Oltre 11 MILIONI di Italiani con il Partito Democratico: un elettore ogni 4 aventi diritto di voto. Forza Italia appena sotto il 17%. Lega oltre il 6%. Ve lo ricordate? Europee 2014.
Matteo Renzi aveva detto che il voto europeo, sul fronte italiano, sarebbe stato un «derby» tra speranza e rabbia. E quel derby alla fine lo ha vinto lui. Il Partito Democratico strappa il 40,81% dei consensi contro il 21 ,16 del Movimento 5 Stelle e il 16,82% di Forza Italia. Più di 11,1 milioni di italiani (uno ogni 4 aventi diritto, astenuti compresi) hanno votato per il nuovo Pd dell'ex sindaco di Firenze, quasi 5,8 milioni hanno scelto Beppe Grillo: quasi un doppiaggio. Ottengono il quorum anche la lista Tsipras e il Nuovo Centro Destra (rispettivamente con 4,03 e 4,38%), oltre alla Lega che arriva al 6,16%. Renzi: «Risultato storico!» Il capo del governo ha accolto con entusiasmo il risultato, affidando a caldo la sua soddisfazione a Twitter: «Un risultato storico. Commosso e determinato, adesso al lavoro per un’Italia che cambi l’Europa». E commentando i dati, questa mattina, con un intervento all’insegna del pragmatismo: «Non era un voto su di me. Ora le riforme». Una percentuale superiore al 40% nella storia repubblicana era riuscita a conquistarla solo la Dc di De Gasperi e neppure Berlinguer,evocato nei giorni scorsi proprio dai grillini che ne avevano rivendicato l'eredità sulla questione morale, ci si era mai avvicinato. Per l’incontro con i giornalisti ha, però, scelto di attendere i dati definitivi, annunciati formalmente poco dopo le 11 di lunedì. Le europee 2014 disegnano un'Italia diversa rispetto a quella delle precedenti europee del 2009. Il Pd cresce del 14,7% e passa dal 26,1% al 40,8%. Nel 2009 il Pdl ottenne il 35,2% dei voti, l'Udc il 6,5%, La Destra il 2,2%. Oggi Fi, Ncd, Udc, Fdi insieme hanno il 24,9%. L'Idv crolla dall'8% del 2009 allo 0,65%. La lista Tsipras è al 4,03%, ma nel 2009 le due liste di Rifondazione e Sel ebbero complessivamente il 6,5% dei voti. La Lega scende dal 10,2% del 2009 al 6,2% attuale. L’affluenza alle urne per le europee - sono i dati definitivi diffusi dal Viminale - è pari al 58,7% degli aventi diritto, in calo di quasi otto punti rispetto alle ultimi europee quando andò a votare il 66,4%. Per le comunali ha votato il 71% degli italiani, in calo di oltre cinque punti: alle ultime elezioni aveva votato il 76,4%. Beppe Grillo è il grande sconfitto di questa tornata elettorale. I 17 europarlamentari che dovrebbe avere conquistato non sono pochi, ma il M5S puntava a ben altri risultati. Soltanto nella circoscrizione dell’Italia insulare le distanze sono contenute: 34,9 al Pd e 27,35 al Movimento, con circa 170.000 voti di scarto (124.000 in Sicilia, appena 46.000 in Sardegna). Quindi il sorpasso non c'è stato e l'hashtag #vinciamonoi ora suona beffardo (anzi, viene sbeffeggiato). L’ex comico deve fare i conti non solo con un netto calo di consensi rispetto alle elezioni politiche dello scorso anno, ma anche con un distacco pesantissimo dal suo principale avversario - 20 punti sono di fatto un altro partito - che sembra difficilmente colmabile nel breve periodo. E che oltretutto finisce col legittimare Renzi spegnendo le polemiche sulla sua ascesa a Palazzo Chigi senza un passaggio elettorale. Il leader del M5S non si è fatto sentire nella notte elettorale («Forse sta già dormendo» hanno detto i suoi davanti alle telecamere), e anche gli altri esponenti di punta del Movimento hanno preferito prendere tempo rimandando le valutazioni a quando i dati saranno definitivi. Resta da vedere se ci sarà un passo indietro di Grillo, che nei giorni scorsi non aveva escluso questa ipotesi nel caso di un risultato deludente. A livello continentale i due dati più eclatanti sono la vittoria del Front National di Marine Le Pen in Francia e il successo di Nigel Farage in Gran Bretagna. Le ultime proiezioni stimano l’affluenza media al 43,09% e confermano il Partito popolare a 214 seggi con il 28,5% dei voti, segnano un leggero incremento dei socialdemocratici che passano a 189 seggi da 185 precedentemente stimati, con il 25,17% dei voti. I liberali scendono a 66 seggi (8,79%). Sostanzialmente invariati i numeri degli euroscettici (141) e dei partiti non schierati in famiglie politiche europee. L'Efd ottiene 38 seggi, gli eurodeputati indipendenti salgono a 41, gli altri partiti non allineati scendono a 63 eurodeputati. I conservatori e riformisti registrano 46 seggi, mentre la sinistra di Tsipras scende a 42 seggi e i verdi restano a 55. Tornando al fronte italiano, un risultato che desta preoccupazione è quello sull’affluenza, ferma al 58,69% a fronte del 65,87 della precedente tornata, quando però si votò in due giornate. Numeri inconsueti per un Paese come il nostro abituato a livelli di partecipazione ben più incoraggianti, ma su cui altre nazioni metterebbero subito la firma: una stima degli uffici statistici di Bruxelles parla infatti di un’affluenza media del 43,1% (che a livello comunitario - spiega Jaume Duch, uno dei portavoce dell’Europarlamento - segna «la prima inversione di tendenza dal 1979»). Le regioni italiane più assidue ai seggi sono state il Piemonte (dove si votava anche per il rinnovo del consiglio regionale), dove i votanti sono stati il 67,44%, e la Lombardia con il 66,43%. In Abruzzo, l’altra regione che votava anche per il consiglio regionale, gli elettori che si sono recati ai seggi sono stati il 64,13%. I dati più negativi quelli delle isole: in Sicilia ha votato il 42,88% degli aventi diritto e in Sardegna il 42.
Fonte: http://www.corriere.it
| |
---|---|
Presidente | Matteo Orfini |
Segretario | Matteo Renzi |
Vicesegretario | Maurizio Martina |
Vicepresidente | Barbara Pollastrini Domenico De Santis |
Coordinatore | Lorenzo Guerini |
Portavoce | Matteo Richetti |
Stato | Italia |
Sede | Via Sant'Andrea delle Fratte, 16 - 00187 Roma[1] |
Abbreviazione | PD |
Fondazione | 14 ottobre 2007 |
Ideologia | Europeismo[2][3] Riformismo[4] Correnti interne · Liberalismo sociale[5][6][7] · Terza via[8] · Cristianesimo sociale[9] · Socialdemocrazia[10] · Ambientalismo[11] |
Collocazione | Centro-sinistra |
Coalizione | PD-IdV-Radicali (2008-2013) Italia. Bene Comune (2013) PD-AP-SC (2013-2016) PD-AP-MDP (2017) PD-AP (dal 2017) |
Partito europeo | Partito del Socialismo Europeo[12] |
Gruppo parl. europeo | Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici[13] |
Affiliazione internazionale | Alleanza Progressista |
Seggi Camera |
281 / 630
|
Seggi Senato |
97 / 315
|
Seggi Europarlamento |
29 / 73
|
Seggi Consiglio regionale |
276 / 897
|
Testata | Europa (2007-2014), l'Unità (2007-2014; 2015-2017)[14][15][16][17], Democratica (dal 2017) |
Organizzazione giovanile | Giovani Democratici |
Iscritti | 405 041 (2016) |
Colori | Tricolore |
Sito web | |
Il Partito Democratico (PD) è un partito politico italiano di centro-sinistra, fondato il 14 ottobre 2007.
Secondo il Manifesto dei valori, approvato dal partito il 16 febbraio 2008, «il Partito Democratico intende contribuire a costruire e consolidare, in Europa e nel mondo, un ampio campo riformista, europeista e di centro-sinistra, operando in un rapporto organico con le principali forze socialiste, democratiche, progressiste e promuovendone l'azione comune».[18]
Il PD è il maggior partito italiano per numero di voti e per numero di parlamentari (dato riferito alla XVII legislatura), nonché la prima forza politica del centro-sinistra italiano. Nel 2016, al termine della fase di tesseramento, il partito annuncia 405.041 iscritti, con un aumento del 2,5% rispetto all'anno precedente.[19][20]
A livello europeo il PD ha aderito ufficialmente, il 27 febbraio 2014, al Partito del Socialismo Europeo[21][22] con il quale aveva già intrapreso un rapporto di stretta collaborazione formando nel 2009 il gruppo parlamentare dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici.[13] Il PD rappresenta tuttora, all'interno del Parlamento europeo, il primo partito nazionale per numero di parlamentari e per percentuale di voti ottenuti.
Fonte: www.wikipedia.it
Nessun commento:
Posta un commento