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lunedì 23 maggio 2011

Lo scandalo pedofilia e droga nella Chiesa Cattolica: “Don Seppia ci provava con i miei figli, la Chiesa sapeva e non ha fatto nulla!”

23 Maggio 2011: L’accusa di un medico in pensione: i bimbi avevano dai 10 ai 15 anni!
La Curia sapeva del vizietto di Don Riccardo Seppia, ma ha messo tutto a tacere? E anche la polizia ne era a conoscenza? Così sembrerebbe, a dar retta al racconto di un medico, padre di tre figli, che ha denunciato alla Curia e alle forze dell’ordine un episodio di stalking capitato a casa sua, e riportato dal Giornale:
Il nome di don Riccardo Seppia, il parroco di Sestri Ponente in carcere da dieci giorni con l’accusa di abuso su minore e cessione di stupefacenti, era già stato scritto nei fascicoli della Procura di Genova. Da diciassette anni,poi dimenticato inmezzoagli scaffali.Èil racconto di un padre riportato dal Secolo XIX ad aprire un nuovo ed inquietante capitolo di questa sciagurata storia. Tutto comincia nel 1994, quando nella casa delgenitore di tre ragazzini di Quinto, nel levante genovese, iniziano ad arrivare delle strane telefonate. «Chiamate ossessive, ad ogni ora», rivela il medico ora in pensione al quotidianoligure, dopo essersi presentato in Procura. A quei tempi i suoi bimbi avevano 10 e 13 anni le femmine, 15 il maschio. Se la cornetta l’alzava lui, si sentivano solo respiri,ma se toccava ai piccoli, allora il maniaco parlava. «Con loro perdeva ogni freno e pronunciava frasi blasfeme, pornografiche.Non riusciva a fermarsi e ogni volta sconvolgeva i ragazzi».
Non ebbe alcun dubbio all’epoca a firmare una denuncia contro ignoti, il magistrato diede il via libera per mettereil telefono sotto controllo e le indagini partirono, l’esito non lasciò dubbi: le chiamatepartivano dal telefono del curato della parrocchia di San Pietro di Quinto, don Riccardo Seppia. «Si capì che le molestie arrivavano da lì. Mi dissero quello e niente più. Dopo la mia denuncia e letelefonate controllate, le molestie finirono e il viceparrocofu trasferito».E così accade: don Seppia viene nominato parroco a Clavarezza, Pareto e Frassinello in Valbrevenna.Ma nonostante siano passati 17 anni, l’ex dottore teme che possa esserci stato qualcos’altro con i suoi tre figli. «Non ditemi che la Curia era all’oscuro di tutto e che per il cardinale Bagnasco è stato un fulmine a ciel sereno. Questo è un affronto che non riesco ad accettare».

Fonte: http://www.giornalettismo.com

lunedì 10 dicembre 2007

Delitto Meredith, Rudy al Gip: "Sì, ero lì ma non l'ho uccisa"!

Otto ore di interrogatorio. Rudy Hermann Guede, il giovane ivoriano arrestato in Germania il 20 novembre scorso con l'accusa di aver ucciso la studentessa inglese Meredith Kercher, ha parlato a lungo. E ha risposto alle domande del gip Claudia Matteini e il pm Giuliano Mignini. All'interrogatorio hanno partecipato anche personale dello Sco e della Squadra mobile di Perugia.
"Sì, quella sera ero in quella casa. Ma non ho ucciso io Meredith". Rudy Herman Guede ha ripetuto la sua verità al Gip Claudia Matteini. Secondo i suoi avvocati, il "quarto uomo" (dopo Amanda, Raffaele e Patrick Lumumba) sostanzialmente ha confermato la versione resa ai giudici di Coblenza. Ma ha aggiunto maggiori dettagli e particolari. Quali? "Rudy ha raccontato la verità, una verità difficile e scomoda - ha detto all'Ansa l'avvocato Walter Biscotti uscendo dal carcere - è stato un lungo interrogatorio e Rudy ha risposto esaurientemente a tutte le domande che gli sono state poste, sia dal Gip che dal Pm". L'ivoriano, prosegue il legale, "non ha fatto alcuna ammissione di responsabilità, ma ha ammesso la sua presenza sulla scena del delitto; ha spiegato in ogni dettaglio i suoi movimenti e ha risposto a tutte le domande per chiarire le sue parole". Ancora: "Oggi è iniziato un percorso di contributo di verità da parte di Rudy - ha concluso l'avvocato - e certamente questo assieme all'altra documentazione di cui presto verremo in possesso può certamente modificare la situazione rocessuale di Rudy".
RAFFAELE SOLLECITO: "Aspettiamo tutti quanti con ansia questo interrogatorio". Il padre di Raffaele Sollecito, Francesco, commenta così l'interrogatorio nel carcere di Perugia di Rudy Hermann Guede. Il padre di Raffaele è andato a trovare il figlio per la prima volta dopo la decisione del Tribunale del riesame che ha rigettato la sua istanza di carcerazione. E l'ha trovato "molto deluso. E' stanco, è più di un mese in carcere e non sappiamo il perchè". Raffaele continua a leggere, scrivere e sta preparando la tesi. "Lo stiamo aiutando a completare i suoi studi".
Note: Nessuno sà, nessuno parla...bugie dopo bugie e versioni dopo versioni, la morte assurda di Meredith sembra non avere ancora un senso logico...per alcuni casi estremi io penso che i "vecchi" metodi attuati dagli agenti del KGB negli interrogatori siano sempre più necessari! L'impunità in Italia e la mancanza della certezza della pena causata dalla troppa tolleranza e dal troppo garantismo, rischiano di minare la stessa sicurezza pubblica della nostra società! (Ancora oggi da Cogne a Garlasco, nessuno sà chi è perchè ha ucciso!)...
Alexander Mitrokhin

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!