EGREGIO signore del ventunesimo secolo, le scrivo per dirle che non tutto può accadere alla luce del sole. Lei mi domanderà perché io esordisca in siffatta maniera; le rispondo che lo faccio semplicemente perché questa è stata la cifra della mia vita. Ci sono delle ingiustizie? Ci sono regimi dispotici, che vessano gli uomini e li tengono in stato di minorità, provandoli della loro libertà, dei loro diritti elementari, della loro terra, della possibilità di vivere una vita degna di questo nome? Ebbene, bisogna lottare affinché tutto ciò cambi. Bisogna combattere perché a governi prepotenti subentrino governi illuminati, perché a politici farabutti subentrino politici capaci di ascoltare il popolo. E bisogna che chi lavora la terra non la lavori per qualcuno, ma per se stesso, e ne goda i frutti, senza dover essere sfruttato da nessuno. Ma per ottenere tutto ciò, caro signore, ci sono cose che possono essere dette e fatte alla luce del sole, e cose che devono essere costruite ed accadere rigorosamente nell'ombra. Altrimenti si verrà scoperti e bloccati, e tutto, tutte le energie, tutta la passione, tutto finirà miseramente sciupato. Sono entrato nella massoneria a soli 16 anni, due anni prima che a Parigi il popolo prendesse la Bastiglia. E, da quel momento in poi, non ho desiderato altro che fare la rivoluzione. Ma siccome, in quanto massone, non potevo ufficialmente cospirare contro lo Stato, ho dovuto inventarmi altre strade. Così ho creato una quantità di società segrete, il cui scopo era semplicemente costruire una società più giusta. L'Adelfia, innanzi tutto; e poi - senta, senta che bel nome - la Società dei Sublimi Maestri Perfetti, organizzazione che ho creato in quel di Alessandria, e che diffondeva alcuni principi: che le cariche politiche devono venire dal voto del popolo ed essere temporanee, che tutti devono essere eguali dinnanzi alla legge, che gli uomini devono essere uniti dalla carità universale. Ho perfino inventato un sistema di società segrete affiliate che però non sapevano di essere affiliate ai Sublimi Maestri: sembra una contraddizione, eppure è il miglior modo per evitare che qualcuno possa rivelare i nostri segreti.
Ora le domando, egregio signore: quanti dei miei principi si sono realizzati nel suo ventunesimo secolo? E soprattutto: avete ancora qualcuno che lavora nell'ombra per costruire un mondo migliore? La saluto cordialmente, suo Filippo Buonarroti Caro Buonarroti, sì, eccome se ne abbiamo, di gente che lavora nell'ombra. Siccome però viviamo ormai in un mondo perfetto, lavorare per migliorarlo pare davvero un controsenso.
Così si lavora per il Sublime Svacco. Spero di essere stato chiaro.
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Fonte: http://www.nwo.it/
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