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venerdì 14 settembre 2012

LA CHIESA CATTOLICA SOTTO ATTACCO: NON BASTAVANO GLI SCANDALI DEI PRETI PEDOFILI E QUELLI FINANZIARI DELLO IOR, ADESSO TUTTA L’EUROPA, TASSATA FINO AL MIDOLLO, SUL BARATRO DELL’EURO-CRAC, VUOLE CHE IL VATICANO FACCIA LA SUA PARTE, ANCHE I PAESI A MAGGIORANZA CATTOLICA COME SPAGNA, ITALIA E IRLANDA, STANNO SUPERANDO IL TABÙ E INIZIANO A TASSARE GLI INCALCOLABILI BENI TERRENI DELLA CHIESA, SE FINORA LA CHIESA HA SOLO PREDICATO DI “TOGLIERE AI RICCHI PER DARE AI POVERI”, ORA SI RENDE CONTO DI QUEL CHE VOGLIONO DIRE, NELLA PRATICA, I SUOI INSEGNAMENTI...

Da "The Washington Post" - http://wapo.st/OlZTXd
VATICANOCITTA' DEL VATICANO - Nel momento in cui l'Europa sta attraversando una delle peggiori crisi finanziarie della sua storia, e ai cittadini vengono imposti sacrifici molto pesanti, l'occhio di coloro che devono cercare di racimolare più soldi possibili per fare cassa si rivolgono anche a quell'istituzione che è passata indenne attraverso i periodi economici più bui: la Chiesa cattolica. E la minaccia maggiore viene proprio da quei paesi in cui finora è stata più protetta, e dove il Vaticano, nei secoli, ha creato un vero impero immobiliare.
vaticano pedofilia H
Un membro del consiglio comunale di Alcala, in Spagna, sta conducendo una battaglia per tassare tutti i beni di proprietà della Chiesa non utilizzati a scopo religioso. L'impatto di una simile norma per il Vaticano potrebbe rivelarsi devastante: l'istituzione cattolica è uno dei maggiori proprietari terrieri in Spagna, e possiede scuole, case, parchi, campi sportivi e ristoranti, che se sottoposti al nuovo regime fiscale, potrebbero significare un'uscita di 3 miliardi di euro di tasse ogni anno. Molte cittadine in Spagna vertono in condizioni economicamente disastrose, e adesso i cittadini non vogliono sentire ragioni: bisogna tassare la Chiesa.
VATICANO
Ma il paese iberico non è l'unico che sta prendendo simili iniziative. In Italia, il presidente del Consiglio Mario Monti ha tassato quelle proprietà del Vaticano che abbiano un fine commerciale, mentre in Irlanda il governo ha tagliato le sovvenzioni alle famiglie più povere per le prime comunioni e il ministro dell'istruzione si sta battendo per porre fine al controllo della Chiesa su molte delle scuole elementari del paese. In Gran Bretagna, più della metà dei comuni ha soppresso sovvenzioni per il trasporto alle scuole cattoliche, il che ha fatto precipitare il numero di iscrizioni agli istituti religiosi.
PAPA RATZINGER BENEDETTO XVI
Ma fra le decisioni prese e quelle ancora in via di valutazione, ciò che emerge (ed è forse il dato più preoccupante per il Vaticano) è che ormai si è aperto, a livello europeo e specie nei paesi a maggioranza cattolica, un ampio dibattito sulla separazione dei poteri fra Stato e Chiesa e, di conseguenza, del trattamento di favore di cui l'istituzione religiosa ha finora sempre giovato.
I rappresentanti della Chiesa, e nello specifico il Cardinale Antonio María Rouco in Spagna e il Cardinale Angelo Bagnasco in Italia, hanno risposto soltanto che il Vaticano intende rispettare le leggi, sottolineando il fatto che gli Stati riconoscono all'istituzione religiosa un importante ruolo sociale.
PAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONEPAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONE - Certo è che queste nuove iniziative andranno a peggiorare una situazione già critica. La Chiesa è infatti già coinvolta in diversi scandali, a cominciare da quello dei preti pedofili, fino ad arrivare alla questione del riciclaggio di denaro da parte dello Ior. L'immenso patrimonio della Chiesa, che è impossibile da stimare ma che si pensa dovrebbe essere di diversi miliardi di euro, è in forte pericolo. Quest'anno il Vaticano ha registrato un debito di 19 milioni di euro, il peggiore da dieci anni a questa parte.
PAPA Ranzinger Benedetto XVI  e CArdinale Bertone
Insomma, se finora la Chiesa ha solo predicato di "togliere ai ricchi per dare ai poveri", adesso si sta rendendo conto di quel che vogliono dire, nella pratica, i suoi insegnamenti.




venerdì 31 agosto 2012

L'avvocato difensore di Paolo Gabriele abbandona l'incarico; per quale motivo? Chi si cela dietro la sua improvvisa rinuncia? Quali segreti ancora nasconde l'ex-maggiordomo del Papa? Io sto con Paolo Gabriele, è lui il vero eroe che voleva salvare la Santa Madre Chiesa dalla corruzione e dal peccato di vanità e di ingordigia dei vertici dello Stato del Vaticano!

L'avvocato Carlo Fusco ha lasciato la difesa di Paolo Gabriele, il maggiordomo papale arrestato e poi rinviato a giudizio per il furto di documento riservati di Benedetto XVI. "Lascio l'incarico per divergenze sulla linea difensiva - ha detto il legale all'ANSA - rimane però il rapporto di amicizia".
L'avvocato Fusco difendeva Paolo Gabriele - arrestato il 23 maggio scorso e tuttora agli arresti domiciliari in attesa del processo - dall'inizio dell'istruttoria formale sulla vicenda della fuga di documenti.
L'altro difensore del maggiordomo, avvocato Cristiana Arru, al momento mantiene ancora l'incarico, ma secondo quanto apprende l'ANSA, "sta valutando" il da farsi.
L'inchiesta: La notizia che "vi siano venti, o una ventina, di indagati o indiziati nel processo che riguarda la fuga di documenti riservati dal Vaticano non ha fondamento". E' quanto ha dichiarato ieri come riportato dalla Radio Vaticana, il vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini, in relazione "ad alcuni articoli e servizi pubblicati in questi giorni su diversi organi d'informazione" e relativi all'inchiesta sui documenti trafugati e finiti sulle pagine di libri e giornali.
Tre giorni fa era stata l'ANSA - sottolineando peraltro che non si parlava in alcun modo di soggetti "indagati" - a informare sul fatto che dopo la chiusura del primo filone dell'inchiesta 'Vatileaks', che ha portato al rinvio a giudizio del maggiordomo papale Paolo Gabriele per furto aggravato e del tecnico informatico Claudio Sciarpelletti per favoreggiamento, l'attenzione degli investigatori vaticani si era concentrata su una rosa di persone, in tutto circa una ventina, tenute sotto osservazione per gli ulteriori accertamenti e per quelli che potranno essere i futuri sviluppi delle indagini, nel caso siano raccolte prove a carico.
 Il Vaticano ora nega che ci siano venti indagati. Tuttavia fonti attendibili e ben informate confermano all'ANSA che le posizioni al vaglio dei detective d'Oltretevere, oggetto delle verifiche in corso anche in questa fase di pausa estiva nell'attività dei magistrati, riguardano appunto una ventina di persone, per valutare se e a quale titolo possano aver avuto parte nella vicenda della fuga delle carte riservate.
Va sempre ribadito che non si tratta certo di "indagati" e che, allo stato attuale, è del tutto prematuro dire se e per quanti di questi verra' effettivamente aperta un'istruttoria. Tra l'altro, solo in una minima parte le persone interessate coincidono con quelle sentite nella prima fase dell'istruttoria.
E' quindi quanto meno arbitrario lasciar intendere che il numero sia dedotto da quello dei testimoni citati nelle carte dell'inchiesta con le lettere dell'alfabeto o dai circa venti "corvi" di cui parlò lo stesso Paolo Gabriele nella sua intervista, sotto mascheratura, a "Gli intoccabili". Nè, tanto meno, si può parlare di confusione tra testimoni e indagati o indiziati.
Al di là di quello che viene confermato o smentito ufficialmente (per due mesi e mezzo le autorità vaticane hanno negato che ci fossero altri indagati oltre Gabriele, mentre invece c'era un'altra persona, un cittadino italiano, che, almeno temporaneamente, era stato addirittura arrestato), il fatto che il controllo delle conversazioni telefoniche, lo screening delle e-mail, i riscontri anche in forma discreta e 'soft', vadano avanti anche in questo periodo estivo e riguardino un gruppo di persone ben delimitato e identificato, è prova ulteriore che gli investigatori intendono fare sul serio, che si voglia effettivamente fare chiarezza sullo scandalo 'Vatileaks', come sollecitato dallo stesso Benedetto XVI nell'incontro del 27 luglio con gli inquirenti vaticani, da lui invitati "a proseguire il lavoro con solerzia".

sabato 17 dicembre 2011

La Chiesa in Italia possiede il 20-22% di tutto il patrimonio immobiliare! Un quarto di Roma è del Vaticano? Senza contare tutti gli immobili che appartengono alla Chiesa Cattolica in tutte le parti del Mondo! Il business targato Città del Vaticano!

Negli ultimi due anni - rivela Dagospia - la Chiesa ha venduto beni per quasi 50 milioni di euro. Il patrimonio gestito dallo Ior (Banca Vaticana) sfiora i 6 miliardi di euro. In Italia si stimano 200.000 posti letto gestiti dai religiosi...


L'ultimo a essere venduto è stato un immenso complesso monastico sulla Camilluccia, alle spalle di Monte Mario. Nella stessa arteria a nord ovest della Capitale, zona Trionfale, un tempo tappezzata di rifugi per pellegrini e lazzareti, l'immobiliarista casertano Giuseppe Statuto (nella foto) si è portato via un ex convento del XVIII secolo di importante valenza storica, con una superficie di quasi 5 mila metri quadri, ed inserito in un'area naturale tre volte più grande.
Ma Statuto, l'enfant prodige dei nuovi palazzinari romani, l'unico ad non essere sfiorato dalle disavventure giudiziarie dei «furbetti del quartierino», in arte Stefano Ricucci e Danilo Coppola, deve avere buoni santi in Paradiso. Davvero: anche perché è uno dei rari operatori del settore ad avere accesso agli affari immobiliari della Chiesa. E così con la sua Michele Amari e le altre controllate attive nella Capitale (Bixio 15, Diemme Immobiliare, Derilca, Egis) in questi anni è andato collezionando immobiili di pregio dismessi da congregazioni religiose, ordini e confraternite.
La svolta è arrivata alla fine del 2002, con la nomina del cardinale Attilio Nicora alla presidenza dell'Amministrazione del patrimonio della sede apostolica (Apsa), uno dei due pilastri economici del Vaticano, insieme all'Istituto per le Opere di religione (Ior), la banca pontificia. Una holding, l'Apsa, che a Roma risulta proprietaria di beni per pochi milioni, perché iscritti a bilancio al costo storico, e accatastati sempre come popolari o ultrapopolari, pur situandosi in pieno centro.
Attraverso società come la Sirea, che ha intestati due palazzi in piazza Cola di Rienzo, valutati neanche 3 milioni e dati in affitto alla Direzione investigativa antimafia; la Edile Leonina, con locali per altri 3 milioni, occupati dal Viminale; e la Nicoloso da Recco, titolare di quattro appartamenti, dal valore nominale di appena 50 mila euro. Ma che invece ha un potere di indirizzo enorme sull'immenso patrimonio che fa capo alla Chiesa e agli oltre 30 mila enti religiosi che operano sul territorio.
Un patrimonio sfuggito a ogni censimento, nei quasi ottant'anni seguiti al Concordato che dal 1929 regola i rapporti tra Stato e Vaticano. Come aveva sottolineato anche Francesco Rutelli, all'indomani della revisione dei Patti lateranensi. In un acceso dibattito parlamentare dell'aprile 1985 sulla legge che istituiva il Fondo edifici di culto, l'allora deputato radicale aveva fatto mettere agli atti l'interminabile elenco dei palazzi posseduti dagli enti ecclesiastici nella sola città di Roma per dare la consistenza reale dei beni della Curia.
E rovesciare così quella visione di una confessione «poverella» che aveva spinto la Dc ad accollare allo Stato mille miliardi di lire (dell'epoca) di spese l'anno, per il mantenimento dei luoghi adibiti a culto. Poi Rutelli è diventato sindaco, e con la pioggia di finanziamenti pubblici arrivata con il Giubileo del 2000, 3.500 miliardi di lire per parcheggi e sottopassi, restauri di cappelle e palazzi, ristrutturazioni edilizie e nuovi alloggi per pellegrini, ha dato il suo contributo all'ulteriore espansione terrena della Chiesa.
Quattrocento istituti di suore, 300 parrocchie, 250 scuole cattoliche, 200 chiese non parrocchiali, 200 case generalizie, 90 istituti religiosi, 65 case di cura, 50 missioni, 43 collegi, 30 monasteri, 20 case di riposo, altrettanti seminari, 18 ospedali, 16 conventi, 13 oratori, 10 confraternite, sei ospizi. Sono quasi 2 mila gli enti religiosi residenti nella Capitale, e risultano proprietari di circa 20 mila terreni e fabbricati, suddivisi tra città e provincia.
Un quarto di Roma, a spanne, è della Curia. Partendo dalla fine di via Nomentana, all'altezza dell'Aniene, dove le Orsoline possiedono un palazzo di sei piani da oltre 50 mila metri quadri di superficie, mentre le suore di Maria Ripatrarice si accontentano di un convento di tre piani; e scendendo a sud est per le centralissime via Sistina e via dei Condotti, fino al Pantheon e a piazza Navona, dove edifici barocchi e isolati di proprietà di confraternite e congregazioni si alternano a istituzioni come la Pontificia università della Santa Croce.
E ancora, continuando giù per il lungotevere e l'isola Tiberina, che appartiene interamente all'ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio.E poi su di nuovo per il Gianicolo, costeggiando il Vaticano fino sull'Aurelia Antica dove si innalza l'imponente Villa Aurelia, un residence con 160 posti letto, con tanto di cappella privata e terrazza con vista su San Pietro, che fa capo alla casa generalizia del Sacro Cuore.
È tutto di enti religiosi. Un tesoro immenso che si è accumulato nei decenni grazie a lasciti e donazioni: più di 8 mila l'anno scorso nella sola area di Roma città. Ma non c’è solo la Capitale. La Curia vanta possedimenti cospicui anche nelle roccaforti bianche del Triveneto e della Lombardia: a Verona, Padova,Trento. Oppure a Bergamo e Brescia, dove gli stessi nipoti di Paolo VI, i Montini, di mestiere fanno gli immobiliaristi.
«Il 20-22% del patrimonio immobiliare nazionale è della Chiesa», stima Franco Alemani del gruppo Re, che da sempre assiste suore e frati nel business del mattone. Senza contare le proprietà all’estero. «A metà degli anni ‘90 i beni delle missioni si aggiravano intorno ai 800-900 miliardi di vecchie lire, oggi dovrebbero valere dieci volte di più», osserva l’immobiliarista Vittorio Casale, massone conclamato che all’epoca era stato chiamato dal cardinale Jozef Tomko a partecipare ad un progetto di ristrutturazione del patrimonio di Propaganda Fide, il ministero degli Esteri del Vaticano.
Dicevamo del cardinale Nicora. Legatissimo ad Angelo Caloia, il banchiere del Mediocredito centrale che si è fatto interprete del rinnovamento dello Ior dopo il crack dell'Ambrosiano, Nicora è stato per tutti gli anni '90 «assistente spirituale e stimolatore» di un ristretto cenacolo milanese, il gruppo Cultura Etica e Finanza, nato per «porre a confronto il cattolicesimo col travolgente imporsi del primato economico-finanziario», come ha scritto Giancarlo Galli nel suo informatissimo libro sulla Chiesa e il capitalismo (Finanza bianca, 2004).Arrivato al vertice dell'Apsa, Nicora ha cercato di fare ordine nel portafoglio immobiliare della Santa Sede, con le stesse logiche dei banchieri da lui frequentati.
Scoperto con il Giubileo, il fenomeno del turismo religioso si è conquistato l’attenzione crescente delle alte sfere della Chiesa. Intorno a questo nuovo business si è sviluppata l’Opera romana pellegrinaggi di monsignor Liberio Andreatta, cui fa capo l’agenzia viaggi Quo Vadis. Insieme al gruppo Cit la Santa Sede aveva anche messo a punto un progetto molto ambizioso per creare a Pietrelcina, il luogo natio di Padre Pio, un polo turistico religioso, con 76 milioni di investimenti: poi la crisi dell’operatore viaggi ha fermato tutto. Ma che il settore sia in crescita lo dicono le cifre: in tutto il paese si contano circa 3.300 case per ferie gestite da enti religiosi, con un giro d'affari annuo stimato in 4,5 miliardi, e 200 mila posti letto.
Di questi 5 mila sono a Roma, città che solo a Pasqua registra più di 600 mila pellegrini. Oltretutto il calo delle vocazioni ha svuotato abbazie e monasteri, che sono più di 2 mila in tutta Italia, e questo proprio mentre gli ordini venivano chiamati a rispondere ad una nuova razionalità economica. È un boom che ha moltiplicato i cantieri per trasformare antichi conventi e collegi religiosi in case di accoglienza e veri e propri alberghi, soprattutto nella Capitale.
E così un palazzo del Borromini di proprietà delle suore Oblate di Santa Maria dei Sette dolori in Trastevere si avvia a diventare un hotel con 62 camere. Sempre a Trastevere è già in funzione il San Giuseppe di vicolo Moroni, mentre il Collegio gregoriano di via San Teodoro, che s'affaccia sul Palatino, verrà dato in gestione a terzi dopo la riconversione.
È una febbre edilizia che finora è stata gestita con riservatezza da pochi intermediari di fiducia, primo tra tutti il gruppo Re, Religiosi ed ecclesiastici, di Vincenzo Pugliesi e Franco Alemani. Una realtà nata più di vent'anni fa, con lo slogan «non dannatevi per vendere un convento», che si è specializzata nella compravendita e ristrutturazione di beni ecclesiastici e oggi ricava dall'attività con ordini e congregazioni una trentina di milioni l'anno (su un fatturato complessivo di 55 milioni). «La prima richiesta che ci arriva», spiega il vicepresidente Alemani, «è vendere sempre dando la prelazione alla Chiesa». È per questo che sono bandite le aste mentre a dirigere la controllata cui fa capo il business religioso, la Re spa, è stato chiamato di recente l'erede di una delle famiglie che contano in Spagna, Antonio Fraga Sanchez. I primi acquirenti di beni della Curia sono proprio loro, il Santander e il Bilbao, da sempre a braccetto con il potentissimo Opus Dei. BENI IMMOBILI All'incirca il 20-22% del patrimonio immobiliare italiano fa capo alla Chiesa. Un quarto di Roma è intestato a diocesi, congregazioni religiose, enti e società del Vaticano. Solo le proprietà che fanno capo a Propaganda Fide (il «ministero degli Esteri» del Vaticano che coordina l'attività delle missioni nel mondo) ammontano a 8-9 miliardi.
Negli ultimi due anni il Vaticano ha cominciato a fare trading immobiliare, vendendo beni per quasi 50 milioni. Nel 2006 a Roma si sono registrate più di 8 mila donazioni di beni immobiliari, in provincia sono state 3.200. Il doppio rispetto a una città come Milano. Il più grande intermediario immobiliare che lavora con la Chiesa, il gruppo Re spa, realizza da questa attività circa 30 milioni di fatturato.
PATRIMONI Il patrimonio gestito dallo Ior, la banca del Vaticano, e l'Apsa, sfiora i 6 miliardi.
TURISMO In tutta Italia si contano 200 mila posti letto gestiti da religiosi, con 3.300 indirizzi, tra case per ferie, hotel, centri di accoglienza per pellegrini. il giro d'affari è stimato in 4,5 miliardi.
In tutto il paese si contano più di 2 mila monasteri e abbazie. A Roma sono 5 mila i posti letto ufficialmente disponibili in ex conventi e collegi religiosi. Il giro d'affari del turismo religioso nella Capitale è stimato intorno ai 150 milioni di euro.  

Fonte: Dagospia.com e http://www.italiapiugiusta.com

In Germania una casa editrice in mano al clero vende migliaia di prodotti a luci rosse! Verità o menzogna?

Una casa editrice posseduta al 100% dalla Chiesa cattolica tedesca fa lucrosi affari con l’erotismo e la pornografia. Weltbild, un’importante catena di librerie attiva anche sul mercato online, ha in catalogo migliaia di titoli inequivocabili, tra i libri che vende, e in più controlla per un terzo un portale dove vengono venduti Dvd pornografici. La notizia non è in realtà una novità, ma ha creato un piccolo grande scandalo al quale i vescovi tedeschi hanno risposto con un’indignazione più che sospetta.
AFFARI COL PORNOWeltbild è un’importante catena di negozi dove vengono venduti libri, dischi, film, ed è posseduta completamente dalla Chiesa cattolica tedesca. Le quote della società sono suddivise tra numerose diocesi tedesche, che si dividono i discreti guadagni che Weltbild realizza. L’anno scorso l’azienda ha avuto un fatturato di un miliardo e seicento milioni di euro, una cifra importante che supporta i bisogni finanziari del cattolicesimo tedesco. Un investimento nell’editoria non è in sé strano per il clero, però ha creato scandalo la pubblicazione di quanti titoli a carattere erotico Weltbild avesse in catalogo. La notizia è stata fornita da una rivista cattolica, Pur, che ha evidenziato come più di 2500 titoli tra i libri venduti da Weltbild avessero contenuti erotici. Ma gli affari a luci rosse non finiscono qui: Weltbild controlla per un terzo un portale che vende materiale pornografico, e ha il 50% di una società che produce anche film per adulti. Un business del porno che rende più ricca la Chiesa cattolica, che già beneficia di un munifico finanziamento statale, ma che indigna i fedeli più conservatori.
REAZIONE IPOCRITA – L’inchiesta sugli affari a luci rosse del clero tedesco ha scosso molti cattolici, e ha provocato l’immediata risposta di alcuni vescovi. “Ci devono essere filtri, che impediscano la pubblicazione di materiali simili. La nostra casa editrice non può pubblicare contenuti pornografici o che incitino la violenza, e dobbiamo affrontare il caso perché non si ripeta più”, ha esclamato il cardinale di Monaco, Reinhard Marx. Anche il vicario generale della Arcidiocesi di Colonia ha rimarcato il desiderio delle sua diocesi di separarsi da Weltbild, o trasferire quantomeno le loro quote, vista la tipologia di contenuti promossi dalla casa editrice. La risposta del clero però appare molto ipocrita, visto che da tempo si sa cosa offra il catalogo di Weltbild, e quali siano le sue partecipazioni azionarie. La società è famosa, ma non appare per nulla collegata al clero, come invece subito si capisce quando si entra im un negozio delle Edizioni Paoline, per esempio. Il carattere religioso è praticamente assente, o molto emarginato, in Weltbild, e già da molti anni i circoli più conservatori del cattolicesimo tedesco tuonano contro la sua attività. Nel 2008 c’erano già stati simili polemiche, e nulla era cambiato, anzi il business a luci rosse è pure aumentato. Titoli come “Prendimi ora, prendimi qui”, “Chiamami zoccola” oppure “Il collegio delle sgualdrine” sono poco compatibili col messaggio del Vaticano sul sesso, ma fanno vendere, e pure parecchio.

L’imbarazzo di Ratzy per il porno: Benedetto XVI condanna l’hard su internet mostrando grosso fastidio per l’attività editoriale della Cei tedesca!

Il caso Weltbild continua ad allargarsi. La catena di librerie più grandi della Germania, posseduta interamente dalla Chiesa cattolica tedesca, ha nel proprio catalogo materiale erotico, così come alcune società partecipate da Weltbild sono attive nelle produzioni hard. Questo tipo di iniziativa imprenditoriale è molto sgradita al Papa, che ha fatto ricevere un in equivoco messaggio: la Chiesa deve combattere l’arte erotica, non promuoverla né tantomeno venderla.
AMBASCIATOR NON PORTA PENA – Due giorni fa il Papa ha ricevuto il nuovo ambasciatore della Germania. Il suo messaggio è stato inequivocabile Papa Benedetto XVI critica la ”discriminazione di genere delle donne” provocata dalle ”tendenzematerialistiche ed edonistiche” e dalla diffusione della pornografiaanche via internet, soprattutto in Occidente. Ricevendo oggi in udienza il nuovo ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, il pontefice ha ricordato che ”ogni persona, sia uomo o donna, e’ destinato ad esserci per l’altro”. Per il papa, ”un rapporto che non tenga in conto il fatto che l’uomo e la donna hanno la stessa dignita’, rappresenta una grave mancanza nei riguardi dell’umanita’. E’ giunto il momento di fermare energicamente la prostituzione come anche la vasta diffusione di materiale a contenuto erotico e pornografico, anche e proprio tramite internet”. ”La Santa Sede – ha concluso – si impegnera’ affinche’ il necessario intervento da parte della Chiesa cattolica in Germania contro queste genere di abusi avvenga in maniera piu’ decisa e chiara!”
Parole chiare, dove spicca il riferimento al materiale a contenuti hard venduto su Internet, e il passaggio in cui il Papa chiede maggior chiarezza alla Chiesa tedesca. Il caso Weltbild dunque infastidisce, e molto, il Vaticano, perché le diocesi della Nazione natale di Benedetto XVI fanno il contrario di quanto sostiene il Papa.
PAPA APPOGGIA LA VENDITA? – Un messaggio che deve essere risultato molto pesante per Carel Halff, il Ceo di Weltbild, che solo un mese fa, ricorda Die Welt, aveva incontrato in persona Benedetto XVI, in una visita privata nella quale erano presenti i suoi datori di lavoro, i vescovi tedeschi. Secondo Die Welt, giornale di simpatie conservatrici e molto attento al cattolicesimo, il Papa ha voluto lanciare un chiaro segnale alla Conferenza episcopale tedesca, suggerendo di seguire la campagna della diocesi di Colonia. Il porporato renano ha chiesto di vendere Weltbild, appoggiando così la posizione del Forum dei cattolici tedeschi, un gremio di provata fede ratzingeriana.
TRAPPOLA WELTBILD –La Chiesa tedesca subisce un altro scossone dal caso Weltbild con l’intervento del Papa. All’interno della Conferenza episcopale ci potrebbero essere movimenti per chiedere anche una svolta nella leadership, la cui reazione è giudicata molto debole sulla vicenda. Nel 2008 la Chiesa era riuscita a tacitare il piccolo scandalo sulle vendite a luci rosse della sua casa editrice, però il cambio di passo imposto dal Papa e dai suoi fedelissimi potrebbe provocare la definitiva separazione dalla società leader nelle vendite dei libri al dettaglio nel mercato germanofono. Risposte imbarazzate e imbarazzanti, come quella che spiegava che i libri erotici venduti erano pochissimi, non saranno più tollerate dal Vaticano. 
Fonte: http://forum.adunanza.net

IL VATICANO E LA VITA EXTRATERRESTRE

Per moltissimi anni gran parte delle pubblicazioni cattoliche sono state decisamente scettiche riguardo all'argomento UFO. Recentemente questo atteggiamento sta cambiando tanto che si sommano sempre di più i pareri possibilisti o addirittura favorevoli. Il 23 aprile 1999 a Parma durante una conferenza Monsignor James Schianchi, docente di Morale all'Istituto di Scienze Religiose di Parma, ha affermato che "non c'è contrasto tra la dottrina cristiana e l'eventuale esistenza di di intelligenze extraterrestri. Non possiamo certo precludere alla grandezza di Dio la possibilità di avere creato altri mondi ed esseri. Un atteggiamento di chiusura nei confronti di quest'potesi sarebbe per lo meno provinciale. Se pensiamo alle Scritture, ma anche all'archeologia babilonese (si riferisce alla tesi di Sagan e Shklovskij in 'La vita intelligente nell'universo', poi ripresa da Zecharia Sitchin in 'Il decimo pianeta', secondo cui i Sumeri ebbero contatti con civiltà extraterrestri NdR), abbiamo numerosi segni della possibile esistenza di intelligenze intermedie tra Dio e gli uomini. Nella Lettera ai Filippesi S. Paolo parla di Gesù come signore di tutte le potenze del cielo e della terra. Signore, non redentore. E' quindi ipotizzabile che creature di dio diverse dall'uomo non si siano macchiate dal peccato di Adamo ed Eva". Padre George Coyne, direttore della Specola Vaticana, nel 1993 dichiarò (salvo poi smentire tutto qualche tempo dopo) in merito alla possibile esistenza di altri mondi abitati che "la chiesa avrebbe dovuto addestrare dei missionari da inviare nello spazio per portare la parola di Dio ad eventuali extraterrestri".
E ancora il 7 gennaio 2002 ribadisce in una intervista al Corriere della Sera: "[la possibilità di vita su altri pianeti...] è una prospettiva che appassiona, ma bisogna andarci cauti. Per il momento non c’è alcuna evidenza scientifica della vita. Ma stiamo accumulando osservazioni che indicano tale possibilità. L’universo è tanto grande che sarebbe una follia dire che noi siamo l’eccezione. Il dibattito è aperto e complesso. Immaginiamo dunque che ci sia”. In realtà la Chiesa cattolica non ha mai avuto un atteggiamento preciso in merito, lasciando ad ognuno la libera interpretazione. Nella bibbia infatti (apparentemente) non si parla della possibilità o no che esistano altri mondi abitati. E' comunque molto indicativo che in Vaticano esiste una cattedra di parapsicologia (ESP) ed ufologia e che la chiesa si sia sempre occupata di studi esobiologici collegati al SETI. Nonostante queste dichiarazioni il Cattolicesimo, così come tutte le altre religioni rivelate, presenta ancora diverse remore nell'accettare la possibilità che esista la vita su altri mondi. Se esistessero civiltà aliene
significherebbe che Cristo non è morto 'in esclusiva' per il genere umano ma saremmo solo uno tra i tanti popoli salvati; oppure non ce ne sarebbe stato bisogno in quanto esseri senza peccato. E tutto questo va contro anni di insegnamento religioso, egocentrismo ed onnipotenza umana.
Concludo dicendo siamo davvero cosi egoisti da pensare che siamo l’unica razza nell’universo?…. E soprattutto leggendo la bibbia vediamo che DIO creo l’uomo a sua immagine e somiglianza e sarebbe ancora piu egoistico quindi pensare che noi esseri umani possiamo crederci piu perfetti di altre fantomatiche creature presenti nell’universo perche simili alla somma e onnipotente divintà... 
Fonte: http://noiegliextraterrestri.blogspot.com

Beati i ricchi nella «Chiesa del business»


 
Tratto da Avvenire del 9 Maggio 2006: Aladura International Church è una delle Chiese cristiane indipendenti della Nigeria. Fondata nel 1930 da Josiah Olunowo Oshitelu, un ex catechista della Chiesa anglicana di etnia yoruba, nella storia delle sue origini in epoca coloniale si potrebbe mettere in analogia con il Kimbanguismo (di cui abbiamo parlato in precedenti puntate): anche se il fondatore non subì un martirio da parte del potere coloniale, la Chiesa africana di Aladura volle contrapporsi alle contraddizioni degli anglicani come Chiesa ufficiale dei colonizzatori.
Quindi non va considerata una reazione contro la Chiesa anglicana in sé, bensì la risposta liberatoria dal giogo coloniale attraverso un'espressione originale e africana del cristianesimo.
La caratteristica della Chiesa nigeriana di Aladura è il posto centrale assunto dalla preghiera nella vita dei credenti. Ciò indica una reazione forte e chiara contro l'invasione delle Chiese ufficiali coloniali, che si erano lasciate fuorviare da preoccupazioni mondane ed esprimevano leggerezza di costumi. Contro questo spirito Oshitelu ha fatto mostra di un radicalismo carismatico, che ha saputo far leva sulla coscienza spirituale africana senza in alcun modo fuorviare dalla totale fedeltà al cristianesimo. Eppure, paradossalmente, anche la Chiesa di Aladura si è ammalata dello stesso male di cui soffriva la Chiesa anglicana, legata al potere coloniale. L'evoluzione materialista della società nigeriana ha avuto come conseguenza che i capi della Chiesa indipendente di Aladura abbiano sviluppato intenti di lucro, che li hanno spinti a cercare un arricchimento individuale e hanno fatto sì che la Chiesa si legasse agli impresari e agli uomini d'affari nigeriani.
È questa opulenza ostentata che ha deviato il messaggio centrale della Chiesa africana di Aladura a favore di Mammona e perciò a progressivo detrimento del messaggio di Cristo, del Vangelo, della vita autenticamente spirituale. Aladura, nata per contrapporsi allo spirito mondano che aveva inquinato il potere coloniale, è divenuta lei stessa una vasta organizzazione finanziaria con ramificazioni internazionali molto solide. In altre parole quella che si potrebbe definire una Business-Church. Alla base della deriva ideologica della Chiesa di Aladura c'è la sacralizzazione del dinamismo economico che contraddistingue l'etnia yoruba e che la fa emergere nell'ambito della comunità nigeriana. Questo attivismo da impresa viene messo al servizio dell'espansione della Chiesa e le ha consentito di impiantarsi anche al di fuori della Nigeria. Grazie all'azione del secondo primate Emmanuel Adeleke Adjobi, successore del fondatore, Aladura ha potuto espandersi in Sierra Leone, in Ghana e persino in Inghilterra. E ancor oggi questa espansione progredisce grazie all'installazione di comunità in molti altri Paesi africani.
Ma non si possono chiudere gli occhi sul fatto che, per arrivare a dotarsi di una struttura organizzativa e propagandistica proporzionale all'espansione territoriale, la Chiesa di Aladura ha dovuto e voluto contare su una potenza finanziaria proporzionale alla sfida espansionistica. Ciò ha spinto i responsabili a volere una Chiesa ricca, i cui capi fossero in grado di ostentare un'opulenza conforme a quella che la cultura nigeriana preconizza per i suoi leader politici e religiosi. In un contesto di cristianesimo, invece, l'opulenza non potrà mai essere compatibile con il servizio a favore della fede in un Dio che nasce povero e che sa spingere i poveri al riscatto e a uno sviluppo umano integrale. L'opulenza della leadership della Chiesa di Aladura finisce dunque per essere fine a se stessa, e per girare a vuoto invece che favorire riscatto e sviluppo. Soprattutto, nell'opulenza viene disperso l'afflato spirituale originario, la profondità del messaggio che legava l'autenticità africana con quella umana.

Fonte: http://www.miradouro.it/

 

sabato 3 dicembre 2011

Il Vaticano e i suoi segreti: Il Vaticano ed il Nuovo Disordine Mondiale...


Documentario trasmesso dal National Geographic Channel che rivela gli aspetti meno conosciuti del centro nevralgco della Chiesa Cattolica, la città del Vaticano...

Il documento con il quale eminenti rappresentanti del Vaticano invocano, quale soluzione alla attuale crisi economica e sociale, dei passi in avanti verso la creazione di strutture decisionali sovranazionali, di carattere globalista, ha indubbiamente suscitato grande interesse nel cosidetto ambiente della “controinformazione”, e non poteva essere altrimenti.
Se infatti per i media tradizionali tale presa di posizione non rappresenta che un allineamento alle soluzioni proposte dai grandi think tank internazionali, per coloro che conoscono le radici e le prospettive della ideologia mondialista le soluzioni auspicate del Vaticano non possono che suscitare un giustificato sospetto.

Il documento in questione, stilato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, intitolato Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale, inizia soffermandosi nell'analizzare l'attuale momento storico da un punto vista economico e sociale.
Mettendo quindi in evidenza la situazione di crisi economica venutasi a creare nel pianeta, nel documento si pongono in evidenza le grandi disparità con cui il benessere mondiale è distribuito, e si attribuiscono le cause di tale processo ad una generica ideologia liberista:
Ma cosa ha spinto il mondo in questa direzione estremamente problematica anche per la pace?
Anzitutto un liberismo economico senza regole e senza controlli.
Si tratta di una ideologia, di una forma di « apriorismo economico », che pretende di prendere dalla teoria le leggi di funzionamento del mercato e le cosiddette leggi dello sviluppo capitalistico esasperandone alcuni aspetti.
Una conclusione a cui si giunge dopo aver ricordato come per affrontare la situazione economica mondiale negli ultimi anni diversi governi nazionali abbiano utilizzato enormi mezzi per tamponare la crisi:
Un orientamento di stampo liberista – reticente rispetto ad interventi pubblici nei mercati – ha fatto propendere per il fallimento di un importante istituto finanziario internazionale, immaginando in tal modo di delimitare la crisi e i suoi effetti.
Ne è derivata purtroppo una propagazione di sfiducia che ha spinto a mutare repentinamente atteggiamento, sollecitando interventi pubblici sotto varie forme, di enorme portata (oltre il 20% del prodotto nazionale) al fine di tamponare gli effetti negativi che avrebbero travolto tutto il sistema finanziario internazionale.

Uno strano “neoliberismo senza regole e senza controlli”, quello in cui i maggiori governi mondiali intervengono nel mercato mettendo sul piatto il 20% del loro prodotto nazionale.
Ma non è l'evidente confusione ed incompetenza, o forse malafede, degli esperti economisti del Vaticano l'aspetto più interessante del documento, bensì le soluzioni da loro proposte per superare questo momento di difficoltà a livello mondiale:
Regole e controlli, sia pure in maniera imperfetta, sono spesso presenti a livello nazionale e regionale; tuttavia, a livello internazionale tali regole e controlli fanno fatica a realizzarsi e a consolidarsi.[...]
Nel cammino verso la costruzione di una famiglia umana più fraterna e giusta e, prima ancora, di un nuovo umanesimo aperto alla trascendenza, appare inoltre particolarmente attuale l’insegnamento del Beato Giovanni XXIII.
Nella profetica Lettera enciclica Pacem in terris del 1963, egli avvertiva che il mondo si stava avviando verso una sempre maggiore unificazione. Prendeva quindi atto del fatto che, nella comunità umana, era venuta meno la rispondenza fra l’organizzazione politica «su piano mondiale e le esigenze obiettive del bene comune universale».
Per conseguenza auspicava la creazione, un giorno, di «un’Autorità pubblica mondiale». [...]
Un lungo cammino resta però ancora da percorrere prima di arrivare alla costituzione di una tale Autorità pubblica a competenza universale.
Logica vorrebbe che il processo di riforma si sviluppasse avendo come punto di riferimento l’Organizzazione delle Nazioni Unite, in ragione dell’ampiezza mondiale delle sue responsabilità, della sua capacità di riunire le Nazioni della terra e della diversità dei suoi compiti e di quelli delle sue Agenzie specializzate.[...]
A un Governo mondiale non si può pervenire se non dando espressione politica a preesistenti interdipendenze e cooperazioni.[...]

 
E per quanto riguarda la regolamentazione dei rapporti economici, il documento precisa :
Sullo sfondo si delinea, in prospettiva, l’esigenza di un organismo che svolga le funzioni di una sorta di «Banca centrale mondiale» che regoli il flusso e il sistema degli scambi monetari, alla stregua delle Banche centrali nazionali.
Nelle conclusioni, infine, possiamo leggere:
Con una dinamica analoga a quella che in passato ha messo fine alla lotta «anarchica» tra clan e regni rivali, in ordine alla costituzione di Stati nazionali, l’umanità deve oggi impegnarsi nella transizione da una situazione di lotte arcaiche tra entità nazionali, a un nuovo modello di società internazionale più coesa, poliarchica, rispettosa delle identità di ciascun popolo, entro la molteplice ricchezza di un’unica umanità.[...]
Solo uno spirito di concordia, che superi divisioni e conflitti, permetterà all’umanità di essere autenticamente un’unica famiglia, fino a concepire un nuovo mondo con la costituzione di un’Autorità pubblica mondiale, al servizio del bene comune.
Sembrano in tutto e per tutto parole e concetti che potrebbe benissimo esprimere un qualsiasi Gran Maestro massone, dal momento che non si fa altro che ribadire ed auspicare la visione del mondo globalista che la massoneria ed altre società esoteriche da sempre evocano.
Ed è bene ricordare che anche il particolare utilizzo di determinate espressioni non è mai casuale, dal momento che ogni singola parola ha una sua importanza nel descrivere l'ideologia che le sta alle spalle.
Concetti quali “Nuovo Umanesimo”, oppure “Autorità pubblica mondiale” o “Nuovo Mondo” sono delle vere e proprie parole d'ordine che appartengono ad una precisa e determinata forma di pensiero che negli ultimi secoli si sta facendo sempre più strada.
Le stesse Nazioni Unite, invocate nel documento quale base di partenza per la costituzione di questo nuovo governo dal carattere sovranazionale, sono una creazione fortemente voluta dal pensiero universalista della libera muratoria internazionale, ed il suo carattere esoterico non è mai stato nascosto.
E' bene infatti sempre tenere a mente che le Nazioni Unite nascono principalmente seguendo una visione messianica, fatta propria dai movimenti neospiritualisti del XX secolo, e questo loro carattere viene prima degli aspetti di “governance mondiale” strettamente utilitaristici.

Questi aspetti sono assai noti a coloro che hanno approfondito la nascita e le origini dell'ideologia mondialista e sono altresì consapevoli dello spirito che animava la creazione delle strutture sovranazionali.
Si potrebbe però obbiettare che si tratti solo di suggestioni “complottiste”, di cui i vertici del Vaticano non dovrebbero tenere conto, se non rischiando di coprirsi di ridicolo.
Eppure, solo 14 anni fa, Michel Schooyans, autorevole professore dell'università cattolica di Loviano, dava alle stampe un libro estremamente interessante, dal titolo “Nuovo disordine mondiale”, dove metteva in evidenza le radici discutibili di organismi internazionali quali l'ONU e denunciava un piano di controllo globale ad esso collegato che passava per una drastica riduzione della popolazione mondiale ed una progressiva perdita delle libertà personali a vantaggio del rafforzamento dei centri decisionali mondialisti.

 
Le tesi portate avanti da Schooyans, oltre ad essere un autentico pugno nello stomaco, esprimono dunque una linea interpretativa che potremmo definire autorevolissima della posizione della Chiesa riguardo ad un problema, quale quello della "vita" e della sua strumentalizzazione, che è preconizzato come un tentativo di "dittatura mondiale" perseguita dai paesi più ricchi e che si avvale, nella visione proposta, di importantissimi strumenti politici quali l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l'O.N.U., le ONG, la Banca Mondiale e tutte le organizzazioni ad esse collegate.
Secondo l'Autore, il Nuovo Ordine Mondiale altro non è che il tentativo di imporre la "filosofia dell'egoismo" dei paesi ricchi ai paesi poveri o in via di sviluppo, ed il dominio di pochi su tutti gli altri.[...]

L'ideologia sottostante che avrebbe avviato questa campagna di "pianificazione familiare, a livello mondiale", del "genere" umano, è ad avviso dell'Autore una sorta di incrocio tra l'ideologia di tipo social-comunista alla Feuerbach (individui solo ingranaggi della collettività), di Marx (le identità nazionali devono scomparire a favore di un Nuovo Ordine Mondiale governato da una minoranza illuminata) e di Lenin (tecnocrati illuminati che creano una rete di organizzazioni internazionali al servizio della pianificazione umana), con l'ideologia liberale alla Malthus (teorico della sicurezza alimentare, per cui poveri e meno dotati vanno eliminati o non fatti nascere), Bentham (utilitarismo etico, per cui il povero, che non produce o non produce abbastanza e tuttavia pretende di consumare, sia vinto dalla concorrenza) e Galton (uno dei massimi teorici eugenetici, per cui è necessario favorire la trasmissione della vita solo tra i più dotati).

Una analisi lucida ed in netto anticipo coi tempi del processo che va sotto il nome di “Nuovo Ordine Mondiale”, da un punto di vista non esclusivamente cattolico.
Aspetto ancora più interessante, la prefazione di tale libro fu scritta dall'allora Cardinale Joseph Ratzinger, attuale Papa Benedetto XVI.
Nel suo intervento, Ratzinger dimostrava di condividere le preoccupazioni espresse dall'autore, ed altrettanto lucidamente metteva in evidenza i pericoli che il processo di mondializzazione portava con sé:

Nel XIX secolo, la fede nel progresso era ancora un generico ottimismo che si aspettava dalla marcia trionfale delle scienze un progressivo miglioramento della condizione del mondo e l'approssimarsi, sempre più incalzante, di una specie di paradiso; nel XX secolo, questa stessa fede ha assunto una connotazione politica.
Da una parte, ci sono stati i sistemi di orientamento marxista che promettevano all'uomo di raggiungere il regno desiderato tramite la politica proposta dalla loro ideologia: un tentativo che è fallito in maniera clamorosa.
Dall'altra, ci sono i tentativi di costruire il futuro attingendo, in maniera più o meno profonda, alle fonti delle tradizioni liberali.
Questi tentativi stanno assumendo una configurazione sempre più definita, che va sotto il nome di Nuovo Ordine Mondiale; trovano espressione sempre più evidente nell'ONU e nelle sue Conferenze internazionali, in particolare quelle del Cairo e di Pechino, che nelle loro proposte di vie per arrivare a condizioni di vita diverse, lasciano trasparire una vera e propria filosofia dell'uomo nuovo e del mondo nuovo.

L'allora cardinale Ratzinger dimostrava quindi di comprendere molto bene quale impalcatura ideologica stesse alla base di concetti quali “Nuovo Ordine Mondiale”, usando tale espressione con piena cognizione di causa.
Lo stesso Ratzinger che, divenuto Papa Benedetto XVI, nel discorso di Natale del 2005 chiamava a raccolta gli uomini di buona volontà affinchè quel medesimo Nuovo Ordine Mondiale lo edificassero.
Cosa era successo nel frattempo?
Difficile dirlo, forse quel fumo di Satana evocato da Papa Paolo VI dopo essersi introdotto da qualche fessura in vaticano ha nel tempo invaso molti ambienti, o forse la corrente mondialista massonica presente nel corpus cardinalizio è divenuta infine prevalente.
Il tempo dirà se i giorni della grande apostasia profetizzati dall'escatologia cristiana siano proprio quelli attuali.
Fonte: http://santaruina.splinder.com

domenica 12 dicembre 2010

DA WIKILEAKS - AMBASCIATA USA A ROMA IN VATICANO!

Venerdì 20 agosto 2004, 06:19 VATICANO CONFIDENZIALE 003.213 SIPDIS DEPT per EUR / WE LEVIN, IO / UNP NARANJO; IO / T: BOOTH, Cowley; G / CONSIGLIO: EO ETERNO 12.958 decl: 2014/08/19 TAGS AORC, ECON, KDEM, Phum, Prel, VT, UNGA OGGETTO: SANTA SEDE DORSI US generale delle Nazioni Unite PRIORITÀ REF: A. STATO 152.009 B. WILLSON - MARTIN EMAIL 12 agosto C. VATICANO 2518 classificate per: Charge dâ € ™ affari D. Brent Hardt per ragioni 1.5 (b, d). ------- ------- Riassunto

 ¶ 1. (C) Santa Sede deliberando il ministro degli Esteri ha detto di carica equivalente Parolin 18 agosto che la Santa Sede è stato sulla stessa pagina con gli USA sulle iniziative più generale delle Nazioni Unite. Sulla clonazione, carica ha sottolineato il Santo SEEA € ™ s potenziale di influenzare i paesi cattolici a sostegno di un divieto di clonazione umana. Parolin ha sottolineato il Santo SEEA € ™ s accordo con la posizione degli Stati Uniti e ha promesso di sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite completamente al bando la clonazione embrionale. Egli ha respinto l'idea che il Santo SEEA € ™ s missione delle Nazioni Unite aveva inviato messaggi confusi sulla questione lo scorso anno, insistendo che la loro posizione di carta larga diffusione è stata fortemente dietro un divieto totale. Parolin ha suggerito che gli Stati Uniti fare di più per fare il caso scientifico per le possibilità di ricerca sulle cellule staminali adulte come alternativa alle cellule staminali embrionali come un mezzo per costruire il sostegno per il divieto. Il traffico di esseri umani, Parolin ha espresso sostegno per l'iniziativa degli Stati Uniti di aumentare la focalizzazione sul turismo sessuale, e ha suggerito di Osservatore Permanente Migliore potrebbe fare una dichiarazione sul tema nel suo intervento generale delle Nazioni Unite. Per quanto riguarda le questioni economiche, Parolin concordato con la carica che le nazioni di sviluppo devono assumersi la responsabilità per il loro sviluppo economico e sociale, ma ha insistito che le iniziative interno doveva essere sostenuto da aiuti internazionali da un sistema riformato. Fine Riepilogo. ------------------------------------ Santa Sede, Stati Uniti sulla stessa pagina per UNGA ----- -------------------------------

 ¶ 2. (SBU) Caricare rivisto le priorità generale delle Nazioni Unite degli Stati Uniti con il Santo SEEA € ™ s deliberando il ministro degli Esteri equivalente monsignor Pietro Parolin 18 agosto disegno su ref (a) punti. Parolin ha offerto un forte sostegno per le priorità degli Stati Uniti sulla clonazione, il traffico, e della democrazia, e sostenere con avvertimenti sullo sviluppo globale e le priorità del Medio Oriente. Ambasciata aveva condiviso i punti prima della riunione, e Parolin ha offerto le seguenti osservazioni. Vietare la clonazione umana --------------------- ---------------------

 ¶ 3. (C) della carica ha iniziato ringraziando Parolin per la Santa SEEA € ™ s recente dichiarazione forte contro tutte le forme di clonazione umana rilasciato a seguito della recente decisione del Regno Unito per consentire ampliato clonazione a fini terapeutici. Parolin ha risposto che il Santo SEEA € ™ s posizione inequivocabile sulla questione era ben noto, e ha rilevato l'accordo stretto tra il Vaticano e governo USA sulla questione. Caricare i punti sollevati da ref (b), sottolineando l'opportunità della Santa SEEA € ™ s missione delle Nazioni Unite avevano, in particolare tra i Paesi a maggioranza cattolica, per ampliare il supporto per la risoluzione del Costa Rica che vieta tutte le forme di clonazione umana embrionale. Carica ha sottolineato che un ruolo attivo da monsignor Migliore, Osservatore Permanente potrebbe essere cruciale per molti paesi, non meno di tutti la Polonia. Dopo l'ultima yearâ € ™ s sforzi di lobbying, di carica rilevato, alcuni paesi sembrano essere stati lasciati con l'impressione che la Santa Sede era disposta ad accettare il compromesso sulla questione belga. Come è accaduto, la vicinanza del voto ha dimostrato che qualsiasi malinteso, come può essere stato decisivo.

 ¶ 4. (C) (Commento: diplomatico accreditato presso la Santa Sede, ha detto successivamente che egli ci aveva trovato il Santo SEEA € ™ s diplomazia sulla clonazione tema dello scorso anno â € œstrange.â €? Un polacco ha detto che nel 2003, il Nunzio per la Polonia aveva superato il giornale vaticano in materia, non al ministero degli Esteri polacco, ma per il Bishopsâ € ™ Conferenza. Questo approccio non ha assicurato la massima esposizione per il documento. nostri contatti non era a conoscenza del grado di lobbying da parte della Nunziatura di quest'anno , infatti, prima abbiamo parlato con lui non era a conoscenza che la questione doveva essere ripreso. Fine.) Commento

 ¶ 5. (C) Parolin ha riconosciuto che vi era stata una discussione interna alla Santa Sede, in via preliminare delle deliberazioni delle Nazioni Unite lo scorso anno per decidere se sostenere il compromesso belga, ma ha insistito sul fatto che il Vaticano aveva respinto tale posizione e andato avanti tutta per il divieto totale. Egli sosteneva che l'Arcivescovo Migliore alle Nazioni Unite era stato commesso il Santo € ™ s SEEA posizione, e può avere semplicemente adottato â € € œtacticsâ? che sono state fraintese. Migliore, ha aggiunto, aveva sperato di evitare di dividere la comunità internazionale sulla questione. Parolin ha sottolineato che vi era stato â € communicationâ € œconstant? sulla questione tra Migliore e la Segreteria di Stato. L'Osservatore permanente in continuo aggiornamento il Vaticano per il suo impegno di lobbying a New York, e ha consigliato i paesi che il Segretariato dovrebbe affrontare in Vaticano. Parolin ha detto di aspettarsi di continuare una stretta cooperazione di quest'anno, e ha accolto con favore i suggerimenti degli Stati Uniti sui paesi che potrebbero essere più sensibili alle pressioni del Vaticano.

 ¶ 6. (SBU) Parolin osservato che mentre la Santa Sede si concentrano sul lato morale della tesi, gli Stati Uniti potrebbero essere in grado di influenzare alcune missioni per essere più aggressivi nel rendere il caso scientifico di soluzioni alternative alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Il Vaticano continua a credere che l'argomento scientifico sarà probabilmente la più interessante per i paesi sul recinto, e se alternative alla ricerca embrionale può essere dimostrato di essere credibili, questi paesi avranno quindi una base accettabile per sostenere il divieto di ricerca embrionale. Tratta di esseri umani ----------------- -----------------

 ¶ 7. (SBU) Parolin, che ha rappresentato la Santa Sede e ha parlato al Posta € ™ s recente conferenza anti-tratta (rif c), volevo sapere di più su come potrebbe inserirsi nella TIP l'ordine del giorno dell'Assemblea generale e quello specifico delle iniziative saremmo perseguire. Egli ha espresso sostegno per l'obiettivo americano di aumentare l'attenzione internazionale sul turismo sessuale, e ha suggerito che l'Arcivescovo Migliore potrebbe fare una dichiarazione sulla questione. Carica incoraggiato questa idea ed ha continuato a discutere ulteriormente la collaborazione tra Stati Uniti e Santa Sede sulla questione. (Nota: Posta prevede di aumentare la sensibilizzazione ai seminaristi che studiano a Roma per elevare il profilo del â € œdemandâ € loro mentore? Aspetto di TIP - un aspetto del problema che i sacerdoti potrebbero benissimo essere in grado di affrontare dal pulpito o in / ruoli pastorali. Nota fine.)

 ¶ 8. (SBU) carica anche suggerito che guida pastorale da parte del Vaticano in materia di traffico potrebbe essere una grande spinta per gli sforzi anti-TIP tutto il mondo. Ha sottolineato l'utilità di un anti-TIP documento 2002 messo fuori dal Bishopsâ nigeriano € ™ Conference, e la guida dei Pontifici Consigli che aveva pubblicato su altri soggetti (ad esempio, il Consiglio per gli Operatori Sanitari sul risposta pastorale alle tossicodipendenze e l'abuso). Parolin sembrava incuriosito, e ha promesso di parlare con il Consiglio per i Migranti e gli Itineranti (organizzazione piombo nominale sulla punta in Vaticano) di esplorare il modo di estendere l'impegno della Santa Sede contro la tratta. -------------------------- Incentivare la libertà economica --------------------- -----

 ¶ 9. (SBU) Per quanto riguarda le questioni economiche, Parolin concordato che le nazioni in via di sviluppo ha dovuto assumersi la responsabilità per il loro sviluppo economico e sociale propria e concentrarsi sulla buona governance e le iniziative anti-corruzione. Nella vista Vaticana € ™ s, però, ci doveva essere un approccio equilibrato alla questione, in cui sono state rafforzate le iniziative di questi interni da aiuti internazionali espanso da un sistema riformato. â € œThe comunità internazionale ha il dovere di aiutare questi paesi, â €? Parolin ha insistito. â € œThey non può farlo alone.â €? Contributo concordato un approccio equilibrato è stato necessario, ma ha suggerito che i dibattiti delle Nazioni Unite non avevano riscontro questo equilibrio, concentrandosi quasi esclusivamente sulle istituzioni internazionali e ignorando i passaggi paesi critica necessaria per prendere livello nazionale per promuovere la crescita economica. ------------------------ La democrazia, l'antisemitismo --------------------- ---

 ¶ 10. (SBU) In riferimento al nostro generale delle Nazioni Unite priorites altri, Parolin ha detto che la Santa Sede concorda pienamente con gli sforzi americani per promuovere la democrazia e costruire una voce più forte per i paesi democratici all'interno delle Nazioni Unite. Egli ha inoltre indicato che la Santa Sede sarebbe a favore di una risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU sull'antisemitismo, osservando che la Santa Sede aveva sostenuto la OSCEâ € ™ s anti-semitismo dichiarazione e riteneva che una simile risoluzione alle Nazioni Unite sarebbe utile. Carica rivisto le preoccupazioni degli Stati Uniti circa risoluzioni anti-Israele e comitati. Parolin ha riconosciuto le preoccupazioni degli Stati Uniti, ma ha detto che c'è urgente necessità di rilanciare la Road Map e riavviare una qualche forma di processo di pace nella regione. Hardt NNNN 2004VATICA03213 - Qualificazione: CONFIDENZIALE
 
TESTO ORIGINALE: Friday, 20 August 2004, 06:19

C O N F I D E N T I A L VATICAN 003213

SIPDIS

DEPT FOR EUR/WE LEVIN; IO/UNP NARANJO; IO/T: BOOTH, COWLEY

; G/TIP: ETERNO

EO 12958 DECL: 08/19/2014

TAGS AORC, ECON, KDEM, PHUM, PREL, VT, UNGA

SUBJECT: HOLY SEE BACKS U.S. UNGA PRIORITIES

REF: A. STATE 152009 B. WILLSON - MARTIN EMAIL AUG 12 C. VATICAN 2518

Classified By: Charge d’affaires D. Brent Hardt for reasons 1.5 (b and d).

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Summary

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¶1. (C) Holy See Acting Foreign Minister equivalent Parolin told Charge August 18 that the Holy See was on the same page with the U.S. on most UNGA initiatives. On cloning, Charge emphasized the Holy See’s potential to influence Catholic countries to support a ban on human cloning. Parolin emphasized the Holy See’s agreement with the U.S. position and promised to support fully UN efforts to ban embryonic cloning. He rejected the suggestion that the Holy See’s UN mission had sent mixed messages on the issue last year, insisting that their widely disseminated position paper was strongly behind a complete ban. Parolin suggested that the U.S. do more to make the scientific case for the possibilities of adult stem cell research as an alternative to embryonic stem cells as a means to build support for the ban. On human trafficking, Parolin expressed support for the U.S. initiative to increase focus on child sex tourism, and suggested that Permanent Observer Migliore might make a statement on the issue in his UNGA intervention. Turning to economic issues, Parolin agreed with Charge that developing nations had to take responsibility for their own economic and social development, but insisted that internal initiatives had to be bolstered by aid from a reformed international system. End Summary.

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Holy See, U.S. on Same Page for UNGA

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¶2. (SBU) Charge reviewed the U.S. UNGA priorities with the Holy See’s Acting Foreign Minister equivalent Monsignor Pietro Parolin August 18, drawing on ref (a) points. Parolin offered strong support for U.S. priorities on cloning, trafficking, and democracy, and support with caveats on the global development and Middle East priorities. Embassy had shared points prior to the meeting, and Parolin offered the following comments.

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Banning Human Cloning

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¶3. (C) Charge began by thanking Parolin for the Holy See’s recent strong statement against all forms of human cloning issued in the wake of the recent UK decision to permit expanded cloning for therapeutic purposes. Parolin responded that the Holy See’s unequivocal position on the issue was well-known, and noted the close agreement between the Vatican and USG on the issue. Charge raised points from ref (b), emphasizing the opportunity the Holy See’s UN mission had, particularly among predominantly Catholic countries, to expand support for the Costa Rican resolution banning all forms of embryonic human cloning. Charge stressed that an active role by Permanent Observer Archbishop Migliore could be crucial to several countries, not least of all Poland. After last year’s lobbying efforts, Charge noted, some countries appear to have been left with the impression that the Holy See was willing to accept the Belgian compromise on the issue. As it happened, the closeness of the vote showed that any such misconception may have been decisive.

¶4. (C) (Comment: A Polish diplomat accredited to the Holy See subsequently told us that he had found the Holy See’s diplomacy on the cloning issue last year “strange.” He said that in 2003, the Nuncio to Poland had passed the Vatican paper on the subject not to the Polish Foreign Ministry, but to the Bishops’ Conference. This approach did not ensure maximum exposure for the document. Our contact was unaware of the extent of lobbying by the Nunciature this year; in fact, before we spoke to him he had not been aware that the issue was to be taken up again. End Comment.)

¶5. (C) Parolin acknowledged that there had been some internal discussion within the Holy See at the outset of the UN deliberations last year on whether to support the Belgian compromise, but he insisted that the Vatican had rejected that position and gone full speed ahead for the total ban. He maintained that Archbishop Migliore at the UN had been committed to the Holy See’s position, and may have simply adopted “tactics” that were misunderstood. Migliore, he added, had hoped to avoid dividing the international

community on the issue. Parolin stressed that there had been “constant communication” on the issue between Migliore and the Secretariat of State. The Permanent Observer continuously updated the Vatican on his lobbying efforts in New York, and advised which countries the Secretariat should approach at the Vatican. Parolin said he expected continuing close cooperation this year, and welcomed U.S. suggestions on countries that might be most susceptible to Vatican pressure.

¶6. (SBU) Parolin observed that while the Holy See would concentrate on the moral side of the argument, the U.S. might be able to sway some missions by being more aggressive in making the scientific case for alternatives to embryonic stem cell research. The Vatican continues to believe that the scientific argument will likely be the most compelling for countries on the fence, and if alternatives to embryonic research can be shown to be credible, these countries will then have an acceptable foundation for supporting a ban on embryonic research.

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Human Trafficking

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¶7. (SBU) Parolin, who represented the Holy See and spoke at Post’s recent anti-trafficking conference (ref c), wanted to know more on how TIP would fit into the UNGA agenda and what specific initiatives we would be pursuing. He expressed support for the U.S. goal of increasing the international focus on child sex tourism, and suggested that Archbishop Migliore might make a statement on the issue. Charge encouraged this idea and went on to discuss further collaboration between the U.S. and Holy See on the issue. (Note: Post plans to increase outreach to seminarians studying in Rome to raise the profile of the “demand” aspect of TIP -- an aspect of the problem that priests might well be able to address from the pulpit or in their mentoring/pastoral roles. End Note.)

¶8. (SBU) Charge also suggested that pastoral guidance from the Vatican on trafficking could be a big boost for anti-TIP efforts around the world. He noted the usefulness of a 2002 anti-TIP document put out by the Nigerian Bishops’ Conference, and guidance that Pontifical Councils had published on other subjects (e.g., the Council for Health Care on the pastoral response to drug addiction and abuse). Parolin seemed intrigued, and promised to speak to the Council for Migrants and Itinerants (nominal lead organization on TIP at the Vatican) to explore ways of expanding Holy See engagement against trafficking.

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Advancing Economic Freedom

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¶9. (SBU) Turning to economic issues, Parolin agreed that developing nations had to take responsibility for their own economic and social development and focus on good governance and anti-corruption initiatives. In the Vatican’s view, however, there had to be a balanced approach to the issue, in which these internal initiatives were bolstered by expanded aid from a reformed international system. “The international community has a duty to help these countries,” Parolin insisted. “They cannot do it alone.” Charge agreed that a balanced approach was needed, but suggested that UN debates had not reflected this balance, focusing almost exclusively on the international institutions and largely ignoring the critical steps countries needed to take domestically to promote economic growth.

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Democracy, Anti-Semitism

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¶10. (SBU) In reference to our other UNGA priorites, Parolin said the Holy See agreed fully with U.S. efforts to promote democracy and build a greater voice for democratic countries within the UN. He also indicated that the Holy See would be supportive of a UNGA resolution on anti-Semitism, noting that the Holy See had supported the OSCE’s anti-Semitism declaration and believed a similar resolution at the UN would be useful. Charge reviewed U.S. concerns about anti-Israel resolutions and committees. Parolin acknowledged U.S. concerns, but said there was an urgent need to revitalize the Road Map and restart some form of peace process in the region.

HARDT

NNNN

2004VATICA03213 - Classification: CONFIDENTIAL
 

giovedì 23 settembre 2010

Choc in Vaticano, IOR nella bufera, la banca della Città del Vaticano travolta da scandali finanziari decennali...

Sopra, la copertina di uno dei tanti libri che svelano
le trame oscure dei potenti del Vaticano...

Tratto da La Stampa - Nonostante la scansione dei fatti, dal Vaticano c’è stupore. Anche perché la parola d’ordine, negli ultimi anni – è stata «voltare pagina» rispetto alla raffica di scandali targati Ior (dal passaggio in Vaticano della maxitangente Enimont ai sospetti conti segreti di tangentisti e mafiosi). Questo inatteso smacco d’immagine preoccupa soprattutto alla luce degli altri scandali che stanno coinvolgendo la gestione amministrativa di importanti dicasteri di Curia come Propaganda Fide, nel mirino dei giudici per il «business del mattone» affidato ai Sepe-boys, Balducci e De Lise. Nell’operazione di pulizia il nuovo Ior di Gotti Tedeschi e Bertone era divenuto il modello da seguire per tagliare con il passato anche negli altri uffici economici della Santa Sede. Lo schiaffo dell’indagine di Roma destabilizza il «cambio di passo» – spiegano in Curia – ai piani alti del Vaticano, proiettando l’ombra inquietante di un «passato che non passa», quasi che «tutto sia mutato (in apparenza), perché nulla cambi (in sostanza)». Dunque, «si continua ad agire come si è sempre fatto», seguendo un copione ultradecennale che prescinde dal giro di vite di Bankitalia.Il pasticcio brutto targato Ior dei due (tentati) bonifici da 20 milioni (alla Jp Morgan Frankfurter) e 3 milioni (alla Banca del Fucino) si poteva evitare, se solo l’istituto vaticano avesse dato retta agli avvertimenti che il Credito Artigiano – la banca incaricata dell’operazione – gli aveva a più riprese indirizzato. Trascorsi 90 giorni dall’entrata in vigore della nuova normativa antiriciclaggio che la considera una banca extracomunitaria, lo Ior non comunica nulla al Credito Artigiano. In pratica non ottempera alle nuove regole. Così l’istituto controllato dal Credito Valtellinese – e il cui presidente, Giovanni De Censi, siede peraltro nel Cda dell’istituto della Santa Sede – a metà aprile blocca l’operatività del conto, informando lo Ior e la vigilanza di Bankitalia. Il 6 settembre, però, lo Ior – nonostante non abbia terminato i protocolli richiesti – chiama il Credito Artigiano e chiede l’esecuzione dei due bonifici. Dagli uffici italiani ribattono che la cosa non è possibile, in quanto mancano ancora le condizioni imposte da via Nazionale. Anzi: un’eventuale operazione, avvertono, sarà segnalata agli uomini di Draghi. Dopo una settimana di resistenza da parte italiana, dallo Ior tornano alla carica, con un ultimatum: «Fate comunque il trasferimento – è l’ordine in buona sostanza -, non avete titolo per opporvi». Il Credito Artigiano capitola, ma prima notifica la cosa a Bankitalia, la cui Unità di informazione finanziaria il 15 settembre blocca i bonifici e passa la palla alla procura.



ITALIA-CINA

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