In un anno sono aumentati del 22,7%. Senza lavoro quasi il 40% dei giovani. Ed è record di precari. La maglia nera in Europa a noi e alla Spagna. Il commento di Squinzi: "Numeri agghiaccianti!"
SONO TRE MILIONI I DISOCCUPATI |
Squinzi: "Numeri agghiaccianti"
- Questi dati "sono agghiaccianti - ha commentato il presidente di
Confindustria, Giorgio Squinzi -. E' una situazione assolutamente
drammatica, a cui dobbiamo reagire".
Giovani senza lavoro, maglia nera Ue a Italia e Spagna - E, se l'Italia nel 2013 tocca il record di disoccupazione giovanile con il 38,7%, la maglia nera in Europa per lo stesso motivo va anche alla Spagna, dove i giovani senza lavoro sono il 55,5% secondo l'Eurostat. In Italia un anno fa il dato era pari al32,3%, in Spagna al 50,2%.
Gennaio nero - A gennaio i disoccupati sono aumentati del 3,8% (110mila in più) rispetto a dicembre, arrivando a quota 2 milioni e 999mila. Impressionante anche la crescita su base annua: 554mila senza lavoro in più, con un aumento del 22,7%.
2012 da incubo - Considerando i 12 mesi dell'anno trascorso, il numero dei disoccupati è cresciuto di 636mila unità, pari al 30,2%, con un bilancio finale 2012 di 2 milioni e 744mila contro i 2 milioni e 108mila del 2011. Sono cifre mai raggiunte, sottolineano all'Istat, dall'inizio delle serie storiche, che furono aperte nel 1993. In media il tasso di disoccupati del 2012 risulta pari al 10,7% contro l'8,4% del 2011, con una situazione ancora peggiore al Sud, dove si arriva al 17,2%.
Al Sud un giovane su due è senza lavoro - Ed è proprio nelle regioni del Meridione che la disoccupazione assume contorni drammatici: tra i giovani di 15-24 anni più di uno su due è senza lavoro. La percentuale dei disoccupati nel quarto trimestre dell'anno è del 50,5%, il 46,7% per i maschi e il 56,1% per le donne. Al Nord invece la disoccupazione giovanile è del 29,7%, al Centro del 39,3%. Considerando i dati del quarto trimestre, la media è pari al 39%.
In Europa peggio di noi fa solo la Spagna - E, se la nostra situazione sul fronte lavoro è tragica, l'Eurostat fa sapere che peggio di noi in Europa fa solo la Spagna. Nel complesso, la disoccupazione nella zona euro sale a livelli record a gennaio 2013, la più alta dall'inizio delle rilevazioni Eurostat. Nella Ue-17 i senza lavoro sono pari all'11,9%, contro il 10,8% di un anno fa, quando in italia eravamo al 9,6%. In Spagna a gennaio 2013 le persone senza un lavoro sono il 26,2%.
Giovani senza lavoro, maglia nera Ue a Italia e Spagna - E, se l'Italia nel 2013 tocca il record di disoccupazione giovanile con il 38,7%, la maglia nera in Europa per lo stesso motivo va anche alla Spagna, dove i giovani senza lavoro sono il 55,5% secondo l'Eurostat. In Italia un anno fa il dato era pari al32,3%, in Spagna al 50,2%.
Gennaio nero - A gennaio i disoccupati sono aumentati del 3,8% (110mila in più) rispetto a dicembre, arrivando a quota 2 milioni e 999mila. Impressionante anche la crescita su base annua: 554mila senza lavoro in più, con un aumento del 22,7%.
2012 da incubo - Considerando i 12 mesi dell'anno trascorso, il numero dei disoccupati è cresciuto di 636mila unità, pari al 30,2%, con un bilancio finale 2012 di 2 milioni e 744mila contro i 2 milioni e 108mila del 2011. Sono cifre mai raggiunte, sottolineano all'Istat, dall'inizio delle serie storiche, che furono aperte nel 1993. In media il tasso di disoccupati del 2012 risulta pari al 10,7% contro l'8,4% del 2011, con una situazione ancora peggiore al Sud, dove si arriva al 17,2%.
Al Sud un giovane su due è senza lavoro - Ed è proprio nelle regioni del Meridione che la disoccupazione assume contorni drammatici: tra i giovani di 15-24 anni più di uno su due è senza lavoro. La percentuale dei disoccupati nel quarto trimestre dell'anno è del 50,5%, il 46,7% per i maschi e il 56,1% per le donne. Al Nord invece la disoccupazione giovanile è del 29,7%, al Centro del 39,3%. Considerando i dati del quarto trimestre, la media è pari al 39%.
In Europa peggio di noi fa solo la Spagna - E, se la nostra situazione sul fronte lavoro è tragica, l'Eurostat fa sapere che peggio di noi in Europa fa solo la Spagna. Nel complesso, la disoccupazione nella zona euro sale a livelli record a gennaio 2013, la più alta dall'inizio delle rilevazioni Eurostat. Nella Ue-17 i senza lavoro sono pari all'11,9%, contro il 10,8% di un anno fa, quando in italia eravamo al 9,6%. In Spagna a gennaio 2013 le persone senza un lavoro sono il 26,2%.
In 5 anni si è registrato un calo di 336mila lavoratori. Il settore più colpito è quello industriale...
AL SUD SEMPRE MENO LAVORO |
14:48
- Il crollo dell'occupazione in Italia negli ultimi 5 anni ha
riguardato soprattutto il Sud, con 336mila lavoratori in meno (-323mila
in tutto il Paese dal 2007 al 2012). E' quanto emerge da dati Istat. Il
calo ha interessato nel Meridione soprattutto gli uomini (390mila in
meno), i giovani tra i 25 e i 34 anni (-305mila). Il settore più colpito
è quello industriale.
Al Sud è emergenza lavoro
- Gli occupati nel complesso in Italia sono passati dai 23.222.000 del
2007 a 22.899.000 del 2012 (323.000 in meno). Ma se nel Nord gli
occupati sono diminuiti di appena 20mila unità (da 11.921.000 nel 2007 a
11.901.000 nel 2012 con un -0,17%) e al Centro si registra un lieve
avanzamento delle persone al lavoro (da 4.785.000 a 4.818.000), il Sud
subisce un vero e proprio crollo passando dai 6.516.000 del 2007 a
6.180.000 (-336.000 pari al -5,15%). Dei 68.000 posti persi nel
complesso tra il 2011 e il 2012 36.000 sono nel Mezzogiorno.
Più colpiti i giovani - Perdono quota soprattutto gli occupati uomini nel Meridione (passati da 4.327.000 a 3.937.000, 390.000 in meno) e la fascia dei giovani tra i 15 e i 34 anni. Se nel complesso del Paese si è registrato un calo di oltre 1,4 milioni di unita' al lavoro in questa età (da 7.237.000 a 5.789.000) per il Sud in questa fascia lavorano 428mila persone in meno di cinque anni fa (-305mila solo nella fascia tra i 25 e i 34 anni).
Male l'industria - Tra i settori che hanno sofferto di più c'è l'industria: nell'industria in senso stretto (escluse le costruzioni) si sono persi in Italia dal 2008 al 2012 (primo anno confrontabile sui settori) quasi 400mila posti di lavoro (da 5.001.000 a 4.608.000). Circa 100mila sono stati persi al Sud (da 905mila a 810mila). Un numero rilevante di occupati l'ha perso anche le costruzioni: tra il 2007 e il 2012 si registrano in tutto il Paese 233.000 occupati in meno (139.000 in meno al Sud).
Calo anche nella pubblica amministrazione - Oltre 70mila occupati in meno si registrano nella pubblica amministrazione in tutto il Paese (esclusi istruzione e sanità) mentre nella scuola e nella sanità si sono persi circa 40mila posti. Al Sud hanno un segno positivo solo il settore dell'alloggio e della ristorazione con 30mila occupati in più (da 326mila del 2008 a 356mila), quello dei servizi di informazione e comunicazione (con appena 2mila occupati in più) e quello dei servizi alle imprese.
Più colpiti i giovani - Perdono quota soprattutto gli occupati uomini nel Meridione (passati da 4.327.000 a 3.937.000, 390.000 in meno) e la fascia dei giovani tra i 15 e i 34 anni. Se nel complesso del Paese si è registrato un calo di oltre 1,4 milioni di unita' al lavoro in questa età (da 7.237.000 a 5.789.000) per il Sud in questa fascia lavorano 428mila persone in meno di cinque anni fa (-305mila solo nella fascia tra i 25 e i 34 anni).
Male l'industria - Tra i settori che hanno sofferto di più c'è l'industria: nell'industria in senso stretto (escluse le costruzioni) si sono persi in Italia dal 2008 al 2012 (primo anno confrontabile sui settori) quasi 400mila posti di lavoro (da 5.001.000 a 4.608.000). Circa 100mila sono stati persi al Sud (da 905mila a 810mila). Un numero rilevante di occupati l'ha perso anche le costruzioni: tra il 2007 e il 2012 si registrano in tutto il Paese 233.000 occupati in meno (139.000 in meno al Sud).
Calo anche nella pubblica amministrazione - Oltre 70mila occupati in meno si registrano nella pubblica amministrazione in tutto il Paese (esclusi istruzione e sanità) mentre nella scuola e nella sanità si sono persi circa 40mila posti. Al Sud hanno un segno positivo solo il settore dell'alloggio e della ristorazione con 30mila occupati in più (da 326mila del 2008 a 356mila), quello dei servizi di informazione e comunicazione (con appena 2mila occupati in più) e quello dei servizi alle imprese.
Nessun commento:
Posta un commento