5-5,5% di voti ad un più' moderno e dinamico Partito di Destra che si attestava al 12% dei voti sfiorando il 15% in alcune tornate elettorali), Alleanza Nazionale nel 2009 è stata sciolta per fondare il Popolo delle Libertà e insieme alla disciolta Forza Italia, movimento che faceva capo al Premier Berlusconi oggi Leader indiscusso del nuovo grande soggetto politico del Centro-Destra. Oggi sappiamo che la maggior parte degli iscritti al Partito di AN in un primo momento erano contrari allo scioglimento del movimento tanto è vero che la stessa dirigenza Nazionale insieme alle dirigenze locali non indettero mai assemblee consultative e non indettero mai Congressi Politici per votare o approvare tale e seria decisione ma ci furono solo "finte" riunioni tra i vari Rappresentanti Istituzionali del Partito e tra i vari Circoli Territoriali di AN, riunioni e meeting fittizie "coordinate e manovrate" dalle varie Correnti vicine al Presidente Nazionale "padre e padrone" Gianfranco Fini per appoggiare la scellerata decisione di "sopprimere" un'area politica con una sua precisa identità culturale, sociale e ideologica per confluire tutti insieme "appassionatamente" dentro il grande calderone del Popolo delle Libertà. Tutte le maggiori correnti di AN dovevano "obbedire" (ed hanno obbedito) al grande Capo-Traghettatore Gianfranco Fini e tutti coloro che non avrebbero (e di fatto non hanno) appoggiato la "grande svolta" di Fini sarebbero (e sono stati) "cacciati" tutti fuori dal Partito che si stava sciogliendo e non sarebbero mai stati ammessi a partecipare alla grande avventura del PDL e così infatti è stato fatto: uno tra tutti che si opponeva alle scelte imposte dall'esecutivo di AN che era fedele in gran parte a Fini fu Francesco Storace che difatti è stato poi escluso ed estromesso dalla cerchia degli ex-AN-MSI saliti al potere insieme al Cavaliere Berlusconi. In pratica, quello che oggi Fini rimprovera a Berlusconi è uguale a tutto quello che una volta in AN diversi esponenti politici rimproveravano allo stesso Fini; stesse accuse e stesso problema. In Alleanza Nazionale Fini influenzava pesantemente l'esecutivo politico del Partito e la sua Assemblea Nazionale imponendo diktat e con l'aiuto delle varie e diverse Correnti Politiche da lui stesso "fondate" con l'approvazione di uno Statuto che di fatto divideva e spezzettava il Partito in miriadi di Circoli Territoriali e Ambientali male coordinati tra loro dai vari dirigenti locali che non facevano altro se non di eseguire alla meglio gli ordini impartiti dai propri "Capi-Corrente" che facevano a gara tra loro per ingraziarsi i favori e le simpatie del Grande Capo Gianfranco Fini solo per aumentare il proprio potere o il proprio prestigio all'interno del Partito ed esclusivamente per cercare di occupare più spazi politici possibili e più cariche Politiche e Istituzionali possibili favorendo in questo modo l'esaltazione e l'egoismo Politico dei pochi singoli a discapito della grande e storica militanza, tutto a discapito della sana Politica partecipativa e attiva messa da parte e schiacciata violentemente da una politica passiva e disgregatrice di valori e di idee ma così voleva Fini con il vecchio e ormai collaudato detto: "DIVIDI ET IMPERA" che grazie allo Statuto che lui stesso aveva voluto quando il vecchio MSI fu sciolto a Fiuggi nel 1995 insieme alla soppressione del vecchio Statuto, aveva da subito messo in pratica prendendo le redini della guida di Alleanza Nazionale. Nessuno doveva "fiatare" e tutti dovevano "tacere" anche quando il Partito falliva e da subito chiare erano le scelte sbagliate, una per tutte l'idea dell'alleanza politica con la lista di Segni e l'introduzione dell'Elefantino nel simbolo elettorale; come non ricordare l'obbrobrio della coccinella sempre introdotta nel simbolo elettorale e da subito rimossa così come era stato rimosso l'Elefantino? Idee scellerate che avevano fatto male al Partito ma il Capo non ha mai pagato per le sue scelte, MAI! E MAI il Grande Capo Gianfranco Fini ha chiesto scusa ai suoi iscritti e membri del Partito in primis e ai propri elettori soprattutto! Per tutte le sue scelte sbagliate ed imposte al Partito solo i suoi più stretti collaboratori venivano "silurati" rei di aver lavorato male e male interpretato i progetti del Grande Capo Gianfranco Fini, perché LUI aveva sempre e comunque ragione! Tanti e troppi "capri espiatori" hanno pagato al posto suo, nei suoi 14 anni di guida dell'area politica di Destra; perché Fini l'ha sempre spuntata anche di fronte ai peggiori e gravi fallimenti della sua guida? Lui ha sempre e sordidamente "ricattato" i suoi "colonnelli" facendogli tacitamente palesare l'idea della perdita del potere e del prestigio se questi si sarebbero ribellati contro le sue decisioni, decisioni che erano SOLO SUE e che servivano in realtà SOLO alla sua ASCESA Politica! Perché Fini in realtà trattava AN non come un Partito Politico Pluralista formato da una comunità militante e da un'area con una identità ideologica e sociale molto forte e molto ben delineata, una comunità che partecipava attivamente con entusiasmo alla politica attiva in tutte le sue forme ed in tutte le tornate e le sfide elettorali su tutto il territorio Nazionale dalle Alpi alla Sicilia, dalla Sardegna a tutte le più grandi e piccole isole dello stivale, ma bensì Fini trattava il Partito come la SUA COSA personale! Alleanza Nazionale serviva a Fini solo per i suoi scopi personali e solo per la sua carriera politica, così allo stesso modo di AN se ne sono serviti i suoi "colonnelli" e tutti quei capetti che guidavano le faide e le Correnti interne al Partito. Fini riteneva Alleanza Nazionale la sua "creatura" in maniera così egoistica e possessiva che così come contribuì enormemente a farla nascere, allo stesso modo contribuì enormemente a farla morire. Anzi, si può tranquillamente dire alla luce dei fatti politici odierni che Alleanza Nazionale è stata praticamente uccisa dal suo stesso "padre-padrone"! Ora dunque rispondiamo alla domanda: a chi e a cosa è servito lo scioglimento di Alleanza Nazionale? Ovvio: come detto poc'anzi è servito solo ed esclusivamente a chi ha contribuito alla sua nascita prima e alla sua morte poi; in primis al suo ex-Presidente Gianfranco Fini "padre e padrone" che con il suo scioglimento è potuto sopravanzare di grado sopra la scaletta del carrierismo politico intrapreso dagli anni di Giorgio Almirante nel MSI-DN sino ad oggi e se appunto oggi Fini siede sulla poltrona della Presidenza della Camera dei Deputati è solo grazie alla schiacciante vittoria elettorale ottenuta dal PDL nel 2008 ed è sempre grazie alla nascita del PDL se oggi La Russa, Matteoli, Giorgia Meloni e tanti altri vari ex-AN siedono e lavorano all'interno dei Dicasteri del Governo Berlusconi; è grazie ancora al PDL di Berlusconi se Gianni Alemanno è oggi Sindaco della Capitale; ecco a chi è servita la morte di Alleanza Nazionale e dell'area politica che rappresentava: tutti i vantaggi solo a Fini ed ai suoi "soliti" fedeli Colonnelli e a nessun altro. Parte della militanza di AN ha seguito il Capo-Suicida con i suoi Colonnelli rappresentati dai vari Gasparri, Matteoli, La Russa, Alemanno ma la grande maggioranza dei militanti e dei membri del Partito ex-MSI ora ex-AN si è frammentata nei vari Partiti e Movimenti di area e di estrema Destra da Forza Nuova, Casa Pound, Fiamma Tricolore a La Destra di Storace, un altro ex illustre di AN cacciato via solo per averla pensata in maniera diversa dal suo Grande Capo Fini. Quello stesso Fini che oggi si lamenta con il Premier Berlusconi, reo di guidare il PDL in maniera troppo "autoritaria" e centralizzata con la grave colpa di soffocare e annullare il dibattito politico e democratico all'interno del PDL Co-fondato insieme ed oggi Co-smembrato ancora una volta, ancora per colpa di Fini. Quello stesso Fini che in AN non promuoveva e non appoggiava nessun tentativo di dibattito politico interno oggi "piange" e si lamenta, vuole il confronto delle idee e vuole il dibattito politico nel PDL, non gli basta la carriera fatta sino ad ora ma l'ex-Padre Padrone di AN sembra volere di più, anzi molto di più: come non leggere nei suoi occhi la voglia di sostituire il Premier in carica? La sua voglia di arrivare al comando, al vero potere della politica e della Nazione, la sua voglia di diventare Capo del Governo? Cos'è oggi dopo un anno dalla morte definitiva di AN a causa dei suoi stessi fondatori il Presidente della Camera Gianfranco Fini viene cacciato dal PDL e messo alla porta da un furente Berlusconi che non digeriva più i suoi capricci da "prima donna" e nella tragicommedia più comica che mai Fini con i pochi fedelissimi che sono stati disposti a seguirlo fonda un nuovo movimento chiamato "Futuro e Libertà per l'Italia" (FLI) costituendo gruppi autonomi in Parlamento (33 Deputati alla Camera e 10 Senatori al Senato) pochi numeri ma in grado di mettere a serio rischio la tenuta del Governo e la vita stessa della Legislatura. Come in AN Fini perdura con il suo inconfondibile stile del "DIVIDI ET IMPERA" appropriandosi indebitamente (come era nel suo stesso stile in AN) dell'appoggio del quotidiano politico del Secolo d'Italia (Giornale di Partito del vecchio MSI-DN e di AN poi...ma oggi perché deve essere vicino a Fini? Chi lo ha deciso? Quale ruolo riveste oggi il Secolo d'Italia e per quale motivo non è stato chiuso in quanto il Partito da cui era gestito era stato sciolto?) e con le sue Associazioni Culturali "Generazione Italia" e "Fare Futuro" contribuisce a disgregare ancora di più il panorama politico Italiano creando fratture nel tessuto sociale e politico nella Destra Nazionale, creando confusione e destabilizzazione sia all'interno delle Istituzioni sia all'esterno nella società civile. Dunque che senso ha oggi il suo nuovo ed ennesimo progetto politico? Ad un anno di distanza, sempre se è verità la sua voglia di confronto e dibattito politico all'interno del PDL (e noi ne dubitiamo fortemente) perché non ha mantenuto in vita Alleanza Nazionale all'interno della coalizione di Centro-Destra così come ha fatto e sta facendo la Lega Nord di Umberto Bossi? Che senso ha e che senso ha avuto sciogliere un Partito per poi costituirne uno nuovo appena un anno dopo? Con la morte di AN Fini ha decretato indirettamente nella realtà la sua morte Politica, perché oggi Fini ha svelato definitivamente la sua vera faccia che è quella di un uomo politico traditore ed opportunista, cinico calcolatore e carrierista, egoista e capriccioso quanto un "moccioso" che sempre vuole essere al centro delle attenzioni di tutto ciò che lo circonda. Fini ha tradito un'area di Destra identitaria e militante, culturalmente e socialmente attiva che oggi sopravvive a se stessa smembrata nei diversi movimenti di Destra ed Estrema Destra; Fini ha tradito gli stessi elettori ex-AN che lo hanno seguito nel PDL e gli hanno creduto, ignari di quello che sarebbe capitato da lì a un anno dopo; Fini ha tradito i valori che stanno di più a cuore all'elettore medio di Destra contraddicendosi più di una volta e facendo il contrario di quello che gli elettori di Destra si aspettavano tradendo il suo stesso programma elettorale sottoscritto alla fondazione del PDL; Fini ha tradito la Contessa Anna Maria Colleoni che a Montecarlo aveva lasciato in eredità al Partito di Destra che lei stessa "amava" e in cui lei stessa credeva un proprio appartamento, un'eredità lasciatagli proprio perché lei appunto credeva in quella Destra che Fini ha smembrato e cancellato quasi dal panorama Politico Italiano, anche lei dunque tradita da Fini e l'attuale scandalo che grazie a quell'appartamento è venuto a galla lo dimostra pienamente: anche amministrando quell'appartamento Fini e i suoi amici fedeli lo hanno "usato" come se fosse stata roba solo SUA e come con Alleanza Nazionale ne hanno fatto un "uso" privato, opportunistico e personalistico. A monte di tutto quello che è successo sino ad oggi, analizzando profondamente la vita politica di questo personaggio ex-pupillo di Giorgio Almirante negli anni '80 si può ben dire che di Fini ora più che mai bisogna assolutamente diffidare, si deve mettere in guardia la società civile e avvertire, informare per quanto sia possibile tutto l'elettorato di Centro-Destra di buona volontà e dissuadere gli elettori a non farsi tentare dal canto della sirena di "Futuro e Libertà per l'Italia" convincendo il cittadino sia moderato sia quello vicino alla Destra a non votare più per un uomo politico che "usa" le persone e le "cose" solo per i propri scopi, interessi e obbiettivi personali senza ritegno e senza rispetto alcuno per chicchessia.

Alexander Mitrokhin

domenica 13 maggio 2012

In 20 anni (1992-2012) l'opportunista Gianfranco Fini, oggi ancora Presidente della Camera, ha distrutto, cancellato, annientato un'intera area politica (quella a Destra) insieme ai suoi complici ed ex-colonnelli tra cui i piu' importanti e tra i peggiori uomini politici che l'area abbia mai avuto dopo la morte del grande Giorgio Almirante: Altero Matteoli, Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa, Riccardo Migliori, Gianni Alemanno, Italo Bocchino, Adolfo Urso, Domenico Fisichella, Luigi Ramponi, Giuseppe Basini, Publio Fiori, Gustavo Selva e tanti altri sciagurati che non solo lo hanno assecondato in quasi tutte le sue scelte scellerate, ma poi lo hanno a sua volta abbandonato al suo destino dopo la fusione di Alleanza Nazionale con il Popolo delle Libertà di Silvio Berlusconi dove tutt'oggi occupano ancora posti di rilievo e di comando nonostante le colossali debacle e gli imbarazzanti flop del PDL in tutte le tornate elettorali degli ultimi mesi in tutta Italia!!! Intanto dove la destra è stata coerente e unita in tutta Europa, ha registrato grandi successi e progressi...

Colui che stava alle spalle del grande politico di Destra Giorgio Almirante, ha distrutto un'intera area politica...si credeva un "geniale stratega" o almeno è riuscito a farlo credere agli altri! Colpa anche di ogni singolo tesserato, militante e dirigente nazionale e locale che in quegli anni glielo hanno permesso, acclamandolo e votandolo a gran voce ai comizi, ai raduni, alle assemblee nazionali...cosa grave gli hanno permesso di disfare uno storico e glorioso partito quale era il M.S.I.-D.N. e disfare di nuovo ancora, un partito politico di area come Alleanza Nazionale che andava benissimo ed aveva conquistato a fatica tanti consensi, quanti ora a livello nazionale li hanno i Grillini del Movimento 5 Stelle, cioè il 15% e oltre, il tutto devastato solo nell'arco di un decennio...e questo piccolo "Giuda Iscariota" ha distrutto e venduto un'intera area politica per due denari, i suoi! (Montecarlo docet) La Francia lo insegna tutt'oggi, difatti se il F.N. (Fronte Nazionale) di Le Pen è salito dal 4-5-6% degli anni passati al 20% delle elezioni Presidenziali 2012 soprattutto è grazie anche al fatto che F.N. è sempre rimasto il solito partito di sempre, non ha mai cambiato simbolo (la fiamma è sempre quella concessagli da Almirante, la solita che era simbolo del M.S.I.-D.N.) si è modernizzato nella sua struttura senza mai auto-distruggersi, senza mai passare dai Congressi "suicidi" di Fiuggiana e "Finiana" memoria, cosa piu' importante non si è mai spaccato in 8 partiti e partitini...F.N. è sempre rimasto lo stesso partito da quando è stato fondato, così come avrebbe dovuto fare il Movimento Sociale Italiano di Almirante!!! Marine Le Pen lo ha dimostrato ampiamente...

Alexander Mitrokhin

martedì 10 agosto 2010

SCIOGLIERE ALLEANZA NAZIONALE: A COSA E A CHI E' SERVITO?

I risultati delle ultime votazioni alla Camera delle Politiche 2008
I risultati delle ultime votazioni al Senato delle Politiche 2008

Dopo 14 anni esatti dalla sua nascita, (o per meglio dire dopo il suo restyling che ha trasformato il vecchio e recalcitrante Movimento Sociale Italiano del 4,5-5,5% di voti ad un più' moderno e dinamico Partito di Destra che si attestava al 12% dei voti sfiorando il 15% in alcune tornate elettorali), Alleanza Nazionale nel 2009 è stata sciolta per fondare il Popolo delle Libertà e insieme alla disciolta Forza Italia, movimento che faceva capo al Premier Berlusconi oggi Leader indiscusso del nuovo grande soggetto politico del Centro-Destra.
Oggi sappiamo che la maggior parte degli iscritti al Partito di AN in un primo momento erano contrari allo scioglimento del movimento tanto è vero che la stessa dirigenza Nazionale insieme alle dirigenze locali non indettero mai assemblee consultative e non indettero mai Congressi Politici per votare o approvare tale e seria decisione ma ci furono solo "finte" riunioni tra i vari Rappresentanti Istituzionali del Partito e tra i vari Circoli Territoriali di AN, riunioni e meeting fittizie "coordinate e manovrate" dalle varie Correnti vicine al Presidente Nazionale "padre e padrone" Gianfranco Fini per appoggiare la scellerata decisione di "sopprimere" un'area politica con una sua precisa identità culturale, sociale e ideologica per confluire tutti insieme "appassionatamente" dentro il grande calderone del Popolo delle Libertà.
Tutte le maggiori correnti di AN dovevano "obbedire" (ed hanno obbedito) al grande Capo-Traghettatore Gianfranco Fini e tutti coloro che non avrebbero (e di fatto non hanno) appoggiato la "grande svolta" di Fini sarebbero (e sono stati) "cacciati" tutti fuori dal Partito che si stava sciogliendo e non sarebbero mai stati ammessi a partecipare alla grande avventura del PDL e così infatti è stato fatto: uno tra tutti che si opponeva alle scelte imposte dall'esecutivo di AN che era fedele in gran parte a Fini fu Francesco Storace che difatti è stato poi escluso ed estromesso dalla cerchia degli ex-AN-MSI saliti al potere insieme al Cavaliere Berlusconi.
In pratica, quello che oggi Fini rimprovera a Berlusconi è uguale a tutto quello che una volta in AN diversi esponenti politici rimproveravano allo stesso Fini; stesse accuse e stesso problema.
In Alleanza Nazionale Fini influenzava pesantemente l'esecutivo politico del Partito e la sua Assemblea Nazionale imponendo diktat e con l'aiuto delle varie e diverse Correnti Politiche da lui stesso "fondate" con l'approvazione di uno Statuto che di fatto divideva e spezzettava il Partito in miriadi di Circoli Territoriali e Ambientali male coordinati tra loro dai vari dirigenti locali che non facevano altro se non di eseguire alla meglio gli ordini impartiti dai propri "Capi-Corrente" che facevano a gara tra loro per ingraziarsi i favori e le simpatie del Grande Capo Gianfranco Fini solo per aumentare il proprio potere o il proprio prestigio all'interno del Partito ed esclusivamente per cercare di occupare più spazi politici possibili e più cariche Politiche e Istituzionali possibili favorendo in questo modo l'esaltazione e l'egoismo Politico dei pochi singoli a discapito della grande e storica militanza, tutto a discapito della sana Politica partecipativa e attiva messa da parte e schiacciata violentemente da una politica passiva e disgregatrice di valori e di idee ma così voleva Fini con il vecchio e ormai collaudato detto: "DIVIDI ET IMPERA" che grazie allo Statuto che lui stesso aveva voluto quando il vecchio MSI fu sciolto a Fiuggi nel 1995 insieme alla soppressione del vecchio Statuto, aveva da subito messo in pratica prendendo le redini della guida di Alleanza Nazionale.
Nessuno doveva "fiatare" e tutti dovevano "tacere" anche quando il Partito falliva e da subito chiare erano le scelte sbagliate, una per tutte l'idea dell'alleanza politica con la lista di Segni e l'introduzione dell'Elefantino nel simbolo elettorale; come non ricordare l'obbrobrio della coccinella sempre introdotta nel simbolo elettorale e da subito rimossa così come era stato rimosso l'Elefantino? Idee scellerate che avevano fatto male al Partito ma il Capo non ha mai pagato per le sue scelte, MAI! E MAI il Grande Capo Gianfranco Fini ha chiesto scusa ai suoi iscritti e membri del Partito in primis e ai propri elettori soprattutto! Per tutte le sue scelte sbagliate ed imposte al Partito solo i suoi più stretti collaboratori venivano "silurati" rei di aver lavorato male e male interpretato i progetti del Grande Capo Gianfranco Fini, perché LUI aveva sempre e comunque ragione! Tanti e troppi "capri espiatori" hanno pagato al posto suo, nei suoi 14 anni di guida dell'area politica di Destra; perché Fini l'ha sempre spuntata anche di fronte ai peggiori e gravi fallimenti della sua guida? Lui ha sempre e sordidamente "ricattato" i suoi "colonnelli" facendogli tacitamente palesare l'idea della perdita del potere e del prestigio se questi si sarebbero ribellati contro le sue decisioni, decisioni che erano SOLO SUE e che servivano in realtà SOLO alla sua ASCESA Politica! Perché Fini in realtà trattava AN non come un Partito Politico Pluralista formato da una comunità militante e da un'area con una identità ideologica e sociale molto forte e molto ben delineata, una comunità che partecipava attivamente con entusiasmo alla politica attiva in tutte le sue forme ed in tutte le tornate e le sfide elettorali su tutto il territorio Nazionale dalle Alpi alla Sicilia, dalla Sardegna a tutte le più grandi e piccole isole dello stivale, ma bensì Fini trattava il Partito come la SUA COSA personale! Alleanza Nazionale serviva a Fini solo per i suoi scopi personali e solo per la sua carriera politica, così allo stesso modo di AN se ne sono serviti i suoi "colonnelli" e tutti quei capetti che guidavano le faide e le Correnti interne al Partito.
Fini riteneva Alleanza Nazionale la sua "creatura" in maniera così egoistica e possessiva che così come contribuì enormemente a farla nascere, allo stesso modo contribuì enormemente a farla morire. Anzi, si può tranquillamente dire alla luce dei fatti politici odierni che Alleanza Nazionale è stata praticamente uccisa dal suo stesso "padre-padrone"! Ora dunque rispondiamo alla domanda: a chi e a cosa è servito lo scioglimento di Alleanza Nazionale? Ovvio: come detto poc'anzi è servito solo ed esclusivamente a chi ha contribuito alla sua nascita prima e alla sua morte poi; in primis al suo ex-Presidente Gianfranco Fini "padre e padrone" che con il suo scioglimento è potuto sopravanzare di grado sopra la scaletta del carrierismo politico intrapreso dagli anni di Giorgio Almirante nel MSI-DN sino ad oggi e se appunto oggi Fini siede sulla poltrona della Presidenza della Camera dei Deputati è solo grazie alla schiacciante vittoria elettorale ottenuta dal PDL nel 2008 ed è sempre grazie alla nascita del PDL se oggi La Russa, Matteoli, Giorgia Meloni e tanti altri vari ex-AN siedono e lavorano all'interno dei Dicasteri del Governo Berlusconi; è grazie ancora al PDL di Berlusconi se Gianni Alemanno è oggi Sindaco della Capitale; ecco a chi è servita la morte di Alleanza Nazionale e dell'area politica che rappresentava: tutti i vantaggi solo a Fini ed ai suoi "soliti" fedeli Colonnelli e a nessun altro.
Parte della militanza di AN ha seguito il Capo-Suicida con i suoi Colonnelli rappresentati dai vari Gasparri, Matteoli, La Russa, Alemanno ma la grande maggioranza dei militanti e dei membri del Partito ex-MSI ora ex-AN si è frammentata nei vari Partiti e Movimenti di area e di estrema Destra da Forza Nuova, Casa Pound, Fiamma Tricolore a La Destra di Storace, un altro ex illustre di AN cacciato via solo per averla pensata in maniera diversa dal suo Grande Capo Fini.
Quello stesso Fini che oggi si lamenta con il Premier Berlusconi, reo di guidare il PDL in maniera troppo "autoritaria" e centralizzata con la grave colpa di soffocare e annullare il dibattito politico e democratico all'interno del PDL Co-fondato insieme ed oggi Co-smembrato ancora una volta, ancora per colpa di Fini.
Quello stesso Fini che in AN non promuoveva e non appoggiava nessun tentativo di dibattito politico interno oggi "piange" e si lamenta, vuole il confronto delle idee e vuole il dibattito politico nel PDL, non gli basta la carriera fatta sino ad ora ma l'ex-Padre Padrone di AN sembra volere di più, anzi molto di più: come non leggere nei suoi occhi la voglia di sostituire il Premier in carica? La sua voglia di arrivare al comando, al vero potere della politica e della Nazione, la sua voglia di diventare Capo del Governo? Cos'è oggi dopo un anno dalla morte definitiva di AN a causa dei suoi stessi fondatori il Presidente della Camera Gianfranco Fini viene cacciato dal PDL e messo alla porta da un furente Berlusconi che non digeriva più i suoi capricci da "prima donna" e nella tragicommedia più comica che mai Fini con i pochi fedelissimi che sono stati disposti a seguirlo fonda un nuovo movimento chiamato "Futuro e Libertà per l'Italia" (FLI) costituendo gruppi autonomi in Parlamento (33 Deputati alla Camera e 10 Senatori al Senato) pochi numeri ma in grado di mettere a serio rischio la tenuta del Governo e la vita stessa della Legislatura.
Come in AN Fini perdura con il suo inconfondibile stile del "DIVIDI ET IMPERA" appropriandosi indebitamente (come era nel suo stesso stile in AN) dell'appoggio del quotidiano politico del Secolo d'Italia (Giornale di Partito del vecchio MSI-DN e di AN poi...ma oggi perché deve essere vicino a Fini? Chi lo ha deciso? Quale ruolo riveste oggi il Secolo d'Italia e per quale motivo non è stato chiuso in quanto il Partito da cui era gestito era stato sciolto?) e con le sue Associazioni Culturali "Generazione Italia" e "Fare Futuro" contribuisce a disgregare ancora di più il panorama politico Italiano creando fratture nel tessuto sociale e politico nella Destra Nazionale, creando confusione e destabilizzazione sia all'interno delle Istituzioni sia all'esterno nella società civile.
Dunque che senso ha oggi il suo nuovo ed ennesimo progetto politico? Ad un anno di distanza, sempre se è verità la sua voglia di confronto e dibattito politico all'interno del PDL (e noi ne dubitiamo fortemente) perché non ha mantenuto in vita Alleanza Nazionale all'interno della coalizione di Centro-Destra così come ha fatto e sta facendo la Lega Nord di Umberto Bossi? Che senso ha e che senso ha avuto sciogliere un Partito per poi costituirne uno nuovo appena un anno dopo?
Con la morte di AN Fini ha decretato indirettamente nella realtà la sua morte Politica, perché oggi Fini ha svelato definitivamente la sua vera faccia che è quella di un uomo politico traditore ed opportunista, cinico calcolatore e carrierista, egoista e capriccioso quanto un "moccioso" che sempre vuole essere al centro delle attenzioni di tutto ciò che lo circonda.
Fini ha tradito un'area di Destra identitaria e militante, culturalmente e socialmente attiva che oggi sopravvive a se stessa smembrata nei diversi movimenti di Destra ed Estrema Destra; Fini ha tradito gli stessi elettori ex-AN che lo hanno seguito nel PDL e gli hanno creduto, ignari di quello che sarebbe capitato da lì a un anno dopo; Fini ha tradito i valori che stanno di più a cuore all'elettore medio di Destra contraddicendosi più di una volta e facendo il contrario di quello che gli elettori di Destra si aspettavano tradendo il suo stesso programma elettorale sottoscritto alla fondazione del PDL; Fini ha tradito la Contessa Anna Maria Colleoni che a Montecarlo aveva lasciato in eredità al Partito di Destra che lei stessa "amava" e in cui lei stessa credeva un proprio appartamento, un'eredità lasciatagli proprio perché lei appunto credeva in quella Destra che Fini ha smembrato e cancellato quasi dal panorama Politico Italiano, anche lei dunque tradita da Fini e l'attuale scandalo che grazie a quell'appartamento è venuto a galla lo dimostra pienamente: anche amministrando quell'appartamento Fini e i suoi amici fedeli lo hanno "usato" come se fosse stata roba solo SUA e come con Alleanza Nazionale ne hanno fatto un "uso" privato, opportunistico e personalistico.
A monte di tutto quello che è successo sino ad oggi, analizzando profondamente la vita politica di questo personaggio ex-pupillo di Giorgio Almirante negli anni '80 si può ben dire che di Fini ora più che mai bisogna assolutamente diffidare, si deve mettere in guardia la società civile e avvertire, informare per quanto sia possibile tutto l'elettorato di Centro-Destra di buona volontà e dissuadere gli elettori a non farsi tentare dal canto della sirena di "Futuro e Libertà per l'Italia" convincendo il cittadino sia moderato sia quello vicino alla Destra a non votare più per un uomo politico che "usa" le persone e le "cose" solo per i propri scopi, interessi e obbiettivi personali senza ritegno e senza rispetto alcuno per chicchessia.

Alexander Mitrokhin

mercoledì 5 maggio 2010

VITTORIA BRAMBILLA: «FINI CON GENERAZIONE ITALIA PUNTA A SPACCARE IL PARTITO!»

Roma, 5 mag – ”Generazione Italia e’ lo strumento che il presidente Fini si e’ dato per realizzare un suo personale disegno politico. E che intende essere, in alcune parti, apertamente conflittuale con la linea espressa dalla stragrande maggioranza del Pdl”. Lo afferma in un’intervista a Il Giornale Michela Brambilla, ministro del Turismo e leader dei ”Promotori della Liberta”’, sottolineando la differenza tra ”circoli che servono per allargare e radicare sul territorio il consenso del Pdl e circoli che invece puntano a creare divisioni strumentali”. Brambilla ricorda che ”in passato chiunque ha svolto le funzioni di terza carica dello Stato ha sempre preso le distanze dalla lotta politica attiva, per non confondere i ruoli e svilire quello istituzionale. Credo che oggi – afferma – ci troviamo di fronte a una situazione a dir poco anomala”. Per il ministro su federalismo fiscale e ddl anti-corruzione, ”credo che i finiani debbano mettersi il cuore in pace, perche’ governo e maggioranza sono fermamente determinati a fare sia l’una che l’altra cosa nei tempi piu’ rapidi possibili”. (asca)
Fonte: http://www.atuttadestra.net

sabato 24 aprile 2010

PDL-BERLUSCONI-FINI-LEGA NORD-BOSSI: QUALE SARA' IL LORO FUTURO POLITICO?

SILVIO BERLUSCONI

(Clicca sulla vignetta del Premier per visualizzare
le immagini dello scontro finale
tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini
al
Congresso della Direzione Nazionale del PDL
tenutosi a Roma il 22 Aprile 2010)

Nessuna conseguenza. È questo il leit motiv che i neo governatori di centrodestra vanno ripetendo a poche ore dalla rottura tra Fini e Berlusconi, mentre la Lega già preme per un redde rationem. Ma è davvero ipotizzabile che questo polverone politico non impatti sui governi regionali? Lo scenario appare diverso. Anzi, a livello regionale lo strappo consumatosi nel Pdl ha come conseguenza più evidente quella di riaprire un nuovo caso Lazio.
Qui le previsioni davano a 5 il numero degli ex An in predicato per un posto da assessore, due dei quali in quota Augello, finiano doc. Ed era stato lo stesso Fini a volere candidare Renata Polverini. Stamattina la presidente ha gettato acqua sul fuoco, assicurando che la nuova giunta si farà a breve e «non ci sarà nessuna ripercussione e cambiamento di equilibrio». Una linea confermata anche in serata. Prima, però, la presidente del Lazio è andata da Berlusconi a Palazzo Grazioli e lì dello scontro tra il premier e il presidente della Camera si è parlato «abbastanza», come lei stessa ha ammesso. Perchè «bisogna mantenere unita bla forza politica».
In agguato c'è anche l'Udc, che la Polverini l'ha sostenuta, scegliendo in Lazio di affiancarsi al Pdl, e che proprio ora chiede il conto. In termini di assessorati. «La Polverini rispetti gli impegni assunti prima, durante e subito dopo» il voto, ha detto il segretario nazionale, Cesa, al termine di una riunione del nuovo gruppo consiliare in Regione. Altrimenti l'Udc è pronta a passare all'appoggio esterno. «Leale e sereno», ma esterno.
Salendo al nord, in Lombardia nessun finiano entrerà in giunta. E neppure in Consiglio. Non è una novità, era già accaduto cinque anni fa. All'indomani dell'infuocata direzione nazionale del Pdl si replica. Formigoni ha presentato oggi la sua 'squadrà di 18 elementi: due sono ex An (erano 3 nel 2005) ora in forza al Pdl e vicini a La Russa (uno, Romano, è fratello del ministro). La Lega raddoppia con 5 assessori e un sottosegretario. Tutto il resto è del Pdl.
Zaia in Veneto e Cota in Piemonte hanno già fatto la giunta nei giorni scorsi. La compagine di Cota include 4 leghisti e 8 azzurri, tre dei quali hanno militato nelle file di An. Lo scontro Berlusconi-Fini, assicura il governatore, «non avrà alcun riflesso». Con un cambio in corsa, invece, ha già dovuto fare i conti Zaia: le deleghe sull'Agricoltura, ufficiosamente appaltate in un primo tempo a Massimo Giorgetti sono poi andate al leghista Franco Manzato. Giorgetti, oggi nel Pdl, proviene da Alleanza nazionale. Alberto Giorgetti, suo fratello, anche lui ex An, attuale coordinatore del Pdl veneto e da sempre vicino a Fini, chiede oggi di «ricucire lo strappo» in casa Pdl, rilancia l'idea di una «sincera alleanza con la Lega» condita però da una «competizione sulle proposte» per i cittadini e assicura che per la giunta veneta non c'è nulla da temere.
Al Sud, in Calabria, la giunta è operativa da una settimana: Scopelliti, in passato segretario del Fronte della gioventù, l'ha messa su in 48 ore. Nell' esecutivo sono entrati gli assessori del Pdl ampiamente annunciati alla vigilia, eccetto Franco Morelli, ex An, fedelissimo di Gianni Alemanno. In Campania, nella giunta a cui sta lavorando il neo governatore Stefano Caldoro, non sarebbe previsto nessun assessore riconducibile al presidente della Camera. Da approfondire, invece, le posizioni nel gruppo consiliare del Pdl, dove Fini dovrebbe contare su due-tre consiglieri.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com
23 aprile 2010
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FINI A BERLUSCONI: "SE NON MI DIMETTO COSA FAI? MI CACCI VIA?!?"

GIANFRANCO FINI

FINI A BERLUSCONI:
"SE NON MI DIMETTO COSA FAI? MI CACCI?!?"


(Clicca sulla fotografia del Presidente
della Camera dei Deputati
per visualizzare
le immagini
dell'intero discorso di Gianfranco Fini al

Congresso della Direzione Nazionale del PDL
tenutosi a Roma il 22 Aprile 2010)

Chi dice che ieri Gianfranco Fini ha subito una sconfitta decisiva si sbaglia di grosso. Si sbaglia ad esempio Paolo Guzzanti quando afferma che a prendere calci sui denti è stato Fini, ovviamente da Berlusconi, quando invece avrebbe dovuto essere Fini a farlo. Intanto c'è da dire che è anche una questione di carattere, ma soprattutto di stile e di sostanza. Berlusconi non ha fondato un partito tradizionale; non so se sia giusto definirlo un partito-azienda, tuttavia il Pdl ha poco a che fare con la forma-partito cui si era abituati in Italia (certamente non uno degli esempi migliori) ma anche del tipo che si può trovare all'estero nelle migliori democrazie. Subito dopo il discorso di Fini la replica berlusconiana di ieri, da questo punto di vista è indicativa: toni concitati, accenti da comizio, slogan e, ovviamente, applausi frenetici da parte di una platea che non era fatta di sottoproletari, ingaggiati per l'occasione, o di militanti di base alla 'prima', ma di politici di lungo corso. Fini lo aveva già detto, c'è qualcosa che non funziona "io a tu per tu con Berlusconi cercavo di parlare di questioni importanti, di ragionare, lui mi rispondeva per slogan come se stesse in piazza su un palco". Non è solo insomma una questione di differenze personali, o anche solo di stile, è proprio una diversa concezione della politica.Fini ha fatto un intervento in fondo pacato, ma ha detto delle cose di rilievo, soprattutto su alcuni aspetti decisivi: la conduzione del partito e il rispetto di uno Stato di diritto in cui permangano intatti i dettati costituzionali e la divisione dei poteri. Non a caso cio' che in particolare ha fatto allargare le braccia a un Berlusconi sgomento è stato l'accenno agli effetti devastanti sulla certezza del diritto dei provvedimenti sulla giustizia da parte dell'attuale governo. Dal momento che questo è uno dei punti cardine su cui si basa l'attività del ministero Berlusconi, l'aver fatto una simile critica significa non tanto porsi sulla linea degli avversari politici - che a parte alcune sparate, spesso a salve, dell'Italia dei valori non si sa dove e chi siano - quanto uno smarcamento rispetto alla gran parte del panorama politico italiano odierno. Affermare la necessita' di uno stato di diritto pieno, se questa è davvero la strada che Fini intende imboccare, sarebbe in effetti una novità per l'Italia, perché, a parte le anomalie della situazione attuale (anomalie non solo dovute al berlusconismo, sia chiaro), e' questo un passaggio (obbligato verso la realizzazione di una democrazia matura) che in Italia e' stato attuato in forma monca. E non mi riferisco ovviamente tanto o solo solo all'oggi, ma a tutto il secondo dopoguerra: in Italia semplicemente non si sa come funziona uno Stato di diritto pieno (lo ha sottolineato piu' volte ad es. l'ex-Pm Davigo, facendo raffronti precisi con la situazione americana dove - per limitarci solo a qualche esempio eclatante - indulti, amnistie, ecc., sono termini, o meglio pratiche semplicemente sconosciute). Fini non è uscito dalla Direzione del Pdl di ieri, sulla base delle votazioni del documento finale, così debole come si tende a dire da più parti. Dall'esito del voto risulterebbe un 6% di dissidenza, in realtà come ha sottolineato il liberale Benedetto Della Vedova, eletto nelle file del Pdl e ora 'finiano', "Siamo 15 su 60. Quindi quel 6% rischia di diventare un 25%. Poi nei mezzi di comunicazione diventa che questi sono i finiani. Se fossero 11 parlamentari tra Camera e Senato non si sarebbe posto il problema. Ovviamente sono di più". Un 25% è una cifra sufficiente a mettere in crisi, a volerla usare come si deve, anche una maggioranza solida, come sembra essere quella che attualmente governa. Fini ha tuttavia - e questo è un punto debole - obiettivi contraddittori: da una parte pensa all'abolizione di tutte le province, dall'altra mostra una certa indulgenza verso gli eccessi di spesa del Sud. Se non sono solo discorsi messi in piedi per smarcarsi dalla Lega, rappresentano un'indubbia debolezza nell'impianto complessivo di una proposta di alternativa. Il vice-Fini (o solo portavoce, non saprei dire con sicurezza) Italo Bocchino da parte sua ha affermato: "ieri il Pdl è divenuto finalmente un partito in carne ed ossa. Serviva uno scossone, per far nascere veramente il Partito del popolo della libertà. E ieri Fini ha dato quello scossone. Tutto qui. Una novità per alcuni. La normalità per tutti i grandi partiti politici europei". Non so se Bocchino se ne renda conto, con la sua esperienza non ho dubbi al riguardo, ma il Pdl non può essere un partito in carne ed ossa, cioè di tipo più o meno tradizionale. Questo è il punto. Quindi se è vero che ieri c'è stata la rottura con la storia del Pdl, gli effetti sono ancora tutti da vedere. La mia opinione è che Fini ha tentato un'operazione di salvataggio in extremis del Pdl. Forse ai più, a giudicare da ciò che si legge, non è chiaro, ma il Pdl è un partito in disfacimento (al Nord a favore della Lega, al sud semplicemente sulla strada della frammentazione pura). Quello che resta da verificare e' se Fini riuscirà a salvare il Pdl, dandogli finalmente una connotazione precisa e competitiva anche all'interno della sua area politica (il riferimento è alla Lega), oppure se erediterà un pezzo del Pdl, ben superiore tuttavia al 25% di cui parla Della Vedova, con riferimento al peso attuale dei 'finiani'. Bossi ha capito perfettamente quel che è successo, tanto che parla di fine prossima del rapporto Pdl-Lega. I suoli obiettivi sono chiari, un po' di meno le possibili alleanze future. Comunque, questo è certo, tutto si è rimesso in movimento. Verso cosa e' difficile dirlo, ma non c'e' da meravigliarsi, altrimenti non saremmo in Italia.

l_pf@yahoo.it

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Fonte: http://www.borsaplus.com/article.php?id=1456
di Luciano Priori Friggi



BERLUSCONI A FINI: "COLPITO E AFFONDATO!" SOLO 12 DEPUTATI DEL PDL STANNO CON IL PRESIDENTE DELLA CAMERA GIANFRANCO FINI!

SILVIO BERLUSCONI

BERLUSCONI A FINI:
"SE NON SI ALLINEA LO FACCIO FUORI!"

(Clicca sulla fotografia del Premier per visualizzare
le immagini dell'intero discorso di Silvio Berlusconi al
Congresso della Direzione Nazionale del PDL
tenutosi a Roma il 22 Aprile 2010)

Il giorno dopo lo "strappo", la rabbia di Berlusconi contro Fini esplode persino in Consiglio dei Ministri. "Si deve dimettere da presidente della Camera - insiste il premier davanti a tutti - e, insieme a lui, ora mi aspetto che anche i suoi sottosegretari rimettano le deleghe". E tuttavia, per la prima volta da quel burrascoso pranzo di martedì scorso a Montecitorio, quando Fini e il Cavaliere litigarono di brutto, Gianni Letta comprende che è giunto il momento di intervenire personalmente.
"Scusa presidente - lo interrompe quindi il sottosegretario - ma forse questa non è la sede più opportuna per trattare questi argomenti di partito. Sarebbe meglio soprassedere e proseguire con quanto previsto dall'ordine del giorno". Non una sconfessione del premier, piuttosto un estremo tentativo di evitare che altra benzina venga buttata sul fuoco, considerando oltretutto la "permeabilità" ai giornalisti del Consiglio dei ministri.
A stento l'intervento di Letta riesce a riportare la discussione sui binari normali. "Gianni mi dispiace ma non sono d'accordo -replica infatti il Cavaliere - anzi, mi sembra questa la sede naturale per fare una riflessione su quanto è accaduto ieri. Comunque, se ritieni, ne parliamo dopo". Così è finita la parte "in pubblico" della discussione, proseguita poi in vari incontri, con un andirivieni incessante davanti alla porta del presidente del Consiglio al primo piano di palazzo Chigi: gli ex-An Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e Andrea Ronchi, quindi Umberto Bossi con Maroni e Calderoli, poi Angelino Alfano e Paolo Bonaiuti, il sindaco Gianni Alemanno e Fabrizio Cicchitto. Ma soprattutto, ancora una volta, Gianni Letta. Tutti a cercare di placarne l'irritazione per lo show down del giorno prima, provando a circoscrivere i singoli problemi. "La situazione resta difficile - conferma Bonaiuti -, non ci sono novità. Meglio aspettare". Il Cavaliere infatti è deciso a non fare sconti, tanto che ha persino bloccato le trattative sulla giunta Polverini nel Lazio pur di non far entrare assessori (come Luca Malcotti) di area Fini.
Nel breve faccia a faccia con Bossi il premier rinsalda invece un patto di ferro che prevede, se la situazione diventasse ingovernabile, l'approvazione dei decreti attuativi del federalismo, la riforma della par condicio e il ritorno alle urne in ottobre. Sono ipotesi estreme, a cui Berlusconi si lascia andare consapevole che un voto anticipato, in piena crisi e con lo spettro della Grecia di fronte, sarebbe più che un azzardo. Volano quindi le colombe. Ignazio La Russa, in particolare, si sarebbe impegnato con Berlusconi a cercare di "far ragionare" i finiani più tiepidi, sconsigliando nel frattempo il Cavaliere di dar corso alle "epurazioni" dei vari colonnelli finiani: "Li conosco da anni, fammici parlare".
"I retroscena dei giornali - si sfoga La Russa dopo una giornata passare a ricucire la tela - e le fondazioni come Farefuturo fanno male, creano un clima pesante. E poi succede l'incidente. Invece, sulle singole questioni sollevate da Fini si può discutere: io ho già preso contatto con Bondi per il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, mentre Tremonti si è messo al lavoro sul fisco". Al ministro non è sembrato tuttavia opportuno accettare il dono del premier, un Suv "Uaz" comprato dai russi, senza dare nulla in cambio: "Dopo la Direzione di ieri forse non era il caso, anche se costa quanto una Fiat Panda. Ho ringraziato Berlusconi ma ho deciso di devolvere l'importo a un ente di assistenza". Visto il clima, meglio evitare fraintendimenti. Che il momento sia "critico" lo riconoscono anche i finiani più diplomatici. Il ministro Andrea Ronchi ieri ha fatto la spola con Berlusconi e Fini e, anche se non intravede soluzioni a portata di mano, non vuole nemmeno sentir parlare di una crisi di governo: "Ora bisogna raffreddare la situazione. È il momento della riflessione e del silenzio. Ma abbiamo un mandato degli elettori da rispettare".
A chi lo è andato a trovare, Berlusconi è apparso esasperato. L'unica cosa che non gli è dispiaciuta è stata la dialettica "civile" ad Annozero tra la "sua" Mara Carfagna e Benedetto Della Vedova. "Questa uscita di Fini - si sfoga con gli uomini di An - è davvero pretestuosa: a parole, vorrebbe contenere Bossi. In realtà, con la nostra divisione, è proprio alla Lega che facciamo il regalo più grande. Bel risultato!". Al termine di un paziente lavoro dei mediatori, il Cavaliere accetta per il momento di restare a guardare quali saranno le prossime mosse del presidente della Camera: domenica Fini sarà ospite dall'Annunziata, lunedì vedrà i suoi alla sala Tatarella, e martedì in tv a Ballarò. A un vecchio ex camerata missino Fini ha confidato: "Ti ricordi il '76? Ecco, farò come Almirante". Un riferimento al momento più difficile del segretario del Msi, quando venne contestato duramente dagli scissionisti di "Democrazia nazionale" e rischiò di perdere tutto. Poi, l'anno dopo, Almirante schiacciò i suoi oppositori interni e venne plebiscitato segretario. Altri tempi.

(24 aprile 2010) © Riproduzione riservata

Fonte: http://www.larepubblica.it

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!