MATTEO RENZI -
SEGRETARIO NAZIONALE
DEL PARTITO DEMOCRATICO
Un Euro in Sicurezza, un Euro in Cultura
Per il Partito Democratico l’Europa è l’orizzonte naturale in cui si giocano tutte le partite più importanti della contemporaneità. Senza Europa le nostre vite sarebbero peggiori, avremmo meno benessere economico e sociale. Ma c’è ancora molto da fare se vogliamo che l’Europa assomigli di più all’ideale che ci ha permesso di costruirla.
La nostra Europa è quella di Ventotene, dove il sogno europeista venne rilanciato nel momento più buio della nostra storia. È l’Europa di Maastricht e degli sforzi fatti per arrivare alla moneta unica. Ed è l’Europa di Lisbona, una forza che prova a farsi Unione politica e dell’innovazione.
Il 2018 sarà l’anno delle scelte. Con le elezioni del 4 marzo l’Italia sceglierà se vorrà essere alla testa di un processo di rafforzamento dell’Unione Europea, per renderla più vicina ai bisogni dei cittadini, per rimettere crescita e sicurezza al centro del progetto europeo, o restarne ai margini.
Se vorrà partecipare alla costruzione del futuro, o arroccarsi e chiudere il mondo fuori dalla porta.
L’Italia ha le carte in regola per far parte del gruppo di paesi che disegnerà la nuova Europa:
- siamo il secondo paese manifatturiero europeo;
- siamo l’unico paese al mondo con un costante avanzo primario da più di venti anni;
- il pagamento del nostro debito non è mai stato messo in discussione;
- negli ultimi tre anni le procedure di infrazione a carico del nostro Paese sono passate da 120 a 62 (l’Italia era la maglia nera d’Europa, adesso è la maglia rosa);
- abbiamo una storia europeista e di integrazione, che ha attraversato governi di vari colori e differenti fasi storiche (una storia che sarebbe pericoloso interrompere per l’avventurismo di chi propone un referendum per uscire dall’euro a giorni alterni);
- negli ultimi anni il Partito Democratico e l’Italia hanno svolto un ruolo decisivo nell’imprimere un cambiamento d’indirizzo alla politica economica europea dall’austerità alla crescita.
I prossimi mesi saranno decisivi nella definizione del percorso di riforme in Europa, e l’Italia ha bisogno di un governo forte e credibile e di proposte chiare e ambiziose, in continuità con l’azione e l’elaborazione di questi anni, per svolgervi un ruolo da protagonista.
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