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giovedì 10 aprile 2014

BARACK OBAMA (PRESIDENTE U.S.A.) E IL DALAI LAMA (CAPO SPIRITUALE DEL TIBET) DUE PREMI NOBEL PER LA PACE NEL MONDO CHE IN REALTÀ L'UNO E L'ALTRO CERCANO DI FOMENTARE GUERRE CIVILI E DESTABILIZZAZIONI ECONOMICHE IN NORD-AFRICA, SUD-EST ASIATICO E SUD AMERICA, PER ACCAPPARRARSI LE MIGLIORI E PIÙ PREGIATE MATERIE PRIME DEL PIANETA (ORO, PETROLIO, DIAMANTI, METALLI E PIETRE PREZIOSE) PER ALLARGARE ED ARRICCHIRE I MERCATI FINANZIARI DEI RISPETTIVI PAESI E GRUPPI DI POTERE POLITICO ED ECONOMICO! OBAMA E IL DALAI LAMA IN REALTÀ PERICOLOSI GUERRAFONDAI???

DALAI LAMA E BARACK OBAMA DUE (FALSI) PREMI NOBEL PER LA PACE NEL MONDO

IL DALAI LAMA GUERRAFONDAIO VISTO DA MITROKHIN...
Il Dalai Lama nel 1989 è stato premiato con il più benemerito titolo mondiale che un uomo politico possa desiderare, il Premio Nobel per la Pace...ma il Dalai Lama in realtà è una oscura figura strumentalizzata dal Capitalismo Occidentale e dagli Stati Uniti d'America in primis, per contrastare il Regime di Pechino nella Repubblica Popolare Cinese; il "pacifico" Dalai Lama Tibetano viene utilizzato come un "Cavallo di Troia" delle idee e della Politica per insinuarsi ed insidiare le fondamenta del solido Partito Comunista Cinese e della Repubblica Maoista Cinese sperando di fomentare la rivolta armata in Tibet, ovviamente finanziata e armata dalla ormai collaudata CIA, ovvero dai Servizi Segreti più potenti e più ricchi del Mondo, per la causa della Libertà e dell'Indipendenza del Tibet dalla "Madre Patria" Asiatica!!! Il Premio Nobel per la Pace Tibetano dunque, in realtà stà girando mezzo Mondo per fomentare il fanatismo religioso Buddista del suo Paese...frasi come "Inferno in Terra!" o come "Siamo pronti a morire per il Tibet libero!" la dicono tutta sulle reali intenzioni di un falso Pacifista e visionario come è in realtà il Dalai Lama!!! "Bisogna vivere senza sesso, astinenza totale dal sesso vera felicità dell'uomo e vero segreto per una vità più lunga e sana!" Questo è altro il patrimonio culturale e religioso che il falso pacifista Tibetano vuole lasciare ai posteri...già ma senza sesso come crede di crescere, progredire e proliferare il tanto orgoglioso popolo Tibetano??? Da poche settimane il nostro caro Sindaco di Roma Gianni Alemanno ha dato la cittadinanza Onoraria al Dalia Lama...sarebbe meglio togliergliela subito a questo pazzo, fanatico guerrafondaio viscido e pericoloso sanguinario che lavora e spera nel bagno di sangue degli innocenti in Tibet per costituire uno stato indipendente foraggiato segretamente dalla CIA, dal Capitalismo Occidentale e dalla Massoneria Europea!!! Solidarietà alla Cina e al Governo di Pechino...perchè veri garanti dell'ordine, del progresso economico e della pace in Tibet!!!

Alexander Mitrokhin 

Il guerrafondaio e il "Nirvana"

 
Criticato dai pacifisti di tutta Italia e di tutto il mondo per la guerra in Afghanistan e in Iraq, George W. Bush, l’assetato di sangue, il leader delle crociate in nome della pace e degli equilibri internazionali ha ricevuto il Dalai Lama nello scorso mese dimedaglia d'oro del congresso ottobre. Il governo cinese si infuriò e il portavoce del ministero degli esteri dichiarò che considerava il comportamento di Bush una grave ingerenza nella politica cinese. Per la Cina il Dalai Lama sarebbe solo un rifugiato politico che utilizza una copertura religiosa per ordire le trame indipendentiste del Tibet. Il presidente americano non fu minimamente scalfito dalle obbiezioni cinesi e il Dalai Lama rispose con un frase che mi è sembrata l’emblema della sua considerazione dell’ordinarietà degli affanni contingenti degli uomini. “Succede tutte le volte”, disse sorridendo. Poi, parlando di Bush, ha aggiunto: «Ci conosciamo, e abbiamo creato, credo, una vera profonda amicizia è come una riunione di famiglia».
In Italia, ovviamente, in un paese dove la precarietà e quindi l’insicurezza hanno preso pieno possesso non solo del lavoro ma anche dei principi e dei valori umani, la preoccupazione maggiore è andata alla materialità dei piccoli affari delle imprese italiane in Cina. Parlo di piccoli affari perché noi non abbiamo le sede della Nike o di qualche altra multinazionale in quei territori d’oriente, ma abbiamo una serie di medie e grandi aziende che hanno iniziato a aprire stabilimenti in Cina negli ultimi anni. Preoccupate di chi sa quale forma di boicottaggio le autorità italiane si sono defilate abilmente e hanno preferito non incontrare il Dalai Lama. Bertinotti il grande difensore dei diritti umani, civili ha deciso di non concedere l’aula di Montecitorio, Napolitano, nostro Presidente della Repubblica, si è defilato evitando abilmente di fornire spiegazioni ufficiali, Rutelli gli ha dato il benvenuto, ma ha preferito non vederlo, e, a questo punto, considerate le terribili ritorsioni che potevano subire le nostre imprese, gli unici che lo hanno ricevuto sono stati i politici dell’ opposizione (Roberto Formigoni e Marco Zacchera) e Beppe Grillo, noto antipolitico. Dalai Lama e WojtylaLe nostre imprese hanno iniziato a investire in Cina da alcuni anni, e negli anni 2002 e 2003 ebbi modo di conoscere l’allora Ambasciatore cinese in Italia, in occasione di un incontro con imprese italiane della toscana che avevano intenzione di investire nelle terre visitate da Marco Polo. I nostri imprenditori furono rassicurati su molti aspetti: logistici, fiscali, e organizzativi. Addirittura per superare l’ostacolo della lingua le autorità cinesi dissero che avrebbero inserito un funzionario in ogni azienda per redarre le pratiche burocratiche di routine e ogni adempimento annuale, questo almeno agli inizi.
Le parole dell’ Ambasciatore furono queste: “noi abbiamo bisogno di imparare il vostro modo di produrre e essere organizzati. Abbiamo bisogno che i nostri dirigenti e i nostri operai imparino il know how gestionale e di funzionamento dei macchinari. In cambio vi mettiamo in condizione di fare i vostri miliardi”. Noi gli serviamo quanto loro servono a noi se ragioniamo in una logica strettamente materialista, ed è probabile che, una volta messa in moto una struttura economica solida e autosufficiente anche grazie a ciò che avranno imparato dagli occidentali, possano fare a meno dei nostri aiuti, delle nostre imprese e dei nostri capitali. Se il Dalai Lama fosse stato ricevuto ufficialmente si sarebbero limitati alle solite proteste, come “succede tutte le volte”. Si sa come vanno certe cose: qualche nota diplomatica, un chiarimento, alcuni articoli sui quotidiani, un paio di passaggi nei telegiornali e dopo qualche settimana tutto passa. Inoltre la via d’uscita diplomatica l’avevano suggerita le stesse autorità cinesi: sarebbe stato sufficiente, se proprio fosse stato necessario, specificare che veniva ricevuto in qualità di leader religioso e spirituale e non come rappresentante del governo in esilio, e aggiungere che tale visita non doveva essere interpretata come una presa di posizione politica dell’Italia a favore dell’indipendenza del Tibet.
I rappresentanti delle nostre istituzioni si sono dimostrati timorosi e attaccati a contingenti convenienze, che peraltro non erano a rischio, mentre hanno perso un’ occasione di avvicinarsi al nirvana. C’è riuscito molto meglio George W. Bush.
 

lunedì 30 luglio 2012

I 100.000,00 dollari (notate bene, dollari) donati a Giugno dal Dalai Lama ai terremotati dell'Emilia Romagna, da dove provengono? Dalla CIA Americana sicuramente! Perchè questo Monaco Buddista, dissidente, fuggito dal Tibet e dalla Cina, è finanziato dalla CIA per fomentare la rivolta armata in Tibet contro il Governo Cinese, è pagato per istigare la violenza e scatenare una guerra civile sanguinaria contro l'autorità di Pechino! Lui lo sa, per questo dovrebbe essere processato per crimini politici e per istigazione a fomentare crimini contro l'umanità!

"Dovete essere determinati, lavorare duro, non perdere la speranza, solo questo vi aiuterà a costruire una nuova casa e a tornare a guardare al futuro". Così il Dalai Lama ha esortato la folla che lo ha accolto nella sua visita a Mirandola, uno dei centri più colpiti dal sisma in Emilia.
"Ho visto case e industrie distrutte arrivando qui. E' un disastro. Ho pregato per voi da quando ho saputo del terremoto e mi trovavo a Udine", ha poi detto rivolgendosi agli sfollati del 'campo Friuli'. "Appena ho avuto l'occasione sono venuto qui. Vedendo questa distruzione - ha aggiunto - ho provato profondo dispiacere. In passato ho visitato altri posti dove ci sono stati disastri naturali e ho sempre convinto le persone a pensare al futuro".
"Non è giusto venire a mani vuote in un posto colpito da questo disastro. Per questo motivo donerò altri 50.000 dollari a queste popolazioni" ha detto ancora il Dalai Lama.
Già al momento dell'annuncio della visita a Mirandola, lo staff del Dalai Lama aveva reso nota una prima donazione di 50.000 dollari alla Croce Rossa dell'Emilia-Romagna per le operazioni di soccorso.
Il Dalai Lama, nel corso della sua visita in Italia, sarà a Milano il 26 e 27 giugno. Nell'occasione interverrà nel Consiglio comunale del capoluogo lombardo, ma non riceverà la cittadinanza onoraria. La votazione sull'onorificenza è infatti saltata dopo le proteste della Cina, che ha fatto sapere che avrebbe interpretato l'iniziativa del Comune come un gesto di inimicizia nei confronti del popolo cinese. 

Fonte: http://tg24.sky.it

sabato 9 ottobre 2010

NO A LIU XIAOBO, IL PREMIO NOBEL PER LA PACE CONTRO LA CINA DESTABILIZZA LE RELAZIONI DIPLOMATICHE TRA LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE E L'INTERO OCCIDENTE CHE ANCORA UNA VOLTA CERCA DI IMPORRE ED ESPORTARE L'INSANO MODELLO DEMOCRATICO-CAPITALISTA CHE IN REALTA' ESALTA LA CORRUZIONE POLITICA E PROVOCA POVERTA' TRA LA POPOLAZIONE MEDIO-BASSA DELLE SOCIETA' OCCIDENTALI!!! SOLIDARIETA' AL GOVERNO DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!

Sopra, una caricatura satirica sul Dalai Lama

Il Dalai Lama nel 1989 è stato premiato con il più benemerito titolo mondiale che un uomo politico possa desiderare, il Premio Nobel per la Pace...ma il Dalai Lama in realtà è una oscura figura strumentalizzata dal Capitalismo Occidentale e dagli Stati Uniti d'America in primis, per contrastare il Regime di Pechino nella Repubblica Popolare Cinese; il "pacifico" Dalai Lama Tibetano viene utilizzato come un "Cavallo di Troia" delle idee e della Politica per insinuarsi ed insidiare le fondamenta del solido Partito Comunista Cinese e della Repubblica Maoista Cinese sperando di fomentare la rivolta armata in Tibet, ovviamente finanziata e armata dalla ormai collaudata CIA, ovvero dai Servizi Segreti più potenti e più ricchi del Mondo, per la causa della Libertà e dell'Indipendenza del Tibet dalla "Madre Patria" Asiatica!!! Il Premio Nobel per la Pace Tibetano dunque, in realtà stà girando mezzo Mondo per fomentare il fanatismo religioso Buddista del suo Paese...frasi come "Inferno in Terra!" o come "Siamo pronti a morire per il Tibet libero!" la dicono tutta sulle reali intenzioni di un falso Pacifista e visionario come è in realtà il Dalai Lama!!! "Bisogna vivere senza sesso, astinenza totale dal sesso vera felicità dell'uomo e vero segreto per una vità più lunga e sana!" Questo è altro il patrimonio culturale e religioso che il falso pacifista Tibetano vuole lasciare ai posteri...già ma senza sesso come crede di crescere, progredire e proliferare il tanto orgoglioso popolo Tibetano??? Nel Marzo del 2009 il Sindaco di Roma Gianni Alemanno aveva dato la cittadinanza Onoraria al Dalia Lama...sarebbe forse stato meglio togliergliela subito a questo pazzo, fanatico guerrafondaio viscido e pericoloso sanguinario che lavora e spera nel bagno di sangue degli innocenti in Tibet per costituire uno stato indipendente foraggiato segretamente dalla CIA, dal Capitalismo Occidentale e dalla Massoneria Europea??? E nell'Ottobre odierno, anno domine 2010, un'altro dissidente Cinese, LIU XIAOBO, viene premiato con il pregiato Nobel per la Pace, appoggiato dai Governi Occidentali di Europa e Stati Uniti per tentare di destabilizzare dall'interno il Governo di Pechino e la Società Cinese!!!  Operazioni Politiche pericolose che creano solo malumori, instabilità sociali, operazioni Politiche che non devono più ripetersi in futuro!!! Solidarietà alla Cina e al Governo di Pechino...perchè veri garanti dell'ordine, del progresso economico e della pace in tutta l'area Est-Asiatica, in Tibet ed in tutta la Repubblica Popolare Cinese!!!


Alexander Mitrokhin

sabato 25 luglio 2009

TIBET - LA REGIONE AUTONOMA DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE (Che lo si voglia o no, il Tibet è parte integrante della Cina è integrità territoriale!)

La bandiera Tibetana - Clicca sull'immagine
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on-line sul Tibet e la sua storia....
La cartina geografica della Cina - Clicca sull'immagine
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Regione Autonoma Tibetana...
Il Tibet rappresenta il centro tradizionale del Buddhismo tibetano, una forma distintiva del Buddhismo Vajrayana. Il buddhismo tibetano è praticato anche in Mongolia e largamente praticato dai Buryat nella Siberia meridionale. Presso le popolazioni tibetane, in specie delle regioni nord-orientali, è, nonostante le persecuzioni che ha subito fino al XIX Secolo, ancora largamente praticato l'ancestrale sciamanesimo pagano pre-buddhista, conosciuto come religione Bön. Il contatto con Buddhismo e Induismo vi ha provocato profonde trasformazioni in senso sincretistico, come ad esempio la nascita di congregazioni e conventi di Lama.
Nelle città è presente anche una piccola comunità di musulmani, conosciuti come Kachee (o Kache), la cui origine deriva da tre regioni: Kashmir (Kachee Yul nell'antico Tibet), Ladakh e paesi centro asiatici turchi. L'influenza islamica in Tibet proviene anche dall'antica Persia. C'è anche una consolidata comunità di musulmani cinesi (Gya Kachee) di etnia Hui cinese. Sembra che le popolazioni provenienti da Kashmir e Laddakh emigrarono verso il Tibet a partire dal XII secolo. I matrimoni e le interazioni graduali hanno portato ad un ampliamento della comunità islamica tibetana nei pressi di Lhasa.
Piccole comunità cristiane, sia nestoriane che cattoliche, vi svolgono un'esistenza al limite della semi-clandestinità essendo state storicamente perseguitate dai buddhisti. Fino ad un recente passato, fra gli abitanti del Tibet, il cui fondo culturale remoto è essenzialmente matriarcale era diffusa la "diandria". Era costume corrente che le donne sposassero due uomini, di soliti fratelli o comunque parenti.
Il Governo cinese, a partire dalla Grande rivoluzione culturale, ha cercato di distruggere i simboli tradizionali della cultura originale tibetana demolendo monasteri, incarcerando monaci e limitando o, addirittura, proibendo (per i funzionari pubblici, le guide turistiche ed altri mestieri) di professare la loro religione e operando vandalismi in alcuni posti sacri ai tibetani. Tuttavia sono stati preservati e parzialmente ristrutturati alcuni palazzi per incrementare il turismo, soprattutto interno.
Rimangono poche testimonianze delle origini del Tibet, si sa però che inizialmente era popolato solamente da pastori nomadi provenienti dall'Asia centrale. La storia del Tibet come nazione inizia con la nascita del Re Tho-tho-ri-Nyantsen nel 173 a.C. In quel periodo la religione praticata era di tipo sciamanico, detta anche Bön. Del periodo si può ancora ammirare il castello-monastero di Yumbulakhang, nei pressi di Tsedang. Colui che venne considerato come il vero fondatore del Tibet è Re Songsten Gampo XXXIII della dinastia di Yarlung. Nato nel 608 d.C., il Re decise di fare diventare Lhasa la capitale del Tibet, fece costruire lo Jhorkang e introdusse per primo la religione buddista nel regno.
Sotto il regno di Trisong Detsen, col arrivo di Padmasambhava, il buddismo diventa religione di stato per prima volta. Nel 770 venne fondato il monastero di Samye, uno dei primi grandi monasteri buddisti del Tibet. Successivamente con l'ascesa al potere del Re Trisong Detsen, si ritorna alla religione Bön e il Tibet entra in periodo di instabilità politica. Nel 1042 assieme al grande maestro indiano Atisha, arrivano il Tibet una serie di maestri e saggi che diffondono di nuovo il buddismo nel paese. Nel 1072 nacque il grande monastero di Sakya, sede della omonima setta "Sakya-pa", che avrà un ruolo importante nella storia del Tibet. Nel XIII secolo, il Tibet divenne parte dell'Impero mongolo (Dinastia Yuan): con il successo delle truppe mongole giudate da Kulblai Khan il potere centrale passa da Lhasa a Sakya. Nel 1391, nasce Gedun Khapa, il primo Dalai Lama.
Tra il 1670 e il 1750 il Tibet fu incorporato nella Cina, dominata all'epoca della dinastia Qing. Nel 1716, con l'arrivo del Gesuita Ippolito Desideri a Lhasa, iniziano i primi contatti con l'occidente. Nel 1774 la prima missione britannica entra in Tibet, seguita dall'invasione nepalese, che viene fermata grazie all'aiuto delle truppe cinesi chiamate in soccorso dai tibetani.
Nel 1904 il Regno Unito, approfittando dei disordini interni del impero cinese, invade temporaneamente il Tibet arrivando fino a Lhasa e costringendo il Dalai Lama a fuggire in Mongolia. Solamente nel 1912 con la fine del impero cinese Tibet Xinjiang e Mongolia dichiarano indipendenza dalla Cina e il Dalai Lama riprende il pieno potere in Tibet senza alcuna influenza estera. Nel 1933 alla morte del XIII Dalai Lama, Tensing Gyatso diventa il XIV Dalai Lama. Nel 1940, a soli 18 anni di età vennero conferiti all'attuale Dalai Lama i poteri spirituali di capo della comunità buddista del Tibet. In una visione profetica un Dalai Lama del passato raccontò che "quando l'uccello di ferro volerà, verrà l'uomo rosso e la distruzione"
L'1 ottobre del 1949 Mao Zedong a Pechino proclamò la fondazione della Repubblica Popolare della Cina. L'anno seguente l'esercito cinese riconquista nuovamente il Tibet costringendo alla fugga il Dalai Lama verso il Sikkim, ma poco dopo ritorna a Lhasa per le rassicuranti dichiarazioni dei cinesi di non interferire nel Tibet.
La Cina nel corso della storia aveva considerato il Tibet parte del suo territori e così nel 1951 avvenne l'invasione dell'esercito cinese nel Tibet e a Lhasa. Le autorità cinesi inizialmente non interferirono nella politica interna del paese, lasciando il governo tibetano ad esercitare il suo potere. Ma successivamente la situazione deteriorò. Dopo varie rivolte contro le autorità cinesi da parte del popolo tibetano per le violenze e le intolleranze dell'esercito cinese, il Dalai Lama decise di fuggire. In seguito scapparono dal paese una parte dell'elite feudale e dei monaci temendo l'aria di terrore che spirava dalla Cina. Nel 1964 la Cina dichiara formalmente il Tibet "Provincia Autonoma del Tibet" della Cina.
In seguito un periodo molto oscuro nella storia recente della Cina si abbatté sul Tibet. La rivoluzione culturale negli anni dal 1966 al 1976 portò studenti ed estremisti, agitati dal regime, a condannare ogni forma d'opinione diversa dalla loro e monasteri, templi ogni altra forma d'arte vennero distrutte.
Il Dalai Lama non tornerà più in Tibet; la situazione della comunità in esilio, i vari appelli, conferenze e incontri segreti, non hanno portato a nulla. Nel gennaio del 2000 fugge dal Tibet anche il quattordicenne Karmapa Lama, il secondo capo spirituale dei tibetani, attraversando a piedi l'Himalaya, per incontrare il Dalai Lama a Dharamsala in India.
Successivamente, nell'aprile del 2008, sono scoppiate dure proteste in alcune città del Tibet che hanno costretto il governo di Pechino ad autorizzare l'uso della forza, malgrado i numerosi casi, rilevati in Tibet, di violazioni sulla dignità umana. Secondo il Dalai lama in Tibet sta avvenendo un genocidio culturale non preso in considerazione dal mondo occidentale.
Il Tibet era appartenuto alla Cina per circa 700 anni, dal (1270-1370)Yuan che comprende Cina, Mongolia, Tibet, dal 1368 al 1644 il Tibet era uno stato vassalo della dinastia cinese Ming, alla fine dinastia cinese manciù, Qing (1644-1911). Solo fra il 1911 ed il 1950 il Tibet ebbe un piccolo periodo di indipendenza dalla Cina, era uno stato sovrano indipendente di stampo teocratico governato dalla massima autorità religiosa del Buddhismo tibetano, il Dalai Lama. Nel 1950 l'Esercito di liberazione popolare, facente capo alla Repubblica Popolare Cinese guidata da Mao Zedong, invase il Tibet, adducendo, come motivazioni verso l'esterno, il fatto che il Tibet con la Cina, 39 anni prima, erano un unico stato. Nel 1956 il Governo cinese costituì il Comitato Preparatorio per la Regione Autonoma del Tibet. Tenzin Gyatso (XIV Dalai Lama) presiedeva il comitato, ma si rese conto che gli altri appartenenti erano molto dipendenti dalle decisioni del governo centrale.
Nel 1957 scoppiò una rivolta nel Tibet orientale che si estese a Lhasa nel 1959. Nello stesso anno l'Esercito di liberazione popolare schiacciò la rivolta e costrinse il Dalai Lama alla fuga e il 17 marzo lasciò il Palazzo del Norbulingka travestito da soldato e scappò in India dove costituì il Governo tibetano in esilio.
Il 1° settembre 1965 nacque ufficialmente la Regione Autonoma del Tibet nota internazionalmente con l'acronimo di TAR (Tibet Autonomous Region). In concordanza con gli articoli 111 e 112 della Costituzione della Repubblica Popolare Cinese e seguendo l'esempio dell'Unione Sovietica, il governatore doveva essere di etnia tibetana, controllato dal locale segretario del Partito Comunista Cinese, generalmente un cinese di etnia Han.
La Cina governò quello che rimaneva del Tibet con la forza e la repressione. Con la Rivoluzione Culturale vennero uccisi circa 1,2 milioni di tibetani, 6.254 monasteri distrutti, circa 100.000 tibetani nei campi di lavoro e deforestazione indiscriminata.
Nel 1976, dopo la morte di Mao, visto il clima di rivolta sempre nell'aria, i Cinesi si resero conto che non potevano continuare a governare la Regione Autonoma del Tibet sempre nello stesso modo. Per questo Hua Guofeng successore di Mao, invitò il Dalai Lama a ritornare in Tibet. Questi considerò con cautela l'invito e, dopo avere mandato una commissione per valutare il rientro (con il consenso cinese) decise di rimanere in India.
Deng Xiaoping sostuì Hua Guofeng ed inviò in Tibet una commissione per valutare la situazione del Tibet. A seguito di questa venne stabilito un piano per cercare di migliorare le condizioni di vita dei tibetani riducendo per due anni le tasse, consentendo un minimo di iniziativa privata e facendo riaprire il Jakong e il Palazzo del Potala. Nei primi anni ottanta vennero diminuiti leggermente i divieti relativi all'osservanza della religione e vennero riaperti alcuni monasteri. Questo era per riaprire il colloquio con il Governo tibetano in esilio in modo che il Dalai Lama fosse più vicino all'influenza cinese e che andasse in Cina dove avrebbe potuto ricoprire qualche incarico da funzionario. Egli rifiutò e nel 1983 i colloqui furono interrotti definitivamente e l'invito al Dalai Lama fu ritirato.
Da allora ci sono state sporadiche rivolte (per lo più non armate) per l'autonomia del Tibet contro il Governo cinese, condotte principalmente da monaci e monache. Il Governo cinese, oltre a reprimere con la forza queste proteste, cerca di favorire l'immigrazione di cinesi di etnia Han nella Regione Autonoma del Tibet, anche grazie alla Ferrovia del Qingzang che dal 2006 collega Lhasa a Pechino e al resto della Cina. Si stima che questa porterà in Tibet 40 milioni di non tibetani (contro circa 6,5 milioni di tibetani). Il turismo è stato incrementato, ma le guide turistiche cinesi vengono favorite rispetto a quelle native alle quali viene impedito di svolgere la professione, nel caso in cui fossero scappate in India in precedenza.
A tutt'oggi Tenzin Gyatso (XIV Dalai Lama) non richiede più l'indipendenza e la sovranità del Tibet, anche tramite pressioni internazionali, ma solo una vera autonomia della Regione Autonoma del Tibet ed il rispetto dei diritti umani dei tibetani.


mercoledì 25 marzo 2009

Sudafrica, altolà al Dalai Lama...finalmente qualcuno ha il coraggio di andare contro corrente...contro i guerrafondai Buddisti!!!

JOHANNESBURG - Il Dalai Lama non potrà entrare in Sudafrica sino al termine dei Mondiali di calcio del 2010. Lo ha annunciato il governo sudafricano dopo che, su pressione della Cina, aveva negato il visto al capo spirituale tibetano per partecipare alla conferenza sul calcio come strumento contro il razzismo e la xenofobia, prevista per venerdì 27 marzo a a Johannesburg.
RINVIO - La conferenza stessa è stata rinviata per il boicottaggio degli altri premi Nobel per la pace che avrebbero dovuto partecipare, ma che avevano annunciato che non si sarebbero presentati per protestare contro la decisione del governo sudafricano. Lo ha annunciato il presidente del comitato organizzatore della conferenza Irvin Khoza, uno dei responsabili locali anche per i Mondiali di calcio del 2010.
PECHINO: «IL SUDAFRICA HA FATTO BENE» - La Cina ha elogiato la decisione di Pretoria di non aver concesso il visto al capo spirituale tibetano. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Qin Gang, ha affermato che sempre più Paesi cominciano finalmente a comprendere che il Dalai Lama usa la religione come pretesto per ottenere l’indipendenza del Tibet. «Noi ci opponiamo fermamente a tutte le attività secessioniste del Dalai Lama in qualsiasi veste e sotto qualsiasi nome», ha aggiunto il portavoce.
Fonte: http://www.corriere.it/ del 24 marzo 2009

FINALMENTE E' STATA FATTA GIUSTIZIA: "Sud Africa impedisce ingresso a Dalai Lama!"

JOHANNESBURG (Reuters) - Il Sud Africa ha negato al Dalai Lama, il leader spirituale tibetano, l'ingresso nel Paese per partecipare una conferenza di pace. Lo hanno riferito oggi alcuni media.
Il Dalai Lama doveva partecipare alla conferenza, fissata per il 27 marzo, insieme ai premi Nobel per la pace Desmond Tutu, Martti Ahtisaari e FW de Klerk, e allo stesso Comitato norvegese per il Nobel per la pace, ha scritto il Sunday Independent.
Il giornale dice che il visto è stato rifiutato in seguito alle pressioni esercitate dal governo cinese. Una decisione che avrebbe provocato la richiesta di spiegazioni da parte dell'Arcivescovo Tutu, che ha anche minacciato di non partecipare all'incontro.
Oggi l'ufficio di Tutu ha detto di non aver al momento altre dichiarazioni, in attesa di una risposta dalla presidenza sudafricana.
Il Dalai Lama è fuggito dal Tibet nel 1959 e ha istituito un governo tibetano in esilio in India, dopo il fallimento di un'insurrezione contro il dominio cinese.
L'anno scorso a Lhasa, capoluogo regionale del Tibet, è scoppiata una rivolta che ha fatto seguite alle proteste pacifiche inscenate per giorni dai monaci contro Pechino, con la morte di 19 persone e un'ondata di manifestazioni in tutte le zone abitate da tibetani. Secondo i gruppi tibetani in esilio la repressione cinese avrebbe fatto oltre 200 morti.
Il Sunday Independent dice che l'ambasciata della Cina in Sudafrica ha confermato che il governo di Pechino ha rivolto un appello ai sudafricani perché non consentano l'ingresso del Dalai Lama.
Il gruppo di sostegno "Amici del Tibet" ha detto in una nota che la rappresentanza diplomatica sudafricana in India ha chiesto al Dalai Lama di "rinviare" la visita.
Alla richiesta di un commento sulla notizia, il portavoce del ministero sudafricano degli Esteri Ronnie Mamoepa ha detto: "Il governo sudafricano non ha esteso al Dalai Lama alcun invito a venire in Sudafrica.
Il Dalai Lama è stato invitato a partecipare alla conferenza da Tutu, De Klerk e dall'ex presidente Nelson Mandela.

lunedì 16 marzo 2009

Il Dalai Lama è guerrafondaio: Strumentalizzato dagli Americani e dal Capitalismo Occidentale, fomenta la rivolta armata Tibetana contro Pechino!!!

Il Dalai Lama trama per la guerra civile in Tibet???
Il Dalai Lama nel 1989 è stato premiato con il più benemerito titolo mondiale che un uomo politico possa desiderare, il Premio Nobel per la Pace...ma il Dalai Lama in realtà è una oscura figura strumentalizzata dal Capitalismo Occidentale e dagli Stati Uniti d'America in primis, per contrastare il Regime di Pechino nella Repubblica Popolare Cinese; il "pacifico" Dalai Lama Tibetano viene utilizzato come un "Cavallo di Troia" delle idee e della Politica per insinuarsi ed insidiare le fondamenta del solido Partito Comunista Cinese e della Repubblica Maoista Cinese sperando di fomentare la rivolta armata in Tibet, ovviamente finanziata e armata dalla ormai collaudata CIA, ovvero dai Servizi Segreti più potenti e più ricchi del Mondo, per la causa della Libertà e dell'Indipendenza del Tibet dalla "Madre Patria" Asiatica!!! Il Premio Nobel per la Pace Tibetano dunque, in realtà stà girando mezzo Mondo per fomentare il fanatismo religioso Buddista del suo Paese...frasi come "Inferno in Terra!" o come "Siamo pronti a morire per il Tibet libero!" la dicono tutta sulle reali intenzioni di un falso Pacifista e visionario come è in realtà il Dalai Lama!!! "Bisogna vivere senza sesso, astinenza totale dal sesso vera felicità dell'uomo e vero segreto per una vità più lunga e sana!" Questo è altro il patrimonio culturale e religioso che il falso pacifista Tibetano vuole lasciare ai posteri...già ma senza sesso come crede di crescere, progredire e proliferare il tanto orgoglioso popolo Tibetano??? Da poche settimane il nostro caro Sindaco di Roma Gianni Alemanno ha dato la cittadinanza Onoraria al Dalia Lama...sarebbe meglio togliergliela subito a questo pazzo, fanatico guerrafondaio viscido e pericoloso sanguinario che lavora e spera nel bagno di sangue degli innocenti in Tibet per costituire uno stato indipendente foraggiato segretamente dalla CIA, dal Capitalismo Occidentale e dalla Massoneria Europea!!! Solidarietà alla Cina e al Governo di Pechino...perchè veri garanti dell'ordine, del progresso economico e della pace in Tibet!!!
Alexander Mitrokhin

mercoledì 11 marzo 2009

Le esagerazioni del Dalai Lama: "Fanatismo, esasperazione o complotto Occidentale per incendiare ed insanguinare il Tibet?"

DHARAMSHALA (India) - Il Tibet è diventato "un inferno in terra", e "centinaia di migliaia di tibetani" sono stati uccisi. Scaglia parole pesanti contro la Cina il Dalai Lama. In occasione del 50esimo anniversario della fallita rivolta tibetana contro i cinesi, dal luogo eletto per il suo esilio in India, a Dharamshala, il leader spirituale del buddismo tibetano ribadisce anche la rivendicazione per una "autonomia significativa" per il suo paese natale e, nonostante il dolore degli ultimi anni, si dice convinto che la causa tibetana vincerà. "Questi ultimi 50 anni sono stati anni di sofferenza e distruzione per il territorio e il popolo del Tibet", ha affermato il Dalai Lama, insignito nel 1989 del premio Nobel per la pace, in un discorso pronunciato nel tempio in cui vive da mezzo secolo, sulle pendici dell'Himalaya. Non solo: "La loro religione, cultura, linguaggio, identità sono prossimi a scomparire. I tibetani sono considerati criminali, meritevoli solo della morte". Dalai Lama: "La nostra causa vincerà". "Noi, i tibetani, siamo alla ricerca di un'autonomia legittima e significativa che ci permetta di vivere nell'ambito della repubblica popolare di Cina", ha ripetuto il Dalai Lama. "Non nutro alcun dubbio: la giustizia prevarrà a proposito della causa tibetana", ha detto. Parole rassicuranti dopo che nel novembre scorso, lo stesso leader spirituale aveva "riconosciuto il fallimento" della sua lotta per un autonomia del Tibet, dopo otto anni di negoziati infruttuosi con Pechino.
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La Cina, dal canto suo, respinge le accuse, accusando a sua volta il Dalai Lama di non distinguere "il vero dal falso" e di "diffondere voci fasulle". "Le riforme democratiche nel Tibet sono le più importanti e profonde della sua storia", ha assicurato il portavoce del ministero degli affari esteri, Ma Zhaoxu, che ha sottolineato di non voler "rispondere alle menzogne del Dalai Lama". Tensione Pechino-Washington. Pechino si è rivolta anche agli Stati Uniti, chiedendo in modo pressante che il Congresso americano non voti una risoluzione del deputato democratico Rush Holt che sollecita "il riconoscimento della disperazione del popolo tibetano" e invita ad "uno sforzo multilaterale per trovare una soluzione duratura e pacifica alla questione del Tibet". Tale risoluzione, ha assicurato Zhaoxu, "va contro la storia e la realtà del Tibet". Per prevenire ogni forma di protesta in occasione del 50esimo anniversario della rivolta e in ricordo delle numerose vittime del marzo 2008 (21 morti secondo Pechino, 203 secondo i tibetani) la Cina ha dispiegato migliaia di uomini delle forze di sicurezza sull'altopiano tibetano e ai suoi confini, per impedire l'accesso di stranieri. Manifestazioni in tutto il mondo. Intanto, in diverse parti del mondo ci sono state manifestazioni di solidarietà per il Tibet. Circa 300 persone hanno sfilato oggi davanti all'ambasciata cinese nella capitale australiana Canberra, dopo un corteo iniziato dal parlamento federale. Molti sventolavano bandiere dell'indipendenza tibetana o indossavano maschere con la scritta 'Pace in Tibet', e anche alcuni parlamentari si sono uniti alla protesta, fra cui il laburista Michael Danby, che presiede il gruppo parlamentare multipartitico per il Tibet. Quattro persone sono state arrestate quando un gruppo di manifestanti ha sfondato il recinto che limitava l'area designata per la protesta, ma sono state poi rilasciate senza imputazioni. Anche a Katmandù, in Nepal, centinaia di esuli tibetani hanno manifestato portando striscioni su cui si legge: "Liberate il Tibet", "Fermate gli omicidi in Tibet" e "Lunga vita al Dalai Lama".
(10 marzo 2009) Fonte: http://www.repubblica.it/

Le menzogne del Dalai Lama: "Fanatismo Religioso ed estremismo politico fomentati dall'Occidente corrotto? Chi vuole fomentare la rivolta armata?"

Il Dalai Lama Tibetano

(ASCA-AFP) - Dharamshala, 10 Marzo 2009 - Il Dalai Lama, leader spirituale dei tibetani, ha chiesto un'''autonomia legittima e significativa'' per la sua regione e ha accusato la Cina di aver ucciso centinaia di migliaia di tibetani e di aver trasformato la sua patria in un ''inferno sulla terra''.Accuse subito respinte da Pechino, che ha parlato di ''menzogne'' e ha sottolineatro come il Tibet, con il governo cinese, abbia goduto di ampie riforme.''Questi ultimi 50 anni - ha detto il Dalai Lama in un discorso da Dharamsala, in India, in occasione del 50esimo anniversario della fallita rivolta anti-cinese del 1959 che lo costrinse all'esilio - sono stati quelli della sofferenza e della distruzione per il popolo del Tibet''.''Una volta che il Tibet e' stato occupato - ha aggiunto - il governo comunista cinese ha condotto li' una serie di campagne di violenze e di repressione'' che hanno avuto come conseguenza ''la morte di centinaia di migliaia di tibetani''.''Non rispondero' alle menzogne del Dalai Lama'', ha detto da parte sua ai giornalisti il portavoce del ministero degli Esteri cinese Ma Zhaoxu.Secondo il portavoce, ''la cricca del Dalai Lama confonde giusto e sbagliato. Stanno mettendo in giro delle dicerie. Le riforme democratiche sotto il governo cinese sono le riforme piu' ampie e le piu' profonde nella storia tibetana''.

venerdì 5 dicembre 2008

L'ULTIMA FOLLIA DEL DALAI LAMA: IL SESSO FA MALE, MEGLIO CASTI!!!

(Sopra il Dalai Lama)
Meglio soli e casti che accompagnati e lascivi. Parola del Dalai Lama che, parlando ai giornalisti ai margini di una conferenza a Lagos, ha spiegato i rischi del sesso e i pregi di una vita pudica. "Credo che la pressione e il desiderio sessuale siano solo una soddisfazione effimera che spesso conduce a complicazioni successive", ha detto il capo dei tibetani in esilio. La vita coniugale, ha specificato, "causa troppi sentimenti instabili. E' naturale che l'essere umano provi il desiderio per il sesso, ma poi interviene l'intelligenza umana a far capire che certe pratiche sono dannose, e a volte portano ad uccidere e al suicidio". Meglio dunque la "consolazione" del celibato. "Senti che ti manca qualcosa", ha spiegato il leader buddista, "ma paragonato all'intera vita, l'astinenza sessuale da' piu' indipendenza e piu' liberta'". Stando al principio del non attaccamento, rappresentato dalla ruota della morte e dal ciclo della reincarnazione, il sesso e la vita coniugale implicherebbero "un legame troppo forte verso i bambini e verso il partner, ossia uno degli ostacoli alla pace mentale". Il 73enne Nobel per la Pace e' da sempre un punto di riferimento non solo nel campo spirituale, ma anche in quello diplomatico. Nei prossimi giorni sara' a Bruxelles per parlare al Parlamento europeo e in Polonia, dove si prevede un incontro con il presidente francese Nicolas Sarkozy.

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!