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giovedì 10 aprile 2014

BARACK OBAMA (PRESIDENTE U.S.A.) E IL DALAI LAMA (CAPO SPIRITUALE DEL TIBET) DUE PREMI NOBEL PER LA PACE NEL MONDO CHE IN REALTÀ L'UNO E L'ALTRO CERCANO DI FOMENTARE GUERRE CIVILI E DESTABILIZZAZIONI ECONOMICHE IN NORD-AFRICA, SUD-EST ASIATICO E SUD AMERICA, PER ACCAPPARRARSI LE MIGLIORI E PIÙ PREGIATE MATERIE PRIME DEL PIANETA (ORO, PETROLIO, DIAMANTI, METALLI E PIETRE PREZIOSE) PER ALLARGARE ED ARRICCHIRE I MERCATI FINANZIARI DEI RISPETTIVI PAESI E GRUPPI DI POTERE POLITICO ED ECONOMICO! OBAMA E IL DALAI LAMA IN REALTÀ PERICOLOSI GUERRAFONDAI???

DALAI LAMA E BARACK OBAMA DUE (FALSI) PREMI NOBEL PER LA PACE NEL MONDO

IL DALAI LAMA GUERRAFONDAIO VISTO DA MITROKHIN...
Il Dalai Lama nel 1989 è stato premiato con il più benemerito titolo mondiale che un uomo politico possa desiderare, il Premio Nobel per la Pace...ma il Dalai Lama in realtà è una oscura figura strumentalizzata dal Capitalismo Occidentale e dagli Stati Uniti d'America in primis, per contrastare il Regime di Pechino nella Repubblica Popolare Cinese; il "pacifico" Dalai Lama Tibetano viene utilizzato come un "Cavallo di Troia" delle idee e della Politica per insinuarsi ed insidiare le fondamenta del solido Partito Comunista Cinese e della Repubblica Maoista Cinese sperando di fomentare la rivolta armata in Tibet, ovviamente finanziata e armata dalla ormai collaudata CIA, ovvero dai Servizi Segreti più potenti e più ricchi del Mondo, per la causa della Libertà e dell'Indipendenza del Tibet dalla "Madre Patria" Asiatica!!! Il Premio Nobel per la Pace Tibetano dunque, in realtà stà girando mezzo Mondo per fomentare il fanatismo religioso Buddista del suo Paese...frasi come "Inferno in Terra!" o come "Siamo pronti a morire per il Tibet libero!" la dicono tutta sulle reali intenzioni di un falso Pacifista e visionario come è in realtà il Dalai Lama!!! "Bisogna vivere senza sesso, astinenza totale dal sesso vera felicità dell'uomo e vero segreto per una vità più lunga e sana!" Questo è altro il patrimonio culturale e religioso che il falso pacifista Tibetano vuole lasciare ai posteri...già ma senza sesso come crede di crescere, progredire e proliferare il tanto orgoglioso popolo Tibetano??? Da poche settimane il nostro caro Sindaco di Roma Gianni Alemanno ha dato la cittadinanza Onoraria al Dalia Lama...sarebbe meglio togliergliela subito a questo pazzo, fanatico guerrafondaio viscido e pericoloso sanguinario che lavora e spera nel bagno di sangue degli innocenti in Tibet per costituire uno stato indipendente foraggiato segretamente dalla CIA, dal Capitalismo Occidentale e dalla Massoneria Europea!!! Solidarietà alla Cina e al Governo di Pechino...perchè veri garanti dell'ordine, del progresso economico e della pace in Tibet!!!

Alexander Mitrokhin 

Il guerrafondaio e il "Nirvana"

 
Criticato dai pacifisti di tutta Italia e di tutto il mondo per la guerra in Afghanistan e in Iraq, George W. Bush, l’assetato di sangue, il leader delle crociate in nome della pace e degli equilibri internazionali ha ricevuto il Dalai Lama nello scorso mese dimedaglia d'oro del congresso ottobre. Il governo cinese si infuriò e il portavoce del ministero degli esteri dichiarò che considerava il comportamento di Bush una grave ingerenza nella politica cinese. Per la Cina il Dalai Lama sarebbe solo un rifugiato politico che utilizza una copertura religiosa per ordire le trame indipendentiste del Tibet. Il presidente americano non fu minimamente scalfito dalle obbiezioni cinesi e il Dalai Lama rispose con un frase che mi è sembrata l’emblema della sua considerazione dell’ordinarietà degli affanni contingenti degli uomini. “Succede tutte le volte”, disse sorridendo. Poi, parlando di Bush, ha aggiunto: «Ci conosciamo, e abbiamo creato, credo, una vera profonda amicizia è come una riunione di famiglia».
In Italia, ovviamente, in un paese dove la precarietà e quindi l’insicurezza hanno preso pieno possesso non solo del lavoro ma anche dei principi e dei valori umani, la preoccupazione maggiore è andata alla materialità dei piccoli affari delle imprese italiane in Cina. Parlo di piccoli affari perché noi non abbiamo le sede della Nike o di qualche altra multinazionale in quei territori d’oriente, ma abbiamo una serie di medie e grandi aziende che hanno iniziato a aprire stabilimenti in Cina negli ultimi anni. Preoccupate di chi sa quale forma di boicottaggio le autorità italiane si sono defilate abilmente e hanno preferito non incontrare il Dalai Lama. Bertinotti il grande difensore dei diritti umani, civili ha deciso di non concedere l’aula di Montecitorio, Napolitano, nostro Presidente della Repubblica, si è defilato evitando abilmente di fornire spiegazioni ufficiali, Rutelli gli ha dato il benvenuto, ma ha preferito non vederlo, e, a questo punto, considerate le terribili ritorsioni che potevano subire le nostre imprese, gli unici che lo hanno ricevuto sono stati i politici dell’ opposizione (Roberto Formigoni e Marco Zacchera) e Beppe Grillo, noto antipolitico. Dalai Lama e WojtylaLe nostre imprese hanno iniziato a investire in Cina da alcuni anni, e negli anni 2002 e 2003 ebbi modo di conoscere l’allora Ambasciatore cinese in Italia, in occasione di un incontro con imprese italiane della toscana che avevano intenzione di investire nelle terre visitate da Marco Polo. I nostri imprenditori furono rassicurati su molti aspetti: logistici, fiscali, e organizzativi. Addirittura per superare l’ostacolo della lingua le autorità cinesi dissero che avrebbero inserito un funzionario in ogni azienda per redarre le pratiche burocratiche di routine e ogni adempimento annuale, questo almeno agli inizi.
Le parole dell’ Ambasciatore furono queste: “noi abbiamo bisogno di imparare il vostro modo di produrre e essere organizzati. Abbiamo bisogno che i nostri dirigenti e i nostri operai imparino il know how gestionale e di funzionamento dei macchinari. In cambio vi mettiamo in condizione di fare i vostri miliardi”. Noi gli serviamo quanto loro servono a noi se ragioniamo in una logica strettamente materialista, ed è probabile che, una volta messa in moto una struttura economica solida e autosufficiente anche grazie a ciò che avranno imparato dagli occidentali, possano fare a meno dei nostri aiuti, delle nostre imprese e dei nostri capitali. Se il Dalai Lama fosse stato ricevuto ufficialmente si sarebbero limitati alle solite proteste, come “succede tutte le volte”. Si sa come vanno certe cose: qualche nota diplomatica, un chiarimento, alcuni articoli sui quotidiani, un paio di passaggi nei telegiornali e dopo qualche settimana tutto passa. Inoltre la via d’uscita diplomatica l’avevano suggerita le stesse autorità cinesi: sarebbe stato sufficiente, se proprio fosse stato necessario, specificare che veniva ricevuto in qualità di leader religioso e spirituale e non come rappresentante del governo in esilio, e aggiungere che tale visita non doveva essere interpretata come una presa di posizione politica dell’Italia a favore dell’indipendenza del Tibet.
I rappresentanti delle nostre istituzioni si sono dimostrati timorosi e attaccati a contingenti convenienze, che peraltro non erano a rischio, mentre hanno perso un’ occasione di avvicinarsi al nirvana. C’è riuscito molto meglio George W. Bush.
 

sabato 9 ottobre 2010

NO A LIU XIAOBO, IL PREMIO NOBEL PER LA PACE CONTRO LA CINA DESTABILIZZA LE RELAZIONI DIPLOMATICHE TRA LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE E L'INTERO OCCIDENTE CHE ANCORA UNA VOLTA CERCA DI IMPORRE ED ESPORTARE L'INSANO MODELLO DEMOCRATICO-CAPITALISTA CHE IN REALTA' ESALTA LA CORRUZIONE POLITICA E PROVOCA POVERTA' TRA LA POPOLAZIONE MEDIO-BASSA DELLE SOCIETA' OCCIDENTALI!!! SOLIDARIETA' AL GOVERNO DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!

Sopra, una caricatura satirica sul Dalai Lama

Il Dalai Lama nel 1989 è stato premiato con il più benemerito titolo mondiale che un uomo politico possa desiderare, il Premio Nobel per la Pace...ma il Dalai Lama in realtà è una oscura figura strumentalizzata dal Capitalismo Occidentale e dagli Stati Uniti d'America in primis, per contrastare il Regime di Pechino nella Repubblica Popolare Cinese; il "pacifico" Dalai Lama Tibetano viene utilizzato come un "Cavallo di Troia" delle idee e della Politica per insinuarsi ed insidiare le fondamenta del solido Partito Comunista Cinese e della Repubblica Maoista Cinese sperando di fomentare la rivolta armata in Tibet, ovviamente finanziata e armata dalla ormai collaudata CIA, ovvero dai Servizi Segreti più potenti e più ricchi del Mondo, per la causa della Libertà e dell'Indipendenza del Tibet dalla "Madre Patria" Asiatica!!! Il Premio Nobel per la Pace Tibetano dunque, in realtà stà girando mezzo Mondo per fomentare il fanatismo religioso Buddista del suo Paese...frasi come "Inferno in Terra!" o come "Siamo pronti a morire per il Tibet libero!" la dicono tutta sulle reali intenzioni di un falso Pacifista e visionario come è in realtà il Dalai Lama!!! "Bisogna vivere senza sesso, astinenza totale dal sesso vera felicità dell'uomo e vero segreto per una vità più lunga e sana!" Questo è altro il patrimonio culturale e religioso che il falso pacifista Tibetano vuole lasciare ai posteri...già ma senza sesso come crede di crescere, progredire e proliferare il tanto orgoglioso popolo Tibetano??? Nel Marzo del 2009 il Sindaco di Roma Gianni Alemanno aveva dato la cittadinanza Onoraria al Dalia Lama...sarebbe forse stato meglio togliergliela subito a questo pazzo, fanatico guerrafondaio viscido e pericoloso sanguinario che lavora e spera nel bagno di sangue degli innocenti in Tibet per costituire uno stato indipendente foraggiato segretamente dalla CIA, dal Capitalismo Occidentale e dalla Massoneria Europea??? E nell'Ottobre odierno, anno domine 2010, un'altro dissidente Cinese, LIU XIAOBO, viene premiato con il pregiato Nobel per la Pace, appoggiato dai Governi Occidentali di Europa e Stati Uniti per tentare di destabilizzare dall'interno il Governo di Pechino e la Società Cinese!!!  Operazioni Politiche pericolose che creano solo malumori, instabilità sociali, operazioni Politiche che non devono più ripetersi in futuro!!! Solidarietà alla Cina e al Governo di Pechino...perchè veri garanti dell'ordine, del progresso economico e della pace in tutta l'area Est-Asiatica, in Tibet ed in tutta la Repubblica Popolare Cinese!!!


Alexander Mitrokhin

Secondo Pechino il riconoscimento al dissidente politico è "contrario agli obiettivi del Nobel!" Di parere contrario la moglie, personalità politiche e organizzazioni internazionali!

Sopra il Premio Nobel 2010 per la Pace, il Cinese Liu Xiaobo

PECHINO (CINA) - Il governo cinese ha definito il premio Nobel per la Pace a Liu Xiaobo "una oscenità", un riconoscimento "contrario agli obiettivi del Nobel" che come conseguenza "nuocerà alle relazioni tra la Norvegia e la Cina".
Approvazione arriva invece da Amnesty International che ha chiesto alle autorità di Pechino di rilasciare Xiaobo. "Il premio Nobel per la pace a Liu Xiaobo è un riconoscimento importante. Speriamo che terrà accesi i riflettori sulla lotta per le libertà fondamentali e per i diritti umani per cui Liu Xiaobo e altri attivisti cinesi si battono", ha dichiarato Catherine Baber, vicedirettrice del Programma Asia Pacifico di Amnesty International.
Commenti positivi arrivano anche dal Dalai Lama: "premiare con il Nobel per la pace Liu Xiaobo è il riconoscimento della comunità internazionale all'innalzamento della voce tra il popolo cinese per premere la Cina attraverso riforme politiche, legali e costituzionali".
Intanto la polizia è già arrivata a casa di Liu Xia, moglie dell'uomo, che ha "chiesto con insistenza al governo cinese" che suo marito venga liberato al più presto. "Sono felicissima, non so che dire. Voglio ringraziare tutti coloro che sostengono Liu Xiaobo. Voglio ringraziare il comitato del Nobel, Vaclav Havel, il Dalai Lama e tutti coloro che hanno sostenuto Liu Xiaobo". La signora Liu ha detto che la polizia intende accompagnarla nella provincia di Liaoning, nel nordest del Paese, dove il marito è in carcere per dargli la notizia. Le forze dell'ordine hanno poi impedito alla donna di rilasciare ulteriori dichiarazini.
Ad Hong Kong, unico luogo in territorio cinese dove sono consentite manifestazioni, sono scesi in piazza una ventina di esponenti del Partito Civico per chiedere la liberazione di Liu Xiaobo. "E' una buona notizia per la Cina" ha dichiarato Kenneth Chan, leader del Partito Civico. "Noi vogliamo vedere uno sviluppo politico oltre che economico per la Cina. Ora ci sarà molta pressione internazionale per il rilascio, non solo di Liu, ma anche di tutti gli altri attivisti per i diritti umani in Cina".
 

Nobel a un dissidente, schiaffo alla Cina! L'ira di Pechino: «È un'oscenità!!!»

Sul manifesto a sinistra il dissidente Cinese Liu Xiaobo

Premio per la pace a Liu Xiaobo, che si trova in carcere. Polizia a casa sua, convocato l'ambasciatore Norvegese!

MILANO - Il premio Nobel per la pace va al dissidente cinese Liu Xiaobo. Confermate dunque le previsioni della vigilia, nonostante le pressioni di Pechino. Del resto, prima dell'annuncio ufficiale, lo stesso comitato norvegese aveva affermato che si sarebbe trattato di una «scelta da difendere». Secondo le motivazioni che hanno accompagnato la decisione, Liu rappresenta «il simbolo della campagna per il rispetto e l'applicazione dei diritti umani fondamentali» in Cina. Non si è fatta attendere la reazione di Pechino: la polizia si è subito recata nell'abitazione di Liu, per impedire alla moglie di rilasciare dichiarazioni alla stampa, e le trasmissioni della Bbc sull'annuncio del Nobel sono state interrotte. Poco dopo, è arrivato anche il commento ufficiale del governo, che parla di «oscenità». Secondo il ministero degli Esteri, Liu Xiaobo è «un criminale» che è stato condannato «dalla giustizia cinese». La decisione, prosegue la nota, è destinata a «nuocere alle relazioni tra la Cina e la Norvegia». Infatti l'ambasciatore norvegese a Pechino è stato convocato dal governo: «Hanno voluto esprimere ufficialmente la loro opinione, il loro disaccordo e la loro protesta» ha detto una portavoce del ministero degli Esteri norvegese, sottolineando che il governo norvegese non è responsabile per l'assegnazione del riconoscimento a Liu, stabilita da un comitato indipendente. Il presidente Usa Barack Obama, Nobel per la pace lo scorso anno, si è congratulato per la scelta di Liu Xiaobo e ha chiesto alle autorità cinesi la sua liberazione.

I COMMENTI - Tra le prime reazioni internazionali alla notizia c'è quella della Francia: il ministro degli Esteri, Bernard Kouchner, ha chiesto l'immediata liberazione del dissidente. Anche Berlino si «augura» che Liu Xiaobo sia rimesso in libertà e possa ricevere il premio Nobel per la pace assegnato. L'Unione europea si felicita per l'assegnazione del Nobel, ma non chiede esplicitamente la sua liberazione. Per il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, il riconoscimento a Liu Xiaobo è un premio a quanti nel mondo «lottano per la libertà e i diritti della persona». Significativa anche la dichiarazione del Dalai Lama: «Premiare con il Nobel per la pace Liu Xiaobo è il riconoscimento della comunità internazionale all'innalzamento della voce tra il popolo cinese per premere la Cina attraverso riforme politiche, legali e costituzionali».

LE MOTIVAZIONI - «Durante gli ultimi decenni - si legge nelle motivazioni del Comitato per il Nobel - la Cina ha fatto enormi progressi economici, forse unici al mondo, e molte persone sono state sollevate dalla povertà. Il Paese ha raggiunto un nuovo status che implica maggiore responsabilità nella scena internazionale, che riguarda anche i diritti politici. L'articolo 35 della Costituzione cinese stabilisce che i cittadini godono delle libertà di associazione, di assemblea, di manifestazione e di discorso, ma queste libertà in realtà non vengono messe in pratica». Per oltre due decenni, continua il Comitato del Nobel, «Liu è stato un grande difensore dell'applicazione di questi diritti, ha preso parte alla protesta di Tienanmen nell '89, è stato tra i firmatari e i creatori di Carta 08, manifesto per la democrazia in Cina (che si rifà a Carta 77, dichiarazione dei dissidenti cecoslovacchi contro il regime sovietico). Liu ha costantemente sottolineato questi diritti violati dalla Cina. La campagna per il rispetto e l'applicazione dei diritti umani fondamentali è stata portata avanti da tanti cinesi e Liu è diventato il simbolo principale di questa lotta».

LA POLIZIA - Dopo l'annuncio del Nobel, davanti all'abitazione di Liu si è subito radunata una folla di giornalisti e cameraman. Anche la polizia si è recata nell'abitazione del premio Nobel. Gli agenti avrebbero impedito a Liu Xa, la moglie del neo premio Nobel, di parlare con i giornalisti. La donna però è stata raggiunta telefonicamente dalla France Press: «Sono felicissima, non so che dire - ha dichairato - Voglio ringraziare tutti coloro che sostengono Liu Xiaobo. Voglio ringraziare il comitato del Nobel, Vaclav Havel, il Dalai Lama e tutti coloro che lo hanno appoggiato». «Chiedo con insistenza al governo cinese di liberarlo», ha aggiunto. Nella telefonata, la signora Liu ha reso noto che la polizia le ha detto che intende accompagnarla nella provincia di Liaoning, dove il marito è in carcere, così che possa dargli la notizia del premio. Come affermato anche dal Comitato per il Nobel, infatti, Liu Xiaobo non è stato ancora informato.

IL PROFILO - Liu Xiaobo sta scontando una condanna a undici anni di carcere per «istigazione alla sovversione». L'intellettuale, che già aveva trascorso lunghi periodi in galera, è stato accusato di essere tra i promotori di Carta08, il documento favorevole alla democrazia che è stato firmato da oltre 8 mila persone, tra le quali più di 2 mila cinesi. Liu era stato arrestato alla fine del 2008 ma la condanna gli fu inflitta nel giorno di Natale 2009, probabilmente nella speranza di ridurre la copertura dei mezzi d'informazione occidentali.

Redazione online, 08 ottobre 2010
PECHINO (CINA) - Decine di cinesi che volevano celebrare l' assegnazione del premio Nobel a Liu Xiaobo, il dissidente che sta scontando una condanna a 11 anni di prigione, sono stati fermati la notte scorsa e oggi dalla polizia. Lo ha detto all' ANSA Teng Biao, uno degli avvocati di Pechino impegnati nella difesa dei diritti umani. «Alcuni amici avevano organizzato una celebrazione nei pressi del Palazzo d' Estate - ha affermato Teng - e dalle 22 di ieri sera non riesco a contattarli». Altre fonti sostengono che alcuni «professori e blogger» che avevano espresso soddisfazione per il Nobel sono stati bloccati dagli agenti a Pechino e in altre città. «Per il governo è un grosso grattacapo - ha aggiunto l' avvocato - non vogliono che la gente dimostri soddisfazione». Oggi la stampa in cinese e la televisione di Stato ignorano la notizia mentre quelle dell' assegnazione degli altri premi Nobel erano state riportate con rilievo. Di Liu Xiaobo parlano solo il Quotidiano del Popolo, il giornale del Partito Comunista, nella sua edizione in inglese e il quotidiano Global Times - anch' esso nella versione in inglese - che dedica un lungo editoriale alla vicenda. Nell' editoriale Liu viene definito un «criminale detenuto». «La controversia in Occidente sulla condanna di Lu Xiaobo - prosegue l' editoriale - non è basata su preoccupazioni legali...stanno cercando di imporre alla Cina i valori occidentali». Liu, un professore di letteratura di 54 anni, è stato condannato per «istigazione alla sovversione» per il ruolo avuto nella stesura di Carta08, un documento favorevole all' instaurazione in Cina di un sistema democratico.

OBAMA AL GOVERNO CINESE: "ORA LIBERATELO!" - Barack Obama ne chiede la liberazione, la Francia e la Germania sottoscrivono, il mondo intero si congratula mentre Pechino grida all' «oscenità » e convoca l'ambasciatore norvegese in Cina. Il premio Nobel al dissidente Liu Xiaobo scuote i rapporti tra oriente e occidente ma crea disaccordi anche tra i suoi sostenitori che si dividono tra chi, come gli Usa, chiede a Pechino un gesto concreto in grado di dimostrare che al salto economico si possa affiancare un'inversione di rotta sul fronte dei diritti umani, e chi, come l'Europa, non trova la forza di una posizione unitaria e, ancora una volta, va in ordine sparso. E desta anche qualche preoccupazione, come dimostra la reazione del segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon che, soddisfatto per l'importante riconoscimento, esprime però la «sincera speranza» che il premio non rappresenti un ostacolo a futuri progressi nell'agenda cinese sul fronte dei diritti umani. La richiesta di liberare «al più presto» Liu, simbolo della lotta per i diritti umani che sta scontando una condanna a 11 anni di carcere, è arrivata dal premio Nobel dello scorso anno, il presidente americano Barack Obama, convinto che negli ultimi 30 anni la Cina abbia fatto «enormi progressi» nel campo delle riforme economiche, «migliorando la vita della sua popolazione», ma anche che la riforma politica non abbia «seguito lo stesso ritmo»e che i diritti umani debbano essere rispettati. Un gesto concreto, che chiedono anche Francia e Germania, mentre Bruxelles si limita alle felicitazioni, senza alcuna richiesta ufficiale. Come l'Italia, reduce dal vertice italo-cinese, che definisce il Nobel «un riconoscimento internazionale per tutti coloro che lottano per la libertà e i diritti della persona». Nessun commento arriva dal Vaticano, mentre i missionari «plaudono» alla decisione perchè, assicurano, è così «caduta la muraglia di omertà che l'occidente ha mantenuto in questi anni nei confronti di una situazione gravissima». Felicitazioni per il riconoscimento a Liu, arrivano dai nomi illustri che prima di lui hanno ottenuto il Nobel. Primo fra tutti un altro 'dissidentè, il Dalai Lama, la vera spina nel fianco del regime cinese. «È un riconoscimento della comunità internazionale - dice- all'innalzamento della voce del popolo cinese». Ma anche da Lech Walesa, premio Nobel nel 1983, che definisce il riconoscimento «una sfida per la Cina e il mondo intero». Parla di decisione «storica» Taiwan, mentre Amnesty International chiede a Pechino «la liberazione di tutti i prigionieri di coscienza». Una voce fuori dal coro arriva invece proprio dal 'padrè della dissidenza cinese Wei Jingsheng, convinto che l'intellettuale insignito del Nobel sia in realtà un moderato pronto a collaborare. E che per questo abbia ricevuto il premio.



(PRIMAPRESS) OSLO, Norvegia - Tutto come previsto per il Nobel per la Pace. Dopo l'assegnazione ieri del premio Nobel per la Letteratura allo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, c'era grande attesa per conoscere ilvvincitore del premio per la Pace. L'annuncio del vincitore è stato dato nel corso di una conferenza stampa al Nobel Institute di Oslo. Come ogni anno, alla vigilia dell'assegnazione del Nobel per la Pace, si moltiplicano le voci, più o meno affidabili, sulle probabilità di vittoria dei diversi candidati. Quest'anno l'incertezza era grande, ma su 237 candidati, il Nobel è toccato al dissidente cinese in carcere Liu Xiaobo: Liu era dato per vincente dai bookmaker e dalla televisione norvegese TV2, che l'anno scorso aveva pronosticato correttamente la vittoria a sorpresa del presidente americano Barack Obama.

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!