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sabato 30 novembre 2024

30 NOVEMBRE SANT'ANDREA APOSTOLO!

BUON #ONOMASTICO A TUTTI GLI/LE ANDREA D'#ITALIA E DEL MONDO! 😇♥️😇 #30NOVEMBRE ♥️ #BUONONOMASTICO 😇👇😇👇😇👇😇
#Santandrea: Il paganesimo della Roma imperiale con tutte le seduzioni e le lusinghe della sua brutale sensualità avvolgeva con funeste ed insidiose spire il popolo ebreo, che attendeva con fede incrollabile l'Emmanuele! Clicca qui per sapere la storia di Sant'Andrea Apostolo!
scoprite gli altri Santi e Beati di oggi >> Sant'Andrea Apostolo
#santodelgiorno #chiesacattolica #30novembre2024 #santandreaapostolo #apostolo #religionecattolica #chiesa 😇 #cristianità #religioni #religione 😇

sabato 25 maggio 2024

ACCADDE OGGI ESATTAMENTE 137 ANNI FA, IL 25 MAGGIO 1887 NASCE FRANCESCO FORGIONE, DIVENTATO SAN PADRE PIO DA PIETRELCINA...

#25maggio #buoncompleannopadrepio #happybirthdaypadrepio #buoncompleanno a Padre Pio #SanPiodaPietrelcina: #accaddeoggi esattamente 137 anni fa: il #25maggio1887, nel piccolo paese di #Pietrelcina in #Campania, nasceva #FrancescoForgione, la mamma Giuseppa De Nunzio e il babbo Grazio Maria era una famiglia umile di contadini! Il piccolo Francesco fin da bambino desiderava farsi prete, divenne così per tutto il mondo a venire il famoso #PadrePio, diventato #santo dopo una lunga causa di beatificazione! #sanpadrepio #chiesa #sanpadrepiodapietrelcina #religione
Per approfondire: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Pio_da_Pietrelcina

venerdì 1 marzo 2013

Il Papa ha concluso il suo Pontificato Giovedì 28 Febbraio 2013, si aprono ufficialmente i "giochi" per designare il suo successore...

L'ultimo saluto del Papa a Castel Gandolfo...


ROMA - «Grazie per la vostra amicizia e il nostro affetto. Come sapete, tra poco, io non sarò più Pontefice, sono semplicemente un pellegrino che inizia l'ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora con il mio cuore lavorare per il bene comune della chiesa e della comunità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra amicizia. Grazie vi porto con tutto il cuore la mia benedizione». Sono queste le ultime parole pubbliche di Benedetto XVI pronunciate dal balcone della residenza estiva di Castel Gandolfo. Un messaggio brevissimo rivolto ai fedeli raccolti sotto il palazzo. Alle 20 e un secondo è iniziato ufficialmente il periodo di Sede vacante.                 
GUARDIE SVIZZERE - La fine del Pontificato di Benedetto XVI si è chiusa con una cerimonia simbolica: le guardie svizzere hanno chiuso il portone del palazzo di Castel Gandolfo. Il picchetto delle guardie svizzere ha poi lasciato la sede pontificia e questo atto segna anche visivamente la fine del pontificato di Papa Benedetto XVI, che da questo momento è «solo» Pontefice emerito. Ratzinger è destinato a rimanere nella storia della Chiesa per il suo atto di rinuncia senza precedenti da oltre sette secoli a questa parte.

Papa Benedetto XVI a Castel Gandolfo
L'ADDIO AL VATICANO - Alle 17, l'elicottero con a bordo il Pontefice è atterrato nell'eliporto della cittadina sui Colli Albani, a poca distanza dal Palazzo pontificio dove il Papa uscente risiederà nei prossimi due mesi. Pochi minuti prima, il Pontefice era uscito per l'ultima volta dal Palazzo Apostolico nel cortile di San Damaso dove ha salutato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, il sostituto Angelo Becciu, il personale e i prelati presenti, congedandosi da loro per l'ultima volta.                 
CAMPANE - Quindici minuti di volo e ad accogliere il Santo Padre, ci sono il cardinale presidente del Governatorato vaticano Giuseppe Bertello, il segretario arcivescovo Giuseppe Sciacca, il vescovo di Albano Marcello Semeraro, il direttore delle Ville pontificie Saverio Petrillo, il sindaco Milvia Monachesi, Il viaggio in elicottero a Castel Gandolfo.
LE CAMPANE - A Castel Gandolfo sono suonate le campane per segnalare ai fedeli che Papa Benedetto XVI è partito dal Vaticano. Le campane hanno interrotto il Rosario che viene recitato dalle 16.30. La piazza è stracolma e i fedeli hanno invaso tutte le strade laterali del centro. Prima delle campane un lungo applauso è scattato in piazza per Benedetto XVI.         
ULTIMO TWEET - «Grazie per il vostro amore e il vostro sostegno. Possiate sperimentare sempre la gioia di mettere Cristo al centro della vostra vita». È l'ultimo tweet di Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI, prima della rinuncia al Pontificato, che avverrà oggi alle 20.

Il papa mentre saluta uno ad uno i cardinali (Ansa)
COMMIATO - Queste sono le ultime ore da Papa. Joseph Ratzinger ha iniziato giovedì mattina la sua ultima giornata nelle vesti di Pontefice della Santa Romana Chiesa con l'incontro con i cardinali: «La vostra vicinanza e il vostro consiglio mi sono stati di grande aiuto, grazie. Anche in momenti in cui qualche nuvola ha oscurato il cielo, abbiamo cercato di servire... abbiamo donato speranza». Ai porporati si è appellato affinché «il collegio dei cardinali sia come un'orchestra in cui le diversità» possano portare ad «una concorde armonia». E poi ha detto: «Continuerò ad esservi vicino nella preghiera, specialmente nei prossimi giorni. Tra di voi c'è anche il futuro Papa al quale oggi prometto la mia incondizionata riverenza e obbedienza».
SALUTO AI CARDINALI- Come da lui stesso annunciato l'11 febbraio scorso, dopo l'ultima udienza generale di mercoledì, davanti a quasi 150 mila fedeli accorsi in Vaticano, Benedetto XVI rinuncia oggi al trono di Pietro. In mattinata Ratzinger si è congedato dai circa 70 cardinali già presenti a Roma; altri arriveranno nei prossimi giorni per partecipare al conclave per l'elezione del suo successore. All'incontro nella Sala Clementina hanno partecipato anche i porporati già convenuti nella Santa Sede dalle loro sedi estere. Ognuno di loro ha potuto fermarsi a parlare con lui. L'ultimo pranzo di Benedetto XVI in Vaticano è avvenuto con i segretari e la famiglia pontificia. «Non credo che ci fossero altri invitati», ha riferito il direttore della Sala stampa vaticana Padre Federico Lombardi.                 
QUELLA PORTA CHIUSA - Dalle ore 20 di giovedì 28 febbraio, Ratzinger vestirà la talare semplice bianca senza mantellina, mentre l'anello piscatorio e il suggello verranno segnati: «Non è che debbano venire distrutti in modo che non ne rimanga nemmeno un pezzo, basta che non siano più integri e cioè siano resi inservibili», precisa il Vaticano. I documenti personali del Pontefice lo seguiranno nella residenza estiva e il resto delle carte andrà negli archivi vaticani. Gli unici segni esteriori della fine del Pontificato saranno alle 17.50 la chiusura del portone del palazzo di Castel Gandolfo, con le guardie svizzere che lasceranno il loro servizio e torneranno in Vaticano (la responsabilità della sicurezza di Ratzinger passa alla gendarmeria della Santa Sede) e, alle 20, la chiusura degli appartamenti papali: verranno sigillati, dal momento che Ratzinger non è più Papa, e nessuno potrà accedervi fino all'arrivo del nuovo Pontefice. Da allora sarà «sede vacante» e partirà l'iter per l'elezione del nuovo Pontefice.

(modifica il 1 marzo 2013)
 © RIPRODUZIONE RISERVATA

sabato 5 gennaio 2013

INCONCILIABILITÀ TRA FEDE CRISTIANA E MASSONERIA [DICHIARAZIONE DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE] - IL PREMIER MARIO MONTI E' AVVERTITO: NON SI PUO' ESSERE UN CATTOLICO PRATICANTE E NELLO STESSO TEMPO FAR PARTE DI POTENTI LOBBY MASSONICHE ITALIANE E INTERNAZIONALI! CHE COSA SCEGLIERA' IL PREMIER MARIO MONTI? PAPA BENEDETTO XVI° O IL GRAN MAESTRO DELLA LOGGIA?

Il 26 Novembre 1983 la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicava una dichiarazione sulle associazioni massoniche (cfr AAS LXXVI [1984] 300).
A poco più di un anno di distanza dalla sua pubblicazione può essere utile illustrare brevemente il significato di questo documento.
Da quando la Chiesa ha iniziato a pronunciarsi nei riguardi della massoneria il suo giudizio negativo è stato ispirato da molteplici ragioni, pratiche e dottrinali. Essa non ha giudicato la massoneria responsabile soltanto di attività sovversiva nei suoi confronti, ma fin dai primi documenti pontifici in materia e in particolare nella Enciclica «Humanum Genus» di Leone XIII (20 aprile 1884), il Magistero della Chiesa ha denunciato nella Massoneria idee filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica. Per Leone XIII esse si riconducevano essenzialmente a un naturalismo razionalista, ispiratore dei suoi piani e delle sue attività contro la Chiesa. Nella sua Lettera al Popolo Italiano «Custodi» (8 dicembre 1892) egli scriveva: «Ricordiamoci che il cristianesimo e la massoneria sono essenzialmente inconciliabili, così che iscriversi all’una significa separarsi dall’altra».
Non si poteva pertanto tralasciare di prendere in considerazione le posizioni della Massoneria dal punto di vista dottrinale, quando negli anni 1970-1980 la S. Congregazione era in corrispondenza con alcune Conferenze Episcopali particolarmente interessate a questo problema, a motivo del dialogo intrapreso da parte di personalità cattoliche con rappresentanti di alcune logge che si dichiaravano non ostili o perfino favorevoli alla Chiesa.
Ora lo studio più approfondito ha condotto la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede a confermarsi nella convinzione dell’inconciliabilità di fondo fra i principi della massoneria e quelli della fede cristiana.
Prescindendo pertanto dalla considerazione dell’atteggiamento pratico delle diverse logge, di ostilità o meno nei confronti della Chiesa, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, con la sua dichiarazione del 26.11.83, ha inteso collocarsi al livello più profondo e d’altra parte essenziale del problema: sul piano cioè dell’inconciliabilità dei principi, il che significa sul piano della fede e delle sue esigenze morali.
A partire da questo punto di vista dottrinale, in continuità del resto con la posizione tradizionale della Chiesa, come testimoniano i documenti sopra citati di Leone XIII,
derivano poi le necessarie conseguenze pratiche, che valgono per tutti quei fedeli che fossero eventualmente iscritti alla massoneria.
A proposito dell’affermazione sull’inconciliabilità dei principi tuttavia si va ora da qualche parte obiettando che essenziale della massoneria sarebbe proprio il fatto di non imporre alcun «principio», nel senso di una posizione filosofica o religiosa che sia vincolante per tutti i suoi aderenti, ma piuttosto di raccogliere insieme, al di là dei confini delle diverse religioni e visioni del mondo, uomini di buona volontà sulla base di valori umanistici comprensibili e accettabili da tutti.
La massoneria costituirebbe un elemento di coesione per tutti coloro che credono nell’Architetto dell’Universo e si sentono impegnati nei confronti di quegli orientamenti morali fondamentali che sono definiti ad esempio nel Decalogo; essa non allontanerebbe nessuno dalla sua religione, ma al contrario costituirebbe un incentivo ad aderirvi maggiormente.
In questa sede non possono essere discussi i molteplici problemi storici e filosofici che si nascondono in tali affermazioni. Che anche la Chiesa cattolica spinga nel senso di una collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà, non è certamente necessario sottolinearlo dopo il Concilio Vaticano II. L’associarsi nella massoneria va tuttavia decisamente oltre questa legittima collaborazione e ha un significato ben più rilevante e determinante di questo.
Innanzi tutto si deve ricordare che la comunità dei «liberi muratori» e le sue obbligazioni morali si presentano come un sistema progressivo di simboli dal carattere estremamente impegnativo. La rigida disciplina dell’arcano che vi domina rafforza ulteriormente il peso dell’interazione di segni e di idee. Questo clima di segretezza comporta, oltre tutto, per gli iscritti il rischio di divenire strumento di strategie ad essi ignote.
Anche se si afferma che il relativismo non viene assunto come dogma, tuttavia si propone di fatto una concezione simbolica relativistica, e pertanto il valore relativizzante di una tale comunità morale-rituale lungi dal poter essere eliminato, risulta al contrario determinante.
In tale contesto, le diverse comunità religiose, cui appartengono i singoli membri delle Logge, non possono essere considerate se non come semplici istituzionalizzazioni di una verità più ampia e inafferrabile. Il valore di queste istituzionalizzazioni appare, quindi, inevitabilmente relativo, rispetto a questa verità più ampia, la quale si manifesta invece piuttosto nella comunità della buona volontà, cioè nella fraternità massonica.
Per un cristiano cattolico, tuttavia, non è possibile vivere la sua relazione con Dio in una duplice modalità, scindendola cioè in una forma umanitaria - sovra confessionale e in una forma interna - cristiana. Egli non può coltivare relazioni di due specie con Dio, né esprimere il suo rapporto con il Creatore attraverso forme simboliche di due specie. Ciò sarebbe qualcosa di completamente diverso da quella collaborazione, che per lui è ovvia, con tutti coloro che sono impegnati nel compimento del bene, anche se a partire da principi diversi. D’altronde un cristiano cattolico non può nello stesso tempo partecipare alla piena comunione della fraternità cristiana e, d’altra parte, guardare al suo fratello cristiano, a partire dalla prospettiva massonica, come a un «profano».
Anche quando, come già si è detto, non vi fosse un’obbligazione esplicita di professare il relativismo come dottrina, tuttavia la forza relativizzante di una tale fraternità, per la sua stessa logica intrinseca ha in sé la capacità di trasformare la struttura dell’atto di fede in modo così radicale da non essere accettabile da parte di un cristiano, «al quale cara è la sua fede» (Leone XIII).
Questo stravolgimento nella struttura fondamentale dell’atto di fede si compie, inoltre, per lo più, in modo morbido e senza essere avvertito: la salda adesione alla verità di Dio, rivelata nella Chiesa, diviene semplice appartenenza a un’istituzione, considerata come una forma espressiva particolare accanto ad altre forme espressive, più o meno altrettanto possibili e valide, dell’orientarsi dell’uomo all’eterno.
La tentazione ad andare in questa direzione è oggi tanto più forte, in quanto essa corrisponde pienamente a certe convinzioni prevalenti nella mentalità contemporanea. L’opinione che la verità non possa essere conosciuta è caratteristica tipica della nostra epoca e, nello stesso tempo, elemento essenziale della sua crisi generale.
Proprio considerando tutti questi elementi la Dichiarazione della S. Congregazione afferma che la Iscrizione alle associazioni massoniche «rimane proibita dalla Chiesa» e i fedeli che vi si iscrivono «sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione».
Con questa ultima espressione, la S. Congregazione indica ai fedeli che tale iscrizione costituisce obiettivamente un peccato grave e, precisando che gli aderenti a una associazione massonica non possono accedere alla Santa Comunione, essa vuole illuminare la coscienza dei fedeli su di una grave conseguenza che essi devono trarre dalla loro adesione a una loggia massonica.
La S. Congregazione dichiara infine che «non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche, con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito». A questo proposito il testo fa anche riferimento alla Dichiarazione del 17 febbraio 1981, la quale già riservava alla Sede Apostolica ogni pronunciamento sulla natura di queste associazioni che avesse implicato deroghe alla legge canonica allora in vigore (can. 2335).
Allo stesso modo il nuovo documento, emesso dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede nel novembre 1983, esprime identiche intenzioni di riserva relativamente a pronunciamenti che divergessero dal giudizio qui formulato sulla inconciliabilità dei principi della massoneria con la fede cattolica, sulla gravità dell’atto di iscriversi a una loggia e sulla conseguenza che ne deriva per l’accesso alla Santa Comunione. Questa disposizione indica che, malgrado la diversità che può sussistere fra le obbedienze massoniche, in particolare nel loro atteggiamento dichiarato verso la Chiesa, la Sede Apostolica vi riscontra alcuni principi comuni, che richiedono una medesima valutazione da parte di tutte le autorità ecclesiastiche.
Nel fare questa Dichiarazione, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede non ha inteso disconoscere gli sforzi compiuti da coloro che, con la debita autorizzazione di questo Dicastero, hanno cercato di stabilire un dialogo con rappresentanti della Massoneria. Ma, dal momento che vi era la possibilità che si diffondesse fra i fedeli l’errata opinione secondo cui ormai la adesione a una loggia massonica era lecita, essa ha ritenuto suo dovere far loro conoscere il pensiero autentico della Chiesa in proposito e metterli in guardia nei confronti di un’appartenenza incompatibile con la fede cattolica.

Mario Monti è un massone (ovvero come fare a pezzi il giornalismo italiano)

Continuano le pseudo - inchieste interessate sul Presidente del Consiglio e si ritorna a parlare dell'appartenenza alla massoneria del professor Monti. Salvo poi rendersi conto che in effetti...

ROMA - (ITALIA) - Eravamo tutti rimasti leggermente scioccati quando qualche giorno fa, in seguito all'investitura conferita dal Presidente della Repubblica a Mario Monti, venimmo a sapere che il neo-premier portava con sè un segreto inconfessabile. Ebbene sì, venimmo a scoprire grazie allo scoop di un noto giornale scandalistico che l'intoccabile Monti, austero e sobrio, durante gli anni del Liceo si era beccato un bel 5 in educazione fisica. Al là di qualche reazione scomposta, di qualche presa di distanza e di qualche dichiarazione imbarazzata, il mondo politico reagì alla notizia continuando ad accordare fiducia al Presidente del Consiglio. Del resto, la speranza, o meglio, la certezza era che l'influenza di una simile notizia – bomba sull'andamento dei mercati non fosse così dirompente. Andiamo avanti e cerchiamo di non accusare il colpo, questo il ragionamento che un pò tutti facevano. Placatosi il trambusto iniziale le cose sembravano avviarsi per il verso giusto.
Ora però il mondo politico deve fare i conti con una nuova e più spinosa grana per Mario Monti. La notizia, riportata sempre dallo stesso “gruppetto di soliti noti”, è di quelle che possono da sole determinare una crisi di governo: Mario Monti è un massone.
Cioè, a dirla tutta, non proprio un massone di quelli con il cappuccio in testa ed il triangolino nella mano sinistra, ma uno che in ogni caso ha avuto e continua ad avere rapporti con la massoneria. Cioè, non è che questi rapporti siano accertati, però si hanno buone ragioni per crederlo. In realtà non è che le ragioni siano poi tante, però la lettera inviata dal capo del Grande Oriente democratico a Monti sembra confermare la tesi. Vabbeh, poco importa se il Venerabile Maestro Magaldi sembra inviare lettere un pò a chiunque, Mario Monti è massone….punto e basta!
Sono certo che ci perdonerete per l'esserci lasciati andare a qualche considerazione ironica. Ma a volte, l'insistenza con la quale si cerca di “fabbricare” lo scoop non può che esser trattata con ironia. In una situazione come quella che vive il nostro Paese, piuttosto che preoccuparsi di costruire castelli di carta, un' informazione seria ed impegnata dovrebbe avere il coraggio di monitorare con costanza l'operato del Governo. E se le “indagini” di certa carta stampata fanno sorridere, non si può che ritornare estremamente seri nel commentare tutta una serie di fatti che stanno accadendo in questi giorni.
Dalla chiusura dello stabilimento di Termini Imerese alla nomina di Petruzzelli all'anti-trust, dall'intervento del Ministro del Lavoro Fornero all'assemblea della Cna al vertice italo-franco-tedesco di Strasburgo, le questioni che affollano l'agenda politica sono davvero tante. In questo contesto, più che preoccuparci di perpetrare il teatrino delle fantasticherie, dovremmo tutti prodigarci in uno sforzo comune teso a far riguadagnare alla politica quel ruolo al quale sembra aver abdicato.
Nel tempo in cui viviamo, negli anni della crisi economica più forte che il mondo ha conosciuto dal secondo dopoguerra, negli anni del decadimento sociale e politico del nostro Paese, di tutto abbiamo bisogno tranne che di una informazione che faccia avanspettacolo.

Il Professore Mario Monti è oggi ufficialmente:

- Presidente dell’Università Bocconi di Milano
- Membro Permanente del Comitato Direttivo del Club Bilderberg
- Presidente del Think Thank Bruegel
- Presidente Europeo della Commissione Trilaterale
- Consulente della Goldman Sachs


venerdì 14 settembre 2012

LA CHIESA CATTOLICA SOTTO ATTACCO: NON BASTAVANO GLI SCANDALI DEI PRETI PEDOFILI E QUELLI FINANZIARI DELLO IOR, ADESSO TUTTA L’EUROPA, TASSATA FINO AL MIDOLLO, SUL BARATRO DELL’EURO-CRAC, VUOLE CHE IL VATICANO FACCIA LA SUA PARTE, ANCHE I PAESI A MAGGIORANZA CATTOLICA COME SPAGNA, ITALIA E IRLANDA, STANNO SUPERANDO IL TABÙ E INIZIANO A TASSARE GLI INCALCOLABILI BENI TERRENI DELLA CHIESA, SE FINORA LA CHIESA HA SOLO PREDICATO DI “TOGLIERE AI RICCHI PER DARE AI POVERI”, ORA SI RENDE CONTO DI QUEL CHE VOGLIONO DIRE, NELLA PRATICA, I SUOI INSEGNAMENTI...

Da "The Washington Post" - http://wapo.st/OlZTXd
VATICANOCITTA' DEL VATICANO - Nel momento in cui l'Europa sta attraversando una delle peggiori crisi finanziarie della sua storia, e ai cittadini vengono imposti sacrifici molto pesanti, l'occhio di coloro che devono cercare di racimolare più soldi possibili per fare cassa si rivolgono anche a quell'istituzione che è passata indenne attraverso i periodi economici più bui: la Chiesa cattolica. E la minaccia maggiore viene proprio da quei paesi in cui finora è stata più protetta, e dove il Vaticano, nei secoli, ha creato un vero impero immobiliare.
vaticano pedofilia H
Un membro del consiglio comunale di Alcala, in Spagna, sta conducendo una battaglia per tassare tutti i beni di proprietà della Chiesa non utilizzati a scopo religioso. L'impatto di una simile norma per il Vaticano potrebbe rivelarsi devastante: l'istituzione cattolica è uno dei maggiori proprietari terrieri in Spagna, e possiede scuole, case, parchi, campi sportivi e ristoranti, che se sottoposti al nuovo regime fiscale, potrebbero significare un'uscita di 3 miliardi di euro di tasse ogni anno. Molte cittadine in Spagna vertono in condizioni economicamente disastrose, e adesso i cittadini non vogliono sentire ragioni: bisogna tassare la Chiesa.
VATICANO
Ma il paese iberico non è l'unico che sta prendendo simili iniziative. In Italia, il presidente del Consiglio Mario Monti ha tassato quelle proprietà del Vaticano che abbiano un fine commerciale, mentre in Irlanda il governo ha tagliato le sovvenzioni alle famiglie più povere per le prime comunioni e il ministro dell'istruzione si sta battendo per porre fine al controllo della Chiesa su molte delle scuole elementari del paese. In Gran Bretagna, più della metà dei comuni ha soppresso sovvenzioni per il trasporto alle scuole cattoliche, il che ha fatto precipitare il numero di iscrizioni agli istituti religiosi.
PAPA RATZINGER BENEDETTO XVI
Ma fra le decisioni prese e quelle ancora in via di valutazione, ciò che emerge (ed è forse il dato più preoccupante per il Vaticano) è che ormai si è aperto, a livello europeo e specie nei paesi a maggioranza cattolica, un ampio dibattito sulla separazione dei poteri fra Stato e Chiesa e, di conseguenza, del trattamento di favore di cui l'istituzione religiosa ha finora sempre giovato.
I rappresentanti della Chiesa, e nello specifico il Cardinale Antonio María Rouco in Spagna e il Cardinale Angelo Bagnasco in Italia, hanno risposto soltanto che il Vaticano intende rispettare le leggi, sottolineando il fatto che gli Stati riconoscono all'istituzione religiosa un importante ruolo sociale.
PAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONEPAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONE - Certo è che queste nuove iniziative andranno a peggiorare una situazione già critica. La Chiesa è infatti già coinvolta in diversi scandali, a cominciare da quello dei preti pedofili, fino ad arrivare alla questione del riciclaggio di denaro da parte dello Ior. L'immenso patrimonio della Chiesa, che è impossibile da stimare ma che si pensa dovrebbe essere di diversi miliardi di euro, è in forte pericolo. Quest'anno il Vaticano ha registrato un debito di 19 milioni di euro, il peggiore da dieci anni a questa parte.
PAPA Ranzinger Benedetto XVI  e CArdinale Bertone
Insomma, se finora la Chiesa ha solo predicato di "togliere ai ricchi per dare ai poveri", adesso si sta rendendo conto di quel che vogliono dire, nella pratica, i suoi insegnamenti.




lunedì 3 settembre 2012

Perchè la Chiesa Cattolica non santifica la piccola Sarah Scazzi così come fece per Maria Goretti? Forse perchè oggi una Santa come Maria Goretti non serve piu'? Santa Maria Goretti fu utile alla Chiesa Cattolica per "manipolare" e "controllare" la vita intima e sentimentale delle giovani credenti e fedeli alla Religione Cristiana del tempo! Oggi magari una "Santa Sarah Scazzi" non servirebbe piu' ai loro "loschi e ambigui" scopi! Nell'era di Internet, dei Cellulari e dei PC, la Chiesa Cattolica si sente sempre di piu' debole e spiazzata! Ma la piccola Sarah Scazzi, uccisa brutalmente dallo Zio e dalla Cugina, magari per gli stessi motivi per cui fu uccisa la giovanissima Maria Goretti, si meriterebbe a sua volta il "titolo" e innalzata agli onori dell'altare di martire del Terzo Millennio, alla pari della povera Santa osannata da un secolo dalle giovani Pie dell'ambiente Cattolico Italiano e Internazionale!

SARAH SCAZZI "SANTA SUBITO"

Delitto di Avetrana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.    

Il delitto di Avetrana è un caso di omicidio avvenuto il 26 agosto 2010 ad Avetrana (TA) a danno della quindicenne Sarah Scazzi.

Per il delitto sono attualmente sotto processo davanti alla Corte d'assise di Taranto, la cugina Sabrina Misseri di 24 anni e la zia Cosima Serrano di 55 anni, con l'accusa di omicidio doloso aggravato[1] e lo zio Michele Misseri con l'accusa di occultamento di cadavere[2].

La vicenda ha avuto un grande rilievo mediatico in Italia, culminato nell'annuncio del ritrovamento del cadavere della vittima e dell'arresto dello zio in diretta sul programma Chi l'ha visto? dove era ospite la madre di Sarah[3].

Indice

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La scomparsa di Sarah [modifica]

Il 26 agosto 2010 venne denunciata dalla madre la scomparsa della quindicenne Sarah Scazzi, studentessa al secondo anno dell'istituto alberghiero, conosciuta in paese come una ragazzina timida e schiva. La ragazza era uscita di casa alle 14.30[4] per raggiungere casa della cugina Sabrina, distante poche centinaia di metri, e andare con lei e un'altra amica al mare; da quel momento vennero perse le tracce di Sarah, che non rispose più al telefono e scomparve nel nulla[4].

La scomparsa della giovane Sarah ha avuto un immediato ed enorme risalto mediatico[5]. Da principio l'attenzione dei media si concentrò sulla vita privata di Sarah, analizzando le sue abitudini e addirittura il suo diario segreto e il suo profilo di Facebook per capire quali fossero i motivi che l'avevano spinta alla fuga da casa[6]. La ragazza fu dipinta dai media come un'adolescente inquieta, che frequentava sul web ragazzi molto più grandi di lei[6] e capace di progettare la propria scomparsa per diventare famosa e poter finalmente fuggire da un paesino dove si annoiava e si sentiva oppressa e da una madre con cui frequentemente litigava[6].

Questa immagine fu sostenuta in particolare dalla cugina Sabrina nelle sue numerose apparizioni a Domenica Cinque, Uno Mattina, La vita in diretta[7], mentre la madre continuava a sostenere la tesi del rapimento.

Inizialmente le indagini della polizia furono orientate verso una fuga della ragazza[6] o su un sequestro[8] ad opera di un uomo che l'avrebbe adescata su Facebook[6]. Le ricerche della ragazza andarono avanti per tutto il mese di settembre[9], in un crescendo di interesse mediatico che vide la madre e i suoi familiari ospitati dalle principali trasmissioni televisive per lanciare appelli per il ritorno di Sarah a casa[10].

Dopo oltre un mese di ricerche, il 29 settembre venne ritrovato il cellulare di Sarah semibruciato in un campo poco distante dalla sua abitazione[9]. A ritrovarlo fu lo zio Michele Misseri, agricoltore, il quale con dolore e preoccupazione per tale scoperta, asserì di essere in grado di trovare la nipote, il che contribuì ad alimentare i sospetti che subito s'iniziò a nutrire su di lui. Peraltro, lo zio Michele Misseri e sua moglie Cosima Serrano, entrambi agricoltori, avevano praticamente cresciuto in casa loro la ragazza scomparsa, della quale parlavano come di una terza figlia. Entrambi erano apparsi ripetutamente in televisione esprimendo dolore e preoccupazione per la sparizione della nipote.

Le indagini e il processo [modifica]

Dopo un'altra settimana di ricerche, il 6 ottobre Misseri, dopo un interrogatorio di circa nove ore, confessò l'omicidio della nipote, indicando alle forze dell'ordine il luogo dove aveva nascosto il cadavere[9]. La notizia del ritrovamento del cadavere venne comunicata alla madre e ai familiari in diretta televisiva dalla trasmissione Chi l'ha visto?[3].

Nei giorni successivi Michele ritrattò la confessione iniziale diverse volte[11], finché il 15 ottobre confermò i sospetti degli inquirenti sul coinvolgimento della figlia Sabrina[11]. Il giorno seguente, dopo un interrogatorio di sei ore, Sabrina venne arrestata con l'accusa di sequestro di persona e concorso in omicidio[12]. Il 21 ottobre il GIP di Taranto decise la convalida del fermo, basandosi anche sulla testimonianza dell'amica Mariangela Spagnoletti - la quale riferì che, vedendo la cugina in ritardo all'appuntamento, Sabrina Misseri pareva del tutto sconvolta ed in preda all'ansia, ripetendo che la ragazzina era stata certamente rapita e che occorreva avvertire immediatamente i Carabinieri - e sui rilievi del medico legale[13].

Dalle indagini emerse come il movente di Sabrina fosse la gelosia per le attenzioni che la cugina riceveva da Ivano Russo, un cuoco di Avetrana del quale Sabrina era innamorata. Secondo gli inquirenti, Sabrina si confidava con la cugina Sarah riguardo alla sua infatuazione per Ivano Russo ed al rifiuto di questi di allacciare una relazione sentimentale con lei. Proprio le continue insistenze di Sabrina, insieme ai pettegolezzi in paese, avrebbero portato alla definitiva rottura da parte di Ivano e acuito, così, l'astio di Sabrina verso Sarah, costituendo il movente dell'omicidio, maturato probabilmente a seguito di un acceso diverbio tra le ragazze, nella sera del 25 agosto alla vigilia della scomparsa di Sarah, in un pub del paese, davanti a numerosi testimoni[14].

Intanto Michele Misseri, avendo l'esame autoptico sul corpo di Sarah smentito il vilipendio di cadavere, ritrattò ancora la confessione iniziale dichiarando di non aver abusato del cadavere della nipote[15]. Il 6 novembre infine Misseri cambiò ulteriormente la versione attribuendo l'omicidio alla figlia e dichiarando di essere stato chiamato da Sabrina dopo la morte di Sarah per aiutarla ad occultarne il cadavere[16]. A seguito di queste ulteriori indagini l'accusa nei confronti di Sabrina è diventata di omicidio, mentre è caduta quella di sequestro di persona[14].

A seguire, il 26 maggio 2011 è stata arrestata Cosima Serrano, madre di Sabrina, con l'accusa di concorso in omicidio. Dall'analisi dei tabulati risulta, infatti, che il suo telefono cellulare avrebbe effettuato una chiamata dal garage, mentre la donna aveva dichiarato che quel pomeriggio non si era mai recata nel garage[17]. Circostanza poi suffragata dai Carabinieri del Ros in sede di deposizione all'udienza del 27 marzo 2012[18]. Cinque giorni dopo l'arresto è stato scarcerato Michele Misseri, poiché erano trascorsi i termini della custodia cautelare per il reato di soppressione di cadavere che gli viene contestato[2].

Le indagini preliminari si sono concluse il 1º luglio con l'incriminazione di 15 persone per reati che vanno dal concorso in omicidio, alla soppressione di cadavere, sequestro di persona, false dichiarazioni al Pm, alla soppressione di documenti, all’infedele patrocinio e all’intralcio alla giustizia[19].

Particolarmente controverse, infatti, sono state pure le vicende occorse ai rispettivi uffici legali: la difesa legale di Sabrina Misseri è affidata al noto avvocato penalista Franco Coppi[20], che entrava nel collegio difensivo[21] con gli avvocati Emilia Velletri e Vito Russo, successivamente costretti a rinunciare al mandato, ai sensi dell'art. 5 del Codice Deontologico Forense[22] , in quanto indagati nello stesso giudizio per soppressione di documenti, intralcio alla giustizia e favoreggiamento personale. Stessa sorte toccava all'avvocato difensore di Michele Misseri, costretto anch'egli a rimettere il mandato dopo essere stato indagato nel medesimo procedimento dell'assistito[23].

Nel novembre del 2011 l'avvocata Velletri, a seguito di giudizio abbreviato, veniva assolta dalle accuse per insussistenza del fatto, e l'avvocato Russo, che invece aveva optato per il rito ordinario, prosciolto in udienza preliminare da due capi di imputazione sempre per insussistenza del fatto-reato. Contemporaneamente, venivano assolti a seguito di abbreviato gli altri due avvocati imputati nello stesso processo, sempre con la formula dell'insussistenza del fatto[24][25].

Il processo si è aperto davanti alla Corte d'assise di Taranto il giorno 10 gennaio 2012, e vede come principali imputati Sabrina Misseri con l'accusa di omicidio doloso premeditato, la madre Cosima con l'accusa di concorso in omicidio e il padre Michele con l'accusa di soppressione di cadavere. A deporre sono state chiamate anche alcune amiche di Sabrina, che hanno riferito di com'era ossessionata dal ragazzo[26], tempestandolo di sms dal contenuto sessuale esplicito e di gelosia verso la cugina che - a suo dire - cercava di "rubarle" l'uomo[27]. Di rilievo è stata poi la testimonianza di Ivano Russo, che ha svelato di avere avuto una fugace relazione con l'imputata, prima di chiudere ogni rapporto poco prima della scomparsa di Sarah. Durante la deposizione il giovane, ripercorrendo la giornata della scomparsa di Sarah, ha inoltre spiegato che nella notte, mentre girava in auto con Sabrina per cercare la cugina, si diressero alla contrada Mosca - dove effettivamente fu rinvenuto il cadavere di Sarah - su indicazione di Sabrina, dopo che questa aveva parlato al telefono con la madre. Il ragazzo ha anche riferito che Sabrina utilizzava il cellulare della madre Cosima per chiamarlo perché «aveva il timore di essere intercettata»[28].

Il comune di Avetrana si è costituito parte civile[29].

Trasmissioni tv dedicate al delitto di Avetrana [modifica]

Note [modifica]

Bibliografia [modifica]

  • Antonio Giangrande, Sarah Scazzi, il delitto di Avetrana. Il resoconto di un avetranese. 2012
  • Boeri Mariella, La bambina di Avetrana, Edizioni Anordest, 2010, pp. 274.
  • Fumarola Domenico, Sarah Scazzi. La morte segreta, Calcangeli, 2011, pp. 66.


Santa Maria Goretti


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Santa Maria Goretti
Santa Maria Goretti

Maria Goretti, in un dipinto del 1929
Vergine e martire
NascitaCorinaldo, 16 ottobre 1890
MorteNettuno, 6 luglio 1902
Venerato daChiesa cattolica
CanonizzazionePiazza San Pietro in Vaticano, il 24 giugno 1950 da papa Pio XII
Santuario principaleSantuario della Madonna delle Grazie, Nettuno
Ricorrenza6 luglio
AttributiPalma
Patrono diLatina e dell'Agro pontino, della gioventù.
Maria Teresa Goretti (Corinaldo, 16 ottobre 1890Nettuno, 6 luglio 1902) è venerata come santa e martire dalla Chiesa cattolica. Vittima di omicidio a seguito di un tentativo di stupro da parte di un vicino di casa, fu canonizzata nel 1950 da papa Pio XII con il nome di santa Maria Goretti.

L'infanzia [modifica]

La famiglia Goretti, originaria di Corinaldo nelle Marche, era composta dai coniugi Luigi Goretti e Assunta Carlini, entrambi coltivatori diretti e dai loro sei figli (un settimo figlio, il primogenito, morì a pochi mesi).
La vita della giovane Maria, fino al suo omicidio, non fu diversa da quella dei figli di molti lavoratori agricoli che dovettero lasciare le proprie terre per cercare sostentamento altrove: analfabetismo, denutrizione, lavoro pesante fin dall'infanzia. La Goretti, deceduta poco prima di compiere 12 anni, era alta appena 1,38 m e, secondo il referto autoptico, appariva vistosamente sottopeso e presentava sintomi di malaria in fase avanzata[1].

L'omicidio [modifica]


La casa dove Maria Goretti fu uccisa
I Goretti, in cerca di una migliore occupazione, si trasferirono dapprima a Paliano (nei pressi di Frosinone). In seguito i Goretti si trasferirono con una famiglia amica, i Serenelli, alle Ferriere di Conca, oggi frazione di Latina, all'epoca compreso nel territorio comunale di Cisterna di Roma (l'attuale Cisterna di Latina), in provincia di Roma. Nel 1900, Luigi Goretti morì di malaria e la collaborazione coi Serenelli, anch'essi in difficoltà, si fece ancora più stretta.
Alessandro, secondogenito dei Serenelli, tentò diversi approcci di natura sessuale nei confronti dell'undicenne, che raggiunsero il culmine nell'estate del 1902: il 5 luglio, con la scusa di farsi rammendare dei vestiti, Alessandro attirò Maria in casa e tentò di violentarla. Di fronte alle grida ed ai tentativi di difendersi, la ferì più volte con un punteruolo. Al processo, confermando quanto detto ai carabinieri immediatamente dopo l'arresto, Serenelli confessò di aver preparato l'arma e di aver deciso di usarla qualora la bambina gli avesse opposto resistenza. Confessò inoltre che la decisione di uccidere Maria era stata in parte motivata dal desiderio di fuggire dalla vita intollerabile nei campi, nella convinzione che la vita in carcere fosse preferibile. È molto probabile che il giovane Alessandro, proveniente da una famiglia in cui numerosi membri avevano dato segni di squilibrio mentale e figlio di un padre alcolista, fosse in realtà impotente ed abbia ferito mortalmente la sfortunata vittima una volta resosi conto di non riuscire a mettere in atto lo stupro[1][2]. Maria, ancora cosciente, venne trasportata all'ospedale Orsenigo di Nettuno; la morte sopravvenne il giorno successivo per una setticemia conseguente ad un intervento chirurgico.
Le esequie vennero celebrate l'8 luglio 1902 nella cappella dell'ospedale[3], e il corpo della bambina tumulato nel cimitero comunale.

Il culto [modifica]

Già durante il Fascismo la devozione per Maria Goretti si diffuse tra gli strati più umili della popolazione, in particolare quelli rurali, appartenenti allo stesso mondo in cui la piccola martire era cresciuta. Lo stesso regime cercò di cavalcare la devozione popolare per favorire la nascita di un'icona cara ai contadini. Anche dopo la caduta del fascismo e della monarchia sabauda, negli anni cinquanta, l'immagine di Maria Goretti rimase popolare anche presso i non cattolici, al punto che il giovane dirigente comunista Enrico Berlinguer indicò nel coraggio e nella tenacia della piccola santa un esempio da imitare per le giovani militanti comuniste[4]. A partire dagli anni settanta, in periodo di affermazione del femminismo, la figura di Maria Goretti perse gradualmente popolarità, in quanto ritenuta dai non cattolici troppo legata a una visione tradizionale della donna, casta, votata alla maternità e al lavoro domestico.
L'11 dicembre 1949 la Congregazione delle Cause dei Santi riconobbe come miracolose due guarigioni attribuite all'intercessione di Maria Goretti: quella di Giuseppe Cupe (8 maggio 1947) e quella di Anna Grossi Musumarra da pleurite (11 maggio dello stesso anno). La canonizzazione avvenne sotto il pontificato di Pio XII, il 24 giugno 1950. Per la prima volta, nella millenaria storia della Chiesa, la cerimonia si svolse all'aperto in Piazza San Pietro a Roma, e vide la partecipazione anche della madre di Maria Goretti. Il giorno di commemorazione istituito fu il 6 luglio, anniversario della morte della Goretti. Secondo l'agiografia, la motivazione della proclamazione della sua santità furono in primo luogo il perdono concesso al suo uccisore che Maria effettuò poco prima di morire, perdono che condusse alla conversione di Alessandro Serenelli e poi alla decisione di entrare in convento dopo aver scontato 30 anni di carcere e, in secondo luogo, il proposito fatto a 11 anni, al momento di ricevere la prima comunione «di morire prima di commettere dei peccati»[5].
Il corpo e le reliquie di Maria Goretti sono conservati a Nettuno, nel Santuario di Nostra signora delle Grazie e di Santa Maria Goretti e a Corinaldo, in provincia d'Ancona, dove è visitabile anche la sua casa natale.
Nel 1953, il leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti propose Maria Goretti come modello di vita alle giovani comuniste facenti parte della FGCI, Federazione Giovanile Comunista Italiana.[6]

Il pentimento dell'assassino [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Alessandro Serenelli.
Alessandro Serenelli fu condannato a 30 anni di reclusione. Nel carcere giudiziario di Noto, dal 1902 al 1918, incoraggiato dal vescovo di Noto del tempo, Giovanni Blandini, maturò il pentimento e la conversione alla religione cattolica. Anni dopo Serenelli avrebbe raccontato di aver tentato una riconciliazione con la famiglia e la religione in seguito ad un sogno in cui la sua vittima gli offriva dei gigli che si trasformavano in fiammelle. Nel 1929, dopo 27 anni di reclusione, Serenelli fu scarcerato in anticipo per buona condotta e chiese il perdono dei familiari di Maria Goretti. La madre glielo accordò. Dopo tale episodio, Serenelli trascorse il resto della sua vita come giardiniere e portinaio in un convento di cappuccini a Macerata e morì il 16 maggio 1970, a 88 anni, in un convento di Macerata per le conseguenze di una frattura del femore provocata da una caduta.

Filmografia [modifica]

Bibliografia [modifica]

  • Beatificationis seu declarationis martyrii Mariae Goretti, Roma, 1938-1939 (atti della causa di beatificazione).
  • Compendium vitae virtutum ac miracolorum Beatae Mariae Theresiae Goretti, Typis Polyglottis Vaticani, 1950 (atti della causa di canonizzazione).
  • Giordano Bruno Guerri, Povera Santa, Povero Assassino. La vera storia di Maria Goretti, Bompiani, 1984. ISBN 978-88-452-6102-2. Il volume di Guerri suscitò una vivace polemica nella stampa, che portò all'istituzione, da parte della Congregazione per le Cause dei Santi, di un'apposita Commissione di studio, il risultato della quale è il volume A proposito di Maria Goretti: santità e canonizzazioni: atti della Commissione di studio istituita dalla Congregazione per le cause dei santi il 5 febbraio 1985, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1986.
  • Giovanni Alberti, Maria Goretti, Città Nuova Editrice, 1980. ISBN 88-8386-150-7.

Note [modifica]

  1. ^ a b Giordano Bruno Guerri, Povera santa, povero assassino. La vera storia di Maria Goretti, Milano, Bompiani 1985 - edizione aggiornata e integrata Bompiani, Milano, 2008.
  2. ^ Lo stesso Guerri, riporta che si ventilò l'ipotesi che il giovane, proveniente da una famiglia in cui numerosi membri erano stati internati in manicomio, fosse in realtà affetto da impotenza
  3. ^ oggi chiesa parrocchiale di Santa Barbara Vergine e Martire di Nettuno, conosciuta sotto il nome di chiesa della Divina Provvidenza
  4. ^ La causa di canonizzazione, seguita dal postulatore Mauro Liberati, è citata in bibliografia.
  5. ^ Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale (1861-1914) Goretti Maria. www.150anni.it. URL consultato in data 23-aprile-2012.

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