"La Politica è una cosa difficile, talvolta terribile, ma tuttavia umana! Anche nella Politica ci deve essere il disgusto, la pulizia! Non ci si può sporcare di fango, nemmeno per un'idea alta!" (Boris Eltsin - "Il diario del Presidente")
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giovedì 30 ottobre 2014
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mercoledì 29 ottobre 2014
Il mistero del razzo che esplode al lancio, un'anomalia catastrofica per la Nasa...
Razzo esplode al lancio, anomalia catastrofica per Nasa...
Sono stati distrutti anche due esperimenti della missione 'Futura', dell'astronauta italiana Samantha Cristoforetti. Nessuna vittima, trasportava rifornimenti destinati a Iss nell'esplosione del razzo Antares avvenuta negli Stati Uniti la notte
scorsa. Lo ha reso noto il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana
(Asi), Roberto Battiston, a margine della firma di un contratto per i
lanciatori Vega. Sono state distrutte la maglietta smart equipaggiata
con una serie di sensori, e l'apparato dell'esperimento del medico
Zambon.
"Entrambi gli esperimenti saranno rimpiazzati appena possibile", ha
detto ancora Battiston. E' prevedibile che possano volare a bordo della
prossima navetta cargo diretta alla Stazione Spaziale Internazionale e
la decisione sarà presa a breve. Una delle apparecchiature andate
distrutte nell'esplosione del razzo Antares è quella dell'esperimento
'Drai Brain', coordinato dal medico Paolo Zamboni, del Centro per le
malattie vascolari dell'università di Ferrara e teso a verificare
l'ipotesi secondo la quale una delle cause della sclerosi multipla
potrebbe essere il restringimento dei vasi sanguigni di testa e collo.
Nell'esplosione è stata distrutta anche la maglietta dell'esperimento Wearable monitoring, equipaggiata con sensori in grado di misurare ritmo del cuore e del respiro durante il sonno, e l'Unità elettronica portatile destinata a raccogliere i dati.
L'Agenzia Spaziale Italiana e la Nasa sono comunque al lavoro per
portare a bordo della Iss i due esperimenti dell'astronauta Samantha
Cristoforetti.
L'ESPLOSIONE RIPRESA DA UN AEREO, video pubblicato su YouTube da Ed Sealing
"PROPULSORE DI ERA SOVIETICA" - Le cause che hanno
portato la notte scorsa all'esplosione del razzo Antares poco dopo il
lancio non sono state ancora chiarite, ma c'è già chi punta il dito sul
motore utilizzato dal vettore, che è stato prodotto nell'Unione
Sovietica negli anni '60. Quattro decenni fa, l'Urss produsse decine di
propulsori nell'ambito di un programma che prevedeva l'invio di
cosmonauti sulla luna, ma dopo il fallimento di quattro lanci tra il
1969 e il 1972, il programma venne abbandonato e quei propulsori
finirono inutilizzati in un deposito, scrive oggi il Washington Post.
Fino a quando la Orbital Sciences, proprietaria del razzo Antares, non
ha deciso di utilizzarne due versioni modificate per i suoi vettori. "La
storia di questo motore è stata ben documentata nella nostra proposta
alla NASA", ha affermato il vice presidente esecutivo della Orbital,
Frank Culbertson, aggiungendo che si tratta di un propulsore che "e'
stato ampiamente testato, è molto robusto e forte" e "non abbiamo visto
alcuna anomalia".
L'ESPLOSIONE - Un razzo, senza alcun personale a
bordo ma solo con rifornimenti destinati alla Stazione Spaziale
Internazionale (Iss), e' esploso sei secondi dopo il lancio. Un
incidente che, al momento, non sembra aver causato vittime ma ingenti
danni: tutta l'apparecchiatura contenuta nel razzo e' andata persa e i
detriti e le fiamme dell'esplosione ha causato enormi danni alla
proprietà circostante.
Le cause dell'incidente non sono ancora note. Il lancio sarebbe
dovuto avvenire lunedì ma era stato posticipato per la presenza di una
nave a largo nell'Atlantico nel perimetro di sicurezza per il lancio. La
Nasa e Orbital Science, la proprietaria del razzo che effettuava la
missione per l'ente spaziale americano, spiegano che il razzo non ha
presentato alcun problema prima del lancio e anche il conto alla
rovescia si é svolto senza problemi. Per ora si parla di una "anomalia
catastrofica".
La Nasa ha informato immediatamente le Federal Administration Aviation (Faa), l'ente che controlla e gestisce i cieli statunitensi, e ha preannunciato la creazione di una squadra di esperti per chiarire l'accaduto. Il razzo conteneva 2,2 tonnellate di rifornimenti e apparecchiature per i sei astronauti che vivono nella stazione spaziale: la Nasa rassicura sul fatto che nulla a bordo era essenziale per l'Iss, anche perché l'agenzia spaziale russa procederà con le proprie forniture mercoledì. Il personale dell'Iss e' gia' stato informato dell'incidente. Nell'era post Shuttle, la Nasa ha siglato un contratto con Orbital Science e Specex per i rifornimenti alla stazione spaziale.
Fino a oggi tutte le missioni effettuate non hanno presentato alcun problema. L'esplosione rischia però di trasformarsi in boomerang per il presidente americano, Barack Obama, che ha spinto per un programma di razzi commerciali per i rifornimenti. A pagare le immediate conseguenze dell'incidente e' intanto Orbital Science, che crolla in Borsa nelle contrattazioni after hour, arrivando a perdere fino al 19%.
La Nasa ha informato immediatamente le Federal Administration Aviation (Faa), l'ente che controlla e gestisce i cieli statunitensi, e ha preannunciato la creazione di una squadra di esperti per chiarire l'accaduto. Il razzo conteneva 2,2 tonnellate di rifornimenti e apparecchiature per i sei astronauti che vivono nella stazione spaziale: la Nasa rassicura sul fatto che nulla a bordo era essenziale per l'Iss, anche perché l'agenzia spaziale russa procederà con le proprie forniture mercoledì. Il personale dell'Iss e' gia' stato informato dell'incidente. Nell'era post Shuttle, la Nasa ha siglato un contratto con Orbital Science e Specex per i rifornimenti alla stazione spaziale.
Fino a oggi tutte le missioni effettuate non hanno presentato alcun problema. L'esplosione rischia però di trasformarsi in boomerang per il presidente americano, Barack Obama, che ha spinto per un programma di razzi commerciali per i rifornimenti. A pagare le immediate conseguenze dell'incidente e' intanto Orbital Science, che crolla in Borsa nelle contrattazioni after hour, arrivando a perdere fino al 19%.
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venerdì 5 settembre 2014
Alla fine si è capito chi c’era sul volo MH-17 della Malaysian Airlines abbattuto in Ucraina, tutto sembra collegarsi all'epidemia Ebola: coincidenza o fatalità?
Circa 100 passeggeri del volo Malaysia Airlines abbattuto sull’Ucraina giovedi erano scienziati e ricercatori esperti di AIDS diretti in Australia per una conferenza.
L’oOrganizzazione Mondiale della Sanità ha comunicato che anche il suo portavoce, Glenn Thomas, era anche tra le vittime.
La Conferenza Internazionale sull’AIDS si svolge a Melbourne
questo fine settimana, organizzata dalla International AIDS Society, che
ha rilasciato una dichiarazione a seguito dello schianto.
“L’International AIDS Society (IAS) oggi esprime la sua
sincera tristezza nel ricevere la notizia che un certo numero di
colleghi e amici in viaggio per partecipare alla 20 ª Conferenza
Internazionale sull’AIDS che si terrà a Melbourne, in Australia, erano a
bordo del volo della Malaysia Airlines MH17 che si è schiantato in
Ucraina. In questo momento incredibilmente triste e
sensibile , IAS invia condoglianze alle persone care di coloro che sono
morti in questa tragedia “.
"Spariscono anni di conoscenza". "C'è un enorme sentimento di tristezza qui, le persone sono in un mare di lacrime nei corridoi - spiega Clive Aspin, uno dei ricercatori australiani della conferenza - . Queste persone erano le migliori e le più brillanti, gente che ha dedicato gran parte della propria carriera a combattere questo virus terribile. Tutto questo è devastante". Per molti colleghi che si preparano alla conferenza "la conoscenza andata perduta è insostituibile". "Su quel volo c'erano degli scienziati che guidavano la ricerca mondiale", dicono. "La cura per l'Aids poteva essere su quell'aereo, semplicemente non lo sappiamo", ha detto al network Abc, Trevor Stratton, da anni impegnato nella lotta alla malattia. La conferenza si terrà regolarmente, con la partecipazione anche di Bill Clinton e Bob Geldof.
GRABOVO - L'aereo malese abbattuto in Ucraina cancella
289 vite. Ma la notizia che da ore rimbalza sui notiziari di tutto il
mondo nasconde un altro dramma. Su quel volo viaggiavano almeno sei
esperti di fama mondiale per la lotta all'Aids (all'inizio di era
parlato di almeno cento, cifra poi smentita). Fra loro c'erano
ricercatori, rappresentanti delle Ong e volontari. Dovevano partecipare
alla 20esima Conferenza internazionale contro la malattia, che si apre domenica a Melbourne, in Australia. Un lutto definito "devastante per la ricerca contro l'Aids" dai rappresentanti dell'International Aids Society, che organizza l'incontro di Melbourne. Sul Boeing c'era Joep Lange, ricercatore olandese fra i pionieri della lotta all'Hiv ed ex presidente della International Aids Society. Nel 2001 Lange aveva fondato la Ong internazionale Pharmaccess per l'accesso alle cure.
Il pioniere degli studi sull'Hiv. Era partito da Amsterdam con la moglie per condividere con altri colleghi gli studi che seguiva da una vita. Lascia quattro figli. "Il professor Lange è stato uno degli artefici dello studio dell'Aids e dell'impatto sociale che questa malattia ha comportato a livello mondiale - afferma Umberto Tirelli, direttore scientifico del Cro di Aviano - ed è stato il paladino dei pazienti con Hiv, spesso penalizzati e senza voce in capitolo almeno nelle prime fasi della epidemia". Viaggiava con la moglie, aveva più di 350 pubblicazioni nel campo delle terapie antiretrovirali. "Per me Joep era come un fratello - ricorda da Melbourne Stefano Vella, ricercatore dell'Istituto Superiore di Sanità e fra gli estensori delle linee guida Oms sull'Aids - abbiamo collaborato per molti anni, e lui era diventato presidente della società subito dopo di me, ci conoscevamo bene. Era un paladino dell'accesso alle cure e del riconoscimento dei diritti umani, paradossalmente non garantiti in Russia e Ucraina". Per Vella la tragedia non fermerà la ricerca, pur avendo posto fine alla vita "di tante persone impegnate in una battaglia che finora ha avuto molti successi. Il movimento e l'impegno a livello mondiale sull'Aids è grandissimo, e forse quanto è accaduto servirà a dare nuovo vigore a chi resta".
Il portavoce dell'Oms. Tra le vittime c'è anche un portavoce dell'Organizzazione mondiale della Sanità, il 49enne britannico Glenn Thomas. Vite spezzate. Fra gli esperti in lutto c'è chi è convinto che fra i ricercatori in viaggio, c'era qualcuno che vrebbe presentato alla conferenza il risultato di uno studio. Dati e analisi, che potrebbero essere andati distrutti su quell'aereo precipitato nell'est dell'Ucraina. Speranze che si cancellano. Sparisce sicuramente la conoscenza e l'esperienza di persone che avevano studiato per anni questo tema. Sul volo MH17 della Malaysia Airlines diretto a Kuala Lumpur, c'erano volontari, attivisti delle Ong, ma anche alcuni ricercatori di Hiv. Saranno ricordati in queste ore da diverse istituzioni scientifiche internazionali, dall'Ecdc all'Oms, che su twitter saluta Thomas. - Scarica questo articolo in PDF
Il pioniere degli studi sull'Hiv. Era partito da Amsterdam con la moglie per condividere con altri colleghi gli studi che seguiva da una vita. Lascia quattro figli. "Il professor Lange è stato uno degli artefici dello studio dell'Aids e dell'impatto sociale che questa malattia ha comportato a livello mondiale - afferma Umberto Tirelli, direttore scientifico del Cro di Aviano - ed è stato il paladino dei pazienti con Hiv, spesso penalizzati e senza voce in capitolo almeno nelle prime fasi della epidemia". Viaggiava con la moglie, aveva più di 350 pubblicazioni nel campo delle terapie antiretrovirali. "Per me Joep era come un fratello - ricorda da Melbourne Stefano Vella, ricercatore dell'Istituto Superiore di Sanità e fra gli estensori delle linee guida Oms sull'Aids - abbiamo collaborato per molti anni, e lui era diventato presidente della società subito dopo di me, ci conoscevamo bene. Era un paladino dell'accesso alle cure e del riconoscimento dei diritti umani, paradossalmente non garantiti in Russia e Ucraina". Per Vella la tragedia non fermerà la ricerca, pur avendo posto fine alla vita "di tante persone impegnate in una battaglia che finora ha avuto molti successi. Il movimento e l'impegno a livello mondiale sull'Aids è grandissimo, e forse quanto è accaduto servirà a dare nuovo vigore a chi resta".
Il portavoce dell'Oms. Tra le vittime c'è anche un portavoce dell'Organizzazione mondiale della Sanità, il 49enne britannico Glenn Thomas. Vite spezzate. Fra gli esperti in lutto c'è chi è convinto che fra i ricercatori in viaggio, c'era qualcuno che vrebbe presentato alla conferenza il risultato di uno studio. Dati e analisi, che potrebbero essere andati distrutti su quell'aereo precipitato nell'est dell'Ucraina. Speranze che si cancellano. Sparisce sicuramente la conoscenza e l'esperienza di persone che avevano studiato per anni questo tema. Sul volo MH17 della Malaysia Airlines diretto a Kuala Lumpur, c'erano volontari, attivisti delle Ong, ma anche alcuni ricercatori di Hiv. Saranno ricordati in queste ore da diverse istituzioni scientifiche internazionali, dall'Ecdc all'Oms, che su twitter saluta Thomas. - Scarica questo articolo in PDF
Glenn
Thomas, autorevole consulente dell’OMS a Ginevra, esperto in AIDS e,
soprattutto, in Virus Ebola, era a bordo del Boeing 777 della Malaysia
Airlines abbattuto ai confini tra l’Ucraina e la Russia.
Glenn
Thomas era anche il coordinatore dei media ed era coinvolto nelle
inchieste che stavano portando alla luce le controverse operazioni di
sperimentazione di virus Ebola nel laboratorio di armi biologiche presso
l’ospedale di Kenema. Ora che questo laboratorio è stato chiuso per
volontà del Governo della Sierra Leone, emergono ulteriori particolari
in merito agli interessi che nascosti dietro la sua gestione.
Glenn Thomas, autorevole consulente dell’OMS a
Ginevra, esperto in AIDS e, soprattutto, in Virus Ebola, era a bordo
del Boeing 777 della Malaysia Airlines abbattuto ai confini tra
l’Ucraina e la Russia.
Bill e
Melinda Gates hanno connessioni con i laboratori di armi biologiche
situati a Kenema, epicentro dell’epidemia di Ebola sviluppatasi
dall’ospedale dove erano in corso trial clinici sugli esseri umani per
lo sviluppo del relativo vaccino, e ora, a seguito dell’avvio di
un’indagine informale, emerge il nome di George Soros che, tramite la
sua Fondazione, finanzia lo stesso laboratorio di armi biologiche.
Glenn
Thomas era a conoscenza di prove concrete che dimostravano come il
laboratorio aveva manipolato diagnosi positive per Ebola [per conto
della Tulane University] al fine di giustificare un trattamento
sanitario coercitivo alla popolazione e sottoporla al trattamento
sperimentale del vaccino che, in realtà, trasmetteva loro Ebola. Glenn
Thomas aveva rifiutano di andare avanti con il cover up, a differenza di
taluni che lavorano al nostro Istituto Superiore di Sanità e sono
adesso ben sono consapevoli che Glenn Thomas è stato assassinato.
I canali
ufficiali dei media non hanno mai riportato una sola notizia in merito
alla presenza del laboratorio di armi biologiche a Kenema, men che meno
la disposizione di chiusura, né l’ordine di interrompere la
sperimentazione di Ebola da parte della Tulane University. Quindi, quali
altri canali ci sono rimasti perché queste informazioni diventino di
pubblico dominio, e siano diffuse attraverso le reti sociali, se anche
l’OMS e le istituzioni sanitarie evitano di rilasciare informazioni e di
agire?
Il
miliardario George Soros, attraverso la Fondazione Soros Open Society,
per molti anni ha attuato“investimenti significativi“ nel “triangolo
della morte Ebola” della Sierra Leone, Liberia e Guinea. Pertanto,George
Soros avevaun movente per uccidere il portavoce OMS Glenn Thomas per
fermare la diffusione di notizie attraverso i canali ufficiali che
l’epidemia di Ebola è stata orchestrata a tavolino in un laboratorio di
armi biologiche.
L’Olanda è
un paese frastornato dalla rabbia e dall’impossibilità di spiegare le
ragioni del disastro, a tal punto da avanzare una indagine per crimini
di guerra. Ancor più disorientato è il suo Primo Ministro che, dopo aver
chiesto di rimpatriare 40 corpi delle vittime MH17, afferma che “le
rimanenti 200 vittime saranno rimpatriate in treno“. Ma se gli olandesi
erano solo in 193, da dove saltano fuori tutti gli altri?
In merito
al treno che trasporta i corpi delle rimanenti vittime, restano
altrettante colossali incongruenze sui numeri riferiti dalle diverse
fonti: gli esperti internazionali parlano di 282 corpi mentre Kiev
riferisce che nei 5 vagoni refrigerati vi sono 252 corpi. Queste cifre
fanno ulteriormente a cazzotti con la lista ufficiale dei 298
passeggeri.
In tutto
questo marasma è particolarmente interessante il totale silenzio dei
media ufficiali in merito alla notizia della chiusura del laboratorio di
Kenema pubblicata sulla pagina Facebook del Ministero della Salute
della Sierra Leone.
Di Gianni Fraschetti
Fonte: http://www.segnidalcielo.it
Erano solo sei i ricercatori nel campo
dell’Aids a bordo del Boeing 777 della Malaysia Airlines, abbattuto
giovedì scorso ai confini tra l’Ucraina e la Russia, e non un centinaio
come ricostruito sulla base delle prime notizie. A comunicare il numero
degli esperti nel campo dell’Aids, vittime dell’incidente, che avrebbero
dovuto partecipare a una conferenza internazionale delle Nazioni Unite a
Melbourne, è stato lo stesso presidente della International Aids
Society, il premio Nobel francese Francoise Barre-Sinoussi che ha aggiunto “Questo numero potrebbe essere poco più elevato, ma non tanto da raggiungere le cifre che erano state annunciate“.
Tra questi ricordiamo Joep Lange, ricercatore olandese ex presidente della Società internazionale sull’Aids. Lange
era uno dei massimi esperti mondiali di Aids e dal 2002 al 2004 è stato
presidente dell’International Aids Society, che organizza la Conferenza
internazionale. Nel 2001 ha fondato la PharmAccess Foundation
[di cui era tuttora presidente], un’associazione non profit con base ad
Amsterdam molto attiva, che punta a migliorare l’accesso alle terapie
anti-Aids nei Paesi in via di sviluppo. Infine Lange aveva più di 350 pubblicazioni nel campo delle terapie antiretrovirali e ha fondato la rivista accademica Antiviral Therapy.
Ciò che però rende inquietante l’accaduto è la presenza fra le vittime di Glenn Thomas,
autorevole consulente dell’OMS a Ginevra, esperto in AIDS e,
soprattutto, in Virus Ebola. Pertanto, in questo caso, non possiamo
non notare alcuni parallelismi con quanto avvenne poco prima della
diffusione dell’allarme pandemico dell’influenza suina, come abbiamo riportato nel nostro articolo EBOLA: emergono responsabilità da parte dell’OMS. Basti pensare anche all’incidente aereo [un altro triste "déjà vu"]
che decapitò il Governo polacco poco dopo essersi rifiutato di firmare
un contratto capestro con le industrie farmaceutiche per acquistare
forniture di vaccini pandemici nel 2009.
Ma, al di là delle fosche trame di cronaca nera, vorremmo soffermarci sui riflessi internazionali in merito a quanto sta accadendo in Africa, con l’epidemia di Ebola, sfuggita di mano. Per esempio, ad oggi, non si conosce il livello di allerta stabilito dall’OMS per l’epidemia del virus Ebola in Guinea; e da più fonti emergono piani per spostare l’emergenza in atto al massimo livello 6 pandemico. In sostanza, lo scoppio dell’epidemia virale in Guinea potrebbe essere orchestrato nell’identico modo in cui venne attivata la falsa pandemia influenzale H1N1 del 2009.
Ebola,
Mers, Vaiolo, febbre dei Caraibi, Antrace, Aviaria, etc. etc.,
rappresentano solo alcuni dei virus che consentono all’OMS di assumere poteri di emergenza in base alle nuove procedure.
Altrettanto singolare è notare che la conferenza delle Nazioni Unite sull’AIDS è sponsorizzata da Bill e Melinda Gates, i quali hanno connessioni con i laboratori di armi biologiche situati a Kenema,
epicentro dell’epidemia di Ebola sviluppatasi [quasi certamente ]
dall’ospedale dove erano [sono?] in corso trial clinici sugli esseri
umani per lo sviluppo del relativo vaccino.
Mentre i media riportano storielle in cui il virus Ebola sarebbe ricomparso a causa dei gorilla, degli scimpanzé, oppure a causa della deforestazione, le ultime notizie riportate dalla Reuters, tra l’altro, non nascondono l’escalation di un conflitto in atto tra le persone dell’Africa occidentale e il personale medico occidentale, con la chiara ammissione che “il ricovero è visto come una condanna a morte“. E questa storia si ripete un po’ troppo spesso da quelle parti; basta consultare una scheda del 2010 dei Centers for Disease Control and Prevention [CDC] dove si ammette candidamente che Ebola proviene e si diffonde dagli ospedali.
Considerato poi che gli scienziati che lavorano nel laboratorio di armi biologiche, presso il Kenema Hospital, hanno pubblicato un articolo affermando che il ceppo del virus Ebola Zaire è in circolazione in Africa occidentale dal 2006, sarebbe interessante conoscere:
- che cosa ha reso il virus Ebola Zaire così micidiale tutto ad un tratto?
- come mai centinaia di persone sono morte in Africa occidentale nello spazio di poche settimane, quando non è stata riportata una sola morte negli otto anni precedenti?
- da dove proviene questa improvvisa variante mortale del virus?
- per caso, la nuova “variante” del virus Ebola Zaire proviene da un laboratorio di armi biologiche degli Stati Uniti?
- sempre “per caso” gli scienziati che lavorano presso il laboratorio di armi biologiche del Kenema Hospital stanno somministrando alla popolazione locale un ceppo del virus Ebola, particolarmente letale, prodotto dalla bioingegneria, come parte delle sperimentazioni cliniche della Tekmira Pharmaceuticals Corporation, iniziate nel mese di gennaio, destinate ad una coorte di “esseri umani sani”, e finanziata dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti?
Orbene, un nuovo studio pubblicato dagli scienziati del laboratorio di armi biologiche porta conferme a molte di queste domande.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità [OMS], per voce dei suoi consulenti, conferma di non aver mai considerato Ebola come emergenza pandemica e gli stessi consulenti affermano che non potrebbe mai esserci uno scenario in cui Ebola potrebbe diventare pandemia. Solo i virus presenti nell’aria hanno questa possibilità, mentre le epidemie di Ebola sono sempre state caratterizzate da eventi molto localizzati. Dobbiamo credergli? Ovviamente NO!
In primo luogo perché in molte nazioni europee permangono tutt’ora in vigore le fasi pandemiche da 1 a 6; in secondo luogo perché vi sono ricerche che dimostrano come Ebola può essere trasmesso per via aerea, in un laboratorio, se c’è un incidente di laboratorio [come è effettivamente avvenuto]; in terzo luogo perché, come nel caso della pandemia H1N1, anche questa volta l’OMS si rifiuta di svelare gli eventuali conflitti di interesse tra gli esperti di Ebola.
In primo luogo perché in molte nazioni europee permangono tutt’ora in vigore le fasi pandemiche da 1 a 6; in secondo luogo perché vi sono ricerche che dimostrano come Ebola può essere trasmesso per via aerea, in un laboratorio, se c’è un incidente di laboratorio [come è effettivamente avvenuto]; in terzo luogo perché, come nel caso della pandemia H1N1, anche questa volta l’OMS si rifiuta di svelare gli eventuali conflitti di interesse tra gli esperti di Ebola.
Secondo le nuove linee guida e le FAQ dell’OMS, esiste ancora il potere di dichiarare il livello 6 di emergenza pandemica attraverso la nuova definizione, sostanzialmente equivalente, di “Emergenza Sanitaria Pubblica di Rilevanza Internazionale” [PHEIC]. Il termine “Emergenza Sanitaria Pubblica di Rilevanza Internazionale” è definito nella International Health Regulations [IHR 2005] come
"un evento straordinario che è determinato a costituire un rischio per la salute pubblica ad altri Stati attraverso la diffusione internazionale di malattie, potenzialmente da richiedere una risposta internazionale coordinata"
Questa definizione implica che una situazione: è grave, improvvisa, insolita o inattesa; comporta implicazioni per la salute pubblica al di là del confine nazionale dello Stato colpito; e può richiedere un’azione internazionale immediata. La responsabilità di determinare se un evento è all’interno di questa categoria è demandata al direttore generale dell’OMS, che richiede la successiva convocazione di un comitato di esperti [Comitato di Emergenza IHR]. Secondo le linee guida provvisorie ogni dichiarazione sarà basata sulla “valutazione del rischio” e “in linea con l’obiettivo principale della guida“. Pertanto, il Comitato di Emergenza IHR consiglierà l’OMS a produrre la dichiarazione di pandemia. Glenn Thomas era fra questi, e l’hanno ucciso perché in disaccordo con taluni piani organizzati?
Per la seconda volta, in soli cinque anni, l’umanità è nuovamente di fronte a un tentativo di annientamento globale attuato attraverso armi biologiche, camuffate nell’ambito di piani pandemici, perché ci siamo rifiutati di prenderci cura di noi stessi, tranne che del nostro iPhone, del nostro iPad, dei nostri smartphone, dei nostri tablet, delle vacanze al mare, dei mondiali di calcio, delle mode e del conto banca.
Noi proseguiamo a
scrivere ai sordi, nella speranza che non siano anche ciechi, sulla
necessità di analizzare le fiale dei vaccini che somministrano ai nostri
figli. Ogni indagine costa al laboratorio Nanodiagnostics di Modena, diretto dal Dottor Stefano Montanari, un
patrimonio e, a maggior ragione, se nessuno tra coloro che strepitano, e
ci contattano piagnucolando, è disposto a separarsi da un Euro, a darci
una mano per affrontare le spese, ben comprenderete che il futuro è
tutt’altro che privo di infauste insidie che rimarranno funzionali
agl’interessi dell’industria farmaceutica che, di fronte a questo
sgangherato menefreghismo, può dormire sonni tranquilli a tal punto da
ammazzare come mosche le persone più scomode.
Riproduzione riservata©
Fonte: http://autismovaccini.org
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giovedì 10 aprile 2014
BARACK OBAMA (PRESIDENTE U.S.A.) E IL DALAI LAMA (CAPO SPIRITUALE DEL TIBET) DUE PREMI NOBEL PER LA PACE NEL MONDO CHE IN REALTÀ L'UNO E L'ALTRO CERCANO DI FOMENTARE GUERRE CIVILI E DESTABILIZZAZIONI ECONOMICHE IN NORD-AFRICA, SUD-EST ASIATICO E SUD AMERICA, PER ACCAPPARRARSI LE MIGLIORI E PIÙ PREGIATE MATERIE PRIME DEL PIANETA (ORO, PETROLIO, DIAMANTI, METALLI E PIETRE PREZIOSE) PER ALLARGARE ED ARRICCHIRE I MERCATI FINANZIARI DEI RISPETTIVI PAESI E GRUPPI DI POTERE POLITICO ED ECONOMICO! OBAMA E IL DALAI LAMA IN REALTÀ PERICOLOSI GUERRAFONDAI???
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| DALAI LAMA E BARACK OBAMA DUE (FALSI) PREMI NOBEL PER LA PACE NEL MONDO |
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| IL DALAI LAMA GUERRAFONDAIO VISTO DA MITROKHIN... |
Il Dalai Lama nel 1989 è stato premiato con il più
benemerito titolo mondiale che un uomo politico possa desiderare, il
Premio Nobel per la Pace...ma il Dalai Lama in realtà è una oscura
figura strumentalizzata dal Capitalismo Occidentale e dagli Stati Uniti
d'America in primis, per contrastare il Regime di Pechino nella
Repubblica Popolare Cinese; il "pacifico" Dalai Lama Tibetano viene
utilizzato come un "Cavallo di Troia" delle idee e della Politica per
insinuarsi ed insidiare le fondamenta del solido Partito Comunista
Cinese e della Repubblica Maoista Cinese sperando di fomentare la
rivolta armata in Tibet, ovviamente finanziata e armata dalla ormai
collaudata CIA, ovvero dai Servizi Segreti più potenti e più ricchi del
Mondo, per la causa della Libertà e dell'Indipendenza del Tibet dalla
"Madre Patria" Asiatica!!! Il Premio Nobel per la Pace Tibetano dunque,
in realtà stà girando mezzo Mondo per fomentare il fanatismo religioso
Buddista del suo Paese...frasi come "Inferno in Terra!" o come "Siamo
pronti a morire per il Tibet libero!" la dicono tutta sulle reali
intenzioni di un falso Pacifista e visionario come è in realtà il Dalai
Lama!!! "Bisogna vivere senza sesso, astinenza totale dal sesso vera
felicità dell'uomo e vero segreto per una vità più lunga e sana!" Questo
è altro il patrimonio culturale e religioso che il falso pacifista
Tibetano vuole lasciare ai posteri...già ma senza sesso come crede di
crescere, progredire e proliferare il tanto orgoglioso popolo
Tibetano??? Da poche settimane il nostro caro Sindaco di Roma Gianni
Alemanno ha dato la cittadinanza Onoraria al Dalia Lama...sarebbe meglio
togliergliela subito a questo pazzo, fanatico guerrafondaio viscido e
pericoloso sanguinario che lavora e spera nel bagno di sangue degli
innocenti in Tibet per costituire uno stato indipendente foraggiato
segretamente dalla CIA, dal Capitalismo Occidentale e dalla Massoneria
Europea!!! Solidarietà alla Cina e al Governo di Pechino...perchè veri
garanti dell'ordine, del progresso economico e della pace in Tibet!!!
Alexander Mitrokhin
Il guerrafondaio e il "Nirvana"
Criticato dai pacifisti di tutta Italia e di tutto il mondo per la
guerra in Afghanistan e in Iraq, George W. Bush, l’assetato di sangue,
il leader delle crociate in nome della pace e degli equilibri
internazionali ha ricevuto il Dalai Lama nello scorso mese di
ottobre. Il governo cinese si infuriò e il portavoce del ministero degli esteri dichiarò che considerava il comportamento di Bush una grave ingerenza nella politica cinese.
Per la Cina il Dalai Lama sarebbe solo un rifugiato politico che
utilizza una copertura religiosa per ordire le trame indipendentiste del
Tibet. Il presidente americano non fu minimamente scalfito dalle
obbiezioni cinesi e il Dalai Lama rispose con un frase che mi è sembrata l’emblema della sua considerazione dell’ordinarietà degli affanni contingenti degli uomini. “Succede tutte le volte”, disse sorridendo.
Poi, parlando di Bush, ha aggiunto: «Ci conosciamo, e abbiamo creato,
credo, una vera profonda amicizia è come una riunione di famiglia».
In Italia, ovviamente, in un paese dove la precarietà e quindi l’insicurezza hanno preso pieno possesso non solo del lavoro ma anche dei principi e dei valori umani, la preoccupazione maggiore è andata alla materialità dei piccoli affari delle imprese italiane in Cina. Parlo di piccoli affari perché noi non abbiamo le sede della Nike o di qualche altra multinazionale in quei territori d’oriente, ma abbiamo una serie di medie e grandi aziende che hanno iniziato a aprire stabilimenti in Cina negli ultimi anni. Preoccupate di chi sa quale forma di boicottaggio le autorità italiane si sono defilate abilmente e hanno preferito non incontrare il Dalai Lama. Bertinotti il grande difensore dei diritti umani, civili ha deciso di non concedere l’aula di Montecitorio, Napolitano, nostro Presidente della Repubblica, si è defilato evitando abilmente di fornire spiegazioni ufficiali, Rutelli gli ha dato il benvenuto, ma ha preferito non vederlo, e, a questo punto, considerate le terribili ritorsioni che potevano subire le nostre imprese, gli unici che lo hanno ricevuto sono stati i politici dell’ opposizione (Roberto Formigoni e Marco Zacchera) e Beppe Grillo, noto antipolitico.
Le
nostre imprese hanno iniziato a investire in Cina da alcuni anni, e
negli anni 2002 e 2003 ebbi modo di conoscere l’allora Ambasciatore
cinese in Italia, in occasione di un incontro con imprese italiane della
toscana che avevano intenzione di investire nelle terre visitate da
Marco Polo. I nostri imprenditori furono rassicurati su molti aspetti:
logistici, fiscali, e organizzativi. Addirittura per superare
l’ostacolo della lingua le autorità cinesi dissero che avrebbero
inserito un funzionario in ogni azienda per redarre le pratiche
burocratiche di routine e ogni adempimento annuale, questo almeno agli inizi.
Le parole dell’ Ambasciatore furono queste: “noi abbiamo bisogno di imparare il vostro modo di produrre e essere organizzati. Abbiamo bisogno che i nostri dirigenti e i nostri operai imparino il know how gestionale e di funzionamento dei macchinari. In cambio vi mettiamo in condizione di fare i vostri miliardi”. Noi gli serviamo quanto loro servono a noi se ragioniamo in una logica strettamente materialista, ed è probabile che, una volta messa in moto una struttura economica solida e autosufficiente anche grazie a ciò che avranno imparato dagli occidentali, possano fare a meno dei nostri aiuti, delle nostre imprese e dei nostri capitali. Se il Dalai Lama fosse stato ricevuto ufficialmente si sarebbero limitati alle solite proteste, come “succede tutte le volte”. Si sa come vanno certe cose: qualche nota diplomatica, un chiarimento, alcuni articoli sui quotidiani, un paio di passaggi nei telegiornali e dopo qualche settimana tutto passa. Inoltre la via d’uscita diplomatica l’avevano suggerita le stesse autorità cinesi: sarebbe stato sufficiente, se proprio fosse stato necessario, specificare che veniva ricevuto in qualità di leader religioso e spirituale e non come rappresentante del governo in esilio, e aggiungere che tale visita non doveva essere interpretata come una presa di posizione politica dell’Italia a favore dell’indipendenza del Tibet.
I rappresentanti delle nostre istituzioni si sono dimostrati timorosi e attaccati a contingenti convenienze, che peraltro non erano a rischio, mentre hanno perso un’ occasione di avvicinarsi al nirvana. C’è riuscito molto meglio George W. Bush.
ottobre. Il governo cinese si infuriò e il portavoce del ministero degli esteri dichiarò che considerava il comportamento di Bush una grave ingerenza nella politica cinese.
Per la Cina il Dalai Lama sarebbe solo un rifugiato politico che
utilizza una copertura religiosa per ordire le trame indipendentiste del
Tibet. Il presidente americano non fu minimamente scalfito dalle
obbiezioni cinesi e il Dalai Lama rispose con un frase che mi è sembrata l’emblema della sua considerazione dell’ordinarietà degli affanni contingenti degli uomini. “Succede tutte le volte”, disse sorridendo.
Poi, parlando di Bush, ha aggiunto: «Ci conosciamo, e abbiamo creato,
credo, una vera profonda amicizia è come una riunione di famiglia».In Italia, ovviamente, in un paese dove la precarietà e quindi l’insicurezza hanno preso pieno possesso non solo del lavoro ma anche dei principi e dei valori umani, la preoccupazione maggiore è andata alla materialità dei piccoli affari delle imprese italiane in Cina. Parlo di piccoli affari perché noi non abbiamo le sede della Nike o di qualche altra multinazionale in quei territori d’oriente, ma abbiamo una serie di medie e grandi aziende che hanno iniziato a aprire stabilimenti in Cina negli ultimi anni. Preoccupate di chi sa quale forma di boicottaggio le autorità italiane si sono defilate abilmente e hanno preferito non incontrare il Dalai Lama. Bertinotti il grande difensore dei diritti umani, civili ha deciso di non concedere l’aula di Montecitorio, Napolitano, nostro Presidente della Repubblica, si è defilato evitando abilmente di fornire spiegazioni ufficiali, Rutelli gli ha dato il benvenuto, ma ha preferito non vederlo, e, a questo punto, considerate le terribili ritorsioni che potevano subire le nostre imprese, gli unici che lo hanno ricevuto sono stati i politici dell’ opposizione (Roberto Formigoni e Marco Zacchera) e Beppe Grillo, noto antipolitico.
Le
nostre imprese hanno iniziato a investire in Cina da alcuni anni, e
negli anni 2002 e 2003 ebbi modo di conoscere l’allora Ambasciatore
cinese in Italia, in occasione di un incontro con imprese italiane della
toscana che avevano intenzione di investire nelle terre visitate da
Marco Polo. I nostri imprenditori furono rassicurati su molti aspetti:
logistici, fiscali, e organizzativi. Addirittura per superare
l’ostacolo della lingua le autorità cinesi dissero che avrebbero
inserito un funzionario in ogni azienda per redarre le pratiche
burocratiche di routine e ogni adempimento annuale, questo almeno agli inizi.Le parole dell’ Ambasciatore furono queste: “noi abbiamo bisogno di imparare il vostro modo di produrre e essere organizzati. Abbiamo bisogno che i nostri dirigenti e i nostri operai imparino il know how gestionale e di funzionamento dei macchinari. In cambio vi mettiamo in condizione di fare i vostri miliardi”. Noi gli serviamo quanto loro servono a noi se ragioniamo in una logica strettamente materialista, ed è probabile che, una volta messa in moto una struttura economica solida e autosufficiente anche grazie a ciò che avranno imparato dagli occidentali, possano fare a meno dei nostri aiuti, delle nostre imprese e dei nostri capitali. Se il Dalai Lama fosse stato ricevuto ufficialmente si sarebbero limitati alle solite proteste, come “succede tutte le volte”. Si sa come vanno certe cose: qualche nota diplomatica, un chiarimento, alcuni articoli sui quotidiani, un paio di passaggi nei telegiornali e dopo qualche settimana tutto passa. Inoltre la via d’uscita diplomatica l’avevano suggerita le stesse autorità cinesi: sarebbe stato sufficiente, se proprio fosse stato necessario, specificare che veniva ricevuto in qualità di leader religioso e spirituale e non come rappresentante del governo in esilio, e aggiungere che tale visita non doveva essere interpretata come una presa di posizione politica dell’Italia a favore dell’indipendenza del Tibet.
I rappresentanti delle nostre istituzioni si sono dimostrati timorosi e attaccati a contingenti convenienze, che peraltro non erano a rischio, mentre hanno perso un’ occasione di avvicinarsi al nirvana. C’è riuscito molto meglio George W. Bush.
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Mentre gli Stati Uniti, Unione Europea, NATO e ONU perdono tempo a contrastare la giusta rivendicazione di Vladimir Putin sulla Crimea e sull'Ucraina, nella Repubblica Centro-Africana continua la barbarie e la mattanza di una guerra civile senza fine: la Repubblica Centrafricana sta affrontando una crisi alimentare che peggiora ogni giorno di più, a causa degli scontri che hanno costretto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalle proprie case. L’economia del paese è al collasso: la maggioranza della comunità musulmana di commercianti è fuggita, con il risultato che i sistemi di approvvigionamento alimentare esistenti non funzionano più. Nel frattempo, la crisi si è estesa a livello regionale, con migliaia di famiglie che attraversano le frontiere cercando rifugio nei paesi limitrofi. Nel paese, sorgono campi improvvisati, molti vicino la capitale Bangui ma anche nelle zone rurali al nord. La crisi è complicata dalle cattivi condizioni igieniche nei campi, dalla mancanza di sementi per gli agricoltori, dall'aumento dei prezzi alimentari e dall'approssimarsi della stagione delle piogge, che complicherà gli sforzi umanitari per aiutare la popolazione. Nonostante la continua insicurezza, il WFP è sul campo distribuendo razioni alimentari d’emergenza in varie località e preparandosi a rafforzare gli interventi. Nel 2014, il WFP prevede di raggiungere oltre un milione di persone.
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Repubblica Centrafricana
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
| Rep. Centrafricana | |||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|
|
|||||||
| Dati amministrativi | |||||||
| Nome completo | Repubblica Centrafricana | ||||||
| Nome ufficiale | Republique Centrafricaine | ||||||
| Lingue ufficiali | francese | ||||||
| Capitale | Bangui (560.000 ab. / 1994) | ||||||
| Politica | |||||||
| Forma di governo | Repubblica presidenziale (Consiglio Nazionale di transizione) | ||||||
| Capo di Stato | Catherine Samba-Panza (Ad interim) | ||||||
| Capo di Governo | André Nzapayeke | ||||||
| Indipendenza | Dalla Francia, 13 agosto 1960 | ||||||
| Ingresso nell'ONU | 20 settembre 1960 | ||||||
| Superficie | |||||||
| Totale | 622.984 km² (42º) | ||||||
| % delle acque | 0 % | ||||||
| Popolazione | |||||||
| Totale | 3.683.538 ab. (2003) (124º) | ||||||
| Densità | 5,8 ab./km² | ||||||
| Tasso di crescita | 2,142% (2012)[1] | ||||||
| Nome degli abitanti | Centrafricani | ||||||
| Geografia | |||||||
| Continente | Africa | ||||||
| Confini | Ciad, Sudan, Sudan del Sud, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Camerun | ||||||
| Fuso orario | UTC +1 | ||||||
| Economia | |||||||
| Valuta | Franco CFA | ||||||
| PIL (nominale) | 2 172[2] milioni di $ (2012) (162º) | ||||||
| PIL pro capite (nominale) | 480 $ (2012) (180º) | ||||||
| PIL (PPA) | 3 849 milioni di $ (2012) (163º) | ||||||
| PIL pro capite (PPA) | 851 $ (2012) (179º) | ||||||
| ISU (2011) | 0,343 (basso) (179º) | ||||||
| Fecondità | 4,5 (2011)[3] | ||||||
| Varie | |||||||
| Codici ISO 3166 | CF, CAF, 140 | ||||||
| TLD | .cf | ||||||
| Prefisso tel. | +236 | ||||||
| Sigla autom. | RCA | ||||||
| Inno nazionale | La Renaissance | ||||||
| Festa nazionale | 1º dicembre | ||||||
| Evoluzione storica | |||||||
| Stato precedente | |||||||
La Repubblica Centrafricana (fr. République centrafricaine) è uno stato dell'Africa Centrale, la cui capitale è Bangui.
La repubblica confina a nord con il Ciad, a est con il Sudan e il Sudan del Sud, a sud con la Repubblica Democratica del Congo e la Repubblica del Congo e a ovest con il Camerun; è uno stato senza sbocco al mare.
In passato fu una colonia francese con il nome di Ubangi Shari; assunse il nome attuale all'atto dell'indipendenza, nel 1960. Dopo trent’anni di governo prevalentemente militare, nel 1993 si insediò un governo civile durato dieci anni.
Nel marzo 2003 il presidente Patassé ed il suo governo sono stati deposti con un colpo di stato dal generale François Bozizé,
che ha formato un governo di transizione. Nelle contestate elezioni di
marzo e maggio 2005 il generale Bozizé è stato eletto presidente. Il
governo non ha però il completo controllo del territorio e sacche di
illegalità sono registrate nelle campagne e nelle province del nord,
dove continuano gli scontri tra i 2 maggiori gruppi ribelli ed il
governo. L’instabilità dei paesi confinanti (Ciad, Sudan e Repubblica Democratica del Congo) influisce inoltre negativamente sulla stabilità interna del paese[4].
La Repubblica Centrafricana è uno dei paesi più poveri della Terra.
Indice
- 1 Storia
- 2 Geografia
- 3 Clima
- 4 Popolazione
- 5 Ordinamento dello Stato
- 6 Politica
- 7 Eventi recenti
- 8 Economia
- 9 Forze Armate
- 10 Relazioni estere
- 11 Problemi sociali
- 12 Sviluppo umano e povertà
- 13 Ambiente
- 14 Arte
- 15 Sport
- 16 Tradizioni
- 17 Note
- 18 Voci correlate
- 19 Altri progetti
- 20 Collegamenti esterni
Storia
La regione occupata dalla Repubblica Centrafricana è stata abitata
fin da tempi antichissimi: vari ritrovamenti testimoniano l'esistenza di
antiche civiltà anteriori alla nascita dell'Impero Egizio. Nella zona si sono susseguiti, nei secoli, vari regni e imperi, fra i quali l'Impero di Kanem-Bornu, l'Impero Ouaddai, il Regno di Baguirmi. Gruppi Fur si sono stanziati nella regione attorno al Lago Ciad e lungo l'Alto Nilo. Più tardi vari sultanati rivendicarono la regione dell'attuale Repubblica Centrafricana, utilizzando l'intera regione dell'Ubangi come una grande riserva di schiavi, dalla quale essi erano trasportati e venduti nel Nord Africa attraverso il Sahara, soprattutto al mercato del Cairo. Migrazioni di popolazioni nel XVIII e XIX secolo portarono nuove etnie nell'area, come gli Asandè, i Banda, ed i Baya-Mandjia.
Età coloniale (1903-1960)
Nel 1875 il sultano del Sudan Rabih az-Zubayr governò l'Alto-Oubangui, che includeva l'attuale Repubblica Centrafricana. Gli Europei, Francesi, e Belgi, arrivarono nell'area nel 1885. I Francesi consolidarono le loro rivendicazioni "legali" nell'area mediante una convenzione del 1887 con lo Stato Libero del Congo, il quale garantì alla Francia il possesso della riva destra del fiume Oubangui. Due anni più tardi i Francesi stabilirono un avamposto a Bangui, e nel 1894, l'Oubangui-Chari divenne un territorio francese. I Francesi consolidarono il controllo dell'area solo nel 1903, dopo aver sconfitto le forze di Rabih nella battaglia di Kousséri e stabilito un'amministrazione coloniale in tutto il territorio. Nel 1906 il territorio dell'Oubangui-Chari fu unificato con la colonia del Ciad; nel 1910 divenne uno dei quattro territori della Federazione dell'Africa Equatoriale Francese (A.E.F).
Ben presto il governo francese iniziò lo sfruttamento sistematico del
territorio, cedendone in pratica la gestione a compagnie private in
cambio di una notevole percentuale sui profitti. Per questo i successivi
trent'anni furono segnati da rivolte su piccola scala contro il dominio
delle compagnie e lo sviluppo di un'economia basata sulle piantagioni
di cotone e le miniere di diamanti,
dove la popolazione veniva spesso obbligata a lavorare senza alcun tipo
di garanzia e retribuzione. I momenti di ribellione furono tuttavia
sempre repressi nel sangue e non ebbero praticamente effetti.
Nell'agosto del 1940 il territorio rispose, con il resto della A.E.F., alla chiamata del Generale Charles de Gaulle a combattere per la Francia Libera. Dopo la Seconda guerra mondiale, con l'istituzione dell'Unione Francese nel 1946,
si ebbe la prima di una serie di riforme che portarono finalmente alla
completa indipendenza di tutti i territori francesi nell'Africa
occidentale ed equatoriale.
Nel 1946
tutti gli abitanti della A.E.F. si videro garantiti la cittadinanza
francese ed il permesso di istituire assemblee locali. La nascita
dell'Assemblea nella Repubblica Centrafricana fu fortemente voluta da Barthélemy Boganda, un prete cattolico leader del Mouvement d'Evolution Sociale de l'Afrique Noire
(praticamente il primo partito politico del paese), che diventò noto
anche per le sue esplicite dichiarazioni, nelle Assemblee francesi,
sulla necessità di un'emancipazione per l'Africa. Nel 1956
la legislazione francese eliminò alcune diseguaglianze e provvide alla
creazione di alcuni organi per l'auto governo in ogni territorio
dell'A.E.F.
Indipendenza
Il referendum costituzionale Francese del settembre 1956 portò all'approvazione della nuova Costituzione, che entrò in vigore nel 1958 e sciolse l'Africa Equatoriale Francese facendo nascere la Comunità francese. Il 1º dicembre del 1958 l'Assemblea centrafricana dichiarò la nascita della Repubblica Centrafricana
all'interno della Comunità, con Boganda capo del governo. Il governo di
Boganda durò fino alla sua morte avvenuta in un misterioso incidente
aereo nel marzo 1959. Suo cugino, David Dacko, lo rimpiazzò e condusse la Repubblica Centrafricana alla completa indipendenza con la dichiarazione del 13 agosto 1960.
I regimi militari (1962-1993)
| Per approfondire, vedi Impero Centrafricano. |
Dopo un violento scontro di potere col rivale Abel Goumba, risoltosi con l'arresto di quest'ultimo, David Dacko impose un regime monopartitico nel 1962 e governò il Paese fino al 1965, con mano pesante e mettendone in ginocchio l'economia. Il 31 dicembre 1965, il regime di Dacko venne rovesciato da un colpo di stato condotto dal colonnello Jean-Bédel Bokassa,
che sospese subito la costituzione e sciolse il parlamento. Il nuovo
uomo forte non portò miglioramenti alla situazione del paese, anzi si
produsse in una politica fortemente repressiva e autocelebrativa che lo
portarono ad autodichiararsi presidente a vita nel 1972 e imperatore del
risorto Impero Centrafricano nel 1976 col nome di Bokassa I.
Aiutato economicamente dalla Francia che mirava a mantenere saldi i suoi interessi economici nella regione (le riserve di caccia grossa ai confini col Sudan e le miniere di Uranio a Bakouma),
Bokassa portò il paese sull'orlo del disastro economico, a causa dello
sperpero di denaro, speso in progetti in gran parte miranti ad aumentare
il proprio prestigio personale. Solo per l'incoronazione ad imperatore
avvenuta il 4 dicembre 1976,
e snobbata da quasi tutto il mondo, Bokassa spese quasi 20 milioni di
dollari. La fine di Bokassa arrivò nel 1979, quando i francesi,
approfittando di un suo viaggio in Libia, restaurarono la presidenza
Dacko, con un altro colpo di stato. A sua volta, Dacko venne esautorato
da un ennesimo colpo di stato dal Generale André Kolingba il 1º settembre del 1981.
Kolingba sospese tutte le garanzie costituzionali e diede vita ad una
giunta militare che governò il paese col pugno di ferro fino al 1985.
Nel 1986 Kolingba introdusse una nuova costituzione, approvata con un
referendum plebiscitario nello stesso anno, fondò un nuovo partito (Rassemblement Démocratique Centrafricain)
di cui divenne leader e indisse elezioni parlamentari nel 1987 e
municipali nel 1988. Tuttavia, la credibilità di queste elezioni venne
minata dall'esclusione dei due maggiori partiti di opposizione (guidati
da Abel Goumba e da Ange-Félix Patassé), ai quali venne vietata la partecipazione alle consultazioni elettorali.
I governi di Patassé (1993-2003)
Dopo la caduta del muro di Berlino, nel 1990
un forte movimento democratico prese vita, portando alla richiesta di
convocazione di una Conferenza Nazionale, fatta da 253 eminenti
personalità del paese firmatari di una lettera aperta nel maggio del
1990. La richiesta venne rifiutata da Kolingba che fece, anzi,
imprigionare parecchi dissidenti. Pressioni internazionali dagli USA, cautamente, dalla Francia
e da un gruppo di rappresentanti di paesi e compagnie operanti
localmente denominata GIBAFOR (composta da Francia, USA, Germania,
Giappone, UE, Banca Mondiale e ONU), spinsero finalmente Kolingba ad
accettare, nel principio, la convocazione di nuove libere elezioni
nell'ottobre 1992, sotto il controllo dell'Agenzia dell'ONU preposta
allo scopo.
Tuttavia, con la scusa di presunte irregolarità, Kolingba sospese il
risultato delle elezioni e con questo pretesto riprese in mano il
potere. Le pressioni del GIBAFOR, comunque, si fecero molto intense e lo
portarono, infine ad accettare la nascita di un Consiglio Nazionale
Politico Provvisorio della Repubblica (Conseil National Politique Provisoire de la République
- CNPPR) e di una Commissione Elettorale Mista che includeva
rappresentanti di tutte le formazioni politiche. Le elezioni si tennero,
infine, nel 1993, sempre sotto controllo della comunità internazionale,
e vide Ange-Félix Patassé primeggiare nella prima tornata delle
presidenziali davanti ad Abel Goumba, David Dacko e lo stesso Kolingba.
Al secondo turno, Patassé vinse col 52,5% contro il 45,6% dello sfidante
Goumba.
La vittoria del partito di Patassé, il Movimento per la Liberazione del Popolo Centrafricano (Mouvement pour la Libération du Peuple Centrafricain
- MLPC), non gli portò, tuttavia, la maggioranza assoluta e Patassé
dovette cercare una coalizione per dar vita al governo. Patassé iniziò
ben presto un'intensa opera di epurazione negli apparati statali
centrafricani. Degradò ed espulse Kolingba dall'esercito, incriminò
buona parte dei vecchi ministri, licenziò parecchi funzionari
ministeriali di etnia Yakoma
(fedele a Kolingba) e ancor più funzionari statali che ricoprivano
incarichi importanti e lucrosi. Epurazioni colpirono pure la Guardia
Presidenziale dove 200 militari vennero rispediti a casa o passati nelle
file dell'esercito. Il partito di Kolingba, denunciò, per questo, la
politica di Patassé come razzista nei confronti degli Yakoma.
La nuova Costituzione approvata il 28 dicembre 1994 e promulgata il 14 gennaio 1995, non servì a garantire le libertà politiche e civili. Tra il 1996 e il 1997,
tre diverse rivolte popolari portarono alla luce la crescente
diffidenza nei confronti del governo di Patassé, durante le quali il
paese visse momenti di violenza e forti tensioni interetniche. Il 25
gennaio 1997, gli accordi di pace firmati a Bangui,
portarono al dispiegamento di una forza di interposizione composta da
forze militari di paesi africani, denominata Missione Interafricana di
Sorveglianza degli Accordi di Bangui (Mission Interafricaine de Surveillance des Accords de Bangui
- MISAB). Mediatore di tutta l'operazione fu l'ex Presidente del vicino
Mali, Amadou Touré, che permise l'ingresso di ex-rivoltosi dentro il
governo. La missione MISAB venne poi rilevata da una missione di pace
ONU denominata Missione ONU nella RCA (Mission des Nations Unies en Republique Centrafricaine - MINURCA).
Le elezioni parlamentari del 1998, videro una forte espansione del partito dell'ex presidente Kolingba (RDC) che vinse 20 dei 109 seggi. Tuttavia, nel 1999,
nonostante il forte malcontento delle popolazioni urbane avverse alla
conduzione clientelare e corrotta del suo precedente governo, Patassé
vinse ancora una volta le presidenziali, diventando presidente per un
secondo mandato. Un infruttuoso colpo di stato venne tentato il 28
maggio 2001, quando ribelli occuparono le principali strutture
strategiche della capitale. Il capo di stato maggiore Abel Abrou ed il
Generale N'Djadder Bedaya furono assassinati, ma Patassé ebbe partita
vinta sulle truppe ribelli, grazie all'aiuto di truppe guidate dal
congolese Jean-Pierre Bemba e provenienti dalla vicina Repubblica Democratica del Congo
e di truppe libiche. Al termine dei combattimenti, le truppe fedeli a
Patassé si resero responsabili di una feroce campagna di vendetta che si
risolse in una serie generalizzata di violenze contro la popolazione,
con case bruciate, torture ed assassinii di vari oppositori. Il paese
divenne, così, una sorta di terra di nessuno, in quanto l'esercito era
ormai sgretolato e le truppe straniere come quelle ribelli razziavano e
rapinavano la popolazione civile.
Il golpe del generale Bozizé (2003-2013)
Patassé costrinse, poi, il generale François Bozizé a riparare in Ciad,
in quanto sospettato di tramare un altro colpo di stato ai suoi danni.
Il generale portò nel paese parecchie truppe fedeli e il 25 ottobre 2002,
sferrò un primo attacco improvviso contro Patassé che seppe resistere e
forzò Bozizé a riparare nel nord del paese. Il 15 marzo 2003, mentre
Patassé si trovava all'estero il generale riuscì ad entrare nella
capitale. I mercenari di Jean-Pierre Bemba
non si opposero all'attacco e Bozizé prese il controllo del paese nelle
sue mani esautorando Patassé. Patassé riparò in Togo, paese natale
della moglie ufficiale.
Bozizé sospese la costituzione e nominò un nuovo gabinetto di governo
in cui figuravano parecchi membri dei partiti di opposizione. Abel Goumba, chiamato Mr. Clean
per la sua aura di incorruttibilità, venne nominato primo ministro,
dando così un'immagine credibile al nuovo governo. Bozizé convocò quindi
un Consiglio Nazionale di Transizione su una larga base rappresentativa
che doveva portare alla scrittura di una nuova costituzione e annunciò
che si sarebbe ritirato e candidato per regolari elezioni una volta
approvata questa nuova costituzione. Una conferenza di riconciliazione
si tenne dal 15 settembre al 27 ottobre 2003 e Bozizé vinse le elezioni del maggio 2005, ritenute valide dalla comunità internazionale, battendo l'ex primo ministro patassista Ziguelé.
A Patassé fu impedito con ogni mezzo di tornare nel paese. Fu infatti
minacciato di morte, denunciato per crimini contro i diritti dell'uomo,
e infine non si presentò alle elezioni. Viste le pressioni
manipolatorie del Presidente e della rosa di ministri scelti, Goumba non
poté restare a lungo in carica come primo ministro, e fu trasferito
alla carica solo onorifica di vicepresidente, di fatto esautorando
l'unico uomo politico trasparente del paese. Tra le iniziative di Goumba
è interessante citare la denuncia dei redditi e dei beni
obbligatoriamente pubblica dei ministri in carica.
Il 24 marzo 2013, Bozizé è stato costretto alla fuga dopo la presa della capitale Bangui da parte dei ribelli Seleka[5].Abbandonata la città, avrebbe raggiunto la Repubblica Democratica del Congo attraversando il fiume Oubangi[5].
Il golpe di Djotodia (2013)
In seguito alla caduta di Bozizé e alla sua fuga prima in Repubblica Democratica del Congo e poi in Camerun i ribelli di Seleka hanno deciso di porre uno dei propri leader come Capo di Stato della Repubblica Centrafricana: Michel Djotodia,
uno dei più strenui oppositori dell'ex Presidente. Il premier invece,
resterà al suo posto anche con la nuova presidenza. Il 10 gennaio 2014
Djotodia si dimette insieme al suo Primo Ministro, viene nominato
Presidente provvisorio Alexandre Ferdinand Nguendet. Il 20 gennaio 2014 Catherine Samba-Panza,
prende il posto di Nguendet, infatti viene eletta Presidente di
transizione della Repubblica Centraficana grazie al voto del parlamento.
Geografia
La Repubblica Centrafricana è un paese senza sbocco sul mare entro
l'interno del continente africano. Confina con Camerun, Ciad, Sudan, Sud
Sudan, la Repubblica Democratica del Congo e la Repubblica del Congo.
Il paese si trova tra le latitudini 2 ° e 11 ° N e longitudine 14 ° e 28
° E. Gran parte del paese è costituito da piatto, o rotolare savana
plateau, in genere circa 500 metri (1.640 piedi) sul livello del mare,
di cui più della metà settentrionale si trova all'interno Oriente
Sudanian savana ecoregione del World Wildlife Fund. Così come le colline
Fertit nel nord-est della vettura, ci sono colline sparse nel
sud-ovest. A nord-ovest è il Massiccio Yade, un altopiano di granito con
un'altitudine di 348 m. Al 622,941 mila chilometri quadrati, la
Repubblica Centrafricana è paese 45a più grande al mondo. E 'di
dimensioni paragonabili a Ucraina, ed è un po' più piccola dello stato
americano del Texas. Gran parte del confine meridionale è formato da
affluenti del fiume Congo, con il fiume Mbomou nell'est fusione con il
fiume Uele per formare il fiume Ubangi. A ovest, il fiume Sangha
attraversa parte del paese. Il confine orientale si trova lungo il bordo
del bacino imbrifero del fiume Nilo. E 'stato stimato che fino al 8%
del paese è coperto da foreste, con le parti più dense del sud. La
foresta è molto diverse nel carattere e comprende specie commercialmente
importanti di Ayous, Sapelli e Sipo. Il tasso di deforestazione è di
0,4% annuo, e legname bracconaggio è all'ordine del giorno.
Clima
Il clima della Repubblica Centrafricana è generalmente tropicale, con
una stagione delle piogge che dura da giugno a settembre nel nord del
paese, e da maggio a ottobre nel sud. Durante la stagione delle piogge
ci sono tempeste di pioggia su una base quasi quotidiana e c'è spesso
nebbia mattutina. Precipitazione massima annuale è di 1.800 mm nella
regione Ubangi superiore. Le zone settentrionali sono calde e umide da
febbraio a maggio, ma possono essere soggetti al caldo, secco e
polveroso a causa di un vento conosciuto con il nome di Harmattan. Le
regioni meridionali hanno un clima più equatoriale.
Popolazione
Demografia
La popolazione della Repubblica Centrafricana è quasi quadruplicata
dopo l'indipendenza. Nel 1960, la popolazione era di 1.232.000, come di
una stima delle Nazioni Unite 2013, era di 5.166.510 Abitanti. Le
Nazioni Unite stimano che circa il 11% della popolazione di età compresa
fra 15 e 49 è sieropositivo. Solo il 3% del paese ha la terapia
antiretrovirale disponibile, a fronte di una copertura del 17% nei paesi
confinanti del Ciad e nella Repubblica del Congo. La nazione è divisa
in più di 80 gruppi etnici, ciascuno con il proprio linguaggio. I
maggiori gruppi etnici sono il Baya, Banda, Mandjia, Sara, Mboum,
M'Baka, Yakoma, e Fula o Fulani, con gli altri tra cui gli europei di
origine per lo più francese.
Lingue
Anche se il francese è la lingua ufficiale, tutti parlano il sango, che era usato già nei tempi antichi nelle trattative commerciali tra le diverse tribù.
Religioni
Il cinquanta per cento della popolazione è cristiano, prevalgono i
Cattolici, seguono le confessioni protestanti, mentre il 35% della
popolazione continua a mantenere credenze indigene. L'Islam è praticato
da 15% della popolazione del paese. Ci sono molti gruppi missionari che
operano nel Paese, tra luterani, battisti, cattolici, Fratelli Grazia, e
testimoni di Geova (2656[6]).
Mentre questi missionari sono prevalentemente dagli Stati Uniti,
Francia, Italia e Spagna, molti sono anche dalla Nigeria, Repubblica
Democratica del Congo e altri paesi africani. I missionari hanno
lasciato il paese quando sono scoppiati i combattimenti tra ribelli e
forze governative nel 2002-3, ma molti di loro sono tornati a continuare
il loro lavoro.
Ordinamento dello Stato
Suddivisione Amministrativa
| Per approfondire, vedi Prefetture della Repubblica Centrafricana. |
La Repubblica Centrafricana è divisa in 14 prefetture amministrative
(prefetture), insieme a due prefetture economiche (prefetture
économiques) e un comune autonomo. Le prefetture sono ulteriormente
suddivisi in 71 sotto-prefetture (sous-prefetture).Le prefetture sono
Bamingui-Bangoran, Basse-Kotto, Haute-Kotto, Haut-Mbomou, Kémo, Lobaye,
Mambéré-Kadéï, Mbomou, Nana-Mambéré, Ombella-M'Poko, Ouaka, Ouham,
Ouham-Pendé e Vakaga.Le due prefetture economiche sono Nana-Grébizi e
Sangha-Mbaéré, mentre il comune è la capitale Bangui.
La Repubblica Centroafricana è divisa in quattordici prefetture:
- Bamingui-Bangoran (capitale: Ndélé)
- Basse-Kotto (Mobaye)
- Haute-Kotto (Bria)
- Haut-Mbomou (Obo)
- Kémo (Sibut)
- Lobaye (Mbaïki)
- Mambéré-Kadéï (Berbérati)
- Mbomou (Bangassou)
- Nana-Mambéré (Bouar)
- Ombella-M'Poko (Bimbo)
- Ouaka (Bambari)
- Ouham (Bossangoa)
- Ouham-Pendé (Bozoum)
- Vakaga (Birao)
In aggiunta ci sono due prefetture economiche:
- Nana-Grébizi (capitale: Kaga-Bandoro)
- Sangha-Mbaéré (capitale: Nola)
Le prefetture sono divise in 71 subprefetture.
Politica
Come molte altre ex colonie francesi, il sistema giuridico della
Repubblica Centrafricana è basata sul diritto francese.Una nuova
costituzione è stata approvata dagli elettori in un referendum tenutosi
il 5 dicembre 2004. Elezioni presidenziali e parlamentari
multipartitiche complete si sono tenute nel marzo 2005, con un secondo
turno a maggio. Bozizé è stato dichiarato vincitore dopo un
ballottaggio.Un paio di anni più tardi, la Repubblica Centrafricana è
stato vittima di una delle tante guerre civili in Africa, ribellioni e
rivoluzioni. Nel febbraio del 2006, ci sono state segnalazioni di
violenza diffusa nella parte settentrionale del paese. Migliaia di
profughi fuggiti loro case, coinvolti nello scontro a fuoco tra le
truppe governative e le forze ribelli. Più di 7.000 persone sono fuggite
nel vicino Ciad. Coloro che sono rimasti nel CAR ha raccontato come le
truppe governative hanno ucciso sistematicamente gli uomini ei ragazzi
che sospettati di collaborazione con i ribelli. L'esercito francese ha
sostenuto la risposta del governo Bozizé ai ribelli nel novembre
2006.Nel marzo 2010, Bozizé ha firmato un decreto che dichiara che le
elezioni presidenziali erano che si terrà il 25 aprile 2010. Le elezioni
sono state rinviate, in primo luogo fino al 16 maggio e poi a tempo
indeterminato. Infine, le elezioni generali è stato fissato per il 23
gennaio 2011. Nonostante i gravi problemi organizzativi, l'elezione
procedeva come previsto. Un secondo turno si è tenuto il 27 marzo 2011.
Le elezioni generali sono stati in parte finanziati dal Programma di
sviluppo delle Nazioni Unite e dell'Unione europea. Le 'Observatoire
national des elezioni "monitorate il processo elettorale. Sia Bozizé e
il suo partito ha ottenuto vittorie importanti.
Eventi recenti
Nonostante l'apparente stabilità nel periodo di Bozizè, il governo di
Bozizé è stato afflitto da corruzione pesante, il sottosviluppo, il
nepotismo e l'autoritarismo, che porta a una ribellione aperta contro il
governo Bozizé da un'alleanza di fazioni armate dell'opposizione
conosciuta come la Coalizione Séléka durante la Repubblica Centrafricana
La guerra di Bush e la Repubblica Centrafricana conflitto 2012-2013,
che alla fine ha portato alla sua caduta il 24 marzo 2013. Nel dicembre
2012, Séléka ribelli della Coalizione avanzarono verso la capitale,
spingendo proteste presso l'ambasciata francese e l'evacuazione della
ambasciata americana. Dopo diversi giorni di scontri e anticipazioni
ribelli, e in seguito al rifiuto da parte del governo francese di
intervenire, il governo Bozizé ha accettato di colloqui con i ribelli.
Il 24 marzo 2013, i ribelli Séléka marciato nella capitale e hanno preso
d'assalto il palazzo presidenziale, costringendo Bozizé a fuggire in
Camerun attraverso la Repubblica democratica del Congo. Lo stesso leader
ribelle Djotodia proclamato presidente dopo aver conquistato la
capitale Bangui. Nicolas Tiangaye rimasto come il primo ministro: è
stato recentemente nominato ed è stato permesso dai ribelli Séléka di
conservare il suo posto, come è stato approvato da parte
dell'opposizione. Resistenza contro i nuovi governanti consisteva
principalmente di giovani armati e soldati in una base di 60 km (37
miglia) dalla capitale. Entro il 27 marzo vita normale nella capitale
aveva iniziato a essere ripreso. Alti ufficiali militari e di polizia
riconosciuti Djotodia come presidente il 28 marzo 2013, in quello che è
stato visto come "una forma di resa". Un nuovo governo è stato nominato
in data 31 marzo 2013, che consisteva di membri della Séléka e
rappresentanti dell'opposizione a Bozizé, un individuo pro-Bozizé e un
certo numero di rappresentanti della società civile. Il 1 ° aprile, gli
ex partiti di opposizione hanno dichiarato che avrebbero boicottare il
governo. Dopo che i leader africani del Ciad hanno rifiutato di
riconoscere Djotodia come presidente, proponendo invece la formazione di
un Consiglio di transizione e lo svolgimento di nuove elezioni,
Djotodia conseguenza ha firmato un decreto in data 6 aprile per la
formazione di un consiglio che avrebbe agito come un parlamento di
transizione. Il Consiglio è stato affidato il compito di eleggere un
presidente di servire prima delle elezioni in 18 mesi. Il 10 gennaio
2014 Djotodia si dimette insieme al suo Primo Ministro, viene nominato
Presidente provvisorio Alexandre Ferdinand Nguendet.
Economia
L'agricoltura è dominata dalla coltivazione e vendita di colture
alimentari come la manioca, arachidi, mais, sorgo, miglio, sesamo, e
piantaggine. Il tasso di crescita reale del PIL annuo è di poco più del
3%. L'importanza delle colture alimentari più di colture esportate è
indicato dal fatto che la produzione totale di manioca, l'alimento base
della maggior parte degli abitanti dell'Africa Centrale, oscilla tra
200.000 e 300.000 tonnellate l'anno, mentre la produzione di cotone, il
principale prodotto agricolo esportato per valore, varia da 25.000 a
45.000 tonnellate l'anno. Colture alimentari non vengono esportati in
grandi quantità, ma costituiscono ancora le principali colture del
paese, perché i centroafricani derivano molto più reddito dalla vendita
periodica delle colture alimentari in eccedenza rispetto a colture
esportati come il cotone o il caffè.Principale partner di importazione
della Repubblica è la Corea del Sud (45,8%). Altre importazioni
provengono da Paesi Bassi (8,8%), Francia (7,2%) e Camerun (5,1%). Il
suo più grande partner di esportazione è il Belgio (30,4%), seguiti
dalla Cina (17,1%), la Repubblica democratica del Congo (7,9%), Francia
(7,1%), Indonesia (6,3%) e Marocco (5,3%). Il reddito pro capite della
Repubblica viene spesso indicato come essere intorno a 300 dollari
l'anno, ha detto di essere uno dei più bassi del mondo, ma questo dato
si basa principalmente su dati di vendita per le esportazioni e ignora
in gran parte tale vendita non registrata di prodotti alimentari, di
produzione locale alcool, diamanti, avorio, carne di animali selvatici e
la medicina tradizionale. Per la maggior parte degli africani centrale,
l'economia informale del CAR è più importante nell'economia formale.
Tra i diamanti costituiscono esportazione più importante del paese, che
rappresentano il 40-55% dei proventi delle esportazioni, ma si stima che
tra il 30% e il 50% di quelli prodotti ogni anno lasciano il paese
clandestinamente. Commercio di esportazione è ostacolato da scarso
sviluppo economico e la posizione del paese di distanza dalla costa. Le
regioni selvagge di questo paese rappresentano potenziali destinazioni
ecoturistici. Nel sud-ovest, il Parco Nazionale Dzanga-Sangha è situato
in una zona di foresta pluviale. Il paese è noto per la sua popolazione
di elefanti di foresta e gorilla di pianura occidentale. A nord, il
Parco Nazionale Manovo-Gounda St Floris è ben popolato di fauna
selvatica, tra cui leopardi, leoni e rinoceronti. Il Parco Nazionale
Bamingui-Bangoran è situato nella parte nord-est della CAR. I parchi
sono stati gravemente colpiti dalle attività dei bracconieri, in
particolare dal Sudan, nel corso degli ultimi due decenni. CAR è un
membro dell'Organizzazione per l'armonizzazione del diritto commerciale
in Africa (OHADA). Nella relazione del Gruppo della Banca Mondiale Doing
Business 2009, si è classificato 180 ° su 181 per quanto riguarda la
'facilità di business', un indice composito che tiene conto delle norme
che migliorano affari.
Forze Armate
Le Forze Armate dell'Africa Centrale sono stati istituiti nel 1960.
L'Esercito e l'Aeronautica Militare, dispongono di un arsenale di cui la
maggior parte delle armi provengono dalla ex madre patria, la
Repubblica Francese. Gli altri corpi armati sono la Polizia di Stato e
la Gendarmeria di Stato; in oltre vi è un corpo militare che ha il
compito di proteggere la persona del presidente.
Relazioni estere
La Repubblica Centrafricana è fortemente dipendente dagli aiuti
stranieri multilaterale e la presenza di numerose ONG che forniscono
servizi di cui il governo non riesce a fornire. Come un funzionario UNDP
ha messo, la macchina è un paese "siero sous", o di un paese
metaforicamente collegato a un IV. (Mehler 2005:150). La stessa presenza
di numerose persone e organizzazioni straniere nel paese, tra le forze
di pace e anche nei campi profughi, fornisce una fonte importante di
reddito per molti africani centrale. Gran parte del paese è
autosufficiente per quanto riguarda le colture alimentari. Sviluppo
zootecnico è ostacolata dalla presenza della mosca tse-tse. Nel 2006, a
causa della violenza in corso, oltre 50.000 persone nel nord-ovest del
paese, erano a rischio di morire di fame. Questo è stato solo evitati
grazie al sostegno delle Nazioni Unite. Il 12 giugno 2008, la Repubblica
Centrafricana è diventato il quarto paese ad essere iscritta all'ordine
del giorno della Commissione per il Peacebuilding dell'ONU, che è stato
istituito nel 2005 per aiutare i paesi che escono da conflitti evitare
la scivolata di nuovo in guerra o caos. Il corpo 31-membro ha accettato
di riprendere la situazione dopo una richiesta da parte del governo. L'8
gennaio 2008, il Segretario generale dell'ONU Ban Ki-Moon ha dichiarato
che la Repubblica Centrafricana è idoneo a ricevere un contributo del
Fondo consolidamento della pace. Tre aree prioritarie sono state
individuate: in primo luogo, la riforma del settore della sicurezza, in
secondo luogo, la promozione del buon governo e dello Stato di diritto
e, in terzo luogo, la rivitalizzazione delle comunità colpite da
conflitti.
Problemi sociali
Il PIL
è molto basso; circa il 60% della popolazione della Repubblica
Centrafricana vive con meno di 1,25 US$ al giorno. Dicasi lo stesso per
l'Indice di sviluppo umano, che ha fatto registrare una drammatica discesa. Le condizioni della popolazione sono infatti molto difficili: malaria e lebbra
mietono numerose vittime, e la mortalità infantile è tra le più alte
del mondo. La fuga dalle campagne ha fatto sviluppare rapidamente i
maggiori centri urbani, ma la qualità della vita della popolazione è
rimasta problematica. Il 40% degli abitanti vive attualmente in aree
urbane. Il preoccupante analfabetismo, che tocca il 51,4% della popolazione, è una piaga notevole perché impedisce la costituzione di una buona classe dirigente.
Sviluppo umano e povertà
L’indice di sviluppo umano
del paese è 0,384, che posiziona il Centrafrica al 171º posto su 177
paesi tra quelli a più basso indice di sviluppo umano (seguito solo da Mozambico, Mali, Niger, Guinea-Bissau, Burkina Faso e Sierra Leone).
il trend relativo all’indice di sviluppo umano non ha mostrato una
costante crescita come in generale avvenuto nei paesi sub-sahariani ma è
rimasto stabile con una flessione dopo il picco raggiunto nel 1990.
L’indice di povertà umana IPU è di 43,6, che piazza la Repubblica Centro Africana al 98º posto sui 108 paesi per cui l’indice è stato calcolato nel 2004[7].
Ambiente
Il Centrafica è uno dei paesi più ricchi del mondo quanto alla diversità biologica. Ha una grande varietà di biotopi: dalla savana arbustiva del nord-est alla foresta pluviale
primaria del sud, sud-ovest. Di conseguenza molte sono le specie
vegetali ed animali che ospita. O sarebbe meglio dire, ospitava. Infatti
il nord ed il nord est, che erano uno dei contenitori faunistici più
spettacolari del mondo e che ancora ora sulla carta ospitano terre
protette per più di 80.000 km² quadrati (tanto quanto il Portogallo), sono costante oggetto di furia predatoria da parte delle popolazioni provenienti da Ciad e Sudan. Questi entrano con le greggi e a colpi di kalashnikov abbattono i grandi mammiferi presenti: giraffa (solo per la coda), elefante (per l'avorio), ippopotamo (denti) e tutte le grandi gazzelle per via della carne. Il rinoceronte è estinto dal 1972, ma anche altri importanti animali sono estinti nella zona, per esempio il ghepardo. La popolazione di elefanti è decimata, così come quella del leone, e sono ormai pochissimi gli avvistamenti dal 2007.
Per via della guerra civile e della povertà del paese, lo stato non
esercita in questa regione nessun controllo, che è anzi nelle mani di
capi locali di origine straniera che controllano gli influssi migratori
stagionali dei cacciatori. L'Unione Europea tenta da diversi anni di affiancare il paese nella salvaguardia della propria natura tramite i progetti ECOFAC,
ma gli effetti sono minimi, senza nessuna partecipazione da parte dei
governi che si succedono. L'amministrazione fortemente corrotta
dell'ultimo presidente in carica, Bozizé, ha anzi contraddetto leggi
precedenti e tuttora in vigore, secondo cui non è possibile cercare diamanti nelle aree protette, e ha elargito concessioni di sfruttamento che hanno contribuito alla devastazione già presente.
Il sud resta ancora relativamente ricco e la foresta ancora parzialmente preservata. Importanti popolazioni di elefanti di foresta, di bongo e di grandi primati sono ancora presenti e i gorilla di pianura sono osservabili in un piccolo paradiso ambientale che è Dzanga Sangha, vicino a Bayanga. Lì è stato portato avanti dalla biologa italiana Chloé Cipolletta
un programma di adattamento ambientale, grazie al quale una famiglia di
gorilla può essere raggiunta con due ore di cammino dalla base. Nella
stessa zona si trova anche da molti anni la biologa americana Andrea Turkalo, che studia le interazioni sociali e ambientali degli elefanti nei pressi della salina Dzanga Bai.
La grande minaccia di questa regione sono le concessioni di
sfruttamento che l'amministrazione elargisce in modo oscuro e che spesso
non rispettano nessun piano di sostenibilità forestale. La forte
presenza di società asiatiche, che hanno accordi privilegiati e diretti
con i ministeri competenti, aggrava la situazione.
Nel bacino nord-occidentale del fiume Congo si trova uno dei tre parchi nazionali che formano il Sangha Trinational, sito che fa parte del patrimonio dell'UNESCO. Gli altri due parchi appartengono a Camerun e Repubblica del Congo.
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