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sabato 5 gennaio 2013

INCONCILIABILITÀ TRA FEDE CRISTIANA E MASSONERIA [DICHIARAZIONE DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE] - IL PREMIER MARIO MONTI E' AVVERTITO: NON SI PUO' ESSERE UN CATTOLICO PRATICANTE E NELLO STESSO TEMPO FAR PARTE DI POTENTI LOBBY MASSONICHE ITALIANE E INTERNAZIONALI! CHE COSA SCEGLIERA' IL PREMIER MARIO MONTI? PAPA BENEDETTO XVI° O IL GRAN MAESTRO DELLA LOGGIA?

Il 26 Novembre 1983 la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicava una dichiarazione sulle associazioni massoniche (cfr AAS LXXVI [1984] 300).
A poco più di un anno di distanza dalla sua pubblicazione può essere utile illustrare brevemente il significato di questo documento.
Da quando la Chiesa ha iniziato a pronunciarsi nei riguardi della massoneria il suo giudizio negativo è stato ispirato da molteplici ragioni, pratiche e dottrinali. Essa non ha giudicato la massoneria responsabile soltanto di attività sovversiva nei suoi confronti, ma fin dai primi documenti pontifici in materia e in particolare nella Enciclica «Humanum Genus» di Leone XIII (20 aprile 1884), il Magistero della Chiesa ha denunciato nella Massoneria idee filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica. Per Leone XIII esse si riconducevano essenzialmente a un naturalismo razionalista, ispiratore dei suoi piani e delle sue attività contro la Chiesa. Nella sua Lettera al Popolo Italiano «Custodi» (8 dicembre 1892) egli scriveva: «Ricordiamoci che il cristianesimo e la massoneria sono essenzialmente inconciliabili, così che iscriversi all’una significa separarsi dall’altra».
Non si poteva pertanto tralasciare di prendere in considerazione le posizioni della Massoneria dal punto di vista dottrinale, quando negli anni 1970-1980 la S. Congregazione era in corrispondenza con alcune Conferenze Episcopali particolarmente interessate a questo problema, a motivo del dialogo intrapreso da parte di personalità cattoliche con rappresentanti di alcune logge che si dichiaravano non ostili o perfino favorevoli alla Chiesa.
Ora lo studio più approfondito ha condotto la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede a confermarsi nella convinzione dell’inconciliabilità di fondo fra i principi della massoneria e quelli della fede cristiana.
Prescindendo pertanto dalla considerazione dell’atteggiamento pratico delle diverse logge, di ostilità o meno nei confronti della Chiesa, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, con la sua dichiarazione del 26.11.83, ha inteso collocarsi al livello più profondo e d’altra parte essenziale del problema: sul piano cioè dell’inconciliabilità dei principi, il che significa sul piano della fede e delle sue esigenze morali.
A partire da questo punto di vista dottrinale, in continuità del resto con la posizione tradizionale della Chiesa, come testimoniano i documenti sopra citati di Leone XIII,
derivano poi le necessarie conseguenze pratiche, che valgono per tutti quei fedeli che fossero eventualmente iscritti alla massoneria.
A proposito dell’affermazione sull’inconciliabilità dei principi tuttavia si va ora da qualche parte obiettando che essenziale della massoneria sarebbe proprio il fatto di non imporre alcun «principio», nel senso di una posizione filosofica o religiosa che sia vincolante per tutti i suoi aderenti, ma piuttosto di raccogliere insieme, al di là dei confini delle diverse religioni e visioni del mondo, uomini di buona volontà sulla base di valori umanistici comprensibili e accettabili da tutti.
La massoneria costituirebbe un elemento di coesione per tutti coloro che credono nell’Architetto dell’Universo e si sentono impegnati nei confronti di quegli orientamenti morali fondamentali che sono definiti ad esempio nel Decalogo; essa non allontanerebbe nessuno dalla sua religione, ma al contrario costituirebbe un incentivo ad aderirvi maggiormente.
In questa sede non possono essere discussi i molteplici problemi storici e filosofici che si nascondono in tali affermazioni. Che anche la Chiesa cattolica spinga nel senso di una collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà, non è certamente necessario sottolinearlo dopo il Concilio Vaticano II. L’associarsi nella massoneria va tuttavia decisamente oltre questa legittima collaborazione e ha un significato ben più rilevante e determinante di questo.
Innanzi tutto si deve ricordare che la comunità dei «liberi muratori» e le sue obbligazioni morali si presentano come un sistema progressivo di simboli dal carattere estremamente impegnativo. La rigida disciplina dell’arcano che vi domina rafforza ulteriormente il peso dell’interazione di segni e di idee. Questo clima di segretezza comporta, oltre tutto, per gli iscritti il rischio di divenire strumento di strategie ad essi ignote.
Anche se si afferma che il relativismo non viene assunto come dogma, tuttavia si propone di fatto una concezione simbolica relativistica, e pertanto il valore relativizzante di una tale comunità morale-rituale lungi dal poter essere eliminato, risulta al contrario determinante.
In tale contesto, le diverse comunità religiose, cui appartengono i singoli membri delle Logge, non possono essere considerate se non come semplici istituzionalizzazioni di una verità più ampia e inafferrabile. Il valore di queste istituzionalizzazioni appare, quindi, inevitabilmente relativo, rispetto a questa verità più ampia, la quale si manifesta invece piuttosto nella comunità della buona volontà, cioè nella fraternità massonica.
Per un cristiano cattolico, tuttavia, non è possibile vivere la sua relazione con Dio in una duplice modalità, scindendola cioè in una forma umanitaria - sovra confessionale e in una forma interna - cristiana. Egli non può coltivare relazioni di due specie con Dio, né esprimere il suo rapporto con il Creatore attraverso forme simboliche di due specie. Ciò sarebbe qualcosa di completamente diverso da quella collaborazione, che per lui è ovvia, con tutti coloro che sono impegnati nel compimento del bene, anche se a partire da principi diversi. D’altronde un cristiano cattolico non può nello stesso tempo partecipare alla piena comunione della fraternità cristiana e, d’altra parte, guardare al suo fratello cristiano, a partire dalla prospettiva massonica, come a un «profano».
Anche quando, come già si è detto, non vi fosse un’obbligazione esplicita di professare il relativismo come dottrina, tuttavia la forza relativizzante di una tale fraternità, per la sua stessa logica intrinseca ha in sé la capacità di trasformare la struttura dell’atto di fede in modo così radicale da non essere accettabile da parte di un cristiano, «al quale cara è la sua fede» (Leone XIII).
Questo stravolgimento nella struttura fondamentale dell’atto di fede si compie, inoltre, per lo più, in modo morbido e senza essere avvertito: la salda adesione alla verità di Dio, rivelata nella Chiesa, diviene semplice appartenenza a un’istituzione, considerata come una forma espressiva particolare accanto ad altre forme espressive, più o meno altrettanto possibili e valide, dell’orientarsi dell’uomo all’eterno.
La tentazione ad andare in questa direzione è oggi tanto più forte, in quanto essa corrisponde pienamente a certe convinzioni prevalenti nella mentalità contemporanea. L’opinione che la verità non possa essere conosciuta è caratteristica tipica della nostra epoca e, nello stesso tempo, elemento essenziale della sua crisi generale.
Proprio considerando tutti questi elementi la Dichiarazione della S. Congregazione afferma che la Iscrizione alle associazioni massoniche «rimane proibita dalla Chiesa» e i fedeli che vi si iscrivono «sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione».
Con questa ultima espressione, la S. Congregazione indica ai fedeli che tale iscrizione costituisce obiettivamente un peccato grave e, precisando che gli aderenti a una associazione massonica non possono accedere alla Santa Comunione, essa vuole illuminare la coscienza dei fedeli su di una grave conseguenza che essi devono trarre dalla loro adesione a una loggia massonica.
La S. Congregazione dichiara infine che «non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche, con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito». A questo proposito il testo fa anche riferimento alla Dichiarazione del 17 febbraio 1981, la quale già riservava alla Sede Apostolica ogni pronunciamento sulla natura di queste associazioni che avesse implicato deroghe alla legge canonica allora in vigore (can. 2335).
Allo stesso modo il nuovo documento, emesso dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede nel novembre 1983, esprime identiche intenzioni di riserva relativamente a pronunciamenti che divergessero dal giudizio qui formulato sulla inconciliabilità dei principi della massoneria con la fede cattolica, sulla gravità dell’atto di iscriversi a una loggia e sulla conseguenza che ne deriva per l’accesso alla Santa Comunione. Questa disposizione indica che, malgrado la diversità che può sussistere fra le obbedienze massoniche, in particolare nel loro atteggiamento dichiarato verso la Chiesa, la Sede Apostolica vi riscontra alcuni principi comuni, che richiedono una medesima valutazione da parte di tutte le autorità ecclesiastiche.
Nel fare questa Dichiarazione, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede non ha inteso disconoscere gli sforzi compiuti da coloro che, con la debita autorizzazione di questo Dicastero, hanno cercato di stabilire un dialogo con rappresentanti della Massoneria. Ma, dal momento che vi era la possibilità che si diffondesse fra i fedeli l’errata opinione secondo cui ormai la adesione a una loggia massonica era lecita, essa ha ritenuto suo dovere far loro conoscere il pensiero autentico della Chiesa in proposito e metterli in guardia nei confronti di un’appartenenza incompatibile con la fede cattolica.

Mario Monti è un massone (ovvero come fare a pezzi il giornalismo italiano)

Continuano le pseudo - inchieste interessate sul Presidente del Consiglio e si ritorna a parlare dell'appartenenza alla massoneria del professor Monti. Salvo poi rendersi conto che in effetti...

ROMA - (ITALIA) - Eravamo tutti rimasti leggermente scioccati quando qualche giorno fa, in seguito all'investitura conferita dal Presidente della Repubblica a Mario Monti, venimmo a sapere che il neo-premier portava con sè un segreto inconfessabile. Ebbene sì, venimmo a scoprire grazie allo scoop di un noto giornale scandalistico che l'intoccabile Monti, austero e sobrio, durante gli anni del Liceo si era beccato un bel 5 in educazione fisica. Al là di qualche reazione scomposta, di qualche presa di distanza e di qualche dichiarazione imbarazzata, il mondo politico reagì alla notizia continuando ad accordare fiducia al Presidente del Consiglio. Del resto, la speranza, o meglio, la certezza era che l'influenza di una simile notizia – bomba sull'andamento dei mercati non fosse così dirompente. Andiamo avanti e cerchiamo di non accusare il colpo, questo il ragionamento che un pò tutti facevano. Placatosi il trambusto iniziale le cose sembravano avviarsi per il verso giusto.
Ora però il mondo politico deve fare i conti con una nuova e più spinosa grana per Mario Monti. La notizia, riportata sempre dallo stesso “gruppetto di soliti noti”, è di quelle che possono da sole determinare una crisi di governo: Mario Monti è un massone.
Cioè, a dirla tutta, non proprio un massone di quelli con il cappuccio in testa ed il triangolino nella mano sinistra, ma uno che in ogni caso ha avuto e continua ad avere rapporti con la massoneria. Cioè, non è che questi rapporti siano accertati, però si hanno buone ragioni per crederlo. In realtà non è che le ragioni siano poi tante, però la lettera inviata dal capo del Grande Oriente democratico a Monti sembra confermare la tesi. Vabbeh, poco importa se il Venerabile Maestro Magaldi sembra inviare lettere un pò a chiunque, Mario Monti è massone….punto e basta!
Sono certo che ci perdonerete per l'esserci lasciati andare a qualche considerazione ironica. Ma a volte, l'insistenza con la quale si cerca di “fabbricare” lo scoop non può che esser trattata con ironia. In una situazione come quella che vive il nostro Paese, piuttosto che preoccuparsi di costruire castelli di carta, un' informazione seria ed impegnata dovrebbe avere il coraggio di monitorare con costanza l'operato del Governo. E se le “indagini” di certa carta stampata fanno sorridere, non si può che ritornare estremamente seri nel commentare tutta una serie di fatti che stanno accadendo in questi giorni.
Dalla chiusura dello stabilimento di Termini Imerese alla nomina di Petruzzelli all'anti-trust, dall'intervento del Ministro del Lavoro Fornero all'assemblea della Cna al vertice italo-franco-tedesco di Strasburgo, le questioni che affollano l'agenda politica sono davvero tante. In questo contesto, più che preoccuparci di perpetrare il teatrino delle fantasticherie, dovremmo tutti prodigarci in uno sforzo comune teso a far riguadagnare alla politica quel ruolo al quale sembra aver abdicato.
Nel tempo in cui viviamo, negli anni della crisi economica più forte che il mondo ha conosciuto dal secondo dopoguerra, negli anni del decadimento sociale e politico del nostro Paese, di tutto abbiamo bisogno tranne che di una informazione che faccia avanspettacolo.

Il Professore Mario Monti è oggi ufficialmente:

- Presidente dell’Università Bocconi di Milano
- Membro Permanente del Comitato Direttivo del Club Bilderberg
- Presidente del Think Thank Bruegel
- Presidente Europeo della Commissione Trilaterale
- Consulente della Goldman Sachs


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