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lunedì 27 gennaio 2014

Giorno della Memoria - 27 Gennaio 2014 - (Che cos'è la giornata della memoria)

LA GIORNATA DELLA MEMORIA

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Giorno della Memoria
Auschwitz I entrance snow.jpg
L'entrata del campo di concentramento di Auschwitz con la tristemente celebre scrittaArbeit macht frei.
Tipo di festainternazionale
Data27 gennaio
Celebrata inFlag of the United Nations.svg Nazioni Unite
Oggetto della celebrazioneApertura dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz.
Feste correlateGiorno del ricordo
Data d'istituzione1º novembre 2005
Altri nomiGiornata della Memoria
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime dell'Olocausto. È stato così designato il 1º novembre 2005 dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delleNazioni Unite del 1º novembre 2005 durante la 42ª riunione plenaria.[1] La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 durante la quale l'Assemblea generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell'Olocausto.[2]
In questo giorno si celebra la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche dell'Armata Rossa.

Storia[modifica | modifica sorgente]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi Campo di concentramento di Auschwitz.
La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Auschwitz scoprendo il tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista.
Ad Auschwitz, circa 10-15 giorni prima, i nazisti si erano rovinosamente ritirati portando con loro, in una marcia della morte, tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante la marcia stessa.
L'apertura dei cancelli di Auschwitz mostrò al mondo intero non solo molti testimoni della tragedia ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati dentro a quel lager nazista.
In realtà i sovietici erano già arrivati precedentemente a liberare dei campi come quello di Chełmno e quello di Bełżec ma questi, essendo di sterminio e non di concentramento, erano vere e proprie fabbriche di morte dove deportati venivano immediatamente gasati, salvando solo poche unità speciali.
Il 27 gennaio il ricordo della Shoah, cioè lo sterminio del popolo ebraico, è celebrato dagli stati membri dell'ONU, in seguito alla risoluzione 60/7[3] del 1 novembre 2005.
In Italia gli articoli 1 e 2 della legge n. 211 del 20 luglio 2000 definiscono così le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria:
« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.[4] »

I Giusti fra le Nazioni[modifica | modifica sorgente]

Al 22 gennaio 2014 il memoriale dello Yad Vashem riconosceva 24.811 persone come "Giusti fra le Nazioni", cioè i non ebrei che si sono impegnati, a rischio della vita, a soccorrere gli ebrei perseguitati.[5]. Tra le nazioni con il maggior numero di insigniti ci sono:
Esiste anche una Giornata europea dei Giusti che, sull'esempio del riconoscimento dato da Yad Vashem ai non ebrei che salvarono gli ebrei durante la Shoah, ricorda le figure esemplari che si sono battute e si battono contro tute le persecuzioni e in difesa dei diritti umani. Il 10 maggio 2012 il Parlamento europeo ha istituito [6], su proposta di Gariwo[7], la Giornata europea dei Giusti per il 6 marzo, anniversario della morte di Moshe Bejski, che per 25 anni è stato presidente della Commissione dei Giusti di Yad Vashem.

venerdì 27 gennaio 2012

IL GIORNO DELLA MEMORIA 27/01/2012


Il Giorno della Memoria (da http://it.wikipedia.org) è una ricorrenza istituita dal Parlamento italiano con legge n. 211 del 20 luglio 2000. L'Italia ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
Il testo dell'articolo 1 della legge definisce così le finalità del Giorno della Memoria:


« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.[1] »

La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Oświęcim (maggiormente nota con il suo nome tedesco di Auschwitz), scoprendo il suo tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista.
Il 27 gennaio il ricordo della Shoah, cioè lo sterminio del popolo ebreo, è celebrato anche da molte altre nazioni, tra cui la Germania e la Gran Bretagna, così come dall'ONU, in seguito alla risoluzione 60/7[2] del 1º novembre 2005.(vidia)
In realtà i sovietici erano già arrivati precedentemente a liberare dei campi, Chełmno e Bełżec, ma questi campi detti più comunemente di "annientamento" erano vere e proprie fabbriche di morte dove i prigionieri e i deportati venivano immediatamente gasati, salvando solo pochi "sonderkommando", che in italiano vuol dire unità speciale.
Tuttavia l'apertura dei cancelli ad Auschwitz, dove 10-15 giorni prima i nazisti si erano rovinosamente ritirati portando con sé in una "marcia della morte" tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante la marcia stessa, mostrò al mondo non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento del lager.
In Italia, sono ufficialmente più di 400 le persone insignite dell'alta onorificenza dei Giusti tra le Nazioni per il loro impegno a favore degli ebrei perseguitati durante l'Olocausto.[3]

Note

  1. ^ Legge 20 luglio 2000, n. 211 - Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. URL consultato il 27 gennaio 2011.
  2. ^ (EN) Resolution adopted by the General Assembly on the Holocaust Remembrance (A/RES/60/7, 1 November 2005). URL consultato il 27 gennaio 2011.
  3. ^ Israel Gutman, Bracha Rivlin e Liliana Picciotto, I giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-45, Milano, Mondadori, 2006.

domenica 27 gennaio 2008

Lo sterminio degli Ebrei: la SHOAH!

Con il termine Shoah venne ufficialmente indicato lo sterminio degli ebrei operato dai nazisti. Questo vocabolo venne usato per la prima volta nel 1938 nella Palestina sottoposta al mandato britannico durante una riunione del Comitato Centrale del Partito Socialista, in riferimento al pogrom della cosiddetta “Notte dei Cristalli”.
Nella parola Shoah, voce biblica che significa “catastrofe, disastro”, è implicito che quanto è accaduto non ha alcun significato religioso, contrariamente a ciò che richiama il termine olocausto, spesso usato, che rinvia a un’idea di sacrificio di espiazione. La Shoah è piuttosto un genocidio, ovvero un’azione criminale che, attraverso un complesso e preordinato insieme di azioni, è finalizzata alla distruzione di un gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso.
Ben sei milioni di ebrei (secondo fonti tedesche), giovani, vecchi, neonati e adulti, furono uccisi dalla violenza nazista. La Shoah si sviluppò in cinque diverse fasi: I. la privazione dei diritti civili dei cittadini ebrei; II. la loro espulsione dai territori della Germania; III. la creazione di ghetti circondati da filo spinato, muri e guardie armate nei territori conquistati a est dal Terzo Reich, dove gli ebrei furono costretti a vivere separati dalla società e in precarie condizioni sanitarie ed economiche; IV. i massacri delle Einsatzgruppen (squadre di riservisti incaricate di eliminare ogni oppositore del nazismo nei territori conquistati dell’Ucraina e della Russia) durante le azioni di rastrellamento; V. la deportazione nei campi di sterminio in Polonia dove, dopo un’immediata selezione, gli ebrei venivano o uccisi subito con il gas o inviati nei campi di lavoro e sfruttati fino all’esaurimento delle forze, per essere poi comunque eliminati. Queste tappe possono essere suddivise in due periodi storici:- dal 1933 al 1940, quando il nazismo vide la soluzione della questione ebraica nell’emigrazione;- dal 1941 al 1945, quando venne attuato lo sterminio.Il nazismo fece dell’attacco agli ebrei uno dei propri elementi fondanti. Dal momento in cui giunse al potere, si scagliò contro i cittadini ebrei con ogni mezzo di propaganda e con una fitta campagna di leggi. Per convincere anche la pubblica opinione della necessità di questa lotta, furono utilizzate le accuse di deicidio, di inquinamento della razza ariana e di arricchimento mediante lo sfruttamento del lavoro e delle disgrazie economiche altrui. Gli ebrei, secondo i piani dei gerarchi nazisti, avrebbero dovuto scomparire dalla faccia della terra. Il progetto di Hitler, infatti, era quello di rendere tutto il mondo Judenfrei (libero dagli ebrei). Dal momento dell’entrata in guerra, la Germania rese sempre più violenta la lotta contro i civili ebrei, iniziandone l’eliminazione fisica. Con il proseguire del conflitto, più si profilava certa una sconfitta per il Terzo Reich, più si faceva intensa la guerra dei nazisti agli ebrei, come se la loro distruzione totale potesse costituire una vittoria compensatrice. La furia violenta del nazismo si scagliò però non solo contro gli ebrei, ma anche contro: i tedeschi dissidenti (dall’apertura del campo di Dachau, 1933); gli zingari (discriminati già nel 1935 e deportati dal 1939); i Testimoni di Geova (perseguitati nel 1933 e internati dal 1935); i prigionieri di guerra (dall’inizio del 1939); i partigiani (dal momento in cui venivano annessi nuovi territori al Reich); gli omosessuali (incarcerati e condannati dal 1934); i portatori di handicap (sterilizzati dal 1933; nel 1939 i primi a essere gassati in apposite “case di cura” o su camion destinati alla gassazione, in base al Programma Eutanasia); una parte del clero (dal 1937, quando papa Pio XI, nell’Enciclica Mit Brennender Sorge, prese aperta posizione contro la Germania hitleriana).Bisogna però ricordare che, mentre ebrei e zingari furono vittime dello sterminio sistematico di interi gruppi familiari, colpevoli solo di esistere, tutti gli altri vennero perseguitati perché avversari del regime al potere o non adatti al nuovo ideale nazista di “uomo tedesco”. Questa differenza si rispecchiava anche nelle diverse tipologie di campi creati dai nazisti per i propri nemici. In base a un’indagine compiuta da G. Schwarz, uno dei maggiori studiosi dell’universo concentrazionario, i gerarchi nazisti istituirono più di 10.000 campi sul suolo del Terzo Reich. Cinquanta erano le categorie in cui venivano suddivisi i lager, in base alle diverse finalità, ma sei in tutto erano i campi di sterminio dove i deportati venivano selezionati e uccisi con il gas, creati solo per ebrei e zingari: sono questi i luoghi della Shoah.Alla fine della prima guerra mondiale, dopo le norme del Trattato di Versailles, la situazione politica e sociale della Germania era altamente instabile. La lenta riconversione delle industrie belliche secondo il Trattato, la riduzione dell’esercito a 100.000 unità imposta dai vincitori, il crollo dei cambi nel 1927 e quello della Borsa di New York nel 1929 favorirono la creazione di gruppi organizzati e violenti che rappresentavano, in opposte fazioni, il malcontento generale. Ordine sociale ed economico e riscossa agli occhi dei vincitori della guerra del 1914-1918 furono le richieste più pressanti che provenivano da vari strati della frantumata società tedesca della Repubblica di Weimar. L’austriaco Adolf Hitler seppe dare la risposta sbagliata, ma brutale e convincente, a queste domande. Il 24 febbraio 1920, tra i fumi di una birreria, Hitler espose al Partito dei Lavoratori Tedeschi, di cui faceva parte dal luglio 1919, il proprio programma incentrato sull’antisemitismo e sul principio di “ristabilire la disciplina militare e inculcare nuovamente nella truppa i sentimenti nazionali e patriottici”. Nell’aprile 1920 il Partito cambiò nome e divenne Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori.Il programma politico di Hitler era chiaro: egli predicava la superiorità della razza ariana, incarnata dai popoli tedeschi, su tutte le altre. Per raggiungere questo scopo voleva l’annientamento delle razze inferiori che avevano contaminato la purezza germanica e la conquista di uno spazio vitale in cui tornare a far prosperare gli eletti ariani.Dal 1923 Hitler divenne un punto di riferimento per tutti i movimenti dell’estrema destra tedesca. Il 9 novembre 1923, forte del consenso ottenuto, organizzò il Putsch (colpo di Stato) a Monaco; dopo il suo fallimento e la conseguente incarcerazione egli capì che il potere in Germania avrebbe dovuto contare su solidi appoggi degli industriali, su un apparente rispetto della legalità e sulla ricompattazione del popolo tedesco. Condannato a cinque anni di reclusione per “alto tradimento”, Hitler trascorse agli arresti meno di un anno, in cui dettò al compagno di cella Rudolf Hess (divenuto poi un importante personaggio del nazismo) il Mein Kampf. In questo scritto Hitler rese pubblico il suo pensiero politico e il suo progetto di uno Stato basato su un nuovo ordine politico, sociale e razziale. Il 27 febbraio 1925, tornato in libertà, ricostituì il Partito Nazionalsocialista, sciolto dopo il fallimento del Putsch. Da quel momento sino al 1929 Hitler tentò di darsi una presentabilità a livello internazionale e nazionale, cercando di rendersi gradito agli ambienti industriali proponendosi come difensore della proprietà privata, sfumando in modo molto abile l’aspetto anticlericale del Partito e promovendone una riorganizzazione interna secondo la quale tutto avrebbe ruotato sempre più attorno a lui. Una costante di quegli anni di preparazione fu l’utilizzo di una forte campagna antisemita e antibolscevica, in base alla quale gli ebrei erano visti come i “burattinai del comunismo” che avrebbero voluto dominare il mondo. La propaganda di queste idee fu affidata a giornali di partito e comizi che, utilizzando toni duri, volgari ed esasperati, avrebbero raggiunto facilmente i ceti più disagiati. Per dare man forte alle proprie idee, il Partito Nazionalsocialista utilizzò anche squadre di picchiatori; nel 1921 nacquero infatti le SA (Sturmabteilungen) e nell’aprile del 1925 le SS (Schutzstaffeln), un corpo paramilitare, ispirato a rigidi criteri di arianità e fedeltà al capo. La grande crisi economica del 1929 portò un clima favorevole alle idee di Hitler che riuscì ad affermarsi alle elezioni del 1930, successo che crebbe fino a raggiungere il 44 per cento dei consensi alle elezioni del 1933. Divenuto cancelliere, egli eliminò dalla scena politica, in modo apparentemente legale, tutti i suoi oppositori. Il 28 febbraio 1933, infatti, i comunisti vennero messi fuori legge, poiché incolpati dell’incendio del Reichstag (provocato in realtà dai nazisti). Con le leggi di “degiudeizzazione” del 1933, con cui veniva ordinato il licenziamento e l’esclusione degli ebrei da tutte le funzioni pubbliche, Hitler diede subito prova di mantener fede agli impegni elettorali, ponendo le basi dello Stato razziale e creando nuovi posti di lavoro per gli ariani. Egli aveva vinto le elezioni, infatti, promettendo Arbeit und Brot (pane e lavoro) e la riscossa comune contro i nemici interni ed esterni del Reich. In base a un ordine del 22 marzo 1933 venne ufficializzato per questo scopo l’utilizzo di campi di concentramento con l’apertura di Dachau, dove i primi a essere deportati furono gli oppositori, i Testimoni di Geova, gli zingari e chiunque fosse risultato sospetto al nuovo regime. Nel frattempo erano costanti i soprusi ai danni degli ebrei tedeschi, che venivano descritti dalla propaganda nazionalsocialista come estranei al popolo della “Grande Germania”. Contrariamente a quanto sostenuto dalla propaganda, da anni la comunità ebraica era parte integrante della società tedesca, diversamente da quanto accadeva nell’Europa dell’Est, dove l’integrazione sociale e culturale della minoranza ebraica era progradita più lentamente. Con le leggi di Norimberga del 15 settembre 1935, Hitler diede ufficialità alle proprie idee antisemite già espresse nel Mein Kampf. Da quel momento gli ebrei divennero ufficialmente cittadini inferiori per legge e nascita. Numerose furono le leggi che scandirono la loro vita “diversa”, come quella per cui dovevano frequentare solo luoghi a loro riservati (esistevano addirittura panchine solo per ebrei) o quella per cui dovevano premettere ai nomi propri Israel, se maschi, o Sarah, se femmine.Intanto dal 1936, con l’occupazione della Renania, Hitler fece ripartire la macchina bellica tedesca in vista di una campagna di espansione, che mirava a risarcire i tedeschi delle condizioni imposte dal Trattato di Versailles e puntava alla conquista dello “spazio vitale” per il Terzo Reich (il terzo impero tedesco dopo il Sacro Romano Impero Germanico del 962 e l’Impero Tedesco del 1871). Così, nello stesso anno, accanto alle truppe dello spagnolo Franco e dell’alleato italiano Mussolini, i nazisti presero parte alla guerra civile spagnola. Il 13 marzo 1938 venne annessa l’Austria (Anschluss) e i Sudeti divennero territorio tedesco. Ma la notte tra il 9 e il 10 novembre venne anche scatenata una vera e propria caccia all’uomo contro gli ebrei, in cui furono bruciate centinaia di sinagoghe, distrutte gran parte delle loro proprietà e uccise 90 persone: dalla quantità dei vetri rotti rimasti per le strade, quella notte fu chiamata “Notte dei cristalli” (Kristallnacht). Da allora ebbero inizio le deportazioni nei campi anche degli ebrei arrestati nel corso delle azioni punitive. Sin da quei primi anni, quindi, possiamo oggi capire come la Germania nazista combatté due guerre parallele: una contro i nemici esterni, che ebbe inizio il 1° settembre 1939 e sfociò nel dramma della seconda guerra mondiale; l’altra contro gli ebrei, cittadini inermi, secondo le leggi naziste colpevoli di esistere. Da qui ebbe origine la Shoah, la cui legalizzazione si formulò in tre tappe fondamentali:
1935: leggi di Norimberga;
1939: leggi sull’emigrazione forzata degli ebrei dal territorio tedesco verso i ghetti nella Polonia occupata;
1942: Conferenza di Wannsee.Questi tre eventi furono scanditi da una serie di provvedimenti burocratici che permettevano a qualsiasi uomo ariano di commettere crimini contro un suo simile pur continuando a considerarsi un buon cittadino, e anzi per questo essere ricompensato dallo Stato.


Fonte: http://www.binario21.org/

Il giorno della memoria: la "SHOAH"!!!

Nel 2003 in Italia si contavano 45 mila cittadini ebrei tra cui 35 mila regolarmente iscritti alle Comunità delle città in cui risiedono. Gli ebrei italiani rispetto ai circa 15 milioni di ebrei che vivono in tutto il mondo rappresentano il 2,6 per mille.
In Italia esistono ufficialmente 20 Comunità a ciascuna delle quali fa capo una circoscrizione territoriale che comprende anche piccole Comunità o semplici nuclei che, per la loro esiguità, non possono costituire una Comunità organizzata a sé stante. Tutte, grandi o piccole che siano, hanno una vita interna organizzata e regolata dallo Statuto dell'Ebraismo italiano. La Comunità di Torino, di media grandezza, comprendeva sempre nel 2003 circa 1100 iscritti.
Scopo delle Comunità è quello di provvedere al soddisfacimento delle esigenze religiose, associative, sociali e culturali degli ebrei.
Dunque, se ad oggi su circa 60 milioni di Italiani si contano non più di 50 mila Ebrei Italiani, nel 1938 sui 22 milioni di Italiani dell'epoca non credo potevano essercene molti di più; chiaro è che il movimento Fascista non era fondato su un'ideologia razzista come lo era il Nazionalsocialismo, chiamare oggi alla luce della storia quelle leggi come leggi "Nazifasciste" non è del tutto appropriato, certo non si discute sull'infamante qualità morale di una legge che mirava a discriminare quegli stessi cittadini che prima di essere Ebrei erano soprattutto Italiani! Le stesse comunità Ebraiche avevano contribuito alla costituzione ed al progresso dello Stato Fascista, tuttavia Benito Mussolini si era oramai piegato ai voleri ed ai sogni di "grandezza" e di "onnipotenza" dell'Austro-Germanico Adolf Hitler, e se fino a prima del 1938 Hitler ammirava Mussolini e lo considerava suo grande "ispiratore" venerandolo come un "maestro", dopo il 1938 cambiava opinione su di lui considerandolo alla stregua di un vice-Fuhrer sino ad arrivare a considerarlo più modestamente come un fedele "vassallo" capo-popolo del governo "fantoccio" di Berlino durante la guerra civile scoppiata dopo l'annuncio dell'armistizio del nefasto 8 Settembre 1943, guerra fratricida che aveva portato alla costituzione della Repubblica Sociale Italiana al Nord in contrapposizione di quello che restava di una Monarchia sfaldata al Sud!
E' sì giusto ricordare gli errori e gli orrori del "nostro" passato che hanno causato la morte di milioni di innocenti, ma il "bombardamento" mediatico sulla "SHOAH" rischia di "stancare" a lungo andare anche le menti più sensibili a questo tipo di drammi umani, soprattutto per il fatto che questi orrori non si sono fermati nell'Aprile 1945, mese della liberazione dell'Europa dal Nazismo e fine della guerra...ma sono continuati in maniera più ridotta e silenziosa negli Stati Comunisti di mezzo mondo, nelle varie guerre e guerricciole civili scoppiate via via tra i paesi dell'America latina, dell'Africa, dell'Asia e del Medio-Oriente nei 60 anni post-Seconda Guerra Mondiale e post-Guerra Fredda; solo nel 1992 si riaffacciava in Europa il dramma delle deportazioni, dei campi di concentramento, degli stermini e delle fosse comuni: nessuno si ricorda più della mattanza di Sarajevo? Delle guerre balcaniche che per 5 anni hanno causato morte e distruzione con l'Europa intera e quegli stessi Stati che si definivano "civili" e "democratici" che stavano a "guardare"? Con i partiti di Centro-Sinistra di mezza Europa che protestavano contro gli attacchi NATO quando vecchi, donne e bambini venivano torturati ed uccisi per DISCRIMINAZIONE RAZZIALE E RELIGIOSA all'interno dei lagher sparsi nel territorio Bosniaco? Dunque correva l'anno 1992-1993, appena 15 anni fa, perchè all'interno del GIORNO DELLA MEMORIA non si inseriscono anche i ricordi di tutti gli OLOCAUSTI subiti dall'UMANITA' negli ultimi 60 anni del '900? Certo, con i 6 milioni di Ebrei di mezzo mondo deportati ed uccisi, la SHOAH rappresenta nella scala dei valori la più immensa tragedia del secolo passato comprese alle vittime stimate di circa 50 milioni di morti in 6 anni di guerra tra civili e militari; tuttavia anche le disgrazie più o meno grandi causate dai regimi dittatoriali Comunisti, dai regimi Militari, dai regimi del fondamentalismo Islamico...non sono da meno; non devono esistere morti di serie A e morti di serie B...tutti gli OLOCAUSTI devono essere ricordati, commemorati, condannati come crimini commessi contro l'UMANITA'!!!
Alexander Mitrokhin






ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!