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venerdì 31 agosto 2012

L'avvocato difensore di Paolo Gabriele abbandona l'incarico; per quale motivo? Chi si cela dietro la sua improvvisa rinuncia? Quali segreti ancora nasconde l'ex-maggiordomo del Papa? Io sto con Paolo Gabriele, è lui il vero eroe che voleva salvare la Santa Madre Chiesa dalla corruzione e dal peccato di vanità e di ingordigia dei vertici dello Stato del Vaticano!

L'avvocato Carlo Fusco ha lasciato la difesa di Paolo Gabriele, il maggiordomo papale arrestato e poi rinviato a giudizio per il furto di documento riservati di Benedetto XVI. "Lascio l'incarico per divergenze sulla linea difensiva - ha detto il legale all'ANSA - rimane però il rapporto di amicizia".
L'avvocato Fusco difendeva Paolo Gabriele - arrestato il 23 maggio scorso e tuttora agli arresti domiciliari in attesa del processo - dall'inizio dell'istruttoria formale sulla vicenda della fuga di documenti.
L'altro difensore del maggiordomo, avvocato Cristiana Arru, al momento mantiene ancora l'incarico, ma secondo quanto apprende l'ANSA, "sta valutando" il da farsi.
L'inchiesta: La notizia che "vi siano venti, o una ventina, di indagati o indiziati nel processo che riguarda la fuga di documenti riservati dal Vaticano non ha fondamento". E' quanto ha dichiarato ieri come riportato dalla Radio Vaticana, il vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini, in relazione "ad alcuni articoli e servizi pubblicati in questi giorni su diversi organi d'informazione" e relativi all'inchiesta sui documenti trafugati e finiti sulle pagine di libri e giornali.
Tre giorni fa era stata l'ANSA - sottolineando peraltro che non si parlava in alcun modo di soggetti "indagati" - a informare sul fatto che dopo la chiusura del primo filone dell'inchiesta 'Vatileaks', che ha portato al rinvio a giudizio del maggiordomo papale Paolo Gabriele per furto aggravato e del tecnico informatico Claudio Sciarpelletti per favoreggiamento, l'attenzione degli investigatori vaticani si era concentrata su una rosa di persone, in tutto circa una ventina, tenute sotto osservazione per gli ulteriori accertamenti e per quelli che potranno essere i futuri sviluppi delle indagini, nel caso siano raccolte prove a carico.
 Il Vaticano ora nega che ci siano venti indagati. Tuttavia fonti attendibili e ben informate confermano all'ANSA che le posizioni al vaglio dei detective d'Oltretevere, oggetto delle verifiche in corso anche in questa fase di pausa estiva nell'attività dei magistrati, riguardano appunto una ventina di persone, per valutare se e a quale titolo possano aver avuto parte nella vicenda della fuga delle carte riservate.
Va sempre ribadito che non si tratta certo di "indagati" e che, allo stato attuale, è del tutto prematuro dire se e per quanti di questi verra' effettivamente aperta un'istruttoria. Tra l'altro, solo in una minima parte le persone interessate coincidono con quelle sentite nella prima fase dell'istruttoria.
E' quindi quanto meno arbitrario lasciar intendere che il numero sia dedotto da quello dei testimoni citati nelle carte dell'inchiesta con le lettere dell'alfabeto o dai circa venti "corvi" di cui parlò lo stesso Paolo Gabriele nella sua intervista, sotto mascheratura, a "Gli intoccabili". Nè, tanto meno, si può parlare di confusione tra testimoni e indagati o indiziati.
Al di là di quello che viene confermato o smentito ufficialmente (per due mesi e mezzo le autorità vaticane hanno negato che ci fossero altri indagati oltre Gabriele, mentre invece c'era un'altra persona, un cittadino italiano, che, almeno temporaneamente, era stato addirittura arrestato), il fatto che il controllo delle conversazioni telefoniche, lo screening delle e-mail, i riscontri anche in forma discreta e 'soft', vadano avanti anche in questo periodo estivo e riguardino un gruppo di persone ben delimitato e identificato, è prova ulteriore che gli investigatori intendono fare sul serio, che si voglia effettivamente fare chiarezza sullo scandalo 'Vatileaks', come sollecitato dallo stesso Benedetto XVI nell'incontro del 27 luglio con gli inquirenti vaticani, da lui invitati "a proseguire il lavoro con solerzia".

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ITALIA-CINA

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