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venerdì 12 aprile 2019

DOPO 8 ANNI DI CAOS, GUERRE, MORTI E DISTRUZIONE, LA LIBIA POTREBBE RINASCERE A NUOVA VITA, TORNARE UNO STATO UNICO CON UN ORDINE BEN COSTITUITO SULLE BASI DELLA RIVOLUZIONE VERDE DI GHEDDAFI: LA JAMAHIRIYA..."مناشدة جميع المقاتلين الموالين للقذافي يناشدون أطفال الثورة الخضراء من أجل الاشتراكية: اليوم أنت تدعم القوات المسلحة للجنرال حفتر من طبرق باعتبارها الوحيدة القادرة على لم شمل أسرة كل شعب ليبيا!في ذكرى القذافي ..." #Libya #Libia #Tripoli #Haftar #War #Gheddafi

Libia, dopo il caos potrebbe tornare il figlio di Gheddafi
 
SAIF AL ISLAM GHEDDAFI
TRIPOLI - (LIBIA) -  C'è un nome in Libia che, quando si tratta di passaggi importanti per il paese africano, non può non essere evocato. Un nome ed un cognome, per la precisione: Saif Al Islam Gheddafi. Mentre a Tripoli il fronte di guerra avanza ed in città la popolazione appare sempre più condizionata dal conflitto, in tanti in tutta la Libia si chiedono dove sia in questo momento il figlio del rais. Secondogenito di Muhammar, erede designato o quasi del padre, più volte Saif viene indicato come colui che appare destinato a continuare a portare avanti il nome dei Gheddafi nel mondo politico libico. Non si vede in pubblico dal giorno della cattura nel sud della Libia nel 2011, condannato a morte e poi graziato, Saif negli ultimi mesi fa sentire la sua voce solo tramite emissari. Da quando è però iniziata la battaglia per la presa di Tripoli, il suo silenzio è diventato ancora più forte e, per questo, anche più rumoroso.  

“Saif aspetta il momento giusto” 

“Il figlio di Gheddafi sta da qualche parte della Libia a guardare, sta osservando quello che si può definire come il vero e proprio autoannientamento reciproco delle principali forze sul campo”: a parlare ai nostri microfoni è Michela Mercuri, docente ed autrice del libro “Incognita Libia”. Già all’indomani del vertice di Palermo la stessa docente parla della possibilità di Saif Gheddafi di tornare in campo: “Del resto – aggiunge Michela Mercuri – Già nei mesi scorsi in passato esprime più volte la volontà di presentarsi alla conferenza nazionale che era prevista e Ghadames e che è saltata soltanto negli ultimi giorni per via di quanto sta accadendo a Tripoli”.
Quali potrebbero essere quindi le ambizioni del secondogenito del rais? Sono in tanti a chiederselo, anche se il suo nome proprio da quando Haftar avanza verso Tripoli viene raramente nominato. C’è chi interpreta il suo silenzio ed il relativo scarso interesse nei suoi confronti da parte dei media, come la prova del fatto che Saif non sarebbe, almeno per il momento, intenzionato a scendere nell’agone politico. Specialmente adesso poi che, di fatto, ogni tavolo diplomatico è saltato. Ma secondo Michela Mercuri il silenzio va interpretato in ben altro modo: “Lui in realtà sta solo aspettando il momento giusto – afferma la docente – In questa fase di aspri scontri tra le parti e soprattutto tra Haftar ed i misuratini, dal suo nascondiglio osserva i rivali in lotta per entrare in campo nel momento più propizio”.
Del resto, sempre secondo Mercuri, non gli mancherebbero le argomentazioni per farlo: “Haftar in questa fase rischia di passare come guerrafondaio, Al Sarraj come un personaggio ricattabile dalle milizie misuratine, lui si ergerebbe come l’unico in grado di riunificare il paese”. In poche parole, Saif Gheddafi potrebbe trarre vantaggio dagli errori strategici dei suoi rivali: “Il suo è un silenzio che vuole esprimere terzietà tra le parti in lotta – dichiara ancora Mercuri – In futuro vuole dire ai libici che solo lui può di nuovo far tornare unita la Libia”.

Gli ultimi messaggi del figlio del rais

Come detto, Saif Al Islam Gheddafi non compare in video da quando viene catturato nel novembre 2011. Pochi mesi prima è proprio lui alla tv di Stato, prima ancora del padre, a parlare al paese cercando di convincere la popolazione ad evitare la destabilizzazione del paese. Segno che, in effetti, è proprio Saif il probabile erede a cui Muammar pensa per lasciare il timone del paese. Poi mai un’apparizione in quasi otto anni: il secondogenito del rais è una sorta di oggetto del mistero. Di lui si dice che vivrebbe in una villetta di una località non specificata, dilettandosi con la sua passione della pittura. Secondo molti è ancora in Libia, ma evita appositamente di farsi vedere in pubblico. 
Nei mesi scorsi, in vista della conferenza di Ghadames, fa sapere tramite i suoi rappresentanti ed emissari di essere favorevole al piano Onu e di voler essere presente alla stessa conferenza.
Nello scorso mese di dicembre, Saif fa recapitare un messaggio anche al presidente russo Vladimir Putin: in esso è contenuto l’auspicio dell’aiuto russo al suo paese ed il sostegno ai piani di riappacificazione. Poi di nuovo il silenzio più totale, che continua mentre invece a Tripoli riecheggiano i crudi rumori della battaglia.    
 
 
 
GUERRA A TRIPOLI (LIBIA)


lunedì 6 giugno 2011

MUAMMAR GHEDDAFI - IL PROFETA DELL'AFRICA UNITA!

         MUAMMAR GHEDDAFI
IL PROFETA DELL'AFRICA UNITA

LE BOMBE "UMANITARIE" DELLA NATO E LA GUERRA CIVILE IN LIBIA E' MOLTO PEGGIO DEL REGIME "PACIFICO" DI GHEDDAFI! CI SONO SEMPRE PIU' VITTIME TRA I CIVILI! CHI HA FOMENTATO LA RIVOLTA ARMATA AL RAIS E CHI LA STA FINANZIANDO (ITALIA ED EUROPA IN TESTA) STA NON SOLO SBAGLIANDO, MA STA COMMETTENDO UN GRAVE ERRORE: TROPPI MORTI, TROPPA DISTRUZIONE, TROPPO DOLORE! TUTTO PER IL PETROLIO!

 MORTE E DISTRUZIONE IN LIBIA! STOP THE WAR!

TRIPOLI (LIBIA) - C'è una guerra in corso da tre mesi, i bombardieri della Nato tuonano giorno e notte, ma dove sono i giornalisti di denuncia, i Santoro, i Lerner, i Floris e dove sono l’Annunziata e la D’Amico? Dov’è la schiena diritta del giornalismo sedicente libero, quello che chiama “servi” tutti gli altri? Sarei curioso anche di sentire la saggia voce di spiriti liberali come Paolo Mieli o Ernesto Galli della Loggia. Invece sono diventati tutti muti. A cosa si deve questo improvviso silenzio collettivo?

È vero che il 26 aprile scorso si poteva leggere sul “Corriere della sera” che «il Colle sostiene i bombardamenti» con l’opposizione di sinistra tutta allineata dietro Napolitano (il governo già si era dovuto adeguare). E che anche mercoledì scorso, al vicepresidente americano Biden, Napolitano ha ripetuto che l’Italia è «fianco a fianco» con gli Usa nella vicenda libica. Ed è vero che il compagno-presidente con tale entusiastica adesione ai bombardamenti “umanitari” è diventato il riferimento privilegiato della Casa Bianca, relegando di fatto l’indebolito e incerto Berlusconi (che ha dovuto seguirlo nell’impresa) a un ruolo di secondo piano.

L'AUTOBAVAGLIO
Ma la stampa avrebbe almeno il dovere di raccontare ciò che sta accadendo. Invece niente. Un autobavaglio così totale non si era mai visto. Eppure ogni notte i bombardieri Nato colpiscono duro. Il Vicario apostolico di Tripoli, monsignor Giovanni Martinelli, implora instancabilmente di smetterla con le bombe. Ha dichiarato ad Asianews: «La Nato ha intensificato i bombardamenti e continua a fare vittime. I missili stanno cadendo ovunque e purtroppo non colpiscono solo zone militari, ma anche civili. La gente a Tripoli soffre, anche se nessuno ne parla». Nell’ultima settimana il vescovo ha denunziato il bombardamento di un ospedale, di un quartiere popolare e di una chiesa cristiana copta.

Ma non c’è traccia di tutto questo sui giornali e in tv. Nessuno fa una piega. Nessuno s’indigna. Nessun programma tv, nessun editoriale. Non si vede in giro neanche una bandiera arcobaleno alle finestre. E dire che solo qualche anno fa avevano riempito l’Italia. Ma a quel tempo si trattava di protestare contro Bush, mentre oggi a bombardare è il Premio nobel per la pace nonché democratico Obama.

Dunque oggi niente manifestazioni e niente marce Perugia-Assisi. Tutte le anime belle dormono un sonno profondo. All’inizio di tutto, in marzo, della guerra parlò Lerner con “L’Infedele” e mi capitò di assistere incredulo al memorabile elogio della Francia dei bombardieri: ci fu addirittura chi – col plauso di Gad – ebbe la faccia tosta di affermare che il governo francese in questo modo testimoniava la sua imperitura volontà di affermare dovunque i valori umanitari della rivoluzione francese, di cui invece al governo italiano non importava niente.

Curioso paradosso perché i francesi affermavano quei presunti ideali umanitari bombardando i libici, mentre le autorità italiane - accusate di insensibilità perché ancora restie a bombardare - si stavano prodigando a soccorrere migliaia di rifugiati arrivati disperatamente a Lampedusa anche per fuggire dalla guerra “umanitaria” dei francesi.
Dunque dal buon progressista le bombe francesi furono giudicate umanitarie, mentre i soccorsi italiani erano disumanitari. Che grande esempio di giornalismo.

Tutti sanno che in realtà gli ideali umanitari non c’entrano niente con la guerra, tanto è vero che nessuno si sogna di andare a bombardare Damasco dove il regime compie quasi ogni giorno stragi contro i manifestanti. Tanto meno si pensa di andare a bombardare Pechino perché il regime cinese stroncò nel sangue le manifestazioni di piazza Tienanmen o perché continua a spedire nei lager gli oppositori. A proposito, neanche Napolitano si sogna di prospettare spedizioni militari contro quei due Paesi, che egli peraltro visitò nel 2010 dando la mano a quei despoti (provate a rileggervi anche i discorsi molti amichevoli fatti in quella sede).

SMANIA PARIGINA - Ma allora perché questa smania di francesi e inglesi (che hanno il colonialismo nella loro storia) e poi degli americani, di sostenere una sorta di colpo di Stato interno alla nomenclatura libica e spedire bombardieri sulla Tripolitania? Secondo Angelo del Boca, storico ed esperto delle vicende libiche, «le vere ragioni di questa guerra sono il controllo dei pozzi di petrolio e i 200 miliardi di dollari dello Stato libico depositati nelle banche straniere».

Non so dire se queste sono “le vere ragioni”, ma di sicuro non si può continuare a gabellarci la favoletta dell’intervento umanitario. Sarebbe il caso che la stampa raccontasse quello che sta accadendo e scavasse alla ricerca delle “vere ragioni” della guerra. Invece da settimane non si legge un solo articolo sulla tragedia della Libia. E quando ne appare qualcuno è peggio che mai. È il caso del reportage da Tripoli pubblicato ieri a tutta pagina sul “Corriere della sera” a firma Lorenzo Cremonesi: spiace dirlo, ma sembrava quasi un inno ai bombardieri. Si riportavano queste testuali dichiarazioni (rigorosamente anonime): «Brava Nato. Continui così».

Possibile che l’inviato del Corriere sia riuscito a pescare proprio i pochi – guarda caso anonimi - che sono felici di venire bombardati ogni giorno e anzi chiedono di essere bombardati più intensamente? Chissà perché non ha parlato con monsignor Martinelli e chissà perché non è andato a vedere gli effetti di quei bombardamenti, ascoltando le vittime. In tv del resto la guerra proprio non esiste. C’è un colossale problema di informazione sulla vicenda libica. Gli Usa, i francesi e gli inglesi, con le autorità militari della Nato ormai fanno mera propaganda. Dice Del Boca: «Gli alti costi dell’operazione contro Gheddafi hanno trasformato un conflitto lampo in una guerra di fandonie fatta dai media».

PADRE GHEDDO - Mi ha colpito quanto ha scritto su «Asianews» padre Piero Gheddo, il decano dei missionari italiani, un uomo di Dio per nulla incline al pacifismo ideologico e al settarismo di sinistra, basti dire che fu tra i primi, negli anni Settanta, a denunciare i crimini dei Khmer rossi di Pol Pot in Cambogia, svergognando certi media e certa sinistra italiana ancora intrisa di antiamericanismo.

Dunque l’altroieri padre Gheddo ha scritto: «Le anomalie di questa guerra di Libia sono infinite e dimostrano che anche in Occidente soffriamo di una disinformazione colossale. L’intervento umanitario iniziale sta assumendo i contorni di un crimine di Stato. L’Onu aveva giustificato la “No fly zone” per impedire che gli aerei libici bombardassero i ribelli della Cirenaica. Ma in pochi giorni le forze aeree della Libia vennero facilmente azzerate. Poi si è passati a bombardare i mezzi militari di terra che avanzavano verso Bengasi e si continua, da più di due mesi, a bombardare le città della Cirenaica, non per proteggere il popolo libico da Gheddafi, ma per la “caccia all’uomo” Gheddafi, il che sta scavando un abisso di odio e di vendetta fra le due parti del paese, Tripolitania e Cirenaica, che erano e sono pro o contro il raìs».

Padre Gheddo ha poi citato Anders Fogh Rasmussen segretario generale della Nato che «ha definito i bombardamenti come parte dell’intervento umanitario per proteggere il popolo libico! Ci vuole una bella faccia tosta, a mentire in modo così smaccato!», ha tuonato il missionario. «Chi mai può credere che i quotidiani bombardamenti su Tripoli sono fatti per difendere il popolo libico? Ecco perché stampa e Tv occidentali non parlano più della guerra in Libia. Non sanno più come giustificare una così evidente violazione dei diritti umani».

L’assurdo poi è che la trattativa per far uscire di scena Gheddafi in modo incruento sarebbe stata possibile, ma proprio gli “umanitari” l’hanno uccisa sul nascere. Per quanto deve continuare questa guerra? E il nostro silenzio?

di Antonio Socci
06/06/2011
Fonte: http://www.libero-news.it

giovedì 12 maggio 2011

Libia: Gheddafi ri-appare in Tv...morto o non morto? I filmati sono recenti o registrati molti giorni prima?


Sono le prime immagini di Muammar Gheddafi non solo dal bombardamento Nato del suo bunker, nella notte tra lunedì e martedì scorsi. Ma dall'uccisione del figlio Saif Al-Arab e di 3 nipoti, la notte del 30 aprile, durante un raid aereo che ha colpito la sua base a Tripoli.
Diffuso dalla tv di Stato libica, il video mostrerebbe una riunione tra il rais e i leader tribali e sarebbe stato registrato ieri. Affermazione che non è possibile verificare in maniera indipendente....

martedì 22 marzo 2011

Jamahiriya - "IL LIBRO VERDE" - Moammar El Gheddafi (Alcuni stralci del libro scritto nel 1975 da Gheddafi) "La repubblica delle masse!" Idee per una società più giusta ed equa, per un Mondo migliore!


SULLA DEMOCRAZIA: “IN QUESTI SISTEMI DI GOVERNO, IL POPOLO E' LA PREDA PER LA QUALE CI SI BATTE. IL POPOLO E' LA VITTIMA INGANNATA E SFRUTTATA DAGLI ORGANISMI POLITICI CHE COMBATTONO PER GIUNGERE AL POTERE, PER STRAPPARE DEI VOTI AL POPOLO MENTRE QUEST'ULTIMO SI ALLINEA SILENZIOSO IN LUNGHE FILE, CHE SI MUOVONO COME UN ROSARIO, AL FINE DI DEPORRE IL SUO VOTO NELLE URNE ELETTORALI, NELLO STESSO MODO IN CUI SI GETTANO LE CARTACCE NEL CESTINO DEI RIFIUTI. DIVENTA COSI' EVIDENTE, CHE LA RAPPRESENTANZA E' UN IMPOSTURA. INOLTRE, SICCOME IL SISTEMA DI ELEZIONE DEI PARLAMENTARI SI FONDA SULLA PROPAGANDA PER OTTENERE PIU' VOTI DAI PROPRI ELETTORI, LA DEMOCRAZIA E' DI CONSEGUENZA, UN SISTEMA DEMAGOGICO NEL VERO SENSO DELLA PAROLA. I VOTI INFATTI POSSONO ESSERE COMPRATI O FALSIFICATI, PER QUESTO MOTIVO IL POVERO NON PUO' AFFRONTARE LE CAMPAGNE ELETTORALI, IN CUI VINCE SEMPRE E SOLTANTO IL RICCO. INOLTRE, QUALUNQUE SIA IL NUMERO DEI PARTITI POLITICI PRESENTI NELLA COMPETIZIONE ELETTORALE, L'ESISTENZA STESSA DI PIU' PARTITI INASPRISCE LA LOTTA PER IL POTERE, CHE SI RISOLVE NELLA DISTRUZIONE DI OGNI CONQUISTA DEL POPOLO E NEL SABOTAGGIO DI OGNI PROGRAMMA DI SVILUPPO DELLA SOCIETA' STESSA. QUESTA DISTRUZIONE SERVE DA PRETESTO (AL PARTITO DI OPPOSIZIONE) PER GIUSTIFICARE IL TENTATIVO DI INDEBOLIRE LA POSIZIONE DEL PARTITO SALITO AL POTERE (IL PARTITO DI GOVERNO) AL SOLO SCOPO DI PRENDERNE IL POSTO.
LA LOTTA TRA I PARTITI INFATTI SI SVOLGE ESSENZIALMENTE PER MEZZO DELLA CRITICA E DELLA DENIGRAZIONE RECIPROCA, QUESTA E' UNA LOTTA CHE PURTROPPO SI COMBATTE A DANNO DEGLI INTERESSI VITALI E SUPREMI DELLA SOCIETA' IN QUANTO IL PARTITO DI OPPOSIZIONE PER GIUNGERE AL POTERE DEVE ABBATTERE LO STRUMENTO DI GOVERNO DEL PARTITO CHE E' AL POTERE, CIO' COMPORTA LA DISTRUZIONE DELLE SUE REALIZZAZIONI E LA DENIGRAZIONE DEL SUO OPERATO E DEI SUOI PROGRAMMI ANCHE SE QUESTI SONO MOLTO UTILI AL PROGRESSO ED ALLO SVILUPPO DELLA SOCIETA' STESSA. L'OPPOSIZIONE NON RAPPRESENTA DUNQUE IL CONTROLLO POPOLARE SUL PARTITO DI GOVERNO MA PIUTTOSTO, L'OPPOSIZIONE RAPPRESENTA UNA MINORANZA POLITICA CHE CERCA SEMPRE UNA POSSIBILITA' DI SOSTIUIRSI ALLA MAGGIORANZA CHE E' AL POTERE. DUNQUE E' CHIARO CHE PER LA SOCIETA', LA LOTTA DEI PARTITI HA LO STESSO EFFETTO NEGATIVO E DISTRUTTIVO DELLA LOTTA TRIBALE O SETTARIA!”

SULL'INDIVIDUO E SULL'ECONOMIA: “ LA LIBERTA' DI UN UOMO E' INCOMPLETA SE DA UN ALTRO UOMO DIPENDONO I SUOI BISOGNI. LO STATO DI NECESSITA' PUO' FAR DIVENTARE UN UOMO SCHIAVO DI UN ALTRO UOMO. LO SFRUTTAMENTO E' MOTIVATO DA UN BISOGNO, CHE E' UN PROBLEMA REALE. IL CONFLITTO SOCIALE HA INIZIO QUANDO QUALCHE ALTRA PARTE E' ARBITRARIA DEI BISOGNI DELL'UOMO. AD ESEMPIO LA CASA E' UNA NECESSITA' PER UN INDIVIDUO E PER LA SUA FAMIGLIA, PER TANTO DEVE ESSERE DI PROPRIETA' DI CHI LA ABITA PERCHE' NON VI E' LIBERTA' ALCUNA PER L'UOMO CHE VIVE IN UNA CASA APPARTENENTE AD UN ALTRO UOMO, SIA CHE ESSO PAGHI O NO IL CANONE DI AFFITTO.
PER QUESTO MOTIVO IN UNA SOCIETA' VERAMENTE GIUSTA, A NESSUN INDIVIDUO DOVREBBE ESSERE PERMESSO DI COSTRUIRE UNA CASA IN PIU' DELLA PROPRIA E DI QUELLA DEI SUOI EREDI, PER CEDERLA IN AFFITTO AD UN ALTRO UOMO, AL SOLO SCOPO DI INCREMENTARE IL SUO GUADAGNO PERSONALE, PERCHE' QUELLA CASA NON SAREBBE ALTRO CHE UN BISOGNO DI UN ALTRO UOMO, E COSTRUIRLA PER CEDERLA IN AFFITTO E' UN INIZIO DI SOPRAFFAZIONE DEL BISOGNO ALTRUI: SIGNIFICA CONCULCARE UN BISOGNO DI QUELL'UOMO STESSO. NEL BISOGNO SCOMPARE LA LIBERTA' INDIVIDUALE DI OGNI SINGOLO ESSERE UMANO.
COSI' SUCCEDE ANCHE NEL LAVORO DIPENDENTE CHE OLTRE AD ESSERE UNA VERA E PROPRIA SCHIAVITU' DELL'UOMO MODERNO, E' ANCHE UN LAVORO PRIVO DI INCENTIVO AL SUO LAVORO STESSO, PERCHE' IL LAVORATORE (PRODUTTORE) E' UN SALARIATO E NON UN SOCIO DELL'IMPRESA IN CUI PRESTA IL SUO OPERATO.
IL LAVORO SALARIATO METTE IN CRISI L'INCREMENTO E LO SVILUPPO DELLA PRODUZIONE, CIO' ACCADE SIA QUANDO E' SVOLTO IN UN'ATTIVITA' DI SERVIZI SIA QUANDO ESSO E' SVOLTO IN UN'ATTIVITA' PRODUTTIVA: L'INCREMENTO PRODUTTIVO E' SOGGETTO AD UN CONTINUO DETERIORAMENTO IN QUANTO SI FONDA SUL SACRIFICIO DEI SALARIATI!”

ESEMPI SPICCIOLI:

  1. UN LAVORATORE DIPENDENTE PRODUCE 10 MELE PER CONTO DI UN'AZIENDA PRIVATA O PUBBLICA E DA QUESTA PERCEPISCE COME GUADAGNO UNA MELA, CHE SODDISFA ESATTAMENTE IL SUO BISOGNO! IN QUESTO CASO IL LAVORATORE SALARIATO NON AUMENTERA' LA SUA PRODUZIONE PERCHE' ANCHE SE LO FACESSE, IN CAMBIO OTTERREBBE LA STESA SINGOLA MELA, SUFFICIENTE A SODDISFARE IL SUO BISOGNO.
  2. UN LAVORATORE DIPENDENTE PRODUCE 10 MELE PER CONTO DI UN'AZIENDA PRIVATA O PUBBLICA E DA QUESTA PERCEPISCE COME GUADAGNO UNA MELA, MA CIO' NON BASTA A SODDISFARE IL SUO BISOGNO! IN QUESTO CASO L'INCENTIVO A PRODURRE E' ANCORA PIU' BASSO ED IL LAVORATORE NON HA INTERESSE AD INCREMENTARE LA PRODUZIONE, LAVORA SENZA STIMOLO PERCHE' SA CHE IN CAMBIO RICEVERA' LA SOLITA MELA CHE NON GLI BASTA A SODDISFARE I SUOI BISOGNI, TUTTAVIA E' COSTRETTO A SOTTOSTARE ALLE PESSIME CONDIZIONI DI LAVORO PER SOPPRAVVIVERE.
  3. UN LAVORATORE DIPENDENTE PRODUCE 10 MELE PER CONTO DI UN ALTRO LAVORATORE AUTONOMO O IMPRESARIO E DA QUESTO PERCEPISCE COME GUADAGNO UNA CIFRA INFERIORE AL PREZZO DI UNA SOLA MELA CHE SODDISFA SCARSAMENTE IL SUO BISOGNO! IN QUESTO CASO IL SALARIATO NON SOLO NON AUMENTERA' LA PRODUZIONE MA CERCHERA' UN ALTRO “PADRONE” PER OFFRIRGLI LA SUA MANSIONE A MAGGIOR PREZZO DEL PRIMO E ALLA PRIMA OCCASIONE CAMBIERA' IL SUO POSTO DI LAVORO ORIGINARIO.
  4. UN LAVORATORE PRODUCE 10 MELE PER SE STESSO, CHE SODDISFA OLTRE OGNI MODO IL SUO BISOGNO! IN QUESTO CASO IL LAVORATORE PRODUCE SENZA COSTRIZIONE ALCUNA E SENZA RECESSIONE, LA PRODUZIONE INCREMENTA E IL LAVORATORE E' STIMOLATO A FARE SEMPRE IL MEGLIO.

SULLA FAMIGLIA: “LA FAMIGLIA, RISPETTO AD OGNI SINGOLO INDIVIDUO, E' PIU' IMPORTANTE DELLO STATO. L'UMANITA' CONOSCE L'INDIVIDUO E L'INDIVIDUO NORMALE CONOSCE LA FAMIGLIA, LA FAMIGLIA E' LA SUA CULLA, LA SUA ORIGINE ED IL SUO RIPARO SOCIALE. LA SOCIETA' FIORENTE E' QUELLA OVE L'INDIVIDUO CRESCE NELLA FAMIGLIA IN MODO NATURALE ED OVE FIORISCE LA FAMIGLIA.
L'INDIVIDUO SI RADICA NELLA FAMIGLIA UMANA COME LA FOGLIA SUL RAMO, COME IL RAMO SULL'ALBERO, CHE NON HANNO SIGNIFICATO NE VITA MATERIALE QUAL'ORA SE NE STACCHINO. COSI' E' L'INDIVIDUO, SE L'INDIVIDUO SI STACCA DALLA FAMIGLIA ESSO STESSO DIVENTA PRIVO DI SIGNIFICATO E DI VITA SOCIALE.
SE LA SOCIETA' DOVESSE GIUNGERE A FAR ESISTERE L'ESSERE UMANO AL DI FUORI DELLA FAMIGLIA, DIVERREBBE ALLORA UNA SOCIETA' DI EMARGINATI, PARAGONABILI ALLE PIANTE ARTIFICIALI!”

SULLA DONNA: “LA DONNA E' UN ESSERE UMANO E L'UOMO E' UN ESSERE UMANO, SU CIO' NON ESISTE DISACCORDO NE DUBBIO ALCUNO. LA DONNA E L'UOMO, DAL PUNTO DI VISTA UMANO, OVVIAMENTE SONO UGUALI. FARE UNA DISCRIMINAZIONE TRA UOMO E DONNA SUL PIANO UMANO E' UN INGIUSTIZIA CLAMOROSA E SENZA GIUSTIFICAZIONE. LA DONNA MANGIA E BEVE COME MANGIA E BEVE L'UOMO. LA DONNA ODIA E AMA COME ODIA E AMA L'UOMO. LA DONNA PENSA, APPRENDE E CAPISCE COME PENSA, APPRENDE E CAPISCE L'UOMO.
LA DONNA HA BISOGNO DI ALLOGGIO, DI VESTIARIO E DI MEZZO DI TRASPORTO COME NE HA BISOGNO L'UOMO. LA DONNA HA FAME E HA SETE COME HA FAME E HA SETE L'UOMO. LA DONNA VIVE E MUORE COME VIVE E MUORE L'UOMO.
MA PERCHE' IL CREATO HA RICHIESTO LA CREAZIONE DELL'UOMO E DELLA DONNA? DEVE SENZ'ALTRO ESSERVI UNA NECESSITA' NATURALE A FAVORE DELL'ESISTENZA DI ENTRAMBI, E NON SOLTANTO DELL'UNO O DELL'ALTRA.
DUNQUE CIASCUNO DEI DUE NON E' L'ALTRO E FRA I DUE SOGGETTI VI E' UNA DIFFERENZA NATURALE, LA CUI PROVA E' L'ESISTENZA DELL'UOMO E DELLA DONNA ASSIEME NEL CREATO. CIO' DI FATTO SIGNIFICA CHE ESISTE PER CIASCUNO UN RUOLO NATURALE CHE SI DIFFERENZIA CONFORMEMENTE ALLA DIVERSITA' DELL'UNO RISPETTO ALL'ALTRA. DUNQUE E' ASSOLUTAMENTE NECESSARIO CHE VI SIA UNA CONDIZIONE CHE CIASCUNO DEI DUE VIVE, E IN CUI SVOLGE IL SUO RUOLO DIVERSO DALL'ALTRO. IN BREVE, NON VI E' ALCUNA DIFFERENZA NEI DIRITTI UMANI FRA L'UOMO E LA DONNA E FRA L'ADULTO E IL BAMBINO, MA NON VI E' EGUAGLIANZA COMPLETA FRA LORO PER I DOVERI CUI DEVONO ASSOLVERE!”

SULLE MINORANZE: “LA MINORANZA ESISTE SOLO DI DUE TIPI E NON VE NE UN TERZO TIPO. UNO E' QUELLO CHE FA PARTE DI UNA NAZIONE CHE LA INQUADRA SOCIALMENTE; L'ALTRO E' QUELLO SENZA NAZIONE, E SENZA QUADRO SOCIALE SE NON IL PROPRIO. QUESTO SECONDO TIPO E' QUELLO CHE FORMA UNA DELLE ACCUMULAZIONI STORICHE CHE FINISCONO PER FORMARE UNA NAZIONE IN FORZA DELL'APPARTENENZA E DEL DESTINO COMUNE, TALE MINORANZA, COME E' EVIDENTE, HA DIRITTI SOCIALI PROPRI ED E' SOPPRUSO CHE QUALUNQUE MAGGIORANZA ABBIA A USURPARLI, INFATTI LA CONNOTAZIONE SOCIALE E' INTRINSECA E NON RISULTA PASSIBILE DI VENIRE ASSEGNATA NE TOLTA.
E' DISPOTISMO E INGIUSTIZIA SOCIALE CONSIDERARE LA MINORANZA SOLO IN BASE AL FATTO CHE ESSA E' TALE SOTTO L'ASPETTO POLITICO ED ECONOMICO!”

SULLE RAZZE: “LA RAZZA GIALLA HA GIA' DOMINATO NEL MONDO, QUANDO E' AVANZATA DALL'ASIA VERSO GLI ALTRI CONTINENTI. POI E' VENUTO IL TURNO DELLA RAZZA BIANCA, QUANDO HA INTRAPRESO UN VASTO MOVIMENTO COLONIALE CHE HA COINVOLTO TUTTI I CONTINENTI DEL MONDO! ORA E' GIUNTO IL TURNO CHE SIA LA RAZZA NERA A DOMINARE! L'ULTIMO PERIODO DELLA SCHIAVITU' E' STATO L'ASSERVIMENTO DELLA RAZZA NERA DA PARTE DELLA RAZZA BIANCA; TALE EPOCA RIMARRA' IMPRESSA NELLA MEMORIA DEL NERO FINCHE' EGLI NON ABBIA AVVERTITO CHE GLI E' STATA RESTITUITA LA PROPRIA DIGNITA' SOCIALE!”

Stralci di testi tratti da
IL LIBRO VERDE”
di Moammar El Gheddafi
(Tripoli – Libia 1975)


ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!