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sabato 3 dicembre 2011

Sarah Scazzi, lei come Chiara Poggi, Yara Gambirasio, Melania Rea e Meredith Kercher forse rimarranno a lungo casi irrisolti! Ecco perchè ritengo che i primissimi minuti di indagine e di interrogatorio siano importantissimi, vitali e fondamentali per l'intero corso dell'indagine stessa e della sua soluzione finale! Ecco come si dovrebbero interrogare anche i minorenni e non solo gli adulti che si sono macchiati di orrendi crimini come nell'uccisione di Sarah Scazzi e di Yara Gambirasio! Come nella STASI...


SOLO LA VECCHIA SCUOLA DELL'EX STASI (EX-GERMANIA DELL'EST) E DELL'EX KGB (EX-UNIONE SOVIETICA) POTRA' SALVARE IL SALVABILE E RISOLVERE I GRANDI "GRATTACAPI" DELLA CRONACA NERA ITALIANA! 

Da Meredith a Sara Scazzi: L'Italia è la patria dei delitti perfetti...

Sarah Scazzi, lei come Chiara, Yara e Meredith forse rimarranno casi irrisolti:

 Chiara Poggi, 26 anni, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Viene arrestato il fidanzato, Alberto Stasi, pare sia l’unico indiziato, ma viene assolto perché il “complessivo quadro istruttorio è da considerarsi contraddittorio ed altamente insufficiente a dimostrare la colpevolezza dell’imputato secondo la fondamentale regola probatoria e di giudizio dell’oltre ogni ragionevole dubbio”.  
Yara Gambirasio, 13 anni, scompare nel tardo pomeriggio di venerdì 26 novembre 2010, a Brembate Sopra (Bg), le ricerche proseguono senza sosta, ma il corpo senza vita della piccola Yara viene ritrovato il 26 febbraio a Chignolo (Bg).  Le indagini sono tuttora in corso, mille supposizioni, migliaia di test sul Dna. Ma ad oggi il caso resta ancora irrisolto. 
Meredith Kercher, 21 anni, britannica, il suo corpo con la gola tagliata e praticamente nudo, era stato trovato il 2 novembre 2007, in un lago di sangue, nell’appartamento che condivideva con Amanda Knox ed altre due giovani. 
Per il delitto vengono arrestati Amanda Knox e il suo (allora) ragazzo Raffaele Sollecito, accusati per l’omicidio della studentessa britannica, condannati in prima istanza a 26 e 25 anni. Viene in seguito arrestato un terzo uomo, Rudy Guédé, ivoriano, che  avrebbe partecipato al delitto. 
Il 3 ottobre Amanda e Raffaele, dopo 4 anni di carcere  vengono assolti “Per non aver commesso il fatto”. L’unico che rimarrà in carcere sarà Rudy Guedè per concorso in omicidio. Ma per quanto ancora? E in concorso con chi? Visto che i concorrenti sono stati assolti. 
 Sarah Scazzi, 15 anni, scompare misteriosamente il 26 agosto 2010, durante il tragitto che porta all’abitazione degli zii Misseri, aveva un appuntamento con la cugina Sabrina per recarsi al mare; ma il suo corpo senza vita viene fatto ritrovare dallo zio Michele, è esattamente il 7 ottobre 2010.
Inizialmente, Michele Misseri si autoaccusa del terribile delitto, dichiarando di averla “Strangolata e poi violentata”, da quel momento tutta la vicenda si complica. Michele Misseri accusa la figlia Sabrina. Il 30 maggio 2011 viene scarcerato per “non avere partecipato al delitto”. Gli inquirenti puntano gli occhi verso la moglie, Cosima Serrano che viene arrestata per “concorso in omicidio con la figlia Sabrina”.  
Oggi le due donne si trovano in custodia cautelare nel carcere di Taranto, ma forse non per molto ancora. Michele Misseri, invece, torna ad autoaccusarsi, ma senza alcuna credibilità. 
Sabrina Misseri, intanto, è tornata a sorridere dopo aver appreso, ieri, che la Cassazione le sta aprendo le porte del carcere per portarla verso la libertà. “C’è insussistenza del quadro di gravità indiziaria in ordine ai delitti loro contestati in concorso, di omicidio volontario e sequestro di persona, ai danni della quindicenne Sarah Scazzi.” Così scrive la Suprema Corte nelle motivazioni  del provvedimento in base al quale, lo scorso 26 settembre ha, in buona parte, accolto il ricorso dei difensori delle due donne.  
Le storie di Chiara, Meredith, Sara e Yara sono sempre più difficili e intricate da raccontare. Colme di parentesi e soprattutto di punti interrogativi. 
Tragici eventi dei quali oggi se ne parla tanto, che sono i veri e propri tasselli sui quali impostare i diversi programmi che alzano ad un livello esponenziale gli indici di ascolto. Ma la realtà è che tutte queste vicende saranno presto dimenticate, non resterà altro che la grande ferita nel cuore dei familiari di queste giovani vite. Vite spezzate troppo presto da gente spietata, efferati assassini che forse rimarranno per sempre impuniti. 

Fonte: http://www.aciclico.com 


La letteratura e la televisione (programmi, film, ecc..) li hanno reso imbattibili, mentre invece sul campo spesso e volentieri banali errori commessi da questo reparto compromettono l'arresto o la detenzione del colpevole.
L'omicidio Meredith, ma soprattutto l'assoluzione per non aver commesso il fatto di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, è solo l'ultimo dei casi irrisolti.
I "delitti imperfetti", da cui prendono il nome sia i libri dell'ex comandante Luciano Garofano che la famosa serie televisiva, diventano perfetti proprio a causa di grossolani errori degli inquirenti.
Tutto è iniziato quando i Ris sono diventati famosi all'opinione pubblica durante il caso del duplice omicidio di Novi Ligure nel 2001. Per tutti fu un vero e proprio successo, nato dall'ottimo lavoro del reparto dei carabinieri. Ma non va dimenticato, però, che a mettere sulla pista giusta gli investigatori fu proprio Erika che quando era ancora solo sospettata di aver ucciso madre e fratellino venne filmata in una stanza della caserma dei carabinieri mentre mimava ad Omar, fidanzatino e complice, come avesse pugnalato la donna. Quindi la chiave di volta di questo caso furono le intercettazioni ambientali. Forse possiamo considerare proprio delitto di Novi l'ultimo delitto risolto senza che ci fossero ombra di dubbi. Tracce, arma del delitto, confessioni: insomma, tutti i tasselli del mosaico al loro posto.
Lo stesso non si può dire di Cogne.
Nonostante la condanna di Anna Maria Franzoni per l'omicidio del piccolo Samuele ancora oggi l'Italia è divisa in due, innocentisti e colpevolisti. Infatti, seppure ci siano degli indizi manca l'arma del delitto e l'assassina, in questo caso la madre della vittima, tutt'altro che reo confessa. Molti sono stati gli errori degli inquirenti sul caso Cogne che hanno portato a un ritardo di anni sulla verità che ancora oggi, come detto, può avere dei punti deboli e traballa.
Vi ricordate dell'omicidio di Garlasco della giovane Chiara Poggi? Tanti sospetti sul fidanzato Alberto Stasi e i pochi indizi raccolti facilmente smontati dalle perizie di parte. Anche qui errori di chi dovrebbe essere (o si considera)infallibile. Basti pensare che dopo il delitto la "scena del crimine", come ormai siamo abituati a chiamarla dopo essere stati influenzati dai Csi vari, venne addirittura inquinata da un gatto che la scientifica chiuse dentro la villetta per un giorno intero a scorrazzare! Anche qui nessun elemento valido per trovare l'assassino. Un esempio: la prova ferrea data da una macchia di sangue della vittima sul pedale della bici di Stasi venne facilmente smontata dai difensori del ragazzo che riuscirono a dimostrare che si poteva trattare benissimo di macchie di flusso mestruale calpestate accidentalmente giorni prima del delitto dal giovane. Ad oggi nessuno è riuscito a respingere la tesi difensiva seppur a prima vista improbabile.
L'omicidio di Perugia è ormai noto a tutti. In molti nonostante la sentenza della corte d'appello sono convinti che Raffaele e Amanda non fossero estranei all'assassinio di Meredith. Ma anche qui i Ris e affini non sono riusciti a dimostrare nulla e per i periti è stato facile evidenziare i loro errori, smontando così la tesi accusatoria.
Nel caso della piccola Yara Gambirasio, invece, ci troviamo di fronte a una vera e propria sfida da parte dell'assassino, o assassini, agli inquirenti, i quali stanno facendo di tutto per perderla: ritardi nelle indagini, auto e furgone dell'unico sospettato, il marocchino Mohamed Fikri, non perquisito, etc, etc. Si è preferito schedare tutto il dna degli abitanti di Brembate e dintorni, ma non degli operai o di chi ha lavorato nel cantiere che potrebbe essere la vera scena del crimine, come viene suggerito dalla polvere di calce nei polmoni della piccola vittima e dalla presunta arma del delitto (un utensile da lavoro utilizzato nel campo dell'edilizia).
E arriviamo al caso del giorno. Fino a ieri tutti eravamo convinti che i magistrati avessero in mano dei saldi indizi sulla colpevolezza di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, madre e figlia, nell'omicidio della piccola Sarah Scazzi, ad Avetrana. Invece, anche questa volta le granitiche prove appaiono argillose. Addirittura si parla di elementi inconsistenti, che potrebbero alla prossima udienza del Tribunale del Riesame portare alla scarcerazione delle uniche due accusate dell'omicidio, dopo il proscioglimento di Michele Misseri (prima reo confesso poi scagionato e ora nuovamente reo confesso, ma non creduto).
Nel caso di Melania Rea ci sono tutti gli elementi del vecchio "delitto all'italiana": lui, lei, l'altra, quattrini. Parolisi è in galera ma anche qui come in quasi tutti i casi che abbiamo elencato si rischia di andare ad un processo indiziario e quindi a tenere aperte le porte del dubbio.
Negli ultimi decenni nel campo investigativo la scienza ha dato una grossa mano. Però a volte è proprio la certezza scientifica o l'ossessione di trovarla che conduce, come abbiamo visto, a degli errori in cui spesso il fiuto del vecchio investigatore non incappava. Uno su tutti negli anni Settanta l'indimenticabile commissario della squadra mobile di Torino Giuseppe Montesano, uno "sbirro" alla vecchia maniera che ispirò registri e scrittori grazie ai suoi successi. Tutti veri.

Fonte: http://bladibella.com 

L'omicidio di Yara Gambirasio: trovato DNA di un familiare?


13:14 - 26 Novembre 2011 - Chissà che cosa pensa? Chissà che cosa gli passa per la testa mentre guarda in televisione i servizi su Yara o legge sul giornale le ultime novità sul caso? Chissà che effetto gli fa vedere i titoli sul delitto, le notizie sui confronti dei Dna? Si sente il fiato degli investigatori sul collo, oppure, proprio perché lui sa che cosa è successo quel 26 novembre del 2010, prima fuori dalla palestra di Brembate Sopra e poi nel campo di Chignolo d’Isola, è tranquillo vedendo i tanti buchi nell’acqua della Procura?
In questo anno in cui mi sono dedicato al delitto di Yara Gambirasio, spesso mi sono fatto questa domanda. L’assassino potrebbe essere della zona, si è detto, e quindi mi sono sorpreso ad immaginarlo mentre cammina, libero ed indisturbato, per le strade del piccolo centro della Bergamasca. E magari, mentre qualcuno parla di quel delitto, chessò, in ufficio, a scuola o addirittura all’oratorio, anche lui potrebbe dire la sua.
Che emozioni prova un assassino in libertà? Pensa di avere commesso il delitto perfetto e si sente appagato per questo, oppure la coscienza gli rimorde? Una domanda senza risposta. Una domanda a cui è possibile rispondere solo con delle supposizioni. E allora te lo immagini in un giorno qualunque mentre passa vicino alla palestra in cui Yara è stata vista per l’ultima volta. Chissà, forse lui stesso ora si domanda com’è possibile che nessuno abbia notato niente quella sera.
Magari anche lui, tra la gente, ha preso parte al macabro pellegrinaggio nel luogo del ritrovamento del corpo, fingendo curiosità e commozione: un passo dietro l’altro verso il centro del campo e – quasi ad intervallare quella camminata – dei flashback nella sua testa con le urla di Yara che riecheggiano nelle sue orecchie, mentre davanti ai suoi occhi si ricompongono le immagini di lui stesso che la immobilizza e la colpisce, accanendosi poi con un taglierino sulla schiena, quindi sui polsi, alla fine sul fragile collo.
Che vita conduce un omicida in libertà? Potrebbe essere uno come noi, anzi, probabilmente lo è: non un mostro, a vederlo. Ma come si convive con un peso del genere sulla coscienza? Cosa si prova, da assassini, quando – magari in un bar davanti a un caffè - incroci casualmente lo sguardo spento, ma gentile, del padre o della madre di quella bimba? Che emozioni hai nel cuore quando in un momento di distratta cortesia, i genitori di Yara - così dignitosi ed educati – ti cedono il passo davanti alla porta di un negozio o della chiesa?
Non puoi non guardarli senza pensare: “Sono io quello che cercate, sono io che ho ucciso vostra figlia” E’ passato un anno da quel delitto. 365 giorni di mistero. 10 mila dna raccolti, ma a livello investigativo nessun punto fermo. Verrebbe da dire: l’unico elemento certo è che Yara è stata uccisa. Ma, purtroppo, in questa storia gli elementi certi sono almeno due: che Yara è stata uccisa e che il suo assassino è ancora libero e forse pensa: “Non mi prenderete mai!”
Enrico Fedocci
Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it

Yara Gambirasio: quel libro troppo pieno di particolari...


Un nuovo colpo di scena per il caso di omicidio di Yara Gambirasio è stato rivelato ieri sera alla trasmissione Chi L’ha Visto?. Sembrerebbe infatti che il profilo genetico trovato compatibile con alcune persone che hanno offerto il loro DNA non porti a nulla. Il motivo potrebbe essere che appartenga ad un figlio illegittimo di qualcuno oppure che parentele non chiare e legami di sangue ignoti lo abbiano occultato...

26 Novembre 2010 - 26 Novembre 2011: Yara, dopo un anno il mistero continua! L'assassino o gli assassini sono ancora a spasso, liberi...


Yara Gambirasio ultime notizie. Si fanno sempre più complicate le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio. Il Dna dell’assassino potrebbe essere quello di un figlio illegittimo, risalire a lui con il cognome sarebbe quindi impossibile. Lo ha rivelato ieri sera a Chi l’ha visto Enrico Pelillo, avvocato della famiglia di Yara: “La familiarità del Dna non è la familiarità dell’anagrafe: difficile andare a cercarla con i cognomi, perché possono esserci figli illegittimi che non si chiamano con il cognome di quello di cui è stato individuato il ceppo familiare!”
Insomma, i profili genetici somiglianti, quelli su cui si stanno incentrando le analisi, non per forza possono essere correlati dal cognome. Bisogna tenere in considerazione parentele nascoste o inconsapevoli. Gli inquirenti lo sanno e le analisi effettuate finora non hanno dato risultati.
Alcune persone sospettate negli ultimi giorni si sono rivelate estranee alla vicenda. Il Dna di un ragazzo frequentatore della discoteca Sabbie Mobili somiglia a quello trovato sugli slip di Yara. Gli investigatori hanno pensato che l’assassino potesse essere un suo parente ma le analisi lo hanno escluso. Ricordiamo che le indagini si stanno concentrando su due tracce genetiche in particolare, quelle sui leggins e sugli slip. Quelle trovate sui guanti, seppur da tenere in considerazione, sono meno influenti visto che chi ha stretto la mano a Yara non è necessariamente l’assassino. 

Fonte: http://www.fattidicronaca.it 

Chi l’ha visto? I casi di Yara Gambirasio e Melania Rea. A Chi l’ha visto? nuovi sviluppi dei casi di Yara Gambirasio e di Melania Rea. I temi principali della puntata, in onda su Rai Tre, sono stati l'omicidio di Yara e il caso di Melania Rea. Federica Sciarelli ha inoltre reso noti nuovi aggiornamenti riguardano il caso Barbara Corvi. In onda in esclusiva n'intervista di Enzo Portaccio sul caso Ylenia Carrisi. Una notizia davvero importante riguarda il delitto di Yara Gambirasio: l'assassino potrebbe essere un figlio illegittimo, del quale i genitori non hanno mai voluto parlare. Suscita non poche perplessità anche la richiesta di questi ultimi di nominare un avvocato: Enrico Pelillo. Proprio a lui, Chi l'ha visto? fa un intervista esclusiva. Gli si chiede se è vera la notizia che è stato ritrovato un DNA appartenente al probabile figlio non legittimo. Il legale smentisce, spiegando come le similitudini di geni non sempre sono equiparabili a parentela. Sulla pista che contempla i familiari nella cerchia dei possibili assassini, i genitori non hanno idea di chi possa essere. E sull'esistenza stessa del figlio illegittimo, ancora non vi sono certezze.
In seguito si riparla del caso Ylenia Carrisi, la figlia dei noti cantanti, e lo si fa atti alla mano. Enzo Portaccio, capo dell'Interpol nel 1994, spiega alcuni dettagli non trascurabili, come ad esempio la sua frequentazione con Alexander Masakela, un suonatore di strada, trasferitosi poi negli Stati Uniti. La polizia Americana, non avendo elementi per fermarlo, lo ha sempre lasciato a piede libero. Il secondo caso trattato è Barbara Corvi, scomparsa da Amelia(Terni) il 27 Ottobre 2009, dopo una lite col marito Roberto. A questi la donna confesserà di avere un'amante. Il suo ex marito Carlo, in un'intervista, incita a indagare meglio su Roberto: Barbara gli aveva infatti confessato che era dedito ad atteggiamenti violenti e a manifestazioni di possesso e gelosia non trascurabili. Le indagini hanno anche scoperto dei legami familiari con una cosca mafiosa camorrista. Roberto tuttavia li nega, spiegando che si riferiscono al passato, e che lui e la sua famiglia oramai non c'entrano più nulla. Pare vi sia un'altra scomparsa legata a questa cosca: Angela Costantino. Pochi giorni fa, la forestale ha trovato dei resti di un corpo che potrebbero far risalire alla sparizione. Un'intervista ai genitori lascia trapelare rabbia: si sentono abbandonati dalle istituzioni. Alla sorella, in studio, viene mostrata una cartolina inviata proprio a casa del marito, con le parole "sto bene": per lei si tratta di un depistaggio. Roberto, nel periodo della cartolina, fa notare che Carlo era in città. Ma alla sorella in studio la pista dell'ex marito non convince affatto. A seguire, vengono forniti gli identikit di alcuni scomparsi recenti, consultabili direttamente dal sito della trasmissione.
Il tema forte della serata sono i risvolti dell'omicidio di Melania Rea: Salvatore Parolisi, come ha deciso la cassazione, rimarrà infatti in carcere. In studio Gennaro, padre di Melania, e lo zio, suo omonimo. In collegamento l'avvocato della famiglia Rea Mauro Gionni. Un video mostra la ricostruzione della scambio di e-mail tra Salvatore e l'amante: numerose le pressioni di lei affinchè il suo matrimonio terminasse, altrimenti avrebbe posto lei stessa fine alla storia. La paura di Salvatore sono gli alimenti, che in caso di divorzio verrebbero corrisposti da lui, visto che lei è disoccupata. Nell'ultima mail, le parole "dovrà sparire dalla mia vista" sembrano frutto di una premeditazione. L'avvocato Gionni spiega come, a breve, si andrà al processo insistendo sul deturpamento delle prove, oramai palese. Le contromosse dei legali di Salvatore(Biscotti e Gentile), si sono incentrate sul tentativo di avallare la tesi dell'accanimento mediatico, e sul cercare di dimostrare la sua non presenza sul luogo del delitto. Inoltre, essi sostengono che l'assassino potrebbe essere una donna, cosi come rilevato da del DNA trovato su lei. Il timore è che proprio i due difensori, siano in grado di forzare il caso verso un'assoluzione forzata, cosa tra l'altro avvenuta in alcuni casi precedenti dove i due erano stati nominati d'ufficio.
Michele Rea, in collegamento con la trasmissione, spiega inoltre come Biscotti abbia offerto la propria consulenza alla famiglia della vittima, venendo rifiutato perchè, come dirà Gennaro anche in studio, la loro intenzione era nominare Gionni sin da subito. Successivamente, Biscotti si è quindi offerto di difendere a titolo gratuito Salvatore. Il padre di Melania comunica anche la richiesta d'affidamento definitivo della nipote alla sua famiglia.

In diretta, vengono notificate altre due scomparse, risalenti agli ultimi giorni: Elio Procida e Vincenza Roberto.Un video poi parla del caso di Mirko Margiotti, 35 enne scomparso da 25 giorni a Primavalle, nella periferia di Roma. Il signor Giovanni Mafrolla, il 24 luglio 2011 ha ricevuto una chiamata della polizia, che lo invitava a riconoscere i resti di un cadavere: si trattava di suo figlio, sparato con molta probabilità da un fucile da caccia. Ignoto l'assassino, e l'unico sospetto ricade su un amante della sua ragazza, peraltro incinta, anche se non si sa chi dei due sia il padre.
Dopo quindici anni, importanti novità riguardano l'omicidio di Nada Cella: in collegamento la mamma Silvana. Pare che sia stato trovato un frammento di DNA sui vestiti della vittima, e che questo corrisponda a una donna ancora sconosciuta. La trasmissione si è poi recata da Soracco, il commercialista per il quale la ragazza lavorava, facendosi consegnare il computer della vittima, per farlo analizzare dalla procura.
 
Fonte: http://www.ilsussidiario.net

sabato 28 maggio 2011

Oggi i funerali della povera Yara Gambirasio, la giovanissima uccisa brutalmente da uno o più misteriosi assassini! Da Avetrana a Brembate di sopra, il giallo continua da quasi un anno!

A tre mesi esatti dal ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio, la comunità di Brembate Sopra (Bergamo), dove la 13enne era scomparsa il 26 novembre scorso, può finalmente renderle omaggio. La salma di Yara è stata restituita mercoledì alla famiglia che da tempo attendeva che l'autorità giudiziaria desse il nulla osta per le esequie. Oggi i funerali!

Silenzio surreale quando la bara bianca con il corpo di Yara Gambirasio ha fatto ingresso nel Palazzetto dello Sport di Brembate Sopra. Dietro al feretro, ci sono i genitori della ragazzina uccisa e i suoi fratellini che si tengono abbracciati. In molti non hanno retto alla commozione.
Al palazzetto dello sport di Bremabate Sopra dove si celebra il funerale di Yara Gambirasio,sono arrivati, oltre a parenti, amici e conoscenti della famiglia, anche numerose autorità. Sono entrati il Questore di Bergamo Vincenzo Riccardi, il pubblico ministero Letizia Ruggeri, titolare dell'indagine sull'omicidio della ragazzina, il Procuratore di Bergamo Massimo Meroni e l'onorevole bergamasco Mirko Tremaglia. Tra le tante le corone di fiori portate al palazzetto, ci sono anche quelle del Prefetto di Bergamo Camillo Andreana, della Provincia, del gruppo di facebook 'Per trovare Yara Gambirasio', di Telefono Azzurro e dei detenuti del carcere di Rebibbia.
RIMANI SOGNO IN TRAGICA REALTA' - "Rimani un sogno in questa tragica realtà! Ciao Yara". E' uno dei messaggi scritti sul libro all'entrata del Palazzetto dello Sport di Brembate Sopra in cui si tengono le esequie di Yara Gambirasio.
Il sindaco di Brembate Sopra, Diego Locatelli, a nome della famiglia Gambirasio, ha rivolto un accorato appello a tutte le persone e ai mass media che intendevano partecipare ai funerali della piccola Yara "affinché sia rispettato il clima di raccoglimento e di preghiera irrinunciabile in un rito funebre". La cerimonia, presieduta dal vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, si tiene nella palestra del centro sportivo. "Siamo consapevoli che molte persone avrebbero voluto essere direttamente presenti alla cerimonia - ha detto il sindaco - Questo non è evidentemente possibile, ma per permettere a tutti coloro che lo desiderano di condividere il dolore della famiglia Gambirasio è stato allestito, nel piazzale della palestra, un maxischermo. Invitiamo anche le persone che assisteranno al funerale all'esterno a condividere il clima di cordoglio con la stessa intensità e silenziosa partecipazione", ha concluso Locatelli. Dopo le esequie, il feretro sarà trasferito direttamente a Bergamo per la cremazione. Le ceneri di Yara saranno consegnate alla famiglia all'inizio della prossima settimana
Giovedì e venerdì è rimasta aperta la camera ardente, questa mattina alle 11 i funerali che si svolgeranno al Palazzetto dello sport dove la piccola Yara si allenava. Ammesse solo 500 persone che saranno munite di un badge di riconoscimento. Gli altri potranno seguire la cerimonia dai maxi schermi che saranno allestiti all'esterno della struttura.

Yara, la camera ardente 
La ragazza era in palestra - ad appena 700 metri da casa - dove aveva incontrato le sue istruttrici per consegnare uno stereo per una gara.
Sono decine le persone pronte a rendere l'ultimo saluto a Yara Gambirasio. Alcuni minuti prima delle 8, già una cinquantina di persone stazionava davanti ai cancelli della casa di riposo 'Serena' di Brembate in attesa di poter rendere omaggio alla piccola bara bianca. Nella camera ardente il feretro è "protetto" dai banchi di una chiesa, intorno rose bianche e calle. Sulla bara il disegno ad acquarello del fratello più piccolo che raffigura una bambina in un prato verde.
Yara Gambirasio, una ragazza di 13 anni, promessa della ginnastica ritmica, scompare il 26 novembre scorso a Brembate di Sopra, un piccolo comune alle porte di Bergamo.

Fonte: http://notizie.it.msn.com

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!