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giovedì 9 gennaio 2025

LA GIORNALISTA RAI CECILIA SALA E' LIBERA, L'8 GENNAIO 2025 IL RIENTRO IN ITALIA, ERA AGLI ARRESTI IN IRAN DA 21 GIORNI! (ACCUSATA DI AVER VIOLATO LE LEGGI ISLAMICHE DELLA REPUBBLICA IRANIANA!)

Cecilia Sala, Usa: "La decisione è stata dell'Italia. L'Iran liberi tutti gli stranieri. Il lavoro dei reporter va protetto!"

CECILIA SALA 
"Il caso di Cecilia Sala è stata una decisione del governo italiano dall'inizio alla fine ed è Roma che deve rispondere a domande specifiche!"

Arrestata a Teheran il 19 dicembre scorso "per aver violato le leggi della Repubblica islamica dell'Iran", la notizia viene diffusa dalla Farnesina solo il 27 dicembre.




La gestione del caso Cecilia Sala, la giornalista arrestata a Teheran lo scorso 19 dicembre 2024 e rilasciata ieri, è stata "del governo italiano, dall'inizio alla fine". Gli Stati Uniti si felicitano della liberazione della reporter di Chora Media dopo 21 giorni di prigionia, ma sottolineano di non aver avuto nessun ruolo nella vicenda, né intendono commentare sull'estradizione dell'ingegnere iraniano Mohammed Abedini Najafabadi, l'uomo dei droni arrestato a Malpensa su richiesta di Washington tre giorni prima del fermo di Sala a Teheran. Il direttore di Chora Media, Mario Calabresi, ha parlato del suo viaggio in Iran (“a cui lei teneva molto”). Era da tempo che la 29enne aveva richiesto il visto e voleva rivedere le sue amiche iraniane – spiegando che il fatto che le avessero concesso un visto di otto giorni, anche con la possibilità di estenderlo, l'aveva molto tranquillizzata. Il caso della giornalista è stato subito collegato dalla stampa italiana a quello di Mohammad Abedini Najafabadi, un cittadino iraniano arrestato il 16 dicembre – dunque tre giorni prima dell’arresto di Sala a Teheran – all’aeroporto di Malpensa dalla Digos su richiesta degli Stati Uniti, che ne chiedevano l'estradizione. Abedini è accusato di aver traffico di componenti per droni a favore dei Guardiani della Rivoluzione. 
A Fanpage.it il suo
 SOLIDARIETA' PER SALA
avvocato ha spiegato che "si oppone all'estradizione perché negli USA rischia l'ergastolo". Attualmente in carcere (la procura si oppone alla richiesta di domiciliari) il 15 gennaio la Corte d’appello di Milano esaminerà la richiesta dei suoi legali di arresti domiciliari. 
Teheran ha chiesto poi il rilascio di Abedini e invitato l'Italia a "respingere la politica statunitense di presa di ostaggi", pur negando ogni collegamento tra i due casi. Oltre all'Italia, anche gli stessi USA si sono battuti per la liberazione della nostra connazionale. "Il suo arresto è ingiustificato, così come quello di tutti cittadini stranieri arrestati in Iran" dice un portavoce del Dipartimento di Stato a La Repubblica. Il caso acquisisce rilevanza internazionale con il viaggio di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago per incontrare il presidente eletto Donald Trump. Secondo fonti vicine alla vicenda sarebbe stato proprio il caso di Cecilia Sala a spingere per la visita lampo in Florida. Da quel momento in poi, la trattativa tra Italia e Iran, e indirettamente con gli Stati Uniti, è diventata più fluida, portando infine all'esito positivo di oggi. Negli ultimi giorni si è infatti osservato un cambiamento di atteggiamento da parte del governo di Teheran, mentre, secondo la stampa italiana, le condizioni di detenzione di Sala sarebbero migliorate, e pare che non fosse più in isolamento. Sempre l'Iran afferma inoltre che l’arresto di Sala non sarebbe una ritorsione per Abedini. Mercoledì 8 dicembre Cecilia Sala è stata liberata. Nel primo pomeriggio è arrivata a Roma dove ad accoglierla ha trovato la premier Giorgia Meloni. Una volta giunta all'aeroporto di Ciampino, è stata ascoltata dai carabinieri del Ros. "Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia", ha scritto in un nota la Presidenza del Consiglio dei ministri. "Cecilia è libera. Un gran lavoro italiano. Grazie a tutti". Così su Instagram il compagno Daniele Raineri. "Avevo un forte sentore che stesse per tornare" ha detto invece Elisabetta Vernoni,  madre di Cecilia, al podcast ‘Stories' di Chora  Media,  "Ringrazio il governo e quelli che mi hanno tirato fuori", le prime parole di Cecilia al suo ritorno a casa.

Fonte: https://www.fanpage.it/attualita/cecilia-sala-cosa-e-successo-alla-giornalista-dallarresto-in-iran-alla-liberazione-e-il-rientro-in-italia/ e https://www.fanpage.it/ https://video.corriere.it/cronaca/cecilia-sala-e-stata-liberata-la-sua-storia-in-meno-di-un-minuto/7fd6b7e6-2da8-4ad2-bb5f-0b8c6255exlk 

lunedì 2 giugno 2008

Censurata la libertà di parola nella Rai occupata dai partiti!!!

Di Massimo Fini: L’onorevole Paolo Romani, che non è un personaggio qualsiasi, ma un autorevole esponente di Forza Italia, sottosegretario nel governo Berlusconi, ha dichiarato che il giornalista Marco Travaglio «è inammissibile come figura inquadrata in un servizio pubblico».Io penso che questa storia dei veti e delle intimidazioni politiche, a giornalisti, a comici, a satirici, debba finire al più presto. Durante i tanti anni della deprecatissima (a torto) e democristiana gestione della Rai di Ettore Bernabei, ritenuta ferocemente censoria, ci fu solo il «caso Fo». Oggi gli «inammissibili» stanno diventando legione. Inammissibile è Beppe Grillo, anche «de relato», cioè se si riferisce, com’è diritto se non dovere di cronaca, quanto ha detto in una manifestazione pubblica cui hanno partecipato migliaia di persone. Inammissibili non sono solo le critiche al Capo dello Stato ma persino al professor Umberto Veronesi. Inammissibile è Luttazzi. Inammissibile è Sabina Guzzanti. Inammissibile è Travaglio. Inammissibile sono anch’io. L’unica volta che in 35 anni di carriera e non per mia iniziativa ma di un produttore indipendente, Eduardo Fiorillo, fu proposta e accettata contrattualmente dalla Rai la mia presenza, nemmeno come conduttore ma come commentatore (nove minuti in tutto su un’ora) in una trasmissione che si occupava di costume (narcisismo, vecchiaia e altre consimili tematiche politicamente innocue) e che sarebbe dovuta andare in onda all’una di notte, «Cyrano, se vi pare…» si chiamava, il programma prima di essere visto da alcun dirigente o funzionario di viale Mazzini, venne bloccato perché come mi disse, papale papale, Antonio Marano (Lega), il direttore di Rai Due, «su di lei c’è un veto politico e aziendale». Un veto quindi che prescindeva dai contenuti. Un veto alla persona in quanto tale. Come ha riconosciuto la sentenza (17/7/07) della Prima sezione civile del Tribunale di Milano nella causa da me intentata, e vinta, alla Rai.Ciò che è veramente inammissibile è che questi veti vengano da chi, come i partiti , occupa, da decenni, arbitrariamente e illegalmente la Rai-Tv che è un Ente di Stato che appartiene a tutti i cittadini e non a dei soggetti privati quali i partiti sono.
Finché i partiti non sgombereranno il campo da un settore così delicato e decisivo per una democrazia, qual è l’informazione, non ci potrà mai essere in Italia una vera libertà di espressione. Oltretutto in tal modo - e a prescindere dagli esempi succitati - si nega voce a opinioni e a correnti di pensiero non ortodosso, non politically correct (cioè non gradite al sistema dei partiti nel suo complesso), soffocando e rendendo asfittico, com’è evidente, il dibattito culturale nel nostro Paese, a differenza di quanto avviene, per esempio, in Francia o negli Stati Uniti dove intellettuali come Virilio Baudrillaro, Latouche, Gore Vidal, Susan Sontag, Noam Chomsky, radicalmente avversi al sistema, hanno sempre avuto pieno diritto di cittadinanza e libertà di parola, in tv e altrove (inoltre da noi anche i giornali, tranne rare eccezioni, seguono gli input televisivi invece di smarcarsene almeno un poco).
In quanto al problema della diffamazione attraverso il servizio pubblico non è diverso da quello posto dagli altri organi di informazione. Chi si ritiene diffamato può chiedere la smentita o proporre querela penale con ampia facoltà di prova come facevano un tempo, in un’altra Italia, coloro che volevano difendere il proprio onore (e non gli uomini d’onore), e non, come invece usa adesso, subdole azioni civili di danno davanti alle quali il giornalista, o chi per lui, è inerme perché non gli basta provare di aver affermato la verità ma anche di non aver provocato un danno. E anche un ladro può essere danneggiato dall’essere chiamato ladro «in termini non continenti» che sono quanto di più sfuggente e arbitrario si possa immaginare.

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!