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martedì 27 marzo 2018

DONALD TRUMP AD UN ANNO DALLA SUA ELEZIONE A 45ESIMO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA, STA APPLICANDO ALLA LETTERA TUTTO IL SUO PROGRAMMA ELETTORALE E STA MANTENENDO LE SUE PROMESSE: L'ECONOMIA E' IN NETTA RIPRESA, LA CLASSE MEDIA E' STATA SALVATA DA UN BRUTTO DESTINO DI MISERIA E POVERTA'!!!

Donald Trump ha fatto molte promesse. Ad un anno dal suo insediamento è tempo di un primo bilancio, a partire dai suoi cavalli di battaglia: sanità e tasse!
 
DONALD TRUMP - PRESIDENTE U.S.A.
Passa veloce il tempo quando ci si diverte: è passato solo un anno da questo tweet: “Il 20 gennaio 2017, sarà ricordato come il giorno in cui il popolo è di nuovo al comando di questa nazione!”. A scriverlo era Donald J. Trump, neo presidente degli Stati Uniti d’America, fresco di discorso inaugurale. 


 
 
Ѐ così, quindi? Al contrario di quanto accadeva sotto l’amministrazione di Barack Obama ora in America è il popolo a governare? Ovviamente è una domanda scema. Si tratta di banale retorica presidenziale, ma da quando Trump si è candidato, ha fatto dichiarazioni riguardanti l’agenda politica decisamente più precise e verificabili. Il sito di fact-checking PolitiFact ha provato a mettere insieme le principali promesse fatte in campagna elettorale verificandone lo stato, se sono cioè state mantenute o se sono state disattese.
Ma anche se si trovano in una fase di stallo, se si è arrivati a un compromesso o se riguardano processi che necessitano di più tempo.
Inutile dire che quest’ultima categoria è la più nutrita. Sommata alle promesse arrivate a un punto morto o che per il momento hanno trovato una soluzione alternativa raggiunge circa l’84%. Invece, arrotondando, per il 7% si può già dire che non sono state mantenute e che per il 9% invece Trump è stato coerente con la parola data.
Va da sé che tutto ciò rappresenta una cosa negativa o positiva a seconda dei punti di vista: per esempio tra le promesse mantenute c’è l’uscita dall’accordo sul clima di Parigi, e tra quelle non mantenute l’intenzione di denunciare tutte le donne che l’hanno accusato di molestie sessuali.
Ma iniziamo dalle promesse che PolitiFact definisce le top 5, quelle cioè che in campagna elettorale hanno fatto più discutere.
 
1. L’abrogazione dell’Obamacare:
La riforma sanitaria approvata durante l’amministrazione Obama e che Trump ha definito disastrosa finora non è stata abolita. Anzi. Gli svariati tentativi del governo Trump sono falliti in modo anche abbastanza eclatante, con pesanti defezioni all’interno dello stesso Partito repubblicano. La faccenda è piuttosto complicata e tocca un tema molto delicato, cioè il rapporto tra il concetto di welfare pubblico, le assicurazioni private e il governo statunitense. Basti dire che a fatica Trump è riuscito a far approvare parzialmente una nuova riforma sanitaria che in sostanza smonta molte parti fondamentali dell’Obamacare. Ma di fatto non è stata ancora del tutto abrogata.
2. Il muro al confine con il Messico:

Ѐ una delle promesse più roboanti, ma Trump ha pure ripetutamente rincarato la dose, sostenendo diverse volte che, in un modo o nell’altro, il Messico avrebbe pagato tutte le spese. In realtà esistono già delle barriere fisiche di vari tipi precedenti Trump.
Il governo messicano, dal canto suo, ha detto molto chiaramente che non ha intenzione di pagare un bel niente. Bisogna comunque ancora capire quanto costerebbe l’opera. E soprattutto in che modo dovrebbe essere finanziata. A fine gennaio 2017 ha firmato un ordine esecutivo per iniziare la progettazione. Nel frattempo sono stati realizzati alcuni prototipi in cemento.
3. Lotta al terrorismo e contrasto all'immigrazione clandestina:

Sull’immigrazione e sul terrorismo Trump si è espresso in modo colorito. Ha anche indicato i paesi che secondo lui sono pericolosi: Corea del Nord, ovviamente, ma anche Ciad, Yemen, Venezuela, Libia, Iran e Somalia. Alle persone provenienti da questi paesi il governo statunitense ha imposto rigide restrizioni, se non dei veri e propri blocchi. Ѐ il cosiddetto travel ban. Tuttavia diversi giudici federali hanno opposto l’incostituzionalità dei provvedimenti. Il governo ne ha quindi impugnato la sospensione. La Corte suprema allora ha sospeso la sospensione, ma la questione non è affatto conclusa. La legittimità costituzionale del travel ban deve ancora essere discussa. 
4. Taglio delle tasse per tutti:
Eh sì, l’ha detto: “Tutti quanti avranno un taglio delle tasse, specialmente la classe media”. Una riduzione fiscale c’è stata, ma sicuramente finora non ha riguardato tutti. Anzi, stando a diversi studi, proprio la classe media tendenzialmente pagherà di più. Secondo il Joint Committee on Taxation (una commissione governativa) a beneficiarne saranno i ricchi. Entro i prossimi dieci anni chi avrà ricavi al di sotto dei 75mila dollari vedrà un incremento delle tasse. La stima del gruppo indipendente Tax Policy Center è che solo la ristretta fascia dei contribuenti al di sopra dei 225mila dollari avrà una consistente riduzione delle tasse.
5. Riduzione dell’aliquota di imposta alle imprese:
Stando a quanto dichiarato, l’aliquota di imposta alle imprese dovrebbe scendere dal 35% al 15%. In effetti il disegno di legge approvato prevede una drastica riduzione. Ma si passa dal 35% al 21%, sei punti percentuali in meno. Si è arrivati quindi a una soluzione di compromesso, seppure di non poco conto. 
Le promesse mantenute:
Trump è un personaggio politico che esterna una quantità di messaggi pubblici senza precedenti. Tra quelli che possono essere considerate promesse elettorali, ci sono alcune che PolitiFact identifica già come mantenute. Iniziamo con la deregolamentazione normativa. Secondo l’amministrazione Trump ci sono troppe leggi. Questo danneggerebbe l’economia e produrrebbe perdita di posti di lavoro. Per questo il presidente ha promesso che a ogni nuova legge approvata due sarebbero state eliminate. Ed effettivamente ha emanato un ordine esecutivo che impone ai legislatori di attenersi a questa regola.
Sarà vietato lavorare per la Casa Bianca a chi fa attività di lobby per un governo straniero. Un ordine esecutivo di Trump mette tutto nero su bianco, mantenendo una dichiarazione espressa agli elettori. In realtà un’ordinanza simile, ma più specifica, era già stata firmata da Obama nel 2009. Con un’indagine in corso per una possibile ingerenza russa nelle politiche americane questa ordinanza appare un po’ stridente.
I giudici della Corte suprema degli Stati Uniti vengono nominati dal Presidente. Hanno l’incarico a vita, per cui quando ne muore uno dev’essere sostituito. Alla morte di Antonin Scalia Trump ha dichiarato che avrebbe nominato un altro giudice. Così ha fatto. Al posto di Scalia ora c’è il giudice conservatore Neil Gorsuch. Barack Obama durante i suoi due mandati ha provato in tutti i modi a chiudere il controverso campo di detenzione di Guantanamo. Non ci è riuscito. Trump, invece, Gitmo (come viene confidenzialmente chiamato il centro) l’ha sempre voluto tenere attivo. E così è rimasto. Ha anche fatto aumentare i fondi pubblici per finanziarne le spese.
Il rapporto che l’attuale amministrazione americana ha con il cambiamento climatico e con l’ambiente in generale è tutt’altro che idilliaco. Trump ha annunciato: “Cancelleremo l’accordo di Parigi sul clima e bloccheremo tutti i pagamenti di dollari di tasse statunitensi ai programmi delle Nazioni Unite sul riscaldamento globale”. Gli Stati Uniti hanno quindi stralciato l’accordo di Parigi.
Praticamente tutte le nazioni del mondo tranne la Siria e il Nicaragua l’hanno ratificato, compresa la Corea del Nord. Come previsto, Trump si è anche ritirato dal Trans-Pacific Partnership, o TTP.
Si tratta di un ambizioso accordo commerciale sottoscritto nel 2015 da 12 nazioni che si affacciano sull’Oceano Pacifico. Ora che gli Stati Uniti sono fuori dall’accordo, sarà verosimilmente la Cina ad avere maggiore potere contrattuale.
Effettivamente la Carrier ha annunciato che avrebbe mantenuto negli Stati Uniti circa 800 posti di lavoro. Trump in cambio ha concesso loro incentivi fiscali per circa sette milioni di dollari. Per cui a rigor di logica la promessa è stata mantenuta: la Carrier ha cambiato idea. Tuttavia è durato poco. L’azienda ha già detto che manterrà l’intenzione di trasferire parte della produzione all’estero.  
In campagna elettorale Trump ha promesso di abbassare le aliquote fiscali per incoraggiare le società a far rientrare nel paese i capitali esteri.
L’aliquota unica avrebbe dovuto essere del 10%. Non è andata proprio così, nel senso che la percentuale non è quella prevista, ma in media si avvicina Durante la sua presidenza, Obama era riuscito a imporre un minimo di regolamentazione per l’acquisto di armi. Le persone affette da malattia mentale non avrebbero potuto acquistarle. Secondo Trump questo metteva in pericolo il Secondo emendamento. Il diritto di possedere armi da fuoco è costituzionale e appartiene a tutti. La regolamentazione di Obama andava abrogata. Promessa mantenuta.
Le promesse non mantenute: Come detto, non è sempre facile identificare il raggiungimento degli obiettivi promessi in campagna elettorale. Per alcuni però si può affermare che non potranno essere raggiunti. Innanzitutto la Cina. Si tratta di un paese commercialmente e politicamente importante, è evidente. Tuttavia, tra le varie dichiarazioni, Trump aveva detto che da presidente avrebbe dichiarato la Cina manipolatrice di valuta. Ecco, no. Non lo è e l’amministrazione statunitense non dichiarerà mai nulla del genere. Trump ha ammesso che le circostanze sono cambiate. Ben prima dello scandalo Weinstein, ci sono state diverse donne che hanno accusato Donald Trump di molestie sessuali.
Donald Trump ha promesso più volte di voler aumentare i posti di lavoro nell’industria manifatturiera americana. Il settore del carbone gli sta particolarmente a cuore. Si tratta di un obiettivo difficilmente raggiungibile in un anno, però qualcosa è successo. La scorsa estate un’azienda che produce impianti di riscaldamento e di refrigerazione, la Carrier, aveva annunciato che avrebbe trasferito parte della produzione in Messico. Apriti cielo. Trump ha subito promesso che avrebbe convinto l’azienda a desistere. 
                                                                                                                               Fonte: https://www.wired.it

























 







 

 

 

 


 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




 



 


 
 






 

 

 


 







 

 
 
 
 
 
 
 



 


 
 
 
 

 
 

 
 

 

 
 



 






 





 




 





 




 
 








 






















 






 






 






 





 





 





 





 





 





 





 





 





 





 





 





 





 





 





 





 





 





 















 










 








 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 






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