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venerdì 28 giugno 2024

BASTA ALIMENTARE GUERRE NEL MONDO! DISARMO GLOBALE, BASTA ARMI!

A distanza di 20 anni (2004 - 2024) la storia si ripete, sempre! Seconda #guerra in #Irak scatenata unilateralmente (con prove false contro #Bagdad e #SaddamHussein) scatenata dagli #statiunitidamerica dell'allora Presidente #Bush, dopo quella avviata in #Afghanistan nel 2001 (post attentato alle #TorriGemelle a #newyork dell'#11settembre2001), CONTRO IL VOLERE DELL'#ONU e CONTRO GLI APPELLI alla #PACE  del #papa #sangiovannipaoloII° al secolo #karolwojtyla (deceduto un anno dopo, nel 2005) OGGI LA #NATO SI RIPROPONE CON IN TESTA GLI #USA, #FRANCIA E #GERMANIA, DI RIAPRIRE NUOVE GUERRE (#UCRAINA DAL 2014, CASUS BELLI 2022, #PALESTINA, #LIBANO E #ISRAELE 2023-2024, #TAIWAN IN FUTURO!) AVEVA RAGIONE #SANDROPERTINI: "SONO CONTRO LA NATO PERCHÈ PROMUOVE LA GUERRA!" #STOPWAR #STOPGENOCIDIO #STOPTHEWAR #PEACE #ANPI DISARMO È PACE, PACE È DISARMO!!! BASTA FOMENTARE GUERRE! 

giovedì 27 giugno 2024

LES 30 JUIN ET 7 JUILLET 2024 LES ÉLECTIONS POLITIQUES SERONT VOTÉES EN FRANCE, LES CITOYENS FRANÇAIS DONNENT ENTIÈRE CONFIANCE À CIOTTI POUR LES RÉPUBLICAINS ET VOTES POUR LE PARTI DU RASSEMBLEMENT DE MARINE LE PEN : RENVOYEZ MACRON EN MARCHE À LA MAISON ! MACRON VEUT METTRE L'OTAN EN GUERRE CONTRE LA RUSSIE EN UKRAINE ! CE SERAIT UN BAIN DE SANG, RISQUE DE CONFLIT NUCLÉAIRE MONDIAL ! FRANCE, VOUS ÊTES LE BASTION DE LA PAIX ! CHEZ VOUS EN MARCHE, VOTEZ RÉPUBLIQUE, VOTEZ RASSEMBLEMENT!

MARINE LE PEN (RASSEMBLEMENT) 
PARIGI (FRANCIA) — Inizia a comporsi una «coalizione Meloni» in Francia. Con il presidente dei Repubblicani (LR) che annuncia in diretta tv che il partito ha bisogno di “un accordo con il Rassemblement National” di Marine Le Pen e la leader che saluta la decisione come “una scelta coraggiosa”. In prossimità delle elezioni legislative i neogollisti verso il patto con i sovranisti, intesa che crea divisioni nel partito. Il presidente però non si arrende: anche se perdo, non mi dimetto. 

ERIC CIOTTI (REPUBBLICANI)
Francia
: il leader dei Repubblicani Ciotti conferma la svolta in vista delle elezioni:





 “Abbiamo bisogno dell’alleanza con Le Pen!”


MACRON (PRESIDENTE)
In Francia, adesso, persino il vecchio «fronte repubblicano» anti lepenista traballa e imbarca acqua. Ma in generale, il mare si è fatto tempestoso per tutti i naviganti della politica, dopo lo tsunami provocato dalle Europee stravinte domenica dall’ultradestra lepenista del Raggruppamento nazionale (Rn), con l’immediata decisione del presidente Emmanuel Macron di sciogliere l’Assemblea Nazionale per convocare nuove Legislative anticipate express già il 30 giugno e 7 luglio. Ieri, un grande colpo di scena è giunto dal neogollista Éric Ciotti, nizzardo con radici familiari italiane, saltato a sorpresa un anno e mezzo fa sulla poltrona di presidente dei Repubblicani (Lr), pur rappresentando la corrente identitaria dei falchi all’interno dello storico partito di centrodestra, già di Chirac e Sarkozy. Senza consultare la direzione Lr, Ciotti ha lanciato la sua bomba in diretta al telegiornale di pranzo di
 Tf1, il più seguito. Per lui, i neogollisti devono accettare subito «un’alleanza con l’Rn, i suoi candidati, con tutti quelli che si ritrovano nelle idee di destra, nei valori di destra». Insomma, un patto elettorale con i lepenisti «che riguarderà tutto il territorio nazionale». Un’idea caldeggiata da «decine di parlamentari» neogollisti, secondo Ciotti. L’annuncio è risuonato subito come una deflagrazione a ridosso del «fronte repubblicano», la tradizionale intesa condivisa dai partiti di governo per mantenere un fossato invalicabile attorno all’estrema destra, evitando qualsiasi sponda. Poi, dopo il boato, un vortice di reazioni. Dai neogollisti, dapprima qualche plauso sparuto, ricoperto presto da un crescente e impressionante fuoco ostile volto a isolare la sbandata del presidente, invitato a dimettersi per direttissima persino dal presidente del Senato, Gérard Larcher. Eloquenti le reazioni degli ambiziosi ex ministri Valérie Pécresse, Laurent Wauquiez e Xavier Bertrand, oggi alla guida delle regioni chiave di Parigi, Lione e Lilla. Ciotti vuol «vendere l’anima per un piatto di lenticchie» (Pécresse), propone un «salto nel buio» (Wauquiez), nega «il Dna della destra repubblicana, che è: “Mai con gli estremisti”» (Bertrand). Ancor più virulenti gli ex neogollisti oggi ministri di Macron, come Gérald Darmanin (Interno), per il quale «Ciotti firma gli Accordi di Monaco», o Bruno Le Maire (Economia), che ha lanciato ai macroniani: «Facciamo posto nella maggioranza a tutti i militanti dei Repubblicani che rifiutano la collaborazione». Sul Figaro, in serata, un’armada di firmatari Lr ha denunciato il «vicolo cieco» proposto da Ciotti, dal canto suo non intenzionato a dimettersi. Il frastuono di piatti infranti in casa Lr ha quasi coperto le reazioni molto soddisfatte del duo Bardella e Le Pen, quest’ultima radiosa per «la scelta coraggiosa» di Ciotti. Alla radio, Bardella ha pure detto: «Mi preparo all’esercizio del potere». E, in serata, ha confermato le investiture in accordo con i repubblicani. Poco dopo, la nipote di Le Pen, Marion Maréchal, capolista alle Europee per l’ultradestra dissidente zemmouriana Riconquista!, ha fatto sapere con stizza che Rn sbatte la porta a un accordo. Un epilogo che sa di vendetta familiare consumata fredda verso la nipote ribelle. Per lottare fino all’ultimo «contro i razzisti e i reazionari», correranno invece assieme i principali partiti di sinistra, cercando di rinverdire il lontano ricordo del «Fronte popolare» vittorioso nel 1936. Fino a sera, si è proseguito a un ritmo forsennato, fra toni tragici alla Racine venati di sprazzi da commedia alla Feydeau. Tra le incognite, pure un ricorso contro i tempi express del voto, con certi politologi pronti intanto a scommettere che Macron, pur in affanno, potrebbe trovare il suo tornaconto in mezzo al caos. Il capo dell’Eliseo doveva esprimersi ieri in conferenza stampa, ma ha rinviato ad oggi il primo di una serie d’interventi in cui cercherà di mostrarsi quanto mai battagliero. Sul Figaro Magazine, ha già lanciato: «Dico ai francesi, non abbiate paura, andate a votare». Macron dichiara pure di voler «tendere la mano a tutti coloro che sono pronti a venire a governare e a lavorare a una sintesi». Parole che confermano il disegno di future larghe intese. Escluse in ogni caso le dimissioni dall’Eliseo, ma semaforo verde per un dibattito con Le Pen. In un clima che rischia di diventare sempre più barricadero anche in piazza, come si è ben visto ieri, il presidente spera d’interpretare la parte del capitano sicuro in mezzo alla tempesta. Ma per molti, correrà dei rischi da “cascatore.”


LES 30 JUIN ET 7 JUILLET 2024 LES ÉLECTIONS POLITIQUES SERONT VOTÉES EN FRANCE, LES CITOYENS FRANÇAIS DONNENT ENTIÈRE CONFIANCE À CIOTTI POUR LES RÉPUBLICAINS ET VOTES POUR LE PARTI DU RASSEMBLEMENT DE MARINE LE PEN : RENVOYEZ MACRON EN MARCHE À LA MAISON ! MACRON VEUT METTRE L'OTAN EN GUERRE CONTRE LA RUSSIE EN UKRAINE ! CE SERAIT UN BAIN DE SANG, RISQUE DE CONFLIT NUCLÉAIRE MONDIAL ! FRANCE, VOUS ÊTES LE BASTION DE LA PAIX ! CHEZ VOUS EN MARCHE, VOTEZ RÉPUBLIQUE, 
VOTEZ RASSEMBLEMENT!

mercoledì 12 giugno 2024

ACCADDE OGGI ESATTAMENTE UN ANNO FA: IL 12 GIUGNO 2023 SILVIO BERLUSCONI LEADER DI FORZA ITALIA, MUORE A 87 ANNI...

ELEZIONI EUROPEE 2024: CON GRANDE SODDISFAZIONE, I MAGGIORI LEADER EUROPEI "GUERRAFONDAI" CHE SOFFIAVANO SUL FUOCO DELLA GUERRA CONTRO LA RUSSIA IN UCRAINA HANNO PERSO! IL POPOLO SOVRANO EUROPEO HA VOTATO DEMOCRATICAMENTE CONTRO COLORO CHE PER MESI PAVENTAVANO L'INGRESSO DELLA NATO DENTRO IL CONFLITTO ARMATO NEL DOMBASS! IL GALLETTO MACRON E' STATO BASTONATO DA LE PEN IN FRANCIA, SCHOLZ DAI NEO-NAZISTI IN GERMANIA! SCONFITTE CLAMOROSE CHE HANNO UN SOLO COMUNE DENOMINATORE: L'EUROPA VUOLE LA PACE E NON LA GUERRA, NO ALLA NATO BELLICISTA! IL POPOLO EUROPEO CHIEDE UN'UNIONE EUROPEA DISPOSTA AL DIALOGO DIPLOMATICO CON LA RUSSIA, NON VUOLE CHE I PROPRI SOLDATI MUOIANO IN UCRAINA!

Il presidente francese Macron ha annunciato lo scioglimento del Parlamento e la convocazione di nuove elezioni il 30 giugno e il 7 luglio. A Berlino l'Afd seconda sorpassa l'Spd, a Vienna l'ultradestra di Fpo ha il 25,5% dei voti, in Grecia avanzano i conservatori di Nea Dimokratia. In Polonia Tusk confermato vincitore!

Fonte: https://tg24.sky.it/ - L'onda sovranista, travolge Emmanuel Macron e Olaf Scholz, colora di nero l'Austria e segna punti ovunque ma non sfonda al Parlamento Ue. La tornata elettorale certifica l'ascesa delle ali estreme ma, allo stesso tempo, premia i Popolari. Lieve la perdita dei Socialisti, netto invece il calo dei liberali e dei Verdi. In Austria vince la formazione di estrema destra Fpo con il 25,5% dei voti, diventando per la prima volta la forza politica più importante nel Paese alpino. In Germania Cdu-Csu prima, l'Afd seconda sorpassa l'Spd. Risultati shock in Francia con Marine Le Pen che stravince con il suo Rassemblement National e il presidente Emmanuel Macron che annuncia lo scioglimento dell'Assemblea Nazionale e convoca nuove elezioni in Francia il 30 giugno e il 7 luglio. Annuncia le sue dimissioni, anche alla luce dei risultati delle elezioni legislative nazionali, Alexandre De Croo, capo del governo belga: "Da domani sarò un premier dimissionario". Intanto la candidata di punta del Ppe, Ursula von der Leyen, alla serata elettorale del partito allo Stanhope hotel a Bruxelles: "Siamo la più grande forza al Parlamento europeo e nessuna maggioranza potrà essere formata senza il Ppe. Costruiremo un bastione contro gli estremisti da sinistra e da destra. Li fermeremo" (EUROPEE: LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI LIVE - RISULTATI).

Austria, vittoria dell'ultradestra

Il Partito della Libertà d'Austria (Fpo) si è aggiudicato la vittoria alle elezioni europee in Austria. Secondo i risultati finali, incluse le previsioni sui voti residui, lo schieramento di estrema destra ha ottenuto il 25,5% dei consensi. Il Partito Popolare Austriaco (Ovp) si è classificato secondo con il 24,7% dei voti, seguito dal Partito Socialdemocratico d'Austria (Spo) al 23,3%. La serrata sfida per il quarto posto è stata vinta dai Verdi con il 10,9%, mentre il Partito Liberale (Neos) si è classificato quinto con il 10,1%. Il Partito Comunista d'Austria (Kpo) e il Partito Nazionaldemocratico d'Austria (Dna) non hanno raggiunto la soglia di sbarramento e non saranno rappresentati al Parlamento Europeo. Questi risultati confermano il peso politico dell'Fpo in Austria e il suo ruolo di forza di opposizione al governo di centrodestra guidato dall'Ovp. "Gli elettori hanno scritto una pagina di storia" con il "desiderio di aprire una nuova era politica in Austria e in Europa", ha dichiarato Herbert Kickl, leader del Partito della Libertà (Fpoe), salutando i sostenitori riuniti a Vienna per festeggiare il successo del partito di ultradestra alle elezioni europee in Austria. Nel suo intervento Kickl, che ha rilanciato l'Fpoe grazie alla sua retorica no-vax nel pieno della pandemia di Covid-19, ha difeso la "neutralità" dell'Austria nella guerra in Ucraina, ha criticato il sostegno dato a Kiev e le sanzioni dell'Ue contro Mosca. Durante la campagna elettorale, il suo partito ha affisso manifesti che mostravano la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, abbracciare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. "Il risultato non è affatto piacevole, posso prometterlo alla gente: ho capito il messaggio". Sono state queste invece le parole del cancelliere austriaco Karl Nehammer (OeVP) commentando i risultati. "Sono davanti a voi con umiltà, ma è un incentivo a migliorare - ha detto Nehammer parlando alle telecamere dalla sede del partito -. Vogliamo dare forma alle cose e non dividerle".

In Germania vince la Cdu

I risultati provvisori delle elezioni europee in Germania confermano le proiezioni di ieri sera attribuendo la vittoria all'Unione cristiano-democratico e sociale (Cdu-Csu), il principale partito di opposizione tedesco, con il 30,0% (+1,1 rispetto alle precedenti elezioni Ue e 29 seggi). Si conferma inoltre che gli estremisti di destra dell'Afd sono arrivati secondi con il 15,9% (+4,9% e 15 eurodeputati). È quanto emerge da tabelle pubblicate sul sito della "Direttrice federale delle elezioni" tedesca (Bundeswahlleiterin) dopo lo spoglio dei voti in tutte le 400 circoscrizioni elettorali. Tra i partiti della coalizione di governo a Berlino, il partito socialdemocratico (Spd) del cancelliere Olaf Scholz è arrivato terzo scendendo di 1,9 punti al 13,9% e ottenendo 14 seggi nel suo peggior risultato in una elezione nazionale, come nota l'agenzia Dpa. I Verdi, che erano arrivati secondi nel 2019, sono crollati al quarto posto coll' 11,9% (12 eurodeputati, -8,6 punti), mentre i liberali della Fdp ha subito lievi perdite (-0,2) scendendo al 5,2% e avendo diritto a 5 seggi. La nuova alleanza populista di sinistra fondata da Sahra Wagenknecht (Bsw) al suo debutto elettorale ha ottenuto il 6,2% e sei deputati europei, mentre il partito post-comunista della "Linke" ha raccolto il 2,7% perdendo 2,8 punti e conquistando 3 seggi. Hanno ottenuto mandati anche i partiti Freie Wähler (2,7% e 3 eurodeputati), Volt (2,6% e 3), Die Partei (1,9% e 2), Ödp (0,6%), gli animalisti del Tierschutzpartei (1,4%) e il partito della famiglia Familienpartei (0,6%), questi ultimi tutti con un seggio. La Cdu da sola ha ottenuto il 23,7% (+1,1 punti e 23 eurodeputati) mentre la sua ala destra bavarese Csu il 6,3% (invariato rispetto a cinque anni fa) e sei seggi.

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In Francia stravince il partito di Le Pen 

In Francia stravince il partito di estrema destra di Marine Le Pen: Rassemblement National è attorno al 32%. Più del doppio rispetto al secondo in lista, Renaissance del presidente Emmanuel Macron si ferma intorno al 15%. A seguito dei primi exit poll, nella sera del 9 giugno, Macron ha preso la parola per annunciare lo scioglimento del Parlamento e la convocazione di nuove elezioni il 30 giugno e il 7 luglio. "Non posso che salutare con favore questa decisione. Siamo pronti a governare se i francesi vorranno darci la fiducia", in queste nuove elezioni, sono le parole di Marine Le Pen dopo il messaggio di Macron.

epa11399770 French President Emmanuel Macron gestures after voting for the European Parliament election, in Le Touquet-Paris-Plage, France, 09 June 2024.  EPA/Hannah McKay / POOL  MAXPPP OUT

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In Belgio premier annuncia dimissioni

In Belgio il premier Alexandre De Croo ha annunciato le dimissioni. Con il conteggio dei voti a uno stadio avanzato si conferma la spaccatura del Paese, dove a trionfare sono i separatisti di destra ed estrema destra di N-VA (25%) e Vlaams Belang (22,3%), mentre nella francofona Vallonia - dove però lo spoglio va a rilento, circa 1/4 dei seggi - a guidare al momento sono i Liberali di MR (31,7%) e i popolari di Les Engagés. Al terzo posto i Socialisti (20,8%). Secondo un exit poll condotto dall'università ULB di Bruxelles, la sinistra radicale PTB-PVDA sarebbe invece il maggior partito in Vallonia (il che sarebbe una vera e propria sorpresa e rappresenterebbe un ribaltone rispetto allo spoglio in corso). I separatisti di N-VA e Vlaams Belang, a ogni modo, in questa parte del Paese non supererebbero nemmeno la soglia di sbarramento. Per quanto riguarda la Camera federale, N-VA e Vlaams Belang sono in testa (22% e 17,5% rispettivamente) seguiti dai Socialisti (10,3%) e dai centristi popolari (10,2%). Grande affermazione dell'estrema sinistra col 9,5% dei consensi. Resta da vedere quanti seggi effettivamente conquisteranno i partiti al Parlamento federale, dove dal 1989 vige la regola del "cordone sanitario" contro le formazioni separatiste ed estremiste.

Open Vld's Alexander De Croo and Open Vld's chairman Tom Ongena pictured during the post-election meeting of Flemish liberal party Open Vld, in Brussels, Sunday 09 June 2024. Belgium held coinciding elections for the regional, federal and European legislative bodies. BELGA PHOTO JAMES ARTHUR GEKIERE (Photo by JAMES ARTHUR GEKIERE/Belga/Sipa USA)

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In Grecia vincono i conservatori

Sette partiti greci sono riusciti a ottenere i consensi necessari per varcare la soglia del Parlamento europeo e spartirsi i 21 seggi a disposizione della Grecia, al termine delle votazioni che si sono tenute ieri. Il partito conservatore di Nea Dimokratia, del Ppe, si è assicurato il 28,31% dei voti e ha ottenuto sette seggi nel Parlamento europeo. Il principale partito di opposizione di sinistra, Syriza, ha ricevuto il 14,92% dei voti, un risultato che si traduce in quattro seggi a Strasburgo. Il partito socialista del Pasok è arrivato terzo con il 12,79% dei voti e si è assicurato tre seggi. L'estrema destra con Ellinikì lisi ha ottenuto il 9,30% dei voti, guadagnando due seggi, e precedendo di poco i comunisti del Kke, che hanno ottenuto il 9,25% e hanno ottenuto a loro volta due seggi nell'Europarlamento. Altri tre partiti hanno superato la soglia del 3% necessaria per essere rappresentati a Strasburgo. Il partito ultraconservatore Niki, ha ottenuto un seggio con il 4,37% dei voti, quello populista di Plefsi eleftherias ('Rotta della libertà') ha ricevuto il 3,40% e verrà rappresentato da un eurodeputato. Anche il nuovo partito ultranazionalista Fonì logikìs ('Voce della ragione') ha superato la soglia con il 3,04% dei voti e ottiene un rappresentante nel parlamento Ue.

Parlamento europeo

APPROFONDIMENTO

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In Portogallo socialisti in testa di poco

In Portogallo il Partito socialista è in testa con il 32,3%, seguito dalla coalizione di centrodestra Alleanza democratica (Ad) con il 31,4%. Sia i conservatori di Ad, sia i socialisti, eleggerebbero quindi sei deputati. Al terzo posto il partito di estrema destra Chega, con il 9,8% e un deputato eletto. Subito dopo Iniziativa liberale, con l'8,9% e un deputato eletto. Il Blocco di sinistra e la coalizione di comunisti e verdi si fermano intorno al 4%.

In Spagna Pp vince ma non sfonda, Sanchez resiste

Confermata dallo scrutinio definitivo la vittoria in Spagna del Partito Popolare che ha vinto le elezioni europee con 22 seggi e il 34,2% dei voti. Il partito guidato da Alberto Nunez Feijoo non ha tuttavia incassato la vittoria di lunghezza alla quale aspirava per mettere in discussione la continuità del governo minoritario progressista Psoe-Sumar, guidato da Pedro Sanchez. I socialisti si attestano come seconda forza con il 30,1% dei voti e 20 seggi, uno in meno del 2019. La buona performance dei popolari, che hanno ottenuto dieci seggi in più di 5 anni fa è dovuta essenzialmente all'assorbimento dei liberali di Ciudadanos, che non ha ottenuto rappresentanza nell'Eurocamera. Alberto Nunez Feijoo ha messo in valore il risultato e ha parlato di "un nuovo ciclo politico", sebbene non si distacchi molto dagli equilibri di forze emersi alle elezioni politiche del 23 luglio. Vox ha ottenuto il 9,6% dei voti e 6 seggi, il partito della destra antisistema 'Se acabò la fiesta' (Salf) al suo esordio prende 800.000 voti e porta a casa 3 seggi. A sinistra, Sumar, con la leader Yolanda Diaz, rimane con 3 seggi molto al di sotto delle aspettative, dopo la rottura con Podemos, con la ex ministra di Uguaglianza, Irene Montero, fermo a 2 seggi. Assieme hanno raggiunto il 7,2% dei consensi, rispetto al 10% ottenuto dal partito viola nel 2019. Ahora Republicas (Erc, Bildu, Bng e Ara Mes) ottiene 3 eurodeputati, mentre Junts, dell'ex eurodeputato carles Puigdemont, perde 2 dei 3 seggi conquistati 5 anni fa, confermandone 1 solo.

Elezioni Spagna

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I risultati in Olanda

L'alleanza dei Laburisti-Verdi guidata da Frans Timmermans vince alle Europee nei Paesi Bassi sull'estrema destra di Geert Wilders. Stando ai dati definitivi dello scrutinio diffusi dal Parlamento europeo, il ticket europeista si è aggiudicato 8 seggi, mentre il Pvv del leader euroscettico e anti-Islam si è fermato a 6. Si tratta di un distacco maggiore rispetto a quanto prospettato negli exit poll nei giorni scorsi. Seguono con 4 seggi (perdendone uno rispetto agli attuali 5) i liberali del premier uscente Mark Rutte, guidati da Dilan Yesilgoz, mentre si aggiudicano 3 seggi a testa i liberali di sinistra del D66 e i cristiano-democratici del Cda. Il Movimento dei contadini (BBB) fa per la prima volta il suo ingresso all'Eurocamera con 2 seggi, al pari di Volt. Si aggiudica un seggio invece il Nuovo contratto sociale (Nsc) di Pieter Omtzigt, così come il partito animalista Pvdd.

Timmermans e Wilders

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In Polonia vittoria di Tusk

Voleva una vittoria piena Donald Tusk e l'ha avuta. Alle Europee la Coalizione civica (Ko), partito del premier polacco, è riuscita dopo 10 anni a spodestare i sovranisti di Diritto e Giustizia (PiS). Il partito filoeuropeo di premier Donald Tusk Coalizione civica (Ko), con il 37,06% dei voti, ha vinto le europee in Polonia superando i sovranisti del partito Diritto e giustizia (Pis) di Jaroslaw Kaczynski, sostenuto dal 36,16% di cittadini. Il terzo partito euroscettico, Confederazione, ha ottenuto il 12,08% di voti ed è seguito da Terza via (Partito di contadini e Polska 2050 di Szymon Holownia) col 6,91%, mentre la Sinistra ha avuto il 6,3% delle preferenze. L'affluenza secondo Pkw è stata di 40,65 %. 

Trionfo di Verdi e Sinistra alle europee nei Paesi Nordici

Trionfo verde-rosso nei Paesi Nordici, che vede una controtendenza rispetto a molti altri Paesi europei dove sono avanzate le destre: se i Verdi e il partito di Sinistra fossero uniti, in Svezia sarebbero il secondo partito battuto dal centrosinistra solo dallo 0,2%, mentre in Finlandia e Danimarca costituirebbero il partito più grande a queste elezioni europee. In Finlandia il partito conservatore, guidato dal primo ministro Petter Oro, ha vinto il maggior numero di voti con il 24,8%, un aumento di 4% rispetto al 2019. Ma la sorpresa più grande è stata 'Alleanza Sinistra' (Vasemmistoliitto) che è il secondo partito finlandese nell'Europarlamento registrando un aumento di oltre il 10% rispetto al 2019: "Siamo molto felici. Questo risultato è andato ben oltre quanto potevamo sperare", ha dichiarato la segretaria del partito Li Andersson parlando con l'ANSA ieri notte alla sede elettorale del partito a Helsinki. La sinistra finlandese si posiziona al di sopra dei Social Democratici con un distacco di 2,4%, che nonostante questo ha rinforzato leggermente (di 0,2%) la sua posizione rispetto al 2019. Tutti gli altri partiti finlandesi hanno perso punti rispetto alle scorse europee, dai liberali e centristi ai Verdi (-4,7%) ma il partito che è indietreggiato maggiormente sono i nazionalisti finlandesi che hanno perso il 6,2% dei voti. Anche in Svezia i nazionalisti, Democratici Svedesi, hanno perso oltre 2 punti percentuali rispetto alle scorse europee mentre ha registrato un aumento di oltre il 4% la Sinistra, prendendo quasi l'11% dei voti, e il partito ambientalista con un aumento del 2,8%, ottenendo il 13,8%. In Danimarca, il partito ambientalista da solo è al primo posto (17,4%, +4,2% dal 2019). I Social Democratici sono al secondo (15,5%, - 5,9% dal 2019) e i Liberali - Venstre (14,7%, -8,8%). Bene anche la Sinistra (7%, +1,5%) e i Alleanza Liberale (7%, +4,8%).

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Per Orban il peggior risultato alle Europee 

A scrutinio quasi completato, Fidesz, partito al governo del premier ungherese, Viktor Orban, è risultato il più votato in Ungheria alle europee incassando il 44,62% dei consensi. Per Fidesz, che ha ottenuto 11 seggi al Parlamento europeo, due in meno rispetto alla legislatura precedente, si tratta del peggior risultato mai registrato alle Europee. Tra gli eurodeputati rieletti tra le fila del partito sovranista, Tamas Deutsch, capolista di Fidesz, e Eniko Gyori, ex ambasciatrice di Budapest a Roma. Il voto ha registrato un'affluenza record al 55,99%, la più alta mai registrata dall'adesione dell'Ungheria all'Ue nel 2004. A far incetta di voti, Tisza, partito dell'ex dirigente di Fidesz Peter Magyar, creato a pochi mesi dal voto sulla scorta di uno scandalo pedofilia che ha colpito il governo Orban. Tisza si è imposta come la più grande forza d'opposizione nel Paese, piazzandosi al secondo posto con il 29,69% dei consensi ed eleggendo 7 deputati, tra cui lo stesso Magyar. Sul sito del Parlamento europeo dedicato alle elezioni, Tisza figura già tra i partiti appartenenti al gruppo dei Popolari europei (Ppe) che dovrebbe annunciare a breve la sua adesione. Ai 7 rappresentanti di Tisza nel Ppe, se ne aggiunge un altro del Partito Popolare Cristiano Democratico (Kdnp), che forma con Fidesz un'alleanza elettorale permanente. Kdnp figura ancora nel Ppe, nonostante la sospensione di Fidesz dal gruppo, cosa che spiega anche perché tra i non iscritti figurano 10 deputati proventi da Fidesz. Supera la soglia di sbarramento la Coalizione Democratica, affiliata al Gruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) al Parlamento europeo, con l'8,1% e due seggi. Il partito di estrema destra Mi Hazánk Mozgalom elegge un rappresentante guadagnando il 6,76% dei voti. In linea con le aspettative della vigilia, Tisza ha fagocitato i consensi di altri partiti di opposizione, come i liberali di Momentum (Renew), i Verdi di Lmp e l'estrema destra di Jobbik che non eleggono alcun deputato. 

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