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sabato 26 aprile 2008

Documentario su Forza Nuova...e altri movimenti di estrema destra!

Documentario sui movimenti di estrema destra in Italia...

La Verità Nascosta...chi c'è dietro il V-DAY???

In questo video avrete delle risposte inquietanti sul chi e cosa c'è dietro il tanto famosissimo V-DAY dei Grillini...se le notizie quì riportate siano vere o no...in ogni caso è sempre "positivo" avere l'attenuante del dubbio!!! Difatti lo stesso Beppe Grillo rappresenta un personaggio molto scomodo per tanti uomini politici, per tanti giornalisti, per tanti uomini d'affari!!! Non è esclusa una campagna diffamatoria nei suoi confronti nelle prossime settimane che verranno...

V2-day...contro la falsa informazione!

Il giornalismo Italiano si organizza per contrastare il V2-DAY...nel video i primi attacchi a Beppe Grillo...

Spot V2 Day Informazione...

Il V2-DAY è ufficialmente partito ieri...non a caso per il 25 Aprile anniversario della liberazione dell'Italia dalla morsa Nazista! Per una vera e libera informazione...

L'Italia verso il nucleare?

Il nuovo Governo Berlusconi appena si insedierà a Palazzo Chigi dovrà avviare da subito serie ed importanti riforme, prima fra tutte la riforma sull'approvigionamento dell'energia...Gas, Acqua, Metano, Energia Elettrica non sono più sufficienti a servire per il fabbisogno Nazionale...l'Italia oggi è sempre più dipendente da altri Paesi Europei, Africani ed Asiatici...è necessaria un'altra fonte alternativa di energia che possa rendere indipendente od almeno semi-indipendente l'Italia sul fronte energetico! Tra le tante proposte si vocifera un ritorno all'energia nucleare...energia che in Italia dal dopo-guerra ad oggi non vi è mai stata...

Pol Pot...chi era in breve l'uomo forte del Comunismo Camboggiano...il "massacratore" dei Camboggiani!

"La Repubblica.it"


In Italia non se ne sa molto, e può sembrare una provocazione - a chi non si rassegna a fare i conti con la storia - ricordare gli orrori delle degenerazioni del giacobinismo rivoluzionario in salsa comunista.
Anche per questo, vale forse la pena di un promemoria, appena accennato: anche per le pagine nere della sinistra vale il "non dimenticare".



(16 aprile 1998)




Prima intervista dopo 18 anni dell'ex leader cambogiano: "I morti sono stati solo poche centinaia di migliaia!"




Nell'incontro con il giornalista americano Nate Thayer ha riconosciuto "qualche errore". Ma ha anche giustificatoi massacri dei Khmer Rossi: "Non avevamo altra scelta!"



di ANTONIO SCUTERI




Quanto pesano sulla coscienza di un uomo due milioni di morti? Niente, se la coscienza è quella di Pol Pot. Almeno a dar retta a quanto lui stesso dichiara nella prima intervista rilasciata da 18 anni a questa parte. L'ex dittatore non è pentito, non avverte alcun rimorso per il genocidio ordinato durante il regime comunista dei Khmer Rossi da lui guidato tra il '75 e il '79."Io ero venuto per portare a compimento la lotta, non per uccidere la gente. Anche adesso, può vederlo. Sono forse una persona selvaggia? La mia coscienza è pulita", ha detto Pol Pot al giornalista statunitense Nate Thayer, corrispondente della "Far Eastern Economic Review" di Hong Kong, che lo ha incontrato as Anlong Veng, ultima roccaforte dei Khmer nel nord del paese asiatico.L'ex leader maoista, 69 anni, è "molto malato, forse prossimo alla morte", scrive Thayer, che già in luglio assieme al cameraman David McKaige era stato il primo straniero a vedere Pol Pot dopo la sua fuga nel '79 a seguito dell'invasione vietnamita della Cambogia.Inseguendo il disegno di trasformare il Paese in un paradiso agrario comunista "il nostro movimento ha commesso errori", ha riconosciuto Pol Pol, ma ha subito aggiunto: "Non avevamo altra scelta. Naturalmente dovevamo difenderci. I vietnamiti volevano assassinarmi perché sapevano che senza di me avrebbero potuto facilmente fagocitare la Cambogia".
L'ex comandante dei Khmer Rossi contesta le cifre dei massacri consumati nei campi di sterminio durante il suo governo. "Dire che milioni di persone morirono è troppo. Gran parte dei cambogiani di cui si attribuisce la morte a me sono stati in realtà uccisi dai vietnamiti", ha dichiarato Pol Pot. Il generale Ta Mok, sopranominato "il macellaio" per la ferocia dimostrata nella repressione durante il regime e pochi mesi fa ribellatosi contro Pol Pot, pure intervistato da Thayer ha concordato con il vecchio capo e ha sostenuto che le vittime non furono due milioni ma "centinaia di migliaia".Nell'intervista, Pol Pot parla anche dell'ultima feroce strage da lui ordinata, quella del suo parente ed ex ministro della Difesa dei Khmer rossi, Son Sen, accusato di tradimento e trucidato il 10 giugno scorso con i suoi 14 familiari, compresi i bambini. Ed è qui che l'anziano ex leader cambogiano ha mostrato l'unico segno di rimorso: "Non avevo dato l'ordine di uccidere quella gente, i bambini, i giovani. Per Son Sen e la sua famiglia, sì, sono addolorato. E' stato un errore mettere in atto quel piano", ha detto al microfono di Thayer.Pol Pot era rimasto alla guida dei Khmer rossi, che nel folto della giungla hanno continuato la guerriglia contro il governo, ma dopo l'eccidio di Son Sen e la sua famiglia è stato deposto da Ta Mok, arrestato, processato e condannato all'ergastolo. Vive in una capanna, con la moglie e una figlia di 12 anni. I Khmer rossi avevano avviato un trattativa con le autorità per consegnare Pol Pot in cambio di un'amnistia generale, ma l'accordo che pareva quasi fatto è finito nel nulla a causa del colpo di Stato con cui il 5 luglio il primo ministro ex comunista Hun Sen ha rovesciato l'altro premier, il monarchico Norodom Ranariddh, figlio di re Sihanouk. Dopo il golpe, i guerriglieri Khmer rossi si sono schierati a fianco delle milizie fedeli a Ranariddh, raggruppatesi nel nord del Paese sotto la pressione militare delle più numerose e armate truppe di Hun Sen.



(22 ottobre 1997)




Pol Pot Pseudonimo di Saloth Sar (provincia di Kompong Thom 1925 - confine con la Thailandia 1998), uomo politico cambogiano. Fondatore del Partito comunista cambogiano, nel 1963 organizzò le formazioni guerrigliere dei Khmer Rossi, per opporsi in seguito al governo filoamericano instaurato da Lon Nol (1970). Deposto Lon Nol nel 1975 e divenuto primo ministro, avviò un progetto di "rieducazione" della popolazione cambogiana, che prevedeva la sua deportazione in massa nelle campagne e il lavoro forzato nei campi. Nei tre anni successivi, il suo regime dittatoriale provocò la morte di quasi quattro milioni di persone, sfinite da un lavoro massacrante, dalle malattie e dalla fame, o uccise durante le repressioni .
Deposto nel gennaio 1979 dai vietnamiti che avevano invaso la Cambogia, Pol Pot riuscì a mantenere il controllo di alcune regioni del paese e a condurre sanguinose azioni di guerriglia contro il regime. Lasciato ufficialmente il comando dei Khmer Rossi nel 1985, continuò a vivere in clandestinità facendo perdere le sue tracce. Nel 1996 alcune fonti annunciarono la sua morte, ma il dittatore fece la sua ricomparsa nel 1997, quando venne usato dai guerriglieri khmer come merce di scambio con il nuovo regime, da essi ora appoggiato. Ricercato per essere sottoposto al giudizio di un tribunale internazionale per crimini contro l'umanità, nell'aprile del 1998 fonti cambogiane diedero notizia della sua morte, avvenuta in una località della giungla ai confini con la Thailandia, dove Pol Pot era tenuto prigioniero dai suoi ex seguaci.
Khmer Rossi Movimento rivoluzionario fondato in Cambogia nel 1963 da Pol Pot, inizialmente in opposizione al governo del principe regnante Norodom Sihanouk. I contendenti si allearono nel 1970, quando un colpo di stato portò al potere il governo filostatunitense di Lon Nol. Deposto Lon Nol nel 1975, Pol Pot venne nominato primo ministro (1976), dando vita a un regime di terrore inteso a rifondare l'intera società cambogiana su base comunista e contadina: le popolazioni delle città furono deportate nelle campagne, furono abolite la moneta e la proprietà, vietata la libera circolazione delle persone, soppressa l'educazione scolastica, se non quella impartita nei "campi di rieducazione" dove circa quattro milioni di persone (il 25% della popolazione) persero la vita.
Il crescere dei contrasti con il vicino Vietnam riunito sfociò nell'invasione della Cambogia nel 1977 da parte delle forze vietnamite, con i khmer rossi costretti a rifugiarsi nella regione di confine con la Thailandia. Il ritiro degli occupanti dieci anni dopo non riportò la pace, poiché Pol Pot, rifiutando di riconoscere i governi di ricostruzione nazionale allora formatisi, continuò con i suoi uomini a praticare una guerriglia finalizzata alla piena riconquista del potere.
Nemmeno gli sforzi delle forze di pace statunitensi inviate in Cambogia per tentare un inserimento dei khmer nel sistema politico cambogiano in occasione delle elezioni del 1993 ebbero successo, e i guerriglieri continuarono a combattere il governo legittimo, mantenendo sotto il proprio controllo il 10% del territorio nazionale, sebbene a partire dal 1994 fossero avviate trattative per una pacificazione che culminarono con l'amnistia concessa dal re nel settembre del 1996. Vari gruppi khmer già nel corso del 1997 accettarono di uscire dalla clandestinità per prendere parte attiva alla realtà politica del paese, rinnegando l'autorità di Pol Pot.




V2-Day e Beppe Grillo a "L'Infedele" di Gad Lerner...

Oltre 40MILA persone hanno partecipato al V2-DAY organizzato da Beppe Grillo a Torino...in questo video la puntata dedicata a lui de "L'Infedele" di Gad Lerner! Il primo V-DAY era stato organizzato l'anno passato contro la "casta" dei Politici, oggi viene presa di mira la "casta" dei giornalisti e dell'informazione Italiana!!!

V2-DAY a Torino...oltre 40MILA persone per Beppe Grillo!

Torino - Nel giorno della festa della Liberazione, il comico genovese Beppe Grillo ha attirato decine di migliaia di persone in piazza a Torino e in altre città italiane per il suo secondo V-day, contro il sistema di informazione italiano.
Secondo stime degli organizzatori, oltre 45.000 persone hanno gremito nel pomeriggio piazza San Carlo a Torino, città simbolo della resistenza, dove Grillo ha parlato di giustizia, politica, basi Nato e attaccato la legge Gasparri sulle frequenze tv.
Le immagini della manifestazione, che si conclude alle 22, sono state trasmesse in diretta su Internet, dove il comico genovese ha la sua "base", dalla tv online C6 che nel primo pomeriggio segnalava 10.000 contatti simultanei.
"Non sono venuti giornalisti, non è venuta gente importante ... perché se vengono qua si giocano il posto di lavoro, ma non ci mancate", ha detto Grillo dal palco torinese.
Il comico ha trasmesso, tra gli altri, i messaggi di Adriano Celentano e del magistrato Luigi De Magistris.
In occasione dell'evento sono stati allestiti banchetti in tutta Italia per la raccolta di firme a sostegno dei referendum che il comico genovese ha depositato in Cassazione per l'abolizione dell'ordine dei giornalisti, dei finanziamenti pubblici all'editoria e della legge Gasparri.
A Milano, in largo Cairoli, anche il ministro uscente Antonio Di Pietro ha firmato i tre referendum promossi da Grillo e dai suoi gruppi, i Meetup.
"I giornalisti sono una casta privilegiata, i privilegi che hanno discendono dal potere politico per cui invece di esercitare una funzione di informazione, controllo e denuncia ne sono voce e cassa di risonanza", si legge in una nota diffusa dagli organizzatori.
La scelta di tenere la manifestazione -- battezzata V2-day -- nel giorno dell'anniversario della liberazione dal nazifascismo, dicono gli organizzatori, è stata fatta appositamente da Grillo per simboleggiare il bisogno di liberare l'informazione dai vincoli politici da cui è appesantita in Italia.
Anche il primo V-day, contro il sistema politico del paese, si era tenuto in una data simbolica: l'8 settembre, giorno della firma dell'armistizio fra l'Italia e gli Alleati.




Muammar Gheddafi...chi è l'uomo forte che governa la Libia da oltre 30 anni!

Mu‘ammar Abū Minyar al-Qadhdhāfī (arabo: معمر القذافي, Mu‘ammar al-Qadhdhāfī, meglio noto in Italia con la grafia Muammar Gheddafi; Sirte, settembre 1942) è un politico libico, di fatto il capo di Stato (con il titolo ufficiale di presidente) della Libia e la guida ideologica della rivoluzione (che alcuni descrivono come un colpo di Stato militare) che il 1° settembre 1969 portò alla caduta della monarchia del re Idris.
Nato in una famiglia islamica a Sirte quando allora faceva parte della provincia italiana di Misurata, all'età di sei anni perse due suoi cugini, uccisi da una granata italiana. Tra il 1956 e il 1961 frequentò la scuola coranica di Sirte, in cui conobbe le idee panarabe di Gamal Abd el-Nasser, cui aderì con entusiasmo. Nel 1968 si iscrisse all'Accademia Militare di Bengasi. Concluse il corso con molto successo e dopo un breve periodo di specializzazione in Gran Bretagna, fu nominato capitano dell'esercito all'età di 27 anni.
Insoddisfatto del governo guidato dal re Idris I, giudicato da Gheddafi e da numerosi ufficiali troppo servile nei confronti di U.S.A. e Francia, il 26 agosto del 1969 guidò una rivolta contro il sovrano, che portò l'1 settembre dello stesso anno alla proclamazione della Repubblica, guidata da un Consiglio del Comando della Rivoluzione composto da 12 militari di tendenze panarabe filo-nasseriane. Gheddafi, che nel frattempo era stato nominato colonnello, si mise a capo del Consiglio instaurando un regime autocratico in Libia.
Fece approvare dal Consiglio una nuova Costituzione, da lui definita araba, libera e democratica. In nome del nazionalismo arabo, egli nazionalizzò la maggior parte delle proprietà petrolifere straniere, espulse la comunità italiana residente nel paese e chiuse le basi militari statunitensi e britanniche, in special modo la base "Wheelus", rinominata "ʿOqba bin Nāfiʿ", dal nome del primo conquistatore musulmano delle aree nordafricane.
La politica della prima parte del governo Gheddafi può essere definita come una "terza via" tra comunismo e capitalismo nella quale egli cercò di coniugare i principi del panarabismo con quelli della socialdemocrazia. Espose, in maniera più organica, i suoi principi politici e filosofici nel Libro verde, pubblicato nel 1976. Il titolo prendeva spunto dal colore della bandiera libica, che infatti è completamente verde, e che richiama la religione mussulmana, dato che verde era il colore preferito di Maometto ed il colore del suo mantello.
Tra le riforme effettuate da Gheddafi in questo periodo, ricordiamo l'innalzamento del salario minimo, la possibilità per gli operai di partecipare alla gestione della loro azienda, la soppressione dell'alcool (di per sé già vietato come precetto islamico), la chiusura dei locali notturni, la restaurazione della Sharīʿa (la legge religiosa che deriva direttamente dal Corano e dalla Sunna). Inoltre, per cercare di ridurre al minimo le spese, egli rifiutò inizialmente il lusso, dormendo sempre (anche per motivi di sicurezza personale) in una base militare di Tripoli.
In politica estera, egli finanziò l'OLP di Yasser Arafat nella sua lotta contro Israele. Inoltre, propose spesso un'unione politica tra i tanti Stati islamici dell'Africa e, in particolare, caldeggiò un'unione politica con la Tunisia ai primi degli anni Settanta ma la risposta negativa del presidente tunisino Bourguiba fece tramontare questa ipotesi. Sempre in questo periodo, e per molti anni, Gheddafi fu uno dei pochi leader internazionali che continuarono a sostenere i dittatori Idi Amin Dada e Bokassa (quest'ultimo però soltanto nel periodo in cui si dichiarò islamico).
Dal 16 gennaio 1970 al 16 luglio 1972 fu anche, ad interim, primo ministro della Libia prima di lasciare il posto a ‘Abd al-Salām Jallūd. Nel 1977, grazie ai maggiori introiti derivanti dal petrolio, Gheddafi poté dotare la sua nazione di nuove strade, ospedali, acquedotti ed industrie. Sull'onda della popolarità, nel 1979 rinunciò a ogni carica politica, pur rimanendo l'indiscusso leader del paese con l'appellativo onorifico di "guida della rivoluzione".
Gheddafi ebbe una svolta politica negli anni Ottanta: la sua indole anti-israeliana e anti-americana lo portò a sostenere gruppi affini al terrorismo internazionale, quali per esempio l'irlandese IRA ed il palestinese Settembre Nero. Fu anche accusato dall'intelligence statunitense, ma egli si dichiarò sempre innocente, di aver organizzato degli attentati in Sicilia, Scozia e Francia. Divenuto il nemico numero uno degli Stati Uniti d'America, egli fu progressivamente emarginato dalla NATO. Inoltre, nel 1986, Gheddafi fu attaccato militarmente per volere del presidente statunitense Ronald Reagan: il massiccio bombardamento ferì mortalmente la figlia di Gheddafi, ma lasciò indenne il colonnello.
Il 21 dicembre del 1988 esplodeva un aereo passeggeri sopra la cittadina scozzese di Lockerbie: perirono 270 persone e prima dell'11 settembre 2001 è stato l'attacco terroristico più grave. L'ONU diede alla Libia la responsabilità di questo disastro aereo e chiese al governo di Tripoli l'arresto di due cittadini accusati di essere direttamente coinvolti nell'attentato. Al netto ed insindacabile rifiuto di Gheddafi, le Nazioni Unite approvarono la Risoluzione 748, che sanciva un pesante embargo economico contro la Libia, la cui economia era già in fase calante.
Recentemente Gheddafi ha cambiato registro per ciò che concerne la politica estera: condannò l'invasione dell'Iraq ai danni del Kuwait del 1990 e successivamente sostenne le trattative di pace tra Etiopia ed Eritrea. Quando anche Nelson Mandela fece appello alla "Comunità Internazionale", a fronte della disponibilità libica di far sottoporre a giudizio gli imputati libici della strage di Lockerbie, l'ONU decise di ritirare l'embargo alla Libia (primavera del 1999).
Nei primi anni del primo decennio del 2000, gli ultimi sviluppi della politica libica di Gheddafi hanno portato ad un riavvicinamento agli USA ed alle democrazie europee, con un parallelo allontanamento dall'integralismo islamico. Grazie a questi passi il presidente statunitense George W. Bush ha deciso di togliere la Libia dalla lista degli Stati Canaglia (in cui rimangono invece l'Iran, la Siria e la Corea del Nord) portando al ristabilimento di pieni rapporti diplomatici tra Libia e Stati Uniti.
In ogni caso, la Libia (chiamata per volere di Gheddafi Jamāhīriyya, neologismo coniato per l'occasione e forgiato a partire dal termine arabo "jamāhīr", che vuol dire "masse") non si può certo definire una democrazia nel senso occidentale, perché non sono ancora concesse tutte le libertà politiche (per esempio il multipartitismo) e perché vige ancora il culto della personalità di Gheddafi, che però si è molto attenuato nel corso degli anni malgrado il regime rimanga tendenzialmente dinastico.
Il figlio secondogenito del colonnello, ovvero Sayf al-Islam Gheddafi, è stato designato come erede alla presidenza nel 1995. Il terzo figlio maschio, Al-Sa'adi Gheddafi sembra invece avere altri interessi quali il calcio - (ha giocato anche in serie A con il Perugia, esordendo in un incontro contro la Juventus, ed attualmente milita sempre in serie A con la Sampdoria) - e la mondanità.
Ci sono 37 modi diversi (non tutti accettabili, malgrado le diversità dialettali tipiche dell'arabo parlato) di pronunciare o di scrivere il nome "Mu'ammar Gheddafi" che, in base alla grafia classica della lingua araba, è Mu‘ammar al-Qadhdhāfī. Tra queste varianti alcune non hanno alcuna legittimazione, specialmente quando il fonema qaf (che rende una pronuncia gutturale della lettera latina "kappa") viene inteso come una q italiana cui debba per forza seguire una vocale u. Senza pretesa di esaustività si ricordano:

Al-Gathafi, Muammar
al-Qadhafi, Muammar
Al Qathafi, Mu'ammar
Al Qathafi, Muammar
El Gaddafi, Moamar
El Kadhafi, Moammar
El Kazzafi, Moamer
El Qathafi, Mu'Ammar
Gadafi, Muammar
Gaddafi, Moamar
Gadhafi, Mo'ammar
Gathafi, Muammar
Ghadafi, Muammar
Ghaddafi, Muammar
Ghaddafy, Muammar
Gheddafi, Muammar
Gheddafi, Muhammar
Kadaffi, Momar
Kad'afi, Mu`amar al-
Kaddafi, Muamar
Kaddafi, Muammar
Kadhafi, Moammar
Kadhafi, Mouammar
Kazzafi, Moammar
Khadafy, Moammar
Khaddafi, Muammar
Moamar al-Gaddafi
Moamar el Gaddafi
Moamar El Kadhafi
Moamar Gaddafi
Moamer El Kazzafi
Mo'ammar el-Gadhafi
Moammar El Kadhafi
Mo'ammar Gadhafi
Moammar Kadhafi
Moammar Khadafy
Moammar Qudhafi
Mu`amar al-Kad'afi
Mu'amar al-Kadafi
Muamar Al-Kaddafi
Muamar Kaddafi
Muamer Gadafi
Muammar Al-Gathafi
Muammar al-Khaddafi
Mu'ammar al-Qadafi
Mu'ammar al-Qaddafi
Muammar al-Qadhafi
Mu'ammar al-Qadhdhafi
Mu`ammar al-Qadhdhāfī
Mu'ammar Al Qathafi
Muammar Al Qathafi
Muammar Gadafi
Muammar Gaddafi
Muammar Ghadafi
Muammar Ghaddafi
Muammar Ghaddafy
Muammar Gheddafi
Muammar Kaddafi
Muammar Khaddafi
Mu'ammar Qadafi
Muammar Qaddafi
Muammar Qadhafi
Mu'ammar Qadhdhafi
Muammar Quathafi
Mulazim Awwal Mu'ammar Muhammad Abu Minyar al-Qadhafi
Qadafi, Mu'ammar
Qadhafi, Muammar
Qadhdhāfī, Mu`ammar
Qathafi, Mu'Ammar el
Quathafi, Muammar
Qudhafi, Moammar


OPERE del LEADER:


Gheddafi Muhammar, Fuga all'inferno e altre storie, 2005, Manifestolibri
Gheddafi Muhammar, Il libro verde, 1975.




ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!