Carbonia
Carbonia
comune |
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Dati amministrativi |
Stato |
Italia |
Regione |
Sardegna |
Provincia |
Carbonia-Iglesias |
Sindaco |
Giuseppe Casti (PD) dal 16/05/2011 |
Territorio |
Coordinate |
39°9′0″N 8°31′0″ECoordinate: 39°9′0″N 8°31′0″E (Mappa) |
Altitudine |
111 m s.l.m. |
Superficie |
145,63 km² |
Abitanti |
29 764[1] (31-12-2010) |
Densità |
204,38 ab./km² |
Frazioni |
Aquas Callentis, Bacu Abis, Barbusi, Barega, Caput Aquas, Cannas, Corongiu, Cortoghiana, Cuccuru Suergiu, Domu Beccia, Flumentepido, Funtanona[2], Genna Corriga, Genna Gonnesa, Is Gannaus,
Is Meis, Medadeddu, Medau Desogus, Medau Brau, Medau Is Arrius, Medau
Is Fenus, Medau Is Fonnesus, Medau Is Garaus, Medau Is Lampis, Medau Is
Peis, Medau Is Serafinis, Medau Is Toccus, Medau Piredda, Medau Rubiu,
Medau Su Conti, Miniera di Cortoghiana, Piolanas, Seddargia, Serbariu, Sirai, Sirri, Tanas, Tanì |
Comuni confinanti |
Gonnesa, Iglesias, Narcao, Perdaxius, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Tratalias |
Altre informazioni |
Cod. postale |
09013, 09010 |
Prefisso |
0781 |
Fuso orario |
UTC+1 |
Codice ISTAT |
107003 |
Cod. catastale |
B745 |
Targa |
CI |
Cl. sismica |
zona 4 (sismicità molto bassa) |
Cl. climatica |
zona C, 922 GG[3] |
Nome abitanti |
carboniensi o carboniesi |
Patrono |
san Ponziano |
Giorno festivo |
giovedì successivo alla seconda domenica di maggio |
Localizzazione |
|
Posizione del comune di Carbonia nella provincia di Carbonia-Iglesias |
Sito istituzionale |
Carbonia ascolta[?·info] (
IPA:
[karˈbɔni̯a][4],
Carbònia o
Crabònia[5] in
sardo) è un
comune italiano di 29.764 abitanti capoluogo, con
Iglesias, della
provincia di Carbonia-Iglesias, in
Sardegna.
Principale centro abitato del
Sulcis[6][7][8][9][10][11], Carbonia è l'ottava
città per numero di abitanti in Sardegna
[1], nonché la più popolosa della provincia
[1] e in generale dell'intero sud-ovest sardo. Il centro nacque negli
anni trenta del Novecento a circa 65 km a ovest di
Cagliari per ospitare le maestranze impiegate nelle
miniere di carbone che furono avviate in quegli stessi anni nel territorio dal
regime fascista, per sopperire alle necessità energetiche dell'
Italia negli anni dell'
autarchia. In particolare Carbonia, il cui nome indica letteralmente il
luogo o la
terra del carbone a testimonianza della sua vocazione mineraria
[12], fu costruita a ridosso della
miniera di Serbariu, sostituendo l'
omonimo comune ottocentesco, il cui borgo è ora completamente inglobato come
rione sud-orientale della città.
Terminata l'epopea mineraria, Carbonia è diventata centro di servizi
per il territorio, basando la sua economia principalmente sul
settore terziario[12] e sull'industria
[12], grazie alla vicina area industriale di
Portovesme, nel Comune di
Portoscuso.
Geografia fisica
Territorio
Il monte Rosmarino visto da monte Leone.
Carbonia è uno dei principali centri urbani presenti nel sud-ovest della
Sardegna. La città è situata nella storica regione del
Sulcis[6][7][8][9][10][11],
precisamente nella parte settentrionale, denominata Alto Sulcis, in
passato a vocazione mineraria. Carbonia si trova a circa 65 km a ovest
di
Cagliari, in un'area un tempo paludosa, bonificata durante la costruzione della nuova città negli
anni trenta del Novecento.
Orografia
La morfologia del territorio è in buona parte di bassa collina e
pianura, con rilievi di altitudine modesta (tra i quasi 500 metri del
colle più elevato del Comune a circa una decina di metri, la zona più
bassa del territorio comunale), che nonostante ciò vengono
impropriamente denominati monti, tra cui
monte Sirai (da cui si può ammirare un panorama sulla laguna di Sant'Antioco e sull'
arcipelago del Sulcis (isole di
Sant'Antioco e di
San Pietro),
monte Tàsua, monte Crobu, monte San Giovanni, monte Leone e monte
Rosmarino. Il colle più elevato nel comune è il monte San Michele Arenas
(in sardo
Santu Miali), alto 492
m s.l.m..
Su questo colle, dove si può ammirare un vasto e notevole panorama di
buona parte del territorio sulcitano costiero e montano, nei pressi dei
ruderi della chiesetta di San Michele (ormai scomparsa e forse di
origine bizantina), il ricercatore nonché
generale Alberto La Marmora pose nel
1839 un
punto geodetico[13] centrale e principale per la Sardegna sud-occidentale con collegamenti maggiori (a nord con il
monte Linas, a sud-est con Punta Sebera, a sud con
Capo Teulada, a sud-ovest con l'
isola del Toro e ad ovest con Guardia dei Mori nell'
isola di San Pietro) e altri collegamenti minori con altri punti del territorio.
I monti, o meglio i colli, di maggiore rilievo presenti nel
territorio comunale carboniense, secondo l'altitudine, sono i seguenti:
- Monte San Michele Arenas (in sardo: Monti Santu Miali) m. 492
- Monte Tàsua (cioè alaterno, albero del tasso) m. 454
- Monte Cuccu Marrocu m. 408
- Monte San Giovanni (in sardo: Monti Santu Giuanni) m. 332 (in parte nel territorio di San Giovanni Suergiu)
- Monte Onixeddu (o Donixeddu, cioè Donicello) m. 329
- Monte Corona Sa Craba (cioè recinto di pietra della capra) m. 328
- Monte Lurdagu Mannu (cioè grande acquitrino o pantano) meglio conosciuto come Monte Leone m. 280
- Monte Cannas m. 241
- Monte Crobu (già conosciuto come monte Corvo) m. 217
- Monte Lisau (significa smirnio o macerone, erba selvatica) m. 215
- Monte Sirai m. 191
- Monte Rosmarino m. 154
- Perda Asua de Pari (significa pietra sopra assieme) m. 101 (in parte nel territorio di San Giovanni Suergiu)
Idrografia
L'alveo del rio Santu Milanu con sullo sfondo i
monti Crobu (a sinistra) e San Giovanni (a destra)
La città è attraversata a sud dal rio Santu Milanu e ad est dal suo
affluente
rio Cannas (che significa rivo delle Canne), due corsi d'acqua a
carattere torrentizio, come la prevalenza dei corsi d'acqua nel
territorio carboniense, i cui alvei (canalizzati vicino al centro
abitato) sono in secca per buona parte dell'anno, e che sfociano nella
laguna di Sant'Antioco. Il rio Santu Milanu o Millanu (che significa
rivo
San Gemiliano
o Emiliano, santo del I o II secolo d.C., originario di Cagliari,
venerato nella Sardegna meridionale) era denominato nelle carte
catastali dell'
Ottocento riu Bau Baccas (rivo Guado delle Vacche). Ad essi si aggiunge il rio Flumentepido (che significa
rivo del Fiume Tiepido perché passa vicino alle sorgenti ipotermali di
Aquas Callentis, toponimo sardo che significa
Acque Calde),
che scorre poco più a nord all'esterno del centro urbano di Carbonia, e
che attraversa alcune delle frazioni dello stesso comune. Sgorga e
scorre per un breve tratto nel territorio comunale (vicino ad alcune
miniere abbandonate) anche il rio
Cixerri (che significa
cernita o
cernitura,
attività di scelta e separazione dei minerali svolta inizialmente nei
corsi d'acqua all'aperto, poi in appositi reparti all'interno di
strutture minerarie), il quale termina sfociando poi nello
Stagno di Cagliari.
I corsi d'acqua di maggiore rilevanza per lunghezza nel territorio carboniense sono i seguenti:
- Rio Cixerri (attraversa diversi comuni dell'omonima valle dell'Iglesiente), il suo corso è lungo circa 40 km.
- Rio Ariena
- Rio Cannamenda
- Rio Troncia
- Rio Flumentepido (attraversa anche il territorio di Portoscuso), il suo corso è lungo circa 12 km.
- Rio Cannas, il suo corso è lungo circa 5 km.
- Rio Garamatta
- Rio Macquarba (attraversa anche il territorio di San Giovanni Suergiu)
- Rio Santu Milanu (attraversa anche il territorio di San Giovanni Suergiu), il suo corso è lungo circa 10 km.
Sismicità
Clima
Il clima è di tipo mediterraneo caratterizzato da inverni umidi e piovosi, ed estati non eccessivamente calde
[15].
In generale il territorio è influenzato dai venti, che sono quasi
sempre presenti; in particolare predomina il maestrale (da Nord-Ovest)
che ha l'effetto di mitigare la calura estiva ma nel periodo
autunno-primavera non di rado provoca parecchi danni per la sue forti
raffiche, che possono tranquillamente superare i 100 km/h.
Storia
Il periodo antecedente la fondazione della città
Dal periodo preistorico fino al dominio spagnolo
Pur essendo la città di Carbonia una delle più giovani d'Italia, il suo territorio, corrispondente a buona parte del dismesso
bacino carbonifero del Sulcis,
è ricco di numerose testimonianze preistoriche e storiche, relative
alle civiltà e alle popolazioni presenti in questa zona della
Sardegna. Nel territorio di Carbonia è attestata la presenza di una delle più antiche civiltà preistoriche della
Sardegna,
denominata di “Su Carroppu”, risalente al Neolitico Antico (VI
millennio a.C. o 5700 – 5000 a.C.), che prende nome dall'omonimo riparo
sottoroccia vicino all'antica borgata agro-pastorale di
Sirri,
a nord-est del centro urbano di Carbonia. Successivamente diverse
civiltà preistoriche (partendo dal Neolitico Medio fino all'Età del
Ferro) si affermano in questo territorio, documentate dai reperti
archeologici in numerose grotte e in siti del comune, tra i quali si
ricordano la “grotta dell'Ospedale", la “grotta di Barbusi", la grotta
sepolcrale “Baieddus de Sa Sedderenciu” o grotta eneolitica di “Su
Cungiadeddu de Serafini” a Tanì, la “grotta di
Serbariu”,
la “grotta di Polifemo”, la “grotta Sa Dom'e S'Orcu”, la grotta "Sa
Turrita”, la “grotta della Campana”, la “grotta della Volpe”, le
necropoli a
domus de janas di “Cannas di Sotto”, “Cùccuru Su Cardolinu de Monte Crobu” e “Corona Maria” (a nord di
Cortoghiana), la “valle Rio Anguiddas: Is Arrùs de Riu Anguiddas e S'Ega de Is Elmas” a ovest di
Cortoghiana, i “siti abitativi di Barbusi – rio
Flumentepido”,
gli insediamenti del “poliambulantorio – valle rio Cannas”, la “grotta
A.C.A.I. – valle Rio Cannas” e il riparo sottoroccia di “Coderra”.
Una delle domus de janas di Cannas di Sotto. La necropoli si trova
all'interno del nucleo urbano della città, circondata da una zona
residenziale
Del periodo nuragico è attestata la presenza di questa civiltà in
diversi siti, alcuni di notevole importanza come il complesso del
nuraghe
"Sirai" (fortezza e abitato), tra i quali si ricordano i seguenti più
importanti: il nuraghe "Mianu", il nuraghe "Mitzotus", il nuraghe
"Paristeris", il nuraghe "Piliu", il nuraghe "Su Conti" nel casale
“Medau Su Conti”, e altri ancora. Della successiva civiltà
fenicia e
punica è documentata la presenza nell'importante insediamento di
monte Sirai, già nuragico e poi
romano, e in altri siti minori presenti nel territorio comunale. La presenza della dominazione di
Roma
risulta documentata in numerosi siti archeologici minori del comune di
Carbonia, e si riscontra nei reperti ritrovati in tombe e in luoghi
abitati, costituite da ville in campagna e da
mansiones (stazioni di posta) lungo la strada romana che da "Carales" (
Cagliari) si dirigeva verso "Sulci" (l'attuale
Sant'Antioco), che attraversava il territorio carboniense. Il periodo
medioevale,
in particolare giudicale, risulta documentato non solo da fonti
storiche che citano località di questo territorio, ma soprattutto nelle
vecchie chiese, presenti e relative alle antiche "biddas" (ville), oggi
incluse nel comune di Carbonia, come l'antico
monastero di Santa Maria di Flumentepido, la chiesetta di
Santa Barbara di Piolanas, la
chiesetta di Santa Lucia di
Sirri, le rovine della chiesetta (di probabile origine bizantina) di
San Michele, nell'omonimo colle, le rovine delle chiesette di Santa Maria di
Barega,
Santa Giuliana e di Santa Maria di Sirri, e, infine, le distrutte (e poi ricostruite in sito diverso) chiese parrocchiali di
San Narciso di
Serbariu e di
Santa Maria delle Grazie di
Barbusi. Durante il periodo del dominio
pisano, e in quello successivo
aragonese e
spagnolo,
il territorio oggi del Comune venne abbandonato a causa delle frequenti
incursioni barbaresche provenienti dalle vicine coste sulcitane, come
accadde nella maggior parte dei comuni della zona.
Dal periodo spagnolo fino ai primi decenni del secolo XX
Fra la fine del
Seicento e il
Settecento,
nel periodo di transizione fra il dominio spagnolo e quello
piemontese-sabaudo, l'odierno territorio carboniense e in generale
quello sulcitano (territori facenti parte del
Marchesato di Palmas ,
feudo all'epoca di proprietà prima dei Brondo e poi dei
valenzani Bou Crespi) registra il ripopolamento, attraverso la nascita degli insediamenti rurali sparsi detti "
furriadroxius" o "
medaus", da parte di famiglie
iglesienti e pastori (in genere
barbaricini)
[17]
che, in transumanza in queste terre del Sulcis per diversi decenni,
decisero di stabilirsi in questi luoghi, ritenuti in quel periodo
finalmente più sicuri dopo l'abbandono causato soprattutto delle
frequenti incursioni barbaresche provenienti dalle vicine coste
nord-africane, ma anche dalle numerose pestilenze accadute, in Sardegna e
in questo territorio (tra il 1347 e il 1348, nel 1375, nel 1403 e nel
1652), che decimarono la popolazione locale rendendo tutte le località
quasi completamente disabitate. Proprio in questo territorio il generale
e scienziato
Alberto La Marmora
fece la prima segnalazione ufficiale del carbone Sulcis, rinvenendo la
sua presenza nel 1834 e nel 1846 in località "Cannamenda" (tra Monte
Lisau e "Medau Brau" in zona Terra Segada, già in Comune di
Gonnesa ora in quello di Carbonia), attraverso frammenti di carbone fossile, ma senza riuscire a localizzare gli affioramenti.
Ma è soprattutto grazie alla costituzione del comune di Serbariu, antico "boddeu" o borgata, staccatosi da
Villamassargia nel
1853,
e con la concessione di permessi di ricerca mineraria (come quello di
Caput Aquas) che si ha una certa vitalità e vivacità economica in questa
zona, grazie ad una nuova legge mineraria del 1840, entrata in vigore
in Sardegna nel 1848 e modificata nel 1859, che prevedeva la separazione
della proprietà del suolo da quella del sottosuolo. Fu invece Ubaldo
Millo il vero scopritore del giacimento carbonifero di Bacu Abis nel
1851; così il 29 maggio 1853 furono affidate le tre concessioni
carbonifere di Bacu Abis, di Terra'e Colu e di Fontanamare alla Società
“Tirsi-Po” di Millo e Montani. Successivamente la concessione fu
affidata all'ingegner Anselmo Roux, che nel 1873 costituì la Società
Anonima Miniera di Bacu Abis. Tra la metà e la fine dell'
Ottocento
si registra una forte dinamicità economica in questo territorio dovuta
alla scoperta di diversi giacimenti carboniferi (notevoli quelli della
zona di Bacu Abis). Dal 1870, nel territorio del
Sulcis-Iglesiente,
i permessi di ricerca, che alla fine del 1861 erano alcune decine,
salirono al centinaio con il raddoppio delle concessioni. Poi Angelo
Roth, deputato di origine ebraica del collegio di Alghero, nel 1915
favorì provvedimenti governativi a favore della Società Anonima di Bacu
Abis, che gestiva le miniere carbonifere nel Sulcis.
Seppur con andamento altalenante si ebbe un aumento delle ricerche
minerarie e delle produzioni, specie carbonifere: in particolare per
quel che riguarda il territorio dell'allora Comune di Serbariu la
scoperta del rilevante giacimento di Nuraxeddu - Serbariu diede un
grande impulso ulteriore alle attività minerarie già in crescita,
soprattutto negli anni del regime fascista durante il periodo dell'
autarchia,
tanto da rendersi necessario non solo lo sviluppo di numerosi e
importanti impianti estrattivi e produttivi, ma anche la costruzione di
una nuova città mineraria, come Carbonia, e di altri due nuovi centri
abitati carboniferi minori, come
Bacu Abis e
Cortoghiana.
La scoperta di grandi giacimenti carboniferi nel sottosuolo sulcitano
portò nei primi decenni del Novecento all'apertura di varie miniere e a
numerosi lavori di sondaggio per valutare l'eventuale apertura di nuovi
pozzi grazie alle seguenti società carbonifere.
I due castelli dei pozzi della miniera di Serbariu, tra i simboli più rappresentativi di Carbonia.
Così il
9 dicembre 1933 a Trieste, nella sede dell'
Arsa o
Società Anonima Carbonifera Arsa (istituita nel 1919), nacque la
Società Mineraria Carbonifera Sarda SpA, o semplicemente Carbosarda, per rilevare le miniere di carbone del Sulcis-Iglesiente, gestite dalla
Società anonima miniere di Bacu Abis (costituita a Torino nel 1873 dall'ing.
Anselmo Roux) con questa società già dichiarata fallita il
12 aprile 1933 per difficoltà finanziarie
[18]).
Guido Segre, alto esponente della comunità ebraica
triestina e già presidente dell'Arsa, fu il primo presidente della Carbosarda. Poi il
9 giugno 1935 vi fu la comunicazione dell'istituzione del bacino carbonifero del Sulcis da parte di
Benito Mussolini nella sua prima visita a Bacu Abis. Da tutto ciò ne consegue che il
28 luglio 1935 con R.D.L. n. 1406 si costituì l'
A.Ca.I. (
Azienda Carboni Italiani),
con primo presidente sempre Guido Segre, che gestì il bacino
carbonifero del Sulcis con la Carbosarda e quello minerario dell'Istria
sud-orientale con la
Carbo-Arsa o
Arsa.
Segre fu il vero artefice e dinamico presidente di tutte le società
minerarie in attività sia nel bacino carbonifero sulcitano sia in quello
istriano, costruendo due nuove città operaie di fondazione vicino alle
miniere:
Arsia e Carbonia.
Verso la fine del
1936
con il metodo dei sondaggi vi fu la scoperta del giacimento di carbone
nella zona di Serbariu-Sirai, che si rivelò di un'enorme vastità, tanto
che l'A.Ca.I. (Azienda Carboni Italiani), proprietaria dell'intero
bacino carbonifero con la Carbosarda e in previsione di un'intensa
attività estrattiva, propose al governo di costruire una città operaia
vicino alle miniere e al porto di Sant'Antioco per il trasporto e
l'imbarco del minerale. Il governo, condividendo la scelta dell'A.Ca.I.,
decise così di fondare una nuova città mineraria, da costruire al
servizio della miniera e dei suoi lavoratori. Il nome scelto, Carbonia,
denominazione futuristica che significa "terra o luogo del carbone"
caratterizza questa volontà. Dal 1936 al 1947 nel
Bacino carbonifero del Sulcis lavorarono fino a 18.000 lavoratori dipendenti
A.Ca.I..
Fu così che nel
1937, nei pressi della
miniera di Serbariu, iniziarono i lavori per l'edificazione di Carbonia, fortemente voluta dal regime
fascista.
Precisamente il giorno della fondazione del centro comunale viene fatto
risalire al 9 giugno di quell'anno, anniversario della prima visita del
capo del governo fascista, Benito Mussolini, al centro carbonifero di
Bacu Abis (destinato a divenire frazione mineraria di Carbonia, molto
simile ad
Arsia, in
Istria), avvenuta due anni prima nella stessa data (le due città, oltre all'altro centro minerario istriano di
Albona,
sono oggi gemellate). La rituale cerimonia della fondazione di
Carbonia, con le tipiche celebrazioni del regime di quel periodo, si
realizzò, in presenza delle diverse autorità civili, militari e
religiose, con la posa della prima pietra e di un astuccio contenente
una pergamena (con i nomi dei partecipanti al rito battesimale della
nuova città) nel fosso delle fondamenta della torre Littoria, ora torre
Civica, primo edificio costruito in città sul monte Fossone.
La costituzione del comune di Carbonia fu stabilita con
Regio Decreto numero 2189 del
5 novembre 1937.
Secondo l'articolo 1 del suddetto Decreto si prevede l'istituzione del
comune di Carbonia con capoluogo nel villaggio minerario in località
monte Fossone, la cui circoscrizione comprende l'intero territorio del
comune di Serbariu (che fu soppresso), nonché alcune parti dei territori
dei comuni di Gonnesa e di Iglesias. I lavori, costati circa 325
milioni di
lire dell'epoca, vennero completati nel
1938,
sebbene parecchi quartieri sarebbero stati costruiti negli anni
successivi. I lavori si basarono sui progetti realizzati dall'ingegner
Cesare Valle e dall'architetto
Ignazio Guidi.
"Una città sorta dal nulla, ne sono orgoglioso" |
|
« La
città è sorta dal nulla, d'incanto. Queste cose mi emozionano, mi
rendono orgoglioso. Sono le opere più belle. Pensa che da lì fuggivano
tutti. C'era una malaria tremenda, morivano come mosche. Avevano terrore di vivere lì, invece ora ci corrono. Ho fatto dire a Starace
quelle cose, perché dirle io era come chiamare gli applausi. Ho avuto
molto entusiasmo, erano pieni di gioia, deliranti. Hanno apprezzato
molto ciò che ho detto dei sardi. I bambini sono piccoli, patitini.
Miglioreranno. » |
Reduce dal viaggio inaugurale a Carbonia, Benito Mussolini esterna a Clara Petacci le proprie sensazioni che la donna del Duce annota nel suo diario in data 19 dicembre 1938[19].
E in una telefonata serale sempre alla Petacci aggiunge:
| « Sono
inquieto, perché sul giornale c'è scritto "l'autarchico carbone",
mentre io ho detto "l'autentico carbone". È un significato completamente
diverso. Ah! non ci sanno fare, sbagliano sempre tutto. » |
Nell'immagine in alto: La torre Civica (torre Littoria durante il
regime fascista). Originariamente era presente un balcone all'altezza
del primo piano da cui Mussolini tenne il discorso inaugurale della
città. |
La data che è comunemente celebrata come l'anniversario della città è
quella dell'inaugurazione che avvenne nella giornata nazionale della
fede per la patria fascista (commemorazione introdotta dal 1935 con le
donazioni delle fedi delle spose italiane), il
18 dicembre 1938,
alla presenza di Mussolini in persona, il quale, nella sua seconda
visita del bacino carbonifero del Sulcis, tenne un discorso inaugurale e
propagandistico dalla torre Littoria in presenza di oltre cinquantamila
persone, radunate nella centrale piazza Roma, a conclusione dei lavori
di edificazione del centro urbano della città, la seconda a carattere
minerario realizzata dal regime dopo Arsia. Seguì poco dopo un
riconoscimento per Carbonia con l'attribuzione del titolo di Città (con
Regio decreto legge del
9 febbraio 1939).
La città, negli anni dell'
autarchia, fu meta di un vasto flusso migratorio da altre regioni dell'isola e anche da oltre
Tirreno, si valuta che circa il 25% del primo nucleo di 12.000 abitanti provenisse da altre regioni italiane in particolare dal
Veneto, dalle
Marche, dagli
Abruzzi e da
Basilicata e
Sicilia (di questo primo nucleo il 90% era costituito da uomini)
[20], infatti le miniere di
carbone sulcitane lavoravano a pieno regime essendo una delle principali fonti di approvvigionamento di combustibile dell'
Italia dell'epoca, fatto che aumentò notevolmente i livelli occupazionali nel Sulcis.
Nel 1940 venne approvato il "
piano generale della zona carbonifera di Carbonia"
il quale prevedeva un'ulteriore sviluppo insediativo attorno a Carbonia
di 100.000 residenti, incentrato sia sui centri già esistenti di
Portoscuso
e Gonnesa (che avrebbero dovuto raggiungere rispettivamente i 20.000 e i
10.000 abitanti) sia su quelli di nuova fondazione come Bacu Abis e
Cortoghiana (la cui popolazione prevista era di 10.000 e 5.000 abitanti
rispettivamente) per realizzare il sogno di Mussolini di fare del Sulcis
una sorta di "
Ruhr italiana"
[21].
Tuttavia a causa della guerra il piano venne accantonato e nel periodo
compreso tra il 1940 e il 1943 tutte le miniere del bacino carbonifero
del Sulcis furono militarizzate: furono raggiunti i massimi livelli di
produzione di carbone con grandi sacrifici e numerosi incidenti sul
lavoro anche mortali. La Carbosarda, forte della condizione di azienda
militarizzata, attuò un regime di sfruttamento con provvedimenti
arbitrari come l'aumento del costo dei viveri di prima necessità negli
spacci aziendali e del costo dell'energia, fino all'aumento degli
affitti per le case dei minatori e per gli alberghi operai
[22],
in contrasto con gli accordi contrattuali, tanto che vi fu quasi subito
un'unanime reazione di contrapposizione da tutti i lavoratori del
bacino carbonifero del Sulcis. Così il
2 maggio 1942 nella città vi fu uno sciopero, il primo in Sardegna
[23] e tra i primi in Italia
[22][23] durante il ventennio e la guerra, organizzato contro il caro vita da cellule clandestine del
Partito Comunista
e diretto da Tito Morosini, delegato confederale del sindacato dei
lavoratori, iniziato con l'astensione totale dal lavoro nei pozzi
carboniferi di Sirai. Circa due settimane dopo, il
15 maggio 1942, venne inaugurata
Cortoghiana
(anche in questo caso alla presenza di Mussolini, che, alla sua terza
visita nel Sulcis, fece un secondo discorso in piazza Roma a Carbonia),
tuttora una delle frazioni più popolate di Carbonia, da cui dista pochi
chilometri.
Durante la
Seconda guerra mondiale nel 1943 Carbonia fu bombardata tre volte dagli aerei
alleati,
seppur subendo danni minori rispetto a quelli patiti da altri centri
dell'isola. Dopo la fine del conflitto e la caduta del fascismo si visse
un nuovo periodo di espansione economica, essendo le miniere
carbonifere sulcitane rimaste le sole a poter garantire adeguati livelli
di produzione nel paese, dopo che l'Istria e i suoi giacimenti erano
passati alla
Jugoslavia.
Dal
7 ottobre 1948 al
17 dicembre
dello stesso anno fu effettuato lo sciopero "bianco" dei 72 giorni per
contrastare le misure repressive e provocatorie della direzione della
Carbosarda, in attuazione di una rigida politica di costi e ricavi nella
gestione aziendale, posta in essere con licenziamenti e trasferimenti
di personale (soprattutto quello più politicizzato e sindacalizzato),
aumento indiscriminato dei fitti delle case e degli alberghi operai, dei
viveri negli spacci aziendali, dei prezzi dell'energia e del carbone
ceduto alle maestranze, riduzione arbitrarie degli stipendi anche con
applicazione delle multe ai dipendenti responsabili di presunti
disservizi.
Lo sciopero "bianco" si attuò con la "non collaborazione", cioè i
minatori, presenti regolarmente al lavoro nei cantieri minerari, dopo le
8 ore di normale servizio giornaliero, non effettuarono più prestazioni
straordinarie a cottimo (retribuite secondo la quantità di carbone
estratto), in base a precedenti accordi aziendali, tanto che la
produttività della Carbosarda scese del 50%. La direzione della
Carbosarda reagì con misure drastiche e incontrollate ancora più pesanti
di quelle sopra indicate, ricorrendo con intimidazioni alla
Polizia e alla
magistratura.
Esplose così, non solo a Carbonia e nel Sulcis, ma anche in tutta la
Sardegna e nel resto della penisola, un vasto movimento popolare di
solidarietà e sostegno alla lotta dei minatori carboniferi con i
seguenti gesti significativi: parecchi lavoratori sottoscrivono a loro
favore mezza giornata di paga, come i dipendenti comunali di Carbonia; i
commercianti della città aprono crediti alle famiglie dei minatori; la
C.G.I.L.
nazionale inviò più volte un contributo di un milione di lire; i
minatori di tutta Italia proclamarono uno sciopero di 24 ore in segno di
solidarietà. Un tentativo di mediazione, fra la direzione mineraria e
le rappresentanze sindacali, promosso dal
Ministero del Lavoro il
19 novembre
1948 fallì per rigidità e intransigenze della Carbosarda. Dopo un lungo
braccio di ferro nel quale la Direzione della Carbosarda minacciò di
non corrispondere salari e gratifiche natalizie, e dopo che i minatori
licenziati si barricano nei pozzi minerari per non essere allontanati
dal posto di lavoro con l'intervento della Polizia, la S.M.C.S., con la
mediazione del presidente dell'A.Ca.I., Ing. Mario Giacomo Levi
(contrario alla posizione portata avanti dalla Carbosarda finora)
sottoscrisse un accordo con le rappresentanze sindacali il 17 dicembre
1948, annullando tutti i provvedimenti restrittivi presi (licenziamenti,
multe, aumenti dei prezzi nei viveri, nei fitti e nell'energia) e
aumentando le retribuzioni, con vittoria quasi totale nella vertenza dei
lavoratori carboniferi. Per questo e altri episodi in cui l'intera
popolazione cittadina difese in quegli anni le vertenze sindacali legate
al lavoro nelle miniere Carbonia fu soprannominata dalla stampa con
l'appellativo di
Stalingrado sarda[24].
Nel
1949 si toccò la punta massima di popolazione della storia cittadina, con oltre 48.000 residenti e 60.000 dimoranti
[25]. Il
25 maggio 1952
vi fu la "Seconda Nascita di Carbonia" o "Rifondazione della città":
con questa data delle seconde elezioni comunali di Carbonia si attuò,
con la giunta municipale guidata dal sindaco Pietro Cocco, un primo
programma politico di riscatto dalla servitù aziendale dell'A.Ca.I., già
tentato dalla precedente giunta diretta dal sindaco Renato Mistroni,
che coinvolse tutta la cittadinanza appartenente sia alla maggioranza e
sia alla minoranza politica. Con l'adesione dell'Italia nel
1953 alla
C.E.C.A(Comunità
europea del carbone e dell'acciaio) si ebbero importanti conseguenze
economiche e sociali per il bacino carbonifero del Sulcis e per le
miniere a Carbonia.
Dalla chiusura delle miniere al riconoscimento di capoluogo provinciale
Con la fine dell'embargo contro l'Italia, i carboni esteri, più economici e con minore presenza di
zolfo,
portarono alla crisi del settore estrattivo sulcitano, particolarmente
grave in quanto all'epoca Carbonia e altri comuni della zona si basavano
economicamente su questo tipo di attività. Nell'autunno del
1962 vi fu il primo ritrovamento di un reperto nel sito archeologico di
monte Sirai
da parte di un ragazzo di Carbonia. Tutto ciò desterà un interesse
nazionale e internazionale sull'area, tanto che nell'agosto del
1963
vi fu la prima campagna di scavi sul sito archeologico, condotti dalla
Sopraintendenza di Cagliari e dall'Istituto Studi del Vicino Oriente
dell'
Università La Sapienza di
Roma.
Nonostante i numerosi scioperi alla fine si assistette alla chiusura
di molte miniere sulcitane, e tra queste anche quella di Serbariu, la
cui attività estrattiva fu interrotta nel
1964.
Conseguenza di queste dismissioni fu una vasta emigrazione dei
cittadini residenti da Carbonia in poco tempo, la cui popolazione si
assestò negli anni a seguire sui 30.000 abitanti,
constituendo tutto questo il più grande esodo urbano in Italia[senza fonte]. Con l'apertura del vicino polo industriale di
Portovesme,
finanziato da aziende statali, i livelli occupazionali della zona si
risollevarono, seppur in parte. La popolazione della città aumentò
leggermente tra gli
anni settanta fino agli
anni novanta.
Il successivo disimpegno dello Stato tramite le privatizzazioni di
queste realtà produttive, dovuto all'eccessivo debito pubblico, mostrò
ben presto la scarsa competitività delle medesime. Ciò determinò una
nuova pesante crisi della città e del suo tessuto produttivo, con una
notevole diminuzione dei lavoratori nel polo di Portovesme. Di
conseguenza quest'ultimo fattore determinò un riaumento
dell'emigrazione, che portò la popolazione a diminuire in meno di dieci
anni di circa duemila unità.
Viale Gramsci, una delle principali vie del centro.
Tutto ciò fu accompagnato da tragici fenomeni sociali che colpirono
duramente soprattutto la popolazione giovanile. Tra questi si può
annoverare la diffusione tra la fine degli
anni ottanta e i primi
anni novanta dell'
eroina
che da un lato determinò l'aumento di fenomeni legati alla cosiddetta
criminalità predatoria e dall'altra a un notevole aumento della
mortalità giovanile. Per quanto i dati demografici del 2004 abbiano
mostrato almeno una minima crescita della popolazione, si possono
considerare come esemplificativi della condizione economica della città i
tassi di disoccupazione giovanile maschile e femminile: il primo si
attesta al 57%, mentre il secondo ben al 71%.
Tuttavia nel primo quinquennio degli anni 2000 vi è stata una
notevole crescita del settore dei servizi, in particolar modo grazie
alle nuove attività commerciali sorte in città. Negli ultimi anni
inoltre la città sta giocando la carta del turismo legato soprattutto
all'archeologia industriale: a questo riguardo va segnalata la
ristrutturazione della vecchia miniera di Serbariu, riconvertita a museo
(ospita il
Centro Italiano della Cultura del Carbone), e i lavori di ristrutturazione del centro storico (piazza Roma), ora più simile allo stile della fondazione.
Con l'attività di diversi comitati cittadini, ma grazie anche alla
sensibilità e all'impegno di parlamentari e rappresentanti politici
nelle istituzioni legislative e amministrative, il
12 luglio 2001 viene istituita la Provincia di Carbonia-Iglesias, con l'approvazione della
Legge Regionale numero 9
[26] da parte del Consiglio della
Regione Autonoma della Sardegna che crea quattro nuove province nell'isola, le quali divennero poi operative a seguito delle elezioni provinciali dell'8 e
9 maggio 2005. Il
12 ottobre 2005, con Delibera del Consiglio Provinciale n. 21 (
Determinazione del Capoluogo. Atto Statutario.) a Carbonia, unitamente a
Iglesias, è stata ufficialmente attribuita la qualifica di capoluogo della Provincia di Carbonia-Iglesias. A Carbonia hanno sede il
Presidente della Provincia e la
Giunta Provinciale con diversi assessorati, nonché la sede amministrativa provinciale.
Simboli
Lo stemma civico, concesso e approvato con un Regio Decreto datato
26 ottobre 1939,
presenta una lampada da minatore in testa a una montagna di carbone, a
caratterizzare la vocazione mineraria della città, con la seguente
descrizione: "D'azzurro alla lampada da minatore, alla montagna formata
da un banco di carbone il tutto al naturale, la lampada addestrata in
alto".
Il gonfalone comunale presenta questo stemma posto su drappo nero e azzurro con la scritta
Città di Carbonia
a caratteri dorati, con la seguente descrizione: "Drappo partito
d'azzurro di nero riccamente ornato di ricami d'oro, caricato dallo
stemma sopra descritto con l'iscrizione centrata in oro: Città di
Carbonia"
[27].
Onorificenze
Ricorrenze
- 9 giugno 1935: Istituzione del bacino carbonifero del Sulcis comunicata da Mussolini nella prima visita a Bacu Abis
- 9 giugno 1937: Nascita di Carbonia: fondazione della città con cerimonia sul monte Fossone
- 5 novembre 1937: Costituzione del comune di Carbonia
- 11 dicembre 1937:
Nomina della prima autorità municipale a Carbonia, il Commissario
Prefettizio Ovidio Pitzurra, che poi sarà anche il primo Podestà
- 18 dicembre 1938: Inaugurazione della città e seconda visita di Mussolini
- 9 febbraio 1939: Attribuzione del titolo di città
- 2 maggio 1942:
Sciopero organizzato per protesta contro il caro vita con l'astensione
totale dal lavoro nei pozzi carboniferi di Sirai, si tratta di uno dei
primi scioperi in Italia durante il fascismo.
- 15 maggio 1942: Inaugurazione di Cortoghiana e terza visita di Mussolini
- 9 giugno 1943: I bombardamento da parte delle forze anglo-americane[29]
- 28 agosto 1943: II bombardamento da parte delle forze anglo-americane[30]
- 7 settembre 1943: III bombardamento da parte delle forze anglo-americane[30]
- 21 giugno 1944: Nomina del primo Sindaco di Carbonia, Guido Scano, da parte del Prefetto di Cagliari
- 31 marzo 1946:
Prime elezioni libere e democratiche, con primo Consiglio Comunale di
Carbonia eletto dai cittadini, con prima Giunta Municipale e primo
Sindaco, Renato Mistroni, designato fra gli eletti consiglieri
- 7 ottobre 1948 - 17 dicembre 1948:
Sciopero "bianco" dei 72 giorni nelle miniere cittadine, attuazione
della "non collaborazione" per contrastare le misure repressive della
Carbosarda con vittoria finale dei lavoratori carboniferi.
- 25 maggio 1952:
"Seconda Nascita di Carbonia" o "Rifondazione della città", con questa
data delle seconde elezioni comunali di Carbonia, primo programma
politico di riscatto della cittadinanza dalla servitù aziendale
dell'A.Ca.I.
- 28 ottobre 1964: Con decreto del Presidente della Repubblica si stabilisce il trasferimento delle miniere e dei minatori all'ENEL, con chiusura di tutte le attività carbonifere nel comune di Carbonia
- 12 ottobre 2005: In questa data, con delibera del Consiglio Provinciale n. 21, Carbonia fu riconosciuta Capoluogo di Provincia.
Monumenti e luoghi d'interesse
Archeologia
L'acropoli fenicio-punica di Monte Sirai
- Grotta carsica detta "grotta dei fiori" (primo periodo dell'era paleozoica: Cambriano).
- Riparo sottoroccia preistorico di Su Carroppu di Sirri (dal
Neolitico Antico, VI millennio a.C. o 5700 – 5000 a.C., all'Età del
Ferro, 900 a.C.).
- Sirri: in questa frazione sono state rinvenute delle domus de janas anch'esse risalenti al neolitico.
- Grotta preistorica detta "grotta dell'Ospedale" (dal Neolitico
Medio, V millennio a.C. o 4700 – 4000 a.C. e “cultura di Bonu Ighinu di
Mara”, al Neolitico Finale: IV millennio a.C. o 3200 a.C. e “cultura S.
Michele di Ozieri”).
- Grotta preistorica detta "grotta di Barbusi" (dal Neolitico Medio, V
millennio a.C. o 4700 – 4000 a.C. e “cultura di Bonu Ighinu di Mara”,
al Neolitico Finale: IV millennio a.C. o 3200 a.C. e “cultura S. Michele
di Ozieri”).
- Grotta sepolcrale di Tanì, trovasi vicino all'omonima borgata in
località di “Baieddus de Sa Sedderenciu”, conosciuta anche come grotta
eneolitica di “Su Cungiadeddus o Cungiareddus de Serafini”, dal
Neolitico Medio, V millennio a.C. o 4700 – 4000 a.C. e “cultura di Bonu
Ighinu di Mara”, al Neolitico Finale: IV millennio a.C. o 3200 a.C. e
“cultura S. Michele di Ozieri”).
- Grotta preistorica detta "grotta di Serbariu" (Neolitico Recente: IV
millennio a.C. o 3400 a.C. - 3200 a.C. e “cultura di San Ciriaco di
Terralba”; età del Bronzo Antico: 2200 a.C. – 1900 a.C. e “cultura di
Bonnanaro”; età del Bronzo Medio: 1900 a.C. - 1600 a.C.; età del Bronzo
Finale: 1150 a.C. – 900 a.C.; età del Ferro: 900 a.C. - 750 a.C.).
- Grotta preistorica detta "grotta di Polifemo" (Neolitico Recente: IV
millennio a.C. o 3400 a.C. - 3200 a.C. e “cultura di San Ciriaco di
Terralba”; età del Bronzo Antico: 2200 a.C. – 1900 a.C. e “cultura di
Bonnanaro”; età del Bronzo Medio: 1900 a.C. - 1600 a.C.; età del Bronzo
Finale: 1150 a.C. – 900 a.C.; età del Ferro: 900 a.C. - 750 a.C.).
- Grotta preistorica detta "grotta Sa Dom'e S'Orcu" (Neolitico
Recente: IV millennio a.C. o 3400 a.C. - 3200 a.C. e “cultura di San
Ciriaco di Terralba”; età del Bronzo Antico: 2200 a.C. – 1900 a.C. e
“cultura di Bonnanaro”; età del Bronzo Medio: 1900 a.C. - 1600 a.C.; età
del Bronzo Finale: 1150 a.C. – 900 a.C.; età del Ferro: 900 a.C. - 750
a.C.).
- Grotta preistorica di Sa Turrita (Neolitico Recente: IV millennio
a.C. o 3400 a.C. - 3200 a.C. e “cultura di San Ciriaco di Terralba”; età
del Bronzo Antico: 2200 a.C. – 1900 a.C. e “cultura di Bonnanaro”; età
del Bronzo Medio: 1900 a.C. - 1600 a.C.; età del Bronzo Finale: 1150
a.C. – 900 a.C.; età del Ferro: 900 a.C. - 750 a.C.).
- Grotta preistorica detta "grotta della Campana" (Neolitico Recente:
IV millennio a.C. o 3400 a.C. - 3200 a.C. e “cultura di San Ciriaco di
Terralba”; età del Bronzo Antico: 2200 a.C. – 1900 a.C. e “cultura di
Bonnanaro”; età del Bronzo Medio: 1900 a.C. - 1600 a.C.; età del Bronzo
Finale: 1150 a.C. – 900 a.C.; età del Ferro: 900 a.C. - 750 a.C.).
- Grotta preistorica "grotta della Volpe" (Neolitico Recente: IV
millennio a.C. o 3400 a.C. - 3200 a.C. e “cultura di San Ciriaco di
Terralba”; età del Bronzo Antico: 2200 a.C. – 1900 a.C. e “cultura di
Bonnanaro”; età del Bronzo Medio: 1900 a.C. - 1600 a.C.; età del Bronzo
Finale: 1150 a.C. – 900 a.C.; età del Ferro: 900 a.C. - 750 a.C.).
- Parco urbano e necropoli a domus de janas di Cannas di Sotto (18
tombe collettive a pozzetto verticale o a ingresso orizzontale;
Neolitico Finale: IV millennio a.C. o 3200 a.C. – 2800 a.C. e cultura S.
Michele di Ozieri”; Eneolitico: 2800 a.C. – 1800 a.C.), praticamente
inglobata nel tessuto urbano si trova una necropoli ipogea, in parte
ancora inesplorata.
- Necropoli a domus de janas di Cùccuru Su Cardolinu di Monte Crobu (4
tombe ipogeiche di tipo collettivo; Neolitico Finale: IV millennio a.C.
o 3200 a.C. – 2800 a.C. e “cultura S. Michele di Ozieri”), in questa
località sono state rinvenute delle domus de janas risalenti al
neolitico.
Il nuraghe Sirai, ai piedi dell'omonimo colle
- Area ambientale dei Tafoni di Monte Crobu.
- Necropoli a domus de janas di Corona Maria nella pineta nord di Cortoghiana.
- Siti abitativi preistorici di Barbusi – rio Flumentepido. (3
insediamenti preistorici; Neolitico Finale: IV millennio a.C. o 3200
a.C., e Inizio Eneolitico: III millennio a.C. o 2800 a.C. – 2500 a.C. e
“cultura sub-Ozieri”)
- Insediamenti preistorici del Poliambulantorio – Valle Rio Cannas
(Neolitico Finale: IV millennio a.C. o 3200 a.C., e Inizio Eneolitico:
III millennio a.C. o 2800 a.C. – 2500 a.C. e “cultura sub-Ozieri”).
- Grotta preistorica detta "A.C.A.I. – Valle Rio Cannas" (Inizio
eneolitico: III millennio a.C. o 2800 a.C. e “cultura sub-Ozieri”;
Eneolitico Recente: III millennio a.C. o 2500 a.C. – 1800 a.C. e
“cultura di Monte Claro”).
- Riparo sottoroccia preistorico di Coderra (età del Bronzo Antico:
2200 a.C. – 1900 a.C. e “cultura di Bonnanaro”), vicino al rio Santu
Milanu.
- Area archeologica nuraghe Paristeris in località Cannas (età del
Bronzo Medio: 1900 a.C. - 1600 a.C. e “Civiltà Nuragica”; età del Bronzo
Recente: 1600 a.C. - 1300 a.C.; età del Bronzo Finale: 1150 a.C. – 900
a.C.; età del Ferro, 900 a.C. – 500 d.C., fase Ferro II fine VII secolo
a.C. e VI secolo a.C.).
- Area archeologica nuraghe Su Conti nel casale Medau Su Conti (età
del Bronzo Medio: 1900 a.C. - 1600 a.C. e “Civiltà Nuragica”; età del
Bronzo Recente: 1600 a.C. - 1300 a.C.; età del Bronzo Finale: 1150 a.C. –
900 a.C.; età del Ferro, 900 a.C. – 500 d.C., fase Ferro II fine VII
secolo a.C. e VI secolo a.C.).
- Parco archeologico del complesso nuragico nuraghe Sirai (fortezza e
abitato) (età del Bronzo Medio: 1900 a.C. - 1600 a.C. e “Civiltà
Nuragica”; età del Bronzo Recente: 1600 a.C. - 1300 a.C.; età del Bronzo
Finale: 1150 a.C. – 900 a.C.; età del Ferro, 900 a.C. – 500 d.C., fase
Ferro II fine VII secolo a.C. e VI secolo a.C.).
- Parco archeologico nuragico-fenicio-punico di Monte Sirai
("civiltà Nuragica": 1600 a.C.; “civiltà Fenicia”: 750 a.C.; “Civiltà
Punica”: 520 a.C.; “età Neo-Punica o Ellenistica”: 520 a.C.; “Civiltà
Romana”: 230 a.C.). Situato nella periferia nord-ovest della città,
ospita una vasta area di interesse archeologico con una necropoli fenicio-punica e un tophet. Inoltre poco distanti si trovano varie domus de janas di epoca neolitica e i resti di diversi nuraghi.
- Percorso archeologico fenico-punico e romano dell'antica strada o via Sulcitana in località Sirai.
- Antico villaggio medievale del casale abbandonato di Medau Sa Turri,
già sito nuragico, fenicio-punico, romano e medioevale nella valle del
rio Santu Milanu.
Architetture religiose
La chiesa di San Ponziano col suo campanile
- Chiesa di San Ponziano (1938 - ing. Cesare Valle
e arch. Ignazio Guidi): la principale chiesa cittadina, situata nella
centrale piazza Roma, fu inaugurata con la città e consacrata il 18 novembre 1939. Realizzata in stile neoromanico
e basata su progetto degli architetti della fondazione cittadina Valle e
Guidi, presenta una forma dell'edificio rettangolare con pianta interna
a croce suddivisa in una navata centrale e due laterali. All'esterno i
materiali maggiormente utilizzati in fase di costruzione sono il granito e la trachite,
con quest'ultima che caratterizza buona parte degli edifici del centro
cittadino. La chiesa fu danneggiata in maniera importante dai
bombardamenti del 1943, che distrussero il rosone originale. A fianco
della chiesa sorge il campanile a pianta quadrata, alto 44,7 metri[31], realizzato anch'esso in trachite (a parte la cuspide) e che riprende le linee di quello di Aquileia[31].
- Chiesetta operaia del rione "Lotto B", o ex chiesa Beata Vergine dell'Addolorata (1947): caratteristica chiesetta situata nel quartiere, ottenuta dalla trasformazione di un ex camerone presente nella zona di via Sicilia. Caratterizzata da un piccolo campaniletto a vela nella facciata, fu chiusa nel 1958, anno di apertura della nuova chiesa della Beata Vergine Addolorata, situata nel vicino quartiere di Rosmarino.
- Chiesa Beata Vergine Addolorata (1958)
- Chiesa Gesù Divino Operaio (1953)
- Chiesa di Santa Barbara
(1938): La chiesa della frazione di Bacu Abis fu edificata in seguito a
un voto fatto dai minatori delle miniere di questa località, minatori
di cui Santa Barbara è la patrona. Costruita in stile razionalista, è
affiancata da un campanile alto circa 15 metri. Nelle vicinanze si trova
anche la Grotta di Lourdes, una riproduzione in scala di quella della città francese, realizzata nel 1953.
- Chiesa di Santa Maria a Flumentepido e rovine dell'antico monastero benedettino (XI secolo): situata nella frazione di Flumentepido, risale all'XI secolo, di stile romanico, presenta una facciata con campanile a vela e interno a navata unica.
- Chiesetta di Santa Lucia di Sirri (di origine medievale): situata fuori dall'abitato di Sirri, risalente forse al periodo giudicale, ma fortemente rimaneggiata.
- Chiesetta di Santa Barbara di Piolanas (di origine medievale):
situata in località Piolanas (nel Medau o Casale Manca), risalente
forse al periodo giudicale, ma fortemente alterata dai pesanti restauri;
vicino si trova l'antica strada medievale detta Sa reliquia (percorso da Barega a Barbusi).
Architetture civili
- Torre Civica
(1938 - arch. Gustavo Pulitzer-Finali): situata in piazza Roma, è alta
27.5 metri suddivisi in 5 piani. Nota come torre Littoria durante il
regime fascista, da questo edificio Mussolini pronunciò il discorso di
inaugurazione della città. Nata come casa del fascio, fu utilizzata per vari scopi nel corso degli anni, fu tra le altre cose sede della Pretura sino agli anni settanta. Oggi ospita alcuni uffici comunali.
- Teatro Centrale (1938 - arch. Gustavo Pulitzer-Finali): situato in piazza Roma, a lungo fu utilizzato anche come cinema.
- Dopolavoro Centrale (1938 - arch. Gustavo Pulitzer-Finali): situato
tra la torre Civica e il teatro Centrale questo edificio a due piani,
ristrutturato recentemente, ospita tra l'altro la sala del consiglio
comunale.
- Palazzo Municipale (1938 - ing. Cesare Valle e arch. Ignazio Guidi): occupa il lato ovest della piazza Roma.
- Villa Sulcis
(1938 - arch. Eugenio Montuori): situata nell'omonimo parco, fu la
residenza di servizio del direttore delle miniere cittadine. Ospita oggi
l'omonimo museo archeologico.
- Scuola Nord o liceo classico (1938): situato in via Brigata Sassari
- Asilo infantile (1938): situato in via Brigata Sassari
- Scuola Sud ora scuola media Satta (1938): situato in via della Vittoria
- Albergo Centrale (1938 - arch. Eugenio Montuori): ubicato in via Fosse Ardeatine
- 10 alberghi operai (1938): ubicati in via Umbria, via Costituente e via Mazzini
- Cine-Dopolavoro-Torretta comunitaria (1938 - arch. Gustavo Pulitzer-Finali e aiuti): ubicato in piazza S. Barbara a Bacu Abis
- Dopolavoro rionale Nord o Rosmarino (1938 - arch. Gustavo Pulitzer-Finali e aiuti): ubicato in piazza Primo maggio
- Dopolavoro rionale ora parrocchia San Giovanni Bosco (1938 - arch. Gustavo Pulitzer-Finali e aiuti): ubicato in via Coghinas
- Dopolavoro rionale (1938 - arch. Gustavo Pulitzer-Finali e aiuti): ubicato in piazza Marinai d'Italia
- Dopolavoro rionale Sud (1938 - arch. Gustavo Pulitzer-Finali e aiuti): ubicati tra via della Vittoria e via Mazzini
- Edificio dell'istituto tecnico commerciale Beccaria, già centro di
accoglienza per minatori (1939 - arch. Eugenio Montuori): ubicato in
piazza Repubblica
- 2 edifici tipo "L" (1939 - arch. Eugenio Montuori): ubicati tra piazza Repubblica e via Costituente
- Palazzo Ceva (o Ce.Va) (1940 - arch. Eugenio Montuori, con aiuti dei tecnici Ceppi e Varsi): ubicato in piazza Iglesias
- Isolato e rione palazzoni di Serbariu (1940 - arch. Eugenio Montuori e aiuti): ubicati tra via Sanzio e via Manzoni
- Complesso ex Nucleo Carabinieri ora sede della giunta provinciale (1940): ubicato in via Fertilia
- Direzione della miniera o villa di Anselmo Roux (casa padronale di fine ottocento): via Pietro Micca a Bacu Abis
- Portici di Piazza Venezia (1940-'42): piazza centrale di Cortoghiana porticata e con edifici a portici
Miniere
I resti delle strutture della ex miniera carbonifera di Cortoghiana.
Gli impianti minerari del
bacino carbonifero del Sulcis,
si trovavano per la maggior parte nel territorio di Carbonia con tutti
gli impianti dismessi costituiti da 5 vecchie miniere e 36 pozzi
d'estrazione abbandonati, dei quali alcuni riconvertiti ad uso museale o
come siti di memoria collettiva dell'epoca mineraria.
- Località di Terra Segada: area del primo giacimento carbonifero di Cannamenda, vicino al casale di Medau Brau.
- Miniera di Bacu Abis:
nell'omonimo giacimento carbonifero, con gli impianti estrattivi di
pozzo Roth, pozzo Emilio, pozzo Castoldi, pozzo Nuovo, e col vecchio
edificio minerario “impianto vagliatura”.
- Miniera di Caput Acquas
e di Piolanas, situato nell'omonimo giacimento di Caput Acquas (o
Piolanas Sud): con gli impianti estrattivi di pozzo Caput Acquas, pozzo
Tolmetta, pozzo Zara, pozzo Is Piras, pozzo D, e in quello di Piolanas
(o Piolanas Nord): pozzo Piolanas.
- Complesso della Miniera di Serbariu:
nel giacimento carbonifero di Serbariu - Nuraxeddu con gli impianti
estrattivi di pozzo 1, pozzo 2, pozzo 3, pozzo 4, pozzo 5, pozzo 6,
pozzo 7, pozzo Nuraxeddu Vecchio, pozzo del Fico. È stata la principale
miniera del bacino carbonifero del Sulcis
(le cui due torri costituiscono di fatto uno dei simboli della città),
chiusa negli anni sessanta, ospita oggi il Centro Italiano della Cultura
del Carbone, con il Museo del Carbone che illustra la storia del
carbone, delle miniere e dei minatori. È possibile inoltre visitare la
galleria sotterranea.
- Miniera di Sirai,
nel giacimento carbonifero di Sirai - Schisorgiu con gli impianti
estrattivi di pozzo 8, pozzo 9, pozzo 10, pozzo 11, pozzo 12, pozzo
Sirai, pozzo Tanas, pozzo Schisorgiu, pozzo Vigna, pozzo Barbusi, pozzo
Nuraxeddu Nuovo.
- Complesso della Miniera di Cortoghiana,
nel giacimento carbonifero di Cortoghiana Nuova, diversi edifici ed
impianti estrattivi vicino all'omonima frazione: Cortoghiana Vecchia,
pozzo Est, Cortoghiana Nuova - pozzo 1, Cortoghiana Nuova - pozzo 2,
direzione Mineraria e cippo commemorativo in pietra, officine
meccaniche, magazzini, centrale elettrica e laveria.
- Miniera carbonifera di Terra Niedda già conosciuta come Littòria Quinta: pozzo 1, pozzo 2.
Altro
Piazza Roma, con la statua Frammento di Vuoto I, il palazzo municipale e il campanile della chiesa di San Ponziano.
- Piazza Roma: Tipico esempio di architettura fascista, è il cuore
sociale della città. Sorge sul monte Fossone, e ospita buona parte degli
edifici della vita pubblica cittadina. Ristrutturata a inizio
millennio, con la rimozione della strada interna creata nel dopoguerra e
il rifacimento della pavimentazione e degli arredi urbani, nel 2007 uno studio di 5 università europee l'ha inserita tra le 60 piazze più vivibili d'Europa[32].
- Via Crucis (1938): Quadri lignei di Eugenio Tavolara nella chiesa di San Ponziano.
- Santa Barbara (1938): Statua in marmo bianco di Carrara di Gavino Tilocca collocata dal 1994 nel chiostro della chiesa di San Ponziano.
- Bassorilievo allegorico marmoreo (1939): Bassorilievo di Venanzo Crocetti, nell'ex sacrario della torre Civica.
- Nascita di Carbonia (1938): Quadro futurista di Corrado Forlin, nell'ex sala udienze (o del Direttorio) della torre Civica.
- Frammento di Vuoto I(2005[33]): Una delle ultime sculture realizzate da Giò Pomodoro prima della sua morte, si trova davanti al palazzo del comune in piazza Roma. È formata da un grande blocco di marmo bianco di Carrara, con dinanzi una vasca d'acqua a pianta rettangolare.
- Pietra sonora: Statua di Pinuccio Sciola, in grado di produrre particolari suoni se strofinata in una certa maniera, situata davanti all'ingresso del teatro Centrale.
Il Monumento al Minatore.
- Monumento al Minatore (1988): Situata nei giardini pubblici tra piazza Roma e via Roma, questa statua in bronzo di Giuseppe Vasari fu posta in occasione del cinquantenario della fondazione della città a ricordo dei propri minatori.
- Monumento ai Caduti: Statua posta in piazza Rinascita in onore dei caduti delle guerre, realizzata dallo scultore Franco D'Aspro nel 1954.
- Madonnina del Minatore: Statua della Beata Vergine dell'Addolorata
posta sulla sommità del Colle detto Monte Rosmarino, realizzata dallo
scultore Franco D'Aspro nel 1960.
Altre opere perdute
- Leone bronzeo con fascio littorio (1938): scultura posta sul lato esterno della torre Civica, fuso nel 1943, opera di Marcello Mascherini.
- Vetrata allegorica (1938): con Santa Barbara e San Ponziano di Filippo Figari, collocata nel rosone della chiesa di San Ponziano, andata distrutta durante i bombardamenti del 1943.
- Ardentismo del creatore di Carbonia (1939): opera pittorica di Corrado Forlin.
Aree naturali
- Monte Rosmarino: piccolo colle (156 metri) inglobato nel tessuto
urbano, è la principale area verde cittadina. Dotato di una vasta pineta
frequentata dagli amanti del jogging e di un'area giochi per bambini,
in cima ospita una statua dedicata alla Madonna del minatore, anch'essa
realizzata da Franco d'Aspro, posta nel 1958.
- Pineta Nord di Cortoghiana: area verde sistemata soprattutto a pini con resti nuragici e domus de janas.
- Pineta Sud di Cortoghiana: area verde sistemata soprattutto a pini.
- Area ambientale della valle del rio Anguiddas: Is Arrùs de Riu
Anguiddas e S'Ega de Is Elmas, area verde con lecci secolari sopra la
valle di rio Anguiddas ricca di domus de janas, tra Cortoghiana e Nuraxi
Figus.
- Pineta di Bacu Abis: area verde sistemata soprattutto a pini.
- Olivastro millennario di Barbusi.
- Oasi naturalistica di Is Pireddas: area con vegetazione tipica di macchia mediterranea.
Società
Evoluzione demografica
Il numero di abitanti di Carbonia nei primi decenni della sua storia è
stato strettamente legato all'andamento dell'attività delle miniere
cittadine, in particolare di quella di Serbariu.
Il popolamento di Carbonia ha avuto un andamento oscillante, legato
allo sviluppo produttivo delle attività carbonifere, con rapidi
incrementi in pochi anni fino a far diventare la città il terzo comune
più popolato della Sardegna (con quasi 60.000 abitanti domiciliati),
dopo Cagliari e Sassari, e il primo centro di fondazione autarchica
d'Italia per popolazione fino agli anni sessanta. Mentre, dagli anni
sessanta in avanti, il popolamento di Carbonia fece registrare continui e
progressivi decrementi a causa dell'emigrazione, dovuta in gran parte
alla quasi completa chiusura del bacino carbonifero e dei relativi
impianti minerari, con la riduzione del personale addetto e alla
diminuzione delle attività estrattive del carbone. Così, si passò da
circa ventimila lavoratori a poco più di un qualche centinaio di
dipendenti dell'azienda carbonifera, rimasti nelle ultime due miniere di
carbone ancora attive, ubicate però nel vicino comune di Gonnesa, fuori
dal territorio comunale carboniense. Questo andamento così oscillante
della popolazione ha fatto registrare negli uffici anagrafici comunali
la seguente situazione in 70 anni: a Carbonia sono nate più di 200.000
persone e hanno avuto la residenza circa 500.000 abitanti, con presenze
valutate e stimate in un numero superiore per almeno tre mesi. Fotografa
bene quel periodo il seguente detto popolare diffuso in Sardegna: “Si
calincunu perdit unu fillu, de siguru dd'agatat a Carbonia (Se qualcuno
perde un figlio, di sicuro lo ritrova a Carbonia)”. Con la crisi
economica che ha colpito il territorio dagli
anni novanta
in poi, Carbonia ha subito un progressivo calo demografico che l'ha
portata negli ultimi anni al di sotto della quota 30.000 abitanti
[34]. Ciò nonostante Carbonia è attualmente l'ottavo comune in Sardegna per numero di abitanti
[1].
Abitanti censiti
Etnie
Gli abitanti di Carbonia sono denominati carboniènsi, a volte carbonièsi (in
sardo carbonièsus o
carboniàntis).
La caratteristica particolare di questo comune, che è un centro di
fondazione autarchica e fascista, è costituita dal fatto che ha una
popolazione originaria eterogenea, quasi
multietnica, proveniente
da diverse zone della Sardegna e dell'Italia, inizialmente dai centri
di tradizione mineraria. Tutto questo fa di Carbonia un comune diverso
rispetto a tutti gli altri della
Sardegna; ed è questa la ragione per cui in questa città non esiste un dialetto proprio del sardo, ma un
italiano regionale
aventi sue caratteristiche espressioni gergali, costituendo
necessariamente una sorta di lingua franca che consentì la comunicazione
fra loro delle diverse comunità presenti nel comune, benché ora siano
più omogenee e meno divise rispetto al passato. Il sardo di
variante campidanese rimane comunque, oltre all'
italiano,
la lingua più diffusa e compresa, benché sia ormai relegata ad
esclamazioni, espressioni gergali od all'ambito familiare, e poco
parlata anche tra i sardi residenti in città. Città in cui però si
trovano, per le ragioni prima menzionate, anche comunità numerose di
origine
abruzzese,
calabrese,
emiliana,
friulana,
lucana,
marchigiana,
pugliese,
siciliana,
toscana,
umbra,
veneta e di altre parti d'
Italia:
insomma, quasi tutte le province italiane sono, o sono state, qui
rappresentate, comprese quelle della regione giuliano-istriana e
quarnerina, con famiglie provenienti dalle città e provincie di
Pola, di
Fiume e di
Trieste, in particolare dai comuni di
Albona,
Arsia,
Fasana,
Gallignana,
Pisino,
Sanvincenti. Le provincie più rappresentate nel 1938, anno di fondazione, erano quelle di
Chieti con 291 individui,
Pesaro (275),
Potenza (224),
Treviso (157),
Belluno (141) e
Caltanissetta (111).
La sede della Provincia di Carbonia-Iglesias di via Mazzini. La
struttura in origine era uno dei numerosi alberghi operai presenti in
città.
Istituzioni, enti e associazioni
Carbonia oltre a essere capoluogo della provincia di
Carbonia-Iglesias, è sede anche di parte degli organi di governo
dell'ente (altri si trovano ad Iglesias). Nelle sedi di via Fertilia e
via Mazzini hanno infatti sede numerosi uffici dell'ente, tra cui quelli
del Presidente e della Giunta.
A Carbonia ha inoltre sede l'ospedale Sirai. Situato nella periferia
nord della città, è uno dei tre nosocomi attivi nel territorio
provinciale.
Cultura
Biblioteche
- Biblioteca comunale: viale Arsia (parco Villa Sulcis) (sedi
periferiche nelle frazioni di Cortoghiana, Bacu Abis, Is Gannaus e
Barbusi)
- Mediateca comunale: viale Arsia (parco Villa Sulcis)
Scuole
Tra la città e le sue frazioni sono presenti 7
scuole dell'infanzia, 9
scuole primarie, 5
scuole secondarie di primo grado e 5
scuole secondarie di secondo grado
(di cui un liceo classico e linguistico, uno scientifico, due istituti
tecnici e uno professionale). Oltre a queste scuole pubbliche, le
suore Orsoline di San Girolamo gestiscono una scuola dell'infanzia, una primaria e una secondaria di primo grado parificate.
Musei
- Museo archeologico di Villa Sulcis: sito nel parco di Villa Sulcis,
ospita vari reperti rinvenuti nei siti archeologici della città e delle
vicinanze.
- Museo civico di Paleontologia e Speleologia "Edouard Alfred Martel": sito all'interno dell'area della miniera di Serbariu, ospita una collezione di reperti a partire dal cambriano inferiore sino al quaternario, (da 570 milioni di anni fa ad oggi).
- Museo del carbone - Centro italiano della cultura del carbone - Grande Miniera di Serbariu
- Museo sardo delle "attività agro-pastorali": raccolta di diversi materiali del mondo agro-pastorale presso il ristorante Tanit.
Media
Radio
Stampa
- arjAMagazine.com
- La Gazzetta del Sulcis-Iglesiente
- La Provincia del Sulcis-Iglesiente
Televisione
Personalità legate a Carbonia
- Guido Segre (Torino 1881 – Roma 1945), primo Presidente dell'A.Ca.I. (Azienda Carboni Italiana), artefice di Carbonia e del suo bacino carbonifero.
- Benito Mussolini (Dovia di Predappio 1883 - Giulino di Mezzegra 1945), fondatore della città
- Gustavo Pulitzer Finali (Trieste 1887 – Genova 1967), progettista di Bacu Abis e relatore del primo piano regolatore di Carbonia.
- Vittorio Tredici (Iglesias 1892 – Roma 1967), fondatore del centro urbano di Carbonia e unico sardo riconosciuto come Giusto tra le Nazioni da una speciale Commissione della Suprema Corte israeliana.
- Vitale Piga
( – ), già Podestà di Iglesias, collaboratore con Vittorio Tredici per
la salvaguardia del bacino carbonifero del Sulcis all'inizio degli anni
trenta del secolo scorso.
- Cesare Valle (Roma 1902 - Roma 2000), progettista della città
- Ignazio Guidi (Roma 1904 – Roma 1978), progettista della città
- Eugenio Montuori (Pesaro 1907 – Roma 1982), progettista del piano di espansione di Carbonia
- Valerio Tonini (), ingegnere primo costruttore di Carbonia
- Saverio Muratori (Modena 1910 – Roma 1973), architetto e progettista di Cortoghiana.
- Pietro Cocco (Iglesias 1917 - 2011), politico, già consigliere regionale e più volte sindaco della città (con il mandato più lungo)
- Giovanni Battista Loi noto Nanni (Buggerru 1934), politico, già deputato e senatore, da anni residente a Carbonia
- Ugo Bruno Piano (Carbonia 1950), il primo sindaco nativo di Carbonia, più volte sindaco della città
- Salvatore Cherchi (Banari 1950), politico, più volte parlamentare e sindaco della città, attuale Presidente della Provincia di Carbonia-Iglesias, da anni residente a Carbonia
- Sandro Ghiani (Carbonia 1953), attore
- Maria Gabriella Pinto (Carbonia 1958), politica, primo deputato originario di Carbonia a essere eletto in Parlamento
- Antonangelo Casula (Carbonia 1958), politico, ex sindaco della città e sottosegretario all'Economia nel Governo Prodi II
- Pierfranco Gaviano (Carbonia 1960), politico, primo Presidente della Provincia di Carbonia-Iglesias
- Fulvio Frisone (Carbonia 1966), fisico nucleare, studioso della fusione fredda
- Mauro Pili (Carbonia 1966), politico, attualmente deputato, già presidente della Giunta della Regione Sardegna
- Claudia Lombardo (Carbonia 1972), presidente dell'attuale Consiglio della Regione Sardegna
- Maurizio Pala, in arte Kill Mauri (Carbonia 1988), rapper.
Geografia antropica
Frazioni
Piazza Venezia a Cortoghiana, la più popolosa delle frazioni carboniensi.
Oltre al centro cittadino, il comune di Carbonia comprende varie
località distribuite al di fuori del perimetro urbano. Tra di esse, le
più popolose (
Bacu Abis,
Barbusi,
Cortoghiana,
Is Gannaus e
Serbariu) sino al
2011 hanno costituito delle circoscrizioni municipali extraurbane.
Economia
Si è affermata ora a Carbonia, che sembrava destinata alla scomparsa
senza tanti rimpianti, un tipo di attività economica diversificata, dopo
la chiusura di quasi tutti gli impianti del bacino carbonifero
sulcitano, che la caratterizzavano con un'economia monoculturale. La
città di Carbonia, quindi, seppur faticosamente e lentamente, sta
trovando nuovi equilibri e sviluppo nel terziario come centro di servizi
non solo per il territorio del Sulcis (circa 85.000 abitanti), ma
conquistato il ruolo di capoluogo (benché in condominio con Iglesias)
nella neo-costituita provincia di Carbonia-Iglesias, ma anche oltre lo
stesso territorio provinciale della Sardegna sud-occidentale.
Questo sviluppo economico è limitato, però, dal fatto che Carbonia ha
avuto, e mantiene ancora, la caratteristica di città aziendale, come
Arsia in Istria e
Torviscosa nel
Friuli,
dove, fino a qualche decennio fa, non esisteva quasi il suolo pubblico.
Infatti, le strade urbane, tutti gli impianti d'illuminazione, i
sottoservizi idrici e fognari appartenevano all'A.Ca.I. (Azienda Carboni
Italiani), che tramite la
Carbosarda
gestiva e possedeva non solo tutti gli impianti produttivi e
industriali dell'intero bacino carbonifero del Sulcis, ma anche quasi
tutto il patrimonio immobiliare di Carbonia e delle frazioni minerarie
di Bacu Abis e di Cortoghiana, dove ogni casa e ogni edificio, sia per
uso abitativo o pubblico, apparteneva alla sunnominata società
mineraria. Persino il Palazzo Comunale e la chiesa di San Ponziano (la
prima e più importante parrocchia della città) appartenevano alla
società A.Ca.I., alla quale veniva pagato, addirittura, un affitto
seppur simbolico di poche lire.
In questi decenni la situazione è cambiata anche se la maggior parte
del patrimonio immobiliare del Comune di Carbonia appartiene ancora a
società, che ebbero attività minerarie ora dismesse e hanno il loro
domicilio legale fuori dalla Sardegna; oppure all'Istituto Autonomo per
le Case Popolari (con sede a Cagliari), diventato ora A.R.E.A. (Azienda
Regionale di Edilizia Abitativa), che possiede da molti anni e detiene
ancora quasi il cinquanta per cento del patrimonio abitativo nel comune
già minerario. Tutto questa situazione influisce non poco su un normale
sviluppo edilizio ed economico di questa città, che si sta battendo
perché la maggior parte del patrimonio immobiliare, presente nel comune
carboniense, sia affrancato e restituito alla sua comunità.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Carbonia è raggiungibile attraverso
Ferrovia
Il capolinea ferroviario di Carbonia Serbariu
Carbonia dal
1956 è capolinea della diramazione
Carbonia-Villamassargia delle
Ferrovie dello Stato, che nella
stazione di Villamassargia si congiunge con la tratta principale
Iglesias-Decimomannu-
Cagliari. Il capoluogo regionale dista 68
km
e i tempi di percorrenza oscillano tra i 55 e gli 80 minuti, a seconda
che i treni siano diretti o meno (nel secondo caso a Villamassargia si
ha la coincidenza col treno per Cagliari) e dal numero di fermate
intermedie. Lo scalo ferroviario cittadino per i treni passeggeri dal
2011 è la
stazione di Carbonia Serbariu,
progettata con caratteristiche di centro intermodale passeggeri per
ospitare in una stessa struttura i capolinea dei treni e delle autolinee
extraurbane. L'originaria stazione FS carboniense di
Carbonia Stato è attiva invece per il solo traffico merci.
Sino al
1974 Carbonia era attraversata anche da un'altra ferrovia, la
San Giovanni Suergiu-Iglesias, gestita dalle
Ferrovie Meridionali Sarde, che permetteva di raggiungere in treno dalla città Iglesias e i comuni dell'
isola di Sant'Antioco. Tali collegamenti sono oggi espletati con autolinee.
Autolinee
Carbonia è collegata al resto del territorio provinciale ed a Cagliari dagli autobus dell'
ARST. La società dispone inoltre di una propria sede in città, con depositi e officine.
Mobilità urbana
La mobilità pubblica nel centro cittadino è garantita da 2 autolinee
urbane dell'ARST, che effettuano tra gli altri collegamenti con la zona
del cimitero, con l'ospedale Sirai, col centro città e con la stazione
di Carbonia Serbariu.
Amministrazione
Amministrazioni precedenti
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note |
Dati dopoguerra
[45][46]
Gemellaggi
Carbonia è gemellata con:
Sport
La principale squadra di calcio della città è l'
A.S.D. A.C. Carbonia Calcio, che attualmente milita nell'
Eccellenza, che ha all'attivo varie stagioni in
Serie C e
Serie D.
Il miglior risultato conseguito dalla squadra biancoblu è un terzo
posto in serie C negli anni cinquanta, a un punto dalle squadre promosse
in
serie B. Altre storiche società carboniensi sono la Polisportiva Sguotti, attiva sino al
2008
nei campionati regionali e oggi solo nel settore giovanile, il Carbonia
Sud e la Polisportiva Don Bosco, anch'esse attive solo nei livelli
giovanili. Nelle frazioni da citare l'Atletico Cortoghiana, attualmente
impegnato in
Prima Categoria.
Altre società militano nei campionati minori e in quelli per categorie
giovanili. Varie le società attive negli altri sport, si spazia dal
basket alla
pallavolo, dal
rugby alla
ginnastica artistica, dall'
hockey su pista al
tennis, sino all'
atletica leggera.
Nella maggior parte dei casi le squadre competono a livello provinciale
o regionale, anche se non mancano le eccezioni nella storia dello sport
carboniense. Le società cittadine di pattinaggio ad esempio negli
ultimi decenni hanno più volte lanciato campioni affermatisi poi a
livello europeo e mondiale.
Impianti sportivi
Lo stadio
Carlo Zoboli visto da monte Leone
- Stadio Carlo Zoboli: sito nel viale del Minatore[48], ospita le partite dell'Associazione Sportiva Dilettanti Carbonia Calcio (Eccellenza). Inaugurato il 21 maggio 1940 come Campo Sportivo della Gioventù Italiana del Littorio, fu intitolato l'anno seguente a Costanzo Ciano, per poi prendere la denominazione di stadio Comunale dalla fine del regime fascista sino al 9 settembre 2011, data in cui l'impianto è stato intitolato a Carlo Zoboli[49], giocatore simbolo del Carbonia[50] con cui giocò negli anni cinquanta e sessanta. Nel 1947 nel perimetro del campo di gioco fu costruito un velodromo, su cui corsero tra gli altri anche Fausto Coppi e Gino Bartali[50][51].
Negli anni il velodromo è stato però sempre meno utilizzato sino a
cadere in disuso, anche per via del progressivo deterioramento delle due
curve sopraelevate. I due rettilinei furono demoliti a fine anni
sessanta[51] per far posto a una pista d'atletica in asfalto[51]. L'impianto dispone attualmente di una capacità massima di 3.500 posti[52].
- Campo comunale Giuseppe Dettori: utilizzato per atletica, rugby
e calcio (in più occasioni ha ospitato le partite casalinghe del
Carbonia quando lo stadio Zoboli non era disponibile), è stato sede del
memorial Mirko Masala, meeting a livello regionale e nazionale di
atletica leggera che si disputava in passato in città.
- Palazzetto dello sport: realizzato a inizio anni 2000, è utilizzato per basket, pallavolo, calcio a 5 e per altri sport da effettuare al chiuso
- Piscina comunale: situata in via delle Cernitrici, si svolgono gare di nuoto e pallanuoto.
- Cittadella sportiva: compresa tra via Balilla e via dello Sport, comprende campi da tennis, una pista da hockey, un campo da calcio a 5 in sintetico, un campo multifunzinale, un pattinodromo oltre al campo Dettori.
Personalità sportive legate a Carbonia
Note
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- ^ Decreto Prefettizio di nomina n. 3591 del 17/08/1938
- ^ Decreto Prefettizio di nomina n. 5701 del 15/12/1938
- ^ Verbale di Giuramento del 16/10/1939
- ^ Decreto Prefettizio di nomina n. 2170 del 21/06/1944
- ^ a b c d e Dimissionario
- ^ Su nomina del Prefetto
- ^ Decreto Prefettizio di nomina n. 4256 del 28/12/1944
- ^ Decaduto
dalla carica per incompatibilità con quella di Presidente della
Provincia di Carbonia-Iglesias, a cui Cherchi è stato eletto nella
votazioni del 30 e del 31 maggio 2010.
- ^ Subentrata al Sindaco Salvatore Cherchi
in seguito alla decadenza dalla carica di quest'ultimo conseguente alla
sua elezione a Presidente della Provincia di Carbonia-Iglesias
- ^ Gianfranco Nurra. Tredici alla guida del municipio in sessantadue anni. La Nuova Sardegna, 9-6-2006. URL consultato in data 17-10-2008.
- ^ La Carbonia rossa. URL consultato in data 17-10-2008.
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- ^ Giuseppe Casti. Intitolazione Stadio Comunale "Carlo Zoboli". Comune di Carbonia. URL consultato in data 9 settembre 2011.
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- ^ Il Comunale non è da azzurrini in La Nuova Sardegna. 23 gennaio 2005. URL consultato in data 15 settembre 2011.
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Bibliografia
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- Maria Stella Rollandi, Miniere e minatori in Sardegna. Dalla crisi del dopoguerra alla nascita di Carbonia (1919 - 1939), Cagliari, Edizioni Della Torre, 1981.
- Aldo Cesaraccio; Antonello Mattone; Giuseppe Melis Bassu, Mussolini in Sardegna, ristampa anastatica del volume Il Duce in Sardegna, Cagliari, GIA Editrice [1942], 1983.
- Virginio Bettini, Borotalco nero carbone tra sfida autarchica e questione ambientale, Milano, Franco Angeli Editore, 1984.
- Alberto Vacca, Carbonia e i problemi dell'industria carbonifera sarda (1936 – 1976), Cagliari, Edizioni Della Torre, 1985.
- Massimo Carta, Carbonia: realtà da 50 anni, Nuoro, Cooperativa Grafica Nuorese, 1986.
- Provincia di Cagliari - Assessorato Tutela Ambiente ed Ecologia (a cura di), Gassificazione del carbone Sulcis: l'alternativa ecologica, Cagliari, Emme 4 s.r.l., 1987.
- Giuseppe Are; Marco Costa, Carbosarda. Attese e delusioni di una fonte energetica nazionale, Milano, Franco Angeli Editore, 1989.
- Piero Bartoloni; Sandro Filippo Bondì;Luisa Anna Marras, Monte Sirai, Roma, Libreria dello Stato - Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1992.
- Franco Reina, Carbonia, Carbosarda. Passione per la squadra biancoblù. La storia dal 1939 al 2000, Giampaolo Cirronis Editore.
- Mauro Pistis (luglio - dicembre 2007). Lettera al Sindaco di Arsia.. Il Gazzettino della "Dante" Albonese XII (34): 16.
- Museo Archeologico Villa Sulcis Carbonia - Guida alle esposizioni, Envisual Carbonia, 2008.
- Monumenti Aperti - Guida ai monumenti, Comune di Carbonia, edizioni annuali dal 2004 al 2010.
- Giorgio Peghin; Antonella Sanna, Carbonia. Città del Novecento, Milano, Skira Editore, 2009.
- Ruggero Soru, Il Paese delle Sirene (racconto a fumetti), Carbonia, Ediguida Srl, 2010.
- Massimo Carta, Carbonia - 70 anni: 1938 - 2008, Carbonia, Iglesias, Edizioni Sulcis, 2010.
- Sardis...l'Isola del Dio Sole (Archeologia del territorio) di Sebastian Solinas - Editore S.S.- (Carbonia 2004)
Romanzi ambientati a Carbonia
- Valerio Tonini, Terra del carbone, Modena, Guanda Editore, 1943.
- Bruno Rombi, Una donna di carbone, Cagliari, Condaghes editore, 2004.
- Fabrizio Fenu, La bambina e la miniera, Cagliari, Arkadia editore, 2009.
- Fabrizio Fenu, Flavia e il minatore, Cagliari, Arkadia editore, 2010.
- Giulio Angioni, Doppio cielo, Nuoro, Il Maestrale, 2010.
Filmografia
- Viaggio di S.E. il Capo del Governo in Sardegna (9 maggio 1935: Benito Mussolini a Bacu Abis), b/n - sonoro, Istituto Nazionale Luce - Roma, 1935.
- Italia. Carbonia. Mussolini arriva in Sardegna per inaugurare la città mineraria di Carbonia, b/n - sonoro, Istituto Nazionale Luce - Roma (Giornale Luce B1431 del 21/12/1938), 1938.
- Carbonia
1941 (Documentario detto anche "La Storia di Carbonia", Realizzazione:
Cerchio Fernando, Fotografia: Iannarelli Angelo, Musica: Fusco
Giovanni), b/n - sonoro, Istituto Nazionale Luce - Roma, 1941.
- Il Duce in Sardegna. "Momenti ed episodi della visita del Duce in Sardegna" (Carbonia e Cortoghiana), b/n - sonoro, Istituto Nazionale Luce - Roma (Giornale Luce C0250 del 28/05/1942), 1942.
- Oro nero (1942), b/n - sonoro (regia: Camillo Mastrocinque e co-regia di Enrico Guazzoni, interpreti: Juan de Landa, Carla Candiani, Mara Landi, Lora Silvani, Federico Benfer, Giuseppe Rinaldi, Elena Altieri, Carletto Romano, Aldo Fiorelli, Pietro Pastore, Gianni Giotti, Maria Guerra, Gianni Glori, Lino Pavesi e altri), Fono Roma E.I.A. - Roma, 1943.
- Voce d'Italia n. 4: luglio 1943 (Documentario sulle opere del regime come Carbonia), b/n - sonoro, Istituto Nazionale Luce - Roma, 1943.
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