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martedì 28 febbraio 2017
DJ FABO HA SCELTO EUTANASIA - LA MORTE DIGNITOSA DI UN CITTADINO ITALIANO CHE HA SCELTO IL "SUICIDIO ASSISTITO" (EUTANASIA) PER PORRE FINE ALLE SUE SOFFERENZE FISICHE, MORALI E MENTALI; MA IN ITALIA L'EUTANASIA RISULTA ANCORA UNA PRATICA ILLEGALE; CI SONO MOLTI NODI DELL'ETICA DA SCIOGLIERE: DALL'EUTANASIA AL TESTAMENTO BIOLOGICO, LA POLITICA ITALIANA OGGI E' IN SERIA DIFFICOLTA'!

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| APRI IL LINK: Eutanasia, cosa prevede la legge |
Così Fabiano ha deciso: con quel filo di disperata voce che ancora gli rimaneva, ha gridato in un ultimo messaggio video tutta la rabbia contro la vergogna di un Parlamento che non trova il coraggio di occuparsi «delle persone che soffrono», ed è partito per la Svizzera. Accompagnato da Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni, dalla fidanzata Valeria Imbrogno e dalla delusione per uno Stato che l’a obbligato a scappare per liberarsi «da una tortura insopportabile e infinita», ha lasciato Milano domenica mattina.
lunedì 23 maggio 2011
LA FINE DELLA LIBERTA' DI PAROLA? OGGI CI LAMENTIAMO MA NEL 2011 SOTTO IL GOVERNO GUIDATO DA SILVIO BERLUSCONI, FINI E BOSSI, FORSE ERA PEGGIO?
venerdì 28 agosto 2009
Il totalitarismo islamista, all'assalto delle democrazie...
Dopo il totalitarismo rosso, basato sulla lotta di Classe, il bruno, sulla lotta delle Razze, l’Occidente deve affrontare il totalitarismo verde (colore dell'islamismo), che si fonda sulla lotta tra le Civiltà e tra le Religioni. Solo in apparenza, questo terzo totalitarismo è più debole dei primi due: non trova certo espressione in uno Stato totalitario, come fu il caso del nazismo o dello stalinismo, non dispone di un arsenale nucleare e strategico paragonabile a quello degli Stati Uniti o della Cina, benchè il Pakistan, come dice Bin Laden, detenga la « bomba nucleare dell’Islam », e benchè l'Iran di Ahmadinagiad stia per ottenerla. Il totalitarismo verde non é che al suo esordio. Perchè non è solo terroristico ma prima di tutto ideologico. Per questa ragione sarà ancora più difficile da sconfiggere dei precedenti. L’islamismo è fondamentalmente intollerante e razzista, un razzismo a base religiosa, « leggittimato» da Dio, e per ciò molto più difficile da combattere. Come il Nazismo, il Totalitarismo Verde considera che il Resto dell’umanità non-musulmana faccia parte della categoria dei sotto-uomini, preparando cosi’ una nuova soluzione finale, in particolare per i Satanici Giudeo-Crociati, che devono pagare per le Crociate, la Colonizzazione, il Sionismo e l’Imperialismo, dunque responsabili di tutti i mali di cui soffrirebbero le nazioni arabo-islamiche umiliate. Come il Nazismo, l’islamismo è intrinsecamente antisemita, ma anche anticristiano e contro tutto cio’ che non è islamico, a comincire dai « falsi musulmani » occidentalizzati, prime vittime della spada della Jihad.Dall’11 settembre in poi, non si è mai parlato tanto dell’islamismo e della religione musulmana. Eppure non siamo mai stati cosí disinformati sulla natura vera dell’ideologia che ispiro’ i Kamikaze d’Allah quando colpirono il cuore del mondo occidentale. Alcuni commentatori rifiutarono per principio di mettere in relazione tra loro i termini Islam e terrorismo, preferendo parlare di « caos » o di « minaccia eversiva», denunciando cosi’ la « politicizzazione » dell’islam. Altri si affannarono a spiegare l’islamismo come un « integralismo » religioso ne peggiore ne migliore di quello ebraico o cristiano, precisando altresi’ che i musulmani « si sarebbero un giorno non lontano, evoluti e modernizzati come noi ». Praticando la politica dello struzzo, e rassegnandosi nel vedere il mondo islamico abbracciare la barbarie, tanti « autorevoli » analisti non sono stati capaci di definire chiaramente la nuova minaccia neo-totalitaria islamica.
In verità, il totalitarismo islamista non è un semplice « integralismo » come gli altri, ma una ideologia di distruzione di massa, un imperialismo guerriero e conquistatore a pretesa religiosa. Al fanatismo spirituale viene sommata una pericolosa volontà di rivincita di un mondo arabo-islamico « umiliato » dal colonialismo. Si tratta dunque di un totalitarismo teocratico e patologicamente anti-occidentale e giudeofobo, come lo si vede nei discorsi razzisti e violentissimi sia di Mahmud Ahmadinegiad che di Ossama Ben Laden, Ayman al Zawahiri o il leader del Hezbollah Cheikh Nasrallah.Il primo totalitarismo che non sia nato nelle menti europee. Il primo che si esprime in nome del terzomondo con l’ambizione di trascinarlo sotto la bandiera di un Islam vendicatore. La cecità delle democrazie occidentali di fronte al nuovo « Nazismo verde »
Non c’é dubbio che i totalitaristi d’Allah non potranno che trarre beneficio dalla collaborazione di tanti Europei adepti del colpevolismo, dagli antisionisti radicali, dai terzomondisti, dagli antiamericani, « anti-mondialisti » e altri ideologi dell’estrema sinistra, vinta all’Est ma sempre egemonica all’ovest sia sul piano intellettuale che nel suo aspetto deteriore, il terrorismo, cosi’ come lo si vede con le nuove Brigate rosse o con gli altri movimenti terroristi di estrema sinistra che sembrano schierarsi sempre più apertamente a favore degli islamisti in funzione antisionista ed anti-americana. Questo primo totalitarismo del Sud considera tre fattori chiave come altrettante benedizioni d’Allah, come altrettante armi da utilizzare contro l’occidente: una démografia conquistatrice, le più grandi riserve di petrolio del mondo, ed una determinazione senza limiti, che spinge generazioni d’islamisti a preferire la morte alla vita.Bisogna innanzitutto chiedersi se le democrazie pluraliste sono preparate ad affrontare questo « III° Totalitarismo » che dichiara apertamente l’intenzione di distruggerle dall’interno, utilizzando i loro territori, le loro popolazioni, che gli islamisti cercano di conquistare e di convertire. Le società occidentali sapranno lottare contro questo nemico dai molteplici volti ? Un nemico che conta sempre più adepti all’interno del miliardo e trecentomila musulmani nel mondo ? Un nemico che ha come miglior alleato i valori stessi delle democrazie : le libertà di circolazione, d’espressione e di coscienza. Perchè é in totale libertà, in nome del cosidetto « diritto alla differenza » e del « multiculturalismo », cosí come analizzato da Giovanni Sartori, che progredisce insidiosamente in Europa e negli Stati Uniti l’ideologia dell’odio del totalitarismo islamico.
Di conseguenza, nella guerra dichiarata alla civiltà occidentale giudeo-cristiana e alle democrazie in generale, i Cavalieri d’Allah hanno trovato come alleati oggettivi e forse anche consapevoli, gli anti-americani, anti-giudei e anti-capitalisti di ogni tendenza, (dai neo-nazisti agli « anti-imperialisti » di estrema sinistra). Fra costoro furono in molti a compiacersi quella tragica mattina dell’11 settembre 2001 o a appoggiare le nuove crociate anti-occidentali di Cheik Nasrallah o Mahmud Ahmadinégiad. Alcuni di questi riuscirono perfino ha trovare delle circostanze attenuanti ai Kamikaze di Bin Laden, « il giustiziere dei bambini dell’Irak » e dei palestinesi « oppressi ».
La vittoria postuma di Bin Laden e la debolezza delle democrazie
L’autore scrisse già nel1997 un libro quasi profetico sui legami tra i servizi segreti americani ed i vari gruppi integralisti nel mondo, libro che ebbe un grande successo in Francia. Nel 2000 diede alle stampe un secondo testo nel quale si denuncia il ruolo svolto da Al Quaida nella guerra del Kosovo, guerra che permise ai membri dell’organizzazione terrorista di istallarsi nei Balcani. In questo saggio Del Valle, mostra che l’alleanza suicida fra Occidente ed Islam contro il mondo russo-ortodosso fu un errore strategico per la civilizzazione occidentale, descrive le strategie di propaganda degli integralisti islamici, basate sul proselitismo e la sovversione dei valori delle società democratiche (multiculturalismo, pluralismo, libertà d’espressione, etc). Alexandre del Valle mette cosi’ a nudo il complesso sistema delle reti islamiste in Europa e negli Stati-Uniti. Da una attenta analisi risulta che molte delle cosidette associazioni islamiche rispettabili sono in realtà controllate da Stati o da organizzazioni islamiste radicali (Fratelli musulmani, Jamaà i islami, Tabligh, Wahhabismo, ecc.) che hanno come obbiettivo geopolitico prioritario di impedire il processo d’integrazione dei Musulmani in Occidente con la meta finale di conquistare e islamizzare progressivamente le « società aperte ».
Ostaggio dei disegni egemonici dei diversi poli dell’islamismo mondiale ed allo stesso tempo dei compromessi offerti loro dalle società democratiche, i giovani musulmani d’Europa e degli Stati-Uniti, per la stragrande maggioranza moderati e pacifici, sono le prime vittime del Totalitarismo islamista che li persegue fino alle terre d’accoglienza d’Occidente dove nacque la democrazia. Per loro, la strategia comunitarista sviluppata dagli Islamisti altro non è che una trappola. Mentre per le donne e i democratici musulmani, che vollero sfuggire il velo dell’oscurantismo per stabilirsi in occidente, i diversi successi registrati dagli islamisti (chador, diritti religiosi speciali, controllo delle communità islamiche ufficializzato dallo Stato, ecc.), rappresentano una forma di tradimento dei valori delle società democratiche. La maggior parte dei terroristi che distrussero Manhattan o che posero le bombe nelle vie di Parigi, Madrid o Londra vivevano tra l’Europa e gli USA. L’ayatollah Khomeiny cosi’ come molti altri leaders islamisti, da Hassan al Turabbi al capo della Jihad islamica egiziana, Abdelrahmane (l’ ideatore del primo attentato al World Trade Center nel 1993), trovarono asilo in Europa o negli Stati Uniti. Alcuni sono anche cittadini americani, come José Padilla, fermato nel giugno 2002 o John Walker, il talebano wasp , ritrovato nei ranghi d’Al Qaïda nell’ ottobre 2001 durante l’operazione Libertà Duratura, francesi, come Zaccharias Moussaoui, ventesimo membro presunto del commando di Manhattan, inglesi, come John Reid, oppure italiani, come Alessandro Abdul Ghé o il siciliano convertito fermato ad Agrigente nel giugno 2002.
La questione posta da Karl Popper, nella sua opera Le società aperte ed i suoi nemici, non fu mai cosi’ attuale. Esattamente come nel 1938, le democrazie si trovano a dover decidere fra due opzioni: la prima, scellerata, che ricorda molto da vicino il patto di Monaco oppure la seconda, quella della Resistenza al totalitarismo per la difesa della Democrazia e dei Diritti dell’Uomo. Perchè l’Occidente forse non se ne rende conto, ma si trova nel bel mezzo di una guerra. O per meglio dire, il totalitarismo verde, e con lui una parte del mondo islamico, gli hanno dichiarato guerra. Negare questa realtà e lasciare i fanatici combattere da dentro i valori delle democrazie in nome della libertà e della democrazia non farà che aggravare la situazione.
Con la strage dell’11 settembre ci si é trovati di fronte alla fine definitiva della « guerra fredda » e l’inizio, certo difficile da ammettere, dell’epoca delle guerre di civiltà e di religione. La soluzione per l’Occidente non puo’ che trovarsi : a) nella costituzione di una Unione pan-occidentale, (collaborazione rafforzata tra America, Europa e Russia, se Mosca smette di aiutare Teheran e il nazzislamista Ahmadinejad...) per poter cosi’ beneficiare del « petrolio russo » e non dipendere più dal greggio dell’Arabia Saudita, paese primo responsabile del disastro dell’11 settembre ; b) alleanza con l’India; c) controllo dei flussi migratori; d) messa al bando di ogni forma d’integralismo islamico, nello stesso modo con cui vengono vietati i movimenti neo-nazzisti.
* Alessandro del Valle, saggista e geopolitologo francese, collabora a parecchie riviste di geopolitica (Politique Internationale, Geostrategiques, Strategiques, Spectacle du Monde, Valeurs Actuelles, Le Figaro, Israele Magazine, etc). Del Valle é considerato uno dei migliori esperti francesi e occidentali sul terrorismo islamico ed i problemi di geopolitica del Medio Oriente.Sommario del Libro:
III : Ordinamento islamico e società aperte: due sistemi inconciliabili
V : I grandi poli mondiali del proselitismo e del terrorismo islamico
VI : Le strategie di conquista del totalitarismo islamista
VII : Descrizione dell’avanzata islamista in Occidente.
IX : La crisi delle démocrazie o la nuova tentazione totalitaria…
mercoledì 15 aprile 2009
NO alle ingerenze ed interferenze Internazionali negli affari interni degli Stati Indipendenti e Sovrani!!! NO alle imposizioni Democratiche!!!
Sul quotidiano "La Nazione" del 14 Aprile 2009 il famoso giornalista e opinionista Massimo Fini ha pubblicato un articolo molto interessante, cioè quello che vedete proprio quì a fianco...un articolo che mi trova in gran parte in sintonia totale con i concetti da lui stesso espressi e che sono di base anche i miei, in primis il fatto che la "Democrazia" così come la conosciamo e la pratichiamo in Occidente e negli Stati Uniti d'America non si deve e non si può imporre a tutte le Nazioni del Mondo e men che meno in quegli Stati dove esistono popoli "indomabili" ed "ingestibili" che necessitano per forza di cose di essere governati da Regimi semi-Dittatoriali con polso di "ferro"! Ogni popolo ed ogni cultura, per progredire, ha bisogno dei suoi tempi e dei suoi metodi che non possono essere uguali per tutti! Ciò detto ogni popolo ed ogni Nazione oggi si "merita" il Governo che ha e che si è scelto per andare avanti e per progredire gradualmente verso forme di Governo più stabili e sicure! Ecco perchè oggi Paesi come la Cina, la Corea del Nord, il Vietnam, Cuba, il Laos, l'Iran ed altrettanti Stati devono essere lasciati "liberi" di essere Governati dai propri "Regimi" senza interferenze, senza ingerenze, senza falsi moralismi, perchè solo con quei Governi oggi quei popoli potranno vivere in "Pace"! Basti pensare a ciò che è successo all'Iraq di Saddam Hussein, dopo il crollo "FORZATO" dall'Occidente di quel Regime il popolo Iraqeno non ha conosciuto più veri momenti di pace e stabilità ma solo violenze, instabilià e guerra civile strisciante perenne!!! No alle imposizioni dei modelli Occidentali dunque e "grande" Massimo Fini che ha espresso in poche righe ciò che anche l'idea SOCIALPOPOLARE crede riguardo ai problemi di Politica Estera!!!giovedì 2 aprile 2009
Mosca, ucciso tipografo ecologista. Tutti i giornalisti uccisi nella Russia di Putin fino a oggi!!!
Il Premier Russo Putin insieme al Premier Italiano Berlusconi...«Protazanov è deceduto lunedì in ospedale dopo essere stato aggredito e brutalmente picchiato da sconosciuti il giorno precedente», ha dichiarato la Cirikova, leader del movimento per la difesa del bosco di Khimki, una zona verde minacciata dalla costruzione di un'autostrada. A causa della morte di Protazanov la pubblicazione del suo giornale è stata sospesa.
Cirikova ha ricordato che anche altri collaboratori di giornali locali di opposizione sono stati picchiati. Il caso più grave è quello di Mikhail Beketov, direttore del quotidiano Khimkinskaia Pravda (la Verità di Khimki). Beketov è stato brutalmente percosso a metà novembre, per un periodo è stato in coma, i medici gli hanno dovuto amputare una gamba ed è tuttora ricoverato in ospedale, dove ha continuato a ricevere minacce. Ieri sera un altro episodio ha suscitato preoccupazione e sdegno negli ambienti dell'opposizione russa. Lev Ponomariov, dirigente della Ong "Per i diritti umani", è stato aggredito da sconosciuti che l'hanno avvicinato con il pretesto di una sigaretta dopo che aveva parcheggiato l'auto per rincasare. Ricoverato in ospedale, è stato sottoposto a esami clinici e oggi è stato dimesso. Le sue condizioni non sono gravi.
Antonio Russo, giornalista di Radio Radicale, ucciso in Georgia attraverso lo schiacciamento del torace, un metodo tipico dei servizi segreti sovietici. Russo era in procinto di rientrare in Italia per portare nuove testimonianze e documenti sull’atrocità della guerra in Cecenia. Il suo corpo privo di vita è stato trovato sulla strada dove si trovava la base russa di Vasiani
Ilyas Shurpayev , giornalista Dagestano responsabile per la copertura delle notizie del Caucaso Settentrionale su Channel One; muore strangolato con una cintura a Mosca.
Gaji Abashilov, responsabile della Tv di Stato del Daghestan, VGTRK, fucilato nella sua auto.
Magomed Yevloyev, proprietario di Ingushetiya.ru, ucciso a colpi di pistola in un’auto della polizia.
Khabarovsk Konstantin Brovko, giornalista della compagnia televisiva “Gubernia”, ucciso a Khabarovsk.
Ivan Safronov, militare opinionista del quotidiano “Kommersant”. Morto a Mosca il 2 marzo; la causa della sua morte non è mai stata chiarita.
Vadim Kuznetsov, redattore capo della rivista “World and home. Saint Petersburg”, ucciso a San Pietroburgo.
Vaghif Kochetkov, del quotidiano Trud (Labor), ucciso a Tula;
Ilya Zimin, ha lavorato per il canale televisivo NTV Russia, ucciso a Mosca.
Vyacheslav Akatov, reporter speciale dello show televisivo “Business Mosca”, ucciso a Mosca.
Anton Kretenchuk, cameraman del canale TV 38 °, ucciso a Rostov-on-Don;
Yevgeny Gerasimenko, del giornale “Saratovsky Rasklad”, ucciso a Saratov;
Vlad Kidanov, giornalista freelance, del Cheboksary;
Alexander Petrov, redattore capo, della rivista “Right for Choice”, ucciso vicino a Omsk – nella Repubblica di Altai.
Vyacheslav Plotnikov, reporter del canale “41a TV Channel”, Voronezh;
Anna Politkovskaja, del quotidiano Novaya Gazeta, Mosca,
Anatoly Voronin, capo del settore commercio di ITAR-TASS; Mosca.
Pavel Makeyev, reporter per la SocietàTNT-Pulse, Rostov-sul-Don;
Magomedzaghid Varisov, Makhachkala;
Alexander Pitersky, reporter di Radio Baltika, San Pietroburgo;
Vladimir Pashutin, del giornale Smolensky Literator, Smolensk;
Tamirlan Kazikhanov, capo del servizio stampa Anti-terrorismo del Centro Russian Ministry of Internal Affairs’s, Dipartimento per il Distretto Federale Meridionale, Nalchik;
Kira Lezhneva, cronista del quotidiano “Kamensky Worker “, nella regione di Sverdlovsk
Yefim Sukhanov, ATK-Media, Archangelsk;
Farit Urazbayev, cameraman, Vladivostok TV / Radio Company, città di Vladivostok;
Adlan Khassanov, Reuters reporter, ucciso a Grozny;
Shangysh Mondush, corrispondente per il quotidiano Khemchiktin Syldyzy, Repubblica di Tuya
Paul Klebnikov, redattore della versione russa di Forbes Magazine, Mosca;
Payl Peloyan, redattore della rivista Armyansky Pereulok, Mosca;
Zoya Ivanova, dell’ emittente televisiva BGTRK, Repubblica di Buryatia;
Vladimir Pritchin, redattore capo del canale Nord Baikal TV / Radio Company, Repubblica di Buryatia;
Ian Travinsky, San Pietroburgo, ucciso a Irkutsk,
Aleksei Sidorov, Tolyatinskoye Obozreniye. È il secondo redattore capo del giornale locale, “Tolyatinskoye Obozreniye” ad essere ucciso.
Yuri Shchekochikhin, Novaya Gazeta, Mosca. Vice redattore della Novaya Gazeta, morì pochi giorni prima del suo viaggio in programma negli Stati Uniti d’America per discutere i risultati della sua inchiesta giornalistica con i funzionari dell’FBI. Ha investigato su alcuni scandali di corruzione delle che ha coinvolto alti funzionari FSB. Shchekochikhin è morto per un “grave reazione allergica” ad una sostanza che presumibilmente è stata identificata come tallio.
Dmitry Shvets, della TV-21 Northwestern Broadcasting, morto a Murmansk. E’ stato vice direttore della stazione televisiva indipendente TV-21 Northwestern Broadcasting. E’ stato ucciso al di fuori del suo ufficio. Shvets’ aveva detto ai colleghi di aver ricevuto molteplici minacce per la sua relazione sugli influenti politici locali.
Natalia Skryl, del giornale Nashe Vremya, città di Taganrog;
Konstantin Pogodin, Novoye, del quotidiano Delo, città di Niznij Novgorod;
Valeri Batuev, giornale di Moscow News, Mosca;
Sergei Kalinovski, Moskovskiy Komsomolets, Smolensk;
Vitali Sakhn-Val’da, fotoreporter, della città di Kursk;
Leonid Shevchenko,del giornale Pervoye Chteniye , Volgograd;
Valeri Ivanov, redattore capo del Tol’yattinskoye Obozrenie , nella regione Samara;
Sergei Zhabin, al servizio stampa del governatore della regione di Mosca;
Nikolai Vasiliev, di Cheboksary , Chuvashia;
Leonid Kuznetsov, del giornale Mescherskaya Nov’ , della regione di Ryazan;
Paavo Voutilainen, redattore principale della rivista Kareliya, Kareliya;
Roddy Scott, della Frontline-TV inglese.
Alexandr Plotnikov, del giornale Gostiny Dvor, della città di Tyumen;
Oleg Sedinko, fondatore della Novaja Volna TV e Radio Company, di Vladivostok;
Nikolai Razmolodin, direttore generale della Europroject TV e Radio Company, Ulyanovsk
Igor Salikov, capo del Dipartimento di informazioni di sicurezza dei Moskovskiy Komsomolets, giornale in Penza;
Leonid Plotnikov, della casa editrice “Periodici di Mari-El”, Yoshkar-Ola.
Eduard Markevich, curatore ed editore del giornale locale Novy Reft, a Sverdlovsk. Viene trovato morto, colpito alla schiena. Ha spesso criticato i funzionari locali ed aveva ricevuto minacce prima dell’assassinio.
Vladimir Yatsina, corrispondente di ITAR-TASS, rapito e poi ucciso da un gruppo di Wahhabis in Cecenia
Aleksandr Yefremov, Cecenia. Fotoreporter della Siberia occidentale del giornale Nashe Vremya, ucciso in Cecenia dai ribelli.
Igor Domnikov, dalla Novaya Gazeta, Mosca. Uno sconosciuto assassino lo colpisce ripetutamente alla testa con un martello, all’ingresso del suo palazzo a Mosca. L’assassino non è mai stato trovato.
Sergey Novikov, Radio Vesna, Smolensk. E’ colpito e ucciso nel vano scala del suo appartamento. Ha spesso criticato il governo di Smolensk.
Iskandar Khatloni, Radio Free Europe, Mosca. È ucciso di notte con un ascia nel suo appartamento di Mosca da uno sconosciuto. Khatloni lavorava sugli abusi dei diritti umani in Cecenia.
Sergey Ivanov, Lada-TV. E’ colpito cinque volte alla testa e al torace davanti al suo palazzo. È stato direttore della Lada-TV, la più grande televisione indipendente nel Togliattigrad.
Adam Tepsurgayev, Reuters. Cameraman ceceno, ha prodotto la maggior parte delle riprese Reuters’ dalla Cecenia nel 2000, tra cui gli scatti del ribelle ceceno Shamil Basayev.
Cynthia Elbaum. fotografo per Time magazine, Cynthia èstata uccisa nel corso di bombardamenti russi nel 1994.
Vladimir Zhitarenko, veterano militare corrispondente per le forze armate russe per il quotidiano Krasnaya Zvezda (Stella Rossa), è colpito da due proiettili di un cecchino al di fuori della città di Tolstoy-Yurt, nei pressi della capitale cecena di Grozny.
Nina Yefimova, reporter per il giornale locale “Revival” è stata rapita dal suo appartamento e uccisa insieme a sua madre. Diversi giornalisti a Grozny e a Mosca credono che il suo omicidio sia legato ai suoi articoli sulla criminalità in Cecenia.
Jochen Piest. È ucciso in un attacco suicida da un ribelle ceceno nel villaggio di Chervlyonna, a nord-est della capitale cecena.
Farkhad Kerimov. Autore delle riprese di Associated Press dei “ribelli” della Cecenia. Non è mai stato stabilito il motivo dell’uccisione.
Natalya Alyakina Free-lance corrispondente per la Germania, è uccisa da un soldato vicino alla città meridionale russa di Budyonnovsk.
Shamkhan Kagirov. Reporter per il quotidiano di Mosca Rossiyskaya Gazeta e il giornale locale Vozrozheniye, è colpito e ucciso in un agguato in Cecenia.Tre agenti di polizia locale che viaggiavano in automobile con lui vengono anch’essi uccisi.
Viktor Pimenov. Fatalmente colpito alla schiena da un cecchino posizionato sul tetto di un edificio a Grozny.
Nadezhda Chaikova. Il suo corpo è stato trovato sepolto nel villaggio ceceno di Geikhi bendato e recante segni di percosse. La causa della morte è un colpo d’arma da fuoco.
Supian Ependiyev. Muore in un affollato mercato all’aperto nel centro di Grozny, in un raid che causò l’uccisione o il ferimento di centinaia di persone. Secondo altre fonti, morì due giorni dopo.
Ramzan Mezhidov. Uccisi in un attacco aereo a un convoglio di rifugiati lungo la Rostov-Baku, strada da Grozny a Nazran nella vicina Inguscezia.
Vladimir Yatsina , corrispondente per ITAR-TASS, è rapito e ucciso da un gruppo di Wahhabis.
Roddy Scott. Ucciso nella repubblica russa di Inguscezia. Soldati russi hanno trovato il suo corpo nella regione di Galashki, vicino al confine con la Cecenia, a seguito di una sanguinosa battaglia tra le forze russe e un gruppo di combattenti ceceni.
Magomedzagid Varisov, scienziato politico e giornalista, è colpito a morte nei pressi della sua abitazione a Makhachkala. Aveva ricevuto minacce e aveva chiesto, senza ottenerla, l’aiuto della polizia locale. Sharia Jamaat ha rivendicato la responsabilità per l’uccisione.
Dmitry Krikoryants
Yvan Scopan
Sergei Krasilnikov
Rory Peck
Igor Belozyorov
Vladimir Drobyshev
Aleksandr Sidelnikov
Aleksandr Smirnov
Yuri Soltis
Dmitry Kholodov
Viatcheslav Rudnev
Vladislav Listyev
Vadim Alferyev
Felix Solovyov
Viktor Pimenov
Viktor Mikhailov
Ramzan Khadzhiev
Larisa Yudina
Anatoly Levin-Utkin
Supian Ependiyev
Eduard Markevich
Natalya Skryl
Roddy Scott
Adlan Khasanov
Pavel Makeev
Maksim Maksimov
Andrei Soloviev
Grigol Chikhladze
Stan Storimans
Anastasia Baburova, 25 anni, studentessa della scuola di giornalismo. Inseguiva il sicario di Stanislav Markelov, già avvocato di Anna Politkovskaya, difensore delle famiglie dei ceceni rapiti e torturati dalle milizie filorusse, e della famiglia di Elza Kungayev, stuprata e uccisa da militari russi, per conto della quale aveva appena promosso un ricorso contro la scarcerazione del colonnello russo Yurij Budanov, responsabile dell’episodio. Anastasia è morta per un colpo di pistola sulla faccia sparato dal sicario che aveva appena assassinato alle spalle Markelov.
Magomed Evloev, fondatore di un sito web molto critico nei confronti dell’amministrazione della repubblica russa d’Inguscezia (Ingushetiya.ru)
Serghiei Protazanov, tipografo impaginatore di un giornale locale di opposizione di Khimki, alle porte di Mosca.
Fonti:
Russia: libertà di stampa, ucciso Serghiei Protazanov, attivisti nel mirino???
Serghiei Protazanov lavorava per Il consenso civile, un quotidiano d’opposizione di Khimki, alle porte di Mosca. Ievghenia Cirikova, leader di un movimento ecologista locale, ha riferito all’agenzia Interfax che “è deceduto lunedì in ospedale dopo essere stato aggredito e brutalmente picchiato da sconosciuti il giorno precedente”! E uno. Non solo, ci sono anche attivisti, come Lev Ponomariov. L’agguato è stato compiuto da alcuni sconosciuti che gli si erano avvicinati con il pretesto di una sigaretta dopo che aveva parcheggiato l’auto per rincasare. Oggi Ponomariov è stato dimesso dall’ospedale. La moglie, citata dall’agenzia Interfax, ha riferito che il marito è tornato a casa dopo gli esami cui è stato sottoposto e che le sue condizioni non sono gravi.
mercoledì 18 febbraio 2009
No alla Legge "ammazza blog"! Tutti gli internauti e tutti i blogger stiano attenti...massima allerta democratica!!!
La Rete è l’ultimo media libero rimasto in Italia. La politica lo sa e non rinuncia a sferrare il suo attacco dopo aver occupato giornali e televisioni. Mi ero dissociato a suo tempo dal disegno di legge Levi-Prodi che prevedeva per i blogger di registrarsi al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) e l’estensione dei reati a mezzo stampa. I contenuti del disegno di legge Levi relativi alla Rete erano degni di una dittatura. Per fortuna il disegno di legge nel 2007 non passò e tutto sembrava rimanesse come prima. Senonché il 6 novembre scorso nel silenzio più assoluto questa proposta con un nuovo testo (C-1269) è stata assegnata, in sede referente, alla VII Commissione Cultura della Camera.
I contenuti e gli attacchi alla libertà di informazione non sono cambiati, eccetto qualche distinguo inutile, operato dallo stesso Levi, presente in questa seconda versione. Su questo disegno di legge non ci sarà nessun margine di discussione né con il centrodestra né con il centrosinistra. Qualora dovesse passare potrebbe dare come unico risultato la disobbedienza civile.
Riporto alcuni passi del disegno evidenziati da Punto Informatico :
“Art. 2.
(Definizione di prodotto editoriale).
1. Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.
Qualsiasi blog rientra in questa definizione.
Art. 8.
(Attività editoriale sulla rete internet).
1. L'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell'applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.
3. Sono esclusi dall'obbligo dell'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un'organizzazione imprenditoriale del lavoro.”
E’ chiaro che la legge è stata fatta e modificata da chi non conosce la Rete oppure da chi la conosce troppo bene e proprio per questo la teme poiché la stragrande maggioranza dei blog contiene banner pubblicitari, ad esempio di Google Ads. Questi blogger sarebbero dunque per l’Agenzia delle Entrate assimilabili ad “attività di impresa”, dovrebbero iscriversi quindi al ROC rischiando di intercorrere in reati di stampa o , se non lo facessero in quelli di stampa clandestina.
L’Italia dei Valori offrirà tutta l’assistenza legale a chi verrà perseguito per la sua violazione. Le regole vanno rispettate, ma non quelle che mettano a rischio la democrazia e siano palesemente anticostituzionali, e questo perché non sono regole ma abusi e soprusi Questo disegno di legge è pura censura. L’Italia dei Valori si attiverà da subito con una serie di iniziative contro questo disegno di legge liberticida facendo appello anche alle istituzioni internazionali e i media esteri.
giovedì 12 febbraio 2009
MEDIASET: CDR, SOLIDARIETA' A MENTANA SU NO A 'MATRIX' SUL CASO ENGLARO!
(Bon/Gs/Adnkronos)
10-FEB-09 15:45
venerdì 7 novembre 2008
IL MITROKHIN COMPIE UN ANNO!!!
7 NOVEMBRE 2007 - 7 NOVEMBRE 2008Ebbene sì, ci siamo arrivati...oggi 7 Novembre 2008 il blog Mitrokhin, il blog della contro-informazione e della contro-cultura politica, il blog che è "fuori dal coro" compie oggi il suo PRIMO ANNO DI VITA!!! Dal 7 Novembre 2007 al 7 Novembre 2008, cioè nei suoi primi 12 mesi di attività, il Mitrokhin ha collezionato 15.000 visite... Sono poche? Sono tante? Io credo che siano un bel risultato visto e considerato che il blog Mitrokhin non è un sito conosciuto e famoso anzi, tutt'altro...è un blog per così dire d'élite! Sconosciuto ai piu'...è un blog destinato ad una nicchia ristretta di lettori e di internauti...anche se l'ambizione è sicuramente quella di fare del Mitrokhin un blog di successo con l'incremento esponenziale dei suoi visitatori! Ma la strada è ancora lunga e tortuosa, difficile e forse la méta potrebbe essere irragiungibile ma noi non ci arrenderemo!!! La contro-informazione politica oggi è fondamentale ed è un'arma importante che serve per la salvaguardia di una delle LIBERTA' piu' importanti: la LIBERTA' di OPINIONE e di PAROLA, la LIBERTA' di PENSIERO, la LIBERTA' delle IDEE!!! In poche e semplici parole: la LIBERTA' delle persone oneste e pacifiche; la LIBERTA' del POPOLO!!! Questo è il blog Mitrokhin, un'idea di libertà nato per costituire la dottrina SOCIAL-POPOLARE in difesa della povera gente, della gente semplice, del popolo Italiano che con onestà lavora e produce ma che viene spesso "schiaciato" e "sottomesso", "impoverito" da uno Stato avido, ingiusto, avaro, crudele e "nemico" stesso del suo popolo che invece dovrebbe sostenere e proteggere!!! Sperando di avervi sempre piu' numerosi con NOI...AUGURI MITROKHIN...auguri a tutti VOI Internauti ONESTI e LIBERI!!!
Alexander Mitrokhin
lunedì 2 giugno 2008
Censurata la libertà di parola nella Rai occupata dai partiti!!!
Finché i partiti non sgombereranno il campo da un settore così delicato e decisivo per una democrazia, qual è l’informazione, non ci potrà mai essere in Italia una vera libertà di espressione. Oltretutto in tal modo - e a prescindere dagli esempi succitati - si nega voce a opinioni e a correnti di pensiero non ortodosso, non politically correct (cioè non gradite al sistema dei partiti nel suo complesso), soffocando e rendendo asfittico, com’è evidente, il dibattito culturale nel nostro Paese, a differenza di quanto avviene, per esempio, in Francia o negli Stati Uniti dove intellettuali come Virilio Baudrillaro, Latouche, Gore Vidal, Susan Sontag, Noam Chomsky, radicalmente avversi al sistema, hanno sempre avuto pieno diritto di cittadinanza e libertà di parola, in tv e altrove (inoltre da noi anche i giornali, tranne rare eccezioni, seguono gli input televisivi invece di smarcarsene almeno un poco).
In quanto al problema della diffamazione attraverso il servizio pubblico non è diverso da quello posto dagli altri organi di informazione. Chi si ritiene diffamato può chiedere la smentita o proporre querela penale con ampia facoltà di prova come facevano un tempo, in un’altra Italia, coloro che volevano difendere il proprio onore (e non gli uomini d’onore), e non, come invece usa adesso, subdole azioni civili di danno davanti alle quali il giornalista, o chi per lui, è inerme perché non gli basta provare di aver affermato la verità ma anche di non aver provocato un danno. E anche un ladro può essere danneggiato dall’essere chiamato ladro «in termini non continenti» che sono quanto di più sfuggente e arbitrario si possa immaginare.
ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!





