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martedì 22 aprile 2025

#22APRILE #GIORNATAMONDIALEDELLATERRA: SALVIAMO IL PIANETA DAL CONSUMISMO ECCESSIVO DI RISORSE NATURALI! SALVIAMO LA TERRA DALL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO! NE ABBIAMO SOLTANTO UNA! PROTEGGIAMOLA! AMIAMOLA: E' LA NOSTRA MADRE TERRA!

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA TERRA

Giornata della Terra (in inglese: Earth Day) è il nome usato per indicare il giorno in cui sono celebrati l'ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. Le Nazioni Unite celebrano questa ricorrenza ogni anno, un mese e un giorno dopo l'equinozio di primavera, il 22 aprile. La celebrazione vuole coinvolgere più nazioni possibili e oggi prendono parte 193 paesi. La Giornata della Terra nacque, in effetti, dalla pubblicazione, nel 1962, del libro manifesto ambientalista Primavera silenziosa, della biologa statunitense Rachel Carson; in seguito, nel 1969, in una conferenza dell'UNESCO a San Francisco, l'attivista per la pace John McConnell propose una giornata per onorare la Terra e il concetto di pace, per prima essere celebrata il 21 marzo 1970, il primo giorno di primavera nell'emisfero settentrionale. Questa giornata di equilibrio della natura è stata poi sancita in una proclamazione scritta da McConnell e firmata dal Segretario generale delle Nazioni UniteU Thant.

Nata il 4 ottobre 1969 come movimento universitario per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra, nel tempo, la Giornata della Terra è divenuta un avvenimento educativo ed informativo. I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l'inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l'esaurimento delle risorse non rinnovabili (carbone, petrolio, gas naturali). Si insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell'uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate.

Numerose comunità celebrano la Settimana della Terra, un'intera settimana di attività incentrate sulle problematiche ambientali.

Tutti, a prescindere dall'etnia, dal genere, da quanto guadagnino o in che parte del mondo vivano, hanno il diritto etico a un ambiente sano, equilibrato e sostenibile. La Giornata della Terra si basa saldamente su questo principio. Il 22 aprile del 1970, 20 milioni di cittadini americani, rispondendo a un appello del senatore democratico Gaylord Nelson, si mobilitarono in una storica manifestazione a difesa del nostro pianeta.

Con gli anni, la Giornata della Terra è divenuta un'occasione di confronto tra i leader mondiali affinché vengano adottate strategie comuni e misure concrete per una drastica riduzione delle emissioni dei gas serra, come avvenuto nel 2021 quando il presidente USA Joe Biden ha convocato un vertice speciale per coordinare la lotta al cambiamento climatico.

2009

La Giornata della Terra nel 2009 ha segnato l'inizio di una grande campagna di sensibilizzazione denominata dagli organizzatori “Green Generation Campaign”, i cui punti principali sono la ricerca di un futuro basato sulle energie rinnovabili che ponga fine alla nostra comune dipendenza dai combustibili fossili, incluso il carbone. Un impegno personale a un consumo responsabile e sostenibile. La creazione di una “economia verde” che tolga la gente dalla povertà con la creazione di milioni di “posti di lavoro verdi” e trasformi anche il sistema educativo globale in un sistema educativo “verde”.

Il 22 aprile 2009, giorno della ricorrenza, è l'occasione per migliaia di eventi organizzati in scuole, comunità, villaggi e città in tutto il mondo. In Italia, per il terzo anno consecutivo, a promuovere la manifestazione sarà NatGeo Music, il canale musicale di National Geographic.

A Roma, in serata, ci fu un grande concerto a Piazza del Popolo, con Ben Harper e altri artisti internazionali e italiani. Nelle sale cinematografiche l'anteprima del film Earth - La nostra Terra prodotto da DisneyNature, un inno alla Terra e alla sua bellezza.

2010

Il 22 aprile 2010 a Roma si tenne un concerto al Circo Massimo a cui presero parte Pino Daniele e i Morcheeba. Fu trasmesso da Nat Geo Channel (canale 710 Sky).

Dopo la campagna del 2010 per il 40º anniversario della Giornata Mondiale della Terra, l'edizione del 2011 sarà organizzata attorno alle “Billion Acts of Green” (Miliardo di azioni verdi). Le “Billion Acts of Green” sono impegni di singoli cittadini, associazioni, aziende, Enti e Governi che puntano a migliorare la vita in maniera sostenibile. L'obiettivo è di far registrare un miliardo di azioni prima del Summit della Terra che si terrà dal 14 al 16 maggio 2012 a Rio de Janeiro in Brasile per sensibilizzare i Governi che parteciperanno a questo fondamentale appuntamento. In Italia è stata avviata una campagna similare chiamata “Azioni del Buon Senso“. Chiunque può registrare la propria azione direttamente dal sito della Giornata Mondiale della Terra prendendo un impegno concreto che permetta di migliorare l'ambiente. Tutte le azioni registrate saranno inviate all'EDN e contribuiranno ad incrementare le “Billion Acts of Green”.

2011

Il 20 aprile 2011 a Roma il concerto si è tenuto a villa Borghese con ospiti come Patty Smith e Carmen Consoli; poi trasmesso il 22 aprile 2011 su Sky Uno.

2012

Il 22 aprile il concerto si è tenuto al Palapartenope di Napoli, al quale hanno partecipato Anggun, Enrico Ruggeri, Mario Riso, i Sud Sound System, Pino Scotto ed altri artisti del progetto Rezophonic; è stato presentato da Serena Dandini. L'obiettivo per la Giornata Mondiale della Terra 2012 era "Mobilitare il Pianeta", ovvero una mobilitazione locale di tutti coloro che intendevano aiutare il pianeta. Centinaia le iniziative locali che hanno provveduto alla partecipazione di migliaia di cittadini italiani. 
 

lunedì 22 aprile 2024

22 APRILE - GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA (ABBIAMO UN SOLO PIANETA)

Il #pianetaterra è in grave crisi e sta soffrendo a causa dell'inquinamento prodotto dall'#umanità...oggi Lunedì #22aprile 2024 la #giornatainternazionaledellaterra deve farci riflettere! #giornatamondialedellaterra #noplastic #noplasticbags #stopinquinamento https://www.nonsprecare.it/giornata-della-terra

mercoledì 22 aprile 2020

50esima Giornata Mondiale della Terra - #GiornataInternazionaledellaTerra - #salviamoilpianetaterra ne abbiamo solo uno! #22Aprile 1970 - 22 #Aprile 2020

Roma (Italia) - 50esima #GiornataMondialedellaTerra - We respect the #world and #nature: stop #pollution and #climatechange! - "La perdita di foreste e boschi implica allo stesso tempo la perdita di specie che potrebbero costituire nel futuro risorse estremamente importanti, non solo per l'alimentazione, ma anche per la CURA di MALATTIE..." (Laudato Sì - Pag. 26 - Enciclica di #PapaFrancesco - Anno 2015) Ne abbiamo solo UNA! #EARTHDAY2020 - #Earthday - Da #Wikipedia: Le #NazioniUnite celebrano questa ricorrenza ogni anno, un mese e un giorno dopo l'equinozio di primavera, il #22Aprile. La celebrazione vuole coinvolgere più nazioni possibili e oggi prendono parte 193 paesi. Nel 1969, in una conferenza dell'#Unesco a San Francisco, l'attivista per la pace #JohnMcConnell ha proposto una giornata per onorare la #Terra e il concetto di #pace, per prima essere celebrata il #21Marzo 1970, il primo giorno di #primavera nell'emisfero settentrionale. Questa giornata di equilibrio della natura è stata poi sancita in una proclamazione scritta da #McConnell e firmata dal Segretario generale delle Nazioni Unite (#ONU) #UThant. Nata il 22 Aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra, come movimento universitario, nel tempo, la #GiornatadellaTerra è divenuta un avvenimento educativo ed informativo. #PianetaTerra #World #giornatainternazionaledellaterra

mercoledì 30 gennaio 2019

IL PD DEVE INTERVENIRE NON SULLA SEA-WATCH3 MA DIRETTAMENTE IN AFRICA! INSIEME ALL'UE: IL FUTURO SEGRETARIO NAZIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CHE VERRA' DESIGNATO UFFICIALMENTE DALL'ESITO DELLE PRIMARIE DEL 3 MARZO 2019, DOVRA' IMPEGNARSI IN SEDE EUROPEA PRIMA ED IN SEDE DELL'ONU POI, AFFINCHE' IN LIBIA VENGANO FINALMENTE SMANTELLATI NON SOLO I CAMPI DELL'ORRORE (DI CUI COMPLICI SONO I DUE GOVERNI DI HAFTAR E SARRAJ) MA CHE VENGANO ANCHE ARRESTATI GLI SCAFISTI, NUOVI SCHIAVISTI CHE MACINANO MILIARDI DI EURO ALL'ANNO CON LA VILE TRATTA DEGLI ESSERI UMANI...BISOGNA DIRE STOP A QUESTA INFAMIA!!! IL PD SARA' L'UNICA GRANDE SPERANZA PER I POVERI RIFUGIATI IN NORD-AFRICA...L'EUROPA DEVE TORNARE PROTAGONISTA ED INVESTIRE NEI PAESI POVERI DEL TERZO MONDO!!!

DORO, TORTURATO DAGLI SCAFISTI IN LIBIA
Doro parla 7 lingue, tra cui inglese, francese e arabo. È uno dei 47 migranti a bordo della nave ONG Sea Watch 3. A raccontare la sua storia è Brendan, uno dei membri del “rescue-team”.
In Libia veniva chiamato Mo. In lingua Soninke significa “aiutante”. Un “gigante gentile” che “mi motiva quotidianamente” racconta Brendan. “Un uomo che ha sofferto tanto senza aver fatto nulla di male”.
In quel “porto sicuro” che è la Libia (qui il rapporto Onu sugli orrori) Doro è stato torturato senza pietà. Lo hanno appeso per le mani e gli hanno tagliato la faccia mentre video-chiamavano sua mamma chiedendole soldi per liberarlo.
Gli hanno spaccato la faccia colpendolo con un kalashnikov e procurandogli la perdita della vista da un occhio. È stato pugnalato allo stomaco e picchiato ancora e ancora. Le sue cicatrici sono lì a testimoniarlo.
“All’inizio ci ha raccontato che era forte. Gli spegnevano le sigarette sul petto ma lui resisteva al dolore senza gridare”. Allora “hanno aumentato la loro cattiveria e lo hanno picchiato senza pietà. Gli hanno fatto patire la fame, gli hanno preso tutti i suoi soldi, hanno estorto denaro ai suoi genitori che sono stati costretti a vendere la loro casa per permettergli di sopravvivere. Poi lo hanno venduto”.
Lo hanno usato come schiavo. Lo hanno venduto più e più volte “eppure brilla ancora. È un faro”.
In prigione il suo migliore amico è morto proprio al suo fianco. Lui è riuscito a scappare e a cercare di raggiungere l’Europa. “È stato catturato dalla cosiddetta Guardia Costiera Libica, respinto e nuovamente venduto come schiavo. Ci ha riprovato ma è stato riportato indietro ancora una volta”.
L’ultima volta che ci ha riprovato era convinto di avercela quasi fatta quando ha sentito un’imbarcazione avvicinarsi velocemente. Era convinto che fosse la Guardia Costiera Libica ed era pronto a gettarsi in mare. Poi ha sentito una voce. “Ora siete al sicuro”. A quel punto ha capito che non erano i libici.
“Ora è a bordo della Sea-Watch 3” e aspetta. “È assurdo pensare che nessuno voglia aiutare quest’anima gentile. Sperava che l’Europa fosse meglio di così”.
 

giovedì 19 aprile 2018

IL PRESIDENTE DONALD TRUMP, CONSIGLIATO MALE DAI SUOI COLLABORATORI E MILITARI, PROPRIO COME UN ANNO FA NELL'APRILE 2017, E' CADUTO NELLA TRAPPOLA DEI RIBELLI ANTI-ASSAD CHE INSIEME ALL'AIUTO DEI SERVIZI SEGRETI FRANCESI, HANNO ORCHESTRATO LA FARSA DELL'ATTACCO CHIMICO, FAKE NEWS CHE AVEVA L'INTENTO DI PROVOCARE LA REAZIONE DEGLI AMERICANI CHE PROPRIO TRE GIORNI PRIMA DEL FALSO ATTACCO CHIMICO AVEVANO ANNUNCIATO IL RITIRO DELLE TRUPPE DALLA SIRIA...IL PRESIDENTE MACRON COME IL SUO EX-COLLEGA SARKOZY, E' PARTE ATTIVA PERCHE' VUOLE PREDOMINARE IN NORD-AFRICA PER AMMINISTRARE LE MATERIE PRIME COME ORO, DIAMANTI, COLTAN E LE RISORSE PETROLIFERE ESCLUDENDO DALL'AREA GLI ALTRI PAESI EUROPEI, IN PRIMIS L'ITALIA (RICORDIAMO I MILIARDI DI EURO ANDATI IN FUMO, CONTRATTI STIPULATI TRA LE IMPRESE ITALIANE COME L'ENI, CON IL GOVERNO LIBICO POI STRACCIATI PER COLPA DELLA GUERRA SCATENATA, SEMPRE GRAZIE A FAKE NEWS ED ALLE PRIMAVERE ARABE CAUSATE E FOMENTATE AD ARTE DAI SERVIZI SEGRETI FRANCESI, DALL'OCCIDENTE E DALLA NATO CONTRO GHEDDAFI) IL PRESIDENTE LEGITTIMO ASSAD E' L'UNICO BALUARDO CONTRO IL CAOS, IL SOLO CAPACE DI MANTENERE UNA SIRIA UNITA, LAICA E TOLLERANTE CONTRO IL FONDAMENTALISMO ISLAMICO! IN QUESTO CASO, VLADIMIR PUTIN CI HA VISTO GIUSTO!

FAKE NEWS SULLA SIRIA E SU ASSAD
 
La solita #FakeNews già dell'#Aprile2017 (primo lancio di 59 #missili da parte delle #ForzeArmate #Usa ordinato dall'allora neo-eletto Presidente #DonaldTrump contro la #Siria di #Assad) a distanza di un anno preciso ritorna riesumata a fare danni...#Trump è di nuovo caduto nella trappola tesa dai ribelli anti-Assad, guarda caso proprio tre giorni dopo l'annuncio dello stesso #tycoon sulla volontà di ritirare presto le truppe USA dal territorio Siriano! Pare che questa #farsa... sia stata montata ad arte dai #servizisegreti Francesi, già attivi e distruttivi con le loro fake nella #Libia di #Gheddafi e dunque già esperti nel manipolare cose e uomini per fornire ad hoc prove false contro il governo di #Damasco!!! In questo #Aprile2018 è necessario ora attivare tutti i canali diplomatici e fare pressing sull'#ONU per far terminare finalmente una #guerra sanguinosa che dura ormai da 7 anni...ricordiamoci che è solo grazie alle #primaverearabe fomentate dall'#occidente con in testa la #Francia, dobbiamo la nascita del #Califfato dell'#ISIS con tutti i morti causati non solo dalle guerre civili, ma anche dagli attentati compiuti in mezzo mondo negli ultimi 8 anni per non parlare dei milioni di #profughi che sono scappati dall'inferno della #guerrasanta in #Europa inceppando la macchina degli aiuti e dell'#accoglienza!!!
 
 

Il video di un presunto attacco chimico girato e diffuso da un gruppo ribelle jihadista può bastare a scatenare la guerra? Se pensiamo alla storia recente e alle immagini finte o contraddittorie emerse dal caos siriano la risposta  può essere soltanto no. Ecco cinque casi d’autore che c’impongono di dubitare e riflettere anziché seguire chi invita alla guerra contro la Siria di Bashar al Assad.
 
1) Febbraio 2003. Il segretario di Stato Usa Colin Powell si presenta davanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu  per convincere il mondo a intervenire contro Saddam Hussein accusato di possedere arsenali chimici e biologici in grado di minacciare la comunità internazionale. Tra le altre prove esibisce le immagini di alcuni laboratori mobili utilizzati per spostare i gas e gli agenti nervini. I laboratori e i depositi di armi chimiche non verranno mai ritrovati. E alla fine gli Stati Uniti dovranno ammettere che la guerra a Saddam Hussein è stata lanciata sulla base d’informazioni d’intelligence sbagliate o manipolate. 
 2) Febbraio 2011. Pochi giorni dopo lo scoppio della rivolta anti Gheddafi televisioni e giornali di tutto il mondo pubblicano le foto di quelle che vengono definite fosse comuni utilizzate per seppellire le vittime della violenta repressione attuata dal regime. Pochi giorni dopo si scoprirà che quelle sono le immagini del cimitero di Sidi Habed. E che le presunte vittime della repressione sono un’invenzione della propaganda anti-regime orchestrata da  Al Jazeera  e dal Qatar di concerto con i gruppi jihadisti protagonisti della ribellione. Il tutto sotto gli occhi di una Francia ansiosa di trovare un pretesto per l’intervento.
 3)  Agosto 2016.  Le immagini del bambino Omran  fanno piangere il mondo. Il bimbo, si dice, è stato estratto dai cosiddetti Elmetti Bianchi dalle macerie della sua casa di Aleppo Est distrutta da una bomba russa. Le foto vengono diffuse dall’Aleppo Media Center, l’ufficio stampa  di Jabhat Al Nusra, la costola siriana di Al Qaida  che al tempo controlla quella zona della città. Ma i media internazionali  non ci fanno caso e danno per buona la storia. Dopo la liberazione di Aleppo dai ribelli, Mohamad  Kheir Daqneesh, il padre di Omran,  racconterà che i cosiddetti “Elmetti Bianchi”  gli strapparono  il figlio dalle braccia e, anziché portarlo all’ospedale, persero tempo a    fotografarlo e filmarlo.
 4) Siria (?) 2014  Il filmato di un bambino siriano che salva la sorellina dai colpi dei cecchini di Bashar Assad nonostante sia stato lui stesso ferito fa il giro del web raccogliendo milioni di commenti entusiastici.  A novembre il regista norvegese Lars Klevberg racconta di aver girato quel video a Malta usando il set del film “Il Gladiatore”,   alcuni attori professioni e qualche comparsa arruolata tra i rifugiati siriani. Proprio per dimostrare come in guerra realtà e finzione possono venir facilmente capovolte.
 5)  Aprile 2018.  Un video diffuso sabato 7 aprile  dai  ribelli di Jaysh Al Islam,   la fazione jihadista finanziata dall’Arabia Saudita  che in quei giorni controlla ancora la  città di Douma nella regione di Ghouta,  mostra le terribili conseguenze di un presunto attacco con agenti chimici messo a segno  poche ore prima  da  due elicotteri governativi. Da tempo però gira in rete un filmato in cui si vede come nelle scuole controllate dai  ribelli s’insegni  ai bimbi a mimare le conseguenze di un finto attacco chimico. Le immagini sono facilmente sovrapponibili. E ben difficilmente distinguibili. 
 
Il presidente USA Donald Trump ha attaccato la Siria  nella notte di Sabato 13 Aprile 2018 con una serie di bombardamenti aerei contro alcuni importanti siti strategici di armi chimiche controllati dal regime di Bashar al-Assad (qui puoi seguire tutti gli aggiornamenti).
L’intervento militare a guida USA, con il supporto delle forze aeree di Francia e Regno Unito, giunge in risposta all’attacco chimico di Douma di una settimana fa, che ha causato la morte di almeno 100 persone. Sui social media di tutto il mondo sono stati diffusi video falsi sull’attacco di sabato notte avvenuto in Siria da parte degli aerei statunitensi, francesi e britannici.
Tuttavia, come succede anche per altri eventi come per esempio quando si verificano attacchi terroristici, viene diffusa molta disinformazione, anche dai media.
Ecco alcuni dei video e delle immagini condivisi ampiamente su Twitter e Facebook che in realtà non corrispondono agli attacchi aerei avvenuti la notte del 13 aprile 2018 in Siria.

Non in Siria, ma in Ucraina: Il video più ampiamente condiviso, anche da grandi testate internazionali come NBC News, PressTV e Telemundo, presumibilmente mostra diversi missili che colpiscono obiettivi in Siria. Il video tuttavia non è stato girato durante gli attacchi aerei di sabato in Siria, ma in Ucraina. Il filmato è stato caricato per la prima volta nel febbraio 2015.

Per ulteriori approfondimenti con video integrali clicca qui sul link:

di Fabrizio Casari tratto da http://www.altrenotizie.org/

Senza lo straccio di una prova, senza nessuna verifica circa l’accertamento dei fatti e le responsabilità, senza nessuna certezza sul materiale chimico utilizzato e, con esso, sull’identità dell’eventuale possessore, gli Stati Uniti hanno sferrato un attacco a base di missili Tomahawk sulla base militare siriana di Al Shayrat. Il Presidente Trump ha così avuto il suo “battesimo del fuoco”, rito di passaggio di ogni presidente statunitense che segna il passaggio dalla sua elezione all’assunzione effettiva di ruolo.
Stavolta è toccato alla Siria, il cui governo sembra effettivamente poco entrarci con le armi chimiche che hanno avvelenato decine di vittime. Ma non c’è nessuna prova che accusi le forze armate siriane dell’accaduto, che riferiscono invece di aver centrato con i loro aerei un deposito di armi dei terroristi jahidisti, dove evidentemente erano stoccate anche quelle chimiche.
Che l’Isis e le fazioni terroristiche facenti riferimento ad Al-Nusra dispongano di armi chimiche non è un segreto: gliele hanno fornite i turchi un anno fa su indicazione statunitense. Le hanno già usate in diverse occasioni, a Palmira come ad Aleppo, ma nel silenzio dei media occidentali che, del resto, tacciono anche sul flagello saudita su Sana’a e derubricano a incidente il massacro USA a Mosul. Come a dire che le vittime pesano a seconda di chi le fa.
Ma in guerra, come in politica, di fronte agli eventi domandarsi a chi giovano è esercizio ineliminabile se si vuole limitare i danni della propaganda. E anche in questo caso andrebbe fatto. E qui davvero non si comprende quale utilità avrebbe avuto Assad all’utilizzo di armi chimiche. In primo luogo la guerra in Siria è agli sgoccioli e l’alleanza tra Damasco e Mosca, con l’aiuto di Teheran e Hezbollah libanesi, ha praticamente vinto. Dunque perché provocare la comunità internazionale quando si sta già decidendo sede e composizione del tavolo della pace sulla Siria?
In secondo luogo: visto che la Siria ha dichiarato di aver inviato a suo tempo a Gioia Tauro tutte le armi chimiche siriane e che la Russia si è resa garante internazionalmente della moratoria sul loro uso, perché mai effettuare una sortita così goffa che distruggere la credibilità di Mosca e Damasco di fronte alla comunità internazionale? E tutto questo, ovvero un prezzo altissimo, sarebbe stato pagato per avere ragione di una casamatta dell’Isis in un paese senza particolare importanza, quando per la stessa presa di Aleppo, ben più importante strategicamente e politicamente, non è stato fatto?
Per sostenere la tesi dell’attacco aereo con armi chimiche su Khan Sheikhoun bisognerebbe ritenere che Assad sia stupido. Ma stupido non è. Lo fosse, non avrebbe resistito per anni e vinto una guerra con la quale tutto l’Occidente, in forma diretta e per procura con i terroristi islamici, ha tentato di spodestarlo. Damasco può semmai essere accusata di cinismo, di opportunismo, autoritarismo, ma certo non di stupidità.
La nuova crociata intrapresa si spiega con ragioni di politica interna statunitense, abilmente sollecitate. L’intenzione di Trump è di offrire spazio all'apparato militare statunitense per poter rafforzare una presidenza altrimenti già in crisi di credibilità, caratterizzata ogni giorno da licenziamenti, dimissioni e gaffes. L'apparato bellico statunitense, già in disaccordo con Obama sul mancato attacco in Siria, è il bastone indispensabile per Trump, l'unico in grado di bilanciare l'ostilità di CIA e FBI verso il tycoon, che deve quindi, in primo luogo, divincolarsi dalle accuse di collusione con Putin. In questa direzione va il licenziamento di Bannon, voluto dal falco McMaster: Trump cerca di acconsentire alle tesi guerrafondaie dei neocons, per cumulare forze utili a ridurre l’impatto dell’offensiva democratica, che punta a costruire le condizioni per arrivare in tempi rapidi all’impeachment.
Tutto ciò non esaurisce le motivazioni dietro all’ordine di attacco impartito ieri, vi sono anche ragioni di politica internazionale ancor più serie, non ultima quella di assegnare al presidente un profilo di uomo determinato, capace di sorvolare sulle ragioni della mediazione politica a favore del decisionismo. Le coincidenze non vanno mai sottovalutate. Trump attacca Damasco soprattutto per inviare un monito a Pechino.
Ospite del governo statunitense in Florida, il Presidente cinese è stato il vero destinatario del messaggio. Il riferimento è al nuovo equilibrio di forze che Trump chiede alla Cina. Un avvertimento forte circa la Corea del Nord, sul quale Washington la ritiene non sufficientemente attiva nel controllo e poco trasparente nelle sue intenzioni.
Quello che Trump vuole è un sostanziale reset del quadro delle relazioni con i cinesi, che comprenda la disputa sul Mar della Cina, il destino di Taiwan e, appunto, la soluzione della questione spinosa di Pyongyang. In cambio di questo offre l’apertura di relazioni commerciali prive delle logiche protezionistiche che si vorrebbero imporre al resto del mondo. L’Asia, i suoi immensi mercati, il suo ruolo geostrategico sono l’essenza della visione di politica estera della Casa Bianca e raggiungere un accordo con la Cina che veda gli Stati Uniti come dominus nell’area è il suo vero indirizzo strategico in politica estera.
Le reazioni russe all’attacco sono state dure, ma si sono fermate allo scontro politico e diplomatico, almeno per ora. Ha sospeso il memorandum con la coalizione a guida americana per la prevenzione degli incidenti e la garanzia della sicurezza dei voli ed ha annunciato che rafforzerà la difesa aerea siriana e chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Nella valutazione di Mosca pesa la sostanza militare dell’operazione, davvero per ora assai limitata. Il bombardamento ha colpito una base militare già evacuata, nessun missile ha colpito Damasco né obiettivi politici. Si può quindi definire l’azione militare una iniziativa che, sebbene rischi di innescare conseguenze gravi – resta comunque un gesto a carattere sostanzialmente dimostrativo.
La valutazione di Putin è che l’offensiva politica e diplomatica occidentale contro Mosca tende a stroncare sul nascere il clima di dialogo tra Putin e Trump. In questo senso pur muovendo le pedine politico-diplomatiche si guarda bene dall’incrementare lo scontro, consapevole che l’obiettivo strategico è quello di riportare il dialogo con Washington ad un livello che consenta il definitivo sdoganamento di Mosca nel grande risiko internazionale.
Obiettivo però ostacolato in diversi modi e da diverse forze. Gli interessi in gioco sono enormi e vanno da quelli del Pentagono, che senza la “minaccia russa” vedrebbe una diminuzione effettiva del suo ruolo e, in conseguenza, del budget per la Difesa. Ci sono poi gli interessi europei, tedeschi in testa, che puntano al rafforzamento della tensione con Mosca utilizzando la Crimea, l’Ucraina e le accuse di ingerenze russe nelle elezioni europee.
Parigi è interessata ad uno scontro politico aperto con Putin nella speranza che nell’attuale campagna elettorale francese questo possa danneggiare Marine Le Pen, che di Putin è estimatrice, mentre alla Germania giova un clima di tensione crescente con la Russia. Nella strategia tedesca c’è l’intenzione di candidare Berlino a un ruolo di garante politico verso i paesi dell’ex Patto di Varsavia.
La Germania pensa in sostanza di poterne rappresentare uno scudo politico e militare, prefigurando una sorta di suo protettorato verso Est e, in questa veste, disporre di una interlocuzione esclusiva con Mosca, bypassando la stessa UE, che considera un problema e non una soluzione.
Vedremo quali saranno gli sviluppi nelle prossime ore. Nel frattempo si può solo registrare come l’attacco alla Siria non abbia nulla a che vedere con la sorte delle vittime, a maggior ragione in un paese dove la guerra scatenata dall’Occidente in cinque anni ha lasciato sul terreno 270.000 morti di cui 14.000 bambini e mezzo milione di profughi. E’ solo il teatro cinico ed ipocrita di una colossale fake news avente come oggetto il tentativo disperato d’invertire le sorti del campo di battaglia, nella speranza di fermare una storia già scritta, quella della sconfitta occidentale in Siria.

mercoledì 12 aprile 2017

Nord Corea, Xi Jinping stoppa Trump: "Serve una soluzione pacifica!" - 朝鮮,習近平拖特朗普:“我們需要一個和平的解決辦法!” - 북한은시 진핑 트럼프를 드래그 : "우리는 평화로운 솔루션이 필요합니다.!"

북한은 진핑 트럼프를 드래그 :
"우리는 평화로운 솔루션이 필요합니다!"
 
 
DONALD TRUMP E XI JINPING
Lunga telefonata fra i leader di Pechino e Washington sulla situazione in Siria e Corea del Nord, i due punti più caldi sull’attuale scenario internazionale. Chiamato dal presidente Usa Donald Trump, il cinese Xi Jinping ha definito «inaccettabile» l’uso delle armi chimiche in Siria, secondo quanto riportato dall’agenzia Nuova Cina, e ha auspicato «una sola voce» in seno al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Xi ha espresso anche preoccupazione per le tensioni che agitano il continente asiatico. Il leader cinese ha assicurato a Trump che Pechino è intenzionata a collaborare con gli Stati Uniti per convincere la Corea del Nord a porre fine al suo programma militare nucleare ma ribadisce la «necessità di una soluzione attraverso mezzi pacifici». Il capo della Casa Bianca ha inviato la portaerei USS Carl Vinson aircraft verso la penisola coreana come deterrente alle ambizioni missilistiche e nucleari di Pyongyang.
MAKE LOVE NOT WAR
La telefonata giunge all’indomani di un tweet in cui Trump spronava la Cina «a fare di più». A modo suo, Pechino ha già cominciato a fare pressioni con un avvertimento informale alla Corea del Nord a mezzo stampa. In un editoriale sul tabloid cinese Global Times, pubblicato dal Quotidiano del popolo, ossia l’organo ufficiale del Partito comunista cinese, si chiede a Pyongyang di astenersi da ulteriori provocazioni. «Se condurrà il suo sesto test nucleare, la possibilità di un’azione militare degli Stati Uniti sarà più alta che mai —, scrive il tabloid cinese —. Non solo Washington trabocca di fiducia e arroganza dopo l’attacco missilistico alla Siria, ma Trump vuole anche essere visto come un uomo che onora le proprie promesse». Un nuovo test nucleare di Pyongyang, avverte il giornale cinese, dopo le voci delle scorse settimane che lo davano per imminente, sarebbe «uno schiaffo in faccia al governo statunitense» e aumenterà il conflitto tra i due Paesi, e Pechino «presumibilmente reagirà con forza alle nuove azioni nucleari di Pyongyang».
La Cina sostiene la risoluzione della crisi attraverso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e il ripristino dei colloqui a sei sul nucleare nord-coreano, spiega ancora il quotidiano. «Se gli Stati Uniti intraprenderanno azioni unilaterali, guadagneranno scarso sostegno internazionale. Pyongyang può continuare con il suo duro atteggiamento, ma — conclude il Global Times — «per la propria sicurezza dovrebbe almeno fermare le provocazioni nucleari e missilistiche. Pyongyang dovrebbe evitare di fare errori, questa volta».
 
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시리아, 북한, 현재 국제 시나리오에있는 두 개의 가장 인기있는 장소의 상황에 중국과 미국의 지도자 사이의 긴 전화 통화. 미국 대통령이 도널드 트럼프에 의해 명명 된, 중국의시 진핑 기관의 새로운 중국을보고 "받아 들일 수없는"시리아 화학 무기의 사용이라고하며 '의 안전 보장 이사회에서 "한 목소리"를 촉구했다 UN.
사이는 아시아의 긴장에 대해 우려를 표명했다. 중국 지도자들은 중국이 핵무기 프로그램을 종료 북한을 설득하기 위해 미국과 작업 치열하지만 강조 것을 트럼프를 보장 "평화적인 수단을 통해 솔루션에 대한 필요성을." 백악관의 머리는 평양의 미사일과 핵에 대한 억지력으로 한반도에 USS 칼 빈슨 항공기 항공 모함을 보냈다.
이 호출은 트럼프가 중국을 촉구하는 트윗의 여파로 온다 "더 많은 작업을 수행 할 수 있습니다." 자신의 방법으로, 중국은 이미 언론에서 북한에 비공식적 경고 로비를하기 시작했다. 중국 공산당의 공식 기관이다 인민 일보, 발표 중국 타블로이드 글로벌 시대에 사설, 그는 추가 도발을 자제하기 위해 평양을 요청합니다. 당신이 그의 여섯 번째 핵 실험을하면 "미국의 가능성은 군사 행동은 그 어느 때보 다 높을 것이다 - 그녀는 중국의 타블로이드 신문을 기록 -. 뿐만 아니라 미국은 시리아에 미사일 공격 후 자신감과 오만으로 가득하지만 트럼프는 약속을 명예를 사람으로 볼 수 싶어. " 새로운 북한의 핵 실험, 그것은 임박한 걸린 최근 몇 주 동안의 소문 후 중국 신문을 경고, 그것은 "미국 정부에 대한 모욕"하고 두 나라 사이의 갈등을 증가시키고, 베이징 '아마 강력하게 대응할 것 평양의 새로운 핵 활동. "
중국은 유엔 안전 보장 이사회와 북한의 핵 6 자 회담의 복원을 통해 위기의 해상도, 매일을 설명하고 지원합니다. 미국이 일방적 조치에 착수 할 경우 "그들은 작은 국제 지원을 얻을 것입니다. 북한이 자신의 힘든 태도를 계속 할 수 있지만 - 글로벌 타임스는 말했다 - "자신의 안전을 위해 적어도 핵과 미사일 도발을 중지해야합니다. 북한은 이번 실수를하지 않도록해야합니다. "


martedì 11 aprile 2017

미국은 한반도에 불필요한 긴장을 창조한다 - 대통령과 북한 김정은이 맞다 : 미국의 미군 압력이 불법이다! 평화는 협상이 ... 도날드 트럼프 거짓 뉴스의 함정에 떨어졌다에 도달 ... The United States creates unnecessary tension on the Korean Peninsula - the President and the North Korean Kim Jong Un are right: US military pressure is illegal! Peace its important for negotiations ... Donald Trump fell into the trap of false news ...

KIM JONG UN
COREA DEL NORD - Duro avvertimento di Pyongyang a Washington, dopo che gli Stati Uniti hanno deciso di muovere un gruppo di navi da guerra verso la penisola coreana. "Non imploriamo mai la pace ma adotteremo le più forti contromisure contro i provocatori per difenderci attraverso la potente forza delle armi e continuare a percorrere la strada che ci siamo scelti", ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri della Corea del Nord citato dall'agenzia KCNA. Pyongyang "è pronta a reagire ad ogni tipo di guerra desiderato dagli Stati Uniti", ha aggiunto.
Sabato le navi americane, tra cui la portaerei Carl Vinson, due cacciatorpedinieri e un incrociatore a missili teleguidati avevano cancellato un viaggio in Australia per dirigersi da Singapore verso le acque davanti alla Corea. Erano partite da San Diego in California verso il Pacifico occidentale il 5 gennaio scorso, partecipando poi a esercitazioni militari annuali con la Corea del Sud. "Crediamo che la maggior presenza sia necessaria", ha detto una fonte ufficiale americana, sottolineando le preoccupazioni per il comportamento della Corea del Nord.
Quest'anno Pyongyang, e lo stesso leader Kim Jong Un, hanno più volte affermato che un test di missile balistico intercontinentale o simile fosse imminente, forse previsto prima del 15 aprile, quando cade il 105esimo anniversario della nascita del presidente fondatore, data celebrata come "Giorno del sole". Ciò dopo che il regime coreano ha condotto vari test di missili balistici di recente, sfidando Stati Uniti e Nazioni Unite (poiché viola così le sue risoluzioni che li vietano).
 
 
 BREVE STORIA DELLA COREA DEL NORD
 
La storia della Corea del Nord comincia all'indomani della capitolazione dell'Impero giapponese avvenuta il 15 agosto 1945, quando Kim Il-sung, che aveva guidato l'esercito rivoluzionario popolare coreano nella resistenza comunista coreana all'occupazione giapponese, si impose come il principale capo del Paese in qualità di segretario generale del Partito dei Lavoratori di Corea, nato dalla fusione del Partito Comunista e del Partito Neo-Democratico di Corea.
Il comitato popolare della Corea del Nord esercitava le funzioni di governo provvisorio. La legge sulla riforma agraria del 5 marzo 1946 abolì la proprietà fondiaria feudale, mentre la legge del 10 agosto 1946 nazionalizzò le grandi industrie, le banche, i trasporti e le poste e telecomunicazioni; la prima regolamentazione del lavoro fu stabilita con la legge del 24 giugno 1946 e l'eguaglianza dei sessi fu proclamata dalla legge del 30 luglio 1946. Una campagna di alfabetizzazione fu inoltre condotta a partire dalla fine del 1945, poiché quasi un quarto della popolazione nord-coreana era analfabeta.
La spartizione di fatto della Corea, in cui dopo la capitolazione giapponese nel 1945 i soldati sovietici e statunitensi erano presenti da una parte e dall'altra del 38º parallelo fu ratificata alla fine del 1948. Al Sud gli Stati Uniti istituirono un'amministrazione militare diretta, prima dell'organizzazione di elezioni il 10 maggio 1948 che condussero alla proclamazione della Repubblica di Corea il 15 agosto 1948. Dopo la tenuta a Pyongyang di una conferenza che riuniva organizzazioni del Nord e del Sud nell'aprile 1948, elezioni legislative (organizzate clandestinamente al Nord) si tennero il 25 agosto 1948. Il 9 settembre 1948 l'Assemblea popolare suprema proclamò la Repubblica Popolare Democratica di Corea a Pyongyang.
A partire dal 1947 numerosissimi abitanti della provincia di Hwanghae, vasta zona agricola situata a nord del 38º parallelo, sulla costa ovest della penisola, diedero vita a proteste contro il sistema di coscrizione istituito da Kim Il-sung; i legami familiari e culturali con il Sud erano così forti che alcuni di essi fuggirono sulle colline, altri presero le armi, altri ancora attraversarono la frontiera (vedi UNPIK).
Le cause della guerra di Corea, combattuta dal 25 giugno 1950 al 27 luglio 1953, danno luogo ancora oggi a interpretazioni divergenti nelle due parti del Paese. Per Seul la guerra fu scatenata da un'aggressione nordcoreana, in collegamento con Mosca, secondo un piano stabilito in precedenza. Per Pyongyang invece l'attraversamento da parte nordcoreana del 38º parallelo fu la risposta a un attacco a sorpresa dell'esercito di Seul comandato da consiglieri statunitensi. Di fatto la moltiplicazione degli incidenti di frontiera testimoniava un aggravamento delle tensioni militari alla vigilia del conflitto.
Dopo una rapida avanzata delle truppe nordcoreane comandate da Kim Il Sung, che occuparono ben presto quasi tutta la penisola, a eccezione di una testa di ponte a Pusan, forze statunitensi e di altri Paesi occidentali (tra cui la Francia, le cui truppe erano guidate dal generale Monclar), sbarcarono sotto la bandiera delle Nazioni Unite il 7 luglio 1950: il boicottaggio da parte dell'Unione Sovietica del Consiglio di sicurezza dell'ONU (al fine di protestare contro il rifiuto di riconoscere la Repubblica Popolare Cinese come membro permanente del Consiglio di sicurezza) permise agli Stati Uniti di condannare la Corea del Nord come aggressore e di far votare un intervento delle Nazioni Unite.
La controffensiva statunitense penetrò largamente nel Nord e raggiunse la frontiera cinese il 26 ottobre 1950. Mezzo milione di soldati cinesi vennero allora ad appoggiare i soldati nordcoreani che ripresero brevemente Seul nel gennaio 1951, prima che il fronte si stabilizzasse da una parte e dall'altra al trentottesimo parallelo. L'armistizio fu firmato a Panmunjeom il 27 luglio 1953 ed è tuttora in vigore, in assenza di trattati di pace. Il mantenimento dal 1953 di più di 30.000 soldati statunitensi in Corea del Sud è stato denunciato in modo costante da Pyongyang come il principale ostacolo alla riunificazione, a partire dal ritiro delle truppe cinesi dal Nord nel 1958.
Dopo il pesantissimo costo umano e materiale della guerra, celebrata in Corea del Nord come una vittoria sugli Stati Uniti, la Corea del Nord ricostruì la sua economia e si industrializzò rapidamente, alla velocità di Chollima, mitico cavallo alato che percorreva 1.000 al giorno, seguendo le idee del Juche elaborate dal presidente Kim Il Sung; con tassi di crescita annuali ufficiali superiori al 10%, il Paese era uno dei primi al mondo per sviluppo.
Dal 1962 al 1968 il regime nordcoreano credette che la Corea del Sud si sarebbe sollevata da sé; per accelerare il "momento decisivo" aveva inviato nella Corea del Sud sud agenti sovversivi e squadre di guerriglieri che furono subito neutralizzati,[1] a volte con perdite pesanti su entrambi i fronti. Diversi attentati furono commessi contro membri dei governi della Corea del Sud fino agli anni ottanta, due dei quali ai danni del presidente Park Chung-hee. Gli agenti nordcoreani venivano scoperti facilmente dai tabaccai per via del fatto che non conoscevano il prezzo delle sigarette. Gli anni record di infiltrazioni furono il 1967 e il 1968, con 743 agenti sui 3.693 scoperti tra il 1954 e il 1992.[2]
Il 21 gennaio 1968 un commando delle forze speciali della Corea del Nord attaccò la residenza presidenziale a Seul; dei 31 componenti del commando, 28 furono uccisi e uno fu fatto prigioniero; i sudcoreani ebbero 68 morti e 66 feriti tra civili e militari e ci furono tre morti e tre feriti statunitensi.[3] Il 23 gennaio 1968 la Corea del Nord fermò in alto mare per ispezionarla la nave spia americana Pueblo, che secondo Pyongyang era penetrata nelle sue acque territoriali; l'equipaggio fu liberato solo dopo scuse ufficiali del governo statunitense e un membro di esso fu ucciso. Nell'ottobre 1968 130 commando nordcoreani tentarono un raid sulla costa est della Corea del Sud: 110 furono uccisi e altri sette catturati. Il 15 aprile 1969 un EC-121 di ricognizione elettronica statunitense fu abbattuto sul mar del Giappone, a più di 160 km dalle coste coreane, da un MiG-21 dell'esercito d'aria nordcoreano. Il suo equipaggio di 31 persone fu ucciso.[4]
La società nordcoreana è senza dubbio una delle più gerarchizzate al mondo e anche una delle più poliziesche: i suoi membri formano oggetto di una sorveglianza costante e di dossier individuali costantemente aggiornati. Nel 1970 Kim Il-sung presentò, al quinto Congresso del Partito dei Lavoratori un sistema di classificazione che strutturava la società in tre classi – il nucleo, i "tiepidi" e gli ostili – e cinquantuno categorie. Da allora il sistema si è evoluto al ritmo delle operazioni regolari di riclassifcazione, ma lo stato di ciascuno continua a essere determinato dalla lealtà politica e dai precedenti familiari. Questa complessa gerarchia governa tutti gli aspetti della vita sociale: essa è determinante per le possibilità di accesso a posti di inquadramento in seno al partito e all'esercito, ma influisce ugualmente sull'accesso ai beni materiali. L'appartenenza di classe apre o chiude un accesso discriminatorio all'istruzione, alle promozioni e ai posti di responsabilità, ma anche ai privilegi che vi sono annessi: automobili, negozi speciali, appartamenti riscaldati e cure sanitarie.[5]
Le prime discussioni fra i governi delle due Coree in vista di un trattato di pace e di riunificazione si tennero nel 1972. In questo quadro la Corea del Nord propose nel 1980 la costituzione di una repubblica federale democratica di Koryo sulla base di un'autonomia regionale.[6]
La Corea del Sud accusò la Corea del Nord di aver organizzato nel 1983 un attentato con una bomba a Rangoon (attualmente Yangon, in Birmania), che uccise diciassette sudcoreani in visita ufficiale, di cui quattro membri di gabinetti ministeriali, nonché un altro attentato che causò la morte di centocinque passeggeri di un volo della Korean Airlines. Mancano gli elementi di prova a sostegno e il governo nordcoreano ha sempre negato ogni implicazione nell'attentato di Rangoon, ma un agente nordcoreano avrebbe al contrario riconosciuto di aver piazzato una bomba nell'attentato al volo della Korean Airlines.
Nel settembre 1984 la Corea del Nord versò un aiuto di 12 milioni di dollari alle vittime di inondazioni in Corea del Sud. Nel 1991 il lancio, in pieno periodo di opulenza statistica, della campagna "mangiamo solo due pasti al giorno" permetteva di dubitare, a partire dagli anni novanta, del successo annunciato nei discorsi ufficiali.
Nel maggio 1993 la Corea del Nord lanciò un missile Rodong che terminò la sua corsa nel mar del Giappone (chiamato mare Orientale dai coreani). Nel 1994 a Ginevra, successivamente alla morte di Kim Il-Sung, si riesce ad arrivare alla ratifica dell' Accordo Quadro, un compromesso che apriva i siti nucleari della Corea del Nord alle ispezioni dell'Aiea (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) ed impegnava il paese a sospendere il programma nucleare, in cambio di una cessione di due reattori ad acqua leggera che avrebbero permesso alla Corea del Nord di continuare la produzione di energia a scopi civili. Nel 2003 la Corea del Nord si ritirò dal trattato di non proliferazione nucleare, in un contesto di crisi diplomatica sulle armi nucleari in suo possesso.[11] In mancanza di soluzione della questione nucleare nella penisola coreana, la Corea del Nord non ha reintegrato tale trattato.
Dopo la morte del presidente Kim Il Sung l'8 luglio 1994, in questo contesto di crisi nucleare, la Corea del Nord osservò un lutto nazionale di tre anni fino al 1997, corrispondente alla durata del lutto per il padre nella società coreana tradizionale. Kim Jong-il è succeduto a suo padre Kim Il-sung come principale dirigente della Corea del Nord. Egli ha esercitato fino alla sua morte, avvenuta il 17 dicembre 2011, le funzioni di presidente del Comitato della difesa nazionale della Repubblica Popolare Democratica di Corea. Dopo la sua morte gli è succeduto il terzogenito Kim Jong-un.
Il 31 agosto 1998 la Corea del Nord procedette a un tentativo di lancio di un satellite artificiale, il "Kwangmyongsong 1", da un missile balistico Taepodong che aveva sorvolato Honshu, la principale isola del Giappone, che non era stato però informato di questo tiro. Non essendo stata trovata alcuna traccia del satellite malgrado l'annuncio ufficiale del successo di questo volo, gli specialisti ritengono che lo stadio superiore sarebbe caduto in panne prima della messa in orbita. Il 15 giugno 2000, su iniziativa del presidente della Corea del Sud Kim Dae-jung (che gli sarebbe valsa il premio Nobel per la pace nel 2000), fu firmata a Pyongyang la dichiarazione comune Nord-Sud tra i due dirigenti coreani in vista di una riunificazione della Corea in uno Stato indipendente e pacifico.[12]
Il 23 aprile 2004 una grave catastrofe ferroviaria fece almeno 161 morti e una zona di 800 metri di raggio fu rasa al suolo dall'esplosione nella città di Ryongchon.[13] Nell'ottobre 2005 il governo ritornò su alcune delle sue riforme economiche, il che fece temere un deterioramento della situazione alimentare.[14]
Il 4 luglio 2006 la Corea del Nord lanciò sette missili balistici, scatenando con ciò una situazione di tensione internazionale, che si aggravò con il primo test nucleare sotterraneo nordcoreano il 9 ottobre 2006 e determinò una condanna da parte dell'intera comunità internazionale (compresa la Cina, principale alleato della Corea del Nord), con la conseguente adozione di sanzioni economiche.[15]
Un progresso si ebbe finalmente nel febbraio 2007, quando la Corea del Nord accettò di smantellare i suoi impianti nucleari e di consentire agli ispettori internazionali dell'AIEA di entrare nel paese, in cambio di circa 400 milioni di dollari in petrolio e aiuti. Nei mesi successivi il Paese asiatico rispettò l'accordo chiudendo il reattore nucleare per la fabbricazione delle armi di Yongbyon e annunciando che avrebbe disattivato i propri impianti nucleari e sottoposto alle verifiche internazionali un resoconto di tutti i suoi programmi nucleari entro la fine del 2007.[16][17] Tuttavia il governo nordcoreano non procedette alla rivelazione.
Nell'aprile 2007 il parlamento nordcoreano destituì il primo ministro Hong Song Nam e nominò l'ex ministro dell'esercito e della marina Kim Yong-Il come suo successore.
La novità più importante però si ebbe nel successivo mese di maggio: per la prima volta in cinquantasei anni furono infatti ripristinati i collegamenti ferroviari tra la Corea del Nord e la Corea del Sud. Anche se l'effettiva realizzazione di una linea ferroviaria efficiente tra i due Paesi avrebbe richiesto molti anni per essere completata (soprattutto a causa delle gravi carenze infrastrutturali della Corea del Nord), nondimeno l'evento ebbe un forte valore simbolico e fu considerato un importante passo verso la riconciliazione.
Nell'ottobre 2007 Kim Jong Il e il presidente sud-coreano Roh Moo-hyun si incontrarono per il secondo vertice inter-coreano. I due capi stipularono un accordo per collaborare su vari progetti economici e concordarono inoltre di avviare un confronto per giungere alla firma di un trattato che avrebbe formalmente posto fine alla guerra di Corea.[18][19]
Oltre che una speranza per la pace e la stabilità politica della regione, il riavvicinamento tra le due Coree era un elemento indispensabile per aiutare la Corea del Nord a risolvere alcuni dei suoi cronici problemi, primo fra tutti quello della fame, che proprio nel 2007, secondo l'ONU, minacciava due milioni di nordcoreani su una popolazione di 23[20] e quello delle più generali condizioni di arretratezza del Paese, anche in quell'anno alle prese con i danni causati dalle ricorrenti inondazioni.[21] 
Il processo di distensione dei rapporti con la Corea del Sud e con il resto della comunità internazionale era ed è ancora oggi strettamente legato all'effettivo rispetto, da parte della Corea del Nord, degli impegni assunti riguardo all'abbandono del programma nucleare, sul quale permangono forti incertezze, determinate proprio dal comportamento ambiguo e ondivago del Paese asiatico.
All'inizio del 2008 alcune tensioni segnarono nuovamente i rapporti tra Pyongyang e Seul a causa dell'espulsione dalla Corea del Nord di alcuni funzionari sudcoreani e del successivo lancio di missili nel mar Giallo "a scopo dimostrativo".[22][23]
Ciononostante, le speranze per una Corea del Nord finalmente denuclearizzata si materializzarono di nuovo nei mesi successivi, quando il governo nordcoreano fornì agli Stati Uniti a maggio e poi alla Cina a giugno gran parte (anche se non tutte) delle informazioni richieste sul programma nucleare condotto negli ultimi anni (soprattutto riguardo al plutonio riprocessato o arricchito per le armi nucleari), distruggendo inoltre una torre di raffreddamento nel suo reattore principale di Yongbyon. Gli Stati Uniti a loro volta promisero di depennare la Corea del Nord dalla lista degli "Stati canaglia" (i Paesi che favoriscono il terrorismo) e revocarono alcune sanzioni contro il Paese[24] Nel mese di luglio Stati Uniti, Cina, Corea del Nord, Corea del Sud, Russia e Giappone annunciarono un altro accordo che consentiva agli ispettori internazionali di visitare le installazioni nucleari della Corea del Nord per confermare che aveva chiuso il principale impianto di trattamento a Yongbyon. In cambio la Corea del Nord avrebbe ricevuto assistenza finanziaria ed energetica.
L'aiuto straniero di origine pubblica e privato continuò dopo questa epoca. Gli Stati Uniti sbloccarono ad esempio, nell'ottobre 1998, 300.000 tonnellate di aiuti alimentari, ma la Corea del Sud era di gran lunga il primo fornitore.[10] La Corea del Nord però non accetta più aiuti umanitari dalla fine del 2006 e aspetta un sostegno sotto forma di cooperazione allo sviluppo.
Mentre la crisi alimentare della Corea del Nord continuava ad aggravarsi,[25] i progressi fatti in estate sulla via del disarmo nucleare sembrarono subire una brusca battuta di arresto a settembre, quando le autorità nordcoreane minacciarono di riaprire l'impianto per l'arricchimento del plutonio di Yongbyon e ne allontanarono gli ispettori delle Nazioni Unite. La mossa seguiva le proteste dei nordcoreani per il mancato rispetto della promessa degli Stati Uniti di togliere il Paese dalla loro lista delle nazioni che sponsorizzano il terrorismo e le notizie, poi smentite, che il presidente Kim avesse subito un grave ictus, facendo nascere dubbi su chi stesse realmente guidando il Paese asiatico.[26][27] La partita a scacchi diplomatica proseguì con il suo imprevedibile andamento nell'ottobre 2008, quando il dipartimento di Stato statunitense tolse la Corea del Nord dalla sua lista degli Stati che sponsorizzano il terrorismo, dopo che il paese aveva accettato di consentire agli ispettori internazionali l'accesso al suo impianto nucleare di Yongbyon e di continuare lo smantellamento della sua infrastruttura per il trattamento del plutonio.[28]
La lenta chiusura del programma nucleare della Corea del Nord è giunta a una fase di stallo nell'aprile 2009, quando il 4 aprile la Corea del Nord ha lanciato quello che ha detto essere un satellite, ma che altri governi hanno sostenuto fosse un test per un missile a lunga gittata. Sebbene, secondo tutti i resoconti affidabili, il lancio sia stato un fallimento e la testata del missile sia precipitata nell'oceano, la comunità internazionale ha duramente condannato il gesto della Corea del Nord.[29] Come risposta il Paese asiatico ha abbandonato i colloqui per il disarmo e, dopo aver espulso gli ispettori dell'ONU, ha annunciato la ripresa del programma nucleare.[30][31] 
All'inizio del 2011 la carenza di cibo e di servizi primari per i cittadini ha determinato alcuni episodi di protesta dei cittadini nei confronti del regime: il 14 febbraio nelle città di Jongju, Yongchon e Sonchon, nella provincia del Nord Pyongan presso il confine con la Cina, numerosi cittadini hanno reclamato elettricità e riso, usando come megafoni improvvisati dei fogli di carta. I tentativi del dipartimento per la sicurezza di Stato di individuare i responsabili delle manifestazioni si sono rivelati inefficaci per l'inusuale riluttanza dei cittadini a fornire informazioni.[32]
Durante la festa del 16 febbraio il tentativo della polizia di reprimere le proteste con la forza ha scatenato una reazione generale. Il 24 febbraio si sono registrati molti feriti e alcuni morti nei violenti scontri tra dimostranti e forze dell'ordine a Sinuiji, città confinante con la Cina.[33] Il 17 dicembre 2011 Kim Jong-il morì per un infarto e venne subito acclamato successore il suo terzogenito ventottenne Kim Jong-un, che ha cercato di mettersi in mostra sin dall'inizio, quando il 15 aprile 2012, per il centenario della nascita del "presidente eterno" Kim il sung, il suo Paese fece un test missilistico, che però non andò a buon fine. Le reazioni dei Paesi vicini non tardarono ad arrivare, specialmente dalla Corea del Sud. Il giorno seguente, alla parata militare organizzata per la celebrazione del centenario dalla nascita, Kim Jong-un parlò alla folla riunita, evento più che raro visto che Kim Jong-il l'aveva fatto solo due volte negli ultimi diciassette anni. Durante l'estate ci furono grosse epurazioni di generali a Pyongyang, specialmente Ri yong-ho, capo di stato maggiore dell'esercito. Allo stesso tempo Jong-un si fece nominare maresciallo. Il 12 dicembre 2012, a quasi un anno dalla morte di Kim Jong-il, la Corea del Nord ha fatto un test missilistico riuscendo a lanciare un satellite in orbita, provocando anche questa volta le proteste internazionali.
Il 29 marzo 2013 il regime nordcoreano ha annunciato la proclamazione dello stato di guerra con la Corea del Sud.[34] Il 3 aprile lo stato maggiore dell'esercito ha ufficialmente annunciato il via libera a un attacco nucleare contro gli Stati Uniti in caso di aggressione.[35]
Fra il 1994 e il 1998 una grave carestia colpì la Corea del Nord. Le stime del numero delle vittime sono molto variabili, da 220.000 (secondo i dati ufficiali) a più di tre milioni di morti secondo certe organizzazioni non governative. L'emergenza fu tale che per la prima volta nella sua storia il Paese uscì dal suo isolazionismo e chiese un aiuto umanitario ai Paesi esteri nel giugno 1995.
Le ragioni di questa crisi sanitaria sono molteplici secondo le fonti. Le autorità nordcoreane sottolineano l'impatto negativo delle inondazioni del 1995 e del 1996, oltre che della siccità del 1997 che ne fu la causa principale. Per gli osservatori internazionali, come Amnesty International o ancora Medici senza frontiere, il sistema economico ne sarebbe ugualmente responsabile,[7] come pure la rottura dei legami economici e strategici dopo la scomparsa dell'Unione Sovietica e la normalizzazione delle relazioni tra la Cina e la Corea del Sud.[8]
Nel 1995 e nel 1998 Pyongyang beneficiò di volumi sempre crescenti di aiuti alimentari (più di un miliardo di dollari in quattro anni) e l'appello lanciato nel 1999 dalle Nazioni Unite, per un importo di 376 milioni di dollari, rappresenta il secondo programma di assistenza internazionale dopo l'ex Iugoslavia, essenzialmente per ragioni politiche e per evitare il crollo potenzialmente catastrofico del regime.[9]
 
 


ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!