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venerdì 1 marzo 2013

Il Papa ha concluso il suo Pontificato Giovedì 28 Febbraio 2013, si aprono ufficialmente i "giochi" per designare il suo successore...

L'ultimo saluto del Papa a Castel Gandolfo...


ROMA - «Grazie per la vostra amicizia e il nostro affetto. Come sapete, tra poco, io non sarò più Pontefice, sono semplicemente un pellegrino che inizia l'ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora con il mio cuore lavorare per il bene comune della chiesa e della comunità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra amicizia. Grazie vi porto con tutto il cuore la mia benedizione». Sono queste le ultime parole pubbliche di Benedetto XVI pronunciate dal balcone della residenza estiva di Castel Gandolfo. Un messaggio brevissimo rivolto ai fedeli raccolti sotto il palazzo. Alle 20 e un secondo è iniziato ufficialmente il periodo di Sede vacante.                 
GUARDIE SVIZZERE - La fine del Pontificato di Benedetto XVI si è chiusa con una cerimonia simbolica: le guardie svizzere hanno chiuso il portone del palazzo di Castel Gandolfo. Il picchetto delle guardie svizzere ha poi lasciato la sede pontificia e questo atto segna anche visivamente la fine del pontificato di Papa Benedetto XVI, che da questo momento è «solo» Pontefice emerito. Ratzinger è destinato a rimanere nella storia della Chiesa per il suo atto di rinuncia senza precedenti da oltre sette secoli a questa parte.

Papa Benedetto XVI a Castel Gandolfo
L'ADDIO AL VATICANO - Alle 17, l'elicottero con a bordo il Pontefice è atterrato nell'eliporto della cittadina sui Colli Albani, a poca distanza dal Palazzo pontificio dove il Papa uscente risiederà nei prossimi due mesi. Pochi minuti prima, il Pontefice era uscito per l'ultima volta dal Palazzo Apostolico nel cortile di San Damaso dove ha salutato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, il sostituto Angelo Becciu, il personale e i prelati presenti, congedandosi da loro per l'ultima volta.                 
CAMPANE - Quindici minuti di volo e ad accogliere il Santo Padre, ci sono il cardinale presidente del Governatorato vaticano Giuseppe Bertello, il segretario arcivescovo Giuseppe Sciacca, il vescovo di Albano Marcello Semeraro, il direttore delle Ville pontificie Saverio Petrillo, il sindaco Milvia Monachesi, Il viaggio in elicottero a Castel Gandolfo.
LE CAMPANE - A Castel Gandolfo sono suonate le campane per segnalare ai fedeli che Papa Benedetto XVI è partito dal Vaticano. Le campane hanno interrotto il Rosario che viene recitato dalle 16.30. La piazza è stracolma e i fedeli hanno invaso tutte le strade laterali del centro. Prima delle campane un lungo applauso è scattato in piazza per Benedetto XVI.         
ULTIMO TWEET - «Grazie per il vostro amore e il vostro sostegno. Possiate sperimentare sempre la gioia di mettere Cristo al centro della vostra vita». È l'ultimo tweet di Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI, prima della rinuncia al Pontificato, che avverrà oggi alle 20.

Il papa mentre saluta uno ad uno i cardinali (Ansa)
COMMIATO - Queste sono le ultime ore da Papa. Joseph Ratzinger ha iniziato giovedì mattina la sua ultima giornata nelle vesti di Pontefice della Santa Romana Chiesa con l'incontro con i cardinali: «La vostra vicinanza e il vostro consiglio mi sono stati di grande aiuto, grazie. Anche in momenti in cui qualche nuvola ha oscurato il cielo, abbiamo cercato di servire... abbiamo donato speranza». Ai porporati si è appellato affinché «il collegio dei cardinali sia come un'orchestra in cui le diversità» possano portare ad «una concorde armonia». E poi ha detto: «Continuerò ad esservi vicino nella preghiera, specialmente nei prossimi giorni. Tra di voi c'è anche il futuro Papa al quale oggi prometto la mia incondizionata riverenza e obbedienza».
SALUTO AI CARDINALI- Come da lui stesso annunciato l'11 febbraio scorso, dopo l'ultima udienza generale di mercoledì, davanti a quasi 150 mila fedeli accorsi in Vaticano, Benedetto XVI rinuncia oggi al trono di Pietro. In mattinata Ratzinger si è congedato dai circa 70 cardinali già presenti a Roma; altri arriveranno nei prossimi giorni per partecipare al conclave per l'elezione del suo successore. All'incontro nella Sala Clementina hanno partecipato anche i porporati già convenuti nella Santa Sede dalle loro sedi estere. Ognuno di loro ha potuto fermarsi a parlare con lui. L'ultimo pranzo di Benedetto XVI in Vaticano è avvenuto con i segretari e la famiglia pontificia. «Non credo che ci fossero altri invitati», ha riferito il direttore della Sala stampa vaticana Padre Federico Lombardi.                 
QUELLA PORTA CHIUSA - Dalle ore 20 di giovedì 28 febbraio, Ratzinger vestirà la talare semplice bianca senza mantellina, mentre l'anello piscatorio e il suggello verranno segnati: «Non è che debbano venire distrutti in modo che non ne rimanga nemmeno un pezzo, basta che non siano più integri e cioè siano resi inservibili», precisa il Vaticano. I documenti personali del Pontefice lo seguiranno nella residenza estiva e il resto delle carte andrà negli archivi vaticani. Gli unici segni esteriori della fine del Pontificato saranno alle 17.50 la chiusura del portone del palazzo di Castel Gandolfo, con le guardie svizzere che lasceranno il loro servizio e torneranno in Vaticano (la responsabilità della sicurezza di Ratzinger passa alla gendarmeria della Santa Sede) e, alle 20, la chiusura degli appartamenti papali: verranno sigillati, dal momento che Ratzinger non è più Papa, e nessuno potrà accedervi fino all'arrivo del nuovo Pontefice. Da allora sarà «sede vacante» e partirà l'iter per l'elezione del nuovo Pontefice.

(modifica il 1 marzo 2013)
 © RIPRODUZIONE RISERVATA

sabato 5 gennaio 2013

INCONCILIABILITÀ TRA FEDE CRISTIANA E MASSONERIA [DICHIARAZIONE DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE] - IL PREMIER MARIO MONTI E' AVVERTITO: NON SI PUO' ESSERE UN CATTOLICO PRATICANTE E NELLO STESSO TEMPO FAR PARTE DI POTENTI LOBBY MASSONICHE ITALIANE E INTERNAZIONALI! CHE COSA SCEGLIERA' IL PREMIER MARIO MONTI? PAPA BENEDETTO XVI° O IL GRAN MAESTRO DELLA LOGGIA?

Il 26 Novembre 1983 la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicava una dichiarazione sulle associazioni massoniche (cfr AAS LXXVI [1984] 300).
A poco più di un anno di distanza dalla sua pubblicazione può essere utile illustrare brevemente il significato di questo documento.
Da quando la Chiesa ha iniziato a pronunciarsi nei riguardi della massoneria il suo giudizio negativo è stato ispirato da molteplici ragioni, pratiche e dottrinali. Essa non ha giudicato la massoneria responsabile soltanto di attività sovversiva nei suoi confronti, ma fin dai primi documenti pontifici in materia e in particolare nella Enciclica «Humanum Genus» di Leone XIII (20 aprile 1884), il Magistero della Chiesa ha denunciato nella Massoneria idee filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica. Per Leone XIII esse si riconducevano essenzialmente a un naturalismo razionalista, ispiratore dei suoi piani e delle sue attività contro la Chiesa. Nella sua Lettera al Popolo Italiano «Custodi» (8 dicembre 1892) egli scriveva: «Ricordiamoci che il cristianesimo e la massoneria sono essenzialmente inconciliabili, così che iscriversi all’una significa separarsi dall’altra».
Non si poteva pertanto tralasciare di prendere in considerazione le posizioni della Massoneria dal punto di vista dottrinale, quando negli anni 1970-1980 la S. Congregazione era in corrispondenza con alcune Conferenze Episcopali particolarmente interessate a questo problema, a motivo del dialogo intrapreso da parte di personalità cattoliche con rappresentanti di alcune logge che si dichiaravano non ostili o perfino favorevoli alla Chiesa.
Ora lo studio più approfondito ha condotto la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede a confermarsi nella convinzione dell’inconciliabilità di fondo fra i principi della massoneria e quelli della fede cristiana.
Prescindendo pertanto dalla considerazione dell’atteggiamento pratico delle diverse logge, di ostilità o meno nei confronti della Chiesa, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, con la sua dichiarazione del 26.11.83, ha inteso collocarsi al livello più profondo e d’altra parte essenziale del problema: sul piano cioè dell’inconciliabilità dei principi, il che significa sul piano della fede e delle sue esigenze morali.
A partire da questo punto di vista dottrinale, in continuità del resto con la posizione tradizionale della Chiesa, come testimoniano i documenti sopra citati di Leone XIII,
derivano poi le necessarie conseguenze pratiche, che valgono per tutti quei fedeli che fossero eventualmente iscritti alla massoneria.
A proposito dell’affermazione sull’inconciliabilità dei principi tuttavia si va ora da qualche parte obiettando che essenziale della massoneria sarebbe proprio il fatto di non imporre alcun «principio», nel senso di una posizione filosofica o religiosa che sia vincolante per tutti i suoi aderenti, ma piuttosto di raccogliere insieme, al di là dei confini delle diverse religioni e visioni del mondo, uomini di buona volontà sulla base di valori umanistici comprensibili e accettabili da tutti.
La massoneria costituirebbe un elemento di coesione per tutti coloro che credono nell’Architetto dell’Universo e si sentono impegnati nei confronti di quegli orientamenti morali fondamentali che sono definiti ad esempio nel Decalogo; essa non allontanerebbe nessuno dalla sua religione, ma al contrario costituirebbe un incentivo ad aderirvi maggiormente.
In questa sede non possono essere discussi i molteplici problemi storici e filosofici che si nascondono in tali affermazioni. Che anche la Chiesa cattolica spinga nel senso di una collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà, non è certamente necessario sottolinearlo dopo il Concilio Vaticano II. L’associarsi nella massoneria va tuttavia decisamente oltre questa legittima collaborazione e ha un significato ben più rilevante e determinante di questo.
Innanzi tutto si deve ricordare che la comunità dei «liberi muratori» e le sue obbligazioni morali si presentano come un sistema progressivo di simboli dal carattere estremamente impegnativo. La rigida disciplina dell’arcano che vi domina rafforza ulteriormente il peso dell’interazione di segni e di idee. Questo clima di segretezza comporta, oltre tutto, per gli iscritti il rischio di divenire strumento di strategie ad essi ignote.
Anche se si afferma che il relativismo non viene assunto come dogma, tuttavia si propone di fatto una concezione simbolica relativistica, e pertanto il valore relativizzante di una tale comunità morale-rituale lungi dal poter essere eliminato, risulta al contrario determinante.
In tale contesto, le diverse comunità religiose, cui appartengono i singoli membri delle Logge, non possono essere considerate se non come semplici istituzionalizzazioni di una verità più ampia e inafferrabile. Il valore di queste istituzionalizzazioni appare, quindi, inevitabilmente relativo, rispetto a questa verità più ampia, la quale si manifesta invece piuttosto nella comunità della buona volontà, cioè nella fraternità massonica.
Per un cristiano cattolico, tuttavia, non è possibile vivere la sua relazione con Dio in una duplice modalità, scindendola cioè in una forma umanitaria - sovra confessionale e in una forma interna - cristiana. Egli non può coltivare relazioni di due specie con Dio, né esprimere il suo rapporto con il Creatore attraverso forme simboliche di due specie. Ciò sarebbe qualcosa di completamente diverso da quella collaborazione, che per lui è ovvia, con tutti coloro che sono impegnati nel compimento del bene, anche se a partire da principi diversi. D’altronde un cristiano cattolico non può nello stesso tempo partecipare alla piena comunione della fraternità cristiana e, d’altra parte, guardare al suo fratello cristiano, a partire dalla prospettiva massonica, come a un «profano».
Anche quando, come già si è detto, non vi fosse un’obbligazione esplicita di professare il relativismo come dottrina, tuttavia la forza relativizzante di una tale fraternità, per la sua stessa logica intrinseca ha in sé la capacità di trasformare la struttura dell’atto di fede in modo così radicale da non essere accettabile da parte di un cristiano, «al quale cara è la sua fede» (Leone XIII).
Questo stravolgimento nella struttura fondamentale dell’atto di fede si compie, inoltre, per lo più, in modo morbido e senza essere avvertito: la salda adesione alla verità di Dio, rivelata nella Chiesa, diviene semplice appartenenza a un’istituzione, considerata come una forma espressiva particolare accanto ad altre forme espressive, più o meno altrettanto possibili e valide, dell’orientarsi dell’uomo all’eterno.
La tentazione ad andare in questa direzione è oggi tanto più forte, in quanto essa corrisponde pienamente a certe convinzioni prevalenti nella mentalità contemporanea. L’opinione che la verità non possa essere conosciuta è caratteristica tipica della nostra epoca e, nello stesso tempo, elemento essenziale della sua crisi generale.
Proprio considerando tutti questi elementi la Dichiarazione della S. Congregazione afferma che la Iscrizione alle associazioni massoniche «rimane proibita dalla Chiesa» e i fedeli che vi si iscrivono «sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione».
Con questa ultima espressione, la S. Congregazione indica ai fedeli che tale iscrizione costituisce obiettivamente un peccato grave e, precisando che gli aderenti a una associazione massonica non possono accedere alla Santa Comunione, essa vuole illuminare la coscienza dei fedeli su di una grave conseguenza che essi devono trarre dalla loro adesione a una loggia massonica.
La S. Congregazione dichiara infine che «non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche, con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito». A questo proposito il testo fa anche riferimento alla Dichiarazione del 17 febbraio 1981, la quale già riservava alla Sede Apostolica ogni pronunciamento sulla natura di queste associazioni che avesse implicato deroghe alla legge canonica allora in vigore (can. 2335).
Allo stesso modo il nuovo documento, emesso dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede nel novembre 1983, esprime identiche intenzioni di riserva relativamente a pronunciamenti che divergessero dal giudizio qui formulato sulla inconciliabilità dei principi della massoneria con la fede cattolica, sulla gravità dell’atto di iscriversi a una loggia e sulla conseguenza che ne deriva per l’accesso alla Santa Comunione. Questa disposizione indica che, malgrado la diversità che può sussistere fra le obbedienze massoniche, in particolare nel loro atteggiamento dichiarato verso la Chiesa, la Sede Apostolica vi riscontra alcuni principi comuni, che richiedono una medesima valutazione da parte di tutte le autorità ecclesiastiche.
Nel fare questa Dichiarazione, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede non ha inteso disconoscere gli sforzi compiuti da coloro che, con la debita autorizzazione di questo Dicastero, hanno cercato di stabilire un dialogo con rappresentanti della Massoneria. Ma, dal momento che vi era la possibilità che si diffondesse fra i fedeli l’errata opinione secondo cui ormai la adesione a una loggia massonica era lecita, essa ha ritenuto suo dovere far loro conoscere il pensiero autentico della Chiesa in proposito e metterli in guardia nei confronti di un’appartenenza incompatibile con la fede cattolica.

Mario Monti è un massone (ovvero come fare a pezzi il giornalismo italiano)

Continuano le pseudo - inchieste interessate sul Presidente del Consiglio e si ritorna a parlare dell'appartenenza alla massoneria del professor Monti. Salvo poi rendersi conto che in effetti...

ROMA - (ITALIA) - Eravamo tutti rimasti leggermente scioccati quando qualche giorno fa, in seguito all'investitura conferita dal Presidente della Repubblica a Mario Monti, venimmo a sapere che il neo-premier portava con sè un segreto inconfessabile. Ebbene sì, venimmo a scoprire grazie allo scoop di un noto giornale scandalistico che l'intoccabile Monti, austero e sobrio, durante gli anni del Liceo si era beccato un bel 5 in educazione fisica. Al là di qualche reazione scomposta, di qualche presa di distanza e di qualche dichiarazione imbarazzata, il mondo politico reagì alla notizia continuando ad accordare fiducia al Presidente del Consiglio. Del resto, la speranza, o meglio, la certezza era che l'influenza di una simile notizia – bomba sull'andamento dei mercati non fosse così dirompente. Andiamo avanti e cerchiamo di non accusare il colpo, questo il ragionamento che un pò tutti facevano. Placatosi il trambusto iniziale le cose sembravano avviarsi per il verso giusto.
Ora però il mondo politico deve fare i conti con una nuova e più spinosa grana per Mario Monti. La notizia, riportata sempre dallo stesso “gruppetto di soliti noti”, è di quelle che possono da sole determinare una crisi di governo: Mario Monti è un massone.
Cioè, a dirla tutta, non proprio un massone di quelli con il cappuccio in testa ed il triangolino nella mano sinistra, ma uno che in ogni caso ha avuto e continua ad avere rapporti con la massoneria. Cioè, non è che questi rapporti siano accertati, però si hanno buone ragioni per crederlo. In realtà non è che le ragioni siano poi tante, però la lettera inviata dal capo del Grande Oriente democratico a Monti sembra confermare la tesi. Vabbeh, poco importa se il Venerabile Maestro Magaldi sembra inviare lettere un pò a chiunque, Mario Monti è massone….punto e basta!
Sono certo che ci perdonerete per l'esserci lasciati andare a qualche considerazione ironica. Ma a volte, l'insistenza con la quale si cerca di “fabbricare” lo scoop non può che esser trattata con ironia. In una situazione come quella che vive il nostro Paese, piuttosto che preoccuparsi di costruire castelli di carta, un' informazione seria ed impegnata dovrebbe avere il coraggio di monitorare con costanza l'operato del Governo. E se le “indagini” di certa carta stampata fanno sorridere, non si può che ritornare estremamente seri nel commentare tutta una serie di fatti che stanno accadendo in questi giorni.
Dalla chiusura dello stabilimento di Termini Imerese alla nomina di Petruzzelli all'anti-trust, dall'intervento del Ministro del Lavoro Fornero all'assemblea della Cna al vertice italo-franco-tedesco di Strasburgo, le questioni che affollano l'agenda politica sono davvero tante. In questo contesto, più che preoccuparci di perpetrare il teatrino delle fantasticherie, dovremmo tutti prodigarci in uno sforzo comune teso a far riguadagnare alla politica quel ruolo al quale sembra aver abdicato.
Nel tempo in cui viviamo, negli anni della crisi economica più forte che il mondo ha conosciuto dal secondo dopoguerra, negli anni del decadimento sociale e politico del nostro Paese, di tutto abbiamo bisogno tranne che di una informazione che faccia avanspettacolo.

Il Professore Mario Monti è oggi ufficialmente:

- Presidente dell’Università Bocconi di Milano
- Membro Permanente del Comitato Direttivo del Club Bilderberg
- Presidente del Think Thank Bruegel
- Presidente Europeo della Commissione Trilaterale
- Consulente della Goldman Sachs


venerdì 14 settembre 2012

LA CHIESA CATTOLICA SOTTO ATTACCO: NON BASTAVANO GLI SCANDALI DEI PRETI PEDOFILI E QUELLI FINANZIARI DELLO IOR, ADESSO TUTTA L’EUROPA, TASSATA FINO AL MIDOLLO, SUL BARATRO DELL’EURO-CRAC, VUOLE CHE IL VATICANO FACCIA LA SUA PARTE, ANCHE I PAESI A MAGGIORANZA CATTOLICA COME SPAGNA, ITALIA E IRLANDA, STANNO SUPERANDO IL TABÙ E INIZIANO A TASSARE GLI INCALCOLABILI BENI TERRENI DELLA CHIESA, SE FINORA LA CHIESA HA SOLO PREDICATO DI “TOGLIERE AI RICCHI PER DARE AI POVERI”, ORA SI RENDE CONTO DI QUEL CHE VOGLIONO DIRE, NELLA PRATICA, I SUOI INSEGNAMENTI...

Da "The Washington Post" - http://wapo.st/OlZTXd
VATICANOCITTA' DEL VATICANO - Nel momento in cui l'Europa sta attraversando una delle peggiori crisi finanziarie della sua storia, e ai cittadini vengono imposti sacrifici molto pesanti, l'occhio di coloro che devono cercare di racimolare più soldi possibili per fare cassa si rivolgono anche a quell'istituzione che è passata indenne attraverso i periodi economici più bui: la Chiesa cattolica. E la minaccia maggiore viene proprio da quei paesi in cui finora è stata più protetta, e dove il Vaticano, nei secoli, ha creato un vero impero immobiliare.
vaticano pedofilia H
Un membro del consiglio comunale di Alcala, in Spagna, sta conducendo una battaglia per tassare tutti i beni di proprietà della Chiesa non utilizzati a scopo religioso. L'impatto di una simile norma per il Vaticano potrebbe rivelarsi devastante: l'istituzione cattolica è uno dei maggiori proprietari terrieri in Spagna, e possiede scuole, case, parchi, campi sportivi e ristoranti, che se sottoposti al nuovo regime fiscale, potrebbero significare un'uscita di 3 miliardi di euro di tasse ogni anno. Molte cittadine in Spagna vertono in condizioni economicamente disastrose, e adesso i cittadini non vogliono sentire ragioni: bisogna tassare la Chiesa.
VATICANO
Ma il paese iberico non è l'unico che sta prendendo simili iniziative. In Italia, il presidente del Consiglio Mario Monti ha tassato quelle proprietà del Vaticano che abbiano un fine commerciale, mentre in Irlanda il governo ha tagliato le sovvenzioni alle famiglie più povere per le prime comunioni e il ministro dell'istruzione si sta battendo per porre fine al controllo della Chiesa su molte delle scuole elementari del paese. In Gran Bretagna, più della metà dei comuni ha soppresso sovvenzioni per il trasporto alle scuole cattoliche, il che ha fatto precipitare il numero di iscrizioni agli istituti religiosi.
PAPA RATZINGER BENEDETTO XVI
Ma fra le decisioni prese e quelle ancora in via di valutazione, ciò che emerge (ed è forse il dato più preoccupante per il Vaticano) è che ormai si è aperto, a livello europeo e specie nei paesi a maggioranza cattolica, un ampio dibattito sulla separazione dei poteri fra Stato e Chiesa e, di conseguenza, del trattamento di favore di cui l'istituzione religiosa ha finora sempre giovato.
I rappresentanti della Chiesa, e nello specifico il Cardinale Antonio María Rouco in Spagna e il Cardinale Angelo Bagnasco in Italia, hanno risposto soltanto che il Vaticano intende rispettare le leggi, sottolineando il fatto che gli Stati riconoscono all'istituzione religiosa un importante ruolo sociale.
PAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONEPAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONE - Certo è che queste nuove iniziative andranno a peggiorare una situazione già critica. La Chiesa è infatti già coinvolta in diversi scandali, a cominciare da quello dei preti pedofili, fino ad arrivare alla questione del riciclaggio di denaro da parte dello Ior. L'immenso patrimonio della Chiesa, che è impossibile da stimare ma che si pensa dovrebbe essere di diversi miliardi di euro, è in forte pericolo. Quest'anno il Vaticano ha registrato un debito di 19 milioni di euro, il peggiore da dieci anni a questa parte.
PAPA Ranzinger Benedetto XVI  e CArdinale Bertone
Insomma, se finora la Chiesa ha solo predicato di "togliere ai ricchi per dare ai poveri", adesso si sta rendendo conto di quel che vogliono dire, nella pratica, i suoi insegnamenti.




domenica 2 settembre 2012

Il Santo Padre non va al funerale di Martini: Joseph Ratzinger dà buca...per quali motivi? Il "Corriere" invoca la presenza del Pontefice. Un evento che nella storia non ha precedenti. Infatti Papa Benedetto XVI° non vi parteciperà...

La partecipazione di Benedetto XVI ai funerali del cardinale Carlo Maria Martini, previsti per domani, non è prevista e non è neppure stata presa in considerazione. In sua rappresentanza - come suo inviato speciale - ci sarà il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica papale di San Pietro e Vicario generale di Sua Santità per lo Stato Città del Vaticano, che concelebrerà con l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola e leggerà un messaggio di Benedetto XVI.
Rimarranno forse delusi quelli che la pensavano come il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, il quale aveva invece spiegato che la presenza del Papa al rito funebre non solo era auspicabile ma sarebbe stato «un gesto altamente simbolico per l'unità della Chiesa».
Una eventualità simile non si è verificata, negli ultimi pontificati, e, almeno fino ad oggi, non è prevista. Basti citare un illustre precedente, restando alla Diocesi di Milano. Il 22 maggio 1992 si sono celebrati i funerali del cardinale Giovanni Colombo, il predecessore di Martini alla guida della diocesi. Inviato da papa Giovanni Paolo II, in sua rappresentanza, ci andò il cardinale Camillo Ruini, allora presidente della Cei, e concelebrava, ovviamente, lo stesso Martini. «È una decisione che valuterà personalmente Sua Santità», risponde il segretario di Stato Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, sollecitato sulla questione. È invece molto probabile che venga celebrata dal Pontefice un rito funebre in seguito, per esempio nel trigesimo della morte, ossia a trenta giorni dalla scomparsa.
C’è poi chi, in Vaticano, fa notare la strana idea che sottende alle parole scritte da De Bortoli: la presenza di papa Ratzinger sarebbe un gesto capace di far ritrovare «l’unità dei cattolici». Allora esiste una frattura, tra una chiesa di Milano, capeggiata da Martini e una di Roma, guidata da Ratzinger? Esisteva un anti-Papa? È forse in atto uno scisma?
Intanto, a Milano un flusso ininterrotto di persone per tutto il giorno ieri ha affollato il Duomo, dove è allestita la camera ardente del cardinal Martini. Attorno alle 16 sono arrivati il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri e il segretario del Pd Pierluigi Bersani. Poi il vicesindaco di Milano Maria Grazia Guida con don Virginio Colmegna, fondatore della Casa della Carità, molto legato al cardinale Martini. Prima di loro, anche il leader della Cgil, Susanna Camusso, aveva raggiunto la cattedrale. All’arrivo della salma, in mattinata erano invece presenti in Duomo le autorità milanesi: l'assessore Cristina Tajani, in rappresentanza del sindaco Giuliano Pisapia, poi gli assessori Marco Granelli e Bruno Tabacci.
La salma del cardinal Martini, che indossa la veste della messa di Resurrezione con la croce pettorale, mitra pastorale e palio, è composta sotto l'Altar Maggiore. Durante la notte la veglia funebre è stata guidata da canti e preghiere. I funerali si terranno dunque domani alle 16, concelebrati dall’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola. Per il momento, sono previste le presenze del premier Mario Monti, del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Il cardinal Martini sarà poi sepolto in Duomo, in quella parte in cui si trovano le tombe dei vescovi ambrosiani.
«Raccoglimento» e «silenzio»: è stato questo l'invito che ieri il cardinale Scola ha rivolto alla folla accorsa in Duomo per la camera ardente. «Sia il nostro atteggiamento prevalente il raccoglimento di fronte al mistero della morte» ha detto Scola, riferendosi probabilmente anche al frastornante dibattito su fine vita e su accanimento terapeutico scatenato dalla morte del cardinale. E proprio per questo, per ricondurre tutto alla giusta dimensione, la Diocesi di Milano ha chiesto a tutte le parrocchie lombarde di pregare per il cardinale nelle messe vigiliari di ieri sera e festive di domani. «Guidato dalla luce della tua Parola lungo il cammino faticoso della malattia, possa gioire ora della bellezza della Santa Trinità, ti preghiamo», è il testo della preghiera per Martini che la Chiesa di Milano ha diffuso nelle parrocchie.

Carlo Maria Martini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Carlo Maria Martini, S.J.
cardinale di Santa Romana Chiesa
CardinalCMMartini.jpg
Carlo Maria Martini al meeting del Forum Economico Mondiale del 1992
St. Martini.jpg
Pro veritate adversa diligere
Incarichi ricopertiCardinale presbitero di Santa Cecilia
Arcivescovo di Milano
Nato15 febbraio 1927, Torino
Ordinato sacerdote13 luglio 1952 dal cardinale Maurilio Fossati
Consacrato arcivescovo6 gennaio 1980 da papa Giovanni Paolo II
Creato cardinale2 febbraio 1983 da papa Giovanni Paolo II
Deceduto31 agosto 2012, Gallarate
Carlo Maria Martini (Torino, 15 febbraio 1927Gallarate, 31 agosto 2012) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano. Biblista ed esegeta, è stato arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002.

Biografia [modifica]

Sacerdote e biblista [modifica]

Nato a Torino il 15 febbraio 1927, sviluppa sin da giovanissimo interessi biblici:
« [...] mi misi a cercare nelle biblioteche di Torino una traduzione italiana del Nuovo Testamento completo. Trovai edizioni dei Vangeli, ma facevo fatica a trovare un'edizione completa del Nuovo Testamento tradotta dal greco. La trovai solo dopo parecchie ricerche. Avevo allora circa undici, dodici anni. »
(Carlo Maria Martini[1])
Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1944 all'età di 17 anni nel convento di Cuneo, compie gli studi presso l'Istituto Sociale di Torino e riceve l'ordine sacro il 13 luglio 1952.
Circa la propria vocazione, dichiarerà poi:
« Dovrei porre due momenti: quello della mia scelta religiosa, che risale a un tempo lontano; è la prima intuizione che Dio è tutto, e tutto può chiedere. Io vivevo nell'ambiente dei gesuiti, e scoprivo la loro dedizione completa, e la sentivo come la radice di ogni decisione possibile. Ma mi accorgo che dopo molti anni ho un po' come riscoperto l'aspetto evangelico, che cosa significa portare la buona novella tra la gente del mondo. Fino a questa rivelazione, ho vissuto imparando, mandando a memoria gesti e modi di essere, poi ho trovato una maniera più personale, acqua che nasce come sorgente. »
(Carlo Maria Martini[2])
Consegue il dottorato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana nel 1958, con una tesi dal titolo Il problema storico della Risurrezione negli studi recenti. Prosegue gli studi in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico, dove nel 1962 gli viene assegnata la cattedra di critica testuale e il 29 settembre 1969 viene nominato rettore.
Nel 1978 papa Paolo VI lo nomina invece rettore della Pontificia Università Gregoriana. Nella Quaresima dello stesso anno viene inoltre invitato dal papa a predicare il ritiro annuale in Vaticano.

Arcivescovo di Milano [modifica]


Il comitato per la pubblicazione del The Greek New Testament negli anni '60.

Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano e neo cardinale, riceve nel capoluogo lombardo papa Giovanni Paolo II nel 1984.
Nominato arcivescovo di Milano il 29 dicembre 1979 da papa Giovanni Paolo II, viene da lui consacrato in San Pietro il 6 gennaio successivo; il 10 febbraio 1980 fa l'ingresso nella diocesi ambrosiana, succedendo al cardinale Giovanni Colombo.
Nel novembre dello stesso anno avvia nella diocesi la pratica delle "Scuole della Parola", ricalcate sulla Lectio divina, che insegnino a «leggere un testo biblico usato nella liturgia per gustarlo nella preghiera e applicarlo alla propria vita».[3]
Nel 1986 diventa presidente del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d'Europa, carica che manterrà fino al 1993.
Nel 1987 avvia nella diocesi l'iniziativa, conclusasi nel 2002, della Cattedra dei non credenti, occasione di incontro e di dialogo tra cristiani e non credenti, rivolta nelle intenzioni di Martini a tutti i "pensanti" senza distinzione di credo.[4]
Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Cattedra dei non credenti.
Nel 1989 riceve la laurea honoris causa dalla Pontificia Università Salesiana per il suo programma pastorale sull'educazione, presentato nella lettera pastorale Educare ancora del 1988. Nel 2002 riceve una seconda laurea honoris causa, sempre in Scienze dell'Educazione, dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Il 4 novembre 1993 convoca il 47º sinodo diocesano di Milano[5], che si conclude nel 1995.
Massimo propulsore dell'ecumenismo tra le varie Chiese e confessioni cristiane da parte cattolica, sollecita a Milano la fondazione del Consiglio Ecumenico delle Chiese Cristiane. Al contempo promuove in maniera coraggiosa rispetto al magistero il dialogo tra Cristianesimo e ebraismo, segnando in materia una svolta non solo a Milano e in Italia, ma in Europa e in Occidente; in questo campo trova la piena collaborazione e adesione da parte di intellettuali come Paolo De Benedetti e il Rabbino Capo di Milano, Giuseppe Laras.

Arcivescovo emerito [modifica]

L'11 luglio 2002 vengono accettate dal papa le dimissioni per sopraggiunti limiti di età, presentate secondo le norme del Codice di diritto canonico al compimento dei 75 anni. Diventato arcivescovo emerito di Milano (gli succede il cardinale Dionigi Tettamanzi), fino alla fine del 2007 vive prevalentemente a Gerusalemme, dove riprende gli studi biblici.
In quanto cardinale elettore, partecipa al conclave del 2005, che elegge papa il cardinale Joseph Ratzinger (papa Benedetto XVI). In tale occasione, viene indicato dai media come uno dei "papabili" sostenuto dall'ala più progressista del collegio cardinalizio.[6][7] In realtà, secondo il resoconto più puntuale di quel conclave, fornito da un cardinale anonimo e raccolto dal vaticanista Lucio Brunelli, Martini avrebbe ottenuto meno consensi del previsto e il duello sarebbe stato tra Ratzinger e Bergoglio.[8]
Il 29 luglio 2007 Martini in un'intervista sulle pagine culturali del quotidiano economico Il Sole 24 ore critica il motu proprio "Summorum Pontificum" con il quale papa Benedetto XVI ha liberalizzato la celebrazione della messa con il rito tridentino, apprezzando però «la volontà ecumenica a venire incontro a tutti» mostrata dal papa.[9]
Rientra in Italia, definitivamente, nel 2008 e si stabilisce presso l'Aloisianum di Gallarate, per poter curare il morbo di Parkinson di cui è affetto,[10] malattia che rapidamente lo costringe al silenzio e all'immobilità[11].

Carlo Maria Martini all'Università Vita-Salute San Raffaele nel 2010.
Nel marzo 2010, in tema alle vicende sulla pedofilia nella Chiesa cattolica, alcune agenzie e testate hanno riportato un suo pronunciamento favorevole al ripensamento dell'obbligo di celibato dei preti.[12] In un comunicato diffuso però dall'arcidiocesi di Milano, egli ha smentito queste dichiarazioni, spiegando che anzi ritiene «una forzatura coniugare l'obbligo del celibato per i preti con gli scandali di violenza e abusi a sfondo sessuale».[13]
Giovedì 30 agosto 2012 l'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, annuncia l'aggravarsi delle sue condizioni di salute, invitando i fedeli dell'intera arcidiocesi e quanti hanno avuto modo di conoscerlo e l'hanno caro a pregare per lui[14]. Rifiuta l'accanimento terapeutico e muore a Gallarate alle 15:45 di venerdì 31 agosto 2012[15]. I funerali saranno celebrati lunedì 3 settembre alle ore 16 nel Duomo di Milano, dove sarà sepolto presso l'altare del Crocifisso.

Il pensiero [modifica]


Il card. Carlo Maria Martini in preghiera davanti alla croce di San Carlo, la sera del Venerdì Santo del 20 aprile 1984, prima della processione che, partita dalla chiesa di San Carlo al Lazzaretto a Milano, si concluse sul sagrato del Duomo.
Nel suo libro Le ragioni del credere[16], Martini afferma che
« Secondo le statistiche il numero di coloro che frequentano regolarmente la messa alla domenica è ridotto. L’influenza pubblica dei pronunciamenti della Chiesa è scarsa, soprattutto sul terreno morale. Pochissimi sono i cristiani che, nelle parrocchie e nei gruppi, si impegnano veramente a testimoniare il Vangelo [...] E non pochi sono oggi coloro che non cercano nel cristianesimo ma altrove una risposta alle loro domande di senso. Definirei in ogni caso la nostra situazione di Chiesa come quella di una minoranza impegnata e motivata che porta il peso di una maggioranza che compie talvolta qualche gesto religioso per abitudine e non per convinzione profonda e personale »
Da questa condizione di marginalità della Chiesa, rispetto all’insieme dei fatti economici, sociali e culturali, derivano due posizioni: «il voler essere a ogni costo di nuovo una forza rilevante della società; oppure il riconoscere con serenità che il proprio compito di piccolo gregge, in apparenza più modesto, è di fatto molto più esigente e necessario per il bene di tutti: essere lievito nella società, piccolo seme di nuovi germogli».
Il riconoscere con serenità di essere piccolo gregge, rinunciando al voler essere ad ogni costo una forza rilevante nel quadro politico della società, implica un preciso «ethos di umiltà, di mitezza, di misericordia, di perdono, di riconoscimento delle proprie colpe anzitutto all’interno della Chiesa». Mentre i cristiani che aspirano ad una rivalsa sociale e politica, «vivono con ansietà la sensazione di essere circondati da forze ostili. [...] Da qui, talora, un linguaggio un po’ incattivito e contrappositivo, “tertullianeo” (un linguaggio di cui non ha bisogno il clima già sovreccitato della contesa politica) o, al contario, una depressione che dà luogo a un diffuso piagnisteo sterile».

La posizione sull'omosessualità [modifica]

Martini espresse più volte una posizione di apertura verso il riconoscimento delle coppie omosessuali[17][18][19][20]. In particolare, in un confronto con Ignazio Marino ha criticato la posizione ufficiale espressa dalla Chiesa in merito alle unioni gay, affermando:
« Non è male che due omosessuali abbiano una certa stabilità di rapporto e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli. Non condivido le posizioni di chi, nella Chiesa, se la prende con le unioni civili[21][22] »
Alla sua morte, l'associazione Gay Center ha pubblicato una nota di cordoglio in cui ricordava la posizione di apertura del cardinale verso le coppie omosessuali[23].

Incarichi [modifica]

Il 15 febbraio 2007 il cardinale Martini ha compiuto 80 anni: in base a quanto disposto dal motu proprio "Ingravescentem Aetatem" di Paolo VI del 1970 è quindi decaduto da tutti gli incarichi ricoperti nella Curia romana e dal diritto di entrare in Conclave.
Dal 28 giugno 2009 al 24 giugno 2012, il cardinale ha curato con cadenza mensile una rubrica dedicata alla fede sul quotidiano italiano Corriere della Sera rispondendo alle domande poste dai lettori.[24] Ha vinto nel 2010 anche il Premiolino, ambito riconoscimento giornalistico.

Opere [modifica]

Gli scritti di Martini sono numerosissimi: spaziano dalle ricerche biblico-esegetiche, alla pubblicazione di conferenze e relazioni a convegni, agli scritti pastorali, alla trascrizione di meditazioni tenute in occasione di ritiri ed esercizi spirituali. È l'unico porporato italiano a cui è stato dedicato un Meridiano da parte della casa editrice Mondadori.
  • Il problema storico della Risurrezione negli studi recenti, Roma, Libreria Editrice dell'Universita Gregoriana, 1959.
  • Poesie, Milano, U. Mursia A.P.E. Coricelli, 1961.
  • Il Vangelo di S. Giovanni. Problemi generali di introduzione e di teologia, con Mauro Laconi, Treviso, Editrice Trevigiana, 1962.
  • Il messaggio della salvezza. Corso completo di studi biblici, I, Introduzione generale, con Piero Bonatti, Torino-Leumann, Elle Di Ci, 1964.
  • Atti degli apostoli, a cura di e con Nereo Venturini, Venezia, Missioni, 1965.
  • Il problema della recensionalità del codice B alla luce del papiro Bodmer XIV, Roma, Pontificio Istituto Biblico, 1966.
  • Gli esegeti del tempo di Galileo, in Nel quarto centenario della nascita di Galileo Galilei, Milano, Vita e Pensiero, 1966.
  • I Vangeli. Storia o leggenda?, Roma, AVE, 1968.
  • Se non vi manterrete fedeli non resterete salvi, in Il cristano e la vita di fede, Roma, AVE, 1970.
  • Farsi prossimo. La carità, oggi nella nostra società e nella Chiesa, Milano, Centro Ambrosiano di Documentazione e Studi religiosi, 1975.
  • L'itinerario spirituale dei dodici nel Vangelo di Marco, Roma, Centrum Ignatianum Spiritualitatis, 1976.
  • Gli esercizi ignaziani alla luce di S. Giovanni, Roma, Centrum Ignatianum Spiritualitatis, 1976.
  • Gli esercizi ignaziani alla luce di S. Matteo, Cagliari, Società poligrafica sarda, 1977.
  • Gli esercizi spirituali di S. Ignazio alla luce di S. Luca, Roma, Stella matutina, 1977.
  • Riflessioni pastorali sul giorno del Signore, con altri, Leumann, Elle Di Ci, 1977.
  • Vita di Mosè, vita di Gesù, esistenza pasquale, Roma, Centrum Ignatianum Spiritualitatis, 1979.
  • La dimensione contemplativa della vita. Lettera al clero e ai fedeli dell'Archidiocesi ambrosiana per l'anno pastorale 1980/81, Milano, Centro Ambrosiano documentazione e studi religiosi, 1980.
  • L'evangelizzatore in San Luca. Meditazioni, Milano, Ancora, 1980.
  • Il nostro cammino sacerdotale. Lettera dell'Arcivescovo al clero per il giovedì santo 1980. "Dalla coscienza battesimale alla coscienza presbiteriale", Milano, Centro ambrosiano di documentazione e studi religiosi, 1980.
  • La parola di Dio alle origini della Chiesa, Roma, Università Gregoriana Editrice, 1980.
  • Parola di Dio e vita quotidiana, Torino, Marietti, 1980. ISBN 88-211-8509-5.
  • Il problema storico della risurrezione negli studi recenti, Roma, Libreria editrice dell'Università Gregoriana, 1980.
  • Il Vangelo secondo Giovanni nell'esperienza degli esercizi spirituali, Roma, Borla, 1980.
  • Il vangelo alle sorgenti. Meditando ad Assisi il Discorso della Montagna, Milano, Ancora, 1990. ISBN 88-7610-332-5
  • Il vino nuovo. Meditazioni per le famiglie, Casale Monferrato, Piemme, 1992. ISBN 88-384-1772-5
  • Il discorso della montagna. Meditazioni, Milano, Mondadori 2006. ISBN 88-04-56158-0
  • Liberi di credere. I giovani verso una fede consapevole, Milano, In dialogo, 2009. ISBN 978-88-8123-546-9
  • Conversazioni notturne a Gerusalemme. Sul rischio della fede, intervista di Georg Sporschill, Milano, Mondadori, 2008. ISBN 978-88-04-58391-2
  • Le ali della libertà. L'uomo in ricerca e la scelta della fede. Meditazioni sulla Lettera ai Romani, Milano, Piemme, 2009. ISBN 978-88-566-0552-5
  • Qualcosa di così personale. Meditazioni sulla preghiera, Milano, Mondadori, 2009. ISBN 978-88-04-59468-0
  • Siamo tutti nella stessa barca (con Luigi Maria Verzé), Milano, Editrice San Raffaele, 2009. ISBN 9788886270908
  • Una parola per te, Milano, Editrice San Raffaele, 2010. ISBN 9788896603048
  • Ricerca e carità. Due voci a confronto su scienza e solidarietà (con Giulio Giorello), Milano, Editrice San Raffaele, 2010. ISBN 9788896603208
  • Le ragioni del credere. Scritti e interventi, a cura di Ferruccio Parazzoli, Marco Garzonio, Damiano Modena e Virginio Pontiggia, Milano, Mondadori, 2011. ISBN 9788804611271
  • Il vescovo, Torino, Rosenberg & Sellier, 2011. ISBN 9788878851382

Onorificenze [modifica]

Riconoscimenti [modifica]

Genealogia episcopale [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale.
Titolazione di
Carlo Maria Martini
Stemma
Titolo di riferimentoSua Eminenza
Titolo parlatoVostra Eminenza
Titolo religiosoCardinale
vedi qui per i predicati d'onore

Voci correlate [modifica]

Bibliografia [modifica]

  • Gianfranco Ravasi, Martini: le mie tre città. Un colloquio nell'amicizia, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2002.
  • Andrea Tornielli, La scelta di Martini, Alba, Piemme, 2002.
  • Luisa Bove, Carlo Maria Martini. Una voce nella città, Saronno, Monti, 2003.
  • Damiano Modena, Carlo Maria Martini: custode del Mistero nel cuore della storia, Milano, Paoline, 2004.
  • Paolo Sartor, Martini: l'avventura del predicare, Centro Ambrosiano, Milano 2005.
  • Affinché la Parola corra. I verbi di Martini, a cura di Marco Vergottini, Milano, Centro Ambrosiano, 2007.

Note [modifica]

  1. ^ Da un'intervista trasmessa nel documentario Correva l'anno: Carlo Maria Martini – il cardinale del dialogo, Rai 3, 21 marzo 2011.
  2. ^ Dall'intervista contenuta in Enzo Biagi, Quante storie, Rizzoli, Milano, 1989, p. 103. ISBN 88-17-85322-4.
  3. ^ Carlo Maria Martini, In principio era la parola. Lettera pastorale per l'anno 1981-1982, 1981
  4. ^ G. Barbareschi, R. Spreafico. «Il credente e il non credente che è in me». Incrocinews.
  5. ^ Paolo Conti. «Una corsa a due tra il decano e un progressista». Il Corriere della Sera, 15-04-2005. URL consultato in data 15-11-2009.
  6. ^ Lucio Brunelli. «I segreti del Conclave. "Così vinse Ratzinger"». La Repubblica, 23-09-2005. URL consultato in data 15-11-2009.
  7. ^ Luca Saitta. «Martini: Non celebrerò la messa in latino». La Repubblica, 30-07-2007. URL consultato in data 15-11-2009.
  8. ^ Carlo Maria Martini. «Il cardinale Martini e il celibato dei sacerdoti». Incrocinews, 29-03-2010.
  9. ^ Carlo Maria Martini, Le ragioni del credere, Mondadori, Milano, 2011
  10. ^ Armando Torno. «Il cardinal Martini e il «Corriere»». Corriere della Sera, 25-06-2009.

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