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venerdì 8 aprile 2022

Soviet Army Parade 67 Anniversary Of October Revolution (07-11-84) Unione Sovietica: 11 Novembre 1984 - 67esimo anniversario della Rivoluzione Russa del 1917


 Documento storico Originale della TV SOVIETICA datato 1984 
(67esimo anniversario Rivoluzione Russa)
 

La rivoluzione russa (in russo: Великая русская революция, Velíkaja rússkaja revoljúcija, "Grande rivoluzione russa") è stato un evento sociopolitico, avvenuto in Russia nel 1917, che portò al rovesciamento dell'Impero russo e alla formazione inizialmente della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa e, nel 1922, in seguito alla guerra civile russa, dell'Unione Sovietica; fu un tentativo di applicazione delle teorie sociali ed economiche di Karl Marx e Friedrich Engels.

All'inizio del 1917 l'Impero russo, che da tre anni combatteva nella prima guerra mondiale come membro della Triplice intesa, era stremato: le perdite ammontavano a più di sei milioni tra morti, feriti e prigionieri e tranne alcune vittorie sul fronte austriaco, ormai vanificate dagli eventi, la Russia aveva subìto una grave serie di sconfitte che avevano comportato la perdita della Polonia, di una parte di Paesi baltici e dell'Ucraina, portando così il fronte all'interno dei suoi stessi confini, mentre le condizioni del popolo si aggravavano fortemente.

Il regime zarista, chiuso a riccio nella difesa del principio dell'autocrazia, aveva ormai perso del tutto il contatto con la realtà della Russia, al punto che anche molti degli elementi conservatori delle classi tradizionalmente alleate del regime stavano prendendo coscienza che solo un'uscita di scena dello zar Nicola II avrebbe permesso loro di mantenere il controllo dello Stato. A Pietrogrado scoppiò la rivolta con la rivoluzione di febbraio e il 2 marzo (calendario giuliano) Duma e soviet di operai e soldati si accordarono per la deposizione dello zar, e l'istituzione di un governo provvisorio formato da cadetti, menscevichi e socialisti rivoluzionari.

Si formò il governo provvisorio di Georgij Evgen'evič L'vov, che indusse Nicola II ad abdicare. Mentre lo zar e la sua famiglia venivano arrestati, nel Paese si formarono due poteri: quello del governo provvisorio, e quello dei Soviet, formato da delegati eletti compresi i bolscevichi. Contemporaneamente si diffuse in tutto il paese il disfattismo nazionale, segno della crescente stanchezza verso la guerra. Il leader bolscevico Lenin, tornato dall'esilio sostenne la necessità di trasformare la rivoluzione borghese di febbraio in Rivoluzione Proletaria, guidata dai Soviet e che mirava alla instaurazione di una società comunista. Nell'ottobre i bolscevichi occuparono i punti nevralgici della capitale dando vita alla rivoluzione d'ottobre.

La vittoria dei bolscevichi portò al rovesciamento del Governo provvisorio russo e alla nascita della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, governata dal Consiglio dei commissari del popolo. Dal 1917 al 1921 esplose la guerra civile russa che avrebbe visto la vittoria dell'Armata Rossa (bolscevichi) sull'Armata Bianca (contro-rivoluzionari) e ciò portò nel 1922 all'istituzione dell'Unione Sovietica.

All'inizio del 1917, la Russia era un paese in preda ad una forte tensione sociale, causata dall'andamento della guerra.

Al fronte, infatti, le pesanti sconfitte, la perdita di milioni di uomini ed un sistema precario di rifornimenti avevano sostanzialmente depresso il morale dell'esercito, composto in gran parte da contadini che non desideravano null'altro se non tornare al proprio villaggio[6].

Oltre che per i soldati al fronte, le condizioni di vita erano difficili anche per la popolazione civile, in quanto la mobilitazione di grandi masse di contadini aveva drasticamente ridotto il numero di persone addette ai lavori agricoli e ciò aveva causato un crollo verticale della produzione cerealicola mentre nelle città, anche a causa dello stato disastroso in cui versava il sistema ferroviario, mancavano viveri e combustibile.

Le difficili situazioni economiche erano esacerbate dal collasso del potere esecutivo: con la partenza dello zar, Nicola II, che aveva l'obiettivo di condurre personalmente le campagne militari dal fronte, il governo, minato all'interno da continue lotte di potere, che avevano portato ad un continuo cambio di ministri, aveva perso ogni compattezza e la capacità di controllare il paese reale; ormai gran parte della gestione dei rifornimenti e della produzione era caduta sostanzialmente nelle mani di cooperative e sindacati[7].

Una prima scintilla fu l'anniversario della domenica di sangue del 1905, quando ancora una volta la polizia sparò sulla folla a San Pietroburgo, uccidendo diversi manifestanti[8]. Nonostante la riapertura della Duma, il 14 febbraio, dal 18 febbraio cominciarono scioperi nelle principali fabbriche della capitale Pietrogrado.

Nei giorni successivi al 23 febbraio venne proclamato uno sciopero generale, mentre le file dei manifestanti erano sempre più folte[9]. Nicola II sciolse la Duma ed ordinò di reprimere queste manifestazioni, opponendosi a qualsiasi concessione ai rivoltosi[10].

Arresto di alcuni poliziotti 
in abiti civili

Nei giorni seguenti la situazione precipitò: gran parte della guarnigione di Pietrogrado si unì agli scioperanti, distribuendo loro armi; la Duma, le cui sedute erano state sospese dallo zar, formò un comitato, che si riunì nel palazzo di Tauride, per cercare di costituire un governo maggiormente rappresentativo, mentre operai e soldati diedero vita al soviet[11]. Mentre a Pietrogrado i rivoltosi occupavano i principali luoghi di controllo, a Mosca scoppiò la rivolta, che portò in breve la città a cadere in mano agli insorti.

A questo punto la situazione era sostanzialmente decisa e compromessa per l'autocrazia: Nicola II fece un tentativo di concedere riforme, ma il 2 marzo il Comitato ed i soviet si accordarono per la deposizione dello zar e l'istituzione di un governo provvisorio, formato da rappresentanti dei cadetti, menscevichi e socialisti rivoluzionari, avente il seguente programma di governo: amnistia per i reati politici e religiosi; libertà di parola, di stampa, di associazione, di riunione e di sciopero; eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge senza limitazioni di condizione, di religione e di nazionalità; abolizione della polizia, sostituita dalla milizia popolare; convocazione di un'Assemblea costituente ed elezioni delle amministrazioni locali per voto universale, diretto, eguale e segreto; permanenza nella capitale delle guarnigioni rivoluzionarie; diritti civili garantiti ai militari compatibilmente con il servizio[12].

La notte successiva, Nicola II abdicò in favore del fratello, il granduca Michail, il quale, constatata l'impopolarità raggiunta dalla famiglia imperiale, rinunciò a salire sul trono, secondo un manifesto del governo provvisorio[13]. L'intera famiglia imperiale venne tratta in arresto, ponendo fine al regno della dinastia Romanov

I bolscevichi non avevano avuto un ruolo da protagonisti nella rivoluzione di febbraio; infatti, il partito, praticamente clandestino, benché avesse cinque rappresentanti alla Duma, era privo dei suoi dirigenti migliori, tutti rifugiati all'estero o prigionieri in Siberia. Anche nei soviet che si andavano ricostituendo in tutta la Russia, dopo l'esperienza del 1905, la maggioranza era quasi sempre costituita da menscevichi e socialisti rivoluzionari.

Non appena appreso dei fatti di febbraio, Lenin, capo del partito, che da alcuni anni si trovava in Svizzera, decise di tornare in Russia. Sia la Francia che il Regno Unito rifiutarono di concedergli il visto di transito per raggiungere la Svezia e di lì, attraverso la Finlandia, San Pietroburgo (Russia). Le potenze dell'Intesa sapevano infatti che uno degli obiettivi dei bolscevichi era l'immediata apertura di trattative con la Germania per giungere alla pace, mentre era loro interesse che la Russia continuasse ad impegnare sul fronte orientale parte dell'esercito tedesco.

Per gli stessi motivi la Germania concesse invece il permesso di transito. Lenin era perfettamente conscio che il tornare in patria attraverso la Germania lo avrebbe esposto all'accusa di essere un agente del nemico, ma, insieme a trenta altri esuli russi, decise comunque di tornare con il cosiddetto vagone piombato, ossia su una carrozza ferroviaria che aveva tre porte su quattro sigillate e il divieto di avere qualsiasi contatto con l'esterno.

Il 3 aprile Lenin arrivò alla stazione di Pietrogrado: ad attenderlo vi era una folla enorme, a riprova della rilevanza che le tesi dei bolscevichi cominciavano ad avere all'interno del movimento rivoluzionario. 

La rivoluzione d'ottobre è la fase finale e decisiva della Rivoluzione russa iniziata in Russia nel febbraio 1917 del calendario giuliano, che segnò dapprima il crollo dell'Impero russo e poi l'instaurazione della Russia sovietica.

Dopo il rovesciamento della monarchia, per alcuni mesi la Russia fu sconvolta da conflitti tra i partiti politici e dalla crescente disgregazione militare ed economica, e il Partito Operaio Socialdemocratico Russo (bolscevico) guidato da Lenin e Lev Trockij decise l'azione armata contro il debole governo provvisorio di Aleksandr Fëdorovič Kerenskij per assumere tutto il potere a nome dei Soviet degli operai, dei soldati e dei contadini.

L'insurrezione, avviata nella notte tra il 6 e il 7 novembre dell'odierno calendario gregoriano (24 e 25 ottobre del calendario giuliano) 1917 a Pietrogrado, si concluse con successo; i bolscevichi formarono un governo rivoluzionario presieduto da Lenin e furono in grado di estendere progressivamente il loro potere su gran parte dei territori del vecchio Impero zarista. La reazione armata delle forze controrivoluzionarie e l'intervento delle potenze straniere provocò l'inizio di una cruenta guerra civile che si concluse con la vittoria bolscevica tra il 1921 e il 1922.

La Rivoluzione d'ottobre diede quindi inizio alla difficile e contrastata costruzione del primo stato socialista della storia e segnò in modo determinante tutto il ventesimo secolo; l'esperimento di socialismo ugualitario e di comunismo nella tradizione teorica di Karl Marx e Lenin, in contrapposizione al modello di sviluppo sociale ed economico capitalistico, si è concluso con la dissoluzione dell'Unione Sovietica nel 1991 e il ritorno del capitalismo negli stati successori dello stato sovietico[1]

Fin da settembre Lenin e Trockij ritenevano indispensabile non perdere l'occasione rivoluzionaria che si era venuta a creare e insistettero per la sollevazione armata. Già decisa in linea teorica dal VI Congresso del partito a luglio, essa fu deliberata in concreto il 10 ottobre (23 del calendario gregoriano) dal Comitato centrale, con una votazione di 10 a 2 e con la ferma contrarietà di Lev Kamenev e Grigorij Zinov'ev.[16][17] La posizione di questi ultimi si fondava su una scarsa fiducia nella possibilità del successo e sul timore che tale azione avrebbe compromesso l'intera rivoluzione; essi ritenevano pertanto più opportuna una lunga opposizione nei Soviet e nella futura Assemblea costituente. La maggioranza replicava invece che le masse stesse si sarebbero rivolte contro i bolscevichi se questi avessero temporeggiato, e allo stesso tempo esprimevano la convinzione che la rivoluzione si sarebbe estesa a livello europeo garantendo il necessario sostegno all'insurrezione in Russia.[18]

Il 24 ottobre del calendario giuliano, mentre a Pietrogrado arrivavano i delegati del II Congresso dei Soviet, si attivarono i soldati, gli operai, che a differenza di febbraio erano armati e costituivano le cosiddette "Guardie rosse", i marinai della Flotta del Baltico.[19] Tra la notte seguente e il mattino del giorno 25[20] vennero occupati i punti chiave della città,[21][22] e fu conseguito un agevole successo militare.[19] Alle ore 10 Lenin, che con Trockij aveva avuto il ruolo principale nella direzione degli eventi, poté proclamare il rovesciamento del Governo e il passaggio del potere al Comitato militare rivoluzionario,[19] che due settimane prima era stato costituito in seno al Soviet di Pietrogrado per coordinare l'azione delle guarnigioni.[23] La sera gli insorti occuparono il Palazzo d'Inverno e arrestarono i ministri, mentre Kerenskij era già riuscito a lasciare la città.[24]

Lenin

Contemporaneamente si insediò presso l'Istituto Smol'nyj il Congresso dei Soviet, cui fu formalmente consegnato il potere conquistato con la rivoluzione. L'assemblea, dove siedevano 338 delegati bolscevichi su 648 complessivi, ratificò l'acquisizione del potere con una maggioranza dei tre quarti dei voti e fu così instaurato il nuovo Stato sovietico.[24] I lavori del Congresso furono abbandonati dalla maggioranza dei menscevichi e dei socialrivoluzionari, che tuttavia subirono la scissione della propria ala sinistra; essa continuò a partecipare ai lavori e vide propri rappresentanti entrare a far parte del nuovo Comitato esecutivo centrale panrusso, presieduto prima da Kamenev e poi da Sverdlov, ma non del Consiglio dei commissari del popolo (Sovnarkom), eletto la sera del 26 ottobre e composto di soli bolscevichi[25] guidati da Lenin.[26] Lo stesso giorno il Congresso aveva promulgato il decreto sulla terra e quello sulla pace:[27] il primo proclamava la confisca delle terre dei possidenti e la loro consegna ai comitati locali per la loro redistribuzione tra i contadini, mentre il secondo costituiva un appello a tutti i popoli belligeranti per una pace senza annessioni né indennità.[28]

La Rivoluzione si estese subito dopo a gran parte dei territori dell'ex Impero russo: i bolscevichi presero il controllo della maggioranza delle città della Russia europea in modo pacifico, mentre in alcune zone si ebbero accesi scontri con gli oppositori durati alcuni giorni, come a Mosca, o mesi, come in aree periferiche o in quelle abitate da minoranze nazionali quali i Cosacchi del Don e quelli del Kuban'.[29][30]

Fra i primi provvedimenti del nuovo governo ci furono la distribuzione della terra ai contadini, le restrizioni al commercio, il controllo operaio sulle industrie durato circa sei mesi, l'istituzione della Čeka e dei tribunali rivoluzionari[31]. Nei mesi successivi venne introdotto l'obbligo della consegna dei raccolti alle autorità, che determinò numerose rivolte[32]. La mancata estensione della rivoluzione ai Paesi europei complicò le trattative per l'uscita dalla guerra, che si conclusero nel marzo 1918 con la sottoscrizione della Pace di Brest-Litovsk con la Germania.[33][34] Le condizioni sfavorevoli a cui era stata costretta la Russia causarono l'abbandono del governo da parte dei socialrivoluzionari di sinistra,[35] che erano entrati a far parte del Sovnarkom in dicembre.[36][37]

In estate, mentre veniva ratificata dal V Congresso panrusso dei Soviet la Costituzione della RSFS Russa,[38] si ebbe proprio per mano dei socialrivoluzionari una serie di attentati terroristici, in uno dei quali venne gravemente ferito Lenin, cui il governo rispose con la proclamazione del cosiddetto "Terrore rosso"[39][40] e l'uccisione di un numero considerevole di oppositori politici di destra e di sinistra.[41] Intanto, con l'intervento delle potenze straniere in supporto delle realtà che internamente si opponevano al potere sovietico, già dalla primavera si era riacceso lo scontro militare.[42][43]

Mentre iniziava a divampare la guerra civile, che avrebbe provocato un grandissimo numero di morti, i bolscevichi vararono una serie di misure sociali ed economiche, come la nazionalizzazione su larga scala dell'industria e le requisizioni di grano dalle campagne, che sarebbero state definite "comunismo di guerra".[44][45] Fra il 1920 e il 1921, quando l'Armata Bianca veniva definitivamente sopravanzata, si concludeva la Guerra sovietico-polacca e venivano recuperate dai bolscevichi vaste zone dell'Asia Centrale, dell'Estremo Oriente e del Caucaso,[46] il Paese fu investito da una drammatica crisi economica e da gravi carestie che causarono circa 5 milioni di morti[47] e determinarono una serie di rivolte contro le politiche del comunismo di guerra;[48] tra queste, assunsero particolare rilievo quella della provincia di Tambov, dove per tutto il 1921 l'Armata Rossa fronteggiò migliaia di insorti, e quella di Kronštadt.[49]

Tale situazione portò, a partire dal 1921, alla revoca del comunismo di guerra e al lancio della Nuova Politica Economica (NEP), che avrebbe garantito il superamento della crisi e l'allentamento della tensione sociale.[50] Inoltre, il pericolo che il proletariato, provato dai grandi sforzi degli anni precedenti, soccombesse di fronte al ritorno delle forze capitaliste portò alla messa al bando delle altre organizzazioni politiche e al divieto di frazionismo nel partito bolscevico,[51][52] che limitò quella che fino ad allora era stata una vita interna intensamente democratica.[53][54]

In questo contesto vennero condotte le trattative per l'unificazione delle Repubbliche sovietiche Russa, Ucraina, Bielorussa e Transacaucasica e la creazione dell'Unione Sovietica, che venne ratificata il 30 dicembre 1922 dall'assemblea del I Congresso dei Soviet dell'URSS, riunitosi a Mosca.[55]

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_russa e https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_d%27ottobre

 

 

 

venerdì 11 gennaio 2019

중국에서의 35 번째 생일에 김정일의 공식 방문 - LA SECONDA VISITA UFFÎCIALE DI KIM JONG UN IN CINA DA XI JINPING: Kim Jong-Un in Cina per il suo 35° compleanno, così il leader resta vicino a Pechino mentre tratta con Trump e Seul...

Kim Jong Un:
Dopo la visita in Cina presto nuovo summit con Trump.
E promette buoni risultati...
 
베이징 - (중국) - 김정은의 약속은 미국 대통령이 도널드 트럼프와 두 번째 정상 회담에서 잘 칠 : 새로운 중국 기관 중국 대통령 시진핑과 베이징에서 북한의 지도자 참조, 보도했다. 이는 한반도 문제 해결을위한 정치적 합의에 대한 건설적인 역할을 보장함으로써 새로운 김 트럼프 회담을 전적으로지지했다. . 올해 회의의 시작 부분에 : 김, 비핵화에 대한 의지를 재확인했다 "김정은의 방문을 중국 신호에"미국 대통령이 도널드 트럼프와 북한 지도자의 곧 두 번째 정상 회담을 "국가 텔레비전 CCTV를 추가 한국의 대통령은 문재인는 얼굴을 맞대고은 "평화를 통합."희망 달이 공동 경제 프로젝트를 시작하는 환영 수락 김의 제안을 제재로 미국과에 "잔류 문제", 작동합니다 . 북한에 의해 정의 된대로 "완전한 비핵화"의 채택 요구, 국제 표준과 일치한다 "대담한 조치를."중국어 대통령 문재인은 북한 지도자 김정은의 초대를 수락했습니다 평양 여행 :. 더지지를 표명 두 화요일 또는 수요일 사이 중 하나를 사이에 자신의 모임에 대해 공식 통신사 조선 중앙 통신을보고 있기 때문에의 "정당한 우려에 대한 응답의 관계와 미국과의 협상, 북한 ".

Pyongyang, January 8, 2019 (KCNA) --- Kim Jong Un, chairman of the Workers' Party of Korea and chairman of the State Affairs Commission of the Democratic People's Republic of Korea, is to visit China on Jan. 7-10, Juche 108 (2019) at the invitation of Xi Jinping, general secretary of the Central Committee of the Communist Party of China and president of the People's Republic of China.
Supreme Leader of the Party, state and army Kim Jong Un left Pyongyang with his wife Ri Sol Ju on Monday afternoon to visit the PRC.
He was accompanied by Kim Yong Chol, Ri Su Yong, Pak Thae Song, Ri Yong Ho, No Kwang Chol and other leading officials of the Party, government and armed forces organs.
He was warmly seen off by leading officials of the Party, government and armed forces organs at the railway station.
He said good-bye to the officials before boarding the private train.
The officials warmly saw Kim Jong Un off, wholeheartedly wishing him good successes in his visit to China and a safe trip. - 0 - (2019.01.08)

평양, 2019 년 1 월 8 일 (KCNA) --- 김정은 한국 노동당 위원장과 조선 민주주의 인민 공화국 국무위원회 위원장이 1 월 7 일부터 10 일까지 중국을 방문한다. 주체 108 (2019)는 중국 공산당 중앙위원회 사무 총장이자 중화 인민 공화국 화해 총서기 인 중진 (中 Republic 中國) 총통의 서진평 청장의 초청으로 열렸다. 김정은 당 최고위 당원은 김 위원장이 월요일 오후 아내 리 솔 주 (Richard Sol Ju)와 함께 평양을 떠나 중화 인민 공화국을 방문했다. 그는 김용철, 리수용, 박 박상, 리용호, 노광철 등 당, 정부, 군대의 주요 관리들과 동행했다. 그는 철도역의 당, 정부 및 군대 기관의 관리들을 이끌고 따뜻하게 보았다. 그는 개인 열차에 탑승하기 전에 공무원에게 작별 인사를했다. 당국자들은 김정일 국방 장관을 따뜻하게 보았고, 중국 방문과 안전한 여행에 대한 좋은 성공을 기원했다. - 0 - (2019.01.08)
 
PECHINO - (CINA) - Kim Jong-un promette di centrare buoni risultati al secondo summit con il presidente Usa Donald Trump: lo riporta l'agenzia Nuova Cina, riferendo i colloquia vuti dal leader nordcoreano a Pechino con il presidente cinese Xi Jinping. Che, da parte sua, ha espresso pieno supporto al nuovo incontro Kim-Trump assicurando un ruolo "costruttivo per un accordo sul processo politico di soluzione delle questioni della penisola coreana". Kim, ha aggiunto la tv statale Cctv, ha riaffermato l'impegno per la denuclearizzazione". La visita di Kim Jong-un in Cina segnala "l'imminente secondo summit" del leader nordcoreano col presidente Usa Donald Trump: nella conferenza di inizio anno, il presidente sudcoreano Moon Jae-in auspica che il faccia a faccia "consolidi la pace". Moon lavorerà ai "residui problemi" con gli Usa, come le sanzioni, accettando con favore l'offerta di Kim di far partire i comuni progetti economici. La "denuclearizzazione completa", come definita dal Nord, è in linea con gli standard internazionali, richiedendo l'adozione di misure "coraggiose". Il presidente cinese Moon Jae-in ha accettato l'invito del leader nordcoreano Kim Jong-un di recarsi a Pyongyang: lo riporta l'agenzia ufficiale Kcna, in merito agli incontri avuti tra i due sia martedì sia mercoledì. Xi ha espresso in più sostegno, quanto ai rapporti e ai negoziati con gli Usa, a una risposta alle "legittime preoccupazioni del Nord".
 

La Rivoluzione cubana compie 60 anni e non li dimostra!!! (1959 - 2019) Da Fidel Castro a Miguel Díaz-Canel

Ernesto Che Guevara, La Rivoluzione Cubana: 1959
LA RIVOLUZIONE CUBANA - GENNAIO 1959
 
Il primo gennaio del 1959 segna la vittoria, con la fuga a Santo Domingo del dittatore “fantoccio” degli Usa Fulgenzio Batista, di una rivoluzione che ha cambiato più di quanto si possa pensare la storia del mondo.
Una rivoluzione pensata, organizzata e portata a termine da un gruppo di rivoluzionari di grande spessore politico, culturale ed ideale, con il sostegno del popolo cubano, che prosegue il suo processo anche nel secolo che si è appena aperto.
Fidel e Raul Castro, Ernesto Guevara, Camilo Cienfuegos sono i punti di riferimento fondamentali di questa rivoluzione. Una rivoluzione che ha parlato anche italiano grazie alla presenza nella spedizione del Granma del nostro carissimo e fraterno compagno Gino Donè, che purtroppo ci ha da poco lasciato.
Ma se parlassimo della rivoluzione cubana sono da un punto di vista storico o per pura commemorazione commetteremmo un errore politico e di analisi.
Infatti, Cuba parla a noi uomini e donne contemporanei; ci parla della lotta contro quello sfruttamento capitalistico che oggi più di ieri è presente. Ci parla della lotta di classe che, purtroppo, in occidente la fanno solo i padroni e non più le classi lavoratrici.
Fidel Castro aveva predetto da tempo, con lucidità, che il sistema finanziario speculativo sarebbe imploso causando una crisi di proporzioni gigantesche.
Cuba ci dimostra, e questa è la sua colpa più grande agli occhi degli USA e dei suoi accoliti, che si può costruire il socialismo e che senza un giusto equilibrio fra uguaglianza e libertà non può pienamente sostanziarsi la democrazia.
Cuba con il suo esempio e la sua azione è riuscita a dare anche un fondamentale contributo alla nuova stagione rivoluzionaria e progressista dell’America Latina di questi anni.
Senza Cuba il Foro di San Paolo, che nacque nel 1990 quando nel mondo, specie in Europa, terminavano gran parte delle esperienze dei partiti comunisti ed operai dopo la caduta del Muro di Berlino, difficilmente si sarebbe consolidato. In quel Foro si riunivano, e si riuniscono tuttora, i partiti e movimenti della sinistra latinoamericana (dai cattolici della Teologia della Liberazione ai settori rivoluzionari) che con grande umiltà e capacità politica cominciavano a riprendere il cammino della rivincita e della speranza di costruire un mondo dove il socialismo potesse essere di nuovo una delle stelle polari per i popoli della terra.
In quell’anno la sola Cuba aveva un governo rivoluzionario mentre il resto del continente era sotto il tallone di ferro degli Stati Uniti attraverso governi militari, reazionari e dittature feroci. Oggi a distanza di 18 anni si parla di rinascimento latinoamericano.
La capacità unitaria di Cuba, unitamente al PT di Lula, al PCdoB, ai Venezuelani, ai Nicaraguensi ecc. ha permesso che oggi il latino-America sia il continente dove la realizzazione del socialismo, senza gli errori tragici del passato, è ben più che una speranza.
Lo si sta costruendo, al di là di differenze e contraddizioni, in una realtà plurale e articolata, ma sempre più concreta. Ogni paese applica le sue regole politiche, ma tutti sanno che il nemico da battere è l’imperialismo statunitense.
Sotto questo aspetto tutti sono uniti e tutti lottano, secondo le proprie necessità, i rapporti di forza politici, per rendere i loro paesi e il continente latinoamericano autonomo e indipendente dagli interessi Usa.
Perfettamente il contrario di ciò che avviene in Europa!
Parlare dell’esperienza rivoluzionaria cubana vuol dire parlare del suo percorso, ma anche dei suoi errori, delle sue rettifiche ma sempre avendo ben presente l’idea che tutto è stato fatto per migliorare le condizioni di vita del popolo cubano e per la solidarietà con i popoli del mondo.
Quella cubana è stata una Rivoluzione vera, realizzata dal popolo cubano e che vive attraverso il suo consenso, perché senza di questo sarebbe stato impossibile per la Rivoluzione resistere al disfacimento, senza nessun onore, dell’URSS e dei suoi stati satelliti.
L’Unione Sovietica, è utile ricordarlo, è svanita nel nulla dopo che un ubriacone come Eltsin guidò un golpe farsa e con i milioni di iscritti del PCUS che si erano da tempo volatilizzati e la Romania di Ceausescu scomparve in meno di una notte malgrado un apparato, quello sì, repressivo molto forte.
Con quel cataclisma e gli Usa a poche miglia, che si facevano sempre più arroganti, come poteva resistere una repubblica socialista di una piccola isola senza petrolio, senza risorse e che improvvisamente perdeva l’86% dei suoi
traffici commerciali che aveva con gli stati socialisti e con un blocco che dopo il 1991 fu violentemente inasprito con la legge Torricelli prima e poi la Helms Burton?
Cuba ha resistito perché i cubani sanno che se crolla la rivoluzione le multinazionali torneranno a fare ciò che vogliono del loro paese e delle loro vite; sanno che le conquiste della rivoluzione in settori fondamentali come
la sanità, l’istruzione, la scienza li pongono al di sopra degli abitanti dei paesi del terzo mondo di cui Cuba fa parte, ma che le loro condizioni di vita non sono minimamente paragonabili a questi paesi, anzi in alcuni settori, come la sanità, hanno standard da paesi europei.
I cubani conoscono perfettamente la triste condizione dei popoli latinoamericani che nel corso dei decenni hanno abbracciato le teorie
del FMI e della Banca Mondiale, e che oggi vivono nella miseria, nella disperazione senza un futuro degno di questo nome per i propri figli.
I cubani sanno questo e sanno che ogni popolo ha il diritto inalienabile di scegliere la propria strada alla democrazia e al soddisfacimento dei propri bisogni. Essi non dimenticano la loro storia ma anzi facendone tesoro, hanno deciso, ad esempio, che il loro sistema elettorale e la loro idea di democrazia non deve essere quella borghese applicata in Europa e negli Usa.
Ma non per questo la partecipazione democratica e popolare ai processi decisionali è inferiore alla nostra, anzi è ben superiore alla nostra tanto per essere chiari e per capirlo basterebbe guardare a Cuba senza pregiudizi o lenti ideologiche avverse a quel sistema politico.
I cubani caparbiamente difendono questo principio sancito dalle Nazioni Unite e la loro indipendenza dagli Usa, dei quali conoscono bene metodi e sistemi colonialistici e imperialistici di sfruttamento.
A Cuba, piaccia o no agli Usa e ai nostri politicanti, i diritti umani sono garantiti, non esistono desaparecidos e tutti debbono osservare le leggi della Repubblica. I bambini cubani non sniffano colla e non sono costretti a vivere per strada prostituendosi e diventando delinquenti. E non sono assassinati dagli squadroni della morte. Essi possono godersi la propria infanzia, quel diritto umano inalienabile e fra i più violati nel mondo, mentre a Cuba è garantito e protetto.
Ovviamente come in tutti i paesi del mondo ci sono cose che non vanno anche a Cuba. Il governo di Raul Castro ci sta lavorando e molto altro dovrà essere fatto. Ma la odiosa e falsa propaganda che i media italiani diffondono, alcuni probabilmente perché hanno ricevuto una parte di quei 36 milioni di dollari che il governo Usa ha stanziato per diffondere le “verità di Washington” in Europa, e dunque anche in Italia, è davvero oltre ogni limite.
Fonte: http://www.granma.cu/

mercoledì 19 dicembre 2018

北京(中國) - 2018年12月18日 - 中國國家主席習近平承諾“一個新的奇蹟,甚至更大,這將留下深刻印象的世界”:紀念40年改革開放的“奇蹟”的基礎有用解除擺脫貧困7.4億人,並把北京第二大經濟體的作用,習近平說,“5000年的文明,”沒有人能告訴中國,他們應該或不應該做的事情。“下一步的改革開放,不為” 。“沒有人是在一個位置,迫使中國人應該怎樣或什麼不應該做的”霸道“和”在其他國家或我們的步驟放棄“為代價的增長現在,他在慶典過程中添加習近平 - 下降而北京面臨挑戰的外交和貿易從美國王牌 - “我們必須堅決改革有什麼可以而且必須改變,我們必須堅決不改革有什麼不可以,不應該改變。”中國不CER習說,霸權及其發展“不會對他人構成威脅”。中國“將在犧牲別人追求的”從未自己的發展,“他在一個專門為亞洲,歐洲和非洲,皮帶道,這是他在2013年推出之間的基礎設施連接的主動通道放心羲和”不會放棄從來沒有其合法權益“。 “無論中國發展多少,我們都永遠不會尋求霸權,”他補充說。 - Il Presidente Cinese Xi Jinping promette "un nuovo miracolo, persino più grande, che impressionerà il mondo!"

XI JINPING - PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA POPOLARE CINESE E DEL
PARTITO COMUNISTA CINESE (PCC)
 
PECHINO (CINA) - 18 Dicembre 2018 - Il presidente cinese Xi Jinping promette "un nuovo miracolo, persino più grande, che impressionerà il mondo": commemorando i 40 anni d'apertura e riforme alla base del "miracolo" utile a sollevare dalla povertà 740 milioni di persone e portare Pechino al ruolo di seconda economia mondiale, Xi ha ricordato che "con una civilizzazione di oltre 5.000 anni "nessuno può dire alla Cina quello che deve o non deve fare". Avanti con apertura e riforme, no a "egemonia" e a "crescita a spese di altre nazioni o rinuncia al nostro passo". "Nessuno è nella posizione di imporre al popolo cinese cosa dovrebbe o cosa non dovrebbe fare". Ora, ha aggiunto Xi Jinping durante le celebrazioni - che cadono mentre Pechino fronteggia la sfida diplomatica e sul commercio da parte degli Usa di Trump - "dobbiamo risolutamente riformare quello che deve e può essere cambiato, e risolutamente non dobbiamo riformare quanto non può e non deve essere cambiato". La Cina non cerca l'egemonia, e il suo sviluppo "non pone minacce ad altri" ha detto Xi. La Cina "non perseguira' mai il proprio sviluppo a scapito di altri", ha assicurato Xi in un passaggio dedicato all'iniziativa di connessione infrastrutturale tra Asia, Europa e Africa, Belt and Road, da lui lanciata nel 2013, e "non rinuncerà mai ai suoi diritti e interessi legittimi". "Non importa quanto la Cina si sviluppi, non cercheremo mai l'egemonia", ha aggiunto.
 
 
Xi Jinping  _  (習近平T, 习近平S, Xí JìnpíngP; Pechino, 15 giugno 1953) è un politico cinese, Segretario generale del Partito Comunista Cinese dal 15 novembre 2012 e Presidente della Repubblica popolare cinese dal 14 marzo 2013.  La sua nomina a segretario avvenne al termine del XVIII Congresso del partito comunista del 2012. In tale occasione venne anche eletto capo della Commissione militare centrale del Partito Comunista Cinese.  Fa parte del gruppo dei Taizi, ovvero dei "principi rossi", che riunisce i figli e i nipoti dei protagonisti della "Lunga Marcia" e della vittoria del 1949, politicamente in una posizione mediana rispetto al Tuanpai, il gruppo degli ex giovani comunisti, e al gruppo di Shanghai, influenzato da posizioni liberiste. Il 15 novembre 2012 al termine del XVIII Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese Xi Jinping è stato eletto segretario generale del Partito Comunista Cinese. Nello stesso giorno è stato nominato anche capo della Commissione militare centrale. Si tratta delle due cariche più importanti all'interno del Partito Comunista Cinese, in precedenza detenute dal segretario uscente Hu Jintao. Il fatto che Xi Jinping abbia assunto in quest'occasione entrambi gli incarichi viene interpretato come un segno della compiuta transizione dalla vecchia alla nuova leadership. Il 14 marzo 2013, secondo una consuetudine che prevede che il segretario generale acceda alla massima carica istituzionale dello stato, Xi Jinping è stato eletto presidente della Repubblica dall'Assemblea nazionale del popolo, riunitasi per l'elezione del nuovo governo della repubblica. Xi e gli ideologi del partito hanno coniato l'espressione "Sogno Cinese" per descrivere il piano generale del leader per il futuro della Cina. Dal 2013 la frase è emersa a simbolo di una ideologia quasi ufficiale del partito. L'espressione prende probabilmente ispirazione dal concetto di Sogno Americano. The Economist ha notato come la natura astratta e apparentemente aperta del concetto, che non prescrive nessuna precisa politica, sia un cambiamento volontario rispetto al gergo altamente ideologico dei suoi predecessori. Sebbene il Sogno Cinese sia stato inizialmente interpretato come analogo al Sogno Americano (che enfatizza l'auto miglioramento e le opportunità individuali), l'uso dello slogan in contesti ufficiali dal 2013 ha assunto un carattere più nazionalista: la parola "Sogno" è stata costantemente collegata alla frase "la grande resurrezione della Nazione Cinese". Le implicazioni politiche del "Sogno Cinese" rimangono non chiare. Xi ha usato per la prima volta l'espressione durante un'importante visita al Museo nazionale della Cina, il 29 novembre 2012, in occasione di un'esibizione sulla "resurrezione nazionale". Da allora l'espressione è diventata lo slogan politico simbolo dell'era Xi. Xi Jinping ha affermato, l’8 giugno 2013, durante il suo incontro con il presidente americano Barack Obama, che il sogno cinese significa la prosperità del paese, la ripresa della nazione e la felicità del popolo. Ed è anche il sogno di cooperazione, di sviluppo, di pace e di win-win. Il sogno cinese è simile a quello americano, ed a quello del popolo di tutto il mondo, ossia, la ricerca alla felicità. Il 18 settembre 2017 i media di stato cinesi hanno annunciato che il Comitato centrale del Partito Comunista Cinese aveva deciso che la filosofia politica di Xi, comunemente chiamata "il pensiero di Xi Jinping" dai media occidentali, sarebbe entrata nella costituzione cinese. Xi ha parlato per la prima volta dei suoi "Pensieri sul Socialismo con Caratteristiche Cinesi per una Nuova Era" nel discorso di apertura del diciannovesimo congresso del partito nell'ottobre 2017. Il Comitato permanente dell'ufficio politico del Partito Comunista Cinese ha aggiunto, nel suo commento al discorso, "di Xi Jinping" dopo "Pensieri". Xi stesso ha descritto il Pensiero come parte di un più ampio progetto di "Socialismo con caratteristiche cinesi" (un'espressione che si deve a Deng Xiaoping) che vede la Cina a uno "stadio primario di socialismo". Nei documenti ufficiali del partito e nelle dichiarazioni dei colleghi di Xi, il Pensiero è definito una continuazione del Marxismo-Leninismo, del Pensiero di Mao Tse Tung, della Teoria di Deng Xiaoping, delle "Tre rappresentanze" e della Prospettiva di Sviluppo Scientifico. L'insieme di queste dottrine rappresenta il "Marxismo adattato alle condizioni cinesi" e alla situazione contemporanea. Il 24 ottobre 2017, nella sua ultima sessione, il Diciannovesimo Congresso del Partito ha approvato l'incorporazione del Pensiero di Xi Jinping nella Costituzione del Partito Comunista Cinese. Fin dalla sua elezione Xi ha affermato ripetutamente la supremazia del Partito Comunista, riprendendo le parole di Deng Xiaoping secondo il quale riforme economiche efficaci possono avere luogo solo sotto la guida di un partito unico. Secondo Xi il Partito Comunista è l'unico partito legittimo e costituzionale e da esso deriva la legittimità della così detta "linea di massa": in altre parole il partito rappresenta gli interessi della grande maggioranza delle persone comuni. Xi ha mostrato di prediligere un potere politico fortemente centralizzato come mezzo per una ristrutturazione economica di larga scala. Xi crede che la Cina debba seguire "il proprio cammino" e che un governo forte e autoritario sia parte integrale del "modello cinese", basato su un "sistema di valori socialista" visto come in contrapposizione ai valori occidentali. Così come il partito deve controllare la vita politica dello stato, le autorità centrali del partito devono esercitare un controllo completo e diretto su tutte le attività del partito. Ciò nonostante Xi e i suoi seguaci riconoscono le sfide alla legittimità della guida comunista, in particolare la corruzione dei funzionari di partito. La risposta a queste sfide, secondo il programma di Xi, è duplice: da una parte rinforzare il partito dall'interno, imponendo una stretta disciplina e iniziando un'ampia campagna anti-corruzione; dall'altra l'organizzazione di campagne propagandistiche sulla "linea di massa" nello stile di Mao.  Le politiche di Xi sono state definite come "economicamente liberali ma politicamente conservatrici" da Cheng Li della Brookings Institution. Xi è sposato con Peng Liyuan, sua seconda moglie, dal 1987. Peng è una cantante di discreto successo, nonché membro dell'Esercito Popolare di Liberazione e deputata al Comitato nazionale della Conferenza politica consultiva del popolo. La loro vita impegnata li tiene frequentemente separati. La coppia ha una figlia di nome Xi Mingze, che ha studiato a Harvard sotto pseudonimo, onde evitare possibili favoritismi.
 


giovedì 13 settembre 2018

김정일 국방 위원장 축하드립니다. 김정은과 북한 주민들에게 평화, 사회 경제적 진보, 평화로운 삶을위한 축복을 전하는 위대한 지도자의 축하 !!! 1948 년 9 월 9 일 북한 인민 공화국에서 태어났다. ... 42 년 전 위대한 북한 공산당 탄생 ! - Congratulations to Chairman Kim Jong Il. Congratulations to Kim Jong Un and the great leader of peaceful, socio-economic progress and peaceful life for the North Korean people! He was born on September 9, 1948, in the People's Republic of North Korea. ... 42 years ago, the Great North Korean Communist Party was born! - La Corea del Nord ha festeggiato i suoi 70 anni! (1948 - 2018) - 시진핑 (중국) : 북한의 건국 기념일의 70 주년에 대한 축하의 메시지 ...

김정일 국방 위원장 축하드립니다. 김정은과 북한 주민들에게 평화, 사회 경제적 진보, 평화로운 삶을위한 축복을 전하는 위대한 지도자의 축하 !!! 1948 년 9 월 9 일 북한 인민 공화국에서 태어났다. ... 42 년 전 위대한 북한 공산당 탄생 !

김정일 국방 위원장 축하드립니다. 김정은과 북한 주민들에게 평화, 사회 경제적 진보, 평화로운 삶을위한 축복을 전하는 위대한 지도자의 축하 !!! 1948 년 9 월 9 일 북한 인민 공화국에서 태어났다. ... 42 년 전 위대한 북한 공산당 탄생 !
Congratulations to Chairman Kim Jong Un. Congratulations to Kim Jong Un and the great leader of peaceful, socio-economic progress and peaceful life for the North Korean people! He was born on September 9, 1948, in the People's Republic of North Korea. ... 42 years ago, the Great North Korean Communist Party was born!
 
9 Settembre 2018 (Pyongyang) - La parata è stata caratterizzata da molte unità dell’Esercito che a passo d’oca e perfettamente sincronizzate hanno lasciato la piazza ai gruppi civili, agli infermieri, agli studenti e ai lavoratori edili.
Alla fine della parata di due ore, Kim Jong Un ha alzato il braccio dell’inviato speciale cinese, Li Zhanshu, che è anche il terzo membro del Partito Comunista Cinese, in segno di ritrovata sintonia dell’antica amicizia tra i due popoli, anche se l’assenza del presidente cinese Xi Jinping potrebbe indicare che Pechino ha ancora qualche riserva sulle iniziative di Kim.
 di quest’anno sono state l’assenza dei missili balistici di ultima generazione e il tono, relativamente più soft, usato da Kim Yong Nam, capo del parlamento della Corea del Nord, nel suo discorso di apertura, in cui ha sottolineato gli obiettivi economici del regime, non la sua potenza nucleare, anzi ha invitato i militari a lavorare per costruire l’economia del Paese.
L’assenza di missili balistici a lungo raggio e intercontinentali, che lo scorso anno hanno infastidito il Presidente Trump, culminato con una raffica di insulti reciproci, è stata una scelta importante tesa ad allentare le tensioni tra i due Paesi. 
Nonostante il summit di Singapore, il dialogo sembra attraversare una fase di stallo. Il presidente Donald Trump, ha fatto sapere che Kim Jong Un gli ha inviato una lettera da cui si aspetta una risposta “positiva”. La lettera: è stata consegnata ieri al confine del 38esimo parallelo e recapitata a Mike Pompeo.
Domani Kim Jong Un incontrerà a Pyongyang il presidente della Corea del Sud Moon Jae-in per discutere di come muovere dal su accennato impasse sulle sue armi nucleari.

 
2018년 9월 9일 (평양) - 퍼레이드는 거위 단계에서 많은 육군 부대에 의해 표시되었다 완벽 시민 단체, 간호사, 학생 및 건설 노동자에 사각형을 왼쪽으로 동기화 된.
2 시간 끝에서, 김정일은 퍼레이드도, 두 사람 사이의 고대 우정의 새로 발견 된 조화의 기호에 중국 공산당의 세 번째 멤버 인 중국의 특사 암, 리 Zhanshu를 제기 사이진핑 (Xi Jinping) 중국 대통령의 부재로 인해 베이징이 여전히 김 위원장의 이니셔티브에 대해 일부 유보를하고 있음을 알 수있다.
 올해는 그가 경제 목표를 강조하는 그의 개회사에서 김영남 북한의 의회의 머리에 의해 사용되는 비교적 부드러운 탄도 미사일과 톤, 최신 세대의 부재있다 반대로 원자력 발전소는 국가 경제 건설을 위해 군대를 초청했다.
상호 모욕의 공세와 남중 대통령 트럼프 짜증 한 지난해 장거리 탄도 미사일과 대륙간 항공편의 부재는, 두 나라 사이의 긴장을 완화하기위한 중요한 결정이었다.
싱가포르 정상 회의에도 불구하고 대화는 교착 상태를 겪고있는 것으로 보입니다. 도널드 트럼프 (Donald Trump) 대통령은 김정은이 "긍정적 인"대답을 기대하는 편지를 김정은에게 보냈다고 말했다. 이 편지는 어제 38 번 국경에서 전달되어 마이크 폼페이 (Mike Pompey)에게 전달되었습니다.
내일 핵무기를 통해 언급 한 막 다른 골목에서 이동하는 방법을 논의하기 위해 평양에서 김정은, 한국 문재인 대통령을 만날 것입니다.
 
시진핑 (중국) : 북한의 건국 기념일의
70 주년에 대한 축하의 메시지
 
9 월 3, 일반 클릭당 비용 (CPC) 중앙위원회 비서와 중국 상태, 시진핑의 머리, 김정은, 국무원의 북한 조선 로동당의 사장 겸 회장의 축하의 메시지를 보냈습니다 북한 국경일 70 주년. 그의 메시지에서 시진핑은 조선 민주주의 인민 공화국의 건국 70 주년에 즈음하여, 중국 공산당, 중국 정부, 중국 사람들의 그 자신의 이름 대신에, 대통령에 따뜻한 축하와 진심으로 소원을 표현했다 사이핑은 북한 노동당, 북한 정부, 북한 주민들에게 북한을 통치하고 있으며, 조선 민주주의 인민 공화국 창립 이래 70 년 동안 북한 주민들은 혁명의 원인과 사회주의의 건설에서 뚜렷한 성공을 얻었다. 최근 몇 년 동안 북한 대통령은 북한 사회당의 원인을 새로운 역사적 국면으로 만들기 위해 일련의 긍정적 인 조치를 취하고 경제적 사회적 발전 측면에서 중요한 결과를 달성하면서 북한 당과 국민을 이끌었다. 무엇있는 중국의 대통령이 그가 말했다 것은 진심으로 felice.Xi 금평 중국과 북한이 좋은 이웃임을 강조했다. 전통적 양국 간 우호 관계는 양측 모두에게 공통적 인 부를 나타낸다. 당과 중국 정부는 친절한 협력 중국과 북한에 대한 높은 관심을 지불; 보안, 통합하고 중국 - 북한이 당과 중국 정부의 지속적인 오리엔테이션있는 최선의 방법으로 개발할 수 있습니다. 올해 시진핑은 우리가 더 양국 관계의 발전 방향을 명확히 할 수있는 북한의 대통령, 세 회담을했다. 시진핑은 양국 및 그 국민에게 더 큰 혜택을 가져다 함께 북한, 중국과 북한의 건강하고 안정적인 장기 발전의 대통령 홍보뿐만 아니라 지역의 평화와 안정을 촉진 할 것이다.

 
 
September 9, 2018 (Pyongyang) - The parade was characterized by many units of the Army which, in perfect synchronization, left the square to the civil groups, nurses, students and construction workers.At the end of the two-hour parade, Kim Jong Un raised the arm of the Chinese special envoy, Li Zhanshu, who is also the third member of the Chinese Communist Party, as a sign of a newfound understanding of the ancient friendship between the two peoples, even if the absence of Chinese President Xi Jinping could indicate that Beijing still has some reservations about Kim's initiatives.
 
this year was the absence of the latest generation ballistic missiles and the relatively softer tone used by Kim Yong Nam, head of the North Korean parliament, in his opening speech, in which he highlighted the economic objectives
of the regime, not its nuclear power; on the contrary, it invited the military to work to build the country's economy.The absence of long-range and intercontinental ballistic missiles, which last year annoyed President Trump, culminating with a flurry of mutual insults, was an important choice aimed at easing tensions between the two countries.Despite the Singapore summit, the dialogue seems to be going through a deadlock. President Donald Trump said that Kim Jong Un sent him a letter from which he expects a "positive" answer. The letter was delivered yesterday at the border of the 38th parallel and delivered to Mike Pompey.Tomorrow Kim Jong Un will meet with South Korea's president Moon Jae-in in Pyongyang to discuss how to move from the aforementioned impasse on his nuclear weapons.
 
Xi Jinping (China): congratulatory message for the
70th anniversary of the National Day of North Korea
 
On 9 September, the Secretary-General of the CCP Central Committee and Chinese Head of State, Xi Jinping, sent a congratulatory message to Kim Jong-un, chairman of the North Korean Labor Party and president of the Council of State, for the 70th anniversary of the National Day of North Korea.In his message, Xi Jinping said that on the occasion of the 70th anniversary of the founding of the Democratic People's Republic of Korea, on behalf of the Chinese Communist Party, the Chinese government, and the Chinese people, he expressed his warm congratulations and sincere wishes to the president from North Korea, and through him, to the North Korean Labor Party, the North Korean government and the North Korean people.Xi Jinping said that in the 70 years since the founding of the Democratic People's Republic of Korea, the North Korean people have achieved an evident success in the cause of the revolution and the construction of socialism. In recent years, the North Korean president has led the North Korean Party and people, implementing a series of positive measures and achieving important results in terms of economic and social development, causing the cause of North Korean socialism to enter a new historical phase. What the Chinese president said was genuinely happy.Xi Jinping stressed that China and North Korea are good neighbors. Traditional bilateral friendship represents a common wealth for both sides. The Chinese Party and Government pay close attention to the Sino-North Korean friendly cooperation relations; guaranteeing, consolidating and developing Sino-North Korean relations in the best possible way are the firm orientation of the Chinese Party and government. This year Xi Jinping had three talks with the president of North Korea, which made it possible to further clarify the direction of the development of bilateral relations. Xi Jinping intends to promote, together with the President of North Korea, a healthy and stable long-term development of Sino-North Korean relations, bringing even better benefits to the two countries and their peoples, as well as fostering regional peace and stability.
 
Xi Jinping (Cina): messaggio di congratulazioni per il 70esimo anniversario della Giornata nazionale della Corea del Nord
 
Il 9 settembre il segretario generale del Comitato centrale del PCC e capo di Stato cinese, Xi Jinping, ha inviato un messaggio di congratulazioni a Kim Jong-un, presidente del Partito del Lavoro della Corea del Nord e presidente del Consiglio di Stato, per il 70esimo anniversario della Giornata Nazionale della Corea del Nord. Nel suo messaggio, Xi Jinping ha affermato che in occasione del 70esimo anniversario della fondazione della Repubblica Democratica Popolare di Corea, a nome del Partito Comunista Cinese, del governo cinese, del popolo cinese e a nome suo, esprime calorose congratulazioni e un sincero augurio al presidente della Corea del Nord, e attraverso di lui, al Partito del Lavoro della Corea del Nord, al governo nordcoreano e al popolo nordcoreano.Xi Jinping ha affermato che, nei 70 anni trascorsi dalla fondazione della Repubblica Democratica Popolare di Corea, il popolo nordcoreano ha ottenuto un successo evidente nella causa della rivoluzione e della costruzione del socialismo. Negli ultimi anni, il presidente nordcoreano ha guidato il Partito e il popolo nordcoreani, attuando una serie di misure positive ed ottenendo  importanti risultati in termini di sviluppo economico e sociale, facendo sì che la causa del socialismo nordcoreano entrasse in una nuova fase storica. Cosa di cui il presidente cinese si è detto sinceramente felice.Xi Jinping ha sottolineato che la Cina e la Corea del Nord sono buoni vicini. L'amicizia tradizionale bilaterale rappresenta una ricchezza comune per le due parti. Il Partito e il governo cinesi prestano alta attenzione alle relazioni di cooperazione amichevole sino-nordcoreane; garantire, consolidare e sviluppare nel migliore dei modi le relazioni sino-nordcoreane sono il fermo orientamento del Partito e del governo cinesi. Quest'anno Xi Jinping ha avuto tre colloqui con il presidente della Corea del Nord, che hanno permesso di chiarire ulteriormente la direzione dello sviluppo delle relazioni bilaterali. Xi Jinping intende promuovere, insieme al presidente della Corea del Nord, uno sviluppo sano e stabile di lungo periodo delle relazioni sino-nordcoreane, portando ancora migliori benefici ai due paesi e ai rispettivi popoli, oltre che favorire la pace e la stabilità regionale.
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 


ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!