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martedì 7 maggio 2013

Dalla sparatoria davanti a Palazzo Chigi al nuovo Governo "farsa" targato Pd-Pdl, dalla morte di uno dei diretti responsabili del tracollo della Prima Repubblica e del fallimento dello Stato Italiano, come Giulio Andreotti, alle "pagliacciate" dei Parlamentari Grillini, veri e propri dilettanti allo sbaraglio, dalla "vergognosa" rielezione dell'ex "spia-doppiogiochista" in quota al KGB durante gli anni di piombo del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ai disastri sociali ereditati dal Governo di Mario Monti...mai come nell'ultimo anno e mai come negli ultimi tre mesi, la Repubblica "delle banane" Italiana aveva così toccato drammaticamente il fondo...e ci mancava pure la Ministra Africana appoggiata dal calciatore "nero" Mario Balotelli, redivivo moralista che vuole riconoscere da subito la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia, ma che lui stesso nega da sempre la paternità della figlia concepita con la sua ex-compagna, modella-velina Raffaela Fico...l'Italia è ai minimi storici del suo fallimento politico, sociale ed ideologico di tutti i tempi!!!

LUIGI PREITI, L'ATTENTATORE "DISPERATO"
ITALIA - Luigi Preiti, il Calabrese che doveva sparare ad un importante uomo politico il giorno del giuramento del nuovo governo "farsa" di questa Repubblica delle Banane è a suo modo, un eroe, un eroe seppur negativo ma nella sua negatività contraddittoriamente "reale"  e nella sua drammaticità attuale, non tanto perchè ha sparato purtroppo ad un povero ed innocente Carabiniere, che come un operaio o un impiegato qualunque della pubblica amministrazione, lavorava per portare a casa la "pagnotta" di una miseria equivalente forse a 1.200-1.300 € al mese, centesimo piu' centesimo meno, ma perchè con il suo "elementare" piano "diabolico" ha riportato per qualche giorno il mondo della politica nella vera "realtà" ed ha riportato l'attenzione sui veri e piu' gravi problemi sociali che affliggono da anni il paese.
E se fosse stato l'ex-premier Mario Monti il vero obbiettivo di Luigi Preiti? Mario Monti è il diretto responsabile di un disastro economico di una nazione che ha dato i suoi 4 (QUATTRO) MILIONI di euro (€) ricavati dall'iniqua tassa IMU, pari pari, per salvare dal tracollo finanziario la Banca Monte dei Paschi di Siena; tassa IMU per cui la maggior parte degli affitti privati  in Italia sono aumentati vertiginosamente e per colpa del suo rigore e della sua politica di austerity decine di operai, imprenditori, semplici cittadini e "poveri" cristi si sono suicidati o dati fuoco davanti agli uffici di Equitalia e dell'Agenzia delle Entrate.

GLI STIPENDI DEI DIPENDENTI DELLO STATO E QUELLO DEI GOVERNANTI
La pallottola mortale avrebbe dovuto colpire quell'imbalsamato di "ghiaccio" in doppio petto, fautore delle devastanti politiche economiche che hanno impoverito le classi sociali piu' deboli dell'Italia, già di per sè messa in difficoltà dalle direttive dell'Unione Europea che con la sua Banca Centrale ha contribuito a raddoppiare il costo della vita e dimezzare il potere d'acquisto del popolo Italiano stesso.
Disoccupati e cassintegrati che con 800 € al mese si ritrovano a mantenere moglie e figli pagando affitti di 500 - 600 € al mese o peggio, "sfrattati" dalle Banche che pignorano le prime case acquistate con mutui a tasso d'usura dagli stessi poveri operai che con mille sacrifici e stritolati da un Governo iniquo, hanno cercato di migliorare per quanto gli era possibile, il proprio tenore di vita.
Luigi Preiti ha sbagliato obbiettivo dunque: avrebbe dovuto uccidere Mario Monti, Massone al servizio delle Banche e dei Banchieri, uomo al servizio dei poteri occulti, uomo "falso bigotto" al servizio da sempre della Goldam Sash e del Bilderberg Group che di tutto se ne frega (ambiente, salute, natura, sviluppo, povera gente), tranne che del proprio profitto e del proprio egoismo, arricchirsi sulle masse povere e ignoranti, sfruttare le risorse del terzo mondo e dei paesi piu' poveri per detenere il potere finanziario e politico, sopra ogni cosa, perchè il "Dio" denaro è sovrano a discapito dei popoli del Terzo Mondo che muoiono di fame, di sete, di malaria, di guerre e di ogni miseria umana.
Il proiettile di Luigi Preiti avrebbe dovuto colpire al fetido cuore di quell'omuncolo morigerato, dall'espressione di ghiaccio, vestito sempre di grigio, "finto" buon Cattolico che come era solito fare il suo ex-collega neo-defunto Giulio Andeotti, si reca alla Santa Messa ogni giorno a prendere la Comunione, magari senza confessarsi, con la complicità di ambigui Cardinali e Vescovi che si sono "venduti" l'anima al "Dio Denaro-Potere-Privilegi" e che con questi contribuiscono al fallimento intero di una Nazione stanca e villipesa.
Mario Monti si meritava una, forse due, forse l'intero caricatore di pallottole? Non di certo se lo meritava il povero Carabiniere ferito gravemente da Luigi Preiti.
Cecile Kyenge
E questo Governo "farsa" nato con il "segreto" benestare di un Movimento Cinque Stelle costituito da dilettanti allo sbaraglio, questo Governo che dall'unione ideal-politica di Pd-Pdl ha generato inquietanti personalità politiche prima sconosciute, in primis il Ministro Italo-Africano Cecile Kyenge che, pari pari è stata messa là dal suo capo "fallimentare" Pierluigi Bersani, di cui ricopia il suo inutile programma elettorale per cui ogni figlio di coppia di immigrati, nato in Italia, siano i suoi genitori stranieri clandestini o regolari, a quest'ultimo gli si debba concedere per legge e per diritto la piena Cittadinanza Italiana.
Con tanto di plauso del campione di calcio Mario Balotelli (Africano naturalizzato Italiano), questo NO, non è ACCETTABILE! Intanto suggeriamo a Mario Balotelli, che con i suoi miliardi di euro si diverte nelle movide VIP fa la bella vita e se ne va fiero con la sue auto fiammanti, di riconoscere e dare la paternità con il suo cognome a sua figlia, concepita insieme alla Velina-Modella Raffaella Fico e disconosciuta ancora quando questa doveva nascere: VERGOGNA e SILENZIO!!! 

Alexander Mitrokhin

sabato 26 gennaio 2013

Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini, Mario Monti: lo strano "trio" della politica Italiana, un'ex Demo-Cristiano, un'ex-Missino, un'ex-Professore in quota Goldman Sachs in odore acre di ambienti Massonici legati all'alta Finanza! Tre uomini in netta contraddizione tra loro e tra loro stessi, che si venderebbero l'anima al diavolo pur di salvare la loro posizione e la loro poltrona, tre uomini ex-traditori di ex-alleati e di loro stessi, tre uomini bugiardi fin dentro il loro midollo osseo, tre uomini assolutamente da evitare e da NON VOTARE, per il bene dell'Italia e di tutto il popolo onesto e lavoratore! Non date spazio in Parlamento e in Senato agli ex-avversari che ora sono alleati...avranno i voti solo dalle Lobby Massoniche e Finanziarie, la loro sarà ed è una politica falsa, farsata e di facciata!

MILANO - (Italia) – Svelata la lista Monti, lista unica per il Senato. Pier Ferdinando Casini è capolista in cinque regioni: Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. Capolista in Toscana è Pietro Ichino, in Umbria Linda Lanzillotta. Due i cattolici capolista: Andrea Olivero (Piemonte) e Gianpiero Della Zuanna (Veneto). A loro va aggiunto Mario Giro della Comunità di Sant’Egidio, terzo in Campania. L’intero elenco dei candidati è stato pubblicato sul sito Agenda Monti (guarda tutti i candidati).
“Le liste le abbiamo già chiuse”: nel tardo pomeriggio di sabato era stato proprio Casini a informare i giornalisti del buon esito del vertice a Montecitorio con Mario Monti e Gianfranco Fini. “Abbiamo parlato di politica, come sempre. Siamo in campagna elettorale, come sapete”, ha aggiunto il leader dell’Udc.
All’incontro era presente anche il ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi. Il nodo era la definizione della lista unica al Senato (in particolare i candidati della Puglia), ma una volta sistemato questo punto si è discusso della linea e del programma, come ha precisato lo stesso Riccardi: “È stata una conversazione ad ampio spettro, importante, con Fini e Casini”. Quello che ne è emerso, ha spiegato Riccardi, è “una prospettiva per il Paese, che sta nascendo, e la necessità di continuare l’opera riformatrice. Abbiamo parlato molto del Mezzogiorno e delle famiglie italiane”.
Monti è poi protagonista di una simpatica gaffe. Si è detto “non completamente d’accordo” con Antonio Funiciello, presidente dell’associazione Libertà Eguale, che aveva collocato Fassina, Vendola, Fini e Bocchino tra quanti hanno ostacolato le riforme: “Casini e Bocchino”, ha detto Monti, hanno costituito quella “componente che, forse per ragioni tattiche, ha creato meno problemi alle riforme iniziate e che hanno trovato limiti seri perchè conservatori da una parte e l’altra del parlamento hanno posto dei limiti”. Mentre su Vendola e Fassina: “Non l’ho potuto vedere all’opera in Parlamento, ma Fassina… Non è onorevole? Questo dimostra che i laureati alla Bocconi sanno far sentire la propria voce anche in quelle sedi in cui non sono presenti”.

Fonte: http://www.blitzquotidiano.it

LA STAMPA DEL 13 FEBBRAIO 2008:  "Casini vuole contare di più, ma c’è Fini sulla sua strada!" (Il leader di An Gianfranco Fini a Silvio Berlusconi: perché noi rinunciamo al simbolo e lui no? Riferendosi a Pier Ferdinando Casini!)

LA REPUBBLICA DEL 12 NOVEMBRE 2006: "Cdl, Casini polemico con Gianfranco Fini, "Gli sarei grato se mi rispettasse!"

IL GIORNALE DEL 23 DICEMBRE 2012: MARIO MONTI DICHIARA, "Non lo so ancora. Ma dentro di me qualcosa mi dice di no!" Il presidente del Consiglio Mario Monti affida a una chiacchierata con il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari i dubbi che non gli hanno ancora permesso di sciogliere la riserva sul suo futuro impegno in politica.  

NON VOTATE PER LA LISTA MONTI, NON VOTATE PER QUESTA FINTA LISTA CIVICA, NON VOTATE QUESTA LISTA MENZOGNERA!
QUESTO E' UN PARTITO DI FACCENDIERI E TRADITORI! HANNO CANDIDATO AMICI, PARENTI, FIGLI, NIPOTI E PRONIPOTI COSI' COME E' NEL LORO STILE, COSI' COM'E' NELLO STILE DI GIANFRANCO FINI - ELISABETTA TUGLIANI! (CASA DI MONTECARLO DOCET) RICORDATE BENE DI CIO' CHE HANNO FATTO IN PASSATO: HANNO TRADITO I LORO IDEALI ED HANNO PENSATO SOLO AI LORO INTERESSI PRIVATI, HANNO PENSATO SOLO A LORO STESSI ED AL LORO PORTAFOGLIO!

     Alexander Mitrokhin



sabato 5 gennaio 2013

INCONCILIABILITÀ TRA FEDE CRISTIANA E MASSONERIA [DICHIARAZIONE DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE] - IL PREMIER MARIO MONTI E' AVVERTITO: NON SI PUO' ESSERE UN CATTOLICO PRATICANTE E NELLO STESSO TEMPO FAR PARTE DI POTENTI LOBBY MASSONICHE ITALIANE E INTERNAZIONALI! CHE COSA SCEGLIERA' IL PREMIER MARIO MONTI? PAPA BENEDETTO XVI° O IL GRAN MAESTRO DELLA LOGGIA?

Il 26 Novembre 1983 la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicava una dichiarazione sulle associazioni massoniche (cfr AAS LXXVI [1984] 300).
A poco più di un anno di distanza dalla sua pubblicazione può essere utile illustrare brevemente il significato di questo documento.
Da quando la Chiesa ha iniziato a pronunciarsi nei riguardi della massoneria il suo giudizio negativo è stato ispirato da molteplici ragioni, pratiche e dottrinali. Essa non ha giudicato la massoneria responsabile soltanto di attività sovversiva nei suoi confronti, ma fin dai primi documenti pontifici in materia e in particolare nella Enciclica «Humanum Genus» di Leone XIII (20 aprile 1884), il Magistero della Chiesa ha denunciato nella Massoneria idee filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica. Per Leone XIII esse si riconducevano essenzialmente a un naturalismo razionalista, ispiratore dei suoi piani e delle sue attività contro la Chiesa. Nella sua Lettera al Popolo Italiano «Custodi» (8 dicembre 1892) egli scriveva: «Ricordiamoci che il cristianesimo e la massoneria sono essenzialmente inconciliabili, così che iscriversi all’una significa separarsi dall’altra».
Non si poteva pertanto tralasciare di prendere in considerazione le posizioni della Massoneria dal punto di vista dottrinale, quando negli anni 1970-1980 la S. Congregazione era in corrispondenza con alcune Conferenze Episcopali particolarmente interessate a questo problema, a motivo del dialogo intrapreso da parte di personalità cattoliche con rappresentanti di alcune logge che si dichiaravano non ostili o perfino favorevoli alla Chiesa.
Ora lo studio più approfondito ha condotto la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede a confermarsi nella convinzione dell’inconciliabilità di fondo fra i principi della massoneria e quelli della fede cristiana.
Prescindendo pertanto dalla considerazione dell’atteggiamento pratico delle diverse logge, di ostilità o meno nei confronti della Chiesa, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, con la sua dichiarazione del 26.11.83, ha inteso collocarsi al livello più profondo e d’altra parte essenziale del problema: sul piano cioè dell’inconciliabilità dei principi, il che significa sul piano della fede e delle sue esigenze morali.
A partire da questo punto di vista dottrinale, in continuità del resto con la posizione tradizionale della Chiesa, come testimoniano i documenti sopra citati di Leone XIII,
derivano poi le necessarie conseguenze pratiche, che valgono per tutti quei fedeli che fossero eventualmente iscritti alla massoneria.
A proposito dell’affermazione sull’inconciliabilità dei principi tuttavia si va ora da qualche parte obiettando che essenziale della massoneria sarebbe proprio il fatto di non imporre alcun «principio», nel senso di una posizione filosofica o religiosa che sia vincolante per tutti i suoi aderenti, ma piuttosto di raccogliere insieme, al di là dei confini delle diverse religioni e visioni del mondo, uomini di buona volontà sulla base di valori umanistici comprensibili e accettabili da tutti.
La massoneria costituirebbe un elemento di coesione per tutti coloro che credono nell’Architetto dell’Universo e si sentono impegnati nei confronti di quegli orientamenti morali fondamentali che sono definiti ad esempio nel Decalogo; essa non allontanerebbe nessuno dalla sua religione, ma al contrario costituirebbe un incentivo ad aderirvi maggiormente.
In questa sede non possono essere discussi i molteplici problemi storici e filosofici che si nascondono in tali affermazioni. Che anche la Chiesa cattolica spinga nel senso di una collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà, non è certamente necessario sottolinearlo dopo il Concilio Vaticano II. L’associarsi nella massoneria va tuttavia decisamente oltre questa legittima collaborazione e ha un significato ben più rilevante e determinante di questo.
Innanzi tutto si deve ricordare che la comunità dei «liberi muratori» e le sue obbligazioni morali si presentano come un sistema progressivo di simboli dal carattere estremamente impegnativo. La rigida disciplina dell’arcano che vi domina rafforza ulteriormente il peso dell’interazione di segni e di idee. Questo clima di segretezza comporta, oltre tutto, per gli iscritti il rischio di divenire strumento di strategie ad essi ignote.
Anche se si afferma che il relativismo non viene assunto come dogma, tuttavia si propone di fatto una concezione simbolica relativistica, e pertanto il valore relativizzante di una tale comunità morale-rituale lungi dal poter essere eliminato, risulta al contrario determinante.
In tale contesto, le diverse comunità religiose, cui appartengono i singoli membri delle Logge, non possono essere considerate se non come semplici istituzionalizzazioni di una verità più ampia e inafferrabile. Il valore di queste istituzionalizzazioni appare, quindi, inevitabilmente relativo, rispetto a questa verità più ampia, la quale si manifesta invece piuttosto nella comunità della buona volontà, cioè nella fraternità massonica.
Per un cristiano cattolico, tuttavia, non è possibile vivere la sua relazione con Dio in una duplice modalità, scindendola cioè in una forma umanitaria - sovra confessionale e in una forma interna - cristiana. Egli non può coltivare relazioni di due specie con Dio, né esprimere il suo rapporto con il Creatore attraverso forme simboliche di due specie. Ciò sarebbe qualcosa di completamente diverso da quella collaborazione, che per lui è ovvia, con tutti coloro che sono impegnati nel compimento del bene, anche se a partire da principi diversi. D’altronde un cristiano cattolico non può nello stesso tempo partecipare alla piena comunione della fraternità cristiana e, d’altra parte, guardare al suo fratello cristiano, a partire dalla prospettiva massonica, come a un «profano».
Anche quando, come già si è detto, non vi fosse un’obbligazione esplicita di professare il relativismo come dottrina, tuttavia la forza relativizzante di una tale fraternità, per la sua stessa logica intrinseca ha in sé la capacità di trasformare la struttura dell’atto di fede in modo così radicale da non essere accettabile da parte di un cristiano, «al quale cara è la sua fede» (Leone XIII).
Questo stravolgimento nella struttura fondamentale dell’atto di fede si compie, inoltre, per lo più, in modo morbido e senza essere avvertito: la salda adesione alla verità di Dio, rivelata nella Chiesa, diviene semplice appartenenza a un’istituzione, considerata come una forma espressiva particolare accanto ad altre forme espressive, più o meno altrettanto possibili e valide, dell’orientarsi dell’uomo all’eterno.
La tentazione ad andare in questa direzione è oggi tanto più forte, in quanto essa corrisponde pienamente a certe convinzioni prevalenti nella mentalità contemporanea. L’opinione che la verità non possa essere conosciuta è caratteristica tipica della nostra epoca e, nello stesso tempo, elemento essenziale della sua crisi generale.
Proprio considerando tutti questi elementi la Dichiarazione della S. Congregazione afferma che la Iscrizione alle associazioni massoniche «rimane proibita dalla Chiesa» e i fedeli che vi si iscrivono «sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione».
Con questa ultima espressione, la S. Congregazione indica ai fedeli che tale iscrizione costituisce obiettivamente un peccato grave e, precisando che gli aderenti a una associazione massonica non possono accedere alla Santa Comunione, essa vuole illuminare la coscienza dei fedeli su di una grave conseguenza che essi devono trarre dalla loro adesione a una loggia massonica.
La S. Congregazione dichiara infine che «non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche, con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito». A questo proposito il testo fa anche riferimento alla Dichiarazione del 17 febbraio 1981, la quale già riservava alla Sede Apostolica ogni pronunciamento sulla natura di queste associazioni che avesse implicato deroghe alla legge canonica allora in vigore (can. 2335).
Allo stesso modo il nuovo documento, emesso dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede nel novembre 1983, esprime identiche intenzioni di riserva relativamente a pronunciamenti che divergessero dal giudizio qui formulato sulla inconciliabilità dei principi della massoneria con la fede cattolica, sulla gravità dell’atto di iscriversi a una loggia e sulla conseguenza che ne deriva per l’accesso alla Santa Comunione. Questa disposizione indica che, malgrado la diversità che può sussistere fra le obbedienze massoniche, in particolare nel loro atteggiamento dichiarato verso la Chiesa, la Sede Apostolica vi riscontra alcuni principi comuni, che richiedono una medesima valutazione da parte di tutte le autorità ecclesiastiche.
Nel fare questa Dichiarazione, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede non ha inteso disconoscere gli sforzi compiuti da coloro che, con la debita autorizzazione di questo Dicastero, hanno cercato di stabilire un dialogo con rappresentanti della Massoneria. Ma, dal momento che vi era la possibilità che si diffondesse fra i fedeli l’errata opinione secondo cui ormai la adesione a una loggia massonica era lecita, essa ha ritenuto suo dovere far loro conoscere il pensiero autentico della Chiesa in proposito e metterli in guardia nei confronti di un’appartenenza incompatibile con la fede cattolica.

Mario Monti è un massone (ovvero come fare a pezzi il giornalismo italiano)

Continuano le pseudo - inchieste interessate sul Presidente del Consiglio e si ritorna a parlare dell'appartenenza alla massoneria del professor Monti. Salvo poi rendersi conto che in effetti...

ROMA - (ITALIA) - Eravamo tutti rimasti leggermente scioccati quando qualche giorno fa, in seguito all'investitura conferita dal Presidente della Repubblica a Mario Monti, venimmo a sapere che il neo-premier portava con sè un segreto inconfessabile. Ebbene sì, venimmo a scoprire grazie allo scoop di un noto giornale scandalistico che l'intoccabile Monti, austero e sobrio, durante gli anni del Liceo si era beccato un bel 5 in educazione fisica. Al là di qualche reazione scomposta, di qualche presa di distanza e di qualche dichiarazione imbarazzata, il mondo politico reagì alla notizia continuando ad accordare fiducia al Presidente del Consiglio. Del resto, la speranza, o meglio, la certezza era che l'influenza di una simile notizia – bomba sull'andamento dei mercati non fosse così dirompente. Andiamo avanti e cerchiamo di non accusare il colpo, questo il ragionamento che un pò tutti facevano. Placatosi il trambusto iniziale le cose sembravano avviarsi per il verso giusto.
Ora però il mondo politico deve fare i conti con una nuova e più spinosa grana per Mario Monti. La notizia, riportata sempre dallo stesso “gruppetto di soliti noti”, è di quelle che possono da sole determinare una crisi di governo: Mario Monti è un massone.
Cioè, a dirla tutta, non proprio un massone di quelli con il cappuccio in testa ed il triangolino nella mano sinistra, ma uno che in ogni caso ha avuto e continua ad avere rapporti con la massoneria. Cioè, non è che questi rapporti siano accertati, però si hanno buone ragioni per crederlo. In realtà non è che le ragioni siano poi tante, però la lettera inviata dal capo del Grande Oriente democratico a Monti sembra confermare la tesi. Vabbeh, poco importa se il Venerabile Maestro Magaldi sembra inviare lettere un pò a chiunque, Mario Monti è massone….punto e basta!
Sono certo che ci perdonerete per l'esserci lasciati andare a qualche considerazione ironica. Ma a volte, l'insistenza con la quale si cerca di “fabbricare” lo scoop non può che esser trattata con ironia. In una situazione come quella che vive il nostro Paese, piuttosto che preoccuparsi di costruire castelli di carta, un' informazione seria ed impegnata dovrebbe avere il coraggio di monitorare con costanza l'operato del Governo. E se le “indagini” di certa carta stampata fanno sorridere, non si può che ritornare estremamente seri nel commentare tutta una serie di fatti che stanno accadendo in questi giorni.
Dalla chiusura dello stabilimento di Termini Imerese alla nomina di Petruzzelli all'anti-trust, dall'intervento del Ministro del Lavoro Fornero all'assemblea della Cna al vertice italo-franco-tedesco di Strasburgo, le questioni che affollano l'agenda politica sono davvero tante. In questo contesto, più che preoccuparci di perpetrare il teatrino delle fantasticherie, dovremmo tutti prodigarci in uno sforzo comune teso a far riguadagnare alla politica quel ruolo al quale sembra aver abdicato.
Nel tempo in cui viviamo, negli anni della crisi economica più forte che il mondo ha conosciuto dal secondo dopoguerra, negli anni del decadimento sociale e politico del nostro Paese, di tutto abbiamo bisogno tranne che di una informazione che faccia avanspettacolo.

Il Professore Mario Monti è oggi ufficialmente:

- Presidente dell’Università Bocconi di Milano
- Membro Permanente del Comitato Direttivo del Club Bilderberg
- Presidente del Think Thank Bruegel
- Presidente Europeo della Commissione Trilaterale
- Consulente della Goldman Sachs


venerdì 6 aprile 2012

IL GOVERNO MONTI HA il record dei suicidi e delle persone che si danno fuoco davanti agli uffici dell'Agenzia delle Entrate! Tutto in pochi mesi, nelle prime settimane del 2012! Con Berlusconi tutto questo non è mai successo! Perchè i Comunisti, gli Anarchici, gli anti-Berlusconiani e gli Indignati non sono scesi in piazza a protestare contro il Governo Monti? Tanti suicidi per la crisi, brutte storie dall'Italia che soffre per colpa del Governo delle Banche di Mario Monti che si è rivelato essere l'usuraio Nazionale, il BOIA della povera gente e delle classi medio-basse! Il Governo dei Banchieri ci vuole o SCHIAVI O MORTI! Mario Monti "STERMINATOR" CHE LAVORA PER LA GOLDMAN SACHS E CHE E' A CAPO DI UN GOVERNO CRIMINALE E SANGUISUGA , UN GOVERNO CHE FA GLI INTERESSI SOLO DELLE BANCHE E MORTIFICA LE CLASSI PIU' POVERE DELLA SOCIETA' ITALIANA!

(ANSA) - GELA (CALTANISSETTA), 03 APRILE 2012 - ''Mia madre ha saputo ieri, da noi figli, che la sua pensione non era piu' di 800 euro ma di 600. E questa notizia l'ha letteralmente sconvolta. Non sapeva darsi pace perche' la riteneva un'ingiustizia''. Lo dice Bruno, 43 anni, proprietario di una pizzeria, il piu' piccolo dei quattro figli della donna di Gela che si e' suicidata dopo avere scoperto che l'Inps le aveva tagliato la pensione del 25%.
''Le notizie della crisi economica in Tv e i tagli operati dal governo - prosegue - l'avevano allarmata, come a tutti gli italiani; purtroppo la riduzione della pensione ha avuto in lei un effetto dirompente''.(ANSA).

Suicidi per la crisi, aumento del 24,6%

5 Aprile 2012: Suicidi per la crisi? Aumento del 24,6%

Tra il 2008 ed il 2010, segnala la CGIA di Mestre, i suicidi per motivi economici sono aumentati del 24,6%, mentre i tentativi di suicidio, sempre legati alle difficoltà economiche, sono cresciuti leggermente meno: + 20%.
Dopo l’ennesimo suicidio di un imprenditore avvenuto oggi a Roma, la CGIA di Mestre torna su questa piaga sociale analizzando i dati sui suicidi denunciati alle forze dell’ordine in questi ultimi anni di dura crisi economica. Purtroppo, segnalano dalla CGIA, i dati forniti dall’Istat non ci consentono di riconoscere la professione svolta da queste persone (ovvero, se fossero imprenditori, lavoratori dipendenti, pensionati, etc.).
In termini assoluti, a fronte di 150 suicidi per ragioni economiche registrati nel 2008, nel 2010 (ultimo anno disponibile) i gesti estremi per motivi economici sono saliti a 187, mentre i tentativi di suicidio sono passati da 204 a 245.
“Dopo l’ennesimo gesto estremo che si è verificato oggi – sottolinea il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi – è necessario intervenire con misure emergenziali. Sicuramente c’è un effetto imitazione e, come spesso succede in questi casi, il denominatore comune di tutte queste tragedie è la crisi economica. La sua gravità ha suscitato in molti piccoli imprenditori la perdita di sicurezza, solitudine, disperazione e ribellione contro un mondo che si sta rivelando cinico e inospitale. Come Associazione – conclude Bortolussi – ci siamo attivati sia a livello nazionale, sia a livello regionale per dar vita ad un fondo di solidarietà col fine di evitare i suicidi tra i piccoli imprenditori.   La Regione Veneto, che presenterà questa iniziativa nelle prossime settimane, ha in serbo un provvedimento di legge, con un  plafond di 6 milioni di euro, che costituirà una prima risposta a questa grave emergenza che ha colpito soprattutto il Nordest!"

Suicidi per la crisi, storie dall'Italia che soffre per colpa del Governo delle Banche di Mario Monti l'usuraio Nazionale, il BOIA della povera gente e delle classi medio-basse!

Ben 13 negli ultimi mesi del 2012, ripercorriamoli caso per caso!

Ecco una lunga e triste lista di coloro che hanno scelto di togliersi la vita schiacciati dal peso dei problemi economici. Suicidi per la crisi, una piaga che non accenna a sanarsi:

Roma, 4 aprile 2012 - La spada di Damocle della crisi: un problema per tanti, un dramma per alcuni.  Alla ribalta delle cronache, negli ultimi mesi, una lunga e triste lista di persone che hanno deciso di togliersi la vita, schiacciate dai problemi economici.
Incapaci di reagire, o forse solo sfiniti dal non vedere una luce in fondo al tunnel. L'imprenditore romano e il camionista di Milano sono solo le ultime vittime. Ripercorriamo, una per una, tutte queste storie in tempo di crisi. Con i due di oggi, il numero dei suicidi sale a 13. E non sono contemplati quelli, tanti, che hanno tentato ma, fortunatamente, non sono riusciti nel loro intento.
- Il 3 aprile un’anziana 78/enne di Gela si uccisa lanciandosi dal terrazzo di casa. L’Inps le aveva ulteriormente ridotto la pensione di 200 euro (da 800 a 600) e lei, Nunzia C., ha deciso di farla finita.
- L'1 aprile un artigiano di 57 anni si è impiccato all’interno della sua bottega di conici a Roma a causa dei ‘’problemi economici’’.
- Il 27 marzo scorso Giuseppe Pignataro, 49 anni, di Trani, si è ucciso dopo essersi lanciato dal balcone della sua abitazione. L’uomo, che faceva l’imbianchino, si è tolto la vita a causa delle difficoltà nel trovare un’occupazione stabile in grado di fornire un reddito degno alla propria famiglia.
- Il 23 marzo un imprenditore quarantaquattrenne di Cepagatti (Pescara) si è impiccato nella sua azienda. Strozzato dai debiti, non ha retto alla vergogna di non poter pagare gli stipendi ai dipendenti e all’incertezza sulla sua capacita’ di garantire un futuro al figlio e alla compagna.
- Il 21 marzo un uomo di 47 anni che gestiva un’attività commerciale, ma da due anni era senza lavoro, si è ucciso con un colpo di pistola nella sua automobile nel cosentino.
- Il 21 marzo un imprenditore edile, di 53 anni, in crisi da tempo per i crediti che non riusciva a riscuotere e che vantava nei confronti di pubbliche amministrazione e di privati, si e’ tolto la vita impiccandosi in una baracca dietro casa nel bellunese, mentre i familiari lo aspettavano a cena.
- Il 20 marzo un giovane artigiano di 29 anni si è impiccato a Scorano (Lecce). L’uomo ha lasciato un biglietto spiegando che non riusciva a trovare un altro lavoro e che era disperato.
- Il 9 marzo Vincenzo Di Tinco, titolare 60/enne di un negozio di abbigliamento si è impiccato ad un albero a Ginosa Marina (Taranto). In pochi giorni si era visto addebitare, forse per errore, 4.500 euro di commissioni bancarie e rifiutare un prestito di poco piu’ di mille euro.
- A febbraio un elettricista di Sanremo, 47 anni, si è suicidato sparandosi al capo con una pistola. L’uomo era stato licenziato qualche settimana fa dalla ditta nella quale lavorava da molti anni.
- Un imprenditore 64/enne si è impiccato nello stesso mese all’interno del capannone della sua azienda, nel fiorentino. All’origine del gesto motivi economici.
- A Paternò (Catania) un altro imprenditore di 57 anni ha posto fine alle sue ansie con il suicidio: si è impiccato, in un deposito di proprietà della ditta della quale era titolare, in preda alla disperazione a causa dei debiti contratti dalla sua azienda.
BOLZANO - L'uomo trovato arso vivo nella sua auto sulla corsia d'emergenza dell'Autobrennero a sud di Bolzano si sarebbe ucciso per motivi economici. È questa l'ipotesi più probabile che emerge delle indagini della questura di Bolzano.
La polizia sta controllando la situazione economica dell'uomo che pare fosse caratterizzata da debiti personali. In un primo momento tutto faceva pensare a un tragico incidente: l'uomo di 39 anni, nato a Padova ma che lavorava a Bolzano pur essendo residente in Val di Fiemme in Trentino, sembrava avesse fermato l'auto in fiamme sulla corsia d'emergenza, senza aver fatto in tempo a scendere.
I pompieri, intervenuti sul posto, hanno però trovato nell'abitacolo due taniche di benzina, mentre il fuoristrada andava a gasolio. Sarebbe il terzo caso di suicidio per motivi economici negli ultimi mesi in Alto Adige, dopo la vicenda di un commerciante del centro di Bolzano e di un fotografo del Brennero che, soffocati dai debiti, avevano deciso di togliersi la vita.
ROMA - Senza futuro. Deve essersi sentito così, Mario Frasacco, l’imprenditore di 59 anni che ieri pomeriggio si è ucciso - sparandosi un colpo di fucile - all’interno della sua azienda, la Cpa, centro di progettazione alluminio a Pietralata, immediate propaggini di Roma. L’ha trovato uno dei tre figli, insieme ad una lettera di spiegazioni e di scuse. Ultima vittima di una Spoon river - sono almeno dieci le vittime da inizio d’anno - che al mordere della crisi non vede altra soluzione che l’annientamento. Artigiani, piccoli imprenditori, pensionati.
«Monti si porterà i morti sulla coscienza. Mario non ha retto il peso di mettere in cassa integrazione almeno tre dipendenti» ha commentato sconvolto un amico d’infanzia dell’imprenditore. Perché la Cpa era ad un passo dal fallimento e Frasacco ha scelto di fare come Pasquale Clotilde, il corniciaio di Centocelle che, assediato dai debiti, l’altro ieri, s’è impiccato nel retrobottega. Come la 78enne di Gela che ieri s’è lanciata dalla finestra, perché le era stata decurtata la pensione, da 800 a 600 euro. Come Giuseppe Polignino che, perso il lavoro dopo la separazione dalla moglie, ieri s’è impiccato nella cantina comune di un caseggiato di viale Ungheria, a Milano. «Siamo sgomenti. Non possono più essere rinviate risposte concrete ai problemi delle imprese e riguardo allo sviluppo» ha detto il presidente di Confcommercio Roma, Giuseppe Roscioli. «Stava lottando per salvare la sua azienda - racconta Erino Colombi, presidente Cna Roma - Doveva partecipare ad una missione a Dubai, a maggio. Ha rinunciato, ma non immaginavo che la situazione fosse così grave».
«Siamo entrati in una contabilità di suicidi drammatica - dice il direttore della Cna romana, Lorenzo Tagliavanti - La politica ha il dovere di rispondere. Meno lacrime e più fatti». E il 18 aprile, a Roma, è stata organizzata una fiaccolata per i suicidi da crisi. 
MESTRE - Tra il 2008 ed il 2010, segnala la CGIA di Mestre, i suicidi per motivi economici sono aumentati del 24,6%, mentre i tentativi di suicidio, sempre legati alle difficoltà economiche, sono cresciuti leggermente meno: + 20%.
Dopo l’ennesimo suicidio di un imprenditore avvenuto oggi a Roma, la CGIA di Mestre torna su questa piaga sociale analizzando i dati sui suicidi denunciati alle forze dell’ordine in questi ultimi anni di dura crisi economica. Purtroppo, segnalano dalla CGIA, i dati forniti dall’Istat non ci consentono di riconoscere la professione svolta da queste persone (ovvero, se fossero imprenditori, lavoratori dipendenti, pensionati, etc.).
In termini assoluti, a fronte di 150 suicidi per ragioni economiche registrati nel 2008, nel 2010 (ultimo anno disponibile) i gesti estremi per motivi economici sono saliti a 187, mentre i tentativi di suicidio sono passati da 204 a 245. "Dopo gli ennesimi gesti estremi che si sono verificati in questi giorni - sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, è necessario intervenire con misure emergenziali. Sicuramente c'è un effetto imitazione e, come spesso succede in questi casi, il denominatore comune di tutte queste tragedie è la crisi economica. La sua gravità ha suscitato in molti piccoli imprenditori la perdita di sicurezza, solitudine, disperazione e ribellione contro un mondo che si sta rivelando cinico e inospitale. Come Associazione - conclude Bortolussi - ci siamo attivati sia a livello nazionale, sia a livello regionale, per dare vita ad un fondo di solidarietà col fine di evitare i suicidi tra i piccoli imprenditori".
Qualcuno sopravvive, ed è forse la cosa più dura. Per chi ha tentato negli ultimi due mesi di togliersi la vita, schiacciato dai debiti dell’azienda o dalla disoccupazione incancrenita, svegliarsi in ospedale è un nuovo giro di ruota. Fuori restano ad aspettarlo i debiti, le tasse, le banche che non prestano denaro, la famiglia che non ha più soldi in banca, gli esattori che non mollano.
Darsi fuoco, come i monaci tibetani, è tornato in voga da noi. L’estremo gesto l’hanno scelto in due, a distanza di 20 ore l’uno dall’altro, un ventisettenne marocchino di Verona e un muratore casertano di quasi 60 anni nella provincia di Bologna. Il primo – che urlava, tra le fiamme, “sono quattro mesi che non vengo pagato” – è quasi intatto, ragione sufficiente per derubricarlo a “gesto folle” e a chiederne la perizia psichiatrica.  Il secondo è ad un passo dalla morte, ustioni gravissime su tutto il corpo: era in macchina, davanti all’Agenzia delle Entrate, con due lettere sul sedile del passeggero. Una per la moglie, l’altra per l’Erario. “Ho sempre pagato le tasse, lasciate stare mia moglie”, dice il biglietto. Forse si salverà dalle ustioni, ma non dalla cartella esattoriale.
I numeri. Tra il 2010 e il 2011, 2 lavoratori e 2 imprenditori hanno tentato il suicidio, schiacciati dalla crisi dell’azienda o dal lavoro perduto: negli ultimi due mesi, ci hanno provato in dodici, e otto ce l’hanno fatta. C’è di tutto. Imprenditori sessantenni che si vergognano di dover licenziare i dipendenti di una vita; disoccupati piegati da mesi di ricerche a vuoto, con le tasche vuote e famiglie affamate; commercianti in rovina sotto la scure dell’Agenzia delle entrate. In tutta Italia, va detto, perché non c’è questione meridionale che tenga. La mappa è agghiacciante. Verona, Bologna, Ozzano Emilia (BO), Trani, Cepagatti (PE), Crispiano (TA), Belluno, Lucca, Noventa di Piave (VE), Firenze, Trento, Catania. Un suicida ogni 4 giorni fa pensare, quando il Governo dice che “siamo sulla giusta strada”.
Il binario giusto. Forse ha ragione la Commissaria europea Viviane Reding, “la Fornero riporta l’Italia sul binario giusto”, con la “certezza dei diritti per i lavoratori e flessibilità per le imprese”. Però i fatti sembrano parlare di un’italia diversa, tutt’altro che “paese forte”: un paese dove si muore per tutti i motivi sbagliati.
Che l’art.18 cambi o meno, i suicidi “economici” non caleranno. Perché non è questo il problema, non è qui che la disperazione della gente tocca il fondo. Il vero dramma è la speranza che non c’è più. Qualcuno l’ha tolta, agli italiani: l’ha tolta in vent’anni, con le mille promesse di prosperità e la ghigliottina della realtà. Di che cosa vogliamo occuparci allora, di gente disperata o di sondaggi elettorali rovinati da una firma alla riforma del Lavoro? Vogliamo stringere il cappio a chi si impicca disperato, o vogliamo allentarglielo e magari tagliare qualche spesa davvero inutile in bilancio?
Tra il 2008 e il 2010 i suicidi per motivi economici sono aumentati in Italia del 24,6%, mentre i tentativi di suicidio legati alle difficoltà economiche sono cresciuti del 20%. Lo sostiene la Cgia di Mestre, che ha analizzato i dati sui suicidi denunciati alle forze dell’ordine negli ultimi anni di crisi economica.
«Purtroppo - sottolinea la Cgia - i dati forniti dall’Istat non ci consentono di riconoscere la professione svolta da queste persone: se fossero imprenditori, lavoratori dipendenti, pensionati o altro».
Dopo gli ultimi gesti estremi - dal suicidio dell’anziana di Gela la cui pensione è stata ridotta a quello di un imprenditore che si è tolto la vita a Roma - il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi ha dichiarato che «è necessario intervenire con misure emergenziali: sicuramente c’è un effetto imitazione e, come spesso succede in questi casi, il denominatore comune di queste tragedie è la crisi economica».
In termini assoluti, a fronte di 150 suicidi e 204 tentati suicidi per ragioni economiche registrati nel 2008, nel 2010 - ultimo anno disponibile - i gesti estremi sono saliti a 187 per i suicidi e a 245 per i tentativi di suicidio.
«Come associazione ci siamo attivati a livello nazionale e regionale per dar vita a un fondo di solidarietà con il fine di evitare i suicidi tra i piccoli imprenditori - afferma Bortolussi - la Regione Veneto, che presenterà questa iniziativa nelle prossime settimane, ha in serbo un provvedimento di legge con un plafond di sei milioni di euro che costituirà una prima risposta a questa grave emergenza che ha colpito soprattutto il Nordest».
«La gente non arriva a fine mese, molti si stanno suicidando, lei questi suicidi ce li ha sulla coscienza» ha detto il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, parlando in aula alla Camera rivolgendosi al presidente del Consiglio, Mario Monti, che però era assente. Si allunga sempre più la lista delle persone che hanno tentato il suicidiocome ultimo, estremo, gesto a causa della crisi. Dipendenti licenziati, giovani disoccupati, persone attanagliate dai debiti, padri di famiglia che non riuscivano più a dar da mangiare ai figli e, ultimo caso di una macabra serie, i pensionati, sempre più poveri.

La tragedia della disperazione questa volta si è consumata a Gela, in provincia di Caltanissetta, dove una donna di 78 anni si è suicidata lanciandosi dal balcone di casa, al quarto piano di uno stabile. Alla base del gesto ci sarebbe il timore di non riuscire ad arrivare a fine mese dopo la decurtazione della pensione di 200 euro (da 800 a 600 euro). Una paura che avrebbe alimentato nell’anziana una depressione culminata nel suicidio. La tragedia di Gela, l’ennesima vergogna dello Stato italiano che usa la scure con i più deboli e che invece si dimostra genuflesso quando si tratta di ingrassare le banche e foraggiare l’intera cloaca di ladri parlamentari con privilegi e vitalizi, è solo l’ultima di una lunga serie. Il tutto mentre il governo della macelleria sociale, ansioso di rendere più facili i licenziamenti, si riempie la bocca di parole come mobilità flessibilità. Dall’inizio dell’anno sono già 16 le persone che si sono tolte la vita a causa della crisi. Segnali inquietanti. Un disagio mai preso in considerazione dalle isituzioni. A riguardo il silenzio imbarazzante dei professori-tecnici va a braccetto con le dichiarazioni complici del peggiore presidente che la storia della Repubblica abbia mai avuto, Giorgio Napolitano: «Non vedo esasperazioni, nutro molta fiducia sulla capacità di comprensione degli italiani sulla necessità di affrontare i cambiamenti e sulle strade nuove che questi cambiamenti prevedono». In tutta Italia, la mappa è agghiacciante: Verona, Bologna, Ozzano Emilia, Trani, Cepagatti, Crispiano, Belluno, Lucca, Noventa di Piave, Firenze, Trento, Gela. Un suicida ogni 4 giorni dovrebbe fare riflettere, quando il Governo dice che “siamo sulla giusta strada”. Invece no. Per Mario Monti, appena rientrato dal lungo viaggio asiatico, in una intervista al quotidiano La Stampa, ha affermato: «Sono cose drammatiche, anche in Grecia i suicidi sono molto aumentati, l’unica risposta adeguata e seria che possiamo dare è quella di risanare e rilanciare il Paese». Che l’art.18 cambi o meno, i suicidi “economici” non caleranno. Perché non è questo il problema, non è qui che la disperazione della gente tocca il fondo. Il vero dramma è la speranza che non c’è più. La politica, infarcita di ladri e parassiti, l’ha tolta, agli italiani con promesse di prosperità e la realtà della ghigliottina.
Grecia: anziano suicida in Piazza Syntagma per la 'crisi economica'! Ieri mattina la Grecia è stata scossa dalla notizia del suicidio in piazza Syntagma di uomo di 77 anni, Dimitris Christoulas, il quale intorno alle 9 si è sparato alla testa. L'uomo era un farmacista in pensione, che aveva venduto la sua farmacia nel 1994 e che prima di uccidersi avrebbe più volte gridato di non voler lasciare debiti ai suoi figli. Diffusasi la notizia, è stato creato un evento su Facebook con l'invito di trovarsi in serata in piazza Syntagma: "Tutti a Syntagma. Non abituiamoci alla morte".
Asteris Masouras, autore di Global Voices, ha creato un pezzo su Storify  raccogliendo vari materiali online sull'evento. In particolare Twitter è stato l'ambito dove reazioni e commenti si sono succeduti in maniera costante nell'arco dell'intera giornata. 

MONTI "STERMINATOR" CHE LAVORA PER LA  GOLDMAN SACHS E' A CAPO DI UN GOVERNO CRIMINALE E SANGUISUGA! 

Goldman Sachs, il lato ombra di Draghi e Monti:
Nei giorni scorsi Le Monde ha scritto che la Goldman Sachs rappresenta il lato ombra di Mario Draghi, ex governatore della Banca d’Italia e attuale presidente della Bce. Alla lista va aggiunto anche Mario Monti. Vediamo perché.
La Goldman Sachs è la più potente banca d’affari americana, che condiziona mercati e governi. Ha detto la verità il trader indipendente Alessio Rastani, prendendosi gioco della Bbc e rilasciando un’intervista in cui dichiarava che “i governi non  governano il mondo, Goldman Sachs governa il mondo. Nel film Inside Job, del regista Charles Ferguson, la banca d’affari risulta tra le protagoniste della crisi economica innescata nel 2008 negli Stati Uniti. In questo lungo post sul mio blog trovate la storia completa.
Ma è interessante notare come gli uomini della Goldman hanno ricoperto incarichi importanti nell’amministrazione Usa, arrivando a ruoli di primo piano. Durante l’amministrazione Clinton l’ex direttore generale della Goldman Sachs, Robert Rubin, divenne sottosegretario al Tesoro. Nel 2004, Henry Paulson, amministratore delegato dalla Goldman, fece approvare alla Commissione dei Titoli e Scambi un aumento dei limiti sul rapporto di indebitamento, permettendo alle banche d’investimento di avere ulteriori prestiti da utilizzare  per manovre di speculazione. Nel 2005 Raghuram Rajan, capo economista del Fondo Monetario Internazionale (2003-2007) pubblicò un rapporto in cui annunciava il rischio che le società finanziarie, assumendo grandi rischi per realizzare enormi profitti a breve termine, avrebbero potuto far collassare il sistema economico. Nella prima metà del 2006 la Goldman Sachs vendette 3,1 miliardi di dollari di Cdo e in quel periodo l’amministratore delegato era proprio Henry Paulson. Il 30 maggio 2006 George Bush lo nominò segretario del Tesoro e fu costretto a vendere le sue azioni della Goldman, intascando 485 milioni di dollari (e grazie a una legge di Bush padre non pagò nessuna tassa).
Nell’aprile del 2010 i dirigenti della Goldman Sachs furono costretti a testimoniare al Congresso americano: Daniel Sparks, ex capo reparto mutui della Goldman (2006-2008) dovette riferire su alcune email in cui definiva certe transazioni “affari di m…”. Fabrice Tourre, direttore esecutivo prodotti strutturati della Goldman Sachs vendeva azioni che definiva “cacca”. Llyod Blankfein, presidente di Goldman, e David Viniar, vicepresidente esecutivo, sotto le pressanti domande del senatore Carl Levin furono costretti ad ammettere che sapevano di vendere spazzatura.
Purtroppo anche Barack Obama ha confermato il potere della banca d’affari. Il nuovo presidente della Federal Reserve Bank di New York (principale azionista della Fed) è William Dudley, ex capo economista della Goldman (che nel 2004 lodava i derivati). Capo del personale del dipartimento del Tesoro è Mark Patterson, ex lobbista della Goldman Sachs. A capo della Cfct si è insediato Gary Gensler, ex dirigente della Goldman Sachs che aiutò ad abolire la regolarizazione dei derivati.
Anche in Europa la Goldman manovra da tempo. Nel 1999 la Grecia non aveva i numeri per entrare nell’euro. Quindi truccò i bilanci. Su Presseurope Gabriele Crescente scrive: Nel 2000 Goldman Sachs International, la filiale britannica della banca d’affari americana, vende al governo socialista di Costas Simitis uno “swap” in valuta che permette alla Grecia di proteggersi dagli effetti di cambio, trasformando in euro il debito inizialmente emesso in dollari. Lo stratagemma consente ad Atene di iscrivere il ‘nuovo’ debito in euro ed escluderlo dal bilancio facendolo momentaneamente sparire. E così Goldman Sachs intasca la sua sostanziosa commissione e alimenta una volta di più la sua reputazione di ottimo amministratore del debito sovrano.”
Ora torniamo a Mario Draghi. Dal 2002 al 2005 è stato vicepresidente e membro del management Committee Worldwide della Goldman Sachs. Insomma: proprio nel periodo in cui in America le banche d’affari erano scatenate in manovre speculative e scavavano il baratro finanziario che si è materializzato nel 2008, trascinando il resto del mondo. Non sapeva nulla di queste tendenze l’economista italiano?
Anche Mario Monti lavora per la banca d’affari: dal 2005 è International Advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del “Goldman Sachs Global Market Institute”. Cioè dall’anno in cui si stava progettando la crisi economica mondiale, di cui parlerò in una conferenza gratuita.
Queste informazioni, purtroppo, la stampa italiana le ha ignorate. Ma la Rete no.  Durante la seconda puntata di Servizio Pubblico il blogger Claudio Messora ha spiegato il rapporto tra Mario Monti e la Goldman. E ha citato un articolo di Milano Finanza che – unica eccezione – ha rivelato il ruolo della Goldman Sachs nel rialzo dello spread dei titoli italiani in questi giorni. In pochi minuti su Facebook è cambiata l’opinione degli utenti all’interno di un sondaggio: prima volevano Monti presidente del Consiglio, dopo le rivelazioni hanno cambiato idea. E’ la prova che se l’informazione facesse il suo dovere avremmo meno lobby al potere e più democrazia.
Dopo aver affamato i pensionati, aumentato la benzina e l’iva, spremuto i contribuenti con nuove tasse al punto da violentare lo “stato di diritto”, adesso Mario Monti vuole i licenziamenti di massa perché lo richiede il mercato che vuole tornare a investire in Italia. Naturalmente è l’ennesima balla, perché le aziende straniere non investiranno mai un centesimo finché  regnerà la corruzione, la burocrazia, la giustizia lenta e la casta politica. Ma l’attuale premier usa le televisioni in perfetto stile berlusconiano (spiega una balla come fosse una verità) e procede nel suo progetto di ferire il tessuto sociale, favorendo l’aumento della disoccupazione in nome di una parola che sta svuotando le democrazie e impoverendo il mondo: il mercato.
E’ un metodo inaccettabile. Forse il Professore lo ha imparato lavorando per Goldman Sachs, la banca d’investimenti americana che ha contribuito a innescare la crisi finanziaria del 2008, trascinando nel baratro le economie del mondo. Una banca a delinquere accusata di truffa e finita sotto inchiesta, definita da un ex manager – poche settimane fa – “un ambiente tossico e distruttivo” che considera i clienti dei “pupazzi” a cui vendere derivati avvelenati, pensando unicamente al dio denaro. E’ questo il suo mercato, mister Monti? Non prova imbarazzo, egregio presidente del Consiglio, per l’incarico che ha ricoperto all’interno di una piovra finanziaria che rappresenta un pericolo per le democrazie mondiali?
Nella conferenza stampa in cui Monti & Company hanno fatto a pezzi l’articolo 18 nessun giornalista ha chiesto come mai il debito pubblico italiano è aumentato di 59 miliardi durante la permanenza del professore a Palazzo Chigi, sfiorando ormai i 2 mila miliardi. Oppure perché il suo governo non ha tassato i grandi patrimoni, ha abbassato la testa di fronte alla lobby dei tassisti, ha ammorbidito la posizione verso le banche, ha bloccato la vendita delle frequenze televisive (il cosiddetto Beauty contest tanto caro a Berlusconi). Eppure anche questo è mercato, no?
Diciamo la verità: l’intezione di facilitare i licenziamenti ha rivelato il vero volto di mister Monti. È un uomo del mercato: freddo, tecnico, insensibile al dolore della gente che perde il lavoro e la speranza nel futuro. Un uomo delle banche che mette al riparo i ricchi e indebita il popolo. Un alleato della Banca centrale europea di Mario Draghi, anche lui consulente della Goldman Sachs, a cui deve assicurare che gli interessi del mercato verranno salvaguardati. Insomma, un premier arrogante che pensa allo spread e lascia in lacrime gli italiani. Il suo ministro del Lavoro, Elsa Fornero, adesso dice: “O si approva la riforma del lavoro o si va tutti a casa”. Ecco, vada tranquillamente a casa mister Monti, insieme ai suoi tecnici. E si occupi con sobrietà delle sue consulenze con le banche del mercato.
La Goldman Sachs? Una banca d’affari che in Europa ha «tessuto una rete d’influenza unica sedimentata nel corso dei lustri grazie a una fitta trama sia pubblica, sia sotterranea».
A dirlo non sono i soliti quattro gatti appassionati di trame e complotti internazionali, ma quelli di Le Monde. La bibbia dei “gauche caviar” d’Oltralpe parte da Mario Monti e Mario Draghi per accusare la banca d’affari statunitense di gestire un occulto direttorio europeo capace di manovrare, in base ai propri interessi, gli uomini chiamati prima a generare e poi governare la crisi dell’euro.
La caccia di Le Monde ai Goldman’s Boy parte proprio da Mario Monti. Come ricorda il quotidiano francese il nostro premier in pectore ha collezionato non solo l’incarico di consigliere internazionale della Goldman Sachs, conferitogli nel 2005, ma anche le cariche, non proprio ininfluenti, di presidente della Commissione Trilaterale e di socio del Bilderberg Group.
Ma l’appartenenza alla Trilaterale e al Bilderberg sembrano dei requisiti irrinunciabili per tutti i Messia delle disastrate nazioni europee.
Non a caso Peter Denis Sutherland presidente non esecutivo della Goldman Sachs International, membro del Bilderberg Group e presidente onorario della Trilaterale, è stato chiamato a dirigere le operazioni per il salvataggio dell’economia irlandese. Peccato che la Commissione Trilaterale, ideata nel 1973 da David Rockfeller, venga spesso accusata di non essere non soltanto un “think tank” dedito al coordinamento delle politiche di Asia, Europa e Stati Uniti, ma un centro di potere occulto creato - scriveva il senatore repubblicano Barry Goldwater - per sviluppare «un potere economico mondiale superiore ai governi politici delle nazioni coinvolte».
Ben peggiori sono però, ricorda Le Monde, i sospetti che circondano Mario Draghi l’attuale governatore della Bce, titolare tra il 2002 e il 2005 della carica di vice presidente della Goldman Sachs International. In quel fatale 2005 la Goldman Sachs rifila alla Grecia gli strumenti finanziari indispensabili per nascondere i debiti e metter piede nell’euro. A render possibile il raggiro targato Goldman Sachs contribuisce non poco Lucas Papadémos, il premier greco, membro come Mario Monti della Commissione Triennale, chiamato oggi - al pari del “Supermario” nostrano - a salvare la patria in pericolo.
Una patria accompagnata da lui stesso sull’orlo del precipizio quando, da governatore della Banca Centrale di Atene, affida a Petros Christodoulos, un ex gestore di titoli della Goldman, lo scellerato maquillage dei conti ellenici.
Tra i Goldman’s Boys nostrani Le Monde dimentica Romano Prodi. A puntare il dito sull’ex premier dell’Ulivo ci pensa già nel 2007 il Daily Telegraph accusandolo di esser stato sul libro paga della Goldman una prima volta tra il 1990 e il 1993 e poi di nuovo dopo il 1997.
Ma alla luce dello scenario disegnato da Le Monde è assai interessante anche il “cursus honorum” di Massimo Tononi, il 47enne manager bocconiano nominato nel 2006 sottosegretario all’Economia del governo Prodi dopo una fulgida carriera in Goldman Sachs. Tornato alla Goldman dopo quell’esperienza, Tononi è oggi il presidente di Borsa Italiana, la società di proprietà del London Stock Exchange che controlla Piazza Affari. Una carica assunta lo scorso giugno, poche settimane prima del fatidico decollo dello spread. Uno di quei casi che solo Dio sa spiegare. Non a caso Lloyd Craig Blankfein, presidente dal 2006 della Goldman Sachs e grande finanziatore delle campagne elettorali di Obama, spiega così il suo mestiere di banchiere.

Le banche istigano al suicidio, una procura avvia le indagini:

E' questa una delle accuse mosse da Adusbef in un esposto inviato alle maggiori procure italiane. Sono ipotizzati anche i reati di truffa, peculato, abuso d’ufficio e appropriazione indebita. La novità delle ultime ore sta nel fatto che, secondo quanto detto ad Affaritaliani.it dal presidente di Adusbef Elio Lannutti, "una delle procure ha già affidato le deleghe per l’inizio delle indagini alla guardia di finanza!"


Le banche istigano al suicidio. E' questa una delle accuse mosse da Adusbef in un esposto inviato alle maggiori procure italiane. Oltre all’istigazione al suicidio, sono ipotizzati altri reati: truffa, peculato, abuso d’ufficio e appropriazione indebita. La novità delle ultime ore sta nel fatto che, secondo quanto detto ad Affaritaliani.it dal presidente di Adusbef Elio Lannutti, “una delle procure ha già affidato le deleghe per l’inizio delle indagini alla guardia di finanza”.
L’accusa parte dalle due operazioni di Ltro. Cioè dai finanziamenti concessi dalla Bce a un tasso agevolato dell'1%. L'iniziativa ha permesso agli istituti italiani di incamerare 251 miliardi di euro. Una iniezione di liquidità che, secondo Adusbef, gli istituti hanno tenuto per sé. “Quel finanziamento – afferma Lannutti – doveva servire a immettere nuova liquidità sul mercato e aumentare la disponibilità di credito verso le aziende. E invece è stato usato per pagare i bonus dei manager o per ripianare i bilanci delle banche. Mentre la crisi ha portato una catena di fallimenti, licenziamenti e suicidi”. La nostra, prosegue Lannutti, “è una campagna contro le banche e i banchieri, che ormai si credono padroni del mondo e hanno potere di vita o di morte sui governi”. Il tono dell’esposto presentato da Abusbef è duro quanto le parole del suo presidente: “Siamo dinanzi ad un modus operandi – si legge nel testo della denuncia - che se da un lato integra l’ipotesi di una vera e propria truffa, dall’altra apre le porte ad ipotesi delittuose vicine alla distrazione di denaro pubblico per fini privatistici e riservato ai compari di merende!"

di Paolo Fiore

Notizie estrapolate in Internet da Alexander Mitrokhin















martedì 6 dicembre 2011

L'Italia in crisi chiede sacrifici ai poveri e normali cittadini che lavorano onestamente o sono in pensione, intanto la "casta" gode: l'ex-Ministro della Difesa Ignazio La Russa acquista un appartamento di lusso in Val d'Aosta alla modica cifra di 2.000.000,00 € (Duemilioni di euro!) con arredamento antico e pavimento in legno restaurato del 1600, lo Stato Italiano sta per acquistare 20.000.000.000,00 € (Ventimiliardi di euro!) di armamenti, caccia bombardieri ultra-tecnologici Americani a propulsione termo-nucleare! Tutto a spese nostre, sulle spalle nostre! I ricchi straguadagnano sulla nostra miseria e povertà!


E' deciso, l'Italia in crisi comprerà 131 caccia bombardieri nucleari F35 Lockheed. La produzione sarà avviata a fine 2012 nel cantiere di Cameri, in provincia di Novara. A metà 2013 le prime consegne. Non si sa come li useremo. Ci costeranno quasi quanto una finanziaria. Mario Caprara di Radio Capital ne ha parlato con il pacifista Flavio Lotti, coordinatore del Tavolo per la Pace! 

Fonte: http://video.repubblica.it


Crollo dell'Euro: 

"Una farsa degli Illuminati?"


La crisi finanziaria galoppante che sta attanagliando l'Europa sembra costringere Bruxelles a prendere dei provvedimenti fiscali ancora più drastici, che obbligheranno i singoli stati a dure manovre correttive. Che sia questo l'ultimo sfrontato attacco degli Illuminati o un inganno per costringere i paesi dell'Euro a manovre improponibili.

Le ultime notizie riportate dalla stampa mondiale parlano di un imminente crack dell'Euro. La situazione sembra essere dettata da disastrosi previsioni di bilancio per il 2012 e 2013 e da una sempre più scarsa insonvibilità finanziaria.
La Merkel, il cancelliere tedesco, capo del governo del paese economicamente più forte della Comunità europea, dopo aver ostinatamente detto il suo "no", alla creazione degli "Euro Bond", i titoli di credito per la raccolta di liquidità dei singoli stati, è tra i capisaldi dell'ostinata guerra finanziaria, che obbliga gli stati più deboli, tra cui l'Italia, a effettuare manovre finanziarie antipopolari, straordinarie e fortemente restrittive.
La stragrande maggioranza della popolazione europea è ignara di tutto quello che sta accadendo e soprattutto innocente. La politica di Bruxelles, impone rigore, per porre rimedio ad una crisi di cui nessuno è colpevole. Non lo sono i milioni di lavoratori, forse non lo sono nemmeno gli sperperi della politica e lo sfruttamento del lavoro delle imprese. Addirittura pare che, non lo sia nemmeno la corruzione e l'evasione fiscale.
Questa volta la crisi, non è nemmeno nata dai crack di alcune grosse banche e istituti finanziari come quella del 2008. La crisi che stiamo vivendo pare così irreale, che sorge il dubbio che sia stata costruita nelle borse per affondare l'Euro e l'Eurozona.
Questo crack non è escluso dai portavoce della Goldman Sachs americana: "Le possibilità di sviluppi più caotici, come il crollo dell'euro, sebbene ancora minori, sono cresciute", hanno comunicato dopo l'apertura dei mercati azionari. Per l'Europa è prevista una lieve recessione.
Mervyn King, capo della Bank Of England ha spiegato, che in merito a questa disastrosa situazione: "non intendo dare dettagli, ma certamente stiamo preparando dei piani di emergenza. Forse, l'Eurozona non si dissolverà, o sopravviverà in varie forme, ma forse c'è anche la possibilità di un default. Nessuno di noi puo' saperlo".
Per il banchiere britannico "la crisi dell'area euro è una crisi di solvibilità non di liquidità. E l'interconnessione delle grandi banche significa che anche il sistema bancario e le economie mondiali ne risentono. Solo i governi direttamente interessati possono trovare la via di uscita dalla crisi. Ma qui nel Regno Unito dobbiamo rafforzare la resistenza del sistema finanziario", ha concluso King.
Da queste parole si capisce come in effetti la crisi è legata alla solvibilità delle banche e che solo manovre restrittive dei singoli stati possono sistemare.
E' lecito dunque ipotizzare che, la situazione che stiamo vivendo sia una grande farsa per obbligare gli stati a depaupurare ancor piu le finanze dei propri cittadini?
Ovviamente la "grande crisi" senza testa né coda, che è stata inscenata è risolvibile solo con le riforme, secondo il pensiero di Mario Draghi:
"Per evitare lo scenario peggiore prospettato dalla Bank of England, il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha ribadito stamane che i Paesi finiti nel mirino dei mercati "devono fare le riforme", e soprattutto "intervenire in modo strutturale sulle loro economie". Spagna e Italia, però, "sono ora sulla strada giusta".
A Strasburgo (sede del Parlamento Ue), il numero uno dell'Eurotower ha anche tracciato una road-map per risolvere la crisi dell'eurodebito. Ci sono "tre pilastri per ricostruire la credibilità della moneta unica" e "superare la situazione". "Il primo è fissare un ancoraggio che guarda al futuro. Dobbiamo, po,i ridisegnare le regole fiscali", cosa che "presuppone un accordo", ha aggiunto Draghi.

Per l'Europa dunque, tradotto in soldoni, basterebbe applicare nuove tasse, o ridurre ancor più gli stipendi, magari togliere anche le 13me, le pensioni, aumentare ancor più le aliquote, la benzina ecc... Siamo dunque alle solite e la soluzione è sempre e soltanto la stessa: tasse e tagli.
Purtroppo, peró, in questo momento storico, che dura da troppo tempo, la popolazione degli stati europei è giá fiaccata da precedenti tagli e tassazioni alle loro rendite e stringere ancor di più la corda, significherebbe sofforare definitivamente la vita dei cittadini europei.

RIDOTTI IN SCHIAVITU'?

Il disegno di questi pazzi senza scrupoli, gli "Illuminati", che presumibilmente manipolano i giochi di borsa, alla fine è molto semplice e viene facilmente inquadrato dall'equazione di Icke:

PROBLEMA-REAZIONE-SOLUZIONE

I mercati delle finanze alla mercé degli Illuminati scatenano il PROBLEMA speculando sulla solvibilitá degli Istututi di credito fino ad intaccare la stessa solidità dell'Euro. Il rischio di recessione e di default dei singoli stati, obbliga i capi di governo ad una repentiea REAZIONE proclamando lo stato di crisi e di emergenza. Ecco a tal proposito le parole del nuovo Presidente del Consiglio italiano Mario Monti, in vista del decisivo appuntamento dell'8 e 9 dicembre. Vertice che egli stesso definisce decisivo per il destino dell'Unione europea.
"Sono in programma incontri con le forze politiche e le parti sociali, ma la linea pare giá sostanzialmente tracciata, anche sulle pensioni. Rivolgere un appello a tutti. Siamo in una situazione "straordinariamente delicata". Sarà un appello al senso collettivo di responsabilità, perché se l'Italia manca questo passaggio fondamentale, vi saranno conseguenze molto gravi per tutti.
Mario Monti quindi ammonisce il Paese. Se sostanzialmente non si dovesse trovare una soluzione al problema finiremmo tutti molto male... minacce all'intera popolazione, ingnara del significato profondo di quello che sta accadendo!
Poi continua: "In poche parole, certe ritualità e tradizioni ora passano in secondo piano. Dietro il Parlamento e le forze sociali vi sono i cittadini che sembrano apprezzare il lavoro che stiamo svolgendo al servizio del paese. I sondaggi? Cercheró di seguirli il meno possibile, altrimenti mi farei illusioni non durature".
Mario Monti dunque è l'ennesimo prestanome delle lobby bancarie, chiamato a sostituire l'ormai impopolare Berlusconi, per attuare i dictat di Bruxselles.
Ecco quindi che con l'ennesima manovra prende forma la SOLUZIONE al problema.
Continua Mario Monti: "... far fronte al peggioramento del deficit per effetto dell'ulteriore frenata del Pil. A conti fatti, 11 miliardi cui andrà aggiunto un quinto in più : il pacchetto di riforme strutturali con impatto immediato sul deficit, dunque già a partire dal 2012. Ci si avvicina in tal modo ai 20 miliardi ipotizzati in questi giorni. Agiremo con rapidità" assicura il premier. "Mi dicono che normalmente occorrono cinque o sei settimane per mettere a punto una manovra. Noi lo faremo in tempi molto ristretti", ovviamente senza perdere tempo, prima che l'effetto panico passi, prima che la gente si possa rendere conto della grande truffa che sta subendo.
Molti di voi potrebbero non credere a quanto detto. Allora è bene sapere chi è ad esempio Mario Monti:
"Mario Monti oltre ad essere un noto economista è anche il Presidente europeo della Commissione Trilaterale. La Commissione Trilaterale o Trilateral Commision è un’organizzazione fondata il 23 giugno 1973 da David Rockefeller, presidente della Chase Manhattan Bank, e di altri dirigenti del gruppo Bilderberg e del Council on Foreign Relations, tra cui Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski. La Trilaterale conta come membri più di 300 influenti privati cittadini (uomini d’affari, politici, intellettuali) dall’Europa, dal Giappone e dal Nord America, con l’obiettivo dichiarato di promuovere una cooperazione più stretta tra queste tre aree. Ha sede sociale a New York. Si tratta di una organizzazione che ha per fondamento oltre che il liberismo economico anche una sorta di ideologia mondialista in base alla quale, come già detto per il gruppo Bildenberg, esisterebbe una sorta di governo di saggi che potrebbe tenere le fila del mondo intero, anche la Trilateral ha rapporti con gli Illuminati, taluni cercano la ragione della nascita della Trilateral con la necessità del think tank americano di proporre una idea alternativa e forte in una situzione americana (negli anni 70) in cui il potere economico veniva minato dalla Guerra del Vietnam. 
La Trilateral, non è un livello segreto infatti si trova persino il sito web che riporta, Mario Monti presidente dell’ufficio Trilateral della regione europea, come sappiamo però l’organizzazione è stata spesso oggetto e soggetto di molte critiche tanto è che nelle note teorie del complotto spesso ampio spazio è dedicato alla Trilateral. 
Il nuovo Premier italiano dunque sarebbe persino membro di una organizzazione sovranazionale che non nasconde i suoi interessi mondiali.
Nei fatti è noto che Monti ha studiato presso la famosa università americana di Yale, dove ha sede anche uno dei bracci più segreti della massoneria la Skull and Bones, ovvero teschio e ossa, la società fondata nel 1832 da William Huntington Russell e Alphonso Taft, la società nasce prima con spirito goliardico ma poi diventa una vera e propria società segreta con metodi e prassi di affiliazione simili a quelli dei Framassoni, anche la Skull and Bones è uno dei soggetti principi della teoria del complotto ma, più che tutto è nota al mondo l’influenza che i Bonesmen hanno nei media di tutto il mondo. Non basta però quel che già è stato scritto, Mario Monti apprezza ed è amato nei luoghi di potere infatti risulta essere l’International Advisor di Goldman Sachs, parte dell’advisory board di Coca Cola Company, la Goldman Sach è un istituto bancario che offre servizi e specula con elevato rischio, il nome di questo gruppo bancario lo si trova nella brutta questione delle case ipotecate in America, ma il suo “zampino” c’è anche in Grecia ed in Argentina, tanto è che sul gruppo pendono persino inchieste ed indagini per danni e truffa dei propri clienti".

Il sostituto di Berlusconi quindi, non è nient'altro che un ennesimo prestanome degli Illuminati e bastano i suoi precedenti con le famiglie Rockfeller e Bildenberg, per capire, cosa si nasconda sotto il finto buonismo di risanamento del Paese cui è stato legittimato a svolgere nel suo mandato.
Ecco quindi chiaro, il disegno in atto in Europa. La minaccia della caduta dell'Euro è quindi FASULLA, ed è soltanto un pretesto per far risultare popolari ai vari parlamenti europei dei singoli stati, manovre restrittive che altrimenti sarebbero improponibili.
Il piano dei banchieri è dunque quello di levare completamente il potere di acquisto alla popolazione e renderla schiava, togliere le pensioni ai lavoratori e sfiancare ogni risparmio per tenerci schiavi del Nuovo Ordine che sta velocemente prendendo piede in Europa.
A cura di Arthur McPaul

Fonti:

http://affaritaliani.libero.it/economia/eurodebitocrisi_mervin_king_bank_england01122011.html?refresh_ce

http://ilsole24ore.com/sole24orem/post/99?url=Aa2LjAQE

http://mediterranews.org/2011/11/tutto-quello-che-nessuno-ti-dice-su-mario-monti-dalla-skull-and-bones-alla-trilateral-passando-per-la-goldman-sachs
/
 
http://nemsisprojectresearch.blogspot.com 

sabato 3 dicembre 2011

Lunedì arriva la manovra del governo Monti: in agenda pensioni, piano casa, iva e lavoro...


 Sopra, Beppe Grillo attacca il Governo Monti su La 7

Sarà un altro fine settimana ricco di rumor, indiscrezioni e prese di posizione. E´ il week end che anticiperà l´approvazione della manovra "equità-crescita-rigore" del nuovo governo Monti. Il premier domenica incontrerà i sindacati e i rappresentanti degli enti locali per illustrare le linee guida dei provvedimenti che il Consiglio dei Ministri varerà il giorno successivo. La manovra, che potrebbe aggirarsi intorno ai 25 miliardi di euro, secondo le intenzioni del professore dovrebbe stimolare la crescita e contenere l´enorme debito pubblico, ma al suo interno ci saranno anche "riforme strutturali" per centrare il pareggio di bilancio entro il 2013. L´approvazione dell´intero pacchetto dovrebbe avvenire in tempi record, ovvero prima delle festività natalizie.

Riforma previdenziale
 
E´ lo snodo più critico di tutta la manovra, viste le forti resistenze da parte dei sindacati e di alcune forze politiche. Come accennato a Bruxelles dal ministro del Welfare, Elsa Fornero, il nuovo sistema pensionistico sarà contributivo "pro rata" per tutti a partire dal prossimo anno. In parole molto semplici: ogni individuo incasserà nella misura di quanto ha dato. Secondo le ultime ipotesi, l´idea che avanza è quella di un innalzamento immediato dell´età pensionabile delle donne a 62-63 anni per poi raggiungere nel 2016-2018 la soglia di vecchiaia per gli uomini che potrebbe aumentare da 65 a 66 anni. Per usufruire dei trattamenti pensionistici, inoltre, potrebbe essere inserito l´obbligo della maturazione di almeno 20 anni di contributi.


Piano Casa

E´ l'altro pilastro della manovra Monti che dovrebbe ruotare intorno alla reintroduzione dell´Ici sulla prima casa, cancellata definitivamente nel 2008 dal governo Berlusconi. Per salvaguardare il principio di equità, l´imposta sulla prima abitazione potrebbe andare a braccetto con una serie di detrazioni in base al reddito e alla composizione del nucleo famigliare. L´Ici dovrebbe diventare "super" per le seconde e le terze case. Queste tasse, con ogni probabilità, confluiranno nella nuova Imu (Imposta municipale unica) e saranno accompagnate dalla rivalutazione delle rendite catastali (ferme dal 1996), elevandole al 15-20% sui valori attuali. Con la reintroduzione dell´Ici sulla prima casa si allontanerebbe l´ipotesi della patrimoniale, anche in forma soft.

Iva più salata per tentare di abbassare Irap e Irpef

Spostare la tassazione da individui e aziende ai consumi e patrimoni. In quest´ottica dovrebbe inserirsi un ulteriore ritocco verso l´alto dell´Iva ordinaria, già portata al 21% dall´ultima manovra del governo Berlusconi. Secondo indiscrezioni di stampa ci potrebbe essere anche un innalzamento dell´Iva agevolata dal 10% all´11%, mentre non dovrebbe subire variazioni l´Iva al 4% (acquisto prima casa e beni alimentari). La maggiore tassazione sui consumi, secondo le intenzioni del nuovo esecutivo, dovrebbe favorire un abbassamento della pressione fiscale su individui e imprese (Irpef e Irap).

Lavoro

Su questo fronte la confusione è ancora alta e solamente nelle prossime ore si saprà qualcosa di più. Un primo provvedimento, ipotizzato da Corrado Passera durante l´incontro con le imprese, riguarda la possibilità di pagare i debiti arretrati verso i privati della pubblica amministrazione attraverso i titoli di Stato. Infine, il ministro Elsa Fornero si è detta favorevole all´introduzione del "reddito minimo garantito", che al giorno d´oggi è presente in ogni Paese dell´Unione Europea, tranne la Grecia, la Bulgaria e appunto l´Italia.


Fonte: Finanza.com
 
ROMA - Prende forma la manovra che verrà varata lunedì dal Consiglio dei ministri. Il governo starebbe valutando anche l'aumento delle aliquote Irpef di 2 (ma anche fino a 3) punti per gli scaglioni oggi al 41 e 43% che passerebbero così al 43 e 45%.

Quasi due ore di colloquio al Quirinale per fare il punto sulle misure per affrontare la crisi economica. Il presidente del Consiglio Mario Monti è salito in serata al Quirinale, accompagnato da Piero Giarda e Vittorio Grilli, per illustrare al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le linee del pacchetto delle misure economiche che intende sottoporre lunedì al Consiglio dei Ministri e trasmettere subito dopo alle Camere. Non c'è ancora un testo definitivo ma solo bozze con un work in progress, si spiega in ambienti di governo.

Spunta poi una super-tassa sulle barche e i beni di lusso. Lo riferiscono all'agenzia Radiocor fonti tecniche che lavorano al provvedimento, spiegando che il valore della Manovra lorda sarà superiore ai 20 miliardi, cifra che andrà prevalentemente a correzione del deficit. La nuova tassa allo studio si accompagnerà alla patrimoniale o super-Ici sulle seconde e terze case (la scelta tra le due ipotesi non è ancora stata fatta), su cui si sta studiando un meccanismo di riserva per lo Stato, cioè una parte del gettito dovrà essere riversata dai Comuni all'Erario.

Il pacchetto fiscale, che sarà significativo e dovrebbe assicurare circa i due terzi delle risorse, contiene anche la reintroduzione dell'Ici sulla prima casa, con un'aliquota più bassa di quella vecchia e un'ampia manovrabilità per i Comuni: fermo il valore della rendita, si agirà sulla percentuale di adeguamento o sul moltiplicatore per allargare la base imponibile dell'imposta.

Quanto all'Iva, l'eventuale aumento non scatterebbe subito, ma verrà legato all'attivazione della clausola di stabilità prevista dalla delega fiscale.

Per il resto, sul fronte delle spese, oltre al capitolo pensioni, si lavora sulla sanità e sulle Autonomie, alle quali verrebbe chiesto un nuovo contributo di circa 3-4 miliardi: due alle Regioni (tramite sanità e personale), uno ai Comuni e 500 milioni alle Province. Il pacchetto-sviluppo, che farà salire l'importo della Manovra oltre i 20 miliardi, sarà concentrato su un alleggerimento dell'Irap, ma non sul cuneo fiscale.

La sanità non uscirà intoccata dalla manovra che il governo Monti si appresta a varare: il taglio di 2,5 miliardi di euro al Fondo sanitario nazionale, previsto dalla manovra di agosto per il 2013, potrebbe essere anticipato già all'anno prossimo. E per il 2013 potrebbe arrivare a 5 miliardi di euro.

Il premier Mario Monti vedrà domani mattina alle 10.30 una delegazione del Terzo polo composta da Pier Ferdinando Casini (Udc), Francesco Rutelli (Api) e Benedetto Della Vedova (Fli). Alle 12 Monti vedrà invece il segretario del Pdl, Angelino Alfano, con i capigruppo Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. Il segretario del pd, Pier Luigi Bersani. Il governo ha convocato invece le parti sociali per domenica alle 9,30 per illustrare la manovra.

Pronta la stretta del governo sulle pensioni. Degli interventi farà certamente parte il pacchetto pensioni confermato da Elsa Fornero, con l’introduzione dal prossimo anno del sistema di calcolo contributivo pro rata e l’accelerazione del percorso di parificazione dell’età di vecchiaia tra uomini e donne, nel settore privato. Un percorso che il prossimo anno prevederebbe un primo impegnativo gradino di due anni: il requisito per l’uscita passerebbe da 60 a 62 anni, cioè almeno 63 effettivi considerando i 12-18 mesi da attendere prima della decorrenza effettiva (la cosiddetta finestra mobile).

Nel complesso, dal capitolo previdenza dovrebbero arrivare circa 5 miliardi. Altri 6 il governo conta di ricavarli dal pacchetto casa (reintroduzione dell’Ici sull’abitazione principali e inasprimento del prelievo sugli altri immobili, anche per effetto della rivalutazione delle rendite catastali). Il ritocco dell’imposta sul valore aggiunto garantirebbe invece circa 3 miliardi se applicato sulle sole aliquote agevolate, di più se toccasse di nuovo l’aliquota ordinaria che già il precedente esecutivo aveva portato dal 20 al 21.

Abbassamento della soglia al di sopra della quale scatta il divieto di contante: dagli attuali 2.500 euro scenderebbe a 500. Importo decisamente basso visto che si tratta di un divieto di carattere generale, collegato alla normativa anti-riciclaggio. Ma è stato preso in considerazione un obiettivo ancora più ambizioso, con la soglia ridotta fino a 100 euro. Lo stesso importo che si era posto come traguardo il governo Prodi relativamente però non al divieto generale, ma ad uno specifico applicato ai pagamenti fatti ai professionisti. Quella norma fu prima resa graduale, quindi cancellata dal centro-destra dopo la vittoria elettorale del 2008. Sempre in chiave di lotta all’evasione scatterà poi l’obbligo di inserire elementi patrimoniali in dichiarazione dei redditi.

«Noi vogliamo una trattativa e non una semplice consultazione», ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, parlando della riforma delle pensioni. «Quello che la Cisl vuole evitare è che si costruisca una sceneggiata, come quelle che conosciamo da diverso tempo», ha aggiunto Bonanni, replicando alla domanda se la Cisl sarà pronta a fare uno sciopero sulle pensioni. «C'è chi protesta, e chi decide, e poi in mezzo ci sono i pensionandi, che sopportano una mazzata che mai hanno ricevuto così forte. Noi a questo scenario non ci stiamo, siamo per trovare una soluzione responsabilmente».

Camusso: per ora no traccia equità. Stando alle indiscrezioni sulla manovra, in essa «non c’è traccia delle questioni “paghi chi non ha mai pagato”, e “paghi di più chi ha finora pagato poco». Così il segretario generale Cgil, Susanna Camusso, che spera di venire «stupita» dalle misure e si dice «ancora affascinata dall’uso della parola equità usata dal governo».

«Non mi pare che ci sia traccia di una tassa sulle grandi ricchezze. Spero di essere smentita domenica, nell’incontro con il governo». È il leader della Cgil, Susanna Camusso, a commentare così l’assenza di una vera e propria patrimoniale dalle indiscrezioni che si susseguono sulla portata della manovra che domenica il governo illustrerà alle parti sociali. «Noi eravamo rimasti alla parola equità», aggiunge a margine della presentazione del libro del leader della Fiom, Maurizio Landini.

La convocazione di domenica prossima, appare anche alla Cgil «più una illustrazione che un confronto. Misure come quelle sul mercato del lavoro e le pensioni si fanno con il confronto con il sindacato e non per decreto», aggiunge ribadendo come il tetto dei 40 anni di contribuzione per l’accesso alla pensione senza i requisiti anagrafici non solo «è un numero magico ma è anche inviolabile».

«Quaranta anni di lavoro bastano e non è tollerabile un allungamento obbligatorio mentre è ipotizzabile che invece per scelta si possa restare al lavoro», aggiunge. Un capitolo, quello previdenziale, che «preoccupa» il sindacato: «non vorremmo che si finisca solo per fare cassa perchè le risorse maggiori andrebbero a cassa e non per dare una risposta all’occupazione giovanile», conclude.

«Il programma del governo Monti non è il programma del Pd e, se il Pd voterà qualcosa che è diverso dal suo programma, non vuol dire che cambia programma». Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Partito Democratico, ospite di Radio Città Futura, precisa che il Pd valuterà alla luce dei provvedimenti. «Non c'è ambiguità - chiarisce Fassina - il programma del Pd resta quello: se voteremo qualcosa di diverso è perché, in una situazione di emergenza, ci siamo assunti la responsabilità di sostenere un governo che risponde a forze politiche che hanno visioni e posizioni non solo diverse, ma addirittura opposte».

«Noi non siamo contrari al ritocco delle pensioni, ma dipende da quale ritocco e da quali pensioni. Quelle di anzianità, cioè di chi ha pagato 40 anni di contributi non devono essere toccate». Così il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, a Canale 5. «Altra cosa - aggiunge - sono le doppie e triple pensioni, le pensioni che si cumulano, che sono esagerate rispetto a un principio di equità. Ecco perchè sull'Ici, sulle pensioni e sulla patrimoniale facciamo delle distinzioni tra chi può e chi non può. Siamo contrari alla reintroduzione dell'Ici sulla prima casa. Se qualcuno deve dare un contributo di solidarietà bisogna colpire i grandi patrimoni, i capitali scudati piuttosto che i lavoratori con un salario minimo».

La Lega ribadisce il no. «Fare cassa sulle pensioni in questo momento di crisi è un modo di agire profondamente sbagliato. È il contrario delle riforme strutturali che servono al paese». Lo evidenzia il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota. «Qui si vuole fare cassa - osserva ancora - facendo pagare chi ha lavorato tutta una vita e che ha come riflesso bloccare l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro».

«È necessario evitare innalzamenti troppo drastici dell'età minima obbligatoria magari coniugati con un anticipo del calcolo contributivo perché l'effetto per molte donne sarebbe quello di un'attesa nella disoccupazione di una pensione di entità inferiore a quella programmata», afferma l'ex ministro al Welfare,Maurizio Sacconi(Pdl), secondo il quale «occorre misura» tanto che le correzioni introdotte dai governi Berlusconi «sono state disegnate per dare tempo alle persone di organizzarsi in relazione a nuovi parametri».
Venerdì 02 Dicembre 2011 - 12:00    Ultimo aggiornamento: Sabato 03 Dicembre - 11:28
Fonte: http://www.ilmessaggero.it
 

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!