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giovedì 11 luglio 2024

LA BELLA NOTIZIA DELLA SETTIMANA: "In Francia vince la sinistra del Nuovo Fronte Popolare!" DOMENICA 7 LUGLIO 2024

In Francia vince la sinistra del 

Nuovo Fronte Popolare!

Al secondo turno di 

Domenica 7 Luglio 2024!

ELEZIONI IN FRANCIA
Il centro liberale limita i danni arrivando secondo. Sconfitta la destra, favorita alla vigilia. Nessun gruppo politico ottiene la maggioranza dei seggi in Parlamento. Il premier Attal si dimette. Macron invita alla prudenza: il voto non indica chi deve governare la Francia.

Luca Collodi - Città del Vaticano

In Francia le legislative sono vinte a sorpresa dalla sinistra con il capo della coalizione progressista Jean-Luc Mèlenchon che rivendica il governo. Il raggruppamento di centro liberale macroniano non crolla ed è il secondo partito. Terza la destra di Le Pen, favorita alla vigilia del voto. Nessun partito ha raggiunto la maggioranza assoluta. 

Il risultato


Al Nuovo fronte popolare spetteranno 178 seggi nella prossima Assemblea nazionale. Segue il blocco macronista di Ensemble con 150 seggi. Terzo il Rassemblement National che sale a 125 seggi senza però riuscire nel tentativo di diventare il partito di maggioranza relativa. Quarti i Repubblicani con 39 seggi. All'interno del Nuovo Fronte Popolare, il gruppo della sinistra radicale France Insoumise supera di poco i socialisti di Raphael Glucksmann e Olivier Faure. Il tasso di partecipazione al voto al secondo turno delle elezioni legislative anticipate francesi è stato pari al 66,7%, in aumento rispetto al primo turno quando era gia' stato elevato (65%). Si tratta del livello piu' alto a un secondo turno dal 1997, quando aveva partecipato il 71,1% degli elettori.

Le dimissioni 


Il premier francese Gabriel Attal annuncia le sue dimissioni. "Sono contento perchè è stato evitato il pericolo della destra, ma la Francia si trova in una situazione ingovernabile". "Melenchon, aggiunge, sogna ma non sara' mai primo ministro. La Francia è oggi piuttosto di centro sinistra ma rifiuta sia il programma di sinistra che il programma di destra". "La sola maggioranza che avrebbe senso, prosegue il primo ministro francese, sarebbe quella tra una parte della sinistra e il centro, ma la sinistra è unita e non vedo come qualcuno possa de-solidarizzare dall'estrema sinistra dopo aver dato vita al Nouveau Front Populaire". La possibilità di un governo di coalizione per Attal "a oggi non è possibile".

Le reazioni


Festa nel quartier generale del Nuovo Fronte Popolare, dove Jean-Luc Mélenchon sottolinea come la sinistra "deve governare". Il presidente Emmanuel Macron, prosegue il leader della sinistra francese, deve "andarsene o nominare un primo ministro tra le nostre fila". Il "blocco centrista è vivo", replica Macron che tuttavia invita alla "cautela", perché i risultati non rispondono alla domanda su "chi debba governare la Francia”. "La marea della destra continua a salire, commenta la Le Pen, per la quale la vittoria è solo rimandata". Sul piano economico, l’euro si indebolisce rispetto al dollaro appesantito dallo stallo politico in Francia.

Scontri 


Tensioni in piazza in diverse città della Francia dopo l'esito delle elezioni. Cariche della polizia sono avvenute in Place de la Republique, a Parigi, a seguito di provocazioni di un gruppo di persone incappucciate. Disordini anche in altre citta' della Francia: a Marsiglia, secondo la questura, sono 5.000 le persone che hanno marciato per le strade. I manifestanti di estrema destra, hanno acceso fuochi d'artificio e fumogeni. Presenti anche attivisti dell'estrema sinistra.

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Fonte: https://www.vaticannews.va/it 

sabato 6 luglio 2024

LES ÉLECTEURS FRANÇAIS, AU BULLETIN DU 7 JUILLET EN FRANCE, VOTEZ POUR LES RÉPUBLICAINS, VOTEZ POUR LE R.N. PAR MARINE LE PEN ET JORDAN BARDELLA, SOUVENEZ-VOUS DE LA DATE HISTORIQUE DU 7 juillet 1789 QUAND une commission chargée de rédiger la Constitution fut élue et que deux jours plus tard l'Assemblée se proclama Assemblée Nationale Constituante ! ENVOYEZ MACRON LE WARMEN À LA MAISON !

MARINE LE PEN E JORDAN BARDELLA
La Francia è la seconda nazione per popolazione e prodotto interno lordo dell’Unione europea, dopo la Germania. Già questo basterebbe a dire quanto importanti siano le attuali elezioni legislative. Ma di dati ce ne sarebbero altri: la Francia è un paese con una politica estera piuttosto attiva e influente, è membro fondatore dell’Unione Europea ed è una potenza nucleare. Il sistema elettorale francese somiglia un po’ a quello con cui noi in Italia eleggiamo i sindaci: c’è un primo turno e poi un secondo turno che funziona da ballottaggio. Oggi ci troviamo nel bel mezzo di questi due turniIl primo turno delle legislative francesi si è tenuto il 30 di giugno, e a vincere con un certo margine è stata la destra del Rassemblement National (che fino al 2018 si chiamava Front National) – il partito di di Marine Le Pen e del giovanissimo Jordan Bardella alleato con i Repubblicani di Eric Ciotti. La destra ha ottenuto il 33,15 per cento dei voti: poco meno di un terzo dei votanti francesi. Il dato non ha sorpreso. D’altronde in Francia, se si vota in questi giorni, è proprio perché la destra francese è cresciuta molto nell’ultimo periodo, come si è visto nei risultati delle scorse elezioni europee, dove l’eccezionale risultato della destra francese ha portato il presidente Macron a indire nuove elezioni. Il secondo turno è alle porte: si terrà domenica sette luglio. Lo scenario politico, riassumendo, è il seguente: la destra di Le Pen e Bardella è data in vantaggio soprattutto alla luce degli ottimi risultati del primo turno e, ancora prima, delle elezioni europee che citavamo un attimo fa. Poi c’è la sinistra del Nuovo Fronte Popolare, che non è un partito ma un’alleanza con dentro il partito dei verdi (Europe Écologie-Les Verts), quello Socialista, quello Comunista e poi La France Insoumise (che in italiano sarebbe “La Francia indomita”) del leader Jean-Luc MélenchonQuest’alleanza di sinistra ha preso il 27,99 per cento dei voti. Circa 5 punti percentuali in meno della destra. Poi c’è il partito del presidente Emmanuel Macron, Ensemble (il cui nome completo sarebbe “Ensemble pour la République”) che è considerato centrista, oltre a essere fortemente europeista e moderato sui temi sociali. Ensemble ha preso il 20,83 per cento delle preferenze elettorali. Come già successo in passato in Francia si parla molto di un “fronte repubblicano”, cioè un’alleanza politica che sia utile a impedire l’arrivo al potere della destra considerata radicale, filo-russa e, appunto, contraria ai valori repubblicani. A seconda del caso si parla di “fronte unitario”, “fronte repubblicano” o “cordone sanitario”, ma il concetto è lo stesso. La matematica, sulla carta, è molto semplice: i centristi di Macron hanno circa il 21 per cento, l’alleanza di sinistra ha circa il 28, quindi insieme godono del 50 per cento dei voti. Con un’alleanza, quindi, potrebbero vincere e formare un governo che non preveda la destra di Le Pen e Bardella. In teoria, appunto. Ma nella pratica non è così semplice.

L’alleanza tra centro e sinistra non è semplice per un paio di motivi diversi. Il primo è che un’alleanza, agli occhi degli elettori, non è un elemento da poco e cambierebbe le carte in tavola. In altre parole: non è detto che, in caso di alleanza tra centristi e sinistra, la somma dei loro voti continuerà a essere del 50 per cento. Il compromesso potrebbe non pagare in termini elettorali, ed erodere il consensoLa difficoltà più grande di questo fronte politico anti-destra, però, non riguarda tanto la strategia politica, ma i temi. Le posizioni di Ensemble e della France Insoumise sono così distanti da risultare spesso inconciliabili. Nelle scorse settimane diversi esponenti del partito di Macron hanno fatto intendere che un’alleanza con alcuni partiti di sinistra dopo il voto sarà possibile. Ma non con la France Insoumise di Mélenchon. Specularmente diversi esponenti della sinistra di Mélenchon hanno escluso una possibile alleanza con il partito di Macron e il tema che viene citato è sempre lo stesso: un’incompatibilità sui valori e sulle idee politiche. Per riassumere. Se è vero che la tradizione politica francese prevede, da tempo, alleanze anti-destra che per ora hanno sempre impedito alla destra stessa di governare, è vero anche che, nei fatti, queste alleanze per la prima volta potrebbero non riuscire nell’intento.

Peraltro all’interno di ognuno dei tre blocchi politici francesi (destra, centristi e sinistra) ci sono novità e piccoli stravolgimenti che potrebbero avere un grande peso sia nella formazione del prossimo governo transalpino che, più in generale, negli equilibri politici francesi. Dentro la sinistra, per esempio, Mélenchon sta perdendo terreno in favore di un partito di sinistra più convintamente europeista e moderato: la lista che comprende il Partito socialista e Place Publique di Raphaël Glucksmann. Secondo diversi analisti politici La France Insoumise di Mélenchon ha perso consenso per via di alcune posizioni in politica estera, specie per quanto riguarda i momenti successivi agli attacchi di Hamas del 7 ottobre scorso.

In queste elezioni legislative francesi si parla molto di Italia. Ed è una discreta novità. La nostra politica infatti ha funzionato in modo molto diverso da quella francese (e di quella tedesca). In Francia e in Germania le destre sono rimaste, fino ad ora, fuori dai giochi politici proprio per la strategia dei cordoni sanitari e per la convinzione che una certa destra (quella cosiddetta “estrema”) non possa far parte del sistema democratico di un paese europeo. In Italia, invece, la destra è stata al governo più volte, anche con fazioni politiche più o meno radicali, come la Lega. Com’è noto però stare al governo può far perdere voti, perché dalle parole si passa ai fatti e alle responsabilità di varare leggi e prendere decisioni. Mentre stare all’opposizione permette di criticare chi governa senza, ovviamente, avere responsabilità su ciò che accade. Si può anche dire che la destra italiana, oggi, appaia più moderata di quella tedesca e francese. C'è chi la ritiene "smussata", magari proprio dalle esperienze di governo.

Anche di questo si parlerà dopo il secondo turno francese: sia che la destra vinca, sia che non vinca o che (ipotesi più probabile) la Francia si ritrovi in una situazione di difficoltà a formare un governo. Una difficoltà a cui i francesi sono decisamente poco abituati.

Fonte: https://www.esquire.com/ 


giovedì 27 giugno 2024

LES 30 JUIN ET 7 JUILLET 2024 LES ÉLECTIONS POLITIQUES SERONT VOTÉES EN FRANCE, LES CITOYENS FRANÇAIS DONNENT ENTIÈRE CONFIANCE À CIOTTI POUR LES RÉPUBLICAINS ET VOTES POUR LE PARTI DU RASSEMBLEMENT DE MARINE LE PEN : RENVOYEZ MACRON EN MARCHE À LA MAISON ! MACRON VEUT METTRE L'OTAN EN GUERRE CONTRE LA RUSSIE EN UKRAINE ! CE SERAIT UN BAIN DE SANG, RISQUE DE CONFLIT NUCLÉAIRE MONDIAL ! FRANCE, VOUS ÊTES LE BASTION DE LA PAIX ! CHEZ VOUS EN MARCHE, VOTEZ RÉPUBLIQUE, VOTEZ RASSEMBLEMENT!

MARINE LE PEN (RASSEMBLEMENT) 
PARIGI (FRANCIA) — Inizia a comporsi una «coalizione Meloni» in Francia. Con il presidente dei Repubblicani (LR) che annuncia in diretta tv che il partito ha bisogno di “un accordo con il Rassemblement National” di Marine Le Pen e la leader che saluta la decisione come “una scelta coraggiosa”. In prossimità delle elezioni legislative i neogollisti verso il patto con i sovranisti, intesa che crea divisioni nel partito. Il presidente però non si arrende: anche se perdo, non mi dimetto. 

ERIC CIOTTI (REPUBBLICANI)
Francia
: il leader dei Repubblicani Ciotti conferma la svolta in vista delle elezioni:





 “Abbiamo bisogno dell’alleanza con Le Pen!”


MACRON (PRESIDENTE)
In Francia, adesso, persino il vecchio «fronte repubblicano» anti lepenista traballa e imbarca acqua. Ma in generale, il mare si è fatto tempestoso per tutti i naviganti della politica, dopo lo tsunami provocato dalle Europee stravinte domenica dall’ultradestra lepenista del Raggruppamento nazionale (Rn), con l’immediata decisione del presidente Emmanuel Macron di sciogliere l’Assemblea Nazionale per convocare nuove Legislative anticipate express già il 30 giugno e 7 luglio. Ieri, un grande colpo di scena è giunto dal neogollista Éric Ciotti, nizzardo con radici familiari italiane, saltato a sorpresa un anno e mezzo fa sulla poltrona di presidente dei Repubblicani (Lr), pur rappresentando la corrente identitaria dei falchi all’interno dello storico partito di centrodestra, già di Chirac e Sarkozy. Senza consultare la direzione Lr, Ciotti ha lanciato la sua bomba in diretta al telegiornale di pranzo di
 Tf1, il più seguito. Per lui, i neogollisti devono accettare subito «un’alleanza con l’Rn, i suoi candidati, con tutti quelli che si ritrovano nelle idee di destra, nei valori di destra». Insomma, un patto elettorale con i lepenisti «che riguarderà tutto il territorio nazionale». Un’idea caldeggiata da «decine di parlamentari» neogollisti, secondo Ciotti. L’annuncio è risuonato subito come una deflagrazione a ridosso del «fronte repubblicano», la tradizionale intesa condivisa dai partiti di governo per mantenere un fossato invalicabile attorno all’estrema destra, evitando qualsiasi sponda. Poi, dopo il boato, un vortice di reazioni. Dai neogollisti, dapprima qualche plauso sparuto, ricoperto presto da un crescente e impressionante fuoco ostile volto a isolare la sbandata del presidente, invitato a dimettersi per direttissima persino dal presidente del Senato, Gérard Larcher. Eloquenti le reazioni degli ambiziosi ex ministri Valérie Pécresse, Laurent Wauquiez e Xavier Bertrand, oggi alla guida delle regioni chiave di Parigi, Lione e Lilla. Ciotti vuol «vendere l’anima per un piatto di lenticchie» (Pécresse), propone un «salto nel buio» (Wauquiez), nega «il Dna della destra repubblicana, che è: “Mai con gli estremisti”» (Bertrand). Ancor più virulenti gli ex neogollisti oggi ministri di Macron, come Gérald Darmanin (Interno), per il quale «Ciotti firma gli Accordi di Monaco», o Bruno Le Maire (Economia), che ha lanciato ai macroniani: «Facciamo posto nella maggioranza a tutti i militanti dei Repubblicani che rifiutano la collaborazione». Sul Figaro, in serata, un’armada di firmatari Lr ha denunciato il «vicolo cieco» proposto da Ciotti, dal canto suo non intenzionato a dimettersi. Il frastuono di piatti infranti in casa Lr ha quasi coperto le reazioni molto soddisfatte del duo Bardella e Le Pen, quest’ultima radiosa per «la scelta coraggiosa» di Ciotti. Alla radio, Bardella ha pure detto: «Mi preparo all’esercizio del potere». E, in serata, ha confermato le investiture in accordo con i repubblicani. Poco dopo, la nipote di Le Pen, Marion Maréchal, capolista alle Europee per l’ultradestra dissidente zemmouriana Riconquista!, ha fatto sapere con stizza che Rn sbatte la porta a un accordo. Un epilogo che sa di vendetta familiare consumata fredda verso la nipote ribelle. Per lottare fino all’ultimo «contro i razzisti e i reazionari», correranno invece assieme i principali partiti di sinistra, cercando di rinverdire il lontano ricordo del «Fronte popolare» vittorioso nel 1936. Fino a sera, si è proseguito a un ritmo forsennato, fra toni tragici alla Racine venati di sprazzi da commedia alla Feydeau. Tra le incognite, pure un ricorso contro i tempi express del voto, con certi politologi pronti intanto a scommettere che Macron, pur in affanno, potrebbe trovare il suo tornaconto in mezzo al caos. Il capo dell’Eliseo doveva esprimersi ieri in conferenza stampa, ma ha rinviato ad oggi il primo di una serie d’interventi in cui cercherà di mostrarsi quanto mai battagliero. Sul Figaro Magazine, ha già lanciato: «Dico ai francesi, non abbiate paura, andate a votare». Macron dichiara pure di voler «tendere la mano a tutti coloro che sono pronti a venire a governare e a lavorare a una sintesi». Parole che confermano il disegno di future larghe intese. Escluse in ogni caso le dimissioni dall’Eliseo, ma semaforo verde per un dibattito con Le Pen. In un clima che rischia di diventare sempre più barricadero anche in piazza, come si è ben visto ieri, il presidente spera d’interpretare la parte del capitano sicuro in mezzo alla tempesta. Ma per molti, correrà dei rischi da “cascatore.”


LES 30 JUIN ET 7 JUILLET 2024 LES ÉLECTIONS POLITIQUES SERONT VOTÉES EN FRANCE, LES CITOYENS FRANÇAIS DONNENT ENTIÈRE CONFIANCE À CIOTTI POUR LES RÉPUBLICAINS ET VOTES POUR LE PARTI DU RASSEMBLEMENT DE MARINE LE PEN : RENVOYEZ MACRON EN MARCHE À LA MAISON ! MACRON VEUT METTRE L'OTAN EN GUERRE CONTRE LA RUSSIE EN UKRAINE ! CE SERAIT UN BAIN DE SANG, RISQUE DE CONFLIT NUCLÉAIRE MONDIAL ! FRANCE, VOUS ÊTES LE BASTION DE LA PAIX ! CHEZ VOUS EN MARCHE, VOTEZ RÉPUBLIQUE, 
VOTEZ RASSEMBLEMENT!

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!