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giovedì 27 giugno 2024

LES 30 JUIN ET 7 JUILLET 2024 LES ÉLECTIONS POLITIQUES SERONT VOTÉES EN FRANCE, LES CITOYENS FRANÇAIS DONNENT ENTIÈRE CONFIANCE À CIOTTI POUR LES RÉPUBLICAINS ET VOTES POUR LE PARTI DU RASSEMBLEMENT DE MARINE LE PEN : RENVOYEZ MACRON EN MARCHE À LA MAISON ! MACRON VEUT METTRE L'OTAN EN GUERRE CONTRE LA RUSSIE EN UKRAINE ! CE SERAIT UN BAIN DE SANG, RISQUE DE CONFLIT NUCLÉAIRE MONDIAL ! FRANCE, VOUS ÊTES LE BASTION DE LA PAIX ! CHEZ VOUS EN MARCHE, VOTEZ RÉPUBLIQUE, VOTEZ RASSEMBLEMENT!

MARINE LE PEN (RASSEMBLEMENT) 
PARIGI (FRANCIA) — Inizia a comporsi una «coalizione Meloni» in Francia. Con il presidente dei Repubblicani (LR) che annuncia in diretta tv che il partito ha bisogno di “un accordo con il Rassemblement National” di Marine Le Pen e la leader che saluta la decisione come “una scelta coraggiosa”. In prossimità delle elezioni legislative i neogollisti verso il patto con i sovranisti, intesa che crea divisioni nel partito. Il presidente però non si arrende: anche se perdo, non mi dimetto. 

ERIC CIOTTI (REPUBBLICANI)
Francia
: il leader dei Repubblicani Ciotti conferma la svolta in vista delle elezioni:





 “Abbiamo bisogno dell’alleanza con Le Pen!”


MACRON (PRESIDENTE)
In Francia, adesso, persino il vecchio «fronte repubblicano» anti lepenista traballa e imbarca acqua. Ma in generale, il mare si è fatto tempestoso per tutti i naviganti della politica, dopo lo tsunami provocato dalle Europee stravinte domenica dall’ultradestra lepenista del Raggruppamento nazionale (Rn), con l’immediata decisione del presidente Emmanuel Macron di sciogliere l’Assemblea Nazionale per convocare nuove Legislative anticipate express già il 30 giugno e 7 luglio. Ieri, un grande colpo di scena è giunto dal neogollista Éric Ciotti, nizzardo con radici familiari italiane, saltato a sorpresa un anno e mezzo fa sulla poltrona di presidente dei Repubblicani (Lr), pur rappresentando la corrente identitaria dei falchi all’interno dello storico partito di centrodestra, già di Chirac e Sarkozy. Senza consultare la direzione Lr, Ciotti ha lanciato la sua bomba in diretta al telegiornale di pranzo di
 Tf1, il più seguito. Per lui, i neogollisti devono accettare subito «un’alleanza con l’Rn, i suoi candidati, con tutti quelli che si ritrovano nelle idee di destra, nei valori di destra». Insomma, un patto elettorale con i lepenisti «che riguarderà tutto il territorio nazionale». Un’idea caldeggiata da «decine di parlamentari» neogollisti, secondo Ciotti. L’annuncio è risuonato subito come una deflagrazione a ridosso del «fronte repubblicano», la tradizionale intesa condivisa dai partiti di governo per mantenere un fossato invalicabile attorno all’estrema destra, evitando qualsiasi sponda. Poi, dopo il boato, un vortice di reazioni. Dai neogollisti, dapprima qualche plauso sparuto, ricoperto presto da un crescente e impressionante fuoco ostile volto a isolare la sbandata del presidente, invitato a dimettersi per direttissima persino dal presidente del Senato, Gérard Larcher. Eloquenti le reazioni degli ambiziosi ex ministri Valérie Pécresse, Laurent Wauquiez e Xavier Bertrand, oggi alla guida delle regioni chiave di Parigi, Lione e Lilla. Ciotti vuol «vendere l’anima per un piatto di lenticchie» (Pécresse), propone un «salto nel buio» (Wauquiez), nega «il Dna della destra repubblicana, che è: “Mai con gli estremisti”» (Bertrand). Ancor più virulenti gli ex neogollisti oggi ministri di Macron, come Gérald Darmanin (Interno), per il quale «Ciotti firma gli Accordi di Monaco», o Bruno Le Maire (Economia), che ha lanciato ai macroniani: «Facciamo posto nella maggioranza a tutti i militanti dei Repubblicani che rifiutano la collaborazione». Sul Figaro, in serata, un’armada di firmatari Lr ha denunciato il «vicolo cieco» proposto da Ciotti, dal canto suo non intenzionato a dimettersi. Il frastuono di piatti infranti in casa Lr ha quasi coperto le reazioni molto soddisfatte del duo Bardella e Le Pen, quest’ultima radiosa per «la scelta coraggiosa» di Ciotti. Alla radio, Bardella ha pure detto: «Mi preparo all’esercizio del potere». E, in serata, ha confermato le investiture in accordo con i repubblicani. Poco dopo, la nipote di Le Pen, Marion Maréchal, capolista alle Europee per l’ultradestra dissidente zemmouriana Riconquista!, ha fatto sapere con stizza che Rn sbatte la porta a un accordo. Un epilogo che sa di vendetta familiare consumata fredda verso la nipote ribelle. Per lottare fino all’ultimo «contro i razzisti e i reazionari», correranno invece assieme i principali partiti di sinistra, cercando di rinverdire il lontano ricordo del «Fronte popolare» vittorioso nel 1936. Fino a sera, si è proseguito a un ritmo forsennato, fra toni tragici alla Racine venati di sprazzi da commedia alla Feydeau. Tra le incognite, pure un ricorso contro i tempi express del voto, con certi politologi pronti intanto a scommettere che Macron, pur in affanno, potrebbe trovare il suo tornaconto in mezzo al caos. Il capo dell’Eliseo doveva esprimersi ieri in conferenza stampa, ma ha rinviato ad oggi il primo di una serie d’interventi in cui cercherà di mostrarsi quanto mai battagliero. Sul Figaro Magazine, ha già lanciato: «Dico ai francesi, non abbiate paura, andate a votare». Macron dichiara pure di voler «tendere la mano a tutti coloro che sono pronti a venire a governare e a lavorare a una sintesi». Parole che confermano il disegno di future larghe intese. Escluse in ogni caso le dimissioni dall’Eliseo, ma semaforo verde per un dibattito con Le Pen. In un clima che rischia di diventare sempre più barricadero anche in piazza, come si è ben visto ieri, il presidente spera d’interpretare la parte del capitano sicuro in mezzo alla tempesta. Ma per molti, correrà dei rischi da “cascatore.”


LES 30 JUIN ET 7 JUILLET 2024 LES ÉLECTIONS POLITIQUES SERONT VOTÉES EN FRANCE, LES CITOYENS FRANÇAIS DONNENT ENTIÈRE CONFIANCE À CIOTTI POUR LES RÉPUBLICAINS ET VOTES POUR LE PARTI DU RASSEMBLEMENT DE MARINE LE PEN : RENVOYEZ MACRON EN MARCHE À LA MAISON ! MACRON VEUT METTRE L'OTAN EN GUERRE CONTRE LA RUSSIE EN UKRAINE ! CE SERAIT UN BAIN DE SANG, RISQUE DE CONFLIT NUCLÉAIRE MONDIAL ! FRANCE, VOUS ÊTES LE BASTION DE LA PAIX ! CHEZ VOUS EN MARCHE, VOTEZ RÉPUBLIQUE, 
VOTEZ RASSEMBLEMENT!

venerdì 15 marzo 2019

Il confronto tra Matteo Renzi e Marine Le Pen su France 2 (TV Francese) al talk-show francese "L'Emission politique" - la rivincita del PARTITO DEMOCRATICO è iniziata!!!

MATTEO RENZI CONTRO MARINE LE PEN
 
Renzi-Le Pen, l'acceso confronto sulla tv francese: "Io ho perso qualche volta, lei sempre!" - Acceso confronto verbale fra Matteo Renzi e Marine Le Pen in diretta al talk-show francese "L'Emission politique" della tv pubblica France 2. "Signora Le Pen, voi parlate a me di vittoria elettorale? - dice l'ex premier alla leader dell'estrema destra francese - Matteo Salvini ha avuto il 17% dei voti, noi del PARTITO DEMOCRATICO il 19%. Ma noi non abbiamo accettato l'alleanza con il M5S perché sono pericolosi per la democrazia italiana". Poi incalza ancora: "Siete la donna con più sconfitte in assoluto e voi parlate a me di vittoria elettorale? Ok, io ho perso qualche volta, ho cercato di cambiare il mio Paese, ma voi avete perso sempre, è incredibile".
 



 


sabato 17 febbraio 2018

IL CAVALIERE SI SBUGIARDA DI NUOVO: DOPO AVER DIMENTICATO CHE GLI ACCORDI DI DUBLINO SULL'IMMIGRAZIONE IN EUROPA FURONO SIGLATI E FIRMATI DAL SUO GOVERNO NEL 2003, NEL 2009 SILVIO BERLUSCONI IN TUNISIA, TRAMITE UN INTERVISTA AD UNA TV ARABA, INVITAVA I TUNISINI A VENIRE IN ITALIA PROMETTENDO LAVORO, ACCOGLIENZA E BENESSERE SOCIALE PER TUTTI! VOTARE PD - PARTITO DEMOCRATICO - VOTARE PER RENZI PREMIER IL 4 MARZO 2018; UNICA ALTERNATIVA PER UN'ITALIA PIU' FORTE IN EUROPA E NEL MONDO!



NEL 2009 SILVIO BERLUSCONI IN TUNISIA, TRAMITE UN INTERVISTA AD UNA TV ARABA, INVITAVA I TUNISINI A VENIRE IN ITALIA PROMETTENDO LAVORO, ACCOGLIENZA E BENESSERE SOCIALE PER TUTTI! VOTARE PER FORZA ITALIA E PER IL CENTRO-DESTRA SIGNIFICA SPEZZARE LA CONTINUITA' DI GOVERNO PD!
DAL CANALE DI MATTEO RENZI SU YOUTUBE:
 
 
Quando Berlusconi invitò i tunisini: "Casa e lavoro in Italia!"
 
Anche la strage di Lampedusa ha messo in scena lo spettacolo di una politica sguaiata e incompetente, che non sa quello che dice. I piranha della Lega hanno chiamato in causa Laura Boldrini e Cecile Kyenge, quasi che i disperati del Corno d’Africa seguissero con un tablet le loro dichiarazioni e le loro interviste, prima di mettersi in viaggio. Nessuno ha osato colpire ancora più in alto, citando Papa Francesco, che andò a Lampedusa l’8 luglio scorso, dicendo che quei morti (circa 20 mila, dal 1988 ad oggi) erano “una spina nel cuore” . E sì che le parole di un Papa hanno un effetto planetario. E nessuno ha citato Silvio Berlusconi, che ad agosto del 2009 alla tv tunisina garantì ai ragazzi e alle ragazze di quel paese “una casa e un lavoro” se fossero venuti in Italia. La più folle e irresponsabile delle dichiarazioni.
Ma aver citato la Bossi Fini come causa diretta della tragedia, come hanno fatto Guglielmo Epifani, Matteo Renzi e altri esponenti della sinistra, è di una superficialità che lascia sconcertati. Questa pessima legge, che andrebbe certamente e al più presto cambiata, non ha tuttavia impedito che, soltanto nel corso del 2013, le nostre forze navali salvassero dal mare ben 3.500 persone. La tragedia è avvenuta perché il sistema Frontex, l’agenzia europea che si occupa del pattugliamento delle frontiere esterne degli Stati membri, e si avvale di 26 elicotteri, 22 aerei e 113 navi, stavolta – e non è la prima – ha fatto cilecca.
Da Frontex l’Italia ha ricevuto 137 milioni soltanto per il 2013. Forse non bastano, forse non vengono impiegati al meglio. Ma è impossibile non vedere per tante ore un barcone brulicante di migranti, partito dal porto libico di Misurata e arrivato a mezzo miglio da Lampedusa. Le leggi del mare e la Convenzione di Amburgo del 1979, obbligano gli Stati a soccorrere i naufraghi. Certo, l’Italia non può fare da sola, e questa tragedia servirà a far sì che l’Unione si faccia carico del problema con modifiche normative e aumentate risorse, proclamando una guerra a tutto campo ai mercanti di esseri umani.
Ma noi abbiamo le nostre responsabilità: prima fra tutte, quella di aver firmato un Trattato con la Libia (lo impostò Amato nel gabinetto Prodi, lo sottoscrisse Berlusconi e lo confermò la Cancellieri nel governo Monti) senza imporre a questo paese di aderire alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati politici. E’ dalla Libia che partono gli scafisti ed è lì che chi fugge dall’inferno viene internato, torturato, depredato. Grosso modo la metà dei migranti che salgono sui barconi è alla ricerca di asilo politico o di un permesso umanitario. A conti fatti, anche l’Onu fa ben poco per questa gente.
La Bossi-Fini regola l’ingresso dei migranti economici, e non dei richiedenti asilo. Lo fa nel peggiore dei modi perché pretende che chi entra nel nostro paese abbia già un contratto in tasca, senza che il datore di lavoro l’abbia mai visto in faccia e all’opera. Così, crea soltanto irregolari e va rivista. Ma non confondiamo i temi.
Mario Morcone, per molti anni alla guida del dipartimento dell’Immigrazione del ministero dell’Interno, concorda su questo punto e lo scrive sul “Sole 24 Ore”: “La Bossi-Fini non è più rispondente in molte sue parti alle nuove realtà imposte dalla globalizzazione e, soprattutto, dalle tante crisi regionali; per onestà, tuttavia, ritengo che questo non ha diretto effetto sugli sbarchi e sui viaggi della speranza”.
 
 
 


venerdì 1 marzo 2013

Sulla casa di Montecarlo Gianfranco Fini rischia il crac: potrebbe pagare 500mila euro di danni al processo civile, e noi tutti sinceramente ce lo auguriamo di cuore, dopo l'ultima immensa "gioia" che le elezioni politiche 2013 ci hanno riservato, il traditore Fini fuori dal Parlamento insieme al suo fido Italo Bocchino, due personaggi che hanno contribuito a demolire un'intera area politica solo per il proprio tornaconto privato e per il proprio egoismo ed egocentrismo!

GIANFRANCO FINI
MONTECARLO - (ITALIA) - Togliete pure i fuori-onda di Gianfranco Fini coi magistrati amici o gli imbarazzi giudiziari dovuti al suo ristrettissimo entourage in Vallettopoli, le escort alla Camera, la cricca di Anemone o il re dei videpoker Corallo. No. L'ex delfino di Almirante annegato nell'acquario dei pesci-pilota Bocchino, Granata e Briguglio, protagonista di una presidenza a Montecitorio a dir poco anti Cav prima e dopo il «che fai mi cacci?», verrà ricordato per l'incresciosa vicenda della casa di Montecarlo.
Il suo vecchio popolo, eppoi quel poco di «nuovo» che l'ha scaricato dopo averlo inizialmente seguito in Fli, non gliel'ha perdonata la storia dell'immobile monegasco della fascistissima contessa Colleoni donato ad An e attraverso società off-shore casualmente finito al cognato Giancarlo Tulliani. Non è passato sopra alle bugie e alla promessa (non mantenuta) di dimettersi di fronte all'«evidenza» sul proprietario dell'appartamento che persino un imbarazzato Michele Santoro non potè fare a meno di rimarcare. E anche se la magistratura romana ha provato in tutti i modi a «tutelare» la terza carica dello Stato non interrogando mai né lui né il cognato in Ferrari, indagando Fini solo il giorno della richiesta d'archiviazione, infischiandosene delle bugie al pm dell'onorevole-tesoriere Pontone oltre che delle perizie che accertavano la «non congruità» del prezzo di vendita col valore effettivo del quartierino, il marchio indelebile «Tulliani-Montecarlo» il Nostro se lo porterà appresso in eterno. Hai voglia a fargli capire che non tutto si risolve sul piano penale, come Gianfry va dicendo forte dell'archiviazione.
GIANFRANCO FINI (A SINISTRA) CON ALMIRANTE
E infatti la maledizione del Principato di Monaco lo seguirà anche fuori dalla Camera e dall'ufficio del gip che l'ha «salvato» girando la pratica ai giudici del tribunale civile. È infatti iniziata la causa intentata dall'avvocato Marco Di Andrea per conto della Destra di Storace, a nome dell'unico erede della contessa Colleoni, e cioè quel Paolo Fabri che rivuole indietro l'appartamento e il patrimonio di famiglia ancora invenduto. Fini e il fidatissimo finiano Donato Lamorte sono stati citati in giudizio per il mancato adempimento del cosiddetto «onere testamentario». Ovvero all'attuazione dei desiderata della nobildonna, certificato dal notaio, che vincolavano l'utilizzo della casa di Montecarlo alla «buona battaglia» del partito guidato da Gianfranco Fini. Onere che a detta dei ricorrenti, il cognato di Giancarlo Tulliani non avrebbe rispettato andando a strizzare l'occhio finanche al centrosinistra. Il processo civile, combattuto in punta di diritto, servirà a chiarire se Fini ha tradito i «vincoli» politici imposti nella donazione dalla discendente del condottiero Colleoni.
Se al cittadino comune Gianfranco Fini i giudici civili dovessero dare torto, il danno - dopo la beffa del prepensionamento da parlamentare - sarebbe enorme: mezzo milione di euro in risarcimento danni. Una cifra ricavata dalla differenza tra il valore dell'epoca della casa monegasca (819mila euro) e il corrispettivo (300mila euro) incassato dal suo vecchio partito direttamente dalla off-shore di Saint Lucia. In subordine, in caso di accoglimento, la richiesta mira a devolvere tutto o in parte il gigantesco «tesoro immobiliare» della Colleoni a una Fondazione che continui a perseguire «gli obiettivi del disciolto partito di Alleanza nazionale» o, nell'impossibilità, di devolverlo «alla Destra di Storace». Nelle carte «processuali» sono finite decine, centinaia, di dichiarazioni e prese d'atto di Fini che «evidenzierebbero un comportamento politico contraddittorio, incoerente e antitetico» con il pensiero identitario missino prima, e di An poi. L'ultimo tradimento: la svendita del gioiello di «famiglia» finito nella disponibilità di un'altra famiglia. La famiglia Tulliani.
                                                                                                                                                                 Fonte: http://www.ilgiornale.it

SCIOGLIERE ALLEANZA NAZIONALE: A COSA E A CHI E' SERVITO?

I risultati delle ultime votazioni alla Camera delle Politiche 2008
I risultati delle ultime votazioni al Senato delle Politiche 2008
SILVIO BERLUSCONI E GIANFRANCO FINI

Roma - (Italia) - (Martedì 10 Agosto 2010) - Dopo 14 anni esatti dalla sua nascita, (o per meglio dire dopo il suo restyling che ha trasformato il vecchio e recalcitrante Movimento Sociale Italiano del 4,5-5,5% di voti ad un più' moderno e dinamico Partito di Destra che si attestava al 12% dei voti sfiorando il 15% in alcune tornate elettorali), Alleanza Nazionale nel 2009 è stata sciolta per fondare il Popolo delle Libertà e insieme alla disciolta Forza Italia, movimento che faceva capo al Premier Berlusconi oggi Leader indiscusso del nuovo grande soggetto politico del Centro-Destra. Oggi sappiamo che la maggior parte degli iscritti al Partito di AN in un primo momento erano contrari allo scioglimento del movimento tanto è vero che la stessa dirigenza Nazionale insieme alle dirigenze locali non indettero mai assemblee consultative e non indettero mai Congressi Politici per votare o approvare tale e seria decisione ma ci furono solo "finte" riunioni tra i vari Rappresentanti Istituzionali del Partito e tra i vari Circoli Territoriali di AN, riunioni e meeting fittizie "coordinate e manovrate" dalle varie Correnti vicine al Presidente Nazionale "padre e padrone" Gianfranco Fini per appoggiare la scellerata decisione di "sopprimere" un'area politica con una sua precisa identità culturale, sociale e ideologica per confluire tutti insieme "appassionatamente" dentro il grande calderone del Popolo delle Libertà. Tutte le maggiori correnti di AN dovevano "obbedire" (ed hanno obbedito) al grande Capo-Traghettatore Gianfranco Fini e tutti coloro che non avrebbero (e di fatto non hanno) appoggiato la "grande svolta" di Fini sarebbero (e sono stati) "cacciati" tutti fuori dal Partito che si stava sciogliendo e non sarebbero mai stati ammessi a partecipare alla grande avventura del PDL e così infatti è stato fatto: uno tra tutti che si opponeva alle scelte imposte dall'esecutivo di AN che era fedele in gran parte a Fini fu Francesco Storace che difatti è stato poi escluso ed estromesso dalla cerchia degli ex-AN-MSI saliti al potere insieme al Cavaliere Berlusconi. In pratica, quello che oggi Fini rimprovera a Berlusconi è uguale a tutto quello che una volta in AN diversi esponenti politici rimproveravano allo stesso Fini; stesse accuse e stesso problema. In Alleanza Nazionale Fini influenzava pesantemente l'esecutivo politico del Partito e la sua Assemblea Nazionale imponendo diktat e con l'aiuto delle varie e diverse Correnti Politiche da lui stesso "fondate" con l'approvazione di uno Statuto che di fatto divideva e spezzettava il Partito in miriadi di Circoli Territoriali e Ambientali male coordinati tra loro dai vari dirigenti locali che non facevano altro se non di eseguire alla meglio gli ordini impartiti dai propri "Capi-Corrente" che facevano a gara tra loro per ingraziarsi i favori e le simpatie del Grande Capo Gianfranco Fini solo per aumentare il proprio potere o il proprio prestigio all'interno del Partito ed esclusivamente per cercare di occupare più spazi politici possibili e più cariche Politiche e Istituzionali possibili favorendo in questo modo l'esaltazione e l'egoismo Politico dei pochi singoli a discapito della grande e storica militanza, tutto a discapito della sana Politica partecipativa e attiva messa da parte e schiacciata violentemente da una politica passiva e disgregatrice di valori e di idee ma così voleva Fini con il vecchio e ormai collaudato detto: "DIVIDI ET IMPERA" che grazie allo Statuto che lui stesso aveva voluto quando il vecchio MSI fu sciolto a Fiuggi nel 1995 insieme alla soppressione del vecchio Statuto, aveva da subito messo in pratica prendendo le redini della guida di Alleanza Nazionale. Nessuno doveva "fiatare" e tutti dovevano "tacere" anche quando il Partito falliva e da subito chiare erano le scelte sbagliate, una per tutte l'idea dell'alleanza politica con la lista di Segni e l'introduzione dell'Elefantino nel simbolo elettorale; come non ricordare l'obbrobrio della coccinella sempre introdotta nel simbolo elettorale e da subito rimossa così come era stato rimosso l'Elefantino? Idee scellerate che avevano fatto male al Partito ma il Capo non ha mai pagato per le sue scelte, MAI! E MAI il Grande Capo Gianfranco Fini ha chiesto scusa ai suoi iscritti e membri del Partito in primis e ai propri elettori soprattutto! Per tutte le sue scelte sbagliate ed imposte al Partito solo i suoi più stretti collaboratori venivano "silurati" rei di aver lavorato male e male interpretato i progetti del Grande Capo Gianfranco Fini, perché LUI aveva sempre e comunque ragione! Tanti e troppi "capri espiatori" hanno pagato al posto suo, nei suoi 14 anni di guida dell'area politica di Destra; perché Fini l'ha sempre spuntata anche di fronte ai peggiori e gravi fallimenti della sua guida? Lui ha sempre e sordidamente "ricattato" i suoi "colonnelli" facendogli tacitamente palesare l'idea della perdita del potere e del prestigio se questi si sarebbero ribellati contro le sue decisioni, decisioni che erano SOLO SUE e che servivano in realtà SOLO alla sua ASCESA Politica! Perché Fini in realtà trattava AN non come un Partito Politico Pluralista formato da una comunità militante e da un'area con una identità ideologica e sociale molto forte e molto ben delineata, una comunità che partecipava attivamente con entusiasmo alla politica attiva in tutte le sue forme ed in tutte le tornate e le sfide elettorali su tutto il territorio Nazionale dalle Alpi alla Sicilia, dalla Sardegna a tutte le più grandi e piccole isole dello stivale, ma bensì Fini trattava il Partito come la SUA COSA personale! Alleanza Nazionale serviva a Fini solo per i suoi scopi personali e solo per la sua carriera politica, così allo stesso modo di AN se ne sono serviti i suoi "colonnelli" e tutti quei capetti che guidavano le faide e le Correnti interne al Partito. Fini riteneva Alleanza Nazionale la sua "creatura" in maniera così egoistica e possessiva che così come contribuì enormemente a farla nascere, allo stesso modo contribuì enormemente a farla morire. Anzi, si può tranquillamente dire alla luce dei fatti politici odierni che Alleanza Nazionale è stata praticamente uccisa dal suo stesso "padre-padrone"! Ora dunque rispondiamo alla domanda: a chi e a cosa è servito lo scioglimento di Alleanza Nazionale? Ovvio: come detto poc'anzi è servito solo ed esclusivamente a chi ha contribuito alla sua nascita prima e alla sua morte poi; in primis al suo ex-Presidente Gianfranco Fini "padre e padrone" che con il suo scioglimento è potuto sopravanzare di grado sopra la scaletta del carrierismo politico intrapreso dagli anni di Giorgio Almirante nel MSI-DN sino ad oggi e se appunto oggi Fini siede sulla poltrona della Presidenza della Camera dei Deputati è solo grazie alla schiacciante vittoria elettorale ottenuta dal PDL nel 2008 ed è sempre grazie alla nascita del PDL se oggi La Russa, Matteoli, Giorgia Meloni e tanti altri vari ex-AN siedono e lavorano all'interno dei Dicasteri del Governo Berlusconi; è grazie ancora al PDL di Berlusconi se Gianni Alemanno è oggi Sindaco della Capitale; ecco a chi è servita la morte di Alleanza Nazionale e dell'area politica che rappresentava: tutti i vantaggi solo a Fini ed ai suoi "soliti" fedeli Colonnelli e a nessun altro. Parte della militanza di AN ha seguito il Capo-Suicida con i suoi Colonnelli rappresentati dai vari Gasparri, Matteoli, La Russa, Alemanno ma la grande maggioranza dei militanti e dei membri del Partito ex-MSI ora ex-AN si è frammentata nei vari Partiti e Movimenti di area e di estrema Destra da Forza Nuova, Casa Pound, Fiamma Tricolore a La Destra di Storace, un altro ex illustre di AN cacciato via solo per averla pensata in maniera diversa dal suo Grande Capo Fini. Quello stesso Fini che oggi si lamenta con il Premier Berlusconi, reo di guidare il PDL in maniera troppo "autoritaria" e centralizzata con la grave colpa di soffocare e annullare il dibattito politico e democratico all'interno del PDL Co-fondato insieme ed oggi Co-smembrato ancora una volta, ancora per colpa di Fini. Quello stesso Fini che in AN non promuoveva e non appoggiava nessun tentativo di dibattito politico interno oggi "piange" e si lamenta, vuole il confronto delle idee e vuole il dibattito politico nel PDL, non gli basta la carriera fatta sino ad ora ma l'ex-Padre Padrone di AN sembra volere di più, anzi molto di più: come non leggere nei suoi occhi la voglia di sostituire il Premier in carica? La sua voglia di arrivare al comando, al vero potere della politica e della Nazione, la sua voglia di diventare Capo del Governo? Cos'è oggi dopo un anno dalla morte definitiva di AN a causa dei suoi stessi fondatori il Presidente della Camera Gianfranco Fini viene cacciato dal PDL e messo alla porta da un furente Berlusconi che non digeriva più i suoi capricci da "prima donna" e nella tragicommedia più comica che mai Fini con i pochi fedelissimi che sono stati disposti a seguirlo fonda un nuovo movimento chiamato "Futuro e Libertà per l'Italia" (FLI) costituendo gruppi autonomi in Parlamento (33 Deputati alla Camera e 10 Senatori al Senato) pochi numeri ma in grado di mettere a serio rischio la tenuta del Governo e la vita stessa della Legislatura. Come in AN Fini perdura con il suo inconfondibile stile del "DIVIDI ET IMPERA" appropriandosi indebitamente (come era nel suo stesso stile in AN) dell'appoggio del quotidiano politico del Secolo d'Italia (Giornale di Partito del vecchio MSI-DN e di AN poi...ma oggi perché deve essere vicino a Fini? Chi lo ha deciso? Quale ruolo riveste oggi il Secolo d'Italia e per quale motivo non è stato chiuso in quanto il Partito da cui era gestito era stato sciolto?) e con le sue Associazioni Culturali "Generazione Italia" e "Fare Futuro" contribuisce a disgregare ancora di più il panorama politico Italiano creando fratture nel tessuto sociale e politico nella Destra Nazionale, creando confusione e destabilizzazione sia all'interno delle Istituzioni sia all'esterno nella società civile. Dunque che senso ha oggi il suo nuovo ed ennesimo progetto politico? Ad un anno di distanza, sempre se è verità la sua voglia di confronto e dibattito politico all'interno del PDL (e noi ne dubitiamo fortemente) perché non ha mantenuto in vita Alleanza Nazionale all'interno della coalizione di Centro-Destra così come ha fatto e sta facendo la Lega Nord di Umberto Bossi? Che senso ha e che senso ha avuto sciogliere un Partito per poi costituirne uno nuovo appena un anno dopo? Con la morte di AN Fini ha decretato indirettamente nella realtà la sua morte Politica, perché oggi Fini ha svelato definitivamente la sua vera faccia che è quella di un uomo politico traditore ed opportunista, cinico calcolatore e carrierista, egoista e capriccioso quanto un "moccioso" che sempre vuole essere al centro delle attenzioni di tutto ciò che lo circonda. Fini ha tradito un'area di Destra identitaria e militante, culturalmente e socialmente attiva che oggi sopravvive a se stessa smembrata nei diversi movimenti di Destra ed Estrema Destra; Fini ha tradito gli stessi elettori ex-AN che lo hanno seguito nel PDL e gli hanno creduto, ignari di quello che sarebbe capitato da lì a un anno dopo; Fini ha tradito i valori che stanno di più a cuore all'elettore medio di Destra contraddicendosi più di una volta e facendo il contrario di quello che gli elettori di Destra si aspettavano tradendo il suo stesso programma elettorale sottoscritto alla fondazione del PDL; Fini ha tradito la Contessa Anna Maria Colleoni che a Montecarlo aveva lasciato in eredità al Partito di Destra che lei stessa "amava" e in cui lei stessa credeva un proprio appartamento, un'eredità lasciatagli proprio perché lei appunto credeva in quella Destra che Fini ha smembrato e cancellato quasi dal panorama Politico Italiano, anche lei dunque tradita da Fini e l'attuale scandalo che grazie a quell'appartamento è venuto a galla lo dimostra pienamente: anche amministrando quell'appartamento Fini e i suoi amici fedeli lo hanno "usato" come se fosse stata roba solo SUA e come con Alleanza Nazionale ne hanno fatto un "uso" privato, opportunistico e personalistico. A monte di tutto quello che è successo sino ad oggi, analizzando profondamente la vita politica di questo personaggio ex-pupillo di Giorgio Almirante negli anni '80 si può ben dire che di Fini ora più che mai bisogna assolutamente diffidare, si deve mettere in guardia la società civile e avvertire, informare per quanto sia possibile tutto l'elettorato di Centro-Destra di buona volontà e dissuadere gli elettori a non farsi tentare dal canto della sirena di "Futuro e Libertà per l'Italia" convincendo il cittadino sia moderato sia quello vicino alla Destra a non votare più per un uomo politico che "usa" le persone e le "cose" solo per i propri scopi, interessi e obbiettivi personali senza ritegno e senza rispetto alcuno per chicchessia.

Alexander Mitrokhin
 

venerdì 8 febbraio 2013

Ecco perchè oggi dobbiamo votare per il partito de "La Destra" di Francesco Storace: Lo Spot per le Politiche 2013...


 ALLE ELEZIONI POLITICHE 24-25 FEBBRAIO 2013
 BASTA FARE UNA X SUL SIMBOLO PER VOTARE...

Dal voto partirà l'appello per una grande 
Costituente di un popolo di destra da riunire....

 Dopo cinque anni di lotta politica si spazza via l'onta del tradimento
FINALMENTE RINASCE DALLE URNE
LA GRANDE VOGLIA DI DESTRA
Dal voto partira' l'appello per una grande Costituente di un popolo da riunire
Oggi e domani ci giochiamo cinque anni di destino. Della Nazione, del Lazio, della Lombardia e del Molise. Vanno al voto tutti gli italiani, non c'e' girone di ritorno, non c'è ballottaggio. O noi o la sinistra, ogni altro voto - Grillo compreso - favorisce Bersani.
Il centrodestra oggi ha un pezzo in più di affidabilità, rappresentata dalla nostra coerenza. Sembra lontano anni luce quel 2008 in cui brillava accanto a Berlusconi la stella di Fini. Ora ci siamo noi a rappresentare la tradizione politica della destra italiana e la trazione sociale della coalizione. La Destra, con i suoi candidati e le sue candidate, arrivera' da lunedì sera in Parlamento, quando gli scrutini elettorali prenderanno finalmente atto che la nostra presenza politica nel Paese e' incancellabile. Consentitemi di esserne orgoglioso.
Quella pattuglia di deputati e senatori spazzerà via l'onta del tradimento delle nostre idee e sarà la soddisfazione più grande per chi ha lottato in questi anni. Non abbiamo cambiato bandiera, noi lo potremo dire a tutti.
Poi, ci sarà il dopo elezioni. Il risultato elettorale determinerà anche la mia posizione politica personale. Col partito ragioneremo comunque sul futuro delle idee della nostra destra e come organizzare ancora meglio la raccolta del consenso. A me piacerebbe una grande Costituente, composta dai nostri eletti al Parlamento e nelle regioni, inclusi quanti hanno aderito al Movimento nelle assemblee regionali dove si e' già votato, e da loro lanciare il grande appello alla riunificazione. Magari scrivendolo assieme agli intellettuali che più si sono spesi, penso a nomi come Marcello Veneziani e Pietrangelo Buttafuoco. Ma anche un altro pensatore come Fabio Torriero.
La sovranità e' il fulcro attorno al quale tutto deve ruotare e per cui vale la pena di battersi. 
Per dare credibilità al progetto e' bene spendersi in queste ultime ore di voto con tanti indecisi a cui possiamo rivolgerci con la serena convinzione di chi sta dalla parte giusta. Abbiamo un progetto e gambe su cui farlo muovere. Non ci manca il coraggio.
L'Italia ha disperato bisogno di punti di riferimento. 
Dopo le elezioni non ci saranno più egoismi di sorta. Saremo leali con chi lo e' stato con noi e con chi intende esserlo. Non saremo disponibili con i campioni del sotterfugio. Sappiamo già chi sono.
Alle urne, adesso! Per barrare il simbolo del partito più bello e appassionante che esiste. La croce su La Destra aiuta a garantire che i nostri valori resteranno eterni.
Roma - (ITALIA) - Oggi e domani ci giochiamo cinque anni di destino. Della Nazione, del Lazio, della Lombardia e del Molise. Vanno al voto tutti gli italiani, non c'e' girone di ritorno, non c'è ballottaggio. O noi o la sinistra, ogni altro voto - Grillo compreso - favorisce Bersani.Il centrodestra oggi ha un pezzo in più di affidabilità, rappresentata dalla nostra coerenza. Sembra lontano anni luce quel 2008 in cui brillava accanto a Berlusconi la stella di Fini. Ora ci siamo noi a rappresentare la tradizione politica della destra italiana e la trazione sociale della coalizione. La Destra, con i suoi candidati e le sue candidate, arrivera' da lunedì sera in Parlamento, quando gli scrutini elettorali prenderanno finalmente atto che la nostra presenza politica nel Paese e' incancellabile. Consentitemi di esserne orgoglioso.Quella pattuglia di deputati e senatori spazzerà via l'onta del tradimento delle nostre idee e sarà la soddisfazione più grande per chi ha lottato in questi anni. Non abbiamo cambiato bandiera, noi lo potremo dire a tutti.Poi, ci sarà il dopo elezioni. Il risultato elettorale determinerà anche la mia posizione politica personale. Col partito ragioneremo comunque sul futuro delle idee della nostra destra e come organizzare ancora meglio la raccolta del consenso. A me piacerebbe una grande Costituente, composta dai nostri eletti al Parlamento e nelle regioni, inclusi quanti hanno aderito al Movimento nelle assemblee regionali dove si e' già votato, e da loro lanciare il grande appello alla riunificazione. Magari scrivendolo assieme agli intellettuali che più si sono spesi, penso a nomi come Marcello Veneziani e Pietrangelo Buttafuoco. Ma anche un altro pensatore come Fabio Torriero.La sovranità e' il fulcro attorno al quale tutto deve ruotare e per cui vale la pena di battersi. Per dare credibilità al progetto e' bene spendersi in queste ultime ore di voto con tanti indecisi a cui possiamo rivolgerci con la serena convinzione di chi sta dalla parte giusta. Abbiamo un progetto e gambe su cui farlo muovere. Non ci manca il coraggio.L'Italia ha disperato bisogno di punti di riferimento. Dopo le elezioni non ci saranno più egoismi di sorta. Saremo leali con chi lo e' stato con noi e con chi intende esserlo. Non saremo disponibili con i campioni del sotterfugio. Sappiamo già chi sono.Alle urne, adesso! Per barrare il simbolo del partito più bello e appassionante che esiste. La croce su La Destra aiuta a garantire che i nostri valori resteranno eterni.

Francesco Storace
Segretario Nazionale de La Destra

domenica 13 maggio 2012

In 20 anni (1992-2012) l'opportunista Gianfranco Fini, oggi ancora Presidente della Camera, ha distrutto, cancellato, annientato un'intera area politica (quella a Destra) insieme ai suoi complici ed ex-colonnelli tra cui i piu' importanti e tra i peggiori uomini politici che l'area abbia mai avuto dopo la morte del grande Giorgio Almirante: Altero Matteoli, Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa, Riccardo Migliori, Gianni Alemanno, Italo Bocchino, Adolfo Urso, Domenico Fisichella, Luigi Ramponi, Giuseppe Basini, Publio Fiori, Gustavo Selva e tanti altri sciagurati che non solo lo hanno assecondato in quasi tutte le sue scelte scellerate, ma poi lo hanno a sua volta abbandonato al suo destino dopo la fusione di Alleanza Nazionale con il Popolo delle Libertà di Silvio Berlusconi dove tutt'oggi occupano ancora posti di rilievo e di comando nonostante le colossali debacle e gli imbarazzanti flop del PDL in tutte le tornate elettorali degli ultimi mesi in tutta Italia!!! Intanto dove la destra è stata coerente e unita in tutta Europa, ha registrato grandi successi e progressi...

Colui che stava alle spalle del grande politico di Destra Giorgio Almirante, ha distrutto un'intera area politica...si credeva un "geniale stratega" o almeno è riuscito a farlo credere agli altri! Colpa anche di ogni singolo tesserato, militante e dirigente nazionale e locale che in quegli anni glielo hanno permesso, acclamandolo e votandolo a gran voce ai comizi, ai raduni, alle assemblee nazionali...cosa grave gli hanno permesso di disfare uno storico e glorioso partito quale era il M.S.I.-D.N. e disfare di nuovo ancora, un partito politico di area come Alleanza Nazionale che andava benissimo ed aveva conquistato a fatica tanti consensi, quanti ora a livello nazionale li hanno i Grillini del Movimento 5 Stelle, cioè il 15% e oltre, il tutto devastato solo nell'arco di un decennio...e questo piccolo "Giuda Iscariota" ha distrutto e venduto un'intera area politica per due denari, i suoi! (Montecarlo docet) La Francia lo insegna tutt'oggi, difatti se il F.N. (Fronte Nazionale) di Le Pen è salito dal 4-5-6% degli anni passati al 20% delle elezioni Presidenziali 2012 soprattutto è grazie anche al fatto che F.N. è sempre rimasto il solito partito di sempre, non ha mai cambiato simbolo (la fiamma è sempre quella concessagli da Almirante, la solita che era simbolo del M.S.I.-D.N.) si è modernizzato nella sua struttura senza mai auto-distruggersi, senza mai passare dai Congressi "suicidi" di Fiuggiana e "Finiana" memoria, cosa piu' importante non si è mai spaccato in 8 partiti e partitini...F.N. è sempre rimasto lo stesso partito da quando è stato fondato, così come avrebbe dovuto fare il Movimento Sociale Italiano di Almirante!!! Marine Le Pen lo ha dimostrato ampiamente...

Alexander Mitrokhin

venerdì 13 gennaio 2012

IL CASO DEGLI “SCONTRI” POLITICI NELL’«AREA» DELLE DESTRE ITALIANE: PROPORRE UN PATTO DI NON BELLIGERANZA LA SOLUZIONE?


 



In questi giorni, chi frequenta abitualmente blog, forum e facebook, avrà certamente notato all’interno dei social-network riconducibili alla destra ed estrema destra, quante diaspore incontenibili siano state avviate e quanti litigi assurdi siano venuti fuori, con tanto di insulti, accuse e recriminazioni reciproche fra vari esponenti e simpatizzanti (o presunti tali) dei vari gruppi d’area. In particolar modo il tutto sarebbe partito dalla vicenda delle celebrazioni del 7 gennaio per i martiri di Acca Larentia. Ovunque si sono letti commenti al limite dell’assurdo e della decenza, miriade di insulti, scambio rovente di accuse, denigrazioni, sbeffeggiamenti, offese anche personali, tanto che tutto questo non è passato inosservato neppure al circuito mediatico nazionale (ad esempio Il Fatto Quotidiano né ha dato ampio spazio, a modo suo ovviamente).
Dietro l’anonimato di una tastiera o mascherati da nickname fantasiosi, individui non inquadrabili si sono cimentati nella guerra tra bande, di fatto seminando odio, divisioni e zizzania all’interno di una comunità politica già profondamente divisa da lunghi anni di diaspore ed incomprensioni reciproche.
In realtà pare che nessun vero esponente, militante o simpatizzante di questo o quel movimento abbia preso parte a questo gioco al massacro, salvo qualcuno che in buonafede leggendo certe aberrazioni si è sentito chiamato in causa ed ha comprensibilmente voluto difendere il proprio gruppo di appartenenza, alcuni forse calcando un po’ troppo la mano sulla tastiera e cadendo di fatto nella trappola e nelle provocazioni di chi ad arte voleva e vuole tenere diviso questo ambiente, facendoci precipitare in questo vortice senza uscita, in questo Punto di non ritorno (per dirla con le parole di una famosa canzone di Morsello).
Come è più plausibile, sembrerebbe invece che dietro tutto questo ci siano i soliti elargitori di odio facenti parte dell’estrema sinistra che, approfittando delle incomprensioni e della guerra che da anni imperversa dentro l’estrema destra, abbiano voluto cogliere l’occasione per seminare il germe della discordia e contribuire a dividere un ambiente già di per se litigioso, ma che dopo anni si stava ricompattando per l’occasione della ricorrenza del 7 gennaio dei martiri di Acca Larentia. Cosa questa che ha spaventato non poco gli antifascisti da un lato (sempre più deboli sotto ogni piano strategico) e lo stesso Sistema che invece necessita di proseguire con la classica strategia proveniente dall’Antica Roma secondo cui può sopravvivere e mantenersi intatto soltanto applicando il metodo: “Dividi et Impera!”
A questo punto sarebbe opportuno fare chiarezza e lanciare un messaggio forte e chiaro a tutti i naviganti, siano essi amici, finti amici, nemici o personaggi non inquadrabili.
Ma per farlo, per prendere effettivamente e ufficialmente le distanze da certi atteggiamenti che immagino nessuno di noi veramente vuole, per dimostrare la propria estraneità a quanto avvenuto in questi giorni sul web, sarebbe opportuno organizzare un incontro chiarificatore sul tema, che porti i principali esponenti d’area, da Fiore a Iannone, da Romagnoli a tutti gli altri leader delle più svariate sigle, a firmare una sorta di PATTO DI NON BELLIGERANZA, ad esprimere pubblicamente e magari siglare con una stretta di mano la volontà di prendere le distanze da questi atteggiamenti, all’ordinare ai rispettivi militanti e simpatizzanti di rimanere fuori da queste logiche, in sostanza al chiaro rifiuto di prestarsi a guerre fratricide interne a quest’area, e seppur ognuno diretto per la propria strada e con le proprie posizioni e diversità, si intenda almeno non pestarsi i piedi a vicenda. Se poi in futuro possano esserci anche delle occasioni per fare fronte comune, come poteva essere il ricordo di Acca Larentia, o come potrà esserlo ad esempio quello per Sergio Ramelli o per i fratelli Mattei, o per iniziative più concrete come la lotta contro Equitalia o per la sovranità monetaria e nazionale, penso che tutti i principali leader dovranno saper mettere da parte antipatie e recriminazioni reciproche, almeno per queste occasioni. Si badi bene, qui non sto chiedendo nessuna unità d’area, considerato che questo ormai è un tema superato ed un’utopia bella e buona. Semplicemente chiedo si maturi almeno sul piano del rispetto reciproco e di non farsi più un’inutile e dannosa guerra, che non giova a nessuno di noi, ma solo ai nostri avversari. Ritengo sia interesse comune in questo momento sospendere ogni sorta di spirito di rivalsa, ogni dura contrapposizione interna, qualsiasi lite anche quelle più strettamente personali. I nostri nemici non solo ci vogliono divisi, ma è in atto una strategia stile anni di piombo per annientarci politicamente, giuridicamente ed anche fisicamente. Forse questa cosa non è ancora chiara a tutti e per questo faccio appello ai leader perché avendo la responsabilità di guidare ed influenzare le proprie schiere, diano segnali forti ed inequivocabili. Ma perché questi segnali siano chiari e giungano a destinazione, bisogna che i principali leader d’area trovino la forza di mettere da parte l’orgoglio personale, le rivalse e le rispettive antipatie, giungendo responsabilmente ad intraprendere un’iniziativa volta semplicemente a firmare questo patto di non belligeranza. Il segnale che ne conseguirebbe sarebbe davvero efficace e porrebbe fine a troppe logoranti diaspore, fermando soprattutto chi da anni internamente o esternamente vuole minare e distruggere l’intera comunità militante cui tutti apparteniamo. Specie in questo delicatissimo momento della scena politica nazionale. Possiamo almeno giungere a questo patto di reciproco rispetto? Non credo sia chiedere troppo…. Attendiamo fiduciosi risposte concrete.




Michelangelo Turrini

Fonte: http://www.atuttadestra.net

martedì 6 dicembre 2011

L'Italia in crisi chiede sacrifici ai poveri e normali cittadini che lavorano onestamente o sono in pensione, intanto la "casta" gode: l'ex-Ministro della Difesa Ignazio La Russa acquista un appartamento di lusso in Val d'Aosta alla modica cifra di 2.000.000,00 € (Duemilioni di euro!) con arredamento antico e pavimento in legno restaurato del 1600, lo Stato Italiano sta per acquistare 20.000.000.000,00 € (Ventimiliardi di euro!) di armamenti, caccia bombardieri ultra-tecnologici Americani a propulsione termo-nucleare! Tutto a spese nostre, sulle spalle nostre! I ricchi straguadagnano sulla nostra miseria e povertà!


Sopra, Ignazio La Russa, 
il "ricco" ex-Ministro della Difesa Italiano
Il "traditore" del popolo Italiano e del popolo "Missino", ex-Ministro della Difesa del Governo Berlusconi, ha da poco tempo acquistato un appartamento di lusso in VALLE D'AOSTA alla modica cifra di € 2.000.000,00 (Due milioni di euro) alla facciaccia della crisi e del massacro sociale attuato dal Governo Monti!!! Attualmente la sta arredando con pavimenti in legno antichi del 1600 originali, casa che sfrutterà solo per 15-20 giorni all'anno!!!
E' deciso, l'Italia in crisi comprerà 131 caccia bombardieri nucleari F35 Lockheed. La produzione sarà avviata a fine 2012 nel cantiere di Cameri, in provincia di Novara. A metà 2013 le prime consegne. Non si sa come li useremo. Ci costeranno quasi quanto una finanziaria. Mario Caprara di Radio Capital ne ha parlato con il pacifista Flavio Lotti, coordinatore del Tavolo per la Pace!
 Fonte: http://video.repubblica.it

sabato 20 giugno 2009

Il trasformismo e l'opportunismo politico di Alleanza Nazionale ex-Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale ora Popolo delle Libertà...

Il Capo Gruppo al Senato per il PDL
Maurizio Gasparri ai giorni nostri...
Una fotografia d'archivio:
il giovanissimo Maurizio Gasparri con Almirante
durante gli anni del MSI-DN...
Il Presidente della Camera dei Deputati
Gianfranco Fini ai giorni nostri...
Fotografia d'archivio:
Il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini
molto prima del Congresso di Fiuggi!
Il Sindaco di Roma Gianni Alemanno ai giorni nostri...
Fotografia d'archivio:
il Sindaco di Roma Gianni Alemanno
molto prima del Congresso di Fiuggi!





domenica 1 giugno 2008

Gioventù Italiana lancia la battaglia contro le accise sul rincaro del carburante!!!

Luca Lorenzi dirigente di Gioventù Italiana dichiara : E’ iniziata la nostra battaglia contro le accise sulla benzina, solo così potremmo fermare il caro vita e ridare slancio alla nostra economia. I soldi lo Stato dovrà andarli a prendere a banche e finanziarie e non dalle tasche già ultra tassate dei cittadini . Scenderemo nelle piazze e raccoglieremo le firme famiglia per famiglia per sottoscrivere una proposta di legge per il taglio delle tasse sui carburanti. Un paese è in ginocchio, un popolo all’affanno economico, spinto sull’oblio dei continui rincari dei beni di consumo e di prima necessità, dal continuo aumento dei prezzi dei servizi essenziali una volta pubblici, dall’impossibilità di accedere ad un mutuo per l’ acquisto della prima casa ed infine dal caro benzina. La situazione geopolitica internazionale impone un rialzo del prezzo del greggio venduto al barile, dovuto alla continua richiesta della materia prima da parte delle nuove potenze economiche orientali e dal potere di contrattazione di paesi membri dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio ) che ad oggi impongono il prezzo della benzina sui mercati internazionali. Oltre a questa assurda situazione che vede il nostro paese come vittima del ricatto energetico internazionale, assistiamo al ricatto dei nostri governanti nazionali che in questi ultimi 50 anni non hanno saputo altro che aumentare le accise sui carburanti. Ad oggi infatti il 60 % del costo del carburante viene intascato dallo Stato per tasse assurde. Le accise infatti sono state utilizzate per reperire fondi o entrate pubbliche straordinarie. Purtroppo, una volta decise non sono mai state rimosse dopo aver raggiunto lo scopo. 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935; 14 lire per la crisi di Suez del 1956; 10 lire per il disastro del Vajont del 1963; 10 lire per l’ alluvione di Firenze del 1966; 10 lire per il terremoto del Belice del 1968; 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976; 75 lire per il terremoto dell’ Irpinia del 1980; (anche se dopo tutti questi anni sono ancora molte le famiglie dell’ Irpinia senza una casa) 205 lire per la missione in Libano del 1983; 22 lire per la missione in Bosnia del 1996; 39 lire (0,020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004. Totale 485,9 lire/l (0,25 €/l). Al termine dei conti possiamo contare una tassazione che costituisce più del 60% del prezzo finale di un litro di benzina, infatti abbiamo: 1. accisa (sopra indicate)2. Iva sul prezzo3. Iva sull’accisa (una tassa sulla tassa!) Nota: in Italia non è possibile tassare una tassa perché le tasse per essere ritenute valide devono produrre benefici diretti al consumatore che paga quel tributo 4. tassazione dei profitti delle compagnie. Se andiamo a confrontare i dati Italiani con quelli europei comprendiamo quanto i consumatori nel nostro paese siano svantaggiati, infatti le accise italiane sono del 57,1% superiori al minimo UE. Le imposte sui carburanti costano agli italiani, in proporzione al reddito, più che agli altri cittadini europei: Le imposte su un pieno di benzina al mese su un’auto di media cilindrata equivalgono al 2,65% del nostro Pil pro capite, contro il 2,25% dei francesi, 2,33% dei tedeschi, 1,79% degli svedesi. Per dare un idea più concreta di quello che accade alle tasche degli italiani ogni volta che fanno benzina consideriamo i costi per un’automobile di piccola cilindrata a benzina: Pieno medio 44€ di cui 27€ sono imposte. Considerando invece gli introiti globali della vendita dei carburanti si arriva a cifre da capogiro: 56,2 miliardi di euro nel 2007, di cui 43,6 sulla rete distributiva stradale e autostradale. Sono suddivisi in 21,2 miliardi di euro per la benzina (pari al 37,8% del totale) e 34,9 miliardi di euro per il gasolio (pari al 62,2%). Di quei 56,2 miliardi di euro, solo 19,3 miliardi sono il vero carburante che finisce nei motori, cioè il 34,3% della spesa.Invece, circa 5,2 miliardi di euro costituiscono il costo del servizio di logistica e capillare distribuzione all’utente finale o la remunerazione della fase di commercializzazione: una componente che vale il 9,3% della spesa.Però la batosta vera sono i circa 31,7 miliardi di euro di imposte pagate all’erario (accise e imposta sul valore aggiunto) Insomma, su 100 euro di pieno 56,4 euro vanno allo Stato.Questa situazione è ormai diventata insostenibile, visto anche il continuo rincaro della materia prima, per cui il nostro paese dovrà decidere a cambiare rotta. Di fatto una tassazione così estrema dei carburanti non fa altro che rallentare lo sviluppo economico del nostro paese facendo aumentare vertiginosamente l’inflazione e il costo della vita delle famiglie italiane i cui redditi sono congelati ormai dal tempo dell’entrata in vigore dell’Euro .Lanciamo dunque la nostra proposta che diventerà una battaglia nazionale operata per il bene del popolo italiano, scenderemo nelle piazze e raccoglieremo le firme famiglia per famiglia per sottoscrivere una proposta di legge per il taglio delle tasse sui carburanti. La nostra proposta è chiara quanto attuabile: Eliminazione immediata delle accise ormai decadute e della tassazione ad esse associate, facendo così si diminuirebbe drasticamente il prezzo dei carburanti di circa 40 centesimi al litro. Questo non significa eliminare le tasse sulla benzina che in ogni caso rimarrebbero (Iva sul prezzo e tassazione profitti compagnie) ma eliminare una speculazione in atto da parte dello Stato nei confronti delle tasche dei cittadini.Dove verranno recuperati questi soldi da parte dello Stato? I mancati incassi delle accise sul carburante dovranno essere presi da coloro che realmente stanno arricchendosi alle spalle dei cittadini ovvero il sistema bancario. Il sistema politico ad oggi vigente che potremmo definire composto da veri e propri “Camerieri delle banche“ ha fatto si che le banche centrali dopo essere state svendute a banche e finanziarie private potessero stampare moneta corrente e prestare tale moneta agli Stati nazionali al valore nominale. Per cui la Bce (Banca centrale europea in mano a privati) stampa una banconota da 100 euro la paga 30 centesimi la “presta” allo Stato italiano che dovrà restituirla alla banca centrale con gli interessi , questo stato di cose (signoraggio) fa si che i debiti pubblici degli Stati aumentino sempre più a tutto vantaggio dei poteri bancari che stanno dietro alle Banche Centrali.Inoltre le banche centrali non pagano le tasse sugli introiti di tale prestito. Per fare in modo che torni la giustizia sociale nel nostro paese, il governo dovrà impegnarsi a prendere le risorse economiche là dove sono concentrate le vere ricchezze finanziarie ovvero dalle mani degli aguzzini del nostro popolo che si ad oggi si chiamano banche. Per questo formuleremo una proposta di legge corredata da migliaia di firme per chiedere che vengano finalmente tolte tutte le accise sulla benzina e che i mancati introiti di tali tasse possano essere recuperati attraverso una forte tassazione straordinaria delle banche e delle finanziarie imponendo una tassa patrimoniale che non ricada sul costo dei conti correnti degli italiani ma sui guadagni e sui patrimoni bancari.

sabato 19 aprile 2008

Politiche 2008: Abbiamo vinto! O no?

La storia del neofascismo è stata sempre complicata. Tanto per dire, Il MSI aveva figliato "Democrazia Nazionale", un partitello di "camerati illuminati" che, nato nel dicembre 1976 durò fino alle Nazionali 1979. Poi sparì perché non ottenne risultati elettorali. Solo che, negli anni ’90, figliò Fini e la sua "Alleanza Nazionale". Che ottenne un qualche successo ed è ancora sulle scene. Anche se Fini e i suoi colonnelli, recentemente, sono andati a "vendere le pecorelle" al Cavaliere Berlusconi.
E meno male che è arrivata la "Destra" con Daniela Santanché a fare da "icona". No, nessuna meraviglia per un linguaggio piuttosto sboccato. Del resto a Roma si canta che "la giovane Camilla, vergine romana, di mestiere facesse la puttana". E allora via con il linguaggio sboccato. Solo mi tocca osservare che Daniela, durante le elezioni, faceva i "discorsi della fica"; ma, dopo le elezioni, ha cominciato a fare i "discorsi del cazzo". Abbiamo già scritto del "profondo pensiero" della Santanché che enunciava: "Io non l’ho mai data per soldi e/o per carriera". E siamo rimasti ammirati anche se non abbiamo potuto sondare a quale "profondità" si potesse scendere. Oggi notiamo che la Santanché rilancia un commento sulle Nazionali 2008 che si "erge turgido" superando la più alta vetta del Monte Bianco (vedi sotto).
Dice la Santanché: "abbiamo vinto perché abbiamo conquistato un milione di voti". Ma poi aggiunge: "i comunisti sono spariti". E confesso che non capisco il suo ragionamento. Stando alle TV ed ai giornali, "comunisti" e "fascisti", non arrivando al 4%, non conseguono alcun seggio. E non saranno presenti in Parlamento. A sentire la Santanché, invece, i "fascisti" otterrebbero una "vittoria", ma "i comunisti spariscono dalla scena politica". Sono i discorsi della fica? Sono i discorsi del cazzo? Mah! Fate voi.
Quello che mi angustia è il fatto che ho sentito Di Liberto in Televisione. E costui fa della sinistra un quadro impietoso, sostenendo che "coloro che dovevano rappresentare i comunisti si erano ridotti ad una rappresentazione astratta delle istanze popolari". La Santanché, invece, non si pone il problema se DESSA (e i suoi amici) abbiano offerto o meno una giusta rappresentazione delle istanze nazionali e popolari degli Italiani.
Posso esprimere un modesto parere? A me pare che "comunismo" e "fascismo" siano "categorie del passato". Il problema del nostro tempo è farsi interpreti dei problemi del nostro popolo. Solo che, "a sinistra", Di Liberto, seppure confusamente, fa un esame di coscienza; mentre "a destra", la Santanché non fa un esame di coscienza. A questo punto converrebbe chiedersi cos’è la "coscienza". E se la Santanché e i suoi amici ne sono dotati.

Antonino Amato
(amatoantonino@alice.it)

venerdì 14 marzo 2008

Le elezioni politiche del 13-14 Aprile 2008 sono truccate???

Roma - I sondaggi, le radio, i telegiornali e i giornali di regime asserviti ai poteri forti e alle corporazioni hanno già deciso tutto: i partiti vincitori che potranno andare in Parlamento e spartirsi seggi saranno solamente 2 insieme a i loro fidi e accoliti alleati. Una VERGOGNA, e di questo ci assumiamo ogni responsabilità, una MAFIA nel senso puro della parola! L'Italia si prepara ad una situazione molto simile alla Russia di Putin: le regole elettorali le decideranno solo Veltrusconi, le leggi le faranno solamente loro e si prospetta nel Parlamento italiano l'assenza di una opposizione forte e combattiva in quanto comunque vadano e quali siano i risultati elettorali l'inciucio o le larghe intese ci saranno e sui temi proprio più importanti per la crescita della nostra povera nazione italiana.Da una parte una fasulla sigla priva di valori e di unica ispirazione putinista, populista e berlusconiano- leninista tenta quotidianamente di infangare e offendere le uniche alternative al duopolio elettorale. Dall'altra parte un partito che dietro l'acronimo di democratico di fatto rappresenta il partito della plutocrazia, dell'ultra-capitalismo yankee e degli interessi delle oligarchie che da sempre condizionano la nazione e che sono oggi responsabili di una estesa disparità fra le classi sociali (Confindustria, Confartigianato ecc.ecc.). A questo duopolio anti-democratico, come modesto movimento politico ci ribelliamo e continueremo a ribellarci ribadendo ancora una volta la nostra totale e sincera indicazione di voto a favore de LA DESTRA per Santanché Presidente. Un piccolo contributo che vuole arricchire un' alternativa seria concreta e di DESTRA al governo di due partiti di cartapesta.
Fonte: Circoli della Destra Nazional-Democratica

martedì 26 febbraio 2008

I POVERI ILLUSI DI AN E AG NON CI FANNO PENA!

Roma - Si odono dalle sezioni di Azioni giovani e Alleanza Nazionale pianti, senso di smarrimento e rabbia isterica. Poveri illusi, poveri stolti credevano che il signor Gianfranco Fini non li avrebbe mai abbandonati e invece, ha deciso con una telefonata di sciogliere il suo partito "socialdemocratico" per inchinarsi al "divino" Berlusconi il quale ha definitivamente chiarito che il "popolo della libertà" non é un partito di destra e nulla ha a che vedere con la destra.
Sinceramente dei militanti un po' spaesati che si illudevano e credevano che Alleanza Nazionale fosse un partito di destra e erede degli ideali del M.S.I. non me ne frega più di tanto; facciano quello che vogliono e, se hanno una propensione per il sado-masochismo o l'autolesionismo votino pure Fini e Berlusconi perché sciocchi erano, sciocchi lo sono e sciocchi lo rimarranno se continueranno a dire signor Si a Gianfranco Fini e a Silvio Berlusconi.Esistono dei rimbambiti patentati in Alleanza Nazionale e degli addormentati che sarebbero disposti a seguire i loro capi, e dirigenti anche se questi si buttassero da una rupe o scegliessero di allearsi con le Brigate Rosse. Ma ciò che interessa a me e a molti altri, che amiamo un po' di nostalgie, che siamo coerenti e che siamo soprattutto persone serie é sapere che destino ha il logo della fiamma tricolore e la scritta M.S.I. e la fiaccola tricolore (emblema del glorioso FdG) perché quei simboli non possono essere lasciati in mano a dei guastafeste screanzati con la faccia come la latta che per anni si sono trincerati dietro quei gloriosi loghi, rubando voti e prendendo per il culo gli utili idioti che fino a ieri ci credevano.

Fonte: Circoli della Destra Nazional-Democratica

sabato 26 gennaio 2008

Ora basta!!! Gli italiani non ne possono più delle vostre figuracce!!!

Il governo Prodi ha perso un pezzo della sua maggioranza; ha perso un partito (l'Udeur) che ha sempre condiviso in tutto e per tutto fino a sottoscrivere l'enciclopedia programmatica dell'Unione nell'ormai passato 2006। Ebbene, oggi il moderato e centrista partito di Clemente Mastella sfiducia la maggioranza e il governo Prodi per i motivi che bene o male abbiamo captato tutti quanti (indagine giudiziaria a suo carico e a carico della sua famiglia-partito e molte altri motivi che impedivano all' Udeur di stare oramai nel governo di centro-sinistra)। La critica però non deve e non può riguardare soltanto questo fallimentare governo; ma il sistema politico italiano in generale quindi il sistema elettorale e e anche il frastornato, confuso e caotico "centro-destra" nonché la stupida ed irrazionale logica delle coalizioni politiche.
Se infatti Mastella vota la sfiducia con l'opposizione, vorrà dire che l'UDEUR potrebbe passare con la oramai bollita Casa delle Libertà visto che sembra compatta (dopo le polemiche, le lotte dure tra AN-FI-UDC e altri partiti vari) sul ripresentare Silvio Berlusconi come candidato unico proclamato e stra-proclamato.
Male, malissimo! In questo modo cosa si vorrebbe far succedere con elezioni immediate e con questa legge elettorale (il "porcellum") che obbliga i partiti a coalizzarsi e impedisce la governabilità? Il progetto berlusconiano é quello di creare una coalizione dove dentro c'é tutto e il contrario di tutto; quella stessa coalizione ormai non é più credibile: é incredibile e rappresenta la "destra" della sinistra come del resto lo é e lo é stato dal 1994.
Berlusconi é infatti una creatura di Craxi e dei socialisti; un uomo che non ha mai esitato un momento per farsi gli affari suoi senza ritegno morale, a stipulare accordi televisivi con l'allora Unione sovietica; l'uomo amico di Putin (colui che ha riabilitato Stalin e Breznev).
Confondere il voto della DESTRA con il voto di chi ha voluto l'indulto (Clemente Mastella), di chi ha rubato e non ha chiesto neppure scusa agli italiani (Stefania Craxi, Stefano CladoroŠ); con chi ha smascherato il golpe militare del Generale De Lorenzo (Lino Iannuzzi); con i mafiosi vari che militano in forza italia e in Alleanza Nazionale, nell'UDC ; con gli atei cannati di Taradash e Della Vedova e con i traditori ipocriti di Alleanza Nazionale, con chi del tricolore italiano se ne é sempre pulito il culo e continua a sventolare fazzoletti verdi? NOI NON CI STIAMO! MAI PIU' CI STAREMO! Caro Berlusconi, fino a quando dovremo sopportare i tuoi diabolici progetti di creare mostri che vogliono unire la destra, il centro e i compagni socialisti e Turigliatto ma soprattutto fino a quando dureranno le tue confusioni politiche ed ideologiche?! BASTA COSI'! Distruggiamo tutto il sistema, distruggiamo i partiti ambigui e i loro leader perchè oggi più che mai é necessaria una definitiva chiarezza politica e ideologica।
LA DESTRA é DURA e PURA oppure é TRAVESTITA? Cari Camerati, LA DESTRA HA UNA DIGNITA' MORALE!!!
Fonte: Circolo "Destra Nazional Democratica"

domenica 13 gennaio 2008

Il Senatore a vita Giulio Andreotti sarebbe dovuto stare a capo della nuova giunta militare dei Golpisti di Borghese?

A seguito della decisioni, nel 1999 e nel 2000, dell'allora presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, di desecretare documenti, fino a quel momento inaccessibili, custoditi dalla Central Intelligence Agency, meglio nota come Cia, e dal suo predecessore, l'Oss (Office of strategic services), alcune pagine della storia italiana, in questo dopoguerra, dovranno necessariamente essere riscritte.
Fra queste, anche il tentato colpo di Stato, nella notte fra il 7 e l'8 dicembre del 1970, organizzato dal "principe nero" Junio Valerio Borghese, al centro anche di una approfondita inchiesta nella trasmissione di RaiTre, "La storia siamo noi" condotta da Giovanni Minoli in una puntata della stagione televisiva del 2005.
In questa puntata, di particolare interesse, le confessioni di uno dei partecipanti al golpe, l'ormai settantenne Adriano Monti, ex medico di Rieti, in predicato di essere nominato, dai congiurati, nientemeno che ministro degli Esteri. Dal suo racconto, 35 anni dopo, squarci di luce su un avvenimento, che in Italia si cercò di far passare come il delirio inoffensivo di qualche ufficiale in pensione.
Un "colpo da operetta", si disse.
Spunto, non a caso, qualche anno dopo, anche di un divertente film, "Vogliamo i colonnelli", interpretato da Ugo Tognazzi.
Il consenso Americano: Ricostruendo i lunghi preparativi della notte di "Tora-Tora", così chiamata in codice dai golpisti, Adriano Monti, non solo ha testimoniato del consenso dato dagli americani al progetto, ma anche la condizione, da loro posta per aderirvi, e cioè la nomina a capo della giunta militare di Giulio Andreotti. Una rivelazione clamorosa, ma non così infondata.
Fu, infatti, proprio Giulio Andreotti nel 1974, in veste di ministro della Difesa, ad impegnarsi nella cancellazione dai dossier informativi, approntati dai Sid per la magistratura, i nomi degli alti ufficiali piduisti coinvolti nei piani eversivi di quella notte, tra gli altri, di Giovanni Torrisi, successivamente nominato capo di Stato maggiore della Difesa, ma anche dello stesso Licio Gelli, il cui incarico, si scoprì, consisteva nel rapimento, alla guida di un gruppo di armati, del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat.
Nelle parole di Adriano Monti anche la storia degli incontri in Spagna con Otto Skorzeny, passato alla storia come il "liberatore" al Gran Sasso di Benito Mussolini, il 12 settembre del 1943, ma soprattutto uno degli organizzatori di "Odessa", la rete di salvataggio approntata nel dopoguerra dai criminali nazisti. Venne reclutato, ci dice Monti, dalla Cia come molti altri.
Non fu dunque un caso che al centro del tentato colpo di Stato, nella notte tra il 7 e l'8 dicembre, si trovasse una figura del calibro di Junio Valerio Borghese.Come ormai risulta dagli stessi documenti americani, l'ex- comandante della "Decima Mas", fu reclutato dagli Stati Uniti, ancor prima della fine della guerra, e successivamente utilizzato, insieme ad ex-appartenenti alle formazioni militari della RSI e agenti dell'Ovra, per operazioni "coperte".
La prima fu a Portella della Ginestra , il 1° maggio del 1947, dove squadre di ex-fascisti, unitamente a gruppi di mafiosi e ai banditi di Salvatore Giuliano, spararono, su una folla di contadini, uccidendo 11 persone e ferendone altre 57.
Dopo una lunga militanza nel Msi, dove ricoprì, negli anni '50, anche l'incarico di presidente del partito, la sua ultima creatura fu nel 1968 il Fronte Nazionale, in realtà un coordinamento delle principali organizzazioni della destra extraparlamentare, da Ordine Nuovo a Avanguardia Nazionale, in funzione del colpo di Stato.
Finanziato da alcuni non trascurabili settori imprenditoriali, soprattutto liguri, il Fronte Nazionale puntò, nel meridione, ad alimentare la rivolta di Reggio Calabria, dando vita, in particolare attraverso Avanguardia Nazionale, ad una campagna di attentati. Intensi anche i rapporti con la mafia siciliana e la 'ndrangheta calabrese, di cui si tentò anche un coinvolgimento nei piani golpisti. In anni recenti pentiti di queste organizzazioni criminali hanno anche svelato retroscena importanti, come la partecipazione il 22 luglio 1970 al deragliamento della "Freccia del Sud" (6 morti e 54 feriti), poco dopo l'inizio della rivolta di Reggio Calabria.
Tornando al golpe, secondo il rapporto della Questura di Roma, nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 1970: «Alcune centinaia di individui erano stati concentrati nella palestra di Via Eleniana, nelle sedi del Fronte Nazionale, di Avanguardia Nazionale, di Ordine Nuovo, del movimento politico Europa Civiltà, in prossimità dell'abitazione di Reitano Antonio, esponente dell'associazione universitaria di destra Fronte Delta, nello studio commerciale di Rosa Mario (dove si trovava il "comando politico", ndr), nell'ufficio di Orlandini Remo, a Montesacro (dove si trovava il "centro operativo", ndr)».
L'operazione rientrò all'ultimo momento, quando già il Viminale era stato occupato dagli uomini di Alleanza Nazionale ed erano in marcia le colonne dei cospiratori, non solo a Roma, ma anche nel Lazio, oltre che in Liguria, Umbria e Veneto.
Diverse migliaia di persone, tra civili e militari.
Uno scenario ben diverso dal quel «conciliabolo di 4-5 sessantenni» che si cercò di accreditare anni dopo.
La Corte d'Assise di Roma ricostruì la vicenda in modo assai riduttivo, grazie soprattutto al ruolo svolto dal pm Claudio Vitalone. Si escluse che il piano avesse carattere nazionale.
Il golpe venne definito come un atto «iscritto in un disegno lucido» ma «velleitario», nonostante esponenti di Avanguardia Nazionale fossero penetrati, con il consenso dei Carabinieri, fin dentro il ministero degli Interni, impossessandosi di ben 200 mitra. Si evitò di collegare fra loro i diversi progetti eversivi, si pensi alla "Rosa dei Venti", e, soprattutto, si lasciò nel buio più completo il ruolo giocato dai servizi segreti ed i rapporti con le Forze Armate.
Inutile dire che, dopo aver fatto cadere il delitto di insurrezione armata contro lo Stato, le assoluzioni riguardarono la maggior parte degli imputati e le poche condanne comminate (per cospirazione politica e associazione a delinquere) furono assai miti.
La Corte d'Assise d'Appello nel novembre 1984 assolse comunque definitivamente tutti da ogni accusa. Il 24 marzo 1986 la Cassazione confermò definitivamente l'assoluzione generale.
Per la giustizia, il golpe Borghese non era mai avvenuto.
Il "principe nero" non venne mai processato, fuggito in Spagna nel marzo del 1971, quando in seguito all'inchiesta giudiziaria esplose la notizia del tentato golpe, morì nel 1974 in circostanze mai chiarite. Si parlò anche di un suo possibile avvelenamento.



ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!